Non è una novità: Autostrade liguri al collasso ogni fine settimana. Nei ‘ponti’ festivi è l’inferno in autostrada e sull’Aurelia, intasata 10 mesi all’anno. Viabilità (e collegamenti) da terzo mondo. Eppure nulla si muove se non le cronache in tv e dei media. Con pesanti costi e ripercussioni sul piano sociale, turistico, economico. Qualità della vita e mancato sviluppo, un sano progresso. Se poi non si dimenticano le frane che incombono sulla vecchia statale, l’assenza di Aurelia bis in vaste e popolose zone ingolfate da ‘cemento selvaggio’, i carenti e difficoltosi collegamenti stradali e ferroviari tra Liguria e Basso Piemonte, c’è da chiedersi cosa si aspetta ad intervenire. In altri paesi (non parliamo solo di ‘grandi opere’) sono l’abc della mobilità urbana ed extraurbana. L’incontro di Garessio non è la passerella di qualcuno che vuole mettersi in mostra o che scalda i motori per una scalata elettorale. Vedremo dalla partecipazione il grado di sensibilità ed attenzione a temi di straordinaria e vitale importanza.
I primi ad accorrere dovrebbero essere i parlamentari eletti, assessori e consiglieri, i rappresentanti delle maggiori realtà economiche e sindacali. Pensiamo solo al turismo, al boom della lunga stagione 2017, di cui si fanno vanto gli uni e gli altri. Dimenticando di ricordare ai cittadini che la Liguria è stata per anni prima nelle graduatorie degli arrivi e delle presenze. Competevamo con il Lago di Garda che oggi ‘fattura’ una volta e mezza le nostre presenze annue. Con i suoi 24 milioni ed in costante crescita, anche senza i venti di terrorismo di mete ambite, come l’Egitto, il Marocco, Tunisia, Turchia. La Liguria non è più il best seller d’Italia con i nostri 1.122 alberghi, ma 800 hanno chiuso i battenti o sono stati trasformati solo negli ultimi 10 anni.
Tra i motivi della ‘costante crescita turistica sul modello spagnolo’, Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto e Confturismo Veneto indica “l’accessibilità autostradale, la vicinanza dell’aeroporto di Verona, le attrattive collaterali come Gardaland. Non solo, non è un caso se le presenze di turisti tedeschi, con la loro disponibilità di spesa, siano state già nel 2016 oltre la metà di quelle straniere totali. E al secondo posto si piazzano gli olandesi che economicamente non stanno maluccio”. C’è un altro aspetto che indica lo stato di salute di un’economia. Non solo arrivi e presenze, solo la sponda lombarda del Lago di Garda, in provincia di Brescia, annovera almeno una decina di cinque stelle, tra cui uno superior tra i migliori del Bel Paese. Una gara quanto a cinque stelle con l’Alto Adige. Non è certo il panorama ligure dove la massa deve purtroppo confrontarsi con una territorio schiacciato tra la montagna ed il mare. Con un sistema viario fortemente penalizzante del turismo di qualità e degli investimenti. Non è un caso ascoltare da un’operatrice di un glorioso ed affascinante locale – ristorante sulla prima collina del savonese, dove si gode un panorama da sogno, questo discorso: “Gente tanta, ma è mortificante assistere a clienti che seduti a tavola ordinano una portata per dividerla in due, tre. Per fortuna non sono tutti così, non è incoraggiante, né un buon segno”.
Gli organizzatori di ‘Garessio day‘ non appaiono animati da disegni fantasiosi e rivoluzionari. La loro caratura, quali studiosi, ricercatori e testimoni dei tempi, merita grande attenzione, approfondimento. Garexpo non è una provocazione che pure non guasterebbe, non è un sogno dopo tante illusioni, non è la sfida di un pool di tecnici alla classe politica e a quella amministrativa: dagli enti locali in su. Preferiamo parlare di una sveglia da parte di chi non si stanca di suonare. Non per ricordarci le occasioni mancate, le colpe, lo spopolamento e il declino. Sbagliato invocare il termine ‘crisi’, fenomeno passeggero e che poi viene riassorbito, come accadde nel ’29. Nelle nostre vallate montane siamo al declino come robusto trend storico, che è enormemente difficile invertire se non con interventi draconiani. E’ quanto occorre mettere in un’ agenda realistica del futuro. Per quel detto: fatti e non parole, fate presto ! Fate presto.
Le infrastrutture strategiche ? Garessio chiama Albenga per giocare insieme le carte vincenti che sono la Ferrovia di Valico attraverso la Val Tanaro e Val Neva, il ruolo dell’aeroporto di Villanova d’Albenga, il nuovo stabilimento Piaggio, la nuova Ortofrutticola, il nuovo ospedale affidato ai privati, il casello autostradale e perchè no il progetto di ‘filiera del legno’ capace si risollevare paesi e comunità che non possono guardare solo al ‘mercato turistico’. Che peraltro troverebbe un utile volano da trasporti ‘civili’ su gomma e su rotaia.
Il raddoppio della linea ferroviaria Andora – Finale , atteso da mezzo secolo, che va integrato con la tranvia costiera, affiancata alla pista ciclabile. Albenga con ruolo apicale e di bretella con la nuova stazione. E ancora, cosa potrebbe rappresentare un sistema di funivie nelle aree montuose che arricchiscono e caratterizzano regioni come l’Alto Adige, il Trentino. La Liguria di ponente che deve fare squadra e sistema con il Basso Piemonte e non solo.
Tra i temi affrontati in questi anni, si ricorda l’importanza del mantenimento e valorizzazione delle infrastrutture esistenti, la realizzazione della linea ferroviaria di valico tra Albenga e Garessio (con valorizzazione della Val Tanaro e Val Neva), la creazione di reti tranviarie costiere e a servizio della Piana di Albenga.
I promotori ricordano che gli eventi alluvionali dello scorso autunno a Garessio e Ormea (e non solo, vedi l’isolamento di Monesi turistica) riportano l’attenzione su come, anche in caso di emergenza, sia utile disporre di una più capillare maglia di collegamenti rispetto agli attuali, che troppo spesso nelle valli si trasformano in pericolosi “vicoli ciechi”, in zone in cui la soccorribilità è già di per sé ardua.
In questo caso si fa riferimento in particolare alle valli Tanaro e Neva; paesi come Erli, Cisano sul Neva e Zuccarello potrebbero ritrovarsi, con l’attivazione del valico ferroviario, un’offerta di trasporti collettivi decisamente migliore, sia verso il Piemonte che verso il litorale. Per chi volesse approfondire questi temi, l’appuntamento di Garessio è un’occasione aperta a tutti. (L.Cor.)