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Aiutateci a salvare l’entroterra! Ignorato tra le priorità e quei candidati che promettono miracoli per i loro ‘orticelli’

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Cosa vorremmo leggere negli impegni e programmi dei candidati al consiglio regionale? Priorità delle priorità dopo salute? Senza interventi urgenti dello Stato e della Regione l’agonia dell’entroterra sarà letale. Senza futuro se non illusioni. La pressione fiscale per le attività commerciali, artigianali, per chi produce e investe in posti di lavoro, è la stessa delle aree ricche. Dopo l’inizio dell’inesorabile spopolamento i soldi pubblici spesi si sono rilevati aspirine e non hanno incentivato investimenti privati.

di Luciano Corrado

Ma non meravigliatevi se leggendo lunghe interviste (speriamo abbiano un effetto positivo anti astensione al voto) ai candidati presidenti può capitare di non trovare traccia di due parola ‘entroterra di Liguria’. E così bisogna dotarsi di pazienza (ma chi te lo fa fare direbbero certuni) e andarsi a rileggere articoli e dichiarazioni rilasciate nel corso delle settimane elettorali. Ma non c’è contraddizione tra il silenzio totale di un’intervista a tutto campo, magari con un’intrusione (‘ vorrei accennare al nostro entroterra’) e che è molto più conveniente parlare di mare e di porti, di grandi infrastrutture. di industrie. All’entroterra, quanto a infrastrutture, basterebbe curare l’asfalto, le cunette, prevenire gli smottamenti, falciare le erbacce, i rami di alberi che incombono, allargare qualche strettoia maledetta.E’ vero sarebbe l’abc, come accade in altri Paesi diciamo meno autolesionisti. E’plausibile che dopo le strade serva molto altro a cominciare dalla coerenza di chi fa informazione e non può chiudere occhi ed orecchie di fronte alla ‘calamità desertificazione’ della Liguria dimenticata. Destinata al peggio? Siamo sicuri di raccontare bene quello che avviene in un determinato territorio?

IL SECOLO XIX

“Investire nelle aree interne e incentivare l’uso produttivo delle terre in abbandono”. 

Con quali priorità da zona e zona? Tutte uguali? Gran parte dell’entroterra del ponente un tempo ricco di risorse, quali priorità avrà con il governo Orlando o Bucci? Non c’è forse una località montana – Monesi – che è precipitata nell’abisso più oscuro e nonostante il suo passato da ‘locomotiva’. Le potenzialità, uniche, da Genova a Ventimiglia, si concretizzano solo con ‘promesse di rilancio’, da 25 anni. Servono robusti investimenti regionali che poi sarebbero una piccola parte rispetto alle somme spese durante i due mandati di Toti presidente: ripascimento dell’arenile, la ‘ciclabile’ (una voragine di milioni rispetto alle previsioni iniziali), i lauti stanziamenti destinati alla promozione turistica in Italia e all’estero’, tra i beneficiari mass media liguri. Purchè ‘obiettivi’. Al Secolo XIX, con la penultima direzione, niente più pubblicità dalla Regione.

Regione, Provincia, Enti locali, hanno costituito una task-force pro Monesi che si è guadagnata prime pagine, servizi Tv, seminando entusiasmo. “Siamo arrivati noi! Questa volta il rilancio non è più un sogno, ma realtà in tempi ragionevoli”. Il miracolo tanto atteso, capace di far ricredere persino i rassegnati e disfattisti.

‘La marcia di Orlando parte dall’entroterra’. E’ il titolo di un articolo del Secolo XIX in cronaca nazionale. L’esordio della campagna elettorale. Si legge: “….Poi Orlando entra nel vivo del programma che scandisce in tappe…”C’è la Liguria delle aree interne dove è sempre più difficile vivere e chi può cercare di trasferirsi ed è la nostra priorità  del programma. Caserme, scuole, farmacie chiuse, una popolazione anziana che vive sempre più nell’angoscia e chi può se ne va. La Liguria non può essere  solo una striscia congestionata”.

La parola al sindaco di Vobbia, Simone Franceschi, ex primo cittadino di Ronco. “La Liguria con 189 piccoli comuni che hanno problemi di sanità, di trasporti” .  Ne risparmia tanti altri, a cominciare da chi ripete più spesso: “Abbiamo i presupposti per un rilancio economico delle aree collinari, delle vallate”. Mentre il sindaco di Pigna (gioiello imperiese dell’alta Val Nervia), Roberto Trutalli, non si stanca di ripetere: “Il 99 per cento dei finanziamenti pubblici finiscono sulla fascia costiera, alle città”.

Ci sarà pure una ragione inconfessabile in queste scelte politiche. In un solo palazzo della ‘Riviera del cemento’ ci sono più elettori di quanti siano rimasti in un paesino (già paesone) di montagna. Sarà una delle concause di un malato grave (l’entroterra) che riceve medicine da eterno convalescente, anzi in fase di peggioramento.

Il 7 ottobre 2024 lo stesso Decimonono – ora con la solida proprietà di un armatore italiano, residente in Svizzera dove pare sia il secondo nome più ricco della Confederazione – dedica una pagina a ‘Il programma di Orlando’. Si mettono in risalto i ‘punti salienti’ (sopra riprodotto). Sottovalutato, nell’angolino, l’entroterra’, poche righe, il dramma socio-economico, l’assenza di prospettive. Le paradossali disuguaglianze rispetto a città e fascia costiera. L’esodo che non si arresta. Il presidio del territorio ormai affidato in stragrande maggioranza alla ‘terza età’. Le casse dei Municipi vuote. I sindaci impotenti indotti a far buon viso a cattiva sorte?

Un editoriale dello storico quotidiano ligure dell’8 ottobre 2024 rileva: ‘L’acciaio grande assente alle elezioni’. Ai tempi d’oro l’Italsider dava lavoro a quasi 10 mila persone. Vogliamo parlare del quasi grande assente entroterra ligure, tema non certo ricorrente quando si ascoltano comizi e dichiarazioni pubbliche, editoriali su questa o quella emergenza, aree di crisi. Quanti abitanti e quanti posti di lavoro ha perso? Citiamo qualche esempio di località che Il Secolo XIX e altri quotidiani del Nord, persino editi a Roma, definivano la ‘piccola Svizzera della Liguria‘? Ecco Monesi. Era l’unica località sciistica attrezzata del ponente. Era frequentata d’inverno come d’estate da sciatori e vacanzieri. Non mancavano i genovesi, molti i francesi della Costa Azzurra e Montecarlo. Meta fissa di imperiesi e savonesi, famiglie. Persino l’allora giovane, oggi big, Claudio Scajola, in vacanza all’albergo ‘Redentore’, ha conosciuto la futura e fedele compagna di vita. Monesi di Triora scoperto e valorizzato non per beneficenza dai banchieri Galleani di Alassio per anni il gruppo famigliare più ricco e benestante del ponente ligure grazie alla proprietà dell’omonima banca. Il loro inatteso declino ha avuto effetti a catena.

In estate la seggiovia (allora la più lunga d’Italia) era meta di migliaia di turisti italiani e stranieri. I bus turistici arrivavano a decine durante la stagione balneare. Monesi di Triora era la ‘miracolosa locomotiva‘ di due vallate: Arroscia e Alta Val Tanaro (cuneese). Siamo oggi allo spettro, alla desolazione, alla resistenza di due-tre piccole attività famigliari. L’Imu di seconde case, di tre palazzi, frutta al Comune 50 mila € l’anno. La nuova seggiovia (accorciata per salvaguardare il gallo forcello e soprattutto insufficiente finanziamento della Regione e Provincia) è in ‘manutenzione’ dall’alluvione del 24-25 novembre 2016. Il vecchio e nuovo abitato di Monesi di Mendatica è quasi un ‘fantasma’ colpito in parte da un macro movimento franoso (tuttora monitorato) che impone una spesa (fondi pubblici) superiore ai 10 milione di€. Il disastro ha interessato diversi edifici, tra cui il Bed and Breakfast “Il Rifugio del Ramingo”. Altri lesionati in attesa di iniziare i lavori. I danni vengono pagati dalla Regione (protezione civile) dopo la presentazione di elaborati tecnici, perizia, fatture, quietanza di avvenuta messa in ripristino conclusa.

Spostandosi in provincia di Savona, sull’Appennino ligure dell’Alta Val Bormida, altra decantata (anni ’60 e ’70) ‘piccola Svizzera‘, Bardineto. Sorte decine di ville, villette, alloggi. Inaugurati alberghi, ristoranti, negozi. Unica azienda ‘locomotiva’ rimasta:  Frascheri Spa (lattiero-casearia), 70 dipendenti tutti residenti sul territorio, prossima al 70° anno di attività. Tre aziende agricole famigliari che si fanno onore. Sono aperti due alberghi-ristorante, altri 14  (negozi inclusi) hanno chiuso i battenti.

Un hotel-ristorante-bar realizzato da una famiglia del paese negli anni ’80 e ristrutturato. E’ stato donato ad una onlus di Sanremo. Invano si è cercato un acquirente. A struttura chiusa i proprietari dovevano comunque versare Imu e Tari.  20 mila € l’anno. Dopo la pubblicazione (del dono) apparsa su Trucioli.it a giugno 2022 abbiamo ricevuto almeno una trentina di segnalazioni da zone collinari della Liguria. Altri proprietari di muri di esercizi ricettivi e ristorazione cercano invano un acquirente. C’è chi alla fin fine riteneva un’opera buona donarlo ad un ente locale di beneficenza. A conti fatti (ristrutturazione per cambiamento di destinazione d’uso) i destinatari hanno rinunciato.

Luciano Corrado

QUESTO ARTICOLO DEL MESE SCORSO (Il Secolo XIX e La Stampa) ERA DA PRIMA PAGINA? E’ LA MANNAIA IN CUI SI DIBATTONO GLI ULTIMI RESILIENTI TITOLARI DI ATTIVITÁ COMMERCIALI DI TUTTE LE AREE DEPRESSE DELL’ENTROTERRA DI LIGURIA

Ha scritto, tra l’altro, l’architetto Roberto Amoretti, funzionario pubblico, candidato nella lista VERDI SINISTRA ITALIANA nel collegio di Imperia, nella lettera agli elettori pubblicata da Trucioli.it.

“…..Per raggiungere questo obiettivo propongo alcune azioni, sicuramente non esaustive, ma concrete e immediatamente realizzabili:

1) Riduzione della pressione fiscale per le attività artigianali e commerciali dell’entroterra;

2) Manutenzione quotidiana e capillare della rete stradale, magari ripristinando i CANTONIERI, formidabile presidio ambientale in ogni paese;

3) Ripristino della scuola primaria in ogni paese, anche con la presenza di pochi bambini. A questo proposito ritengo che sia molto più etico, pratico ed economico far spostare una singola maestra  che caricare, talvolta prima dell’alba, dei poveri bambini assonnati su uno scuolabus che ogni mattina deve percorrere strade pericolose e talvolta ghiacciate (e poi ci chiediamo perché le coppie con figli piccoli non vadano ad abitare nell’entroterra?!).

IL CANDIDATO A PRESIDENTE DEL CENTRO DESTRA MARCO BUCCI IN MISSIONE ELETTORALE A SANREMO

LE PRIORITÁ- “Lo snodo fondamentale per il Ponente ligure sono le infrastrutture: Aurelia Bis, raddoppio ferroviario, la Armo-Cantarana, la Albenga-Carcare-Predosa, tutte opere che possono garantire alternative agli attuali percorsi e decongestionare il traffico. Il nostro impegno su questo sarà totale”.

“Oggi molti amministratori del Ponente mi hanno chiesto di essere il sindaco della Liguria. Questa definizione mi piace e mi onora. Perché se è vero che il presidente di una Regione ha responsabilità diverse rispetto a quelle di un sindaco è altrettanto vero che la mia visione di Liguria è quella di un uomo al servizio dei cittadini, al servizio dei liguri proprio come sanno fare i primi cittadini”.

LE DUE PROPOSTE- “I paesi dell’entroterra, penso a quelli di questa parte di territorio, ma più in generale a quelli di tutta la Liguria, vanno aiutati sicuramente con le infrastrutture, ma anche con misure che puntino al loro ripopolamento. E allora tra le proposte che formulo c’è quella di una riduzione dell’Irpef regionale per chi va a vivere in queste piccole realtà e apre lì un’attività”.

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