Loano la città dei parrucchieri. Un’attività di coiffeuse- coiffeur ( 2 per soli uomini) ogni 204 residenti (10.820). E addio barberia. Loano turistica che, con Bordighera, era stata la ‘regina’ anche del turismo invernale. Tra le capitali delle seconde case in Liguria e con i due maggiori complessi alberghieri della regione. E ora un esordio – scommessa di giovani leve. Per Martina e Andrea, sorella e fratello, dopo il diploma di ragioneria al ‘Falcone, una svolta capace di generare speranze e aspettative. Papà e mamma ‘storici’ e resilienti edicolanti a Borghetto S. Spirito.
di Luciano Corrado
Una storia di vita, di brevi esperienze lavorative. Oggi di serio impegno e un po’ di fortuna. Ma anche e soprattutto all’insegna della professionalità, senza eccessive illusioni. Andrea, 30 anni, può esibire l’abito del giovane professionista parrucchiere: corsi seri ed impegnativi, da Sanremo a Milano, da Bologna a Savona, diploma alla prestigiosa Accademia Accornero di Asti.
Per 10 anni dipendente in un negozio da parrucchiere a Loano. E dopo essersi diplomato ha svolto lavori stagionali senza nasino all’insù: magazziniere, distributore di giornali, tuttofare. I ricordi, con la passione da quindicenne, per il calcio, nella Loanesi, ala destra, fino a raggiungere l’Eccellenza nel 2012.
All’Istituto Falcone ha conseguito il diploma di ragioneria indirizzo ‘programmatore‘. Negli della prima gioventù si è guardato attorno, come tantissimi altri giovani diplomati, nella convinzione che, terminata la scuola superiore, iniziasse un percorso di lavoro ‘degno’ degli studi fatti, dei sacrifici personali e della famiglia. Ha praticato l’hobby della due ruote e passeggiate. I giorni della spensieratezza, senza troppi grilli per la testa, senza navigare nell’agiatezza e vizietti dei figli di papà. Non sono però gli unici.
E presto una consapevolezza. Andrea: “Terminati gli studi immaginavo fosse più semplice trovare impiego, non dico vicino a casa, ma senza dover ricorrere ad esperienze del tutto imprevedibili. Dopo le docce fredde mi sono convinto che sono portato al lavoro manuale, meno monotono rispetto alla scrivania. Mi sono detto: sei ancora giovane e devi provare, eccomi nella nuova realtà operativa dopo un lungo tirocinio. Anzi, posso considerarmi tra i fortunati. Un negozio tutto mio, una messa alla prova della mia attitudine, artigiano del mestiere. Pochissime illusioni, spero proprio di diventare, un giorno, pure proprietario dei muri, senza l’assillo dell’affitto.”
Ora l’avvio con affitto a riscatto. E pur sempre i rischi della vita. In una città a totale dipendenza turistica dove sarebbe difficile pensare che ci sia lavoro per 54 attività (forse 55) da parrucchiere per maschi e femmine, due soli (Massimo in via Doria e Pietro in corso Europa) per uomini.
Negli ultimi anni il numero di parrucchieri ha avuto un’impennata senza precedenti e sorprendente, con una netta predominanza di giovani. Con i meno giovani loanesi a ricordare che alcuni/e coiffeuse potevano anche comprarsi qualche appartamento, accadeva tra gli anni ’60 e ’70. E non era l’unica categoria fortunata. Con la differenza che in negozio si lavorava a pieno regime, con dipendenti, per dieci mesi l’anno. La stagione turistica invernale iniziava a dicembre, con la Pasqua quella estiva. Negli hotel (la categoria più decimata nel tempo) la bassa stagione era limitata a due, tre mesi, poi si passava alla media, quindi l’alta da metà giugno a metà settembre. La clientela italiana se primeggiava, si lavorava bene con quella straniera ad eccezione del mese di agosto.
Dove ora ha aperto il ‘Salone Andrea’ (sull’Aurelia di levante, di fronte ai ‘cicli Anselmo‘) fino allo scorso inverno operava un barbiere per solo maschi, Nino andato in pensione.
Andrea non ha inaugurato il salone con squilli di tromba, spot promozionali, inviti e bicchierata. Non solo perchè siamo tutti penalizzati, chi più e chi meno, dal Covid. Osserva ancora Andrea; “Credo sia forse più efficace il passaparola, la serietà e l’onestà, trovarsi bene e a piccoli passi coronare il successo con una clientela fissa, per quel detto un cliente soddisfatto ne porta un altro, si lavora su appuntamento, con registro cliente e nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione al coronavirus. E poi ho la fortuna di un’aiutante perfetta e copinvolta, mia sorella, in armonia e comunione d’intenti, direi proprio“.
Martina Alessi ha 23 anni. Si è diplomata nel 2017 in ‘ragioneria turistica’, nella Riviera dell’industria turistica e che ha via via prodotto un turismo di massa dove non mancano le eccezioni. Si pensi a chi ha acquistato la ‘seconda casa’ con una villa, villetta o un alloggio che in molti casi non è da tutte le tasche, pensiamo ai prezzi del fronte mare. Martina: “Certo mai più avrei immaginato un futuro in un salone artigianale con Andrea. Posso dire che fino ad oggi non mi sono mai tirata indietro. Ho genitori esemplari, severi quanto basta, buon esempio di famiglia. Penso ai sacrifici per farci studiare, per darci la possibilità di un domani migliore si suole dire. Ho lavorato in albergo come cameriera di sala a Pietra Ligure, da un Tabacchino a Borghetto S. Spirito e da un anno, con Covid, inutile bussare le porte. ” Come ai tempi di guerra, ma senza bombe nemiche, distruzioni e povertà, esodi forzati.
Inutile tuttavia ignorare, nascondere che Martina è tra i tantissimi giovani diplomati ( si pensi solo all’Alberghiero), ma anche laureati, che non si sono risparmiati nell’invio di ‘curricula’ e contrariamente a quanto accade in molti paesi dell’Europa unita, senza andare negli Stati Uniti, quasi sempre il ‘mittente’, il potenziale datore di lavoro, neppure ti risponde. Martina non lo dice, ma forse si era perfino stufata, quasi mortificata, in una crisi lavorativa, peraltro diffusissima, in terra ligure. “E’ vero non ho mai nutrito aspirazioni lavorative particolari, così quando Andrea ha iniziato a raccontare del suo progetto, mi ha coinvolto ed oggi lavoriamo insieme. Una piccola differenza non solo professionale, lui è felicemente fidanzato da 6 anni. Io leggo romanzi, guardo poco la Tv, attorno a me una gioventù abbastanza immatura mentre le ragazze che conosco le avverto più impegnate, con il pensiero nel futuro lavorativo. Anche se non è rassicurante la mancanza di serie prospettive di lavoro”.
Martina ha frequentato i campi di calcio con la squadra femminile, per tre anni ha praticato il nuoto e per sei anni il basket nella pallacanestro di Loano. E l’unica sua esperienza di impiego pubblico è stato la scrutatrice durante le tornate elettorali. Il suo domani lo immagina a Loano ? “A volte sì, altre volte no. Impossibile prevedere la sorte e il destino, cosa mi riserverà la vita. Ora voglio impegnarmi al massimo, lo meritano Andrea, mamma e papà; c’è pure un po di amor proprio nel dimostrare a te stessa e agli altri ciò che vali”.
La mamma Antonella casalinga e edicolante. Ogni mattina con papà, praticamente 365 giorni l’anno, sveglia alla 5 per tornare a casa alle 9 di sera, d’estate pure più tardi. Papà Massimo, da tassista a titolare di edicola, forse è rimasto l’unico che porta anche il giornale a domicilio ai suoi clienti impossibilitati. Più che passione, l’impegno vero di tirarsi su le maniche, di migliorare e progredire, lasciare una dote ai figli, più di quanto magari si abbia ricevuto. Quell’esistenza terrena di sacrifici personali, tra le mura del negozio, sconosciuta ai più, raramente raccontata dai media. Fatta di cittadini silenziosi che ogni giorno, senza paracadute, si sforzano di raccogliere il granellino. Sperando che la terza età che non sia troppo ingrata.
Luciano Corrado
LOANO- LE STATISTICHE AGGIORNATE AL 2020 DELLA POPOLAZIONE GIOVANE E MENO GIOVANE
CON UNA SORPRESA. QUI GLI ANZIANI NON SONO LA MAGGIORANZA. LE DONNE SONO 5.802 PARI AL 53,6%. I MASCHI 5.018, 46,4%. Le classi d’età più numerose sono tra 50 e 54 anni (921) poi seguono con quota 833 tra 55- 59 anni, 736 tra 60-64, 583 tra 80-84. Vedi la statistiche completa.
https://www.tuttitalia.it/liguria/12-loano/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2020/
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