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Arma di Taggia, disperato appello di una figlia: ‘Mia mamma, 91 anni, siciliana come il sindaco, vuole morire sulla sedia a rotelle. Chiedo pietà! È malata e reduce di guerra’

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Un appello disperato (e rabbioso) di una figlia che invoca aiuto: ‘ La mamma ha 91 anni, vive sola, sulla sedie a rotelle, mi chiede di lasciarla morire… dopo aver atteso invano la residenza dal Comune. I servizi sociali sono assenti, non ha le cure di cui avrebbe bisogno, la casa in affitto è priva di riscaldamento causando un ricovero per broncopolmonite. Il sindaco e la burocrazia si appellano alle norme di legge in quanto il titolare dell’immobile, pur ricevendo l’affitto, rifiuta di riconoscere l’inquilina’.

Per Fortunata Iarrera un Natale 2016 tristissimo ad Arma di Taggia (foto Sanremo News)

Il primo cittadino di Arma di Taggia, 14 mila residenti, tante seconde case, turismo e floricoltura, è siciliano di  Castellana Sicula, quasi concittadino di Fortunata Ierrera, affetta da gravi patologie cardiovascolari e disabilità che la costringono a vivere su sedia a rotelle. Da qui la necessità e l’urgenza di lasciare la natia Messina per raggiungere sulla  riviera imperiese la figlia Anna Bissi.Non avevo altra scelta ” – racconta la donna a sua volta al limite di esasperazione e indignazione, palpabile nel racconto della tragedia famigliare con connotati  e risvolti paradossali. Proprio in un periodo in cui un altro dramma, quello dell’immigrazione, si acuisce sotto i riflettori della cronaca nazionale, ligure, imperiese. “A mia mamma si nega l’iscrizione all’anagrafe dei residenti,  adducendo che è scaduto il 6 di giugno il contratto d’affitto; il proprietario dell’immobile ha messo per iscritto di ignorare l’esistenza della richiedente (la mamma), nonostante sia lei a pagare regolarmente l’affitto della casa ammobiliata, priva di riscaldamento. Va da se, debba far ricorso a due stufette elettriche, con l’energia pagata come seconda casa. Mia mamma, checche si dica, è domiciliata ad Arma di Taggia dallo scorso marzo in un alloggio il cui contratto di affitto ha dovuto stipulare a mio nome”. Perchè? Risposta: “Per ovviare alla discriminazione nei confronti degli anziani che ormai sono il 60% della popolazione residente, nessuno vuole affittare ad una novantenne…. Dai Servizi sociali di Taggia  c’è uno scarsissimo aiuto concreto e il sindaco, col quale ho avuto un colloquio, si è seccamente espresso: “Come mai avete scelto di venire proprio qui ?” Stupiscono queste parole proprio in una cittadina di emigrati calabresi, siciliani, pugliesi”. E come emerge dai dati Istat con una presenza significativa di  albanesi, romeni, marocchini, moldavi, turchi, ucraini.

Il dr. Vincenzo Genduso sindaco

Passando in rassegna la documentazione scritta della ‘mamma rifiutata‘ non ci sarebbe in ballo un rifiuto umanitario. Il nodo  del contendere starebbe nel contratto di locazione trimestrale, scaduto. E poco importa se il proprietario, Luigi Chianale, continua a percepire il canone d’affitto. Il primo cittadino, Vincenzo Genduso, 58 anni, medico apprezzato e votato per il suo secondo mandato con la lista civica ‘E’ ancora tempo‘ (in giunta due assessori medici,  Giovanni Cordoni e Mario Manni, oltre al prof. Roberto Orengo  e all’arch. Cristina Roggeri) ha dichiarato a Sanremo News: “ Non c’è alcuna volontà del Comune di negare la residenza, ma devono sussistere  i requisiti, tra cui un regolare contratto d’affitto. Ho parlato a lungo con la figlia e spiegato che gli uffici comunali non possono ignorare le norme di legge.  Non c’entra la burocrazia. Credo che prima di procedere al trasferimento della donna, la figlia  ed il genero avrebbero dovuto informarsi bene….purtroppo dalla residenza dipende sia l’assistenza sociale, sia quella sanitaria….”.

Anna Bissi, al telefono, perde le staffe, la voce si altera, appare sconvolta e impotente. Si chiede perchè la Rai, le tv generaliste,  ignorino questo De Profundis: “Con una madre disabile, cosa dovevo fare quando mi sono resa conto che non poteva più vivere sola a Messina ed io sono qui a Taggia dove vivo da tempo e lavoro. Di fronte all’ultima emergenza mi sono precipitata; abbiamo preso il primo aereo per Nizza. La casa ? La prima agenzia immobiliare aveva rifiutato quando ho accennato di alloggiare mamma invalida. La seconda ha accettato con contratto trimestrale, tassativo a mio nome, anche se il bonifico risulta a nome di mia madre e continua a incassarlo”.

La signora Fortunata di nome (un po’ non di fatto), si ritrova ‘abbandonata’ dalle istituzioni e locataria abusiva. Lo dice chiaramente la lettera del Comune : “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza”.” Trovo questo semplicemente vergognoso – incalza la figlia Anna –   in un paese dove prima della persona, ammalata e disabile, si guarda alla forma, senza fare nulla per sostenere un malcapitato cittadino in situazioni difficili; compito che spetta proprio alle istituzioni ed allo Stato che il Comune rappresenta; vengono così negati alla mamma diritti elementari quali l’assistenza fisioterapica e ausili come, sedia a rotelle, letto antidecubito, pannoloni e quant’altro di cui assolutamente necessita. Comune e Servizi Sociali giocano a rimpiattino scaricando le proprie responsabilità. E’ una vergogna grossa come una casa. Io che non sono assolutamente razzista o leghista, constato che sono più degni di attenzione gli immigrati (anche clandestini) cui vengono forniti dallo Stato alloggi, assistenza sanitaria e danaro per le piccole spese………..(Evviva!!!)”.

Forse, pur nel dolore, viene spontaneo domandarsi perchè Anna Bissi ed il marito non si siano rivolti ad un avvocato, anche se è triste porsi la domanda, tenuto conto che i legali solitamente non fanno opere di bene quali benefattori. “Ci riamo rivolti all’avvocato Fabio Tropini…..forse gli anziani non hanno tutele. E pensare che mamma ha vissuto la Guerra, gli inglesi le hanno sparato addosso, il mio compianto papà era un palombaro scelto, ha dato la vita per salvare vite umane. Se mamma non avesse una pensione di 1200 euro il mese sarebbe già finita al camposanto. Ammesso che abbia sbagliato io a volerla vicina a casa per assisterla meglio, che colpa ha lei di cosa sta succedendo nell’indifferenza dei più ? Doveva lasciarla a Messina ? Ho richiesto la residenza a Taggia nella convinzione che non avrei trovato muri di gomma, un paradosso che grida vendetta. Ci sarà pure qualcuno che ha una mamma, una nonna, una persona cara e può capire tutto il disagio di una figlia che ha un lavoro, degli orari….”.

Fortunata Ierrera  cittadina italiana che non ‘esiste più‘. Nella sua Patria senza una residenza, senza assistenza, senza diritto di votare. Non è finita, gli uffici dell’anagrafe di Taggia in ossequio  al decreto del 28 marzo 2014 (inizio della prima Guerra Mondiale), convertito in legge il 23 maggio dello stesso anno, “provvedono ad effettuare il ripristino della posizione anagrafica precedente, come illustrato dalla circolare del Ministero dell’Interno del regolamento anagrafico del 30 maggio 1989,  modificato… nel 2012….pertanto il presente provvedimento sarà inviato al Comune di Messina  che provvederà al ripristino della posizione anagrafica….avverso al provvedimento è ammesso ricorso gerarchico al Prefetto entro 30 giorni…”. La figlia nominata dal tribunale di Imperia ‘amministratrice di sostegno‘ non si da pace “Non combatto soltanto perchè è stata una mamma valorosa…chiunque credo potrebbe trovarsi nelle nostre condizioni. E’ possibile che ci vogliano un avvocato, una causa per tutelare chi si ritrova senza un santo protettore”?

Che dire, se non concludere con i versi del Salmo del De profundis:

Dal profondo a te grido, o Signore;

Signore, ascolta la mia voce.

Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia supplica.

Passerà il Natale, un Natale tristissimo per la novantenne Fortunata. Il giorno 28, festa dei Santissimi Innocenti martiri, è il compleanno del sindaco.  Nel calore della famiglia spegnerà le candeline. Gesù Bambino resta adagiato nella mangiatoia fino all’Epifania, giorno dei Re Magi e della Befana. Taggia non merita solo il carbone. Ci sarà pure un ‘cuore’ che palpita, un ‘cuore’ che per tenerezza dona pietà.

L. Cor.


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