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Nasino nel cuore, ‘dimentica’ la centenaria:mamma, nonna di 3 nipoti, 4 volte bisnonnaA ottobre 103 anni per Maria Bico (Nucera), in gran forma ed ‘esilio volontario’ a Dubai

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A Dubai il cuore di due donne savonesi: Silvana, mamma e nonna di 4 nipoti e Maria Adelaide, mamma, 3 volte nonna e 4 volte bisnonna che da centenaria meriterebbe di non essere dimenticata dal natio Comune di Nasino, anche se risiede a Ceriale. E’ quanto aveva anticipato trucioli.it (vedi……….) con la notizia del ritorno in patria di Andrea Nucera, architetto, imprenditore e finanziare caduto in disgrazia in Italia. Per ora è tornato a Savona – agli arresti domiciliari per un tempo massimo di 6 mesi – grazie ad una trattativa tra i suoi difensori e l’autorità giudiziaria. Ad Abu Dhabi ha lasciato la sorella e la mamma, la terza compagna di vita, Simona Musso, la figlioletta nata negli Emirati e nonna Maria Adelaide Bico, 103 anni il 6 ottobre prossimo.

La più longeva cittadina con natali a Nasino, per quanti hanno ricordi storici, dal 1900 ad oggi.  E forse in assoluto. C’è un aspetto che non conosciamo. Il segreto elisir di longevità di Maria. La sua dieta salutare. I nostri vecchi montanari apprezzavano patate, legumi, castagne, pane con il forno di casa e grano locale, la pasta con farina del mugnaio del paese, il latte delle proprie mucche. E le ultimissime ricerche sui centenari italiani indicano un’alimentazione con il 50% di carboidrati. E meglio non eccedere con la farina doppio zero, insaccati, semmai abbondare anche nei legumi.

Maria Adelaide ancora in forma, buona memoria, lontanissima da medici, specialisti e medicinali, lava i piatti, aiuta la figlia a cucinare ligure, gioisce di avere la famiglia accanto, con l’eccezione del nipote Luca (lo sente al telefono) diploma da geometra, fratello di Andrea e Monica, rimasto a Ceriale e che trucioli, nel 2016, aveva intervistato in esclusiva. Si aggiungano altri tre pro-nipotini: due vivono in Valbormida, figli della seconda compagna e una nipotina in Riviera, figlia della prima moglie, sempre di Andrea Nucera.

Il sindaco Claudio Tessarin

Maria (a Nasino i Bico sono poco meno di una decina e non abbiamo approfondito eventuali parentele) si era trasferita a Ceriale, con residenza, dove abitava, in villa (finita nel fallimento), con l’unica figlia Silvana, donna dinamica e tenace che conduceva una rinomata azienda agricola: Nuova Orchidea Società semplice di Alberto Silvana.

In Valbormida vive la seconda compagna di Andrea, l’avv.Elena Caviglia, madre di due figli G. e D. Portano il cognome di papà Andrea Nucera e, come avevamo accennato, al centro di un durissimo contenzioso legale – coniugale che coinvolge i due ragazzi e tra le ragioni principali a spingere l’imprenditore a ritornare e che non vedevano da 8 anni, dalla fuga e la latitanza a Dubay. In Riviera abita la prima moglie dell’imprenditore, Emanuela Taramasso, famiglia pietrese, una figlia da Andrea.

Maria Adelaide centenaria che ha retto a traversie famigliari ed umane non comuni per una donna semplice, contadina e montanara. E Nasino, contrariamente a buone abitudini ormai consolidate – basta leggere quotidiani cartacei e on line -, non ha finora ‘festeggiato’ la sua centenaria. E’ vero, si trova all’estero. Almeno un mazzo di fiori, gli auguri del sindaco a nome della cittadinanza. Al di là della residenza ufficiale (a Ceriale che forse pochi sanno), è il buon senso a consigliare alla comunità di Nasino, al suo primo cittadino ‘foresto’, Claudio Tessarin, studi al Politecnico di Torino, simpatie leghiste, eletto nella lista Civica ‘Nasino nel Cuore’, a farsi interprete di una diffusa sensibilità e tradizione augurale. Sempre più spesso capita di trovare foto sui media e social con sindaci che si recano ora nelle abitazioni o più spesso nelle residenze protette per la consegna di un ‘omaggio floreale’. In qualche caso si fanno pure vive le Tv.

Forse è pretendere troppo da un piccolo Comune, dove il bilancio fa davvero stringere i denti (altro che l’opulenta Riviera !), di organizzare una trasferta negli Emirati, anche se non si tratta di un incontro calcistico o gita turistica di gruppo. C’è modo per un gesto etico, di riconoscenza, di valori nei confronti della compaesana mamma, nonna, bisnonna, che ha vissuto la Nasino d’altri tempi. Nata durante la prima Grande Guerra, con tanti  nasinesi al fronte e Caduti per la Patria, spesso tra inaudite sofferenze. Poi l’emigrazione post seconda  guerra mondiale verso la riviera di numerosi concittadini, c’è chi ha  fatto fortuna. Chissà quanti ricordi inediti la signora Maria custodisce e nessun scrittore locale ha mai raccolto. Cosa utile per la storia del paese degli ultimi due secoli, da tramandare con la testimonianza di chi c’era.

I sindaci di Nasino e Villanova d’Albenga, con assessori, a tavola sotto la bandiera della Lega Salvini premier

Nasino ricco peraltro di testimonianze preistoriche. Nell”arma di Nasino‘ , un riparo sotto una roccia, è stato trovato abbondante materiale che va dal paleolotico all’età romana e viene conservato nel museo civico di Albenga. Le case del paese, tipiche con i colori dell’architettura mediterranea, raccolte in piccoli gruppi e purtroppo solo in parte recuperate e abitabili. Edifici costruiti con esempio di architettura contadina: copertura in Iose, in pietra a vista, logge nel sottotetto, in particolare in frazione Costa e Vignolo.

Nasino e le sue tradizioni. L’8 settembre  si celebra la festa  della Natività della Madonna o di Curagna. Il santuario, costruito nel XVIII secolo, ha un impianto ottagonale. Un tempo erano rinomati i pascoli di Vernette, tipico paesaggio dall’aspetto alpino. E’ proprio la bellezza della natura, unita a ciò che resta della sua coreografia edificata, che ha spinto il primo turista tedesco ad innamorarsi di ormai povere case; ne acquista per pochi soldi una decina  e comincia a ristrutturarle. Doveva essere il volano che mancava, non è stato proprio così. Il paese ha continuato a spopolarsi, i pastori sono ‘scomparsi’, come la coltivazione dei terrazzamenti, il taglio dei boschi e del fieno, una vita di sudore e di sacrifici, senza molte fortune.

Solo grazie a chi ha continuato presidiare e lottare, Nasino resta una metà da riscoprire, conoscere e valorizzare come merita. Senza i tedeschi da seconda casa e qualche svizzero poteva andare peggio.  Tirarsi su le maniche è davvero un luogo comune caro alla politica che invece, oltre a sbandierare e vincere le elezioni a suon di slogan efficaci alla ‘pancia del popolo’ (prima gli italiani !), dal centro destra in Regione, al governo giallo verde nazionale, dovrebbero finalmente farsi carico di “prima i nostri paesi di montagna per frenare almeno la caduta libera, la desolazione di case vuote ed aree un tempo coltivate e produttive, ridotte a roveti”. Senza acquirenti e senza valore.

Si cominci a finanziare le infrastrutture per far da traino all’iniziativa privata. Si applichi, al di là di contributi, sovvenzioni, una diversa tassazione e diffusi incentivi per chi resta, cercando di sviluppare le attività virtuose e potenziali occasioni di indotto, posti di lavoro. Le priorità non sono sole le spiagge, gallina delle uova d’oro e beneficiarie di ‘aiuti pubblici’ alla voce turismo. Altrimenti si avvererà quanto si legge in uno studio dell’Università di Torino. Tra meno di un secolo il 90 per cento dei paesi in aree montuose, delle Alpi e Prealpi Marittime, liguri in particolare, andranno spegnendosi. Avvolte nel silenzio di tomba, con il campanile, le chiese vuote, il Municipio abolito, a ricordare un’antica civiltà scomparsa. E l’unica inversione, senza interventi radicali e non più rinviabili (Vedi i Pirenei o Alto Adige), può arrivare da presenze di stranieri del ‘terzo mondo’. E’ quanto già accade in alcune località di fondo valle imperiesi e savonesi. Dove, nelle classi, i bambini di ‘casa nostra’ sono in minoranza. Scolari forestieri, diciamo comunemente, in realtà sono quasi tutti nati nei nostri ospedali. Cittadini italiani spesso senza cittadinanza.

UN PASSO INDIETRO NELLA NUCERA STORY – Il rientro in Italia, un’occasione per Nucera, manco a dirlo, utile ai procedimenti giudiziari pendenti. In particolare il mega processo  per il crack milionario (oltre 400 – 500 milioni) della capogruppo Geo SrlNucera che – e lo avevamo anticipato – ha scelto di non farsi interrogare. Ha presentato un dettagliato memoriale in cui risponde, punto per punto, alle contestazioni contenute nei capi di imputazione (una trentina). Nel frattempo sono in corso altri due procedimenti minori ed è probabile scelga  di ‘collaborare’, rispondere alle domande del PM.

Il primo filone del clamoroso ‘affaire’ era stato il processo per il  mega complesso residenziale T 1 di Ceriale, conclusosi a febbraio 2016 con una drastico ridimensionamento delle accuse: assoluzioni da vero e proprio colpo di scena, dai più inatteso. E dire che si trattava del pilastro portante sostenuto dai magistrati inquirenti. La ‘madre’ di tutte le disgrazie, con il tracollo finanziario dell’impero Nucera, la revoca delle linee di credito di 8 banche, la più esposta la Carige di Genova. Nel dicembre dello scorso anno era stato, inoltre, dichiarato nulla il decreto di latitanza (con due richieste internazionali di arresto respinte dal governo di Dubay) per l’imprenditore e la compagna convivente. Nei primi mesi del 2012 non avevano ricevuto la notifica di fine indagini,  preludio alla richiesta di rinvio a giudizio che era puntualmente arrivata.  Già in sede di udienza preliminare, il team di difensori ( Carlo Biondi con il noto penalista  Franco Coppi  e Piero Pomanti)  avevano sostenuto che la scelta di dichiararli latitanti fosse illegittima, perchè formalizzata senza aver svolto indagini approfondite sul luogo di residenza della coppia. Tesi peraltro respinta  dal Gup Maurizio Picozzi che li aveva rinviati a processo.

Il collegio giudicante  ha accolto l’eccezione dei difensori ai quali, questa volta, si era ‘uniformato’ (nullità del decreto di citazione) il pubblico ministero.   giudizio del tribunale 19 imputati, tra essi l’ex patron di Carige, il dominus Giovanni Bernerschi che già trattava, da alto funzionario, con l’imprenditore edile venuto dal Sud e che in Riviera aveva fatto fortuna: Giovanni Nucera, consigliere comunale ad Albenga, eletto nelle elezioni del 1988, il più votato delle lista del PSI (vedi a fondo pagina), per un periodo anche segretario amministrativo provinciale del partito. Lui da migrante con la quinta elementare a solido imprenditore del ponente savonese, il figlio primogenito, Andrea, laurea in architettura e stage all’Università di Cambridge.

Andrea Nucera che in primo grado (e in attesa dell’appello) era stato condannato a 4 mesi di arresto (non reclusione) e 18 mila € di ammenda.  Al geometra Giuseppa Parrinello, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Ceriale, poi trasferitasi a quello di Andora, inflitti  2 mesi di arresto, 10 mila € di ammenda. Il nuovo pubblico ministero Vincenzo Carusi  (l’inchiesta l’aveva iniziata e condotta il dr. Danilo Ceccarelli, col coordinamento del procuratore capo Francantonio Granero), al termine della requisitoria, aveva chiesto per Nucera 16 mesi di arresto e 40 mila di ammenda, la confisca degli immobili  della T 18 mesi per Parrinello. Assolti con formula piena (non aver commesso il fatto), Monica Nucera  (difesa da Alessandro Garassini), sorella e socia dell’imprenditore;  il sindaco di Ceriale Ennio Fazio, lunga militanza al vertici della Coldiretti locale e provinciale, dell’associazione di floricoltori, membro della Camera di Commercio. Assolto Piero Revetria, all’epoca delle contestazioni assessore all’urbanistica, predecessore di Fazio, assessore provinciale, sindaco di Vendone, un passato da presidente della Comunità Montana, un impiego all’Usl (ora Asl).  Assoluzione per un luminare della materia edilizia ed urbanistica, l’avvocato Mauro Vallerga (difeso dal collega Martini), con studio a  Varazze e Genova, consulente di numerosi Comuni della provincia di Savona. Era l’unico imputato per il quale la stessa pubblica accusa aveva chiesto il proscioglimento.

Il Comune di Ceriale si era costituito parte civile, affidando l’incarico all’avvocato penalista Luciano Chiarenza, già consigliere provinciale e segretario della Destra. Nelle conclusioni il legale aveva invocato, con la condanna,  un risarcimento  di 3 milioni 298 mila euro, a favore del Comune, quali oneri di urbanizzazione evasi, oltre a 2 milioni per i danni di immagine e provvisionale di 1 milione. Il giudice di merito ha rimandato ad un giudizio in sede civile, in conseguenza delle due condanne (reati edilizi) a Andrea Nucera e Giuseppa Parrinello.

Il sindaco Fazio che aveva organizzato una manifestazione dal titolo cubitale (Finalmente assolti !), con l’adesione di molti sindaci della provincia, dell’ex ministro Scajola, dell’on. Enrico Nan, era tuttavia rimasto molto contrariato e deluso perchè i colleghi di giunta e di maggioranza non  condivisero la sua proposta di richiesta danni nei confronti di quei magistrati che avevano indagato sulla T 1 e che avevano ricevuto un primo rapporto giudiziario dai vigili urbani di Ceriale e successivamente delegarono le indagini ai carabinieri del Noe di Genova e a consulenti d’ufficio. Per quel ‘castello accusatorio’ il Comune e la comunità ebbe danni ingenti.

I tempo cancella anche le ferite difficili da curare. Non può, almeno finora, aver murato, distrutto, la presenza e la statura morale di una longeva semplice e devota come tutte le nostre nonne. La sorte le ha riservato più di una sorpresa e di un dispiacere. Non è partita con la famiglia alla ricerca di fortuna. Ha lasciato la terra natia per restare unita a ciò che rimaneva dei suoi cari, la figlia, i nipoti. Quando per la prima volta in vita è salita in aereo non era una migrante per necessità, ma per amore, per quel legame profondo e disinteressato che i nostri avi ci hanno tramandato e ai tempi nostri messo a prova di una disintegrazione crescente di famiglie, valori fondanti di solidarietà. Forse, speriamo presto, anche mamma e nonna Maria Adelaide potrà tornare tra le mura di Nasino, essere ‘salutata’ verso l’ultima dimora terrestre che tutti ci accomuna e rende l’estrema giustizia.

Luciano Corrado

NASINO ‘SCONOSCIUTO ‘ BORGO MONTANO, LIGURE E SAVONESE

‘TRA LE LE PIU’ AFFASCINANTI LOCALITA’ DEL NOSTRO ENTROTERRA CON LE 7 BELLEZZE’

Il magnifico gatto di Nasino nel ‘cantico’ di un ammiratore del paese Luigi Giordano vice sindaco di Ceriale

Luigi Giordano, vice sindaco di Ceriale, a furor di votanti (oltre 500), ha postato sulla sua pagina Facebook: “E adesso vi lascio con questo bellissimo gatto di Nasino. Per me, una delle più belle località del nostro entroterra. Parafrasando la Wertmuller vi presento Nasino e le sue sette bellezze”. E Michele Pellegrini, milanese trasferitosi a Loano, sindacalista di OR.S.A Ferrovie,  attivo e candidato non eletto alle comunali in una lista civica, ha condiviso con Giordano: Lo sai che Nasino è uno dei 200 paesi italiani “privilegiati” dove testeranno il 5g?E non è una cosa molto salutare….”

Ancora il vice sindaco, a sua volta milanese emigrato a Ceriale, da cronista postava: “Oggi 17 gennaio 2019 a Nasino si è festeggiato S Antonio abate, come da tradizione nella frazione di Vignolo si è tenuta anche la benedizione dai cani. La ricorrenza è molto sentita in questo bellissimo luogo, il raccoglimento è dovuto perché portato da una natura ancora incontaminata. Un momento particolare dove il genio della natura è particolarmente sentito. Grazie a tutti gli abitanti e al sindaco Claudio Tessarin  – ha studiato al politecnico di Torino ndr – che a queste ricorrenze tiene in modo particolare”. Altro post, Vittoria Rossi: “ Che bello? Hanno fatto la benedizione degli animali..?..”

E PAPA’ GIOVANNI NUCERA SENIOR QUANDO DA CANDIDATO

AD ALBENGA BATTEVA TUTTI NELLE PREFERENZE

In quella tornata elettorale Giovanni Nucera raccolse 487 preferenze superando persino il capolista oggi compianto Danilo Sandigliano, una risultato che fece scalpore, ma anche Mauro Testa, vivente, che era segretario politico della sezione Balletti e poi diventerà sindaco

 


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