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È fallita la Cooperativa Il Ponte di Garlenda, fondata dal sindaco per rilanciare il paese

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Un sogno che svanisce ? Una mazzata ? Certamente un grandioso progetto edilizio realizzato in gran parte che finisce la sua corsa con una sentenza di fallimento alla vigilia di Natale, il 24 dicembre 2015. Crac clamoroso per alcuni aspetti, inevitabili retroscena. Il giudice delegato è Cristina Tabacchi, curatore Giuseppe Auxilia, prima udienza di verifica dello stato passivo, 16 marzo.  Che dire?Doveva essere un fiore all’occhiello la ‘Borgata Nuova’  di Garlenda, il paese d’eccellenza del golf, delle ’500′, dell’unico 5 stelle in attività sulla Riviera delle Palme, delle potenzialità ambientali. 

Il fallimento della Cooperativa Il Ponte ar.l., di via Lerrone, non si consuma in sordina, anche se pochi scommettevano che sarebbe finita male dopo l’avvio del concordato fallimentare. Difficoltà si, tante, magari troppe, ma la sentenza del tribunale civile non aiuta l’immagine di Garlenda e getta un’ombra sulla fortuna, sulle capacità o se volete sull’azzardo di chi si era prefisso di condurre in porto un’operazione edilizia ambiziosa, avveniristica.  Azzardata ? Pasticciata? Non c’entrano o non ci interessano eventuali responsabilità personali. Un tema che sposa conflitti di interesse e ragioni di opportunità . O ancora, di etica pubblica . Non è un mistero quanto sia difficile gestire, non da oggi, attività immobiliari (dai progetti, alla realizzazione, agli oneri di urbanizzazione,  alle convenzioni, alle opere primarie e secondarie, alle aree interessate). Cosa è accaduto di particolare, diciamo di strano, in quel di Garlenda visto i risultati disastrosi ? L’opera incompiuta ? Sgombriamo il campo, meglio precisarlo, da sempre possibili risvolti da codice penale e fallimentare. Limitiamoci agli eventi oggettivi, all’evolversi storico della cooperativa story, nata col vento in poppa, tante attese e speranze, il plauso dei più, il quasi silenzio stampa nel corso degli anni, una querela ad un coraggioso e giovane giornalista. L’epilogo è inglorioso,  si dovrà accertare l’ammontare, il numero dei creditori, i risvolti sociali. Perchè la procedura di concordato non  è andata a buona fine ? E nel tempo anche una verifica della Guardia di Finanza di cui non sono note le risultanze.

Non sono mancate, negli anni, neppure polemiche politiche mai sopite. Rivalita? Le opposte visioni alla luce degli eventi che si sono susseguiti. L’evidenza che nel quartiere si erano di fatto installate solo Le Poste, la farmacia (il cui titolare era anche presidente della cooperativa), un’attività artigianale di parrucchiera. Chiusi tutti gli altri locali che dovevano ospitare esercizi commerciali e non solo. E ancora inaugurato, tra squilli di tromba, il nuovo palazzo comunale.

I FATTI STORICI- La cooperativa Il Ponte  viene costituita l’9 gennaio 2007.  I componenti fondatori sono: Ginetto Pastorelli, con negozio di alimentari, ex vice sindaco; Silvano Gagliolo, consigliere comunale, architetto;  Giuseppe Cappato, cugino dell’assessore (all’epoca) Giorgio Cappato; Silvia Pittoli, avvocato civilista, era vice sindaco e ora sindaco; Giovanni Barbera, cognato, sempre all’epoca, dell’assessore Giorgio Cappato. Si è pure dato vita al Cda con Pastorelli presidente, Giuseppe Cappato e Silvia Pittoli consiglieri. La cooperativa ha sede  presso la Casa Parrocchiale di via Lerrone 4.

Il 12 gennaio venne presentato al pubblico il progetto della Borga Nuova, redatto dallo Studio C.G.S. di Silvano Gaglio e Claudio.

Il 28 marzo la cooperativa ha presentato  la richiesta di adesione per la formazione del Consorzio di attuazione della Zona C 1 Borgate  Ponte, del vigente piano regolatore di Garlenda.

Il 4 maggio 2007 c’è l’adesione di massima del consiglio comunale al progetto presentato ai cittadini.

Il 24 settembre il consiglio comunale (sindaco Giuliano Miele in carica dal 2004 al 2014)  delibera di  condividere e valutare  positivamente la soluzione progettuale ultima  della cooperativa, la relativa attuazione del piano particolareggiato, attivare  le procedure comunali funzionali a dare impulso al progetto particolareggiato, dare mandato alla giunta e all’ufficio tecnico  per gli adempimenti conseguenti e successivi.

DUBBI E INTERROGATIVI- La cooperativa Il Ponte voleva realizzare un ‘progetto sociale’ o un’operazione immobiliare, tenuto conto che pare fosse dubbio il requisito preminente della mutualità ?  L’articolo 7 dello statuto prevede di ammettere tra i soci persone giuridiche. E’ possibile assegnare un’abitazione di prima casa con tale requisito? Lo statuto all’articolo 3  sancisce il ‘non scoppo di lucro’.  Nel comparto C1 sussistono circa 12 mila mc edificati. I fondatori interessati all’intervento  risulterebbero nella veste di progettista o consigliere comunale, vice sindaco, parenti di assessori in carica? Lo stesso Comune delibera di assegnare alla cooperativa Il Ponte l’intervento del comparto C 1 isu un’area di 8500 mq. c.a di proprietà comunale.  E’ stata fatta una gara pubblica  per trovare il migliore offerente? E cosa dice la perizia? Una o più di una?  Il Comune di Garlenda nella convenzione sottoscritta con la cooperativa ha accettato che l’immobile destinato a palestra fosse consegnato all’ente non ultimato, con finiture ed annessi a carico della comunità. Una scelta oculata, nell’interesse generale?

LA PRESENTAZIONE E L’IDEA DELLA BORGATA NUOVA -   Il piano regolatore prevede l’attuazione della Borgata Nuova nella C 1.  L’intervento poteva essere attuato  per iniziativa di privati entro i primi 3 anni dall’approvazione dello strumento urbanistico. Dopodiché partire per iniziativa dell’amministrazione comunale.  Un’idea maturata in molti anni e fatta propria dalle amministrazioni che si sono alternate. Nasceva in origine dalla necessità prioritaria di dotare il Comune di Garlenda di una moderna polarità dove far confluire le varie funzioni ed attività della vita quotidiana distribuendole lungo la strada provinciale che attraversa il paese. Tra le ipotesi la realizzazione del nuovo palazzo comunale.  Al fondo della nuova piazza in progetto, vicino alla  borgata Ponte. Con più sinergie, ad iniziare da finanziamenti pubblici che avrebbero dovuto essere consistenti.

Tra le prime proposte la previsione di insediare  una quindicina di attività  e servizi: ufficio postale, farmacia, bar, pasticceria, parrucchiera estetista, banca, tabaccaio, studi medici, ufficio informazioni, studi professionali, negozi di abbigliamento, di scarpe, macelleria, rosticceria, market alimentare. Il tutto si sarebbe dovuto sviluppare  intorno alla piazza centrale, vero punto di incontro del progetto. Di fatto si sarebbe colmata una grande lacuna ed handicap che frenava la vita socio economica del paese. Si prevedeva una piazza con al centro una fontana, pavimentazione in porfido, contornata da un percorso laterale porticato sotto le volte a crociera. Ai piani superiori una ventina di alloggi trilocali (?) con terrazzi affacciati sulla piazza stessa.  Al piano seminterrato  una sala polifunzionale per conferenze con almeno 100 posti a sedere. Al piano seminterrato previsti 24 box privati, 50 posti auto aperti a rotazione; inoltre cantine per le abitazioni e depositi per attività commerciali.

IL RUOLO DELLA COOPERATIVA IL PONTE –   Non ci sono dubbi, la cooperativa era stata costituita con la ‘missione’ di dare vita al grandioso progetto della Borgata Nuova, in attuazione  delle previsione del Piano regolatore vigente.  La borgata, secondo  le buone aspirazione degli amministratori pubblici,  avrebbe assunto il ruolo dinamico di punto di riferimento della vita della comunità garlendese e costituire un leva di attrazione per il territorio circostante. C’è chi ricorda che tra i sostenitori del gruppo promotore dell’iniziativa si confidava  nel ruolo apicale della Cooperativa. Quale strumento e locomotiva che consentiva ai Garlendini di partecipare direttamente, attraverso gli indirizzi di qualità e di risparmio, saggia gestione, evitando in tal modo di ricorrere ad operazioni immobiliari tradizionali che avrebbero comportato più rischi e comunque probabilmente costi più elevati. Si faceva rilevare l’importanza dell’aspetto sociale ( partecipazione) e il risvolto economico (gestione diretta). Da una parte il Comune, alcuni suoi amministratori di primo piano, in rappresentanza della comunità, dall’altra la Cooperativa Il Ponte che non aveva scopo di lucro, avrebbe offerto garanzie di chiarezza, correttezza, risparmi  obiettivi precisi.

Ecco dunque le linee guide che vedono impegnate la Cooperativa stessa nel corso degli anni. Acquisizione delle aree nelle quali sorge la Borgata Nuova, predisposizione del progetto,  l’accordo convenzione  con il Comune per l’attuazione urbanistica- edilizia, il piano dei costi,  creare i soci interessati ed assegnare le singole unità immobiliari, appaltare i lavori ed eseguirne l’esecuzione, assegnare le unità ultimate.  Per affrontare e gestire  la sua attività  la Cooperativa si avvaleva della consulenza della Pegaso Progetti srl, di Bergamo, qualificata in promozione e gestione di iniziative immobiliari, in particolare cooperative. Un curriculum di oltre 25 anni.

Gli eventi successivi mai resi pubblici. In parte qualche scarno strascico finì sulle cronache quotidiane. Ad esempio l’ Enel che rifiutava di fornire energia elettrica, oppure il Comune che aveva ceduto l’indice dei suoi terreni ed il sindaco che con lettera voleva fare chiarezza, non lasciare ombre.

In tempi più recenti, estate 2012, l’inaugurazione del nuovo palazzo comunale e della piazza antistante. “L’idea dell’edificazione – ricordava il sindaco Mielenacque una ventina d’anni fa ed è frutto della lungimiranza degli amministratori di allora, in particolare  del dr. Domencio Romano; ha sempre sostenuto che Garlenda doveva avere un punto di aggregazione, di socializzazione, rappresentato appunto da una piazza e dalle abitazioni che convergono su di essa, dalle attività commerciali. Si tratta di un progetto ambizioso, a cui la nostra amministrazione ha dato corpo, il nostro merito è unicamente aver dato vita a ciò che era nelle intenzioni di chi ci ha preceduto, nell’interesse esclusivo del paese e dei suoi abitanti. Si tratta di un’opera veramente straordinaria – dichiarava Miele – . Dall’impatto alquanto gradevole, grazie al lavoro dello Studio di progettazione Gagliolo, con il proprio intervento economico non ha fatto spendere un’euro  ai cittadini di Garlenda per la costruzione del Palazzo Comunale e del Centro Servizi”.

In un’altra dichiarazione stampa Giuliano Miele richiamava l’attenzione sul fatto che “ Si tratta di un intervento di altissima qualità destinato a modificare le abitudini sociali della nostra comunità, concretizzando un sogno coltivato per decenni “.  Oltre alla presenza delle 15 attività commerciali, si accennava all’organizzazione di “spettacoli, eventi culturali e momenti istituzionali”.  Non sono mancate le voci critiche, i  dubbiosi. Tra i più preoccupati, almeno seguendo la rassegna stampa, Alessandra Segre Zunino, candidato sindaco e consigliere comunale, che si diceva molto allarmata per la sorte di Borgata Nuova, i lavori alla nuova palestra, con i ragazzi di Garlenda privi sia di una struttura ad hoc, sia di un palazzetto. Eravamo in piena campagna elettorale, maggio 2014.  Da parte sua il candidato sindaco vittorioso –  come aveva anticipato e previsto un ‘articolo di Belfagor su trucioli.it-, veniva definita dalla giornalista Federica Pelosi personaggio pubblico “concreto e pragmatico, convinta che un’amministrazione in rosa sia un valore aggiunto per il paese”.  Orgogliosa, Silvia Pittoli aggiungeva di “essere diventata  vice sindaco a 25 anni, oggi ne ho 34  e il sindaco Miele mi ha insegnato molto, lasciandomi anche sbagliare. Amministrare un piccolo comune come il nostro è praticamente opera di volontariato e per me è fondamentale circondarmi  di una squadra affiatata, di cui fanno parte 3 donne. Ho l’orgoglio di aver fatto parte di un’amministrazione che ha portato a buon fine la Borgata Nuova, l’asilo, l’appalto per la palestra della scuola, l’adeguamento sismico del complesso scolastico, introdotto la raccolta differenziata, con Garlenda ai vertici  della graduatoria provinciale“.

 

 

 

 


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