Sissi (Simonetta) Carlesso, 49 anni, è nata a Torino. A 7 anni pascolava le mucche del nonno a Pralormo, poi con lo zio a Mombercelli nell’astigiano. A 14 anni, con mamma, si è trasferita a Ceriale fino al 2014. Ora vive ad Alto. Da maggio a novembre accudisce una mandria sulle splendide Alpi del Mare, tra Piemonte e Liguria: a Colle San Bartolomeo, 1400 metri slm. 80 mucche, una trentina di vitelli. Impegnata 7 giorni su 7. Una vita dura, semplice, d’altri tempi. Un desiderio ? “Vorrei vedere le vecchie le malghe abitate. Sono 16 e 40 anni fa, nella stagione estiva, erano meta di pastori. 500 capi di bestiame: vacche, pecore, capre. Oggi un deserto. Sono sola, ma la solitudine non mi pesa. Viviamo in un mondo che non sento più il mio….”.
Raggiungere i pascoli, ‘regno’ di Sissi, non è facile. Si può arrivare, tra peripezie e ostacoli, col fuori strada; da Alto passando dal Santuario della Madonna del Lago, all’estremità meridionale del cuneese che assieme a Caprauna forma un cuneo inserito tra le province di Savona e Imperia. Caso unico per il Piemonte: il territorio si affaccia sul versante marittimo. Da qui l’orizzonte abbraccia le Alpi Liguri – Marittime. Si stagliano maestosi e superbi il Monte Antorotto, Pizzo d’Ormea, Mongioie, Marguareis, Saccarello. Sul fronte Sud il panorama – scenario del Mar Ligure di Ponente. Una natura ora selvaggia, ora spoglia. Tra pascoli, boschi, cespugli dove confinano Ormea, la sua pineta, Caprauna e Alto che nelle malghe a pietra vista, tetti di lastroni, ha portato persino i pali dell’elettricità. Manca invece l’acqua e bisogna rifornirsi alle sorgenti più vicine.
Sissi ogni giorno parte da Alto e fa il percorso meno accidentato, attraverso Caprauna. Un’ora tra andata e ritorno. Viaggio lungo una strada sterrata, tra piccoli massi, pietre, buche, avvallamenti, saliscendi, curve e ‘corsia’ unica. Guai ad incontrare un altro autoveicolo. La sua Fiat Panda ha qualche anno di troppo, malconcia, marmitta appesa ad un filo. “Può accadere – racconta Sissi – che due giorni di seguito si buchi una gomma. La prima la sostituisci con quella di scorta, alla seconda foratura, se la ruota non è ancora riparata, si resta a piedi. Sono abituata ad arrangiarmi, a non disperare. Aiutati che ciel ti aiuta. Sono cristiana anche se un po’ delusa perché vedo troppe cose storte, tante ingiustizie. Tanti innocenti morire e soffrire. Prego se sento il bisogno. Vado in chiesa quando non c’è nessuno. E alla Messa di Natale, a volte a Pasqua”.
Guarda la Tv, legge, la politica interessa? Sissi abbozza un sorriso: ” Di sera, i telegiornali, Canale 5. Poca politica. Preferisco film gialli. Sono più vicina a Salvini, con Berlusconi al governo si stava meglio. Non vado più a votare, nauseata”.
Una donna orgogliosa. Una sigaretta dopo l’altra. Tabacco trinciato e cartine, un buon modo per risparmiare, soprattutto quando le sigarette cominciano ad avere prezzi esorbitanti. Un modo per vincere la solitudine anche il giorno del compleanno ? Sissi, un libro aperto, pare senza segreti e tanta voglia di raccontare, sfogarsi. “Non ho amiche. Anzi, solo una vorrei citare ad esempio. Iose Tardito, vive in frazione Varcavello, tra Diano Marina e Diano Castello. Per me è stata ed è come una sorella. Un’amicizia sincera, importantissima; mi è stata vicino nei giorni più tristi della mia esistenza. Quando, dopo 10 anni, ho lasciato Alberto, unico vero amore della mia vita. Ero già quassù sull’alpeggio. Non mi sono ripresa dallo choc, ma senza l’aiuto di Iose …..Certo non posso e non dimentico che ho ancora l’adorata mamma. Con lei eravamo andate ad abitare a Ceriale dopo che papà ci ha lasciate. Io avevo 14 anni. La mamma ha 84 anni, vive a Cenesi di Cisano sul Neva. Ci sentiamo spesso a telefono e nel mese di ferie stiamo insieme. Ho una sorella più adulta, Daniela, abita a San Fedele di Albenga, ho nipoti “.
Le ricerche su internet rivelano che non c’è traccia di un’altra malgara alle dipendenze di un pastore. Unica in Italia, che notizia ! Sissi indifferente, incredula..:” Forse in Val d’Aosta, nel Trentino, in Abruzzo, in Sardegna. Comunque sia preferisco essere dimenticata. Non sono una prima donna, la pubblicità non mi serve”. Sorride divertita: ” A chi può interessare la mia vita. Qualcuno dice che è un romanzo, rispondo che ogni giorno è un piccolo calvario, ma senza pene. Potrebbe andare peggio”. Un’aspirazione? ” Quella sì, eccome ! Vorrei , ma forse resta un sogno d’estate, avere delle bestie tutte mie, non essere una dipendente”.
Un ‘uccellino’ che vive non lontano, su queste montagne, dice che il suo stipendio è 500 euro al mese, 16 euro al giorno. Una paga da fame e non proprio esaltante in una società civile. Campare è davvero dura. Affitto, benzina, la luce, la spesa quotidiana. Va bene accontentarsi di poco, tirare la cinghia. Ci pensano già i pensionati al minimo, le pensioni sociali, milioni di italiani in stato di povertà.
Sissi: “Sono allergica alle bugie. Né voglio passare per vittima dell’ingiustizia. La mia è una libera scelta. Inizio a pascolare alle 7,30 fino alle 19, 30. A mezzogiorno pranzo al sacco, due panini, un po di frutta, acqua, la borsa termica. Si potrebbe dire: non me l’ha ordinato il medico. Questo è il mio lavoro, i nostri vecchi dicevano: o mangi questa minestra o salti dalla finestra. Per dieci anni sono stata malgara con la famiglia Benedetti, la più buona e rispettosa che abbia conosciuto. Ero legata sentimentalmente ad Alberto Benedetti, fino a quando mi sono resa conto del tradimento, nonostante non fosse più un ragazzino a 58 anni era sempre alla ricerca di svago. Le portava anche in casa…. Col cuore spezzato ho detto basta. Questo lavoro lo faccio volentieri anche se la paga è quella che è. Vorrei viaggiare, scoprire altre culture, altri modi di vivere...”.
Pentita, passando in rassegna la sua vita, le scelte sbagliate col senno del poi. Sissi: “Mi preoccupa più la vecchiaia, la misera pensione, non essere riuscita a raggiungere i contributi necessari per un domani dignitoso. Ecco di una cosa sono pentita: aver sempre aiutato gli altri e non trovare nessuno che ti aiuta. Iose esclusa. Vivo ad Alto, la gente è socievole, accogliente. L’aiuto, almeno qui, è reciproco. Nel mio animo c’è un vuoto, quello che ho passato non lo auguro… Oggi ho una casa e un orto in affitto. Raccolgo legna, la carico nel baule e faccio la provvista per il lungo inverno. Al sacrificio, alle rinunce, ho fatto il callo. Faccio spesa, sulla strada del ritorno, mi fermo nel negozio di Caprauna della signora Anna Cepollino. Una brava ed ottima commerciante” Una pizza, il ristorante, l’osteria ? ” Non ricordo l’ultima volta che sono andata, parecchi anni fa”.
Sissi quando parla dell’infanzia ha un sussulto, riflette, il magone in gola, ma con dignità. “Sono passata dalla gioventù di una famiglia che possedeva le bestie da latte, una stalla, per finire sotto padrone. Quando ci siamo trasferiti a Ceriale, giovanissima, ho lavorato in campeggio, da Armando originario di Nasino, poi in ristoranti, alberghi e locali pubblici di Alassio…. Di mio non ho mai avuto nulla e precipitata in una sorte di abisso quando sono mancati il nonno nel 1977 e lo zio nel ’99 che per me era un papà, colmava un vuoto. Del papà, invece, preferisco non parlare, dimenticare, dimenticare…Ho avuto una pubertà precoce ed una malattia che all’epoca pare fosse l’unica in Europa”.
La sconosciuta malgara di Alto vive tra ricordi, malinconia, in una oasi di pace e silenzio, in compagnia di due cani maremmani, di un terzo fedele ‘amico’ a quattro zampe che non la lascia un minuto, ‘protettore’. Se ti avvicini ringhia, mostra i denti. Le lunghe giornate di sole, oppure di intemperie, nebbia, temporali, sacrifici. La quiete per amica. Interrotta dall’abbaiare dei cani, il muggito delle mucche. Capiterà pure che passi qualcuno…due parole…
Sissi: ” Non soffro, la preoccupazione maggiore è quando nasce un vitello di notte ed io sono a casa. In genere le mucche, prossime a partorire, vengono portate dal proprietario nella sua stalla di Aquila d’Arroscia. Chi ogni tanto raggiunge la mandria è il veterinario, la dottoressa Marangi di Tovo San Giacomo. L’altra preoccupazione sono i lupi veri. Arrivare al mattino dove sono rinchiusi i vitelli e trovare le ossa, il sangue. Il recinto non protegge più di tanto. I cani sono una difesa, però se seguono le mucche e non possono fare la guardia alla stalla. Quassù capita ancora di vedere volpi, lepri. E diciamo che ogni tanto la buona stella mi protegge. Non faccio assenze per malattia. Il tempo ? Non mi lamento. Il primo anno è stata dura: nebbia, acqua, temporali, fulmini. Si fa l’abitudine a non incontrare anima viva per giorni. Da qui passa l’Alta Via, è frequentata da italiani e stranieri, giovani soprattutto. C’è una ‘ casetta ‘ più in basso, ristrutturata, ogni tanto nella bella stagione arriva una giovane coppia di Castelbianco e più in basso un imprenditore di Albenga ha trasformato una malga senza risparmiare. Ancora grazie che c’è qualcuno che investe, affascinato dalla montagna, dalla natura, dall’ambiente incontaminato che la circonda. Io lo definirei secondo paradiso terrestre”.
Lungo la strada che a chiamarla accidentata è eufemismo, si passa davanti ad uno dei casolari abbandonati. Sul muro della facciata una stele ricorda il luogo della fucilazione, il ‘martirio’ di Felice Cascione, Medaglia d’Oro al valore militare, partigiano, autore della canzone ‘Fischia il vento’. Morto crivellato di colpi, a 25 anni, in località Fontane. Peccato che la dimora versi in stato di abbandono, degrado e la stele…
Sissi: “Ho abitato nella ‘teccio’ dove c’è la lapide. La festa, o meglio la ricorrenza, è il 7 agosto. Solo in quella circostanza si vede un po’ di gente. Non credo che la località sia molto conosciuta, meglio arrivarci a piedi. Con auto e moto, escluse enduro e fuori strada, è un percorso da sconsigliare, a rischio di restare in panne”.
La pastora di Alto conosce vita e miracoli dei ‘colleghi’ che frequentano le Alpi Liguri, Marittime ? Le zone di pascolo estivo, autunnale, invernale, la transumanza che non è più quella di una volta con il suo ‘fascino’, aneddoti, leggende.
Sissi: ” Il primo che ricordo era un personaggio simpatico, Ernesto Pelassa di Mendatica. Quando l’ho conosciuto abitava a Ceriale, sul lungomare. Aveva il ‘teccio’ a Valcona Soprana. I Benedetti, i fratelli Alberto e Piero. Pascolo estivo a Upega, quindi al Colle dello Scravaion, alla Madonna di Balestrino. Un mitico simpaticone è Aldo Lo Manto siciliano a Bastia d’Albenga, frequenta i boschi delle Navette, dei Comuni di Mendatica, Montegrosso… Ci sono pastori con mucche, pecore, capre a Rezzo, Cosio d’Arroscia, Cisano sul Neva; dell’imperiese, al savonese, al cuneese. Un mestiere duro, sacrifici tanti, non si diventa benestanti. Non ci sono feste, 360 giorni l’anno….”.
A proposito, il suo datore di lavoro dicono abbia un’avviata macelleria a Campochiesa d’Albenga. Sia uno dei pochi che da padre in figlio, ha continuato ad investire e comprare malghe abbandonate, terreni per il pascolo nel Comune di Alto. Ci hanno parlato di Massimo Chà, tra i cognomi più diffusi ad Aquila d’Arroscia. Un pastore, insomma, che merita ammirazione ed apprezzamento. In prima linea, nonostante gli anni di crisi generale non ha gettato la spugna.
” E’ vero, il mio datore di lavoro è Massimo. Ha la stalla ad Aquila d’Arroscia, la macelleria a Campochiesa. Una persona, una famiglia che non sta con le mani in mano. Quando ho bisogno e ho un’emergenza è l’unico che posso chiamare per raggiungermi nell’alpeggio, nei pascoli di Alto e Caprauna o nelle altre zone più in basso, durante l’anno. Se penso che altri pastori devono ricorrere a personale straniero, io dovrei accontentarmi. Ci sarà chi guadagna più di me, o forse meno. La vita è bella ? E’ un sogno? Vince chi se la gode di più ? La vita non è una corsa, un viaggio da assaporare ad ogni passo. Non per tutti. Importante è la salute e la fortuna. Non mi sento realizzata, ma non dispero. E poi chi sono io ?”.
Coraggio Sissi ! Pastorella tenace delle Alpi Liguri e Piemontesi che in silenzio, lontana dai riflettori, ‘scrive’ e narra, per la prima volta, ad un vecchio montanaro cronista la sua piccola grande storia nel Bel Paese delle ‘meraviglie’ e dei dimenticate/i che non fanno notizia. Un’altra Sissi, imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia, ha contribuito, nell’800, al buon nome dell’impero; in Italia è stata la ‘fortuna’ di Merano. Sissi è presente in ogni angolo della cittadina tirolese ed in ogni angolo si avverte la grandezza degli anni in cui l’Imperatrice era solita trascorrere il tempo passeggiando lungo il fiume Passirio.
Luciano Corrado