58 anni di attività. L’hotel ristorante Monte Carmo di Bardineto ha chiuso: 25 camere, un’ottantina di posti al ristorante. Causa età per i coniugi Flora Zunino ed Elio Manfrino. La figlia Paola è farmacista. Ora la struttura, muri compresi, è in vendita. Ma la chiusura ripropone (e non può nascondere) la lunga e grave recessione che ha colpito un paese a 20 minuti d’auto dall’opulenta e cementificata Riviera.
Bardineto con il suo connubio mare monti sempre più appannato soprattutto quanto a ricettività alberghiera. Sono rimasti in attività due alberghi con ristorante (San Nicolò e Maria Nella); c’è l’Agriturismo Oddone, un Bed &Breakfast, due bar, un alimentari, Tabacchi, la farmacia. La penultima chiusura alberghiera in ordine di tempo: Da Teresa.
Monte Carmo: una storia di vita e di lavoro lunga 58 anni. Una rinuncia strappalacrime, che ti segna dal profondo dell’animo e del cuore, difficile rassegnarsi. Eppure Flora e Elio, la giudiziosa figlia Paola, non avevano altra scelta. Hanno cercato di resistere oltre ogni limite si direbbe. Altro che pensionati una volta raggiunta l’ambita pensione ! Ma quando si superano gli ’80 anni impossibile vincere altre scommesse, affrontare un’attività che impegna moltissimo e che non ha uguali soprattutto nelle piccole conduzioni famigliari.
Si era cercato negli ultimi anni di resistere almeno con la stagione estiva, di affidarsi al personale in cucina ed in sala. La crisi del Covid aveva poi caratterizzato l’estate 2020 con una marcata flessione.
Si dirà, siamo sempre di fronte ad una struttura alberghiera che mantiene le sue potenzialità seppur di fronte ad una recessione generale. Non siamo, insomma, in mezzo al deserto, tra montagne dimenticate, a ore di strada dalle città. Invece si finisce per scoprire una realtà che si infrange nella spietata evidenza dei fatti. Bardineto, già ‘piccola Svizzera’ della Liguria, ha perso via via la sua forza economica, la sua attrattiva non certo per ‘cemento selvaggio’, il suo tessuto turistico trainante si sta frantumando e nessuno può dire se abbiamo toccato il fondo.
Ci sarebbe da dissertare sulle cause e concause di un declino che sicuramente ha dei responsabili e senza sparare nel mucchio. Una discesa che forse era iniziata con la sorte toccata ad una struttura ricettiva trainante quale era l’hotel Ristorante Piccolo Ranch della famiglia Corrado -Manfrino. Per un periodo anche dancing e poi discoteca. E che tutto sommato ha avuto un epilogo positivo con la trasformazione in residenza protetta per anziani autosufficienti e non grazie alla nuova sede di Villa degli Abeti. Agli investimenti privati profusi, alla collaborazione con l’Amministrazione comunale.
Con la chiusura del Monte Carmo sarebbe da faciloni parlare di semplice campanello d’allarme. Bardineto sempre più segnata dalla fase calante non bastano la presenza di un rinomato caseificio e piccolo colosso (Frascheri), l’attività della ‘casa di riposo’, gli sforzi dell’amministrazione civica che vede al suo terzo mandato da sindaco Franca Mattiauda, ragioniera e libera professionista. Una del paese, non è una foresta.
C’è da chiedersi, pur in un panorama tutt’altro che roseo dei nostri paesi di montagna, se a Bardineto siano mancate strategie e dinamiche capaci di imprimere una svolta, un indirizzo di sviluppo. O forse nessun altro avrebbe avuto le capacità per non far morire, in una lenta agonia, un paese che era stato simbolo di rinascita, con tante aspettative, anche con il motore delle seconde case. Ma la stagione invernale è lunga e qui lo Stato non fa sconti, non fa distinzione. La pressione fiscale non conosce le aree depresse. Colpisce e basta, sacrifici di una vita inclusi.
Per chi ha dovuto gettare la spugna non c’è pietà. Flora Zunino non ancora diciottenne aveva iniziato ad ‘imparare il mestiere’ nella cucina dell’albergo ristorante San Carlo di Loano allora della famiglia Oliva. E’ stata lei a mettere a frutto la passione e lo spirito di iniziativa coinvolgendo la famiglia a realizzare l’albergo ristorante San Nicolò ora gestito da una nipote. Flora con una sorella e due fratelli non più in vita. Lei una donna semplice, ricca di sano orgoglio, di tanta forza di volontà, sposata con Elio Manfrino un mastino del lavoro (famiglia dello storico albergo ristorante bar delle Corriere, ora trasformato in residence). I coniugi nel 1962 avevano aperto il ristorante bar Monte Carmo. Nel 1981 si sono trasferiti nella nuova struttura tra non poche difficoltà, problematiche di natura edilizia e di confini. E qui hanno riposto tutte le loro speranze. Hanno profuso anni e anni di impegno. Senza orari, senza giorni di riposo. L’albergo ristorante tra sapiente professionalità e cliente soddisfatto dava un ragionevole tornaconto. Ne valeva la spesa, secondo un vecchio detto. Senza sogni di ricchezza, ma almeno dare un futuro alla figlia.
Si può leggere una significativa recensione sui Trip Advisor. “Siamo capitati quasi per caso in questo ristorante di un paese immerso nel verde delle Alpi Liguri. L’impressione è stata da subito positiva, ambienti semplici ma curati, pulizia impeccabile! Abbiamo pranzato qui una domenica, menù fisso. Partendo dagli 8 antipasti (!!!), è stato un crescendo di piatti genuini, freschi e di ottima qualità! I primi sono stati 2 (uno dei due tagliolini al tartufo da urlo!), 2 anche i secondi con relativi contorni e per finire ci hanno deliziato con 2 dolci fantastici, naturalmente anche questi fatti in casa. Abbiamo terminato con caffè e digestivi ad un prezzo onestissimo di 25 euro a persona (comprese bevande). Merita assolutamente una visita!”.
Flora ed Elio, sempre coadiuvati dalla figlia Paola che collaborava nel tempo libero dalla sua professione e vocazione di farmacista dipendente: Papa e mamma hanno profuso anima e cuore, finché le forze hanno sorretto tra immaginabili difficoltà come trovare personale stagionale. Hanno resistito forti della tempra montanara, memori degli insegnamenti e dei traguardi raggiunti, senza risparmiarsi, con quella forza di volontà e tenacia di chi è cresciuta nel lavoro e col lavoro. Con gli ideali di essere sempre all’onore del mondo, di lasciare più di quanto avevano ricevuto. Il Monte Carmo era metà di clienti domenicali, ma anche di vacanzieri estivi fidelizzati. Non mancavano nel loro soggiorno figure conosciute come l’ex sindaco di Borgio Verezzi, rag. Enrico Rembado, il generale Abeti con il fratello console della Costa d’Avorio e della famiglie della Riviera.
Quale sarà ora la sorte della loro struttura alberghiera ? Finora i tentativi di vendere o proporla
in affitto non hanno avuto sbocchi concreti. Non resta che attendere tempi migliori. Con una prima sconsolante difficoltà. C’è da far fronte all’Imu senza sconti, chiusi o aperti. C’è la Tari, almeno scontata. Migliaia di euro all’anno di tasse. La manutenzione minima. Una salasso per una famiglia normale che nella vita non ha portato i soldi all’estero, ha risparmiato ed reinvestito il frutto del sudore, delle privazioni pur con una certa agiatezza di chi non deve aspettare lo stipendio a fine mese.
Manco a dirlo, Flora ed Elio vorrebbero chiudere gli occhi sapendo che non si sono sacrificati invano. Per la figlia Paola il peso, le preoccupazioni, lo scrupolo di non sciupare un piccolo patrimonio. Per la comunità bardinetese un altro tassello di storia che se ne va. E se proprio in questi giorni di inizio stagione estiva possiamo ascoltare dai notiziari della Rai regionale che il “turismo torna a sorridere nelle riviere e anche i ristoratori tirano un forte sospiro di sollievo”, che si torna a discutere della destinazione dell’Imposta di soggiorno; se da un anno abbiamo letto e riletto che quasi tutti i politici liguri hanno invocato aiuti e sostegno per gli Stabilimenti balneari, per i costruttori edili in crisi, ebbene chissà se qualcuno si farà scrupolo della sorte toccata ad un umile albergo di un entroterra sempre più nella morsa dell’abbandono. Dove si è passati in molti casi da un’economia fiorente ad un’economia comatosa. E con quali prospettive che non sia da libro dei sogni ? (L.C.)
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