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Loano: Io abitante del casello ferroviario. La storia di Cosimo. Quella sorpresa dei binari in galleria decisa a Roma

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Cosimo Oliva 82 anni non era un casellante delle Ferrovie Italiane. Ha fatto parte dello staff di direzione, pendolare tra Torino, Milano, Genova. A 65 anni si è ‘ritirato’ in pensione e per motivi di salute ha scelto Loano potendo usufruire del casello, lasciato libero, che si trova quasi ai confini con Pietra Ligure, tra il mare, il binario unico e l’Aurelia. La decisione di trasferirsi racchiudeva un’altra aspettativa. La possibilità di acquistare e diventare proprietario del piccolo immobile con un minuscolo giardino.

Cosimo Oliva al lavoro nel giardino del suo casello ferroviario, tra Loano e Pietra ligure, ristrutturato con amore, grande impegno e tanti soldini pur non essendo di sua proprietà ma di Ferservizi. In Italia i caselli ferroviari sono 388, oltre 300 abitati. Nella realizzazione delle prime linee ferroviarie nella prima metà del XIX secolo si rese necessario costruire delle case cantoniere che fossero sempre presenziate in modo da controllare costantemente tutta la linea. Inizialmente i caselli erano costruiti a distanza regolare e in modo che potessero comunicare a vista tra di loro, per questo nelle linee più antiche sono distanti tra loro anche meno di un chilometro. Il casellante, che pagava un affitto per alloggiare nella struttura, aveva il compito di controllare tutta la porzione di linea di propria competenza, prevenendo così incendi che potevano scaturire dalle scintille delle locomotive a vapore, e tenendo la sede sempre libera da piante infestanti. Con la graduale introduzione del telegrafo e dei segnali elettrici e meccanici la maggior parte dei caselli ha perso la loro funzione originale. Molti tuttavia sono ancora in funzione vista la necessità di presenziare i punti critici della linea, come bivi e passaggi a livello. A partire dal secondo dopoguerra molti caselli sono stati abbandonati, in particolare quelli in posizione isolata e quelli difficilmente raggiungibili. Quelli in prossimità dei centri abitati sono stati spesso alienati dalle società ferroviarie e riconvertiti in abitazioni private.

“Ricordo come fosse ieri – narra Oliva – quando il presidente della regione Burlando, nel 1999, promise che in cinque anni si sarebbe finalmente realizzato lo spostamento a monte dei binari atteso da decenni. Ebbene ricordo anche la Direzione compartimentale che dal mattino alla sera si era ritrovata un cambio di progetto nell’attraversamento del territorio di Loano e solo qui. I binari non dovevano più scorrere in superficie ma sotterranei.”

Che idea vi siete fatti ? Cosa ha influito nella svolta e non era la prima volta che accadeva per un progetto delle FS ? “Non voglio scendere nei particolari, non credo sia utile o possa interessare ancora a qualcuno. Ricordo benissimo lo stupore del direttore e dei colleghi. ….E’ una scelta tutta romana, ci disse e la cosa diciamo più sorprendente che la direzione compartimentale competente non era stata informata. messi di fronte a cosa fatta. Perchè proprio solo nell’attraversamento del territorio di Loano”.

Quando ricordiamo a Oliva che ci sono articoli stampa dell’epoca in cui Angelo Vaccarezza (sindaco dal maggio 2001 al 2011, in precedenza Franco Cenere dal ’93 al 2001) era stato il primo ad annunciare la ‘bellissima notizia dei binari in galleria’ elogiando il ministro dell’Interno, Claudio Scajola (2001-2002) che si è adoperato per andare incontro alla richiesta di Loano del cambio del progetto, la risposta è: ‘Non posso dire questo o quello e non mi interessa, semmai prendere atto di quanto era accaduto. A Roma i vertici delle Ferrovie ci misero di fronte al fatto compiuto e basta. “.

Lei conosce la realtà loanese, il progetto originario che subì comunque delle modifiche, che idea si è fatto dei binari solo in galleria e solo nell’attraversamento di Loano, almeno della tratta Andora – Finale Ligure ? “Ripeto non intendo aggiungere altro, coinvolgere Tizio o Caio, neppure scendere in altri particolari. A Loano del resto credo che vada bene così. Io ora devo occuparmi solo di questo casello.”

Perché ? “In tutta Italia i caselli esistenti credo fossero 388 e oltre 300 occupati. Credo che l’obiettivo sia quello di attendere che gli inquilini aventi diritto (personale delle FS) crepino per rientrare in possesso degli immobili e farne una speculazione dove è possibile. A me era stato detto,  ripeto, che il casello di Loano l’avrebbero venduto (è già successo per quello esistente nei pressi della stazione,  al secondo passaggio a  livello, da ponente a levante)  e invece da allora mi è stato aumentato 5 volte il canone di affitto.”

C’è un’altra notizia che è sempre rimasta coperta dal riserbo nonostante in certi ambienti fosse risaputa. Le risulta che con la costruzione del porto turistico le FS scoprirono che erano state ‘falsificate’ o ‘taroccate’, se vuole addolcire la pillola, le mappe catastali ? “Non lo chieda a me, posso ricordare che la situazione fu poi regolarizzata. Il motivo è semplice. Le Ferrovie hanno l’originale mappa parcellare dei beni che gli appartengono. Precise al millimetro. Comprese le aree di esproprio.”

Loano, peraltro, si distinse per un altro clamoroso episodio di invasione ? Al passaggio a livello di Via Cesarea è stato realizzato, dopo un ‘piccolo chiosco’ un bar che poi si è trasformato in una panetteria, ora chiusa e in vendita.  Oliva: “Acqua passata, non parliamone….”. E il suo ‘casello’ come è classificato ? ‘Villino, A 7. Mi è stato assegnato da Metropolis e la promessa di vendita. Invece….Questo si trova a più di 6 metri dal binario di corsa… e l’ultimo  casellante è stato un operaio delle Ferrovie ad Albenga.  E’ stato realizzato oltre un secolo fa. Non è ancora allacciato alla rete del gas, riscaldamento e acqua calda a legna. Ho un figlio che vive in Piemonte, ad equo canone in un alloggio di 70 mq. e spero che un giorno possa entrare in possesso di questo casello. Qui ho profuso tanti soldi e sudore. Ho lavorato con le miei mani…”.

Corrisponde a verità che da 6 metri dal binario di corsa le FS hanno ridotto a 4,5 e per qualche eccezione persino a 3 metri ? “Come fa a sapere queste cose ? Non sta a me giudicare se si sia voluto favorire qualcuno e perchè, ad opera di chi e chi ne ha beneficiato. Il ‘mio’ casello è a sei metri e posso dire che avrò speso fino ad oggi 100 mila euro per la ristrutturazione e ‘insonorizzazione’ per quanto possibile. Ed esiste la regola  che a meno di sei metri dal binario di corsa dovrebbero demolire.”

Cosimo Oliva, nessuna parentela a Loano, si dedica alla cura anche del suo piccolo giardino e intervalla la dimora al mare trasferendosi a Calizzano dove abita la figlia e il genero.  Lavora nell’ex base radar del Monte Settepani, oggi  importante centro meteorologico in Liguria. Per la storia fu sede di una ex base militare statunitense, dove operavano pure alcuni ingegneri e tecnici italiani. Caratterizzata da vari cunicoli scavati a circa 60 metri di profondità sotto le pendici della montagna. La base sarebbe stata pure utilizzata dall’Organizzazione Gladio, una forza paramilitare italiana attiva nella seconda metà del XX secolo a supporto delle politiche statunitensi in Italia. Dopo l’abbandono della base e la sua esplorazione da parte di speleologi, gli accessi  alle ‘caverne’ sono stati murati a cura dell’aviazione militare italiana.

L.Cor.

 

 

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