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Pietra Ligure, colpo di scena: via Privata Grotta story. Condannato 87 enne. Ha comprato all’asta un terreno irriguo, in realtà suolo privato a uso pubblico. Ora deve risarcire Comune e 15 privati

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Un epilogo clamoroso e dimenticato nonostante la vicenda, da presunto scandalo, aveva suscitato grande interesse con titoloni e locandine, tenuto banco per mesi. Con interrogativo: cosa  sarebbe accaduto ? Parte in causa un ‘combattente’ di 87 anni, Francesco Galinetto, di Voghera, diventato popolare nel savonese: aveva acquisto, all’asta del tribunale di Savona ( fallimento di una delle società del costruttore  arch. Andrea Nucera di Ceriale), un terreno che, da perizia tecnica e catasto, figurava ‘frutteto irriguo’. Per scoprire, qualche tempo dopo, che in realtà era occupato da strada privata a uso pubblico, con parcheggi, marciapiedi,  sottoservizi ed illuminazione. Il tutto accadeva in via Privata Grotta, appena a ridosso del centro storico e di fronte all’ex cantiere navale.

di Luciano Corrado

Francesco Galinetto, agricoltore e pensionato di Voghera, in via Privata Grotta, a Pietra, agli esordi della contesa che suscitò scalpore e interrogativi raccolti dai giornali on line (IVG.it in particolare) e cartacei;seguita anche da trucioli.it a cui si era rivolto il cittadino, arrabbiato, scandalizzato incappato in un tormentone davvero insolito e che alla fine gli è costato una delusione cocente e tante spese legali da pagare per sentenze immediatamente esecutive anche se è possibile l’appello entro un anno.

Sulla base del perizia e visura catastale, l’acquirente sosteneva che persino un palazzo non aveva rispettato le distanze dalla sua nuova proprietà. Ne erano scaturite una serie di citazioni al tribunale civile contro i proprietari (15) di immobili e garage – box dell’edificio. Citato in causa anche il Comune di Pietra Ligure. Ebbene con due diverse sentenze dei giudici Laura Serra e Stefano Poggio  sono state rigettate tutte le istanze di Galinetto. Non solo, condannato a pagare le varie spese legali, giudiziarie e  CTU. Complessivamente una batosta di quasi 100 mila euro.

Prima di approdare ai giudici del tribunale civile (non sono mancate denunce all’autorità giudiziaria e delle quali ignoriamo l’esito, ma si presume sia state archiviate), Galinetto aveva esordito davanti al Tar che il 24 febbraio 2017 ha dichiarato in parte irricevibile il ricorso  ed in parte respinto. E che riguardava l’ordinanza del 2016 del Comune che ingiungeva al ricorrente il ‘ripristino totale dello stato dei luoghi rimuovendo la segnaletica  abusivamente apposta e motificata senza autorizzazione  e riportando quindi via Privata  Grotta all’originario stato’.

Allora ci si chiedeva come è possibile che il tribunale, con perizia, avesse posto in vendita un terreno che in realtà era occupato da anni da pubblica servitù e non ne veniva dato atto nella perizia giudiziale a firma del consulente tecnico del tribunale stesso, arch. Tullio Ghiglione di Albenga, ex  Assessore Lavori Pubblici, Demanio e Patrimonio.  Un lavoro peritale che impone, manco a dirlo, un’ispezione ed accertamenti in loco. E trucioli.it aveva sollevato qualche interrogativo. L’avvenuta ispezione risultava per tabula ed era stata inserita nella voce spese ? Nessuno ha risposto. C’erano responsabilità o solo superficialità ?

Il giudice Stefano Poggio scrive tra l’altro: “...I rapporti  tra i diritti acquisiti dal Galinetto in virtù del decreto di trasferimento del 2014 e la Convenzione urbanistica del 2006 intercorsa tra il Comune di Pietra ed il signor Andrea Aicardi non sono regolati dal principio della priorità delle trascrizioni….”. Utile comunque leggere a fondo pagina la motivazione  giuridica integrale.

LA CAUSA CONTRO IL COMUNE DIFESO DALL’AVV. PAOLA DE VINCENZI (il cugino non era ancora sindaco) –

In sentenza (9 pagine)  il giudice ha respinto tutte le domande di Galinetto ed in accoglimento della domanda  ricovenzionale “ dichiara che sull’area e sul mappale censito a catasto dei terreni di Pietra Ligure  quale frutteto irriguo, di proprietà Galinetto, esiste, ‘per acquisto fatto per usucapione una servitù di uso pubblico di passaggio pedonale, carraio, parcheggio e dei sottoservizi di acquedotto, illuminazione, gas, fognatura, segnaletica, telefonia, raccolta rifiuti ecc. a favore della collettività del Comune di Pietra Ligure. Condanna Gallinetto alla rifusione  delle spese di lite in favore del Comune  che liquida in 14.241,00, oltre rimborso forfettario del 15%, più Iva, Cpa e 443 euro per esborsi, oltre alle spese di CTU e CTP”.

LA CAUSA CONTRO I PRIVATI PROPRIETARI DI IMMOBILI DEL ‘CONDOMIO ANDREA’ E RELATIVI ACCESSORI –

L’edificio (condominio Andrea) costruito in via Privata Grotta che secondo quanto sostiene Francesco Galinetto sconfina per 1m.28 sulla strada privata che il tribunale di Savona ha venduto all’asta a Galinetto stesso. Tesi che non ha retto nella sentenza di primo grado. Possibile ora appellarsi, con nuove spese legali, in Corte d’Appello e poi ancora in Cassazione

Il tribunale  rigetta le domande  proposto da Francesco Galinetto e “lo condanna al pagamento  delle spese processuali in favore di Cavallaro, Raimondo, Carnelli, Malagutti, Richini, Civardi, Distefano, Chiatante, Cristina Aicardi, Archetti che liquida in  634 €  per se, 5.135,00 per compensi, oltre il 15% per rimborso forfettario spese generali, oltre a Iva e Cpa…., per Luigi Aicardi  che liquida in 680 euro,, oltre 5.35,00, oltre al 15% del compenso per rimborso forfettario; per Andrea Aicardi 5.135 per compensi , oltre il 15%, più Iva e CPA; per Pietro Accame, Giuseppena Bertonasco, Giorgio Rubatti 4.835,00,” oltre le spese analoghe sopra citate. “Per Anna Bertonasco, Andrea Bertonasco, Adriana Bagnus, Patrizia Montorio 1.656,49″, oltre tutte le spese analoghe descritte.

Una sentenza che si articola in ben 32 pagine e che al suo apice spiega: “Nel caso di specie (i privati citati a giudizio) hanno dimostrato che il mappale acquistato da Galinetto, ex 653, sul quale insiste la strada, sia asservito ad uso pubblico….come confermato peraltro dai testimoni escussi: Burastero, Accame, Minuto, Almarini, Zerbi, Grossi che hanno dichiarato che fino dagli anni ’70 la via Privata Grotta era utilizzata come via pubblica…..che vi si transitava liberamente e si poteva parcheggiare e solo il teste Iannuzzi ha dichiarato in senso, ritenendo che tale testimonianza  non possa smentire le dichiarazioni del tutto concordi e circostanziate degli altri testimoni….Emerge dunque chiaramente l’asservimento pubblico dell via….”

LE CONCLUSIONE DELLA DIFESA DI GALINETTO –

“….l’eliminazione della segnaletica verticale ed orizzontale, la rimozione di 15 parcheggi posti dal Comune, in quanto lo stesso  non ha alcun titolo per l’occupazione di tale suolo e se l’avesse è limitata al solo diritto di transito….Ciò esclude si possa continuare ad impedire il legittimo utilizzo da parte del proprietario del bene acquistato in asta pubblica dal Tribunale  di Savona ove intende (Gallinetto) farne uso  per porvi dei posteggi o altro”.

Nel merito.  Accertare l’inesistenza  della pretesa servitù di uso pubblico che sarebbe gravante su via Privata Grotta, nonchè si accerti la mancanza del potere della pubblica amministrazione di classificare la via quale strada ad uso pubblico per mancanza di presupposti….per natura e  destinazione la strada non era mai stata soggetta al transito di persone diverse dai proprietari frontisti residenti dei condomini, dai negozianti o loro clienti ed escludere che il segmento stradale in questione possa servire  alle esigenze della collettività…non essendovi in loco  edifici pubblici, piazze, chiese o altro bene di interesse pubblico transito  della strada in questione visto che  non collega tra loro strade comunali o vicinali.” E ancora: “la controparte (Comune  non ha rispettato i termini per proporre opposizione al decreto di trasferimento che precisava come via Privata Grotta non fosse gravata da alcuna limitazione, in particolare alcuna servitù…consentendo il passaggio ai soli residenti e frontisti…”.

E ancora la richiesta di Galinetto al tribunale: ” Accertare il danno subito dall’aggiudicazione all’asta del tribunale con decreto di trasferimento di proprietà quantificabile in 20 mila euro, con il rigetto della domanda riconvenzionale del Comune in quanto infondata in fatto e in diritto”.  L’ignaro Galinetto credeva di aver fatto un affare, tutto sommato, perchè oltre al ‘frutteto’ (rivelatosi una strada) aveva acquistato  per una somma irrisoria altri appezzamenti in terreno, sempre dal fallimento, in altre aree collinari di Pietra. In un altro caso aveva scoperto incredulo che erano state realizzate due ville in collina il cui unico accesso carrabile attraversava un appezzamento a uliveto acquistato in tribunale. Uno dei proprietari che aveva, a sua volta, comprato da un’impresa di Nucera, era Bettino Piro, imprenditore ed ex presidente del Savona Calcio, personaggio assai noto nel mondo sportivo e spesso agli ‘onori della cronaca’. Si è suicidato il 26 aprile 2018 ingerendo una forte dose di farmaci. Un dramma, forse un mistero, seppure sulle cause della morte non ci siano dubbi.

Luciano Corrado

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA A FAVORE DEL COMUNE –

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