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Tassa di Soggiorno, i 7 Comuni (rivieraschi) del ‘no’ e l’entroterra. Chi gestisce i soldi della promozione intercomunale? Non si sa

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Patto del turismo, protocollo d’intesa per scongiurare la macchia di leopardo ? Da due mesi si polemizza quasi solamente dei comuni (10, Albenga deve ancora votare) che, oltre a Savona apripista, non hanno di fatto aderito alla prima promessa elettorale di Berlusconi e Salvini di ridurre la pressione fiscale con la reintroduzione della Tassa di soggiorno che pagano i turisti in hotel, residence, agriturismi, campeggi, seconde case. Per un massimo di 5 giorni, dal 2018, limitatamente a luglio ed agosto; poi da aprile ad ottobre. Attenzione, manca un tassello. Le categorie hanno firmato perché all’ospite si dovrebbe presentare la ‘tassa’ come una card – benefit che da diritto a concrete agevolazioni: park comunali, musei, piscine pubbliche, autotrasporti, manifestazioni. Invece nulla. Non solo.In realtà succederà, a meno che i promotori regionali dal presidente Giovanni Toti, al capogruppo esperto di turismo e alberghi, Angelo Vaccarezza, all’assessore avv. Giovanni Berrino, non si facciano garanti. Il turista paga mentre sindaci, assessori, consiglieri comunali che hanno votato ‘sì’ (o si sono astenuti) faranno in modo che le cose si sistemino alla meglio, dopo aver gabellato chi trascorre le vacanze nelle 11 località savonesi, poi ci sono gli imperiesi. La Liguria ha introdotto la tassa di soggiorno solo dopo l’istituzione dei Registro dei Comuni turistici e il ‘patto per il turismo’ che assegna la suddivisione.

In due mesi  fiumi di parole, dispute, malintesi, soprattutto in alcune località. Si sono fatti sentire con coraggio, si direbbe, laddove manca il richiamo del ‘cuculo‘. Ci sono presidenti di categoria, in loco, che hanno appena fiatato, non è chiaro se per timore reverenziale o perchè hanno in essere attività e progetti, mire, per cui è consigliato stare dalla parte dei silenziosi. C’è chi, invece, è in perfetta buona fede e prende esempio dalla Tassa, come a Palermo, estendendola a 365 giorni l’anno e con percentuali ancora più pesanti, fino a 5 euro per i ricchi. Palermo con il sindaco Leonluca Orlando, bandiera della legalità e della sinistra democratica. Città con qualche mafiosetto di troppo, non bisogna farci troppo caso. Finchè non fanno stragi quasi non fa più notizia.

COMUNI’ VIRTUOSI’ CHE HANNO DETTO NO – Si è parlato, a cominciare da trucioli, in particolare di Laigueglia. Caso assai raro, ha ridotto diverse tariffe a carico di cittadini e turisti. Si è fatta sentire Andora dove dalla casa comunale non arrivano più  comunicati stampa. Saranno  di parte, di chi è al potere, è pur sempre un’informazione, al punto che in tv (Imperia Tv che segue i consigli comunali, forse ricompensata) il sindaco ha annunciato la diffusione stampa ‘neutrale’ di 5 mila copie di un notiziario in cui si da conto soprattutto di aspetti della vita sociale che coinvolgono tutti. Per Andora problemi delle fognature (che sono gestiste dalla pubblica e disastrata Rivieracqua imperiese), dell’edilizia scolastica, dei 9 milioni di euro spesi con l’aiuto della Regione per interventi urgenti. Andora è l’unica cittadina costiera della Provincia dove non esistono parcheggi pubblici a pagamento.

Ha detto no alla gabella turismo Ceriale che in primavera (maggio?) va alle urne, ma anche Borgio Verezzi che ha un discreto patrimonio alberghiero recettivo. Non applicano la tassa Bergeggi (tre i complessi alberghieri e molte seconde case), Vado Ligure che ospita uno degli hotel più moderni della provincia, e ancora le due Albissole e Celle Ligure. Ci sono le località dell’immediato entroterra, si pensi a Garlenda e Villanova, Ortovero (fa eccezione tra i paesi non rivieraschi l’adesione di Toirano di cui abbiamo già scritto), poi Tovo San Giacomo, il retroterra di Finale, quello di Varazze con Sassello e Urbe. L’alta Valbormida con Bardineto e Calizzano, oppure Cairo Montenotte, Carcare.

Unione provinciale albergatori: scambio di consegne e auguri tra Franca Roveraro Cappelluto e Angelo Berlangieri

COME SI E’ ARRIVATI ALLA TASSA – Tutto pare sia nato dall’iniziativa di alcuni sindaci (in particolare Loano, Pietra Ligure e Finale Ligure, centro destra e centro sinistra). C’è l’esempio di Savona (centro destra e casse comunali in pre dissesto, 14 milioni lasciati in eredità dalle giunte di sinistra) che ha introdotto la Tassa. In passato la Regione Liguria, con l’assessore al turismo Angelo Berlangieri, oggi presidente provinciale Upa aderenti a Confindustria, non ha provveduto all”albo’ dei Comuni turistici dove si può ovviare alla ‘no tax‘. L’obiettivo: con i soldi della tassa mettere in atto un’offerta migliore, più qualitativa e produttiva.

AL CAPANNO DI RANZI – Gli albergatori dell’Upa si erano riuniti, con i sindaci, al Capanno di Ranzi ed avevano invitato i Comuni a mettere in atto strategie tali da evitare campanilismi e competizioni, un sistema quantomeno comprensoriale. La tassa ha un senso, secondo la categoria, se la applicano tutti i paesi e le città interessate all’industria della vacanze. Mare – monti, ninfa allo sviluppo. Il patto siglato prevede che il 40 % dell’introito il Comune lo spende ‘pro turismo’: ad esempio arredo urbano, manifestazioni.  Il restante 60 % si spende in accordo tra Comuni e categorie. In questi anni abbiamo sentito e risentito, letto, che occorreva una promozione unitaria, una promozione di settore, mai non singola, vedi cosa accade nell’outdoor. Ogni paese lancia il suo progetto, ingaggia la società di consulenza. L’accordo prevede che i soldi della promozione non siano più gestiti per conto proprio da ogni comune. C’è da piangere se uno ha tempo e voglia di documentarsi.

Si è accennato di dare vita ad un Dmo che amministri quel denaro destinato alla promozione. Qualcuno ha subito fatto due più due, nasce un nuovo ente, con  presidente, vice presidente e…. Si è fatto il nome di Pignocca e Scrivano. Promessa sottovoce: nessun nuovo ente INTERCOMUNALE. E allora chi gestisce il denaro del 60 % ? Risposta: da studiare e decidere. Eppure i proventi cominciano ad essere versati a luglio. Superfluo chiedere a destra e a manca. La tesi: dobbiamo lavorare in questi 4 – 5 mesi che ci restano, trovare un punto di incontro. E la card – benefit del turista ? Mistero.

Il sindaco di Varazze  Alessandro Bozzano fautore del voltafaccia con gli albergatori

RASSEGNA STAMPA DI DUE MESI INFUOCATI E PROTAGONISTI –  20 novembre da Varazze la notizia che l’hotel El Chico, 4 stelle punterà su meeting e congressi, taglia il numero dei posti letto.  Il gestore  Gianfranco De Gasperi dichiara:  “I turisti sono sempre di meno e vogliono spendere poco, non si può andare avanti così, non possiamo fare altro che adattarci, i politici fanno proclami noi dobbiamo far quadre i conti, ci adegueremo alle nuove mode. In attesa della ripresa. Abbiamo investito nell’ampliamento di 10 camere, con 37 stanze e 75 posti letto, costruito la piscina. Tutto inutile, bisogna ridurre. Lo scorso anno abbiamo chiesto lo svincolo alberghiero, il Comune l’ha negato. Una legge assurda e lotterò per i diritti della mia proprietà”. Musica perfetta per i berlusconiani.

Primi di dicembre, a Varazze incontro tra sindaci ed operatori per l’introduzione della tassa di soggiorno. Si dichiarano contrari gli esponenti di categoria della Confcommercio: Paolo Efero, Fabio Raimondo, Michela Rosselli, Tommaso Tortarolo e Alberto Zanolla.  A Varazze si paventa il Dmo (centro operativo  gestione soldi della tassa) a livello provinciale. In accordo tra sindaci e sigle sindacali, non è chiaro se comprende  i sindacati dei lavoratori del comparto turistico alberghiero. Il colmo dei quattro gatti iscritti al sindacato e che ricorrono quando devono far cause. Gianantonio Cerruti, di Varazze, consigliere di opposizione fa sapere: “ La giunta Bozzano investe bene i soldi dei varazzini…, due ore di riunione, una ventina di presenze, ci sono già costate solo 4200 euro”.

A Noli il sindaco Niccoli, berlusconiano, al suo terzo mandato, recita: ” La nuova tassa ci consente  di avere i fondi necessari per investire nella promozione e potenziare i servizi agli ospiti”.  L’ex sindaco di Spotorno Gianpaolo Calvi ha affisso un manifesto di protesta contra l’applicazione della tassa, puntando il dito al locale Pd che due anni fa si era scagliato contro la proposta, ma il sindaco Fiorini ribatte che “dal 2015 ad oggi, quando anch’io mi opposi, sono cambiate tante cose.  Allora era un progetto per far quadrare il bilancio del Comune, oggi c’è un disegno condiviso di Regione, Comuni e categorie per investire seriamente nel turismo”. Critico sulla tassa un big locale della politica regionale, Matteo Mercenaro: “No alla tassa perchè manca un progetto concreto di come reinvestire le risorse che entreranno nelle casse comunali”.

Il sindaco di Finale, Frascherelli, avvocato, convinto sostenitore della Tassa di Soggiorno per il rilancio professionale del turismo

Il 14 dicembre i giornali titolano : Tassa di soggiorno, patto sindaci – albergatori. Firmano Unione albergatori, Federalberghi,  Confesercenti, Campeggi ed agenzie immobiliari. Nessuno cita gli agriturismo che sono iscritti alle categorie agricole ed hanno protestato per essere stati esclusi dal confronto. Le tariffe stabilite sono: hotel a 5 e 4 stelle, due euro a persona, per i 3 stelle 1,50, due stelle, agriturismo, bed &breakfast un euro.  Forfettarie per roulotte e camper da 15 a 60 euro stagionali. Il sindaco Frascherelli ( Finale) parla della necessita di puntare ad turismo professionale e del fatto che i Comuni non hanno i soldi necessari. Il collega Pignocca (Loano) è convinto che la tassa aiuta i comuni “a rendere le nostre località maggiormente appetibili”. Il sindaco Canepa (Alassio) si dice in piena sintonia con le associazioni di categoria che ad Alassio subito smentiscono. Lui imprenditore commerciale consiglia una tariffa unica da applicare per tutta la provincia di Savona.  Passino assessore al turismo di Albenga dice che la tassa ha senso a livello territoriale, con aliquote uguali per tutti; ad Albenga la ricettività è soprattutto nei campeggi. Il sindaco Valeriani (Pietra) non ha dubbi : “ I Comuni sono alla canna del gas e nel turismo bisogna investire risorse”.  Il sindaco Bozzano (Varazze) osserva che sta “aspettando il parere dell’Anci per sapere con certezza se i fondi che ne derivano saranno utilizzati solo in ambito turistico”.  Parla di tavolo con Comuni turistici, Regione e categorie per affrontare tutte le questioni in sospeso. Ma i soldi rientrano o no nel patto di stabilità ? Mistero. Varazze alla fine ha detto sì, rimangiandosi la promessa scritta dal sindaco in persona in campagna elettorale.

Il Comune di Laigueglia non aderisce ed ha attivato una collaborazione con l’Università di Genova su macro temi e  sulla Tassa di soggiorno per verificarne validità ed efficacia.  “Non ci sono oggi le garanzie che sia esclusa dal patto di stabilità e aggiungono: “Si colpisce il turista alberghiero che è invece quello che dobbiamo salvaguardare, da decenni sulle strutture ricettive  il legislatore, a partire dalla Regione, fino ai comuni,  impone ogni tipo di vincolo ritenendole di ‘interesse pubblico’ il loro mantenimento”. Il sindaco Maglione aveva proposto in alternativa un ‘tassa’ sugli ombrelloni degli stabilimenti balneari. Non sia mai detto e fatto.

La minoranza di centro destra di Finale Ligure  ha chiesto al sindaco di destinare il 40 per cento della tassa alla “salvaguardia degli arenile”. E in Regione ? Il presidente Toti: “Non credo che  un turista decida dove andare  sull’euro in più o in meno per la tassa di soggiorno.  A Genova il balzello si paga da qualche anno e ora grazie alla Regione con il ‘Patto sul turismo’ sul tema tassa soggiorno c’è una larghissima convergenza dei sindaci e delle categorie coinvolte,  chiederemo al governo che i flussi di cassa della tassa non sia soggetti al patto di stabilità.” 

Il sindaco di Alassio Enzo Canepa ed il presidente provinciale di Confcommercio Vincenzo Bertino

I giornali danno conto, a novembre, che sono contrari alla tassa il presidente provinciale Confcommercio, Vincenzo Bertino, e tutte le categorie rappresentate: Federalberghi, Faita, Fimaa, Fipe, Stabilimenti balneari, Silb, locali da ballo.  Bertino: “Non è il momento di inventare nuove tasse.” Lorenza Giudice: “Serve più prudenza dei sindaci, Savona è in crisi dopo anni di gravi difficoltà….il nostro è un secco no”. Marilena Ratto:Non siamo alle Cinque Terre…“.

Tommaso Tortarolo, presidente Giovani imprenditori Confcommercio ed albergatori di Celle afferma che con la tassa i tour operator stanno già spostando i gruppi in prenotazione nel 2018 verso altre regioni. Chi conosce la realtà dei gruppi dove si battaglia anche per pochi euro, può sapere e capire.  Da Alassio si apprende che dal 2015 detiene la palma  di abitanti ed operatori più tartassati.  2.042 euro pro capite di cui 89% incassate.  Seguono Pietra Ligure, Finale. Il Secolo XIX pubblica una lettera di Daniele Rembado assessore al turismo di Pietra Ligure.  Sostiene che tassa ha un senso se gestita ed applicata in tutto il comprensorio (Borgio e Tovo non hanno aderito), solo allora, a suo avviso, diventa un’opportunità.  Aggiunge: “Ci vuole coraggio a manifestare le proprie idee pubblicamente.  Coraggio che invece è mancato.  Bisogna condividere un percorso di sviluppo. Che coinvolga le categorie che  paiono essere ostaggio di preclusioni ideologiche. Con un confronto costruttivo la tassa può diventare un investimento per il futuro del comprensorio e non elemento di divisione”. Belle parole anche se un pochino contraddittorie.

Gli albergatori, si legge in un articolo, puntano il dito contro l’abusivismo di alloggi per le vacanze e bisogna mettere a punto strumenti che oggi non ci sono. Come dare loro torto ? Basterebbe ascoltare due voci davvero coerenti ed autorevoli da Finale che solitamente non fanno esternazioni, né passerelle. ” Ci vuole un bel coraggio ad introdurre la tassa nei Comuni della Riviera, sentiamo parlare di finanziamenti per manifestazioni e promozioni, sicuramente utili,  la la situazione richiede semmai priorità su infrastrutture e servizi per turisti e residenti”, ricordano Attilio Podestà (da anni non leggiamo suoi interventi, nonostante avrebbe tutti i motivi per parlare lui che amministra uno degli hotel storici e più prestigiosi della città) e Giovanni Argento dell’hotel Rio.

Denunciano che “da giugno a settembre la viabilità in Riviera è un incubo per tutti e trovare un parcheggio anche a pagamento è spesso complicato.  Sono requisiti basilari essenziali  per fare turismo in modo credibile. Finale ha grandi potenzialità ma anche grandi carenze che attendono risposte e soluzioni.”

Frascherelli serafico replica: “I comuni non hanno bisogno di far quadrare i bilanci, semmai le richieste per la promozione,  i parcheggi gratuiti, le navette, le manifestazioni, i depliant sono in continuo aumento e le risorse sono limitate. Le associazioni hanno sottoscritto il Patto del turismo e dovrebbero essere coerenti”. Lui fa l’avvocato, avrà qualche cliente albergatore ? L’avrà convinto ad accettare più pressione fiscale per il comparto ricettivo.Vede un film che noi vecchi cronisti di turismo provinciale e ligure ignoriamo. Non ci resta che imparare, ma scandalizzati. Se c’è una categoria debole, anche per proprie colpe e per conflitti di interesse ora di schieramento, ora d’affari, ora di ‘poltrone’, sono proprio gli albergatori. Dovrebbero, non da oggi, ‘imparare’ (?) dai Bagni Marini. Si parla tanto dell’emergenza lavoro ed occupazione, qual è un comparto (albergo tradizionale) in grado di offrire più prospettive per giovani, donne e dove i ‘robot’ non possono sostituire l’uomo. A Finale c’è una scuola alberghiera quale la sorte della stragrande maggioranza di quei giovani ? Idem ad Alassio.

Perché se chiude un’azienda, magari con una manciata di occupati, si fa tanto chiasso e barricate, se chiude un albergo non esce spesso neppure una breve sui media locali. Che danno puntuale risalto alle sagre. Basta sfogliare la rassegna stampa. E prima di tassare i turisti si azzerino sprechi, consulenze agli amici degli amici, acquisti senza rigoroso controllo dei costi, si taglino le mance – erogazioni clientelari ed elettorali, si riducano le addizionali comunali, si dia priorità all’efficienza, competenza, meritocrazia e produttività. Basta incapaci falliti nel ‘privato’ e promossi nel ‘pubblico’. Abbiamo un’imposizione sul lavoro e fiscale tra le maggiori in Europa. Non è l’entità della tassa di soggiorno, è il segnale che colpisce un ‘debole’. Non ingannino le apparenze.

Luciano Corrado

 


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