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Loano 40 anni fa moriva Antonio Rodano, gentiluomo, politico modello. L’ing. Pino Josi ricorda Caviglia insieme nel ginnasio: lui suonava il violino

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Sono trascorsi 40 anni e per non dimenticare. Il 22 novembre 1980 scrivevo sul Secolo XIX la notizia e l’addio ad Antonio Rodano: 67 anni, da tre vice sindaco, decano dei consiglieri comunali. Per quattro lustri a palazzo Doria, quasi sempre in minoranza e inossidabile coerenza, sensibile e rispettoso, tenace e come ripeteva ‘testardo’ quando invocava la buona amministrazione del padre di famiglia. Avversari politici, mai nemici. Un rapporto di fiducia che si protraeva nel tempo da quando iniziai a scrivere per La Settimana Ligure dei loanesi Gilberto Costanza, Aldo Dompè (figlio di un gran signore macellaio di via Stella) e Romano Strizioli, albenganese.

Nella foto di una seduta del consiglio comunale di loanop: da sn Maurizio Strada, Antonio Rodano e l’on. Giulio Cesco Baghino della minoranza; in maggioranza Nicola Vaccarezza, Pasquale Ebe e Vincenzo Arena. In alto a ds Rodano durante un appassionato intervento in consiglio comunale, tra il pubblico si scorge Pippo Manfredi sorridente e l’impiegato comunale Gennaro Mazzitelli (foto archivio Trucioli.it)

Antonio Rodano che mi telefonò una prima volta per complimentarsi con i servizi ‘goliardici’ di ‘Loano di notte‘ con i suoi vizietti.  La campagna elettorale con il galantuomo comm. Felice (Felisin) Elice che vinse le elezioni con una lista indipendente per il secondo mandato.

Il lutto con l’addio a Rodano mi aveva particolarmente colpito; al di là delle idee politiche (non sono mai stato iscritto, né militato in partiti e schieramenti e l’unica associazione era stata l’Azione Cattolica) perdevo un sincero punto di riferimento. Un vice sindaco che voleva amministrare nella trasparenza e nella ‘casa di vetro’. Se da qualche anno il regolamento comunale di Loano vieta tassativamente a funzionari, impiegati, dipendenti di ‘parlare’ con i giornalisti per motivi d’ufficio, con Rodano tutti gli uffici era ‘spalancati’ al giovane cronista: “Chieda pure, non c’è bisogno di ricordare che devono dare notizie precise e quando è previsto non violare il segreto d’ufficio”.  Rodano che non temeva di parlare con il giornalista sentendosi additato, come accade purtroppo nella nuova lunga stagione loanese. Dove c’è una sorte di gara tra i lacchè per chi detiene il potere e quasi regna indisturbato da chi fa informazione e da chi dovrebbe svolgere, non a tempi alterni, il ruolo di ‘controllore’ istituzionale. O si scoraggia facilmente.

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Antonio Rodano –piccolo imprenditore dell’export-import che con la stagione della frutta e verdura dava anche lavoro ad una quindicina di donne – era un ‘guardiano’ rigoroso del Palazzo, non importa chi era al comando, peraltro a parte una brevissima parentesi (poco più di due anni), la città non ha finora ‘voltato pagina’. Centro destra e centro sinistra dalla Dc al Psi e Psdi, dal Pdl a Forza Italia e ora non resta che attendere i piazzamenti, i prescelti, i favoriti, i premiati, i bocciati, gli illusi, della prossima tornata delle amministrative comunali di primavera. Non siamo mai stati oracoli, ma se il ‘generalissimo’ Angelo Vaccarezza, come si legge, ha benedetto a candidato sindaco il suo ex assessore in Provincia, il super democristiano già devoto scajolano, Piero Santi, assessore nella giunta semi fallimentare di Ilaria Capriglio, pare scontato che Loano sarebbe stato ‘venduto’ alla Lega Salvini premier.

E speriamo di raccontare un curioso siparietto, fuori onda, che si è consumato in Piazza Rocca, tempo di elezioni regionali, con il comizio di Salvini.  Un giornalista d’inchiesta, inviato speciale, ha fatto domande piuttosto scomode a Salvini per personaggi arrestati vicini al partito e ai suoi flussi finanziari. Nessuna clamorosa rivelazione, ma il contenuto di quelle domande e risposte a microfoni aperti lascia molti interrogativi anche se ignorati dai media presenti con i loro microfoni.

Rodano era un liberale  tutto tondo e si batteva per i suoi ideali. Era rigoroso, galantuomo con se stesso e con gli altri. Come dimenticare quando faceva le pulci ai bilanci, al bilancio. E quando capitava che si discutesse di poche migliaia di lire, soldi pubblici e c’è chi rideva per tanta ostinazione per una ‘somma da ridere‘, lui a ribattere: “Il papà, in casa vostra, vi insegna a non badare alle piccole cifre…Questi soldi di cui chiedo conto (accadeva soprattutto nei bilanci preventivi e consuntivi ndr) è denaro dei loanesi, di chi paga le tasse; io ho la testa dura…”.

Ma c’è un altro aspetto del personaggio e della sua statura, della sua concezione di vita. Quante volte si è assistito alla corsa ad un titolo onorifico (cavaliere, commendatore), ebbene Rodano ammetteva di aver sempre rifiutato onorificenze. “Non ne ho bisogno, chi mi saluta e mi stima, può giudicare senza essere influenzato”. Come aveva rifiutato, ci confidava, l’adesione a logge massoniche che via via a Loano e comprensorio (UN TEMPIO SORSE PURE NELL’EX NIGHT CLUB L’OSBRUMA DI BOISSANO) presero piede anche se non abbiamo mai avuto, in passato, un sindaco ‘fratello muratore’.  Che avrebbe giurato da sindaco e  solennemente giurato nel tempio massonico di non tradire mai la segretezza e i confratelli. E molto altro ancora.  Rodano che non simpatizzava per i ‘centri di potere’, “preferisco tenermi in allenamento a fare il controllore, mi trovo più a mio agio anche se è dura e ti ritrovi spesso solo. Tutti mi dicono bravo ma alle elezioni non va così. Poco importa se molto del mio tempo lo trascorro a spulciare e studiare gli atti a Palazzo Doria”

Antonio Rodano lo ricordiamo con alcune righe scritte sull’edizione del primo maggio 1980 del Secolo XIX a proposito di una lottizzazione sull’area degli ex cantieri navali tra Loano e Pietra Ligure e che riguardava un simpatizzante, Germano Caviglia, di cui ricordiamo più avanti. Una lottizzazione che definiva “altamente speculativa anche se riguarda un amico e simpatizzante”.  Ebbene ricordavamo perchè: “La giunta comunale di Loano, in stragrande maggioranza formata da esponenti non compromessi col tempestoso e deleterio scempio edilizio, ha avuto chi, come Antonio Rodano, combatteva  già dai banchi della minoranza, denunciando “abusi edilizi, connivenze, intrallazzi e metodi corruttivi”. Certo non era solo, poi troverà il dr. Maurizio Strada, l’avv. Stefano Carrara Sutour, anche se la sinistra ripeteva che le battaglie non si fanno con le vie giudiziarie, ma con la lotta politica che a Loano non ha mai premiato. Ne sapeva qualcosa un predecessore (una legislatura con Rodano) Giacomo Patrone, consigliere del Psi, agricoltore e anche presidente della locale Coldiretti, prima del compianto Nando Richero, un buono.  Patrone un osso duro, durissimo nelle riunioni del consiglio comunale quando i regolamenti non imponevano dei tempi. E fu tra i più tenaci avversari, alleato con la categoria allora molto forte degli imprenditori edili, contrari a Piano regolatore Renacco. Non gradivano, gli uni  (agricoltori) e gli  altri (impresari) che le aree agricole fossero vincolate. Poi finite in buona parte in mano alla bieca speculazione – alveare. E per Loano è stata una sciagura.

Rodano che non esitava a rivolgersi anche al ministero per un licenza rilasciata  alla Soc. Immobiliare Miramare a fronte della quale erano stati concessi permessi per costruire alcuni condomini in via Piave.

L.Cor.

IN RICORDO DI GERMANO CAVIGLIA

AL QUALE TRUCIOLI.IT HA GIA’ DEDICATO UN ARTICOLO

Germano Caviglia

La testimonianza arriva dall’ing. Pino Josi di Pietra Ligure, con domicilio a Genova dove è stato docente universitario, assessore comunale e poi regionale (alla Sanità), ma anche esordio da consigliere di minoranza del Psi nella città natale e apparteneva alla corrente della sinistra più radicale.  “Ho un bellissimo ricordo di Germano, una gran brava persona. Abbiamo frequentato insieme il ginnasio, allora nei locali del convento Sant’Agostino di Loano. Lo ricordo quando veniva in casa mia e con mia mamma si dilettavano, lei al pianoforte e lui al violino. Ricordo un curioso scherzo in classe, io gli appiccicai alla schiena due freccine di carta. Quando si alzò e tutti risero, l’insegnante volle sapere chi era il responsabile. Non ebbi timori, professore sono stato io ! E mi diede come ‘penso’, punizione,  di imparare l’Ave Maria in greco antico che del resto si studiava. Lo ricordo ancora, come il Credo, il Padre nostro. Dove ha realizzato il cantiere navale, credo con papà ancora vivente, erano terreni agricoli e coltivati. Germano iniziò a costruire barche a vela ed ebbe un buon successo, al punto che si trasferì a Lusignano costruendo un nuovo cantiere anche con i contributi statali. ”

Un loanese memoria storica ricorda, a sua volta, che Germano Caviglia, persona splendida e di compagnia, aveva partecipato alla realizzazione della Madonna degli Abissi, in collaborazione con il cantiere che era a lato levante del vecchio porto. Le sue barche più riuscite sono state l’Artiglio ed il Mirach; aveva realizzato dei gozzi per il progetto Algeria(aiuti comunitari) ed era diventato costruttore-fornitore di attrezzature da pesca professionale. In seguito era passato alla realizzazione di imbarcazioni per allevamenti per itticoltura (branzino, orate etc..). Germano che lo ritraggono in processione portatore di ‘casse’ e da giovane partecipava con la banda alla processione della festa patronale di San Nicolò a Pietra Ligure.

 

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