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Il direttore del Secolo XIX al settimanale cuneese Idea: Nuove vie di sviluppo imprenditoriale e turistico. Langhe e Liguria. Unesco e eccellenze

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Il diffuso e autorevole settimanale della provincia di Cuneo Idea ha intervistato il direttore del Secolo XIX, Luca Ubaldeschi, già vice direttore vicario de La Stampa, breve esperienza nella redazione di Savona. E’ Commendatore al merito della Repubblica e ha scritto un libro su Fausto Coppi. In copertina il ‘richiamo’. “Ubaldeschi: Il Nor Ovest guidi lo sviluppo del Paese”. Titolo dell’intervista: “Tra Liguria e Piemonte ora si possono aprire nuove vie di sviluppo. Per le Langhe il porto è uno sbocco prezioso”.

In attesa – utile non dimenticare- che si arresti il divario proprio tra Basso Piemonte e Ponente ligure soprattutto, dove la disoccupazione giovanile raggiunge il 30 % contro una media nazionale del 34 %. E il turismo alberghiero, nel savonese in particolare, ma l’imperiese non è indenne, non è certo con il vento in poppa, dopo la chiusura di centinaia di aziende ricettive famigliari e perdita di migliaia di posti di lavoro. Si assiste all’avanzare della dequalificazione del tessuto turistico, socio economico, a fronte del business galoppante di nuove seconde case con significativi investimenti di Srl cuneesi e piemontesi, persino dal Trentino, dal Veneto e Friuli – Venezia Giulia. Proprio Il Secolo XIX nel dicembre 2019 pubblicava uno studio di italia Nostra  che documentava (consumo di suolo in Riviera) l’impennata di costruzioni: “Troppo cemento  e troppe seconde case vuote molti mesi all’anno….”. Ricordava l’analisi dell’ing. Roberto Cuneo e con un appello alla politica in vista delle consultazioni regionali.  Guidavano la classifica Loano e Pietra Ligure, seguite da Diano Marina, Alassio, Borgio Verezzi, Albissola Mare e Laigueglia la più virtuosa e un’ulteriore più recente novità, annunciata dal vice sindaco, ing. Giancarlo Garassino, nel nuovo Puc in elaborazione si potrà solo ristrutturare, zero nuove aree edificabili.

A Loano un gruppo finanziario, con una sua controllata, Isabella Hospitality Srl, di Tavagnacco (Udine), dal 16 di settembre, ha acquisito in tribunale, con procedura di concordato preventivo, proprietà e gestione del più moderno complesso turistico realizzato in Liguria negli ultimi anni: Ai Pozzi Village Hotel&Residence. Un affare milionario derivante dalla vendita di un’credito deteriorato’ di Banca Carige. Uno degli hotel che l’istituto di credito aveva finanziato (nell’era Berneschi), finiti ora all’asta e svenduti, ora a prezzi da super saldo. Si pensi al Grand Hotel Royal di Spotorno, al Grand Hotel Antiche Terme di Pigna, all’Hotel Suisse di Alassio che era stato acquistato dai fratelli Parodi di Varazze;con Massimo presidente dell’Unione Albergatori della provincia di Savona dal 1997-2005 e che aveva ‘traghettato’ la categoria in Confindustria nel periodo in cui era direttore Luciano Pasquale che diventerà presidente della Carisa, venduta a Carige, di cui è stato nel Cda.

Liguria in declino sul fronte della ristorazione di alta qualità se confrontata con i cugini piemontesi. Si vedano le  prestigiose e ambite ‘stelle Michelin’ che nel cuneese sono 18 (46 in Piemonte, 4 con 3 stelle), 7  invece nelle quattro province liguri e tutti a 1 stelle. Si veda il confronto tra Limone di Piemonte, Prato Nevoso e la sorte riservata a Monesi (di Triora), già ‘locomotiva’ della valle Arroscia e dell’Alto Tanaro; unica località sciistica del ponente ligure e con una nuova seggiovia. In totale abbandono dall’alluvione del 2016. E  ancora inagibile l’intero abitato di seconde case di Monesi di Mendatica 

Il direttore del Secolo XIX a ricordare “un territorio  che tutto sommato è un concentrato  di bellezza, un angolo d’italia straordinario dove arrivi dalle Alpi al mare in due ore”. E le Langhe ? Ubaldeschi:Davvero credo che ci siano tutti gli ingredienti  per renderla ulteriormente attrattiva: colline, montagna, mare, qualità del cibo…”.C’è poi un tessuto connettivo con uno sbocco prezioso nel primo sistema portuale rappresentato da Genova e Savona”.  Cita la ‘tragedia’ delle autostrade liguri: “Diventate quasi un simbolo negativo dei viaggi nel terzo millennio”.  “…Il ‘brand Langhe‘ è nato su potenzialità  fino a quel momento inespresse e questo, dall’esterno,  è un valore che viene percepito in maniera netta…Sul Secolo XIX, assieme a La Stampa, una volta al mese realizziamo l’inserto Nord Ovest Economia proprio perchè non vogliamo ragionare a  compartimenti stagni, siamo un giornale  pronti a sostenere con il proprio ruolo l’idea di una rete di territori. Li mettiamo in connessione, partendo dall’economia….Il nostro giornale ha base in Liguria e guarda alla Costa Azzurra non solo per una questione di vicinanza  geografica….poi esiste anche una competizione con la Francia che passa da scambi importanti e sarebbe miope non considerarli. perché sapere che dall’estero arrivano turisti che magari approdano a Portofino per poi spostarsi in Costa Azzurra“.

E utile aggiungere che da qualche anno c’è un’ élite di clientela che ‘ignora’ pure la blasonata Portofino o Sanremo, ma non alcuni hotel a ‘5 stelle’ delle Langhe, si pensi  solo a Santo Stefano Belbo. Si pensi che negli ultimi 15 anni in Costa Azzurra sono stati realizzati 14 hotel di lusso. E che un tempo la Riviera di ponente riusciva a competere proprio con il Sud della Francia ed ora sono rimaste le Cinque Terre. Possono anche contare su una clientela internazionale per più mesi all’anno. Con la Riviera delle Palme che è stata per oltre tre decenni il ‘bacino’ prediletto dei vacanzieri del centro e nord Europa. E ora leggiamo di una guerre senza fine tra chi vuole trasformare il proprio albergo, in qualche caso pure residence, in seconde case e i vincoli alberghieri imposti dai comuni e dalla legge regionale. Si finisce spesso per ricorrere al Tar e fino al Consiglio di Stato. Gli immobili diventano fatiscenti e pagano le tasse.

C’è un caso recente che ha del clamoroso, specchio della realtà dei nostri giorni. Un complesso residenziale (T1) di 7 palazzi, sulla litoranea a mare, 169 appartamenti (bilocali e trilocali, box) nel Comune di Ceriale, finito all’asta con un prezzo base di 7 milioni, sceso a poco più di due ed acquistato da Rush srl di Conegliano (Treviso). Qui la concessione edilizia prevedeva anche la costruzione di un hotel e di un residence. E’ emerso che non si realizzeranno (perché antieconomici scrivono concordi periti e consulenti ) né l’uno, né l’altro. La nuova proprietà propone di realizzare una cosa di riposo e forse due: posti di lavoro ad alcune decine di dipendenti.

Lo storico quotidiano ligure che negli anni ’80 raggiungeva 180 mila copie vendute in edicola nell’edizione domenicale, ma anche a 14 pagine di annunci immobiliari, fa parte del gruppo Gedi, come La Stampa e Repubblica, 9 testate locali, il settimanale l’Espresso, alcuni periodici, 3 emittenti radiofoniche nazionali (Radio Deejay, Radio Capital, m2o). Di recente l’imprenditore -editore Carlo De Benedetti, ospite di Lilli Gruber su La 7 (Otto e Mezzo) non è andato per il sottile dichiarando che, oltre al suo ‘Domani‘ e al Manifesto (con ottimi collaboratori) , resta La Stampa “a dire qualcosa di sinistra”. E con Draghi “domina il conformismo dell’informazione”. “Una democrazia senza giornalismo di qualità, accessibile e indipendente, è una democrazia sofferente” (L.C.)

 

 

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