Un capogruppo di minoranza, già candidato sindaco nella lista del Pd, che si dimette. Un colpo di scena a pochi mesi dalle elezioni comunali della prossima primavera. La surroga con un sindacalista ‘rosso’ dipendente della Piaggio a Villanova d’Albenga. E sorpresa delle sorprese. I pidiessini loanesi che hanno votato il nuovo segretario (dopo la migrazione, tra i renziani, di una riservatissima e sconosciuta segretaria di sezione) si ritrovano ora con un ‘pezzo da ’90. A dar loro man forte da neo iscritto e componente il direttivo. E’ uno dei quattro dirigenti del Municipio, il dr. Aldo Caballini. Leggi anche: la ‘barzelletta’ che non fa ridere, commento via social del consigliere di opposizione Daniele Oliva.
In servizio a tempo indeterminato dal 1988 con incarichi dirigenziali al Gestione del Territorio, Demanio. Dal 2015, fino a scadenza del mandato del sindaco Pignocca, a Urbanistica, Edilizia Privata, Lavori Pubblici, Gare e appalti, Demanio Marittimo, Sviluppo portuale, Ambiente, Officina, Verde Pubblico, Manutenzione e impianti, Demanio stradale e trasporti, Demanio cimiteriale.
Iniziamo dal dimissionario. Non è un amministratore pubblico qualunque, unto dal signore. Gianni Siccardi, prima elezione, da giovanotto, negli anni ’70. Un cognome che a Loano significava militante del glorioso Pci, ma anche sindacalista (Consiglio di Fabbrica) ai Cantieri Navali di Pietra Ligure: papà Nicola, uomo retto, senza titoli di studio eppure preparato e concreto, rispettoso ma non remissivo nei suoi interventi in consiglio comunale, quasi sempre dai banchi della minoranza. Con una sola, breve parentesi durante il secondo mandato, a fine anni ’60, del sindaco comm. Felice Elice, ex Dc, poi indipendente. Una giunta ed una maggioranza, in coalizione con il Psiup dell’avv. Stefano Carrara, vice sindaco ed il sostegno esterno comunista.
Siccardi junior che, dopo una pausa anche per motivi di lavoro, con l’età della pensione è tornato alla sua vecchia passione. Esperienza, bagaglio socio culturale e politico accresciuto. Si trovò candidato sindaco dell’ultima ora in una realtà cittadina in cui tra la sinistra e parte centrista erano prevalse divisioni e personalismi, scarsa lungimiranza, poco realismo, servendo la vittoria al Pignocca bis e rinsaldando di fatto la forza del centro destra nella città roccaforte dei Vaccarezza, della balena bianco -azzurra, con i leghisti fuori dai giochi, neppure un consigliere eletto. Si rifaranno presto il nuovo leader Luca Lettieri, vice sindaco e ‘uomo forte’ quanto a preferenze.
Cosa è accaduto nel parlamentino loanese ? Siccardi, interpellato da trucioli, spiega a bocce ferme: “Nell’ultimo Consiglio Comunale era in discussione l’annosa vicenda dell’Immobiliare Panizza (il compianto gentiluomo papà, geometra Franco, in società con il cognato geom. Sandrino Provaggi, oltre ad essere un costruttore edile accorto e facoltoso, era il massimo esponente del Psdi locale, consigliere comunale di maggioranza ed assessore provinciale ndr) per la quale l’Amministrazione Comunale portava in votazione una delibera atta a raccogliere il diniego del Consiglio alla lottizzazione proposta in località San Damiano (approfondendo la località non è proprio quella indicata – ma poco importa”.
Prosegue Siccardi: “Entrambi i Gruppi di minoranza esprimono una forte contrarietà al metodo con cui la Giunta, dopo dieci anni, affronta la proposta. Questioni di tale portata hanno, da subito, la necessità di estrema chiarezza che parte da due incontrovertibili assunti: si o no (ne esiste un terzo il “ni” il quale comporta una lucida strategia progettuale). Si passa alla votazione e si ribadisce inequivocabilmente, da parte della minoranza, di non poter aderire alla proposta avanzata, non tanto perché favorevoli alla lottizzazione, ma si ritiene censurabile un metodo che lascia una impresa che fa business e produce lavoro in stand-by per dieci anni”.
Altro che decisionismo, politica del fare in contrasto con l’immobilismo ambientalista e talebano. Che non significa speculazione edilizia. Un ‘caso’ travagliato che merita un approfondimento in una città, sufficientemente opulenta, e che quanto a consumo di suolo e palazzinari da prime e seconde case ha già dato molto, anzi troppo. Al punto che ha sacrificato il turismo di qualità ed alberghiero, non ha creato sviluppo ed occasioni da posti di lavoro non ballerini, costringe giovani laureati e diplomati ad emigrare, a meno che non si accontentino, chi può, delle rendite di famiglia o del posto sicuro all’Asl, in un Comune, in banca ormai in costante regime di razionalizzazione.
L’Immobiliare Panizza, a leggere alcune cronache, è finita pure in amministrazione controllata ed assistita dall’avv. Giovanni Sanna, già consigliere e candidato sindaco, a Borghetto S. Spirito, per la sinistra massimalista, non da centro sinistra insomma. Fautore di battaglie per anticemento e contro le giunte dell’immobilismo.
A questo punto utile spiegare la scelta di lasciare il consiglio comunale, anche se eletti dai cittadini. Siccardi: “Fatta questa premessa passiamo alla natura delle mie dimissioni. Presenti nell’aula consiliare anche il Segretario PD della Sezione di Loano/Boissano, Pino Del Chierico (operoso militante della prima ora ndr) ed un membro del Consiglio Direttivo, Roberto Franco (anche lui della vecchia guardia del partito n dr), i quali esprimendo apprezzamento per il mio intervento. Mi invitano – lo ricordo ogni volta non sono iscritto al PD – all’annuale Assemblea di Sezione prevista per la successiva domenica per rendicontare sull’attività comunale. Aderisco con piacere e spirito collaborativo, costruttivo aggiungo”.
Che succede durante l’Assemblea degli iscritti ? Siccardi: “Si apre con l’elezione e la riconferma di Pino Del Chierico alla Segreteria, si passa alla discussione e prende la parola il neo compagno Aldo Caballini il quale, partendo da sue paturnie personali, mi riserva una lunga reprimenda per aver coinvolto il partito in una vicenda di palazzinari. Il Segretario osserva, come diretto testimone, che le cose non sono andate secondo la tesi Caballini. Oramai il fiume è in piena e….l’impetuosità è inarrestabile. Vengo anche tacciato come presuntuoso e dissacratore dell’apparato comunale (non lo nego ma la mia disistima è indirizzata al solo management) e troppo vicino alle posizioni di LoaNoi”. (altro schieramento di minoranza, capogruppo il dr. Gervasi, commercialista, altro candidato sindaco sconfitto ndr)
A questo punto Siccardi passa al commento: “Con i miei prossimi 70 anni ho ancora volontà e forza per prendere, se ci riesco, il toro per le corna. Ammetto tuttavia che contro i mulini a vento non sono preparato e ne conosco tattica alcuna. Del don Chisciotte ricordo solo quel memorabile passo quando si invita il fedele servo, Sancio Panza, a svegliarsi intimandogli che “solo i cinici ed i codardi non si destano all’aurora”. Non appartengo, per educazione mia, a nessuna delle due categorie, ma ahimè non posso neanche accettare di far finta di credere che Dulcinea del Toboso, conosciuta dal nostro prode in un albergo ad ore, sia una principessa. E’ una metafora peròsono stufo, ecco il motivo vero del mio disimpegno, di dover essere sempre quello che ha l’onere di addurre giustificazioni (ricorderà la vicenda che mi lega al Palazzetto), lasciando ad altri il più facile compito di promettere castelli.”
E qualche considerazione ? Riflessione? Siccardi: “Ho avuto, appena ventenne, la fortuna di sedere sugli scranni del Consiglio Comunale con personaggi dime spessore politico e culturale, gli Onorevoli Stefano Carrara Sutour e Giulio Cesco Baghino (MSI, giornalista, direttore del Secolo D’Italia ndr), di aver condiviso con un metodo di governo fortemente orientato al futuro, penso ai Sindaci Rembado, Guzzetti e Garassini (tutti Dc ndr); di aver fatto parte di minoranze preparate e puntigliose, cito Strada, Costanza, Costa, Gualandi, Cambiaso e Fantuzzi. Ho dialogato e discusso con loanesi doc quali Rodano, Pignocca, Elena, Ferrari, Pesce, Asole e certamente ho scordato qualcun altro. Non ho dimenticato Mino Merello che ho lasciato solo per ultimo per l’enorme stima ed amicizia che mi legava a lui e che divagando, come mio ultimo atto in seno all’Amministrazione, ho richiesto che gli venisse intitolata la bretella dei Meceti, senza essere degno neanche di risposta”.
Gianni Siccardi, oggi veterano di Palazzo Doria, ammette: “Un ricordo, uno spaccato di storia politico amministrativa locale, ampiamente trasversale che ha dato a Loano, con eguale partecipazione di tutti, una indiscutibile immagine turistica, sportiva, commerciale/alberghiera e sociale, dove i Soro (ex segretario comunale e papà dell’attuale comandante dei vigili e dirigente ndr) i Nan, i Fico ed il mitico Mazzitelli traducevano con concretezza il libro dei sogni dell’Amministrazione. Sia ben chiaro la distinzione tra maggioranza e minoranza esistevano eccome, erano gli anni del terrorismo rosso e nero, stragi di Stato, servizi segreti deviati, autunni caldi, P 2 e piduisti, ma nessuno era così stolto da non saper individuare le reciproche valenze”.
E come è cambiata la governance tra le mura del Municipio e dintorni ? Siccardi: “Un’amministrazione esclusivamente in “outsourcing”(L’appalto a una società esterna di determinate funzioni o servizi, o anche di interi processi produttivi ndr), non si gestisce più l’acqua, i rifiuti li raccolgono da Alba, il porto venduto (pensare che ai tempi era un capitolo in attivo), le manifestazioni estive vengono esternalizzate, non si assumono più operai, l’Imposta di Soggiorno serve a coprire le buche, lo sport è a ramengo, l’edilizia si sa è di solo mio interesse personale e come ultima chicca anche le luminarie di Natale delegate ad un’associazione di categoria. Iniziative nessuna e quelle poche vedi “outdoor”, che tirano moltissimo a Finale, Borgio e Pietra, finite in un terribile fiasco con non pochi i soldi spesi e risultati da spreco”.
Già, ci siamo dimenticati di chiedere quanti sono a Loano gli iscritti al Pd, quanti hanno preso parte all’assemblea del partito. E allora un po’ di storia lontana. Alle comunali del novembre 1966, il sindaco Elice eletto con 3612 voti (lista La Palma) e 1520 preferenze; Nicola Siccardi del Pci con 1509 voti (191 preferenze) e secondo eletto che era capolista, Giovanni Mandillo (190 preferenze). Il centro destra come veniva allora considerato (La Palma, Dc e Pli) raccolse 4.413 voti pari al 58,8%, mentre il centro sinistra (Partito socialista unificato, Pci, Piup, Pri) 3.131 pari al 47,4%. Per la Dc il più votato il candidato sindaco sconfitto Mario Rembado con 347 preferenze e 1824 voti di lista. Venti i candidati per ogni schieramento. Nel Pci, oltre a Mandillo e Nicola Siccardi, eletti, figuravano Golfredo Miconi, Vener Costa, piccolo albergatore galantuomo, poi consigliere comunale. Ha ricoperto, con discrezione e riservatezza, il ruolo di ‘economo e cassiere’ delle Federazione provinciale del partito e il suo nome emerse nel corso di un’indagine bancaria disposta dall’allora procuratore della Repubblica, Renato Acquarone, a proposito di appalti e forniture del Comune rosso di Savona. Costa non fu mai indagato, contrariamente ad altri esponenti più in vista e ‘chiacchierati’ quanto a poltrone e disponibilità personali, tra cui una villa all’Isola d’Elba. La Federazioni, emerse, con qualche decina di dipendenti, bilanci e conti miliardari.
Luciano Corrado
Alle politiche del 1968 (Camera dei Deputati), il Pci a Loano prese 1451 voti, il Psiup 720 (risultando eletto per la Liguria Ezechiele Stefano Carrara Sutour), Msi 188, Dc 2847, Pri 78, Psu 1308, Pli 882, Pdium 15, Papi 556, Nuova Repubblica 21. La giunta Elice finì per dimettersi dopo che tre consiglieri comunbali emigrano con la Dc: Baietto, Goso e Gaggero.
LA BARZELLETTA CHE NON FA RIDERE
SCRIVE DANIELE OLIVA….SUI SOCIAL...: da dove iniziamo? Iniziamo dalla barzelletta del secolo. Succede che un dirigente comunale di punta di un ridente comune ligure ( forse folgorato sulla Via dei Mazzocchi come un nostrano San Paolo qualsiasi) prenda la tessera di un partito che sostiene la minoranza all’interno del consiglio comunale della ridente cittadina e ( da iscritto) partecipi ad un’assemblea del circolo del partito di minoranza dove coglie l’occasione per attaccare il capogruppo che rappresenta il partito stesso all’interno del consiglio comunale del comune in cui il dirigente ( neo iscritto al partito di minoranza) opera e lavora.
ARTICOLO DEL SECOLO XIX DEL 5 DICEMBRE 29019