Una salutare chiamata alle armi, alla riscossa, alla presa di coscienza. Claudio Scajola, tornato sindaco nella sua Imperia, “sprona il territorio’. “Riviera, ci svegliamo ?” Titola Il Secolo XIX Imperia Sanremo. “Il sindaco punta l’indice su Autostrada, ferrovia e statale 28. La provincia di Imperia e quella di Savona facciano fronte comune. Non esistono solo il Ponte Morandi e Gronda. Il Ponente è rimasto troppo indietro”. Serve ultimare il raddoppio della Ferrovia tra Andora e Finale (trasferimento a monte si intende, anche se il doppio binario esiste già nella sede attuale da Albenga a Loano), l’Albenga Carcare Predosa e trasporti via Mare. L’articolo ignora perfettamente la morte della risorsa Monesi che interessa sia gli imperiesi che i savonesi. Una locomotiva da anni in panne e che ‘u ministru’ conosce bene. Perchè tace ?
La rampante cronista Milena Arnaldi può esibire un lunga raccolta di articoli sull’estate boom per il turismo i Monesi, annunciando nuovi alberghi, per il gran rilancio, in forte crescita presenze ed investitori. Oppure: Monesi, la seconda vita di una stella dello scii a due passi dal mare. Il boom degli anni ’60, il declino degli ’80 ed oggi (articoli del 2013 e 2015) un fiorire di iniziative fa ben sperare nel futuro. Alluvione e frane hanno colpito duro, la devastazione dei collegamenti stradali, ma Monesi (le due Monesi) senza interventi draconiani e strategici della politica (Regione, Provincia, Comuni in sinergia) è destinata ad un’agonia senza fine. Serve con urgenza un Consorzio tra Piemonte e Liguria, acquistare la montagna dei Toscano, creare un volano con investimenti pubblici, gli unici capaci di fare da apripista all’iniziativa privata, creare premesse e condizioni perchè si torni ad investire e valorizzare le proprietà esistenti.
Nell’articolo – intervista a Scajola neppure un cenno, una domandina alla sorte di Monesi degli imperiesi e dei savonesi. Delusione e tristezza nella terra ponentina dove la rassegna stampa ha raccontato del “regno incontrastato degli Scajola” (i due fratelli Claudio ed Alessandro, da qualche anno Marco assessore regionale) allorquando Il Sole 24 Ore (quotidiano dell’amica Confindustria) riportava che la provincia di Imperia era saldamente ‘fanalino’ tra le consorelle liguri. Altri media più critici puntavano l’indice al copione politica scajolana, potere, favori. E gli ‘imperatori’ la facevano da padroni incontrastati.
Oggi non è con la demagogia o con la caccia agli incapaci che Monesi può risorgere, creare sviluppo e posti di lavoro. Imperia riconquistata da Claudio Scajola contro tutti ? come lui ha ricordato durante una conferenza stampa nel giugno scorso. “Perchè anche le lobby, i gruppi di potere, ci erano contro“. Invocava una cultura democratica, con un politica che non urla, nè le frasi da bar. “Io metto a disposizione la mia esperienza in un momento tragico per il Paese”. E ‘sciabioletta’ ha dato vita anche a Polis con l’obiettivo di traghettare il consenso.
E sferzante: “Tutti hanno gli occhi ma pochi vedono, credono di avere un cuore ma lo tengono staccato dal cervello, hanno bocche ma dicono scemenze. Mi sono trovato in uno scenario politico squallido in cui non c’erano valutazioni se non quella di dover dominare i territori. …Invece siamo già alle progettualità vincenti…opere che puntano a richiamare turisti e la fiducia degli investitori…”. Così riportava la giornalista de La Repubblica, Donatella Alfonso. Non c’era spazio per un cenno, un impegno, una prospettiva per Monesi turistica e tornare volano dell’Alta Valle Arroscia e Tanaro e dove hanno le seconde case, i terreni, il cuore, tanti imperiesi e savonesi. Con il capo redattore di Imperia Tv, Andrea Pomati che ricorda i 34 anni di impegno “per far rivivere questo bellissimo entroterra e senza di noi (televisione ndr) rischia di non avere voce”. Una ‘voce’, dicono i fatti, che ‘abbaia alla luna’ e sempre riverente verso il potere che conta e di turino. Mai una domandina scomoda ?
Claudio Scajola non sbaglia e gli va dato tutto il sostegno possibile quando invoca l’Albenga – Carcare – Predosa che proprio nel febbraio scorso, dopo 15 anni si silenzio, si leggeva sul Secolo XIX- Savona, “il Comune di Cairo Montenotte torna a puntare sull’autostrada che porterebbe le merci nel cuore industriale del nord Italia”. E il sindaco di Imperia ad incalzare: “L’Autostrada dei Fiori ormai è al limite della saturazione, siamo invasi dai Tir. Gli enti locali dovranno arrivare ad azioni forti, come sospendere il traffico pesante sull’autostrada. L’unica alternativa è l’Albenga – Predosa…”. Come dargli torto e non invocare la priorità assoluta, la sacrosanta battaglia che dovrebbero ingaggiare subito le due Regioni interessate, enti locali, forze economiche, parlamentari liguri e piemontesi. Forse Scajola converrà con Silvio Berlusconi a sostenere “in politica gente nuova”. E “il futuro non possa che essere portato avanti con successo da gente che viene dalla vita vera e non da chi fa politica per mestiere e che pensa al proprio personale interesse”.
Resta insoluta una domanda al saggio e navigato big imperiese di tante battaglie, da porre con urgenza. Cosa devono ancora fare o non hanno fatto Regione, Province, Comuni, perchè Monesi non meriti in eterno l’olio santo degli agonizzanti ? Non si legge o si ascolta una parola di autocritica. Può essere utile. Ognuno si assuma le sue responsabilità politiche e morali di fronte alla storia e alla comunità civile. (L.Cor.)