“Un sindaco per Borghetto Santo Spirito ? Non avrei dubbi, l’ingegner Malpangotto. Non sarebbe una svolta, ma sicuramente la ripresa di cui c’è assoluto bisogno. Dall’alto dei miei 84 anni, dall’esperienza di vita, vicino ai deboli e ai ricchi, ai sani e agli ammalati, con un mandato da sindaco di Ceriale, due volte assessore alla Cultura a Borghetto, due volte imputato e scagionato, credo in un futuro migliore per i nostri figli, i nostri nipoti. La cura è un sindaco campione: con esperienza. Non deve essere un’aquila. Farà sorridere ! ? Malpangotto da sindaco tutti i giorni faceva due passi in paese per rendersi conto del biglietto da visita: ordine, pulizia, decoro. Non servono voli pindarici, annunci grandiosi di chi promette di tutto e di più. Ci vuole serietà, coerenza, rigore. A partire dalla piccole cose. E saper ascoltare, con umiltà”.
Le giovani generazioni non possono sapere, tanti forse non ricordano. Aldo Gianatti è stato tra i personaggi di primo piano del tessuto sociale, professionale, politico amministrativo della storia savonese. La tessera a cui più tiene è quella del Tifoso Savona 1907 FBC – Lega Pro. “Guai chi me la tocca !” La tiene nel portafogli, la mostra agli amici alla stregua di un cimelio cui andare fieri. In realtà ha giocato nella Veloce all’età di 13 anni. Supertifoso del Milan. “Un mio fratello è interista, era amico di Meazza“.
Aldo Gianatti un migrante prima di tutto, anche se è nato a Chiasso. La mamma era siracusana, anche papà era siciliano e funzionario della Dogana. All’epoca i’ sudisti’ li mandavano in servizio al Nord e viceversa. Nel 1942 per la famiglia Gianatti trasferimento a Savona: padre, madre e quattro figli: Giorgio, Aldo, Alberto e Giovanni, ultimogenito nato a Savona, classe 1944, bancario in pensione. Tutti ancora in vita. “A Savona ho iniziato la quinta elementare, poi le medie, il liceo, l’Università a Genova”. E oggi ? “Guardo le persone prima di ogni cosa come medico”..
Come osserva la sua Borghetto il dottor Gianatti ? “Preferisco pensarla quando era una cittadina viva, ricca di iniziative, con gente piena di buona volontà, attaccata al proprio paese, qui c’era il ristorante del mitico Ferrer, ma abbiamo pure tele di Giuseppe Badaracco, detto il ‘Sordo’, custodite nella chiesa di San Matteo e nell’oratorio. E il piccolo borgo con le sue quattro antiche porte. Badaracco (Genova, 1588 – Genova, 1657) è un pittore del periodo Barocco, attivo soprattutto a Genova, in Liguria ed anche in Corsica. È noto soprattutto per i suoi ritratti e i dipinti di carattere religioso. La storia per fortuna non l’hanno ancora cancellata anche se andrebbe maggiormente valorizzata e fatta conoscere. Non posso credere che Borghetto sia condannata alla deriva, all’abisso, a fanalino di coda in Riviera. Sono arrivato in Riviera nell’aprile del 1960, ho iniziato da medico dell’Elioteti, 400 piccoli ospiti. Gli anni del dottor Antonio Tagliasacchi, grande uomo e grande medico, gli anni del dr. Bartolomeo Merlo, detto Bertin. Si operava attraverso il Consorzio tra i due comuni: Ceriale e Borghetto. In origine iniziai con il dr. Ottorino Zanelli, morto a 34 anni. Ho lavorato con i pazienti fino a 70 anni. Prima dall’Inam, da ultimo l’ Asl. Mi sono laureato nel 1959 e nel 1967 ho preso la specializzazione in Igiene; nel 1973, a Torino, ha conseguito la seconda specialità, Endocrinologia“.
Sindaco a Ceriale, dopo Delfino, anni ottanta. A Borghetto era nel 1997. “Mi convinse a tornare in pista Franco Malpangotto, con lui sono stato consigliere comunale ed assessore, alla Cultura in particolare. Erano gli anni in cui la Biblioteca ha trovato la nuova e idonea sede, in consorzio con Toirano, Boissano e Balestrino.”
Borghetto che tra le tante vicissitudini annovera l’arrivo del commissario prefettizio. Gianatti: “Su questo aspetto vorrei dire due cosette. Intanto la vendita della palazzina Villa Laura poteva risparmiarcela e lasciare ogni decisione al consiglio comunale eletto dai cittadini. Vendere non è stata una scelta felice per la comunità. Inoltre non capisco perchè abbiano designato un alto funzionario statale che a quanto si è letto era già nel mirino, da un anno, di una delicata indagine sfociata in arresti. Voglio credere sia innocente, ma la tegola non ci voleva in una cittadina debilitata anche da un buco di bilancio. Dovevano mandare proprio lui ? Ho saputo inoltre che ha rilasciato permessi per la durata di 12 anni ad ambulanti autorizzati a piazzare bancarelle in Piazza Libertà. Non credo sia lo strumento migliore per far rivivere la città, a parte qualcuno che mi si dice vende pure cose taroccate”.
Ci avviciniamo alle elezioni, lei chi vedrebbe a futuro sindaco ? “Nessuna incertezza su Malpangotto, c’è bisogno di una persona della sua caratura, esperienza, tenacia, capacità. Non è solo un modo di dire, l’uomo giusto al posto giusto. Mi auguro che non si perda questa occasione. Si torni a scegliere tra il centro destra e il centro sinistra, senza l’avvento di liste civiche anche se sono diventate una moda come la pizza. Malpangotto ha governato per dieci anni, dal 1997 al 2007, col simbolo della Casa delle Libertà. E per Borghetto sono stati anni positivi”.
E’ sicuro che il centro destra, a larga coalizione sulla scia del governo in Regione , anche a Borghetto punterà proprio su Malpangotto ? “Il mio modesto suggerimento, a chi me lo ha richiesto, è stato questo. Poi non c’è da stupirsi di nulla. Non sono riusciti né gli uni, né gli altri a risolvere forse il problema numero uno della cittadina, ovvero eliminare lo scandalo dell’ex oleificio Roveraro, ubicato sulla via Aurelia, nel cuore della città, costruito all’inizio del XX secolo. Con Malpangotto sono sicuro che la soluzione sarebbe quella di realizzare una bella piazza e giardini degni di questo nome, per bambini, anziani, famiglie. Ci rendiamo conto di cosa offre Borghetto oggi in termini di verde pubblico attrezzato ? Con Malpangotto si metterebbe finalmente mano ad un’altra vergogna, ovvero l’affitto di seconde case indegne di essere sul mercato turistico. Ci sono alloggi impresentabili, a cominciare dall’arredamento. Potrebbe essere un risorsa economica, invece la prendiamo a calci nell’indifferenza, nell’insipienza di chi deve decidere, nelle chiacchiere fine a se stesse”.
Complesso edilizio Roveraro, un pugno nello stomaco da qualunque parte lo si osservi. Trucioli.it, anche con Silvestro Pampolini e Giovanni Sanna, ha scritto articoli di fuoco. Chissenefrega ! Scena muta. E’ stato sindaco dal 2007 al 2012 Santiago Vacca per Casa delle Libertà e poi Popolo della Libertà. Un conflitto di interessi alla luce del sole. Gianatti: “Lo ammetto, non frequento internet, anche se il cronista Luciano Corrado, lo ricordo bene, uno che non ha mai fatto sconti a nessuno. Santiago ? Gli voglio un gran bene, però come sindaco nel caso ex Oleificio era parte in causa per via della mamma, quindi dell’eredità sua e della sorella. Non sarà un caso se Santiago non gode molte simpatie nel suo paese. Certamente non è stato aiutato da un’altra persona che stimo, Franca Roveraro, e non possiamo dimenticare che ha un marito che il suo mestiere di costruttore lo sa fare. E’ stato lui a tirare la corda, a volere sempre di più e siamo alla paralisi, al danno che la città subisce. Un errore clamoroso non avere preso una decisione, lasciando la desolazione di un complesso edilizio abbandonato. Che tutti criticano e nessuno ci invidia. Anche se sarebbe una straordinaria risorsa in un altro contesto urbanistico”.
Quando si parla di ripresa economica è necessario trovare le persone e la materia prima, vale a dire il mercato. Da anni scriviamo che l’immagine del centro storico è paragonabile, simbolicamente, alle rovine di una guerra. E’ impensabile far finta di nulla, sorvolare. Sarà pure un problema di caro affitti, di proprietari dei muri forse poco sensibili alla crisi che attanaglia ormai da tempo Borghetto. Chi ci ha provato ed ha rischiato può testimoniare cosa significa rimetterci fiori di quattrini. Gianatti: ” E’ vero il tema degli affitti non può passare in secondo piano, è vero la desertificazione del centro storico è il secondo pugno nello stomaco. La cartina di tornasole. Di recente si è tenuta la cerimonia in onore delle aziende che hanno raggiunto il mezzo secolo di vita. Nel centro città pensiamo alla famiglia Oxilia, in attività dal 1914. C’è il ristorante pizzeria Ca’ del Manin che si fa onore nei nostri carruggi, con giudizi eccellenti dei commensali. Ci sono i locali del lungomare molto attivi nell’offerta culinaria e fanno bella figura. Per quanto mi riguarda posso dire che con mia moglie non ci siamo tirati indietro. Proprio di fronte alla nostra profumeria di via Colombo, un locale della famiglia è stato dato in affitto per una nuova apertura ad un commerciante di scarpe che ha negozi a Calizzano e Bardineto. “
Un borghettino doc tifoso di Malpangotto, ma soprattutto è fiducioso… Gianatti: “ Credo in una ripresa generale del nostro Paese, con un forte impulso nel momento in cui andremo a votare. Non dimentichiamoci che siamo gli unici in Europa ad essere reduci da quattro governi non scelti dagli elettori. E Borghetto, con ritorno alle urne, beneficerà della ripresa, non mi accontenterei della ripresina. Borghetto con i lavori in corso al Castello Borelli, con il porticciolo – approdo della famiglia Murialdo, con la pedonale mozzafiato a Capo Santo Spirito con sbocco a Ceriale, con il nuovo lungomare di ponente ha bisogno di creare le condizioni perchè chi viene a trascorrere le vacanze nella nostra cittadina non vada solo a fare shopping ad Alassio o a Loano.”.
L’abbiamo scritto, a Borghetto è attiva la Fondazione Vacca, di cui il dr. Gianatti è tesoriere, che aiuta economicamente gli studenti meritevoli e bisognosi. Un’opportunità unica nel Savonese per la valorizzazione del mondo giovanile. Quello che alla fine dei conti si ritrova più penalizzato verso il futuro. Gianatti: ” E’ sacrosanto sostenere che abbiamo toccato il fondo, che lo specchio del centro storico e edificio Roveraro dovrebbero farci arrossire. Hanno aperto attività un paio di famiglie asiatiche, persone degne, ogni tanto mi chiedono consigli…. Siamo però giunti all’ora x: Borghetto deve ripartire con una sindaco ed un’amministrazione all’altezza dell’emergenza.”
Si parla di un ruolo per Bruno Angelucci, che ne pensa ? Gianatti: “Un bravo imprenditore, è stato mio paziente, è stato vice sindaco, preferisco vederlo nei panni di costruttore”. In realtà è il segretario locale di Forza Italia. C’è chi sussurra abbia qualche problemino con la giustizia per via di storie edilizie, dunque si sia autoescluso da una candidatura. E Roberto Moreno, Pdl, FI, a sua volta reduce del parlamentino ? Gianatti : ” Credo sia persona preparata, a modo, però un po’ distaccata dalla gente…”. A quanto si ascolta Moreno si sarebbe lasciato coinvolgere nella ricostruzione di un edificio di fronte all’ex fabbrica Roveraro, a confine con la proprietà Miino, in origine c’era un meccanico. Pare che ci sia stato un valzer di immobiliaristi non al massimo della visibilità.
Che dire di una lista civica con Maria Grazia Oliva candidata sindaco ? Gianatti: “Ribadisco la mia avversione alla liste civiche. Se non sbaglio il ‘licenziato’ Gianni Gondolfo aveva vinto le elezioni nel 2012 con una lista civica di centro sinistra. Avrà avuto persone valide, penso a Parrinello, laureato a pieni voti alla prestigiosa Università di Pisa e compagno iscritto al Pd. Come sia andata a finire lo sappiamo. Io sono per lo stemma del partito nella scheda elettorale. Sono tra chi pensa che Matteo Renzi è un ex Dc, ma un comunista alla mercé di Napolitano. Sono convinto che un buon sindaco sarebbe il dr. Gianluigi Figini con lo stemma di quello che è stato il suo partito, il Psi di Craxi. Figini ha dimostrato di essere persona ricca di doti, conosce di cosa è fatta Borghetto, credo abbia raggiunto la capacità e la forza di non farsi condizionare. Ha esperienza. Peccato però non sia interessato alla difficile partita che attende Borghetto nei prossimi anni. Ci sono altre due persone che vedrei come sindaco. Maria Grazia Oliva non è soltanto una brava persona che ho apprezzato ed apprezzo, non so però se una mamma con tre figli possa dedicare tutte le sue energie per fare il sindaco a tempo pieno, come Borghetto richiede. Se accettasse io la voterei e sono convinto che non deluderebbe. C’è però un’altra candidata in rosa che vedrei sindaco: una personalità straordinaria quale è la dottoressa Marisa Pogliani, ma purtroppo abita a Savona. Non avrei remore, nonostante fosse stata chiamata a Borghetto da un sindaco di sinistra. Ha un bagaglio di capacità e competenza. Come per Malpangotto, la persona giusta al posto giusto.”
E la Lega Nord a Borghetto ? Gianatti: ”Per il momento non mi pare abbia un ruolo strategico anche a Borghetto, per il resto che cosa esattamente questo partito voglia non l’ho ancora capito, visto che sa stare al governo come in Liguria ed in altre regioni, ma con un ruolo predominante di partito di lotta e di denunce. Quanto a Grillo meglio faccia il comico, non posso pensare che di essere governato da chi cavalca dal mattino a notte fonda il ruolo di contestatore per poi leggere che dove comandano c’è un capo che decide per tutti. E’ facilissimo cavalcare il malessere sociale…”.
Il dr. Gianatti esprime il timore di apparire nell’intervista giudice o professore che da i voti. Le sue riflessioni non sono pagelle, né sentenze. Parla col cuore prima di tutto, con la saggezza di chi ha dedicato l’esistenza terrena ad una missione sociale. Testimone dei tempi. Medico a Borghetto, a Ceriale, ma lo chiamavano anche ad Alassio, ad Albenga, fino al 2003. Un camice bianco alla vecchia maniera, lo diciamo per i giovani che ignorano la storia.
” I pazienti mi chiamavano a tutte le ore. A Borghetto avevo il secondo studio. Uscivo alle 19, alle 20, spesso a mezzanotte. E non era un’eccezione essere chiamato in piena notte, vestirsi e raggiungere il malato al suo capezzale, a casa. Ho fatto parte di una generazione, con Tagliasacchi, Merlo, Mazza. La compianta moglie del collega Merlo, insegnante, era assessore della mia giunta. Sicuramente Borghetto, diciamo pure anche Ceriale, hanno necessità di sindaci che siano allergici alla scrivania, piuttosto camminino per strada, ogni giorno, si rendano conto della situazione. Sappiano garantire un paese pulito, che si presenta ordinato ai residenti e ai turisti, dove non ci siano case e immobili lasciati in abbandono, con facciate che sono un insulto al decoro urbano. Un sindaco che non deve sapere da altri in che condizioni è la sua città e cosa produce la macchina comunale. Un primo cittadino diligente e presente”.
Una battuta finale. Gianatti: ” Non direi che bisogna imitare il sindaco uscente Ennio Fazio, brava persona, uscito a testa alta dalla vicenda della T 1, ma non lascia certo un’eredità esaltante. Oggi un sindaco dovrà essere lungimirante, però guai se non sa guardare le piccole cose. Partiamo dalle cicche, a chi sputa per terra, alle bottiglie abbandonate nelle aiuole, ai fracassone, al disordine”. Gianatti legato a Ceriale anche da un’associazione meritevole di pubblici elogi: l’Avis. “Mi chiamò il presidente Bruzzone - ricorda - ed assunsi il ruolo di direttore sanitario, un’esperienza umana bellissima, con almeno 200 soci. Continuo a dare il mio piccolo contributo controllando l’esito degli esamini clinici in collaborazione con Pietra Ligure. Un paio d’ore delle mia giornata le trascorro, da volontario in supporto del laboratorio della biologa dottoressa Sara Geloso“.
Il dr. Aldo Gianatti, con la prima moglie Cesira Bussadori, pediatra, ha educato tre figli: Paolo, avvocato penalista, coniugato con Claudia Ardoino, a sua volta, con studio legale a Laigueglia; Rita medico, specialista in chirurgia generale all’ospedale di Albenga, Umberto biologo alla Casa di Cura San Michele. Paolo ha fatto un’esperienza politica quale candidato del Pli.
E come vorrebbe essere ricordato dai posteri ? “Una persona normale, un medico che vuole bene a Borghetto, a Ceriale. Un pubblico amministratore coinvolto in due inchieste giudiziarie. Una sulle invalidità facili ed avevo l’avvocato Donato Cangiano, comunista perbene, quale difensore. Ero un membro della commissione e in pratica mi si accusava di voto di scambio. Fui scagionato. Poi fui indiziato di reato per l’edificio delle scuole elementari delle Muragne di Ceriale, oggi inesorabilmente chiude. Assolto perchè il fatto non sussiste”. In realtà quella vicenda che chiamava in causa anche un borghettino, Ottavio Roveraro, si chiuse dopo anni di letargo in una bolla di sapone visto che la prescrizione ha vinto e nessuno vi ha rinunciato. Ed aveva visto incarcerati esponenti di primo piano dei camici bianchi ingauni, con almeno un paio di fratelli massoni. Gli ordini di cattura e le prime indagini partirono dall’allora procuratore della repubblica Michele Russo. L’affaire tenne banco nella cronaca regionale e provinciale per parecchi mesi. Il sipario dell’oblio ha fatto il resto. Nulla, ovviamente, rispetto alle rovine causate dalla Rapallizzazione di Borghetto con i ‘grattacieli’ a 10 piani fronte mare, sulla spiaggia: condominio al Sole, al Faro….. Nulla rispetto agli anni della tragedia e del ciclone teardiano & company.
Il commiato da Gianatti: “L’unica sventura per Borghetto sarebbe che vincessero le sinistre, verrebbero da fuori a comandare, da Savona. Come accadeva ai tempi di Teardo e del suo compagno Giovanni Nucera. Mi proposero di fare il sindaco, loro avrebbero pensato a tutto e a tutti.”
Per la storia un piccolo accenno è d’obbligo. L’inchiesta Teardo iniziò da un esposto di Renzo Bailini, giovanissimo massone pentito, all’epoca viveva con i genitori che gestivano la pensione Milano a Borghetto ed era collaboratore de Il Lavoro di Genova di cui fu direttore Sandro Pertini. La Teardo story fu portata alla ribalta, in perfetta solitudine, da chi scrive queste righe, all’epoca redattore di giudiziaria del Decimonono che con il direttore Tommaso Giglio (1981-1987) affrontò un durissimo processo per diffamazione e rivelazione di segreto istruttorio, con richiesta danni di un miliardo e mezzo.
Teardo era il politico più potente della Liguria, non solo come presidente della Regione e con tessera della P2; aveva l’appoggio degli organi di informazione, dalla Stampa di Torino – redazione di Savona, al Corriere Mercantile – Gazzetta del Lunedì, inevitabilmente della Rai Regione che riprese alcune udienze del processo per direttissima ai due giornalisti davanti al tribunale di Genova, con clamore nazionale.
Due anni dopo arrivò il terremoto, con 12 arresti anche per associazione di stampo mafioso (l’accusa non resse in assenza di una legge), associazione a delinquere, decine di reati commessi da pubblici ufficiali (fu il primo caso in Italia). Gli imputati hanno scontato gran parte della pena in carcere e alla fine ai servizi sociali. Uno dei giudici a latere del maxi processo, Caterinà Fiumano, oggi è presidente della sezione penale del tribunale e prossima alla pensione. Il giudice estensore di quella storica e dotta sentenza, Vincenzo Ferro, trascorre la pensione in gran forma, un figlio Giovan Battista è apprezzato sostituto procuratore della Repubblica a Savona.
Luciano Corrado