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Savona dormiva? Svegliata dai ‘giullari’E don Magnano dava la carica. Le flebo di Grillo tra cementificazione e inquinamentoCosa resta oggi dell’informazione alternativa

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Ci criticano perchè la prima nostra regola – comandamento è fare informazione della memoria. Convinti che un popolo senza memoria non ha futuro. Rimproverati da destra e da sinistra, da professionisti o meno della politica (quelli tanto avversati in tv da Silvio Berlusconi), da colleghi giornalisti, come da imprenditori ed affaristi. Ripetono che non serve a nulla ed interessa a pochi voltarsi indietro, meglio guardare avanti anche se, a volte, si prendono clamorose facciate proprio per aver dimenticato la lezione del passato.

Per gli abituali detrattori che usano l’arma prediletta della ‘terra bruciata’ e noncuranza, chissà come suoneranno le parole che scriveva don Angelo Magnano, giornalista e all’epoca direttore  de il Letimbro fondato nel 1892: ‘Savona svegliata dai ‘giullari’, la speranza è che i savonesi  non debbano sempre farsi delle flebo di Grillo per interessarsi alla cementificazione della costa e inquinamento da carbone, tengano desta la coscienza critica e civica anche nella quotidianità e se ne ricordino soprattutto al momento del voto”.

Intanto cosa è rimasto di quell’eredità degli ‘Amici di Beppe Grillo di Savona‘. Cosa è rimasto della “trionfale serata che ha visto la partecipazione di oltre 10 mila persone”. Cosa è rimasto del ‘diamo la carica‘ per la Margonara, la centrale a carbone Tirreno Power (vedi altro servizio in questo numero di trucioli.it), la cokeria di Cairo Montenotte, il Santa Corona di Pietra Ligure (dimenticavano la sorte dell’ex cantiere navale Rodriguez, già Gruppo Messina), i porticcioli turistici con i loro mega yacht di lusso (secondo i benedetti promotori e sostenitori avrebbero dato slancio straordinario e di classe al turismo della Riviera con ripercussioni nell’entroterra e nell’indotto). Poi la salvaguardia dell’ambiente, le energie rinnovabili, il problema delle infrastrutture a cominciare da una viabilità soffocata dalle carenze e dalla politica anti-ferrovia a vantaggio dell’industria automotiva, smaltimento rifiuti e differenziata, le polveri sottili anche da traffico urbano e le malattie che provocano.

Cosa è rimasto oggi dei politici, degli amministratori locali, dei Vip del potere. Grillo citava Bertolotto, presidente della Provincia, ora lo si vede perlopiù agli incontri organizzati da Comunione e Liberazione. Federico Berruti, il sindaco commercialista e revisore dei conti del flop nel bilancio comunale, 12 milioni di euro lasciati in eredità. Sul ‘Via’ all’ampliamento da parte della Commissione nazionale, non ebbe indugi a definirlo un “atto di imperio, calato a viva FORZA E ANCORA UNA VOLTA ASSISTIAMO AGLI ATTI DI UN GOVERNO CHE PARLA DI FEDERALISMO E INVECE SI COMPORTA  IN MODO ANTIFEDERALISTA. Un accanimento  contro un territorio che ha già dato molto. ” E lanciava un monito: “Così ci sia spinge verso posizioni sempre più radicali. Trovo incredibile  che il sistema complessivo di enti locali, dai Comuni alla regione, sia stato escluso da una valutazione che è si tecnica, ma che  si è tradotta in un atto politico; l’esclusione del territorio, i cui motivati pareri non sono stati tenuti in conto. Tra Savona e Vado ci sono 80 mila abitanti.. …assistiamo ad un accanimento controproducente che indebolisce chi cerca di governare in modo equilibrato il rapporto tra ambiente e sviluppo. Io sono per l’ambientalismo del fare e non per quello del no. Non posso sottovalutare il problema del carico ambientale su questo territorio. Se all’ambiente contrappongo le forzature come in questo caso ci troveremo tutti costretti a rivedere le nostre posizioni.” Nel 2005, da vice presidente della Provincia, Berruti si era opposto con fermezza all’ipotesi di una centrale e a carbone  da 300 megawatt nell’ambito del pacchetto per il rilancio di Ferrania (alla quale Provincia e Comuni opposero, con la proprietà e il ministro Claudio Scajola la disponibilità per una centrale a metano. Contrari al carbone anche il sindaco di Spotorno Bruno Marengo e di Noli Ambrogio Repetto.

Tornando a Grillo faceva pure il nome di Burlando, ex ministro dei Trasporti, per due mandati presidente della Regione, ma anche ex sindaco di Genova. Ancora Scajola che da ministro benediceva comunque, in sintonia con l’Unione industriali il potenziamento a carbone. Canavese, da dominus all’Ente porto, al senato leghista, a consulente di Gavio mega imprenditore delle autostrade e di infrastrutture in Italia e nel mondo). Luciano Pasquale, da 5-6 presidenze, oltre a cariche minori, a presidente dell’Unione Camere delle Riviere.

Le dichiarazioni post ‘bagno di folla della Grillo memoria‘ erano affidate a Patrick, chi sarà stato mai da non rivelare anche il cognome. Proprio da chi, nell’annuncio del suo verbo (di Grillo) poneva l’importanza di essere informati su cosa sta veramente succedendo sul nostro territorio e di conseguenza puntare ogni sforzo a divulgare una “corretta e completa informazione“. Niente spazio, pare di capire, già allora, per chi sceglie di informare con lo strumento della memoria.

All’epoca, luglio 2007, Nicola Reineri – dal maggio 2010 ebbe un periodo alla segreteria particolare dell’assessorato alla Politiche sociali della Regione Liguria –  scriveva che a Savona  “non vogliono essere etichettati come fans sfegatati di Beppe, non sono un’associazione, non hanno uno statuto e neanche un regolamento, non esistono cariche e ruoli definiti all’interno…il gruppo di attivi – indicati rigorosamente solo per nome di battesimo – in Patrick, Francesco, Stefano, Massimo, Andrea, Barbara ed Antonio“. “ ,….si incontrano una volta in settimana alla Sms Milleluci di Legino senza mai redigere un verbale delle riunioni…E a Savona il gruppo esiste dalla fine del 2005 e nel 2007 contava  200 iscritti. Stefano in occasione dell’ultima festa della mamma ricordava che ai clienti di una cooperativa di consumo di calice Ligure (2500 soci) sono state distribuite gratuitamente 200 borse di stoffa con il logo degli amici di Beppe Grillo di Savona e di altri sponsor….a la borsa o la vita… era lo slogan ad effetto.”

E don Angelo Magnano che con l’avvento del nuovo vescovo è stato chiamato a Vicario generale della Diocesi (con un futuro da primo giornalista ligure con la porpora e di esimia famiglia della storica industria Scarpa & Magnano), invitava ad esercitare “quella virtù evangelica, così trascurata, che va sotto il nome di ‘vigilanza’.

Già cosa è rimasto di quel ‘cane da guardia’, non solo del potere, ma anche di risveglio, di una società portata più a seguire le frivolezze della cronaca nera quotidiana piuttosto che le inchieste giornalistiche – di fatto sparite dal giornalismo savonese -,  sempre pronti ad occuparsi  della sorte di cani e gatti a quattro zampe, piuttosto che raccontare i drammi taciuti e nascosti. Trucioli da mesi, con le povere forze e il totale volontariato, sta seguendo storia e analisi dell’impennata di tentati suicidi, soprattutto di giovani savonesi, in particolare di femmine. Con un incremento, ultimi dati ufficiosi appresi, del 7-8 per cento. Non fanno clamore perchè  prevale quella riservatezza che è dovuta e condivisibile. Resta il rapporto davvero riservato ed invalicabile tra paziente e psichiatra, tra paziente e psicologo. Più suicidi tra giovani, il dramma  (taciuto)non può interessare, sconvolgere solo quando ci si trova alle prese con il caso eclatante come è del resto accaduto per la ragazza di Vado Ligure che si è data fuoco, seguendo l’esempio del padre disperato, anni prima,

Cosa ne è di un’informazione ‘leggera’ che incurante della storia più o meno recente, ignora di fatto l’approfondimento, non lavora alla maturità del cittadino lettore. Un tempo facevano exploit in edicola i settimanali scandalistici del nudo e del crimine noir, tutto di guadagnato se corredato da servizi fotografici per i quali non si badava alla spesa, alla ricompensa. E’ vero, faceva faville anche il settimanale e quotidiano satirico che più satirico non si poteva. Ai nostri tempi viviamo l’informazione che valenti opinionisti (Marco Travaglio, tra i tanti)  definiscono ‘discarica’ di Facebook ‘e che forse non è corretto generalizzare. Non fanno un buon servizio neppure chi maschera il giornalismo con la pratica del ‘copia e incolla‘, delle veline spacciate per comunicati stampa.

Non c’è di fatto distinzione tra un Franco Astengo che si è sempre occupato della storia economica, sindacale e sociale di questa provincia, di riflesso della Liguria, e chi distribuisce lezioni a sbucato da un cavolo.

Un’informazione ed un giornalismo – continua la caduta libera anche in Liguria delle copie vendute in edicola – che non premia la ‘schiena dritta’ alla Mario Molinari, bensì il mestiere ( davvero  quarto potere?) che beneficia di prebende con uffici stampa nel pubblico e nel privato. Purchè non si faccia parte dei battitori liberi. Accadeva e accade con la sinistra e la destra, con gli editori ‘illuminati’ e progressisti, con i più conservatori e settari. Per aspirare a mettere in pratica la tua indipendenza, il bagaglio culturale e di valori portanti di un giornalismo libero, non ingabbiato, non devi professare l’informazione alternativa. E se ti illudevi che il cambiamento arrivava dai ‘giullari’ non ti resta che indossare gli abiti del giullare di turno. Per sopravvivere nella civiltà del capitalismo spinto e della globalizzazione generalista, comunista alla Cinese o ex comunista alla Russia, che non guardano in faccia neppure gli ultimi del Vangelo.

C’è chi, nel nostro piccolo, ricordava don Angelo, continua a provarci, non da ora”. E forse, aggiungiamo, potrà testimoniare la sua perfetta delusione. Combatti e non cambia nulla ? Ti impegni, mettendoci magari di tasca tua, per un’informazione senza padrini, se va bene ricevi pacche sulle spalle e devi guardarti da querele, azioni in sede civile, continue richieste di ‘rimozione di articoli’ per il preteso ‘diritto all’oblio’. Con una curiosità, scrivi e non ricevi smentite dagli interessati, né richiesta di rettifica. Passano gli anni ed ecco: “… la invito a rimuovere…in caso contrario dovrò ricorrere a vie legali…“. Irremovibili si resiste, in attesa delle conseguenze e senza essere eroi.

Luciano Corrado

 

 


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