Anni ’80: il più diffuso quotidiano di cronaca locale (Il Secolo XIX) riservava ogni giorno più di una pagina (allora formato grande) alla ‘nera’, a fattacci con il diffondersi, a macchia d’olio, della delinquenza organizzata, soprattutto nel ponente. Criminalità comune e non solo. E non mancavano gli omicidi, anche efferati. Come teste mozzate.
Un ampio servizio giornalistico del 2 febbraio 1980 racconta cosa accadeva nel mondo della ‘cronaca nera’, a quale sforzo dovevano far fronte, quasi quotidianamente, le forze dell’ordine. In particolare i carabinieri presenti nella varie località costiere in modo capillare e dove non si risparmiava nella costruzione di nuove caserme. All’epoca 160 uomini, tra Arma e Polizia (ad Alassio il commissariato, ad Albenga la Polstrada e la Polfer), con organici del tutto inadeguati alle esigenze, magistratura compresa. L’articolo parlava di un futuro tutt’altro che ‘roseo e che tende al peggio’.
Oggi ben altri tempi, quasi zero delitti di sangue, così per rapine in banca, uffici postali, gioiellerie che invece erano una costante. Decine e decine anche clamorose. Compreso un furto notturno (dopo aver disattivato le linee di allarme) da 600 milioni di lire all’Ufficio postale (già in zona Gazzi) a Loano. C’era, inoltre, un racket abbastanza radicato che prendeva di mira in particolare i ‘locali notturni’ del divertimento, bar e ristoranti, richiesta del ‘pizzo’ ad attività commerciali. Ricorso persino alla dinamite per intimidire. Si direbbe che, a parte la microcriminalità, il micro spaccio, la presenza di sbandati e pregiudicati extracomunitari, siamo ben lontani da quegli anni terribili ? E che le nuove generazioni non hanno conosciuto ed altri forse dimenticano.
Anni ’70, fino agli anni ’90, un inferno di reati. Eppure c’è chi oggi riesce ad invocare ‘l’allarmismo criminalità’. In realtà è comprensibile per chi non ha vissuto, spesso sul fronte caldo, in prima persona e nei rispettivi ruoli, quella drammatica e lunga stagione. Il cronista di nera e di giudiziaria non aveva tregua: ogni giorno, ogni notte, poteva riservare una sorpresa. Senza orari o giorni festivi. Si correva sul luogo del crimine.
Il termometro degli anni 2020 è mutato quasi radicalmente quanto alla malavita. Resiste il racket della prostituzione (Albenga-Ceriale), scomparso il pizzo, si è diffusa la rete camorristica degli ex melonari ‘padroni’ della piazza in Riviera e nell’entroterra. Ci sono ramificazione della mala organizzata albanese-rumena-bulgara dedita a diversi traffici illeciti: droga, furti mirati, ricettazione di preziosi. Di recente, a Savona, è tornato alla ribalta un personaggio che trafficava con le aste giudiziarie degli immobili, non proprio una novità rispetto al passato. Come è tornato alla ribalta, tra Ceriale ed Albenga, una vecchia conoscenza calabrese, mai uscito da certi giri fino al Piemonte e Valle d’Aosta.
Forse per la piccola esperienza di un vecchio cronista c’è troppo silenzio su alcuni reati, pensiamo ai furti di armi in abitazioni e a quella presenza di nullafacenti abituali frequentatori, da mattino a sera, dei bar. Come campano ? Si assiste allo spadroneggiare, da sfida si direbbe, di elementi della mala o border line dediti a commerci in nero (non solo frutta e verdura, mozzarelle e prodotti del sud, con tanto di camioncini dotati di altoparlante). Si pensi al diffuso commercio nero di griffe taroccate: dai produttori, ai fornitori, agli intermediari e utilizzatori finali. Si pensi alla sorte di attività commerciali extracomunitarie che resistono in locali con affitti che hanno costretto gli italiani a chiudere, cedere, gettare la spugna. Nulla, trapela, a questo proposito dell’attività di prevenzione e repressione delle Fiamme Gialle. Un alone di mistero che sembrerebbe far capolino anche in attività artigianali edili ed investimenti immobiliari, acquisto di alloggi da parte di operatori societari con sede soprattutto in altre regioni (c’è stato un caso di un intero palazzo, 54 bilocali, ad opera di una società di Roma a cui è subentrata altra Srl piemontese).
Telecamere e nuovi sistemi di ‘sorveglianza’ e controllo sono concreto deterrente ? Quale ruolo preventivo e ‘produttivo’ ha l’intelligence operante in ogni regione ? Non solo la Dia. Non solo ‘radio carcere’. A che punto è il reale presidio del territorio e penetrazione da parte delle Forze dell’ordine ? Cosa cova sotto la cenere ? Dove la ‘mala’ prospera spesso lo fa senza apparire con azioni eclatanti. Campanelli d’allarme ? Mega sequestri droga. Isolate e professionali rapine: vedi Alassio ai danni di due facoltosi imprenditori, sorpresi nella notte mentre rincasavano, sono rimaste finora impunite. Oppure quanti responsabili di furti vengono scoperti e assicurati alla giustizia nelle statistiche ufficiali ? Tutto sommato Savona e la sua provincia, nel terzo millennio, resta una ‘zona tranquilla’, ‘sotto controllo’ secondo il gergo più diffuso. (L.Cor.)
IL SECOLO XIX DEL 18 DICEMBRE 1993 TITOLAVA: COSI’ LA MAFIA HA INSANGUINATO LA RIVIERA. CLAMOROSA SVOLTA NELL’INCHIESTA SU TRE DELITTI COMMESSI NEL 1990. PIOGGIA DI ARRESTI TRA BORGHETTO, CERIALE E LOANO.
Barista scomparso da tre annui era stato ucciso dalla ‘lupara bianca’. Dopo un anno di indagini della Dia sono scattati 20 ordini di cattura firmati dal giudice Brusco ed eseguiti la notte scorsa. sarebbero caduti sotto i colpi del crimine organizzato anche un commerciante ambulante di Loano, Giorgio Bazzano e un commerciante d’auto di Altare, Luigi Esposito.
VILLANOVA – ATTENTATO ALL’IMPRESA GAUDENTI, BRUCIATI DUE AUTOMEZZI Rudimentale bomba non esplode. Nel mirino il complesso residenziale di Coasco. 200 milioni di danni. IL SECOLO XIX DELL’11 DICEMBRE 1991
REAZIONI – Il presidente degli industriali sezione edile della provincia di Savona, Silvio Accinelli: “Segnali inquietanti”. Istituita una commissione di controllo sui cantieri. Il sindaco di Villanova d’Albenga, Pietro balestra: “Sono preoccupato, si tratta di episodi e fenomeni che si stanno radicando in Riviera.
L'articolo Anni ’80 e ’90. La criminalità dilagava in Riviera. Da Pietra ad Andora 600 ‘schedati’. Tra omicidi, racket, droga, rapine, attentati incendiari, furti, ricettazione, riciclaggio. Clan di calabresi e marsigliesi proviene da Trucioli.