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La giunta Toti accusa di ‘terrorismo giornalistico’ Il Secolo XIX e noi veterani cronisti di strada all’ospedale di Albenga

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L’appello è cortese, ma quattro parole non lasciano scampo al Secolo XIX: “Basta informazioni terroristiche o false”. Se ci sta l’aggettivo che significa: non è vero, né esatto, il secondo  (‘terroristiche’) per i dizionari della lingua italiana, corrisponde a “terrorismo e terrorista, fondato sul terrore o metodo di intimidazione…”. Forse dal pulpito della Regione Liguria, con il presidente Giovanni Toti giornalista, ex direttore di tivù berlusconiana e dal suo ufficio stampa, ci si aspetterebbe più moderazione ? Accusare il primo quotidiano ligure di ‘sparare’ notizie con terminologia criminologa non fa onore, né rende un servizio ai cittadini. Un’informazione può essere sbagliata, distorta, esagerata, che non risponda ad una prassi dello storico giornale,  ma il ‘terrorismo’ cartaceo o web è ben altro. Semmai la Sanità Ligure avrebbe bisogno, giornalisticamente parlando, della buona e vecchia abitudine del ‘cronista di ospedale’. Il ‘giro’, mattino e sera, al pronto soccorso. Nell’Asl 2 Savonese scoprirebbe che va  ‘fortissimo’ la sanità privata, pronto soccorso escluso. Si scoprirebbe che il sito ufficiale dell’Asl, voce Dipartimenti sanitari (ovvero tutti i medici operanti), è aggiornato al settembre 2011. Scoprirebbe che le attese agli sportelli del ticket e prenotazioni superano spesso di gran lunga l’ora.Cosa ha provocato il pesantissimo ‘comunicato stampa anti Secolo XIX della giunta Regione ? Eccolo integrale.

REGIONE LIGURIA, CORTESE APPELLO AL SECOLO XIX: BASTA INFORMAZIONI TERRORISTICHE O FALSE. VERTICI ASL E OSPEDALI PRESENTI IN TUTTI I PRESIDI. ATTESA FRA DUE E QUATTRO ORE PER I CODICI BIANCHI, ENTRO I 20 MINUTI PER I CODICI GIALLI, PRESA IN CARICO IMMEDIATA PER I CODICI ROSSI.

L’assessore alla Sanità della Regione. avv. Sonia Viale durante una ispezione al San Martino

GENOVA. “Un cortese appello al Secolo XIX: basta informazioni terroristiche o false. Leggendo l’apertura su quotidiano on line della nostra regione si leggono situazioni al limite della tragedia: così non è”. Così Regione Liguria in una nota relativa alla situazione nei Pronto soccorso, in particolare dell’area metropolitana genovese. “La prima notizia non riscontrata – prosegue la nota – riguarda la presenza dei vertici delle Asl e degli ospedali della Liguria: in tutti i presidi sono presenti, come richiesto dalla Giunta, il direttore generale o il direttore sanitario per monitorare minuto per minuto la situazione. Situazione che in nessun momento della giornata ha toccato i livelli di criticità descritti nei resoconti di stampa. Anzi, tenuto presente l’assenza della normale rete dei medici di medicina generale, non in servizio nei giorni pre-festivi, nei Pronto soccorso della Liguria i tempi d’attesa hanno toccato per i codici bianchi al massimo le quattro ore (con una media di due ore al Pronto soccorso del Policlinico San Martino, grazie all’apertura di un ambulatorio aggiuntivo per i codici a bassa complessità che sarà attivo anche domani , 1° maggio, e mercoledì), mentre i codici gialli e i codici rossi sono stati tutti trattati entro i tempi previsti, ovvero entro i 20 minuti i codici gialli e con immediatezza i codici rossi. La tempistica dunque, nonostante il grande afflusso legato alle festività e alla presenza di turisti, è stata in linea con la tempistica medica delle altre giornate lavorative. Segno, questo, al contrario di quanto si legge – conclude la nota – dell’evidente efficacia del piano di emergenza varato alla vigilia di questo lungo ponte”.

Dal 15 maggio, inoltre, verrà avviato in via sperimentale il servizio di segreteria telefonica per la disdetta degli appuntamenti. Si è inoltre provveduto all’abilitazione al servizio di prenotazione e pagamento tramite Pos per circa 60 farmacie della Asl2 Savonese. È stata anche aumentata l’offerta di prestazioni prenotabili tramite Cup presso l’Asl2 Savonese e l’Asl1 Imperiese, con una conseguente riduzione dei tempi d’attesa.

UNA MATTINATA DA CRONISTI  TRA GLI UTENTI ALL’OSPEDALE DI ALBENGA

DOVE E’ IN SERVIZIO UN SOLO MEDICO PART TIME IN DERMATOLOGIA E SI FA IN QUATTRO

Il banco di accetazione per accedere agli ambulatori di determatologia e stoma-terapia

Scegliamo di seguire uno dei ‘pazienti’ in attesa di intervento chirurgico ambulatoriale di Dermatologia. L’appuntamento è  fissato, da un mese, per le ore 11. Alle 10  si arriva allo ‘sportello’ per gli interventi chirurgici ambulatoriali dove sono presenti altri servizi come stoma-terapia.  Al bancone non c’è nessuno, in compenso vista con catasta di scatoloni e una vistosa ‘grigliera’ in legno. In attesa una decina di persone. Quando si presenta una gentile addetta, si consegna l’impegnativa e si riceve i moduli per scendere al piano di ingresso dove si trovano gli sportelli per il pagamento  ticket. Sono le 10, 20. La ‘macchina’ che distribuisce i ‘numeri’… informa che l’attesa è di 56 minuti. In realtà si prolunga ben oltre le 11, orario fissato per l’intervento.

Sono le 11, 25 quando appare l’infermiera che accoglie i pazienti per l’intervento. Chiama il numero 2 che però è in attesa, con un parente, della procedura di pagamento e senza il documento non si può entrare dal medico operante, la dr.ssa Francesca Santoro che, come aveva pubblicato tre numeri fa, era quella che si era aggiudicata il miglior punteggio distaccando tutti.  La specialista, a quanto si era appreso allora, fa il pendolare a tempo determinato tra l’ospedale di Albenga, un turno al pronto soccorso del Santa Corona e al San Paolo. Orari e viaggi nella Riviera del coas dell’Aurelia che comportano nervi saldi e molta resistenza.

Alle 11,45 finalmente si paga il ticket. Gli sportelli aperti sono tre, al primo una nonna, con nipotina, impegna l’operatrice per oltre un’ora, ovvio che non sia la regola, ma può accadere. Un quarto sportello consegna solo esami ed analisi, è il più libero. L’addetta può conversare per un bel lasso di tempo con una collega. Il paziente paga 81,25. Alla richiesta: “Tanta gente… le  attese sono una prassi…? Inevitabile il disappunto, lamentele, critiche. Un solerte impiegato risponde: “Qui è abituale, quando prestavo servizio al Santa Corona era ancora peggio…”. E la direzione, i vertici dell’Asl sono informati ? “Altroché !!!…..L’abbiamo già fatto presente, non cambia nulla.

Bisogna avere tanta pazienza e tanto tempo a disposizione quando si va agli sportelli prenotazioni e pagamento ticket dell’ospedale di Albenga. Attese anche superiori ad un’ora e gli immancabili fedelissimi di Ivg.it che scambiandoci per un loro diligente reporter ci incoraggiano e spronano: “Bravo, per fortuna ci siete voi, scrivete cosa accade qui….”Noi purtroppo abbiamo solo quattro lettori e le nostre umile forze non raggiungono il ‘padreterno’ dell’Asl 2

Un altro spaccato dell’Asl 2 nel 2018. Il sito, voce ufficiale, riporta che alla struttura complessa di dermatologia, Prevenzione Diagnosi e Cura Ulcere Cutanee, operano il dr. Giuseppe Santoro (in realtà è in pensione da qualche anno, ha lo studio a Savona e la scuola del compianto prof. Bruni ha lasciato ottime referenze professionali) e il dr. Andrea Pestarino che  ora, come indica il cartello al piano ambulatori, è direttore, mentre il dipartimento  di Specialità Mediche  del Presidio ospedaliero di Pietra Ligure ed Albenga, ha per direttore  il dr. Carlo Mereu. Eppure il cittadino legge nel sito, non aggiornato, ancora la dr. Silvia Carozzi.

Ospedale di Albenga, struttura nuovissima e un bacino d’utenza non solo nel ponente savonese, anche nell’entroterra, nelle vallate  dell’Arroscia, nei comuni cuneesi Alto e Caprauna, a Cerisola, frazione di Garessio che si affaccia  al mare. Non si può dire, insomma, che siamo di fronte ad una struttura ‘inutile’, di bassa produttività, tenendo inoltre presente il movimento turistico che ormai se ha l’apice nei due mesi estivi e in un mese invernale, vede sempre più week end e ponti super affollati, con tutto ciò che ne consegue per il pronto soccorso, per i reparti d’urgenza e di ricovero.

Accade mentre la politica, l’orientamento della giunta di centro destra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) è quello di seguire il ‘metodo Lombardia‘, ovvero una cosiddetta ‘eccellenza’  sanitaria pubblica con l’ingresso di privati. Ospedale di Albenga, di Cairo Montenotte, di Bordighera e un costante sviluppo di centri ambulatoriali ora di medici, ora di società Srl e Spa. In molti casi agiscono  in sinergia e emerge l’arrivo dei primi ‘piccoli colossi’ a dimensione interregionale, perfino nazionale. In pratica chi può, ma anche chi non può, con la salute non si risparmia e finisce per scegliere il privato (ambulatorio e diagnostica, attività specialistica) pur di non attendere mesi. Si moltiplicano gli studi professionali in grado di offrire di tutto e di più nel bene primario in ogni società civile.

L’assessore avv. Sonia Viale, leghista della prima ora, è molto attiva, si direbbe sensibile ed attenta, decisionista, non disdegna il ‘modello Toti‘ quanto a ‘visibilità ogni volta si presenta l’occasione”, oppure si crea. Assessori che battono ogni record storico per presenza nelle Tv regionali, alle inaugurazioni, appuntamenti  vari con valenza locale e non. Pare di capire che la ‘buona politica’ si fa anche e soprattutto con la promozione ed il presenzialismo. A questo proposito, senza andare lontano, forse il precursore da copyright è stato Angelo Vaccarezza: da sindaco di Loano, poi da presidente della Provincia, sempre presente ad ogni evento grande e piccolo, in città come nei paesini, a Millesimo o ad Alassio. E alle 15 processioni, amava ricordare all’inviato speciale del Secolo XIX, della ‘mia città’. Oggi rispetta il cliché da capogruppo in Regione  per FI e fedele sostenitore del presidente e dell’alleanza con la Lega, un tempo non proprio in sintonia.

Il mese scorso nell’Asl 2 si è votato per nominare le RSU delle strutture ospedaliere: record di candidati nell Cisl sanità, seguiti dalla Uil e Cgil

Gli anni passano e l’anziano cronista ricorda quando il sindacato, negli ospedali, dettava legge, nel bene e nel male. Spesso lotta dura. Al Santa Corona (primi anni ’70) la protesta per l’ospedale pubblico alla Liguria (allora apparteneva alla Lombardia) sfociava persino in blocchi dell’Aurelia, cortei con gravi intralci alla circolazione,  il vai e vieni sulle strisce pedonali. Il giovane corrispondente del Secolo XIX che metteva in risalto i disagi a tanti cittadini inermi, persino l’impossibilità agli operai del cantiere navale di Pietra Ligure e Piaggio di Finale di recarsi al lavoro, veniva sonoramente fischiato al grido “fuori i fascisti dalla nostra assemblea”.

Oggi il sindacato è ancora presente, le elezioni delle Rsu hanno messo in lizza una centinaio di candidati nella prima azienda della provincia quanto a dipendenti e fatturato. La lotta dura ha lasciato il posto ad un confronto più riflessivo, ma anche più remissivo e i primi a seguire questa strada, a fare scuola, sono stati i sindacati dei medici, dai primari agli assistenti, ai ‘precari’. Il cronista locale non frequenta più il pronto soccorso mattino e sera, va in ospedale se viene chiamato, difficile trovare un cittadino disposto a metterci la faccia. Certo l’ospedale è un luogo di cura e di sofferenza, dove l’umanità ed il servizio devono andare di pari passo, fanno un valore aggiunte verso il paziente ed i famigliari. Un’informazione assente o carente, rilegata ai comunicati stampa, a fatti episodici, non rende un servizio alla comunità, né alla diffusione dei media. (l.c.)

 

 


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