Certo che ero preparato a tutto, ma un conto è immaginare, raccontare e scrivere come mi è capitato decine di volte, dal 1967 ad oggi, ben altro è provare sulla propria pelle. Poteva andare peggio. Io con la pistola pronta, accanto al cuscino sul quale uno dovrebbe dormire ‘sogni d’oro’. Loro in attesa dell’agguato. Incuranti (o quasi) della vistosa telecamera, del vistoso impianto d’allarme. Con un primo allarme che mi ha indotto nel cuore della notte ad ispezionare ogni angolo della casa, dell’orto, uno dei rari rimasti nella Loano dello sviluppo e del benessere, purtroppo non per tutti e neanche per molti, dove l’emarginazione sociale cresce nel disinteresse dei più.
Finora più fortunato di tanti altri ‘vicini di casa’ di quella zona, alcuni presi di mira di giorno come di notte. Anche cinque volte. Più fortunato di tanti altri cittadini, commercianti, esercenti, operatori commerciali, artigiani, pensionati che hanno conosciuto molto prima di me sulla propria pelle cosa significa ritrovarsi con i ladri in casa. Il sentimento di rabbia, ma soprattutto l’impotenza. Devo ammettere che, come tante altre volte, mi sono sbagliato facendo affidamento all’insegnamento di una vita tra redazione, tribunale, carabinieri, questura, guardia di finanza, vigili del fuoco, , guardie forestali, vigili urbani. Sapevo di essere una potenziale vittima di coloro che – a volte in modo professionale, altre volte casuale – trascorrono parte dell’esistenza a far la caccia per racimolare un bottino. Soldi e preziosi soprattutto. Solo i disperati, gli ultimi della scala della microcriminalità si accontentano anche di povere cose, o di un cellulare che lascia tracce.
Del resto come altri cittadini non appartengo a famiglie facoltose, non posso sfoggiare una ricchezza che non ho. Ma ai ‘cacciatori’ delinquenti non importa molto. In quella zona di Loano ero praticamente rimasto uno dei pochi finora indenni. Eppure proprio l’esperienza sul campo di cronista mi fa testimoniare che questi non sono gli anni ‘peggiori’ dell’ordine pubblico a Loano. Certo si pagano lacune legislative (è troppo facile dire ieri l’hanno arrestato, oggi è già fuori). I giudici, più o meno in modo rigoroso, applicano leggi pensate e votate dal parlamento degli eletti dai cittadini. In quel parlamento siedono in netta maggioranza, da sempre, uomini di legge, ovvero avvocati. Gli stessi, soprattutto se penalisti, che poi sono chiamati a difendere gli imputati colpevoli o innocenti; e a fare la parcella. In Italia il numero degli avvocati supera il totale degli Stati Uniti e ci sarà una ragione. Una logica politica ed elettorale perversa.
Loano, come altre località – secondo lo sguardo dell’umile ed anziano cronista -, soffre della carenza di coordinamento nell’ambito provinciale, e non è un problema solo di questo territorio. Quante volte sarà capitato ai cittadini di percorrere qualche decina di chilometri sull’Aurelia ed imbattersi in quattro, cinque pattuglie di carabinieri, polizia stradale, vigili; un tempo era più facile trovare anche la guardia di finanza. E poi magari per settimane, sulle stesso percorso, non vedere divise. Miglioramenti, a seconda dei rispettivi comandanti, del prefetto, del questore, a volte ci sono stati, ma sono discontinui, non organici. Spesso i comandanti le stazione dei carabinieri devono solo ‘eseguire ordini che vengono dall’alto’, dai comandi che, a loro volta, non rispondono alla comunità, ma alla loro gerarchica. E nel vuoto della politica mediocre, più attenta a dire dei si che a far conoscere la verità, magari scomoda.
Ogni comandante provinciale, della compagnia, della stazione (in questo caso assai più stabili, a volte restano una vita, fino alla pensione) porta il suo rinnovamento, i suoi metodi. Ed i risultati non sempre si possono conoscere. Perché è cambiato in peggio, lo diciamo da giornalisti, il rapporto tra chi fa informazione e chi è dietro la scrivania dell’ordine pubblico, della polizia giudiziaria. Un tempo il corrispondente, il cronista di nera andava o telefonava al comando locale e provinciale con uno scambio di informazioni, non da buco della serratura. Oggi è molto difficile informare i cittadini raccontando loro storie di furti. Si tace per non creare allarmismo? O non è forse un utile campanello passaparola tra cittadini? Si tace perché ogni sindaco, ogni superiore, chi è sulla plancia di comando preferisce apparire piuttosto che essere. E così anche Loano si è abituata al cloroformio dell’informazione negata. Oppure edulcorata.
Non ho approfondito la cronaca dell’irruzione ladresca ai miei danni. Non mi ripeto quanto hanno ben descritto i colleghi nella loro cronaca e con i quali ho parlato. A dimostrazione che non è sempre giusto dare la colpa ai giornalisti quando vengono in parte travisati certi accadimenti, certe sequenze. Un corretto informatore produce solitamente una corretta e completa informazione. E’ quello che tutti a parole auspichiamo. Solo un errore di valutazione (disattivare l’allarme su richiesta di mia moglie inferma) forse ha evitato che accadesse il peggio. So che avrei affrontato i malfattori a tu per tu in casa cercando di sparare per primo. Forse per un cardiopatico sarebbe stato un colpo letale e non so neppure con quale esito avrei preso la mira. Non per difendere piccoli valori materiali, per timore di finire, con mia moglie, in loro balìa, come spesso si legge e si ascolta dai mass media. Una tragedia evitata. E tantissime manifestazioni di solidarietà.
Vogliamo ricordarne una in particolare, quella del sindaco di Borghetto S. Spirito, la cittadina che dopo Savona nella lunga missione informativa, per anni produceva più cronaca nera. E oggi non ha più quel primato di Bronx. L’ordine pubblico, la legalità, la giustizia giudiziaria, ma anche quella sociale, sono necessità e realtà ormai spalmate. La stampa non è più il quarto potere, quando tace o non può informare come dovrebbe, va a discapito della comunità, del popolo degli onesti e di chi, nel proprio ruolo, cerca di fare il suo dovere. Se si smarrisce il ‘controllo del territorio’ siano le forze dell’ordine, sia il giornalista, se vince la politica degli annunci (vedi il sistema di videosorveglianza che ci vede in ritardo di anni rispetto ad altri Paesi) ecco non lamentiamoci se prima o poi toccherà ad ognuno di noi la sgradita disavventura dei ladri in casa, il luogo più sacro di ogni famiglia.
Luciano Corrado
COMUNE DI BORGHETTO S.SPIRITO
(Provincia di Savona)
Il Sindaco
Borghetto S.Spirito. 16 Novembre 2017
Ho appreso dagli organi d’informazione che Ella è stato vittima di un furto in abitazione, fatto ancor più deprecabile per il modo in cui è stato perpetrato.
A titolo personale, dell’Amministrazione Comunale che ho l’onore di guidare, certo d’interpretare il pensiero di tutti i Borghettini ed in particolare i lettori della carta stampata prima e adesso degli “internauti” che da sempre la seguono per la sua attività giornalistica, esprimo solidarietà e vicinanza per il grave fatto subito.
Si tratta di un gesto esecrabile, per il quale vanno espresse le più ferme parole di condanna e che turba la sensibilità di tutti i cittadini.
Nonostante opinioni non sempre coincidenti, con l’intermezzo di qualche polemica e talvolta anche con la redazione di articoli che non sono sempre stati a me propriamente favorevoli, non posso esimermi dall’esprimerLe sentimenti di vicinanza e sincera solidarietà.
Non siamo più sicuri neppure nelle nostre case e purtroppo negli ultimi anni abbiamo osservato come questo fenomeno sia in costante aumento.
Occorre certezza della pena per chi commette questi reati e forse l’inasprimento della stessa pena unito all’intensificazione dei controlli può essere l’unico deterrente in grado di fermare l’aumento dei furti domestici.
Osservare inerti le statistiche, che ci confermano che anno dopo anno i furti domestici aumentano o continuare a leggere questi fatti di cronaca, significa rendere permanente il senso d’insicurezza nelle nostre comunità e quindi avere cittadini meno uniti, meno solidali, più soli.
Ognuno, istituzioni o semplici persone, è chiamato a collaborare con le Forze dell’Ordine nella prevenzione e lotta contro questo tipo di delinquenza. Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Locale ecc… da sole non possono riuscire a debellare questo problema che comunque affrontano ogni giorno con grande professionalità e senso del dovere. Contrastarlo in maniera più efficace è possibile partendo dalla collaborazione da parte di tutti, manifestando piena e assoluta cooperazione alle stesse.
La cosa più importante è far capire ai cittadini che non sono soli, che le Forze dell’Ordine ci sono vicine come penso Ella abbia avvertito in questo momento e che le istituzioni locali si stanno impegnando per tenere alta l’attenzione su reati che non possono essere considerati secondari visto che creano un grande disagio per le famiglie colpite, non solo nel patrimonio ma soprattutto per la violazione dell’intimità della loro vita privata.
Confido come Lei che gli inquirenti possano in breve tempo dare risposte concrete con l’individuazione dei responsabili, assicurando gli stessi alla giustizia.
Con l’occasione le invio altresì i più cordiali saluti.
Giancarlo Canepa