Quest’estate ha trascorso un mese all’hotel ristorante Lorenzina di Nava. Anche in vacanza Delfina Proserpio – il 26 novembre compie 98 anni – si tiene allenata a scrivere e proporre ai turisti che incontra il suo ultimo libro. Ne ha già scritti oltre una ventina, tra racconti e romanzi, in gran parte editi dal Centro Editoriale Imperiese. Il primo risale al 1989. L’ultimo, a cui tiene di più, l’ha dedicato a Mario, il fratello prediletto. Una famiglia numerosa la sua. Il papà industriale della seta a Lecco, 8 figli e solo lei, la penultima, è ancora in vita. Un’esistenza da insegnante con migliaia di alunni e una montagna di ‘ripetizioni’. Delfina è ‘allergica’ alle medicine e non va dal medico. E’ stata sposata pochi mesi. “Mi maltrattava e l’ho lasciato subito, da allora basta uomini, mi sono dedicata alla scuola, allo studio, ai libri, non ho rapporti con parenti”.
“Di anni ne ho tanti – esordiva nel suo ultimo lavoro letterario -, anche quest’anno ho trascorso un mese in montagna in Val d’Aosta dove sono nata, di salute sto bene, solo la gamba gigia stroncata dalla polio non mi regge più, faccio tanta fatica a camminare, non esco che rarissimamente, e sempre accompagnata”.
Dopo mezzo secolo è tornata a Nava. “Ho insegnato lettere al figlio della signora Pasquinelli – a sua volta ultranovantenne titolare dello storico albergo di Nava ed ora i due figli, Lorenzo e Franco, hanno acquisito la quota maggioranza, con il socio Gianfranco Valentini, per gestire pure due hotel, Il Corallo e Il Croce di Malta, oltre due spiagge, Spiaggia d’Oro e Conca d’Oro, a Porto Maurizio -; ai bei tempi venivo quassù tutti i sabato per le ripetizioni e mi sono sempre stati riconoscenti”.
Delfina Proserpio dice di non essere mai stata intervistata. “Non sono una persona importante, e poi preferisco non apparire, non mi interessa la scena, la visibilità la lascio ai politici “.
Com’era la professoressa Proserpio con gli alunni ?
“Ho sempre dominato la classe ed il preside mi assegnava le classi maschili, non ricordo di aver insegnato a ragazze. C’era una ragione, ai bulli non davo tregua, non saltavano un’interrogazione, li spostavo nei primi banchi e li tenevo d’occhio. Certo anche i genitori erano diversi rispetto ad oggi che sono dei rompiballe, non conoscono più il valore educativo della severità, del rigore.”
Non è però della scuola che Delfina parla volentieri. Vero ?
“Io sono prepotente per natura, ho un sacco di difetti, eppure devo dire che molti mi adoravano, con i monelli non alzavo neppure la voce, li guardavo negli occhi e i miei occhi fanno paura. Ero arrivata al punto che gli stessi bidelli mi tranquillizzavano: i suoi alunni sono i più bravi”.
Come è diventata insegnante, da figlia di papà ?
” Ho vinto un concorso a Roma, allora era dura… Per sette anni, prima di venire a Imperia, ho insegnato a Cavalese e qui tra gli alunni ho avuto un futuro ambasciatore d’Italia che mi ha scritto per tanto tempo”.
E alunni di Imperia diventati famosi, importanti ?
“Parliamo d’altro, preferisco. Semmai scriva che oggi i giovani vivono in modo sbagliato perchè le famiglie gli lasciano fare quello che vogliono. Hanno dimenticato il sacrificio….”.
Che pensa degli insegnanti che danno tanti compiti da fare a casa, proprio per evitare che i giovani trascorrano ore libere in strada, in balia magari dell’ozio e delle cattive amicizie ?
“Io preferivo farli studiare duramente in classe, a casa penso sia inutile perchè si fanno aiutare e non imparano, non sudano”.
Lei è credente, praticante ? “Non sono atea, ma neppure bigotta. Il paradiso lo conquisti solo sulla terra”.
Crede in Dio ?
“Penso che un’entità superiore esista, ci sia. Io sono rimasta molto turbata, affascinata quando ho approfondito la storia degli insetti…”.
Guarda la Tv, legge i giornali ?
“Poco o niente. Ho vissuto per la scuola e se dovessi mettere insieme tutte le elezioni del dopo scuola…nessuno lo immaginerebbe. Ormai non devo più temere nulla. I soldi li avevo e li guadagnavo, mi sono tolta tante soddisfazioni, non mi sono privata di nulla. Ancora oggi non mi lascio mancare nulla. Vivo soprattutto nel ricordo di mio fratello Mario, un anno più giovane di me, era pilota aviatore e mi voleva un bene dell’anima. Durante la guerra mentre era servizio il suo ‘Macchi’ era stato colpito e lui si era salvato, se l’era cavata con un intervento chirurgico alla spalla al Rizzoli”.
La sua esistenza terrena come ama ricordarla ?
” Maggiori erano le difficoltà che incontravo e con più testardaggine insistevo, nel piccolo e nel grande. Quando mi dissero ‘non camminerai più….”io invece ho camminato per mezzo mondo sia pure a fatica col bastone. Mi sconsigliavano di usare l’auto per via dei problemi alla gamba e invece ho preso la patente normale ed ho guidato per 40 anni per tutta l’Italia, in Francia, Svizzera, senza fare pasticci o combinare guai. Sono stata in aereo, in nave, in elicottero e sulla schiena di un asino che ad Olimpia mi ha alleviato il cammino in discesa per me più faticoso della salita. …Non ho mai avuto paura anche quando le acque del Po stavano travolgendomi”.
Cosa ricorda dell’infanzia ?
“Ero terrorizzata dalla mascherina con l’etere per anestetizzarmi, l’ho dovuta subire tante volte perchè la mia infanzia, la mia fanciullezza, sino a 16 anni, le ho trascorse in ospedali: Regina Margherita di Torino, Istituto Rizzoli di Bologna, Maria Vittoria di Torino, l’ultima operazione di trapianto osseo del piede ciondolino mi è ha dato la possibilità di camminare un po’ meglio, la gamba paralizzata è rimasta però inerte ed ho sempre zoppicato, pur usando il bastone. Per il resto non mi lamento, sono arrivata a 98 anni sempre sana ed in piena salute, cosa che non è da tanti. Per il resto la mia mente è in continua ebollizione, non sento né noia, né solitudine tra libri, musica, lavoro di ricamo o ai ferri e tanta enigmistica”.
E sua mamma ?
“Personaggio onnipresente ma, secondo me, ingiusta, dittatoriale e manesca, dominava su tutti, papà compreso, che la lasciava fare e non diceva mai niente”.
Nei suoi viaggi, un paese le è rimasto impresso ?
“E’ Radicofani, reso famoso dal predone Ghino di Tacco, della cui fama, ben presto svanita, rimane un unico ricordo nella rocca, ben poco cosa rispetto a quello che era in passato, ma ora restaurata ed adibita a museo. Quando anni fa vi andai con la mia Mini ebbi una triste impressione: poche case, strette stradine con canaletti di scolo lungo i margini, acciottolati; natura smorta quasi inesistente. Radicofani, paese natio di mia madre. Nella mia famiglia ci sono sempre stati prepotenza e menefreghismo”.
Le sua esperienza di scrittrice, non si è mai letto nulla nella cronaca letteraria ligure che pure è molto conosciuta ed apprezzata.
“Quando ho scritto 20 anni fa un libro sulla storia della mia famiglia avevo vinto il secondo premio ed ero andata a Viareggio per ritirarlo. Gli ideatori mi esortarono a continuare a scrivere e ogni anno mandavo un nuovo libro e sempre vincevo un premio tra i primi. Poi la casa editrice dovette chiudere. Mi affidai ad un altro editore che lessi nell’inserto di Tuttolibri de La Stampa. Fui però imbrogliata perchè alla fin fine volle ben sei milioni di lire, non mi regalò nemmeno una copia e chi voleva il libro doveva pagarlo a prezzo intero da un libraio. Non ho guadagnato un centesimo e ci sono rimasta male. E in treno ho scoperto casualmente che un’altra persona era stata raggirata, ma si era vendicata dando fuoco alla piccola azienda del truffatore. Ebbene quel mascalzone qualche anno dopo ha avuto la faccia tosta di ripresentarsi…, Nel frattempo ho trovato una persona onesta per i miei nuovi libri, belle copertine scelte da me e ben riprodotte. L’unica pecca sono gli errori di stampa che mi fanno andare in bestia”.
Come vede, a 98 anni, il suo futuro ?
“Ormai devo prepararmi al grande viaggio che può avvenire in ogni momento, anche se in buona salute e ho la testa a posto. A dire il vero non desidero proprio andarmene e malgrado gli acciacchi riesco ancora a fare tante cose, e poi quel viaggio nell’ignoto non mi attira proprio per niente, ma proprio tutti dobbiamo farlo. Mi spaventa un po’ l’ignoto e soprattutto il momento in cui avviene: come sarà ? Mi consolo pensando che il mio momento per quanto terribile possa essere non sarà mai come la morte di Mario, appena ventenne, bello, buono, affettuoso, ardito, morto da solo tra le lamiere del suo aero… ma io l’ho sentito, l’ho chiamato e sono certa che la mia voce gli sia giunta e gli abbia dato conforto”.
Grazie del tempo che mi ha dedicato ad un umile e vecchio cronista montanaro. Un incontro causale per testimoniare chi è e chi era Delfina Proserpio scrittrice di talento e di modestia. “Certo, credo sia una delle prime volte che mi capita di rispondere alla curiosità di un giornalista, io non sono solita omaggiare con un mio libro, del resto bastano dieci euro. Nel libro c’è l’albero genealogico della mia famiglia. Il grande albero fronzuto, come tutte le cose in natura, avrà la sua fine”.
Luciano Corrado