Non bastavano inchieste, perquisizioni, processi (con assoluzioni) che hanno accompagnato negli anni Claudio Scajola. Va in scena un’indagine per diffamazione aggravata che vede indagata Lucia, figlia del neo sindaco, giornalista professionista dapprima al settimanale ‘Panorama’ (Mondadori – famiglia Berlusconi), ora a Rete 4 con ‘Viva l’Italia’ trasmissione condotta dal Gerardo Greco, giornalista e conduttore televisivo, brillante carriera al Giornale Radio Rai, Tg2, Agorà (Rai 3), infine Mediaset come direttore del Tg4. Nei guai giudiziari anche il concittadino imperiese Paolo Petrucci già coordinatore della campagna elettorale dell’ex ministro. Entrambi accusati di aver creato un falso profilo Facebook, col nome fittizio di Sergio Gazzano, per attaccare Marco Scajola, assessore regionale, il coordinatore cittadino di Forza Italia Antonello Rainise e Piera Poillucci candidati alle comunali per FI. “Rainise striscia, è un traditore….”, “Marco Scajola non capisce niente, farà una brutta fine…”. In sintesi il contenuto ‘galeotto’ che aveva provocato le querele contro il ‘sedicente Gazzano’ presentate da Marco Scajola, Rainise e Poillucci. U ministru manda a dire: “Con la mia famiglia non siamo abituati a fare denunce…”.
Nel giorno fissato, dalla Procura della Repubblica, per la perizia su personal computer, tablet, telefonini cellulari acquisiti nel corso delle perquisizioni della Polizia postale, effettuate la settimana scorsa su disposizione dell’autorità giudiziaria, mossa a sorpresa del difensore degli indagati, avv. Ermininio Annoni, penalista affermato, che ha imposto un rinvio e accertamenti sospesi. Il legale ha presentato istanza per procedere con la formula dell’incidente probatorio. Da qui il necessario rinvio delle perizie.
Il procuratore aggiunto Grazia Pradella aveva delegato alla ‘specialità telematica‘ della Polizia di Stato il compito di esaminare il materiale. Il difensore di Lucia Scajola e Paolo Petrucci avrebbe potuto nominare un perito già nella giornata di lunedì, ma cambia la strategia difensiva. Ora tutto slitterà di almeno una decina di giorni demandando al Gip del tribunale di Imperia la nomina del perito che si occuperà della delicata questione. Esperto di informatica che, a sua volta, opererà con altri consulenti eventualmente designati dalla Procura e dagli indagati. Un esito molto atteso e dalle conseguenze poco prevedibili. Non c’era proprio bisogno di questo scivolone, da qualsiasi parte si osservi. Denunciati e denuncianti. Con l’alone di un giallo e personaggi eccellenti.
Il punto focale da chiarire ai fini dell’accusa, della difesa, delle parti offese (che non si sono presentate), in particolare, gli accessi da remoto al profilo ‘Gazzano‘ e la precisa cronologia dei Post. Individuato eventualmente il mezzo, serve dare un nome pure all’utilizzatore materiale, procedura non impossibile, ma piuttosto complessa.
Un caso mediatico che ha già scatenato alcuni media nazionali. Lucia Scajola è attualmente distaccata a ‘Viva Italia’ di Rete 4. Il direttore Greco è considerato un giornalista di sinistra e già in polemica con il Tg di La 7, diretto da Enrico Mentana, per aver etichettato ‘populista‘ l’emittente che fa parte del Gruppo Cairo, editore del Corriere della Sera non proprio schierato con i ‘populisti’ del governo giallo – verde e presidente del Toro Calcio.
Difficili non immaginare, al di là degli aspetti giudiziari, delle sentenze, l’imbarazzo per ‘papà Scajola‘, per la sua strategia politica provinciale e regionale, che lo vede contrapposto al presidente della Regione, Giovanni Toti. Gli ‘stracci’, si fa per dire, erano già volati nel momento in cui il tandem Toti- Rixi aveva deciso di contrapporre a Claudio Scajola la candidatura a sindaco dell’ing. Luca Lanteri che dell’ex ministro fu tra i fedeli sostenitori fino a quando non arrivarono guai giudiziari. Lanteri pare dubitasse che ci fosse la manina o chi per essa, proprio di Scajola. Da allora rottura totale e rivalità senza giri di parole.
Un disagio ancora più eclatante se si pensa che parte offesa è pure il big Marco Scajola, figlio di Alessandro, ex parlamentare Dc, per anni vice presidente Carige rimasto estraneo ai terremoti giudiziari che hanno scosso la banca, quello che era il primo ‘forziere’ della Liguria, naufragata nella crisi più nera anche per i milioni di crediti, prestiti, mutui distribuiti con generosità e inesigibili. Ma anche facendo ‘tante vittime’ tra i risparmiatori e tra quei debitori (di cui non si parla mai) che erano ricorsi a Carige. Si sono trovati nel pieno della ‘bolla’ e della recessione mondiale, hanno cercato invano di rinegoziare il mutuo. Porte chiuse. Nessuna possibilità di transazione. I crediti ceduti a società specializzate (e di speculazione) che metteranno all’asta i beni. Poco importa con quali ripercussioni, soprattutto quando in ballo sono aziende turistiche, ricettive, alberghiere e non palazzinari, a lungo foraggiati da Carige.
Lucia Scajola che proprio nei giorni scorsi, felice per la nuova esperienza giornalistica che la proietta sul palcoscenico nazionale, aveva dichiarato: “Chi mi conosce ed ha seguito come ho lavorato nella mia vita di ‘comunicatrice politica dietro le quinte’ sicuramente sa che ho sempre dogmaticamente sposato una linea orientata a parlare solo di progetti, ignorando polemiche ed eventuali attacchi”. E a chi le chiedeva della sua prima emozione rispondeva: “ Tanta emozione e gioia. Un bel po’ di ansia da prestazione. Sono una secchiona, dunque, con piena consapevolezza di dovermi applicare per assimilare le regole di un mondo nuovo con logiche ed esigenze differenti rispetto alla carta stampata”. Da Imperia, a Milano, a Roma…Lucia: “Io solo sola una piccola formica. E come le formiche sono sempre riuscita a darmi da fare senza dare troppo nell’occhio, vorrei continuare su questa strada. Imperia è una città tanto bella quanto sconosciuta e sono felice ogni volta che ho occasione di raccontarla ai miei amici lontani”.
Facile immaginare che la vicenda giudiziaria non sia destinata a sconvolgere la routine di chi deve rispondere non solo di diffamazione, ma di essere ricorso al vile mezzo dell’anonimato truffaldini per denigrare un ‘avversario’ politico. A chi non si adeguava alla determinazione di papà Scajola di tornare sindaco, riprendere quella visibilità e rapporti con i poteri locali di cui lui è stato nel tempo il massimo rappresentante. Non erano pochi (trucioli.it incluso) a tifare perché tutto sommato la ‘cura Scajola‘ appariva ed appare la più promettente per la ripresa, lo sviluppo, i posti di lavoro, di un capoluogo di provincia in costante declino. Non c’è solo il programma, c’è il curriculum dell’esperienza della macchina amministrativa e politica in sede locale e nazionale della caratura di Claudio.
Il secondogenito, di Claudio, Pier Carlo Scajola ha, a sua volta, commentato: “Se uno che fa politica sporge querela perché qualcuno gli da dell’asino o dello scemunito, probabilmente non ha mai fatto politica per davvero.”
Marco Scajola, presunto diffamato, ha dichiarato ai media: “Ho appreso ieri con grande dolore e grande dispiacere che per Sergio Gazzano c’erano indagati Lucia Scajola e Paolo Petrucci. Per me è stato come ricevere un colpo al cuore perché mai mi sarei aspettato, pur sapendo di non essere nelle loro grazie e simpatie, che si potesse arrivare a tanto. Non voglio dire altro, ringrazio la Procura e la Polizia per il lavoro svolto e che stanno svolgendo. Tutta questa vicenda mi dà solo tanto dolore, ma mi auguro che serva da lezione, perché in una società civile non possono e non devono accadere”.
E il neo sindaco, ex ministro, dopo Pertini e Taviani il politico ligure che ha raggiunto i vertici delle istituzioni parlamentari, manda a dire: ““Non è un’indagine, è una denuncia fatta da Marco Scajola, Piera Poillucci e Antonello Rainise. Come atto dovuto hanno indagato Lucia”. Alla domanda se fosse dispiaciuto ha risposto: ““Sì, perché è una querela fatta in quest’ordine: Marco Scajola, Poillucci e Rainise. Non faccio commenti perché non sono stato abituato, io come la mia famiglia, a fare denunce“.
La tegola del falso profilo Facebook, degli attacchi anonimi e subdoli, proprio non ci voleva. A meno che dalle aule giudiziarie gli indagati non escano a testa alta. Non sono loro i colpevoli. O quanto meno non si possono raggiungere prove certe. O ancora eravamo tutti in clima elettorale ? (L.Cor.)