“Forse sono un ingenuo, forse un pirla, ma io non sapevo dei rapporti tra l’on. Pier Paolo Pizzimbone e Alassio Ambiente…”. Così l’ormai ex assessore dr.Rocco Invernizzi al termine del secondo interrogatorio quale indagato per concorso in abuso d’ufficio nel ‘rumentaio story 2018’. Forse non era un pirla chi il 30 aprile 2016 fece accomodare l’ignaro neo procuratore della Repubblica di Savona, Sandro Ausiello, in prima fila della platea, a fianco a Pizzimbone, già onorevole nelle liste di FI in Sicilia, lui savonese Doc, infanzia a Bergeggi, poi nell’imperiese, da ultimo ad Andora. Un passato e un presente con qualche fardello giudiziario (ora in carcere). Pizzimbone, figlio di un ingegnere del Comune di Savona, socio dell’Aimeri Srl, cofondatore con il fratello della Biancamano Spa (quotata in borsa).
In tempi non lontani ebbe il coraggio di dichiarare ‘guerra aperta’ – accolto dal megafono dei media liguri – al dr. Filippo Maffeo, magistrato di origini loanesi, da giovane studente universitario consigliere comunale del gruppo DC, che nessuno hai mai potuto accusare di disonestà. Fu denunciato dall’imprenditore dei rifiuti urbani, con tanto di conferenza stampa, per violazione del segreto istruttorio; avrebbe ‘passato’ una notizia ad un giornalista imperiese che, registrato da Pizzimbone, gli avrebbe rivelato la fonte, causando, sosteneva l’imprenditore, danni gravissimi al buon nome delle aziende di famiglia. Come abbiamo documentato la volta scorsa si trattava della ‘famigerata’ discarica di Ponticelli, sequestrata.
Pizzimbone, dopo l’arresto per le faccende alassine è tornato sotto i riflettori della cronaca con i revival: frequentazioni e prodezze, scalate e successi, salotti e amicizie, galanterie e politica, fino alla inedita soglia del Casinò di Sanremo dove avrebbe lasciato al gioco la presunta ‘mazzetta’ per l’affaire ‘Alassio Ambiente’, ovvero la società che ha vinto e gestisce l’appalto della N.U: di proprietà di quattro soci siciliani che avevano tanta fiducia nelle istituzioni locali (che magari la meritano) da aver scelto di rivolgersi all’Associazione antiracket dell’isola. Quella Sicilia dove il 30 ottobre scorso il presidente di Asia, altra associazione siciliana antiracket, con sede ad Aci Castello (Catania), è stato arrestato dalla Guardia di finanza. Si tratta di Salvatore Campo, accusato di falso ideologico e peculato, indagato anche per estorsione continuata. Secondo le indagini avrebbe taglieggiato vittime del racket che attraverso la sua associazione avevano richiesto accesso allo specifico fondo di solidarietà statale. Non è invece dello stesso stampo il presidente dell’Associazione al quale si sono rivolti i soci di Alassio Ambiente, come documenterebbe fino ad oggi l’attività investigativa coordinata dalla Procura della repubblica di Savona e affidata alla squadra mobile e Dia di Genova. Presidente che ha rivelato particolari sconcertanti sulle precauzioni messe in atto da Pizzimbone nel ‘caso Alassio’: faceva spogliare l’interlocutore (presunto) della mazzetta e il bacio dell’anello. Uno spaccato da film ben descritto in un articolo del Secolo a firma di Luca Rebagliati.
Un passo indietro di due anni. Nell’aprile 2016 trucioli.it si ritrovò, solitario, a pubblicare la foto e darne notizia nel titolo di Pizzimbone seduto gomito a gomito con il procuratore della Repubblica, Ausiello, già procuratore aggiunto di Torino, magistrato di grande equilibro, stimato fuori e dentro il palazzo, uso ‘lavorar tacendo’. Con attestazioni ed elogi che si possono ascoltare ancora oggi dai testimoni più attendibili: i penalisti del foro di Savona e non solo.
In quella circostanza nel ‘salone delle feste’ di Villanova d’Albenga, affollato per la presentazione del libro (‘Nient’altro che la verità‘) di Giancarlo Caselli, procuratore capo in pensione e col quale Ausiello aveva lavorato, accadde un episodio con alcune stranezze di troppo. Trucioli titolava il 5 maggio 2016 (5 giorni dopo l’evento): “….Villanova, in prima fila Pier Paolo Pizzimbone, tra politici, autorità civili e militari, per il libro di Caselli “. Perché nessun organo di informazione (quotidiani on line, blog, carta stampata, tanto meno l’onnipresente ed autorevole Ivg.it) fece ‘compagnia’ a trucioli ? Crediamo di non sbagliare, c’era il timore di mettere in cattiva luce il procuratore Ausiello. La nostra scelta, invece, lasciamo stare il coraggio, si basava sulla certezza che mai e poi mai una personalità della statura morale di Ausiello – procuratore capo di Savona dal novembre 2015 – se informato, avrebbe accettato passivamente di sedere a fianco, pur casualmente, del ‘personaggio’ quantomeno chiacchierato. Non eravamo in treno o su un autobus. Pier Paolo Pizzimbone ne era ben consapevole ? Non facciamo un torto alla sua intelligenza. Al suo fianco destro aveva il maresciallo in pensione Giorgio Cucca. Si trovava nell’inferno di Nassiria il giorno della strage di militari e civili italiani, lui si salvò per essere andato di scorta a interpreti. Ha lasciato l’arma a causa di un incidente stradale. In prima fila sedeva Cristiano Cocola, capitano della Finanza della compagnia di Albenga; il sindaco di Ortovero, Andrea Delfino leghista. Sulla parte opposta la moglie di Caselli ed il generale di Brigata dell’Arma Mauro Tornatore. La Repubblica scriveva nel 2000: “Favoreggiamento della prostituzione. E’ questa l’accusa con cui la procura della Repubblica di Aosta ha indagato il tenente colonnello dei carabinieri Mauro Tornatore, 47 anni, già comandante del comando provinciale del capoluogo aostano e attuale responsabile del Nucleo di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Torino (dove operava anche Ausiello). Un’accusa, quella contro il tenente colonnello Tornatore, scaturita da alcune intercettazioni telefoniche registrate nel corso di un’indagine contro la prostituzione d’alto bordo…” Purtroppo per una pessima ‘abitudine’ si danno le notizie quando ‘esplodono’ e ci si dimentica del ‘come è finita’. Tenendo conto della carriera dell’ufficiale, difficile immaginare una sentenza di condanna.
Ebbene Pier Paolo Pizzimbone, nel 2016, era già presidente dell’Associazione Politica per passione. L’attivismo era descritto in frequenti comunicati stampa che pervenivano ai cronisti locali. Costituita nel novembre 2015, il cofondatore Marco Melgrati dichiarava ad Alberto Sgarlato di SavonaNews. Alla domanda: Volendo tracciare un bilancio di questo primo anno di attività, quali sono state le battaglie più importanti?” Risposta: “Credo che un fatto importante sia stato l’acquisizione del gruppo Finale Ligure Viva, che ha lasciato il tavolo della maggioranza e si è federato con Politica per passione. Stiamo costruendo sul territorio una struttura di persone al di là e al di fuori dei partiti che vogliano essere parte attiva della politica, cosa che oggi non si riesce a fare all’interno dei partiti tradizionali, dove il peso delle persone viene meno, perché ormai si contano le persone solo quando servono, cioè subito prima delle elezioni. Non abbiamo ancora indetto il tesseramento che partirà a breve. Io credo che avremo dei numeri pesanti su tutta la provincia, da Varazze fino ad Andora, e quando presenteremo questi numeri credo che a qualcuno faremo un po’ paura. Ma noi non vogliamo fare paura a nessuno, vogliamo essere al servizio dell’area di centrodestra per gli obiettivi di governo nazionale e territoriale”.
E il 29 ottobre scorso l’ultimo comunicato stampa. Il Presidente Marco Melgrati: ” Il movimento sta crescendo in numero e qualità dei tesserati sul territorio. Dopo aver vinto le elezioni ad Alassio con il simbolo di Politica per passione, il cuore tricolore, il movimento si ritrova a Ceriale per discutere sulla campagna di tesseramento e di adesioni, che già allo stato sono significative, sia in termini numerici sia in termini di qualità degli iscritti, che comprendono molti amministratori della Provincia di Savona. Ritornare a parlare con il territorio, confrontarsi con la gente. Cosa che molti partiti del centrodestra, alla quale area il movimento appartiene, non fanno più da tempo,con i risultati negativi che si sono visti sul “campo”. Quando sul territorio si scelgono persone vicine alla gente e che hanno ben lavorato nel passato, non improvvisati o reduci da gestioni amministrative fallimentari, il risultato non può essere che positivo. Queste le linee guida del movimento che vede nel Sindaco di Alassio Marco Melgrati il Presidente e nell’On. Pierpaolo Pizzimbone il vicepresidente. A breve un altro incontro del Direttivo allargato per preparare una assemblea alla quale si chiederà a tutti gli iscritti di partecipare, in attesa di preparare le elezioni amministrative di primavera che vedranno al voto moltissimi Comuni della provincia di Savona”.
Non ripubblichiamo materiale d’archivio per insinuare che l’Associazione era un tramite di Pizzimbone vice presidente per ‘affari loschi‘. Anzi crediamo di non sbagliare ad escluderlo. Basterebbe l’elenco dei 30 procedimenti penali che hanno ‘accompagnato’ Melgrati da primo cittadino, da politico e privato cittadino’. E’ lui stesso a esibire il “mai condannato”. Pizzimbione frequentava non solo l’amico di vecchia data Melgrati; era abituale frequentatore del Palazzo Municipale. Anche altre persone, consiglieri comunali ed assessori, quote rosa, a quanto sembrerebbe, non erano imbarazzati dalla compagnia. E l’arresto, le accuse, le rivelazioni stampa devono aver lasciato increduli e sbigottiti molti.
Per un cronista non più ragazzino che ha scritto, negli anni, pure la Pizzimbone story, perplessità ed interrogativi avrebbero consigliato maggiore prudenza nelle frequentazioni quantomeno da chi riveste incarichi e cariche pubbliche. Considerazioni di opportunità ed etica politica messe in soffitta dagli smemorati ? patologia che affligge vasti settori della comunità e a ben vedere gli stessi operatori dell’informazione. Almeno a livello locale e regionale, con qualche mosca bianca. Perchè basta leggere il materiale di qualche anno a questa parte, non una sola voce si è levata per dire: ma chi è il mio compagno di viaggio.
Aver letto, nel corso degli anni, spregiudicati attacchi all’operato del giudice Maffeo (vedi la copiosa rassegna stampa, solo in parte pubblicata lo scorso numero) che si è occupato del penale e del civile, da sostituto procuratore a Savona ai tempi teardiani (anni ’80), all’esplosione e ragnatela di interessi attorno a lobby massoniche, non è rileggere Topolino. Rendersi conto, da vecchi del mestiere, che la ‘fratellanza massonica’ è più forte di allora, presente nei gangli della società civile: dalla Sanità, agli enti locali, dai partiti ad associazione elitarie, mondo delle professioni ed imprenditoriale, incluso qualche pensionato che ha raggiunto alti gradi e le stellette. Uniti dal legame della segretezza, dalla piovra (non mafiosa) dell’aiuto reciproco nella pubblica amministrazione, mondo bancario e creditizio, commissioni, arbitrati, perizie, progetti di opere pubbliche, appalti, non depone per l’Italia della Legalità e dell’uguaglianza davanti agli uomini e davanti a Dio, se credenti.
Perchè, sorge spontaneo, l’accanimento verso Maffeo che ha retto, senza macchie, pur con possibili limiti, la Pretura di Albenga, poi a seguito di un’indagine penale ed intervento del Consiglio superiore della Magistratura (per vicende emerse quando era in servizio alla procura di Imperia) fu destinato in Toscana, quindi ritorno a Savona nell’ufficio del Gip dove si ritrovò ad essere messo alla gogna per un presunto ritardato arresto (gli atti documentano che non dipendeva da lui) e non è questo il momento di attingere all’archivio stampa. Anche se non si è più dato conto delle conclusioni. Come non si è letto della sorte di una dozzina di denunce che il magistrato in pensione ha presentato nei confronti di giornalisti per diffamazione a mezzo stampa.
La militanza in ‘Politica per passione’ non pare si sia dotata di efficaci anticorpi. Non si può essere categorici, ci vogliono le sentenze per accertare la verità giudiziaria che non sempre corrisponde a quella reale. Ognuno si sceglie amici, compagni, compagne, decidere con chi sedersi a tavola, farsi fotografare, promozionare il proprio ruolo, con abbracci, mani e pacche sulle spalle. C’è chi si spinge al ‘dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’. C’è chi grida allo scandalo per una foto, anche in questo caso commettendo un madornale errore di accomunamento nel ‘tutti uguali, della stessa pasta‘. E’ opera dei forcaioli. Diverso il discorso dei garantisti. Noi da sempre sosteniamo che chi scende in politica attiva e ruoli pubblici deve essere come la moglie di Cesare. Abbiamo incontrato nel corso di 53 anni di giornalismo moltissimi sindaci, assessori, presidenti di Provincia e di Regione, parlamentari, che non hanno ricevuto neppure ‘avvisi di reato’. Altro che la cialtroneria: “oggi devi stare attento a cosa firmi, per un nonnulla finisci nel registro degli indagati” che spesso si confonde con imputati. E nel primo caso dovrebbe essere ferreo il segreto istruttorio, basta una querela, infatti, per far scattare l’iscrizione negli indagati.
La giunta comunale, con un comunicato stampa, ha paventato la possibilità, a secondo dell’esito dell’inchiesta, di costituirsi parte civile. Altri potranno sempre dire, a cominciare dal dr. Rocco Invernizzi, ma io il Pizzimbone l’ho conosciuto per il tramite del suo amico Melgrati. Invernizzi che, come ha sempre fatto Melgrati, si è affidato all’avv. Franco Vazio, deputato del Pd. E il sindaco che potrebbe sentirsi tradito dalla fiducia riposta. Anche se l’assidua frequentazione degli uffici comunali, con probabile visione di pratiche e documentazione sequestrata nella casa di Andora, dimostra già un ‘passo falso’. Come si sono giustificati, a loro volta, i funzionari del Comune competenti, il segretario comunale ? Comunque vada a finire sotto il profilo penale, va detto che non siamo in presenza del miglior biglietto da visita per chi fa politica per passione. Alassio lo meritava ? Forse si, la politica e dintorni non si è ancora rinnovata. Luciano Corrado
IL SETTIMANALE ‘PANORAMA’ GIA’ DELLA MONDATORI DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI DA ULTIMO PASSATO AL GRUPPO LA VERITA’ SRL, SOCIETA’ DELL’OMONIMO QUOTIDIANO DIRETTO DA MAURIZIO BEL PIETRO DAL 2018. IN PRECEDENZA LA DIREZIONE ERA DI GIORGIO MULE’ PARACADUTATO A IMPERIA DOVE E’ STATO ELETTO DEPUTATO CON FORZA ITALIA
TRUCIOLI AVEVA PUBBLICATO IL 14 GIUGNO 2018 (VEDI…..) UN SERVIZIO IN ESCLUSIVA: ALASSIO DA NON CREDERE, ALL’ASTA DEL TRIBUNALE TESORO IMMOBILIARE DI S. E. NUNZIO D’ANGERI. PREZZO BASE 2 MILIONI 377 MILA EURO, FRONTE MARE. (abbiamo raggiunto il record storico di 111.997 visualizzazioni, per un mini blog senza pretese, né sponsor, un piccolo risultato editoriale). E ORA L’INTERVISTA CHE IN PARTE RISCRIVE DICHIARAZIONI PER NULLA INEDITE. SEMMAI L’ANNUNCIO: D’ANGERI NON E’ TRAMONTATO, ECCOMI