Una spesa di 187 mila €, un mutuo a carico del Comune e dei contribuenti di Garlenda della durata di 9 anni, con spread favoloso (5,50). La giunta con il sindaco Silvia Pittoli, Alessandro Navone e Dario Urselli si è prodigata per riqualificare i 329 punti luce della cittadina. Ottima scelta e chi non batterebbe le mani ? Peccato che la ditta proponente, Enel Sole, abbia commesso qualche peccato di troppo da farsi perdonare. Intanto gli impianti sono solo in parte di proprietà pubblica ed in parte dell’Enel stessa. Perchè il Comune si impegna, a conti fatti, a pagare 500 € cadauno per rinnovare lampioni propri, ma anche di altri ? E’ giusto? Risponde agli interessi della Comunità ? Il consigliere di opposizione Mario Carminati aveva chiesto di rimediare subito annullando la delibera in autotutela. “E’ una truffa bella e buona…”. Ha scritto alla Corte dei Conti. “Spreco di soldi pubblici…malcostume dilagante…ingenuità…?”. Nulla da fare. Ora c’è un parere vincolante dell’Autorità Garante che boccia la delibera di giunta. Nella stessa situazione il Comune di Tovo S. Giacomo e un altro imperiese.
Andiamo per ordine, tenendo conto di un dossier di decine di pagine e vogliamo risparmiare ai lettori di annoiarsi. Anche se ci troviamo di fronte ad un brutto bubbone che, a completezza di informazione, merita di essere sviscerato, portato a conoscenza dei cittadini contribuenti tutti gli atti (vedi…….). Anche a Garlenda essere disinformati è un tema d’attualità ? Purtroppo non sono anni radiosi per l’amministrazione comunale del sindaco rosa Silvia Pittoli, avvocato civilista ad Albenga. Nessuno dovrebbe rallegrarsi, non serve neppure tacere, non far sapere, mettere la sordina alle notizie, oppure ignorarle, dolcificarle. Se tanti cittadini li hanno votati (i vincitori), dando loro piena fiducia un motivo ci sarà pure. Una giunta che non è nata come un fungo o imposta. Gente ed amministratori pubblici conosciuti, rodati. Ed ora, ad ascoltare l’opposizione nel suo ruolo di ‘guardiano’, si susseguono errori e guai di cui le cronache ogni tanto danno conto.
Certo nel ‘caso illuminazione’ il termine truffa suona un po’ a beffa, soprattutto quando c’è un sindaco che ha la fortuna e l’onore di indossare la toga. Non è dunque la prima sprovveduta. E perchè, si aggiunga, se ti segnalano un danno al Comune, come si ipotizza per Enel Sole, non si corre ai ripari ?
Errare humanum est… (assioma filosofico con il quale si cerca di attenuare una colpa, un errore. E Livio dice che “ Venia dignus est hamanus error (Ogni errore umano merita il perdono), Cicerone asserisce “Cuiusvis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare ”( E’ cosa comune errare: è solo dell’ignorante perseverare nell’errore); al quale corrisponde il motto popolare che si unisce al primo: …Sed perseverare in errore diabolicum est. Per questo il Metastasio consiglia:…Chi può vantarsi senza difetti. Esaminando i suoi, ciascuno impari a perdonare gli altri.
Il casus belli Garlenda ha lasciato in un angolo i detti latini, ha prevalso e prevale la caparbietà: non da oggi, basta leggere certe dichiarazioni stampa del primo cittadino. Vuol dire che si sente tranquillo, non ha nulla di cui pentirsi ? Rimproverarsi ?
GLI ESPOSTI DEL CONSIGLIERE MARIO CARMINATI- Era il 29 febbraio 2015, un annetto fa, quando il rappresentante di ‘Uniti per Garlenda’ ha scritto alla Corte dei Conti della Regione Liguria, all’Autorità Garante per la Concorrenza e Mercato (Roma), al Consiglio dell’Autorità Vigilanza Contratti Pubblici Servizi e Forniture ( Roma). L’oggetto parla di segnalazione di un provvedimento adottato in presunta difformità della normativa appalti – Annullamento delibera di giunta del Comune di Garlenda. Mario Carminati richiama infatti la delibera 88 del 3 novembre 2014, pubblicata il 19 gennaio 2015. Esprime le proprie riserve e perplessità “rispetto alla corretta e trasparente applicazione delle leggi in materia di Lavori Pubblici…”.
In ballo proprio l’affidamento diretto a Enel Sole srl, senza gara di appalto, per la “sostituzione completa di 329 apparecchi vetusti con altrettante apparecchiature Archilede evolution a tecnologia led, per 183.873 € euro ripartiti in 9 anni comprensivi di 37.583 € per interessi”. Carminati segnala che il 29 gennaio 2015 aveva scritto al segretario comunale dr. Francesca Stella, al sindaco Silvia Pittoli ed al consigliere con delega ai Lavori Pubblici, arch. Roberto Barbera, proponendo l’annullamento in autotutela, ma senza risultato. Secondo l’esponente della minoranza - capogruppo la collega Alessandra Zunino Segre – la giunta comunale ha motivato l’affidamento diretto a Enel Sole in quanto “utilizza un apparecchio luminoso a tecnologia led brevettata tipo Archilede Evolution…” Di fatto e contrariamente a quanto indicato nella sostituzione di 329 apparecchi vetusti non avviene con altrettante apparecchiature brevettate Archilede in quanto la stessa offerta prevede l’utilizzo di sole n. 135 sistemi di illuminazione con le caratteristiche di lampada brevettata, indicando i restanti 194 apparecchi con kit a conversione a led, fivep flyer e lanterne / piastra….Nel caso specifico 174 sono di proprietà comunale, 155 di proprietà di Enel Sole Srl, situazione questa che non permette l’affidamento diretto ma occorre seguire la via ordinaria della procedura competitiva”.
Il altre parole il Comune paga il rinnovamento non solo per i punti luce di sua proprietà, anche per quelli non suoi, in aggiunta ripagando alla ditta la sostituzione dei suoi stessi pali. Eppure nella delibera 88 si legge che “l’intervento in questione non comporta oneri per l’Ente”, ovvero il Comune. Pur approvando una spesa (con mutuo) di quasi 184 mila euro “importo largamente superiore – sottolinea Carminati – al cottimo fiduciario e quindi in violazione della legge 163/2000″. Non è finita. In delibera si da pure atto che ” tutti i corpi illuminanti oggetto di sostituzione saranno di proprietà comunale” creando un obiettiva conflitto.
C’è poi una chicca davvero curiosa, di cui parla in un suo commento la capogruppo Alessandra Zunino. Ci troveremmo di fronte ad un singolare dilemma. Vale a dire non di un brevetto, già registrato, almeno all’epoca, bensì di una “domanda di brevetto” e questo escamotage sarebbe stato utilizzato perchè si evitasse, con una norme di legge, il bando pubblico. Un ulteriore elemento che lascia perplessi e sul quale non è stata data una risposta. Del resto leggendo la delibera della giunta Pittoli – Navone- Urselli si dice esplicitamente che “il progetto prevede l’utilizzo di sorgenti Led equipaggiate su un nuovo apparecchio brevettato da Enel Sole.… con domanda di brevetto per invenzioni industriali depositata il 4 novembre 2013…..”. La domanda non significa, a quanto pare, l’avvenuta registrazione del brevetto stesso.
LA RISPOSTA DELL’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO - Il segretario generale Roberto Chieppa ha risposto all’istanza di Mario Carminati “in merito all’affidamento dei lavori di ammodernamento /riqualificazione illuminotecnica degli impianti di illuminazione pubblica di proprietà privata….e l’Autorità nella seduta del 10 dicembre 2015 ha deliberato di esprimere, in merito anche alla problematica sollevata, un parere all’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) e per conoscenza all’Autorità Nazionale Anticorruzione e che sarà pubblicato su internet (www.agcm.it).. Sul bollettino n. 47 del 28 dicembre 2015, a firma del presidente Giovanni Petruzzella, si da sostanzialmente torto alla procedura e alle determinazioni seguite dal Comune di Garlenda. ”Riaffermando il principio secondo il quale una corretta azione amministrativa sotto il profilo concorrenziale, con riguardo alle modalità di affidamento dei servizi i pubblica illuminazione, richiede che i Comuni, preliminarmente procedano all’acquisto dei punti luce di proprietà di terzi (nel caso di Garlenda di Enel Sole, appunto) mediante acquisto bonario o tramite procedura di riscatto e solo successivamente procedano ad affidare, secondo le modalità giuridiche vigenti, il servizio di gestione e manutenzione, eventualmente comprensivo di necessari lavori di adeguamento illuminotecnico”.
E se non bastasse l’ Autorità Garante conclude che “…La scelta di molti comuni di acquistare gli impianti di illuminazione pubblica attualmente di proprietà privata subordinatamente all’affidamento diretto, allo stesso soggetto proprietario, dei lavori per il loro ammodernamento/riqualificazione, non può rappresentare una modalità alternativa al bando pubblico, con gara”. Ciò che non ha fatto (bando) il Comune di Garlenda con il denaro dei cittadini, accollandosi pure un debito coperto da mutuo novennale e interessi non proprio concorrenziali. Anzi, generosi. Evviva !
L. Cor.