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Upega saluta i ‘suoi pastori’. Da 25 anni ospitano i Benedetti (terza generazione) di Leca d’Albenga. La vita da malgari

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Formano il Comune di Briga Alta. A Upega vivono tutto l’anno 9 abitanti, 2 a Piaggia, nessuno a Carnino. Mario Lanteri upeghese d’estate nella terra natale, imperiese d’inverno, scrive su Facebook postando la foto: “Vi saluto cari pastori, ci rivediamo il prossimo anno, grazie….”. L’azienda agricola della famiglia  Benedetti è giunta alla terza generazione. (Era giugno 2017  quando trucioli.it pubblicava il servizio di un convegno e’ Mangiaa Brigasc……)

I pastori di Upega dove ogni anno con la transumanza raggiungono i monti della frazione di Briga Alta, i fratelli  Benedetti con famiglia ed amici

Il figlio Davide Benedetti jr, dopo il diploma da perito meccanico, ho iniziato seriamente a portare avanti l’azienda che porta il suo nome, insieme ai genitori e allo zio. “Il latte che mungiamo, lo trasformiamo noi avendo il caseificio. Produciamo formaggio, ricotta, burro, brusso. Per questo ci definiscono “margaro”, (perché hanno le mucche) e “casaro” (perché lavorano il formaggio)“. Ricorda e commenta Davide: “Sicuramente è un mestiere che comporta molte responsabilità e dedizione. Le mucche sono un impegno giornaliero, non esiste Natale, Pasqua o Ferragosto. Ogni  sveglia alle 6, quindi non c’è spazio per le uscite fino a notte fonda. Mi piace molto stare all’aria aperta, lontano dalla confusione ed è una vera soddisfazione vedere i frutti concreti del proprio lavoro”.

“Il percorso della transumanza è da Leca d’Albenga al colle Scravaion nelle zona di Bardineto e poi a Upega,  le mucche procedono al loro passo, senza utilizzare camion; sia per un fattore economico di costi, sia tempistico. Tutto sommato un percorso che non richiede molto tempo, 48 ore. Quando saliamo in primavera, la mandria sosta in un recinto, con il pastore elettrico e i cani, mentre noi torniamo a dormire ad Albenga o a Upega. Voglio portare avanti questa azienda e modernizzarla, conservando però le tradizioni. Infatti facciamo ancora la mungitura a mano e non pratichiamo allevamento intensivo. I nostri prodotti sono di nicchia, naturali e questo è il nostro orgoglio. Purtroppo viviamo in un mondo in cui allevamento e agricoltura non sono affatto aiutati dallo Stato e dalle Regioni, mentre sono privilegiate le grandi industrie, ma io credo in quello che faccio e voglio portare avanti l’azienda all’ insegna della qualità totale, senza trucchi“.

I capolavori di Mario Lanteri che è anche uno stacanovista facebook della cronaca e foto da Upega e dintorni

I Benedetti (nella foto prima di ripartire da Upega) posano per la foto ricordo con cari amici. Allevano un’ottantina di mucche e un centinaio di pecore. “Sono circa 25 anni che alpeggiano a Upega dai primi di luglio per tornare ad Albenga alla fine di settembre- dice Mario (Calee)Lanteri . La famiglia Benedetti è molto ben vista dalla comunità UPEGHESE e dai villeggianti delle seconde case. L’estate è per loro l’occasione di vendere direttamente gli ottimi formaggi, burro e  un favoloso brus”. Ancora Lanteri: Mario Zintilini era cantoniere adesso in pensione. Fa il sacrestano, Presidente della Pro Loco e per due legislature Sindaco di Briga Alta. Possiamo ringraziare la famiglia Zintilini che fanno i guardiani del’amato paesello”

A proposito di pastori liguri, mercoledì a Rai 3 Liguria, un servizio dalle montagne del levante ligure, con la notizia e l’intervista ad un pastore, con un gregge di 200 capre; denunciava e lamentava che i lupi avevano ucciso almeno otto capi in tempi diversi. Ed has aggiunto: “Per ricevere il risarcimento dalla Regione Liguria occorrono diversi passaggi burocratici e la denuncia presentata non oltre 24 ore dal fatto. Ma con un pascolo di 200 ettari come si fa a scoprire subito il danno ?” Ed ha aggiunto: “Purtroppo di aiuti e finanziamenti ai pastori ho sentito spesso promesse ed annunci, io non ho mai ricevuto nulla se non qualche briciola”. E’ quanto da anni stiamo scrivendo, ascoltando pastori savonesi (Aldo Lo Manto con 1200-1300 capi di bestiamo) ed imperiesi. Smentendo di fatto quanto invece sosteneva l’ex assessore Stefano Mai leghista e prima di lui i predecessori. La pastorizia tanto decantata e moltissimo ignorata nei fatti (finanziamenti e meno burocrazia, anche a livello comunale). I Comuni montani, con bilanci all’osso, incassano per affittare gli alpeggi, lo scorso anno per la prima volta qualche lotto di pascoli è persino andato deserto (vedi Triora). Ora perchè la Regione per nulla avara con certi finanziamenti lungo la Riviera (voci varie) non considera una priorità totale e costante sostenere cio’ che resta di pastorizia ? Perchè i comuni costieri possono spendere fino a 50 mila euro per luminarie natalizie, 15-20 mila euro per fuochi artificiali in ogni singola manifestazione, distribuire a pioggia migliaia di euro ad enti ed associazioni varie (confraternite, società sportive, concorsi canori e musicali), impegnare fino ad un milione di euro in manifestazione e promozione turistica (?), in fior di consulenze, praticare tariffe dell’acquedotto una diversa dall’altra, mentre ai pastori nessuno provvede concretamente. E il loro costante grido d’allarme (i media se ne occupano solo quando capita la sciagura) resta inascoltato. E senza un costante riflesso mediatico, per non dimenticare.

Ignoriamo se la Regione Piemonte riserva altro trattamento verso i suoi pastori. Va molto meglio, è certo, oltre il confini con i cugini pastori delle Alpi Marittime e dei Pirenei francesi. Non parliamo della situazione ottimale per chi pratica la pastorizia e cura i prati montani in Alto Adige, con l’eccellenza del Tirolo italiano. Ecco la Tv, i giornali, dovrebbero fare dei raffronti, far conoscere ed approfondire. Invece… in Liguria di male in peggio. Qui sopravvive la ‘sagra’ degli annunci. E la colpa è anche degli elettori, In maggioranza senza memoria. (L.C.)

E IL 12 AGOSTO 2015

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