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Channel: L.Corrado – Trucioli
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Loano, quel turismo in movimentoLa discesa iniziò nel 1967 e il presidente Pignocca:..massiccia pubblicità all’estero

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Il presidente della Regione Giovanni Toti (neo fondatore di ‘Cambiamo’) è fiducioso del “lavoro che stiamo facendo per promuovere la Liguria e i risultati si vedono”. L’assessore regionale al turismo Giovanni Berrino, avvocato e consigliere comunale a Sanremo, è soddisfatto: “Abbiamo tutti osservato una Liguria piena di turisti, l’estate 2019 è  senz’altro quella della rinascita per la nostra regione”. Che accadeva 50 anni fa a Loano ? Una città, scriveva Luca Berto sul Secolo XIX del 24 marzo  2015,  “grazie a Nicolò Rabaglia e Francesco Gallo (compianto), che rivive la sua storia su Facebook”.  Con quale turismo ? E il ritorno promozionale, per la città, con la pioggia -boom di manifestazioni ? E quale levatura degli spettacoli ? Basta un cantante di grido ? Una notte bianca ? Mentre l’intrattenimento, perlopiù serale, (altri tempi i concertini pomeridiani e nei dehor) è altra cosa e dovrebbe essere proposto dagli operatori turistici con un preciso obiettivo. Una città più viva, allegra, come accadeva negli anni ’60 e ’70.

Riportava ancora l’articolo del Decimonono: “Immagini e racconti che vanno dall’800 ai nostri giorni passando in rassegna le biografie  di personaggi di nascita loanese, ma che hanno avuto visibilità a livello nazionale.  ‘Cose e diti d’altri tempi’ in un progetto editoriale, una raccolta di foto e storie in un volume per far conoscere e riscoprire un pezzo di storia loanese anche a chi il cumputer non ce l’ha….raccontando la vita  di una città e delle persone che l’hanno abitata e la abitano ancora oggi… scrivere e raccontare la storia della gente di Loano….il ricavato della VENDITA DEL VOLUME andrà in beneficenza all’associazione “Dopodomani Onlus“. Da semplici e vecchi cronisti non si è più  saputo come sia finita. Il diligente Berto, redattore di IVG.it, oggi è distaccato all’Ufficio Stampa del Comune di Loano.

Trucioli può invece ricostruire il termometro, vecchio di mezzo secolo, della ‘Loano turistica‘ anni ’70. Nei giorni scorsi i media locali hanno divulgato che nei primi sei mesi dell’anno la città ha diminuito le presenze turistiche del 5,7%, in linea con la media provinciale del ‘5,5 %, Finale Ligure ha perso il 10,8%, mentre Alassio  ha segnato un + 1,5 %.  Ma a conforto le assicurazione dell’assessore Berrino (Fratelli d’Italia): la stagione estiva pare si concluda positivamente. Meglio così.

Eppure appariva più reale e veritiero il modo di descrivere e raffrontarsi con lo stato di salute del turismo, quanto si leggeva il comunicato del presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Loano. Osvaldo Pignocca, socialista senza cambi di casacca, papà del sindaco in carica Luigi, al suo secondo mandato. E con buone chance di correre per la Regione nel 2020, se il suo ‘padrino politico’, Angelo Vaccarezza, lo vorrà, nonostante alcuni osservatori mettano persino in dubbio che con la ricandidatura di Toti e lo schieramento ‘Cambiamo’ riesca a farsi eleggere, causa divisioni nel centro destra con Forza Italia fedele a Berlusconi. Probabile che la previsione non tenga conto dell’attivismo  e presenzialismo – dalla Valbormida alla Riviera, dalle processioni  religiose ai raduni degli alpini, agli eventi- dell’ex sindaco di Loano, ex presidente della Provincia, già ‘figlioccio’ savonese di Claudio Scajola quando era all’apice del potere ministeriale e del Pdl prima, FI dopo, oggi fondatore di Polis (vedi trucioli.it……) e tutt’altro che in sintonia con l’Arancione Toti e C. Lo specchio del frenetico ruolo di Vaccarezza emerge pure dalla sua pagina Facebook ed è probabile continui a raccogliere i frutti elettorali personali. Al punto che qualcuno ha ipotizzato possa seguire l’esempio di Melgrati e tornare sindaco. Nella Confraternita della Cappe Turchine c’è già da anni.

Torniamo all’epoca di Pignocca presidente. Se a ritroso, anno dopo anno, con qualche rara eccezione, si rileggono le cronache turistiche del ponente ligure, la parola ‘crisi‘ è ricorrente, ma a fronte di costanti annunci fiduciosi (“Stiamo recuperando…siamo sulla buona strada…bisogna saper fare squadra….) dei politici eletti e chiamati nelle stanze del potere. Con una costante che passa però inosservata. Chi di volta in volta si trova in sella critica sempre l’operato ed i risultati deleteri di chi l’ha preceduto.

Il presidente Pignocca che sarà tra i protagonisti della storia politico amministrativa da fine anni 60 agli anni ’80, anche da assessore  ai Lavori Pubblici e consigliere comunale perlopiù dai banchi della maggioranza, non aveva remore ad ammettere che l’industria della vacanze stava continuando a perdere colpi dopo gli anni del boom che, a Loano, significavano pure  ‘stagione turistica invernale‘. Unica nel ponente ligure con Bordighera, seguite a distanza da Sanremo, Diano Marina e Pietra Ligure.

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Custodiamo nel piccolo archivio di trucioli la lettera – comunicato (vedi a fianco) del 25 settembre 1970 in cui si dava atto “della flessione non trascurabile nel movimento turistico straniero, iniziatasi nel 1967…a nostro avviso per cause molteplici, come il lancio di nuove località – Spagna e Jugoslavia ecc – , ma anche la campagna denigratoria che la stampa estera ha avviato nei confronti dell’Italia ed alla quale, da un paio d’anni, fanno buon gioco le massicce e continue agitazioni sindacali specie nel settore dei servizi pubblici”.  Per ripristinare  il “movimento turistico straniero, l’Azienda di soggiorno ha intrapreso una massiccia  campagna pubblicitaria all’estero cui vengono affiancate iniziative  volte al miglioramento della località.  E per ottenere risultati apprezzabili sarebbe auspicabile che gli sforzi compiuti dagli Enti periferici trovassero adeguata rispondenza in campo regionale e nazionale”.

Tralasciamo cosa è successo ed è cambiato in peggio (molto)  e in meglio (poco) in tutti questi anni e quali siano le più che probabili responsabilità, peraltro pedissequamente ignorate dagli elettori. Intanto si è di fatto disintegrata la struttura portante di una sana economia turistica con la fuga massiccia degli albergatori. Non certo per capricci, semmai qualche corresponsabilità dell’associazione di categoria. Il comparto alberghiero caratterizza la qualità dell’offerta e la clientela, crea posti di lavoro utili come il pane quotidiano, possibile sbocco per centinaia di giovani della scuola alberghiera (di Finale Ligure ed Alassio), in misura minore per la scuola di ‘ragioneria’ diventata purtroppo un’altra ‘fabbrica’ di disoccupazione provinciale di cui non si parla mai.

Loano sacrificata a meno di 20 esercizi alberghieri – a fronte di una cinquantina di agenzie immobiliari –  che resistono per merito di poche famiglie che hanno investito, ma c’è  anche chi rischia grosso, con un magro tornaconto economico. Si aggiunga che la tassazione complessiva (Stato e Comuni) che grave sugli alberghi, sul costo del lavoro dipendente, non tiene conto della concorrenza di altri paesi. Un settore in costante sofferenza e che non può essere messo a confronto con le dinamiche dei costi, degli utili e dell’occupazione delle camere degli alberghi nelle città d’arte. Non a caso continuano ad attrarre investimenti  internazionali e nuove strutture.

Loano  turistica che nel terzo millennio è un proliferare di mediocri eventi musicali e manifestazioni: di tutto e di più si direbbe, non manca nulla. C’è da chiedersi quale sia il ritorno di immagine e  di promozione. E’ vero, tanto spazio sui

Il gruppo consiliare del Psi ai tempi in cui il dott Adriano Marconi era segretario della sezione: Osvaldo Pignocca, Alberto Vignola, Gavino Asole, Renzo Elice del Pri e Piero Maritano, unico in vita, del Psdi

media locali, provinciali e regionali. E fa presa. Ignoriamo se l’ufficio stampa del Comune – come accadeva negli anni dell’Azienda di Soggiorno – ha una rassegna stampa nazionale ed internazionale a proposito di ‘Loano turistica’. Ovvero quale sia la risonanza mediatica oltre i confini regionali. Un tempo si teneva molto d’occhio la stampa del centro e Nord Europa, il bacino della clientela d’oltralpe. Si aggiunga, per chi l’ha vissuto e seguito, che esisteva un fiorente mercato pubblicitario sui più diffusi quotidiani e settimanali  stranieri, letti dai potenziali turisti tedeschi, francesi, belgi, olandesi, inglesi, svizzeri, austriaci, lussemburghesi. E sui quali si riversava la pubblicità delle Aziende di Soggiorno (ognuno faceva per se) e soprattutto degli albergatori, delle maggiori agenzie di viaggi.

Non da oggi, in alternativa alla pioggia di eventi che caratterizza l’estate e gli investimenti del Comune (si aggirano sui 700 mila euro l’anno), c’è chi propone una netta distinzione tra manifestazioni ed intrattenimento, con precise finalità. Non diciamo nulla di nuovo a proposito del ‘mercato degli eventi‘ che si è venuto a creare. Basterebbe dare un’occhiata alle varie Srl che sono sorte in provincia e fuori. Ognuna alla ricerca di sponsor e forse ‘protettori’. Con bilanci fiorenti, di pari passo con alcune cooperative che operano nel settore degli spettacoli e dintorni.

A braccetto con una miscellanea del divertimentificio che va incontro al turismo popolare, alla piazza, alla massa, ai numeri piuttosto che alla qualità e alla capacità di spesa pro capite. E in termine di ritorno promozionale (e non solo) quali risultati ? Se facciamo un raffronto con la Costa Azzurra che ci ha superato da tempo quanto a strutture alberghiere ed infrastrutture stradali (non hanno neppure un’Autofiori intasata ormai ad ogni week end), non hanno un’Aurelia urbana intasata. E bisogna prendere atto del livello delle manifestazioni (non parliamo di intrattenimento, due realtà diverse, ripetiamo) che sono poche, con una risonanza capace di attrarre turisti da oltre regione, fuori dai confini nazionali, e una durata settimanale.  Si aggiunga vengono sempre organizzati al di fuori della stagione balneare. Si tratti di investimenti in manifestazioni che producono profitto ai privati operatori e ritorno economico per la comunità. Loano, tra l’altro, oltre al clima, alla ricchezza del porto turistico, all’outdoor, avrebbe ottime potenzialità nel turismo congressuale con due mega strutture, uniche in Liguria, aperte 365 giorni l’anno.

Loano turistica che ha vissuto l’estate 2019 nel peggiore decoro urbano che a nostra memoria si ricordi. Pietoso lo stato di alcune sue fontane che dovrebbero essere un ‘simbolo’ come si era proclamato con la loro ideazione. Si veda quella di corso Roma, all’uscita di via Stella, sul lungomare di fronte al Sirena, ma non è l’unica. Si veda lo stato di abbandono delle aiuole, dal centro alla periferia. All’assenza di fiori e di verde, l’accoglienza ed il biglietto da visita, restano erbacce, da ponente a levante, dal mare alla prima collina, che significa l’abitato di Verzi. Un certo sudiciume nel centro storico. Non da meno l’aspetto generale delle strutture dei bar della passeggiata a mare. Una selva surreale di arredamenti, tavoli, tavolini, ombrelloni. Dehor senza una armonica visione d’insieme, in genere scarso buon gusto. E la sera è presto coprifuoco (periodo di ferragosto escluso). Totale assenza di una politica capace di scoraggiare troppa mediocrità che si ripercuote in uno scollamento a catena.

C’è chi fa notare, ad esempio, che persino nel ‘salotto’ della città, ovvero il lungomare, sono praticamente scomparse le divise da cameriere e da barista. Sia tra il personale, sia tra i stessi titolari e rare mosche bianche. C’è  una legge: Art.42 del dpr N° 327 del 1980. La divisa è un obbligo ? La normativa igienica, in burocratese, prevede che non si possa lavorare con abiti “civili” e che durante lo svolgimento dell’attività lavorativa sia obbligatorio indossare abiti adibiti esclusivamente a tale scopo. Non è questione di lana caprina, è sostanza.

E’ verissimo, non è una ‘decadenza’, estetica, appannaggio solo di Loano, contrariamente ai ‘fasti professionali’ del passato (si pensi a ciò che rappresentava per anni la gelateria Gelmo), ma il mal comune non può essere un gaudio. Sempre che chi deve dare il buon esempio (il decoro complessivo di Loano turistica, ordinata ed ospitale) non faccia peggio dell’ultimo della classe. La decadenza ha molte facce e tante concause. (L.Cor.)

L’ultimo comunicato stampa della Regione Liguria

«Il lavoro che stiamo facendo da tempo per promuovere la Liguria porta risultati. Questa Regione continua a marcare il segno più sul turismo, anche grazie a tutte le iniziative, alle campagne internazionali che questa giunta ha promosso per far conoscere le bellezze della nostra terra in tutto il mondo. E questo nonostante il crollo del ponte Morandi, la terribile mareggiata di ottobre e il clima che fino a maggio non è stato dei migliori. La Liguria ha ancora molte potenzialità da esprimere e non ci fermeremo qui ma anche la presenza massiccia di stranieri e l’aeroporto, che pochi giorni fa ha stabilito per il mese di luglio il suo record storico, ci danno la conferma che la Liguria viaggia sempre più spedita verso un futuro migliore, allontanando ormai l’immobilismo del passato». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commenta i dati della nota di Codacons, che conferma quelli diffusi da Regione Liguria sull’andamento del turismo in Liguria.

«Si tratta di dati molto incoraggianti – aggiunge l’assessore al Turismo, Gianni Berrinoche confermano il trend molto positivo di giugno oltre che le sensazioni che avevamo già avuto parlando con gli albergatori per il mese di agosto e in particolare per i giorni di ferragosto. Anche visivamente, abbiamo tutti osservato una Liguria piena di turisti. Siamo certi che il dato complessivo di chi è stato ospite delle nostre strutture sommato a chi ha scelto di trascorrere le vacanze in Liguria affittando una casa ad uso turistico sia estremamente positivo e a breve potremo comunicare anche questo dato, per la prima volta. Certamente – conclude – l’estate 2019 è stata senz’altro quella della rinascita per la nostra regione».


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