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Pieve di Teco, Dell’Angelo compie 221 anniBenvenuti nell’hotel più antico della LiguriaDue fratelli medici lo vorrebbero rilanciare

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La notizia ha una fonte degna di fede: l’Archivio di stato di Savona. L’hotel Dell’Angelo, nel centro storico di Pieve di Teco, può fregiarsi di alcuni primati e di qualche nota di colore, di fascino senza pari. Una cronaca inedita che si perde nella notte dei tempi di 221 anni fa, ma anche una collezione da museo dove spicca un ‘Ape calessino’ che un amatore ha cercato invano di comprare. Alla reception un personaggio straordinario, mitico, Piero Ciocchetto: 8 anni di liceo classico, a Carcare, dagli Scolopi dove “Mameli ha scritto l’Inno d’Italia”. E’ lui l’oste e il cicerone: ‘La sala pranzo era il refettorio  degli ufficiali di Napoleone’.  Arredi d’arte antica. Tra gli ospiti Sandro Pertini: “Era il suo collegio elettorale e l’ultima volta, dopo poche settimane, fu eletto presidente della Repubblica”. Il senatore galantuomo prof. Roberto Lucifredi che fu vice presidente del Senato; Paolo Emilio Taviani che da ministro inaugurò la caserma. Personaggi dello spettacolo e della canzone italiana, tanti stranieri dai quattro continenti.

Piero Ciocchetto con il cugino medico Antonino Pira entrambi con l’hobby dell’arte antica e dei motomezzi d’epoca

Piero un ‘giovane’ di 79 anni che meriterebbe di essere raccontato dall’A alla Z, fulgido esempio di ‘vero ed esemplare’ albergatore che alle parole, alle esternazioni, alle passerelle, preferisce ‘lavorar tacendo’. Mai una parola sopra le note, pur essendo un benemerito pievese Doc.

L’elenco delle strutture alberghiere della Regione Liguria, edizione 1977, vent’anni fa,  a Pieve di Teco, elencava quattro hotel: De Filippi,  Principe (un porto di mare con una clientela che arrivava da ogni dove), La Pineta in località colle San Bartolomeo, Dell’Angelo; i primi due hanno chiuso da tempo. Dell’Angelo di 16 camere ne utilizza 10. Dalla Regione Liguria, per adeguamento della struttura, aveva ottenuto, quando c’era la lira, 16 milioni. “Anzi – osserva Ciocchetto –  ho anche di recente ricevuto la visita di funzionari regionali e mi hanno spronato ad chiedere altri finanziamenti, io cerco di operare con le mie forze. Sono felice perché i miei eredi sono due cugini, animati da amore per il paese d’origine, per l’albergo, passione per gli uliveti e l’autentico olio extravergine. Insomma, non l’ho mai detto a nessuno, ma se riusciremo ad acquisire un’ala dell’immobile, cosa che appare abbastanza complessa, l’hotel Dell’Angelo potrà migliorare l’ospitalità e la sua già prestigiosa immagine”.

Il signor Ciocchetto parla a ragion veduta, nessuna farnetificazione. Basterebbe leggere i giudizi della clientela su vari siti internet e motori di ricerca. E’ soprattutto dall’estero, dall’Europa. Non solo gli ospiti scrivono e parlano del gioiello, dei valori artistici che si possono ammirare nelle stanze e nelle sale. Dal mobilio, ai quadri, ai lampadari, a tesori  che mandano in visibilio amatori ed esperti. C’è molto di più e di interessante da vedere nella vecchia ‘cantina – rimessa’, ci sono alcuni esemplari motorizzati. ” E’ solo una parte della collezione, il cui merito non è soltanto mio, è la passione di mio cugino Antonino Pira, otorino a Torino”. Un Ape calessino, da pezzi rarissimi, è una meraviglia.  E’ disposto a venderlo ? “Neanche per sogno, qualche mese fa un signore di fuori regione ha messo sul banco della reception il libretto degli assegni. ‘Scriva lei la somma, io firmo’. L’ho ringraziato, non facciamo commercio…”.  In effetti basterebbe creare una salone museale al Dell’Angelo per dare vita ad un pendolarismo di visitatori che arriverebbe da ogni parte d’Italia e oltre i confini. La ‘collezione’ pare abbia dei ‘modelli’ unici  e gli amatori sono molti, ad iniziare da russi,  canadesi. Anche il ‘progetto museo’ pare sia tra gli obiettivi nobili degli eredi di Ciocchetto e Pieve di Teco dovrebbe essere in prima linea a tifare, spronare, attraverso il Comune, Pro Loco,  associazioni di categoria; sarebbe una promozione senza pari del territorio sia in termini di visitatori, sia nel mondo dei mass media oltre i confini provinciali.

Una antica ricevuta fiscale del 1937  da quadro per parete

La ‘giovane’ postazione telefonica alla reception dell’hotel

L’hotel Dell’Angelo e la sua inedita storia. Può sembrare un paradosso, eppure questo gioiello unico in Liguria non ha mai suscitato l’interesse dell’informazione: dai giornali, alla Tv. “In realtà – ricorda Piero CiocchettoRai 3 ha dedicato alcune riprese alla sala da pranzo, descritta quale refettorio degli ufficiali napoleonici”. Poi  negli anni 80, nella pagina del Secolo XIX di Imperia, era apparso un articolo del giornalista Franco Bianchi, titolato “Affreschi e stoccafisso”.

La ricerca per risalire alle origini dell’albergo ha avuto un risvolto quasi casuale e curioso. Un cliente sfogliando faldoni risalenti all’epoca napoleonica, ha trovato fogli relativi ad ‘affari di polizia’, la registrazione degli ‘ospiti’ era già obbligatoria. Si narra, inoltre, che la originaria struttura nacque da un’idea dell’architetto Cantoni e delle sue ‘ 3 P (progetto delle chiese parrocchiali)’: Pieve di Teco, Pietra Ligure, Porto Maurizio.  A Pieve il professionista si era portato un capomastro di cognome Casella e che ha realizzato l’albergo. Cantoni descritto personaggio facoltoso, proprietario di una saponeria, una ‘peperia’ (col pece si univa la tomaia alle suole), non a caso il paese era conosciuto per il suo artigianato delle scarpe, scarponi.

La conduzione e l’hotel è rimasta della famiglia Casella (che non si è estinta, l’attuale vice sindaco è un Casella) fino al 1937 quando fu acquisita e subentrarono i Ciocchetto, con papà Agostino, nato a Nizza (Francia).  Nonno Ciocchetto  invece era maitre del ristorante  Du Rull Belle Epoque. La mamma di PieroMaria Pescio, si è sposata a 25 anni ed è rimasta vedova nel 2002; ha vissuto fino a 90 anni collaborando soprattutto nella cucina dell’albergo che da 5 – 6 anni è chiusa per pranzi e cene, restano le colazioni del mattino.

Piero Ciocchetto, capace di una signorilità mai passata di moda; nella vita l’hobby preferito è stato lo scii, ha girato il mondo, ha avuto le sue ‘fiamme’ e un fidanzamento, ormai l’unico suo svago è stare tra la gente, con la gente. I clienti non sono soltanto occasione di lavoro, ma di conversazione, di confronto. “Imparo sempre qualcosa e mi piace ascoltare”. L’orgoglio del lavoro, l’affetto per i due cugini. Oltre ad Antonino, padre di una figlia, di cui si è già detto, il fratello Enrico, professore universitario di Medicina di lavoro (per sei mesi consulente del tribunale internazionale dell’Aia). Una figlia laureata in Scienza dell’alimentazione.

Le mamme di Piero, di Antonino e Enrico, erano sorelle. La prima  aveva sposato Ciocchetto, la seconda, maestra elementare, era coniugata Pira, mitico segretario comunale ad Oneglia. Non è un caso se ora i fratelli Pira possono esibire sulle colline di Costa d’Oneglia e a Pieve di Teco terreni  baciati dal sole con 1500 alberi d’ulivo, alcuni con 600 – 700 anni di vita. Con una particolarità abbastanza rara nel mondo degli olivicoltori delle nostre valli. ” E’ un hobby che mi coinvolge e mi rendo fiero – confessa il dr. Antonino Pira – , il nostro olio deriva solo da olive sbattute, non faccio uso di reti, anche se mi rendo conto che perdo il 30 – 40 % della produzione, in compenso è un olio che non si ossida nel tempo, è ricco di polifenoli antiossidanti.  Molto importante nella qualità finale è anche dove e come si tiene l’olio. Non teme l’invecchiamento. L’olio è una medicina, l’ha più apprezzata dagli amici”.

Come vede il futuro di Pieve di Teco, dall’alto della sua esperienza di albergatore, Piero Ciocchetto ? “ Abbiamo attraversato gli anni del boom e momenti difficili, brutti; ora sono più fiducioso, vedo all’orizzonte buone prospettive. Non abbiamo solo il terziario in ripresa: turismo, commercio, enogastronomia. Abbiamo aziende modello e leader che generano indotto: Marchisio, la svedese Munster, San Lorenzo. Siamo messi meglio di tante altre valli dell’entroterra ligure. La vitalità della ristorazione è un buon segno, anche se non bisogna abbassare la guardia sul fronte della qualità, della tradizione culinaria, della valorizzazione, non solo a parole e slogan. Le eccellenze non devono essere distribuite a destra e a manca, a pioggia, quando si ascoltano certi programmi delle tv locali, altrimenti si declassano le vere eccellenze”. Tra i sindaci di Pieve di Teco a chi darebbe la medaglia della meritocrazia ? ” Certamente all’ing. Fossati, al prof. Trucco editore ed un infinito amore per il proprio paese, ricordo che quando il Comune ospitava qualcuno per manifestazioni, convegni, lui pagava di tasca propria almeno la metà della somma. Non dimentichiamo la famiglia Lengueglia, con il pioniere dei  primi bus di linea dalla valle alla Riviera, un figlio, Marco, è stato anche sindaco. Meriterebbero almeno una targa”.

Quando l’albergo dava un servizio di autonoleggio (mutomobili) nel 1934 ed era gestito dalla originaria famiglia Casella di Pieve di Teco

Chi sono i clienti più assidui del Dell’Angelo ?  ”Fino a due anni fa almeno il 35 per cento erano tedeschi, negli ultimi due anni sono diminuiti, rimpiazzati  però da svizzeri e francesi. Ho avuto anche due australiani che hanno acquistato l’antico edificio del mattatoio comunale. Fa sempre piacere quando prenotano e indicano la camera che desiderano, quella arredata in stile…; spesso fanno il passaparola, mandano amici. Clienti entusiasti, ammirati dalle cose antiche”.

C’è un’altra pagina ai più inedita dell’offerta dell’Hotel Dell’Angelo. Una giardino alberato, nascosto, romantico, pittoresco, silenzioso, attiguo all’edificio: 1.300 mq e una ‘baita’: “Qui, nella bella stagione, ospitiamo matrimoni, anniversari, pranzi all’aperto. Certamente si potrebbe fare molto di più, anche per me gli anni pesano.  Inizio la giornata di lavoro alle 7,30 per le colazioni e mi do da fare fino alle 23. Ho una affiatata donna delle pulizie e una brava straniera in cucina. I clienti sono soddisfatti e questo è importante”.

E’ vero. Basta scorrere i giudizi che lasciano sui social network per la prova del nove. Eccone alcuni: “Abbiamo scoperto casualmente questa “perla”! albergo molto datato ma confortevole e pulito con arredi d’epoca e quiete assicurata. Il signor Piero, adorabile gestore, rende interessante e familiare anche il più banale dei pernottamenti. Fatevi mostrare il notevole salone da pranzo (oggi purtroppo riservato a poche occasioni) e lo vedrete al pari degli ufficiali napoleonici che qui soggiornarono…”. Oppure: ” Siamo stati accolti in maniera affabile dal titolare che ci ha dato una camera bellissima arredata con mobili antichi e molto confortevole con vista sulla campagna intorno… Un’atmosfera che ti rinvia al mondo di una volta, semplice e naturalmente bello, senza sovrastrutture effimere…Un gioiellino di hotel curato nei particolari; pulito, ordinato; atmosfera tranquilla; il personale disponibile e gentile” Infine: ” Ottima posizione in una graziosa piazzetta all’inizio dei portici di Pieve di Teco . … Una sala da pranzo con splendidi soffitti affrescati. Buona colazione, con dolci tradizionali del luogo. Il proprietario segue ogni cliente con attenzione e gentilezza, con professionalità tutta personale. Bella esperienza.”

Complimenti signor Piero, la comunità pievese dovrebbe iscriverla nell’album dei suoi ‘figli’ migliori. E speriamo se ne ricordino finchè lei sarà tra i cittadini attivi.  Si narra che Mussolini aveva fatto nascere il liceo classico di Carcare, affidato ai Padri Scolopi, per formare gli alti funzionari del fascismo. Piero è cristiano, non praticante, ma ha la fede indissolubile della democrazia e della dedizione al lavoro.

Luciano Corrado

 

 

Non sono giocattoli ma il museo dei motomezzi e automezzi nel magazzino dell’hotel Dell’Angelo, in primo piano  l’Ape calessi

 

 

L’oasi alberato dell’hotel Dell’Angelo dove si tengono i banchetti durante la bella stagione

 

 

 

 

 


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