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Qui Massimino, ora è nella sua tomba l’unico sacerdote massiminese della storia. E’ stato parroco a Garessio (ha fondato la Caritas) e Mallare. I ricordi di Elide, una coetanea

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“Con don Rizzo siamo cresciuti insieme, coetanei, si giocava, si andava al pascolo, alle elementari eravamo più di una quarantina. Eravamo quasi tutti figli di contadini e pastori. Suo papà è morto presto, la mamma si era risposta per far studiare don Giuseppe in Seminario. Una sorella è morta a 14 anni. Lui era affezionato al paese e ha voluto essere sepolto nella tomba di famiglia. Qui vive ancora un nipote. Era l’unico prete che sappia io nella storia di Massimino”. Al telefono racconta, con emozione, i ricordi di una vita Elide Rizzo. ‘Siamo senza un negozio, un solo un bar. Ha chiuso anche il ristorante albergo Belvedere. Il parroco abita a Bagnasco e si divide tra Battifollo, Nuceto e Perlo”. E a Garessio primi casi di coronavirus anche nella residenza protetta degli anziani.

Don Giuseppe Rizzo in processione al Santuario di Valsorda si è spento a 88 anni, lui che aveva celebrato e accompagnato al camposanto centinaia di fedeli, per i divieti conseguenti al coronavirus nessun funerale.

“Don Giuseppe era uno di noi, quanti ricordi. Una volta ero a pascolare le mucche, ne avevo perse alcune e lui ‘non preoccuparti, ti dico una Messa e le ritrovi’. E’ andata bene. La sorella di don Rizzo è morta giovanissima di una malattia allora contagiosa, un’amica della stessa età andò a trovarla e ha subito la stessa sorte. A Massimino sia davvero in via d’estinzione, quando è venuto il vescovo l’ultima volta ci ha detto che era l’ultimo parroco che ci poteva mandare, in diocesi mancano sempre più preti”. Don Rizzo e la sua Massimino, mai dimenticata, sempre nel cuore, nei suoi pensieri che lo portavano alle origini.  Ha scritto del paese Alberto Oggerino di Bagnasco. Al 30 giugno 2019 i residenti erano 106, 130 nel 2001. L’apice nel 2011 con 455 abitanti, da allora una costante discesa. Dagli anni ’30 agli anni ’50, la media è stata di 350 anime.

Massimino che viene citato per la prima volta nel documento di Ottone 1° del 967 con le quali l’imperatore assegnava queste terre al marchese Aleramo.  Nel 1125 Bonifacio del Vasto, discendente di Aleramo, lasciò in eredità Massimino al figlio Anselmo, marchese di Ceva.  In seguito il borgo appartenne ai Del Carretto una delle più antiche famiglie  dell’Italia settentrionale. A partire dal 1598 e per  115 anni Massimino passo sotto il dominio spagnolo. Nel 1713 venne acquistato dalla Repubblica di Genova che mantenne il controllo fino al 1796, anno dell’avvento napoleonico.  Poi inserito nel Dipartimento di Montenotte – Cantone di Ceva.  Nel 1815 con la  Restaurazione,  il paese entrò a far parte del Regno di Sardegna.  Nel 1861, con l’Unità d’Italia,  inerito  nella provincia di Genova e nel 1926 nella neonata provincia di Savona, di cui è il comune più piccolo quanto ad abitanti, tra i meno estesi borghi comunali della Liguria.  Della sua storia rimane poco tranne  alcuni monumenti ed i ruderi del castello, della cinta  muraria edificata nel XII secolo. Più ricca e documentata invece  la vita religiosa del paese. La fede è sempre stata una presenza costante nella vita dei cittadini che hanno deciso di costruire  in ogni frazione (sette)  una chiesetta a testimonianza del loro credo.  Oltre alla parrocchia di San Donato. Nella frazione San Pietro, la cappella di  Sant’Antonio Abate, di origini antichissime, restaurata l’ultima volta  nel 1773.  Nell’Enciclopedia della Liguria, edito dal Secolo XIX nel 2000, è citata la “signora Paola dell’albergo Belvedere, vera luminare  dell’arte culinaria, consiglia di gustare  un piatto di ravioli molto gustoso e saporito”. Segue la ricetta completa. A metà agosto si svolge l’ormai storia Sagra dei Ravioli, l’unica località ligure dove le donne del paese per una settimana preparano a mano, uno a uno, almeno cinque quintali di ravioli secondo la ricetta tramandata da generazioni. Sono migliaia i visitatori   degustatori, al punto che l’acceso è consentito solo con automezzi navetta che fanno la spola da Bagnasco e Calizzano.

Don  Giuseppe Rizzo nato a Massimino e sepolto nel camposanto dei più piccolo comune della Provincia di Savona. Era rettore al Santuario di Valsorda a Garessio

LA STAMPA – di Murial Bria – È morto questa notte (giovedì 12 marzo) nell’ospedale di Ceva, dove era ricoverato, don Giuseppe Rizzo, rettore del Santuario di Valsorda, a Garessio. Aveva 88 anni ed era originario di Massimino (Savona). Ordinato sacerdote nel 1955, era stato a lungo parroco a Mallare e a Garessio, borgo Ponte. “Don Rizzo, che era anche vicario zonale della valle Tanaro, è sempre stato molto attivo nella nostra comunità”, ricorda Luigi Sappa, per anni sindaco di Garessio. “Qui – dice ancora Sappa – è stato uno dei primi fautori della Caritas. Fece molto per l’asilo di Garessio Ponte, incluse varie opere di ristrutturazione. Con lui e con l’ufficio tecnico comunale e l’allora responsabile, geometra Roberto Meriggio, collaborammo bene anche nel post alluvione, quando si intervenì sulle strutture ecclesiastiche. Sempre molto disponibile per le attività sociali del paese, come l’Università della Terza Età, quando si ritirò a Valsorda, si impegnò profondamente per il nostro Santuario, anche per rilanciarlo attraverso il cosiddetto “turismo religioso”. Organizzava gite e momenti di incontro e fino all’ultimo ha curato il bollettino parrocchiale. Per la nostra comunità è una grave perdita”.

L’UNIONE MONREGALESE- E’ mancato nella notte tra mercoledì 11 e giovedì 12 marzo, all’Ospedale di Ceva, ove era ricoverato, don Giuseppe Rizzo, ormai prossimo agli 89 anni. Era nativo di Massimino, borgo cui era molto affezionato. Venne ordinato sacerdote nel 1955. E tuttora era impegnato come rettore al Santuario di Valsorda a Garessio. In passato era stato anche viceparroco e poi parroco a Murialdo Valle e quindi a lungo alla guida della parrocchia di Mallare, poi fu parroco a Garessio Ponte. Figura di sacerdote aperto, dialogante, attento alle persone ed alle situazioni, in grado di farsi carico di tante urgenze umane e pastorali, sempre sulla breccia di un lavoro assiduo ed intelligente nella “vigna del Signore”, fino all’ultimo. Infatti, pur condizionato dalla salute malferma, si è dedicato instancabilmente alla cura delle comunità ed alla non facile gestione delle strutture del Santuario e delle opere collegate, sostenuto dalla devozione figliale alla Madonna delle Grazie. Il vescovo mons. Egidio Miragoli, i sacerdoti e diaconi della diocesi di Mondovì, unitamente ai parenti, ai fedeli delle comunità che ha servito da pastore dedito ed apprezzato, alla signora Violetta che l’ha assistito, annunciano la morte del sacerdote.

PROVINCIA GRANDA – Don Giuseppe Rizzo, rettore del Santuario di Valsorda. Originario di Massimino, dov’era nato, aveva 88 anni ed era un uomo di grande cultura. Ordinato sacerdote nel 1955, era stato a lungo parroco a Garessio Ponte. “Don Rizzo, che era anche vicario zonale della valle Tanaro, è sempre stato molto attivo nella nostra comunità”, ricorda Luigi Sappa, per anni sindaco di Garessio.

“É stato uno dei primi fautori della Caritas – dice ancora Sappa -. Fece molto per l’asilo di Garessio Ponte. Con lui e con l’ufficio tecnico comunale e l’allora responsabile, geometra Roberto Meriggio, collaborammo bene anche nel post alluvione, quando dovemmo intervenire sulle strutture ecclesiastiche. Don Rizzo è sempre stato molto disponibile per le attività sociali del paese, come l’Università della Terza Età. Quando si ritirò a Valsorda, si impegnò per il nostro Santuario, anche per rilanciarlo attraverso il “turismo religioso” e la casa del pellegrino. Organizzava gite e momenti di incontro e fino all’ultimo ha curato il bollettino parrocchiale. Per la nostra comunità è una grave perdita”. La salma del sacerdote sarà tumulata sabato nel cimitero di Massimino con rito funebre strettamente privato, come previsto dalle direttive del Governo.

DA SAVONA NEWS L’AMMINISTTRAZIONE COMUNALE DI MALLARE – Questa la nota pubblicata su Facebook dal comune di Mallare: “Il sindaco Flavio Astiggiano e l’amministrazione comunale, ricordano con affetto don Giuseppe Rizzo, parroco per tanti anni della parrocchia S. Nicola di Mallare, purtroppo scomparso, e fanno le più sentite condoglianze ai famigliari”. 

 

 


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