Una strage continua ma ignorata. La ‘morte’ di terreni fertili e di oliveti. Non è il cemento a distruggere madre natura in quella che era la seconda ‘capitale’ agricola della provincia di Savona, dopo Albenga. A Ceriale si consuma una tragedia senza uguali in Liguria, lungo la fascia costiera e lungo la prima collina di Peagna. Dramma sociale ed economico, centinaia di preziosi posti di lavoro in fumo, indotto inginocchiato. Un tema che meriterebbe l’approfondimento giornalistico, di forze politiche, sindacali ed associative. Invece tutti zitti.
di Luciano Corrado
E il ‘quarto potere’ che fa ? C’era una volta. La locuzione quarto potere si riferisce, in sociologia, alla funzione dei mezzi di comunicazione di massa come strumenti della vita democratica. Non è più così anche se in provincia di Savona Ivg.it, dell’editore pietrese di Edinet Srl, negli editoriali vanta il giornale on line più letto in provincia di Savona, oltre 200 mila visualizzazioni giornaliere. Fa opinione e ‘potere’ ? Bene, provate a cliccare sul suo sito ‘agricoltura Ceriale‘ e non risulterà un solo articolo. Povero trucioli.it che si ostina a denunciare il ‘sodale e robusto disinteresse’. I risultati dello sfascio che solo una penetrante inchiesta giornalistica potrebbe svelare con i maggiori responsabili e la loro ‘cappa di piombo’. Il silenziatore per non disturbare.
Sono già almeno tre mila, secondo una nostra stima, gli appezzamenti piccoli e grandi ‘abbandonati’ solo nell’ultimo ventennio, con un’impennata impressionante e spettacolare. Aree ormai in balia di erbacce e rovi. Persino vecchi oliveti un tempo fonte di guadagno e lavoro. Tutti appezzamenti fertili, esposti al sole e al dolce clima che hanno una loro storia. La loro evoluzione quanto a semine e produttività che avevano il suo tornaconto più che positivo. Parliamo di generazioni di agricoltori: fino alla terza, alla quarta. Le prime due non hanno però vissuto il diffuso abbandono dei campi.
Le nuove generazioni di figli/figlie, nipoti, eredi, hanno spesso scelto altre strade: pochi laureati, molti diplomati che hanno trovato lavoro in enti pubblici (Santa Corona, Provincia, Comuni, Asl, Autofiori, aziende private). La maggioranza non è emigrata. Hanno ereditato edifici o vecchie case trasformati ora in ville, a volte con piscina, ora in immobili frazionati e finiti sul mercato immobiliare. Beneficiari di eredità immobiliari ad Albenga, Ceriale, Alassio, frutto del sudore e sacrifici di generazioni che hanno vissuto le due Grandi Guerre mondiali. Ebbene erano i primi anni ’70 e ad Albenga fu aperta la prima redazione del ponente savonese del Secolo XIX (Andora-Spotorno). Qui operava anche un decano corrispondente che aveva come primo lavoro cassiere della maggiore banca cittadina. Confidava al giovane ed ora decano collega che nella pianura inaguna c’erano 7 famiglie di contadini che in banca avevano superato il miliardo di lire di depositi (2 erano di Ceriale) e quando ritiravano gli interessi, parecchi milioni, si accomiatavano e in dialetto “ragiunè u me daghe sulu i rutti’, ovvero poche centina di miglia di lire.
Contandini che coltivavano aree di proprietà, altre in affitto, nel passato pure a mezzadria. Ora non si trova più chi è disposto ad affittare e chi è vuole coltivare. Non c’è più il sudore e la zappa che mette a dura prova la schiena. Molti vorrebbero trovare a vendere ma gli acquirenti non sono dietro l’angolo. A meno che non siano appezzamenti potenzialmente edificabili a fini commerciali e turistici. Tira assai meno, in questa zona, l’artigianato. Non conosce crisi invece il mercato immobiliare di vecchie case abitate da contadini , vendute, ristrutturate. Grazie anche agli incrementi di volume permessi dal ‘piano casa’ della Regione Liguria.
Un tempo Ceriale brillava per le sue primizie. Dalla stazione partivano ogni settimana treni merci diretti ai mercati del Nord Italia. I Costa, alle Muragne, sono stati i primi grossisti (attività cessata a fine anni ’80) nel mercato dei fiori (da Sanremo) e dell’ortofrutta (dalla piana ingauna). I Costa che hanno dato un eccezionale impulso nella creazione di prosperità diffusa. Si produceva in origine pomodori ‘tondo liscio’; si era passati dal pieno campo alle serre in legno, poi quelle metalliche. C’erano zucche e zucchine (trombette), melanzane. C’erano asparagi violetti e carote molto apprezzati nel gusto e proprietà organolettiche trattandosi di terra sabbiosa, in particolare nelle zone più vicine al mare. Poi sedano, prezzemolo, cipolle, patate. Gli anni del deal (prezzemolo arricciato e molto richiesto nei paesi del Nord Europa (Danimarca, Norvegia, Svezia soprattutto).
Arrivò il business della floricoltura (stelle di natale, gerani, margherite). Da ultimo le piantine aromatiche. Tira tuttora il mercato dei ‘carciofi’ nostrani ma la concorrenza fa danni. Come dimenticare la campagna Coldiretti ‘questo negozio vende solo prodotti della piana ingauna’ ! Ma sulle bancarelle dei mercati settimanali e tra i fruttivendoli ormai la ‘merce di importazione’ detiene almeno il 95% del fatturato. Scomparsi quasi del tutto i pescheti.
E oggi, diciamo pure un non lontanissimo ieri ? Non abbiamo conto di quante siano ancora le aziende agricole in attività nel territorio Ceriale. Una ventina ? Una trentina ? Quattro quelle rimaste a Peagna. Possiamo testimoniare che fino agli anni 70 gli agricoltori erano la categoria più numerosa e rappresentativa nella piana più grande della Liguria. Dagli anni ’60 inizia anche per Ceriale la lunga epoca della cementificazione selvaggia, soprattutto palazzi, palazzoni, lungo la prima fascia costiera, poi a salire soprattutto verso levante fino alle alture. Palazzi a Ponente in zona Campore. Ville trasformate in multi-residenze.
C’era chi, invano, come il dr.prof.Ferrero che è stato candidato sindaco Dc e consigliere comunale, proponeva un piano regolatore che non seguisse l’esempio di ‘rapallizzazione’ della vicina Borghetto o di altre località deturpate e massificate dall’esplosione di seconde case, oggi unica risorsa dopo la quasi estinzione di alberghi tradizionali. C’era chi come l’ex sindaco Carlo Camino Cav.Uff (Psi), già presidente della prima Azienda di Soggiorno sorta a Ceriale (è stato assessore provinciale) implorava scelte urbanistiche in cui l’agricoltura doveva mantenere un ruolo primario in simbiosi con il turismo. “L’agricoltura è una risorsa storica, dei nostri avi e le future generazioni non dovranno privarsene o essere agevolati ad abbandonare le terre, scriveva Camino“. Un tema che chi scrive queste righe ha spesso ricordato, da perdente, durante i suoi 55 anni di professione giornalistica.
Ceriale che è stata culla del turismo straniero. I primi tedeschi, inizio anni ’50, nel camping comunale della Pineta, a levante. I primi olandesi con il loro villaggio e campeggi. Ceriale faceva la differenza insomma, se si escludeva Alassio e Bordighera. Storia passata, da annali storici per chi ha avuto interesse a leggere e sapere.
Ciò che fa impressione e dovrebbe far riflettere, è la totale assenza di programmazione, di impegni concreti, da tema emergenziale, da parte dell’amministrazione comunale e non solo. Servirebbero studi e ricerche di mercato, soprattutto interventi ed azioni concrete in sinergia con la Regione Liguria che continua a divulgare a getto comunicati con piogge di milioni a destra e a manca a favore delle categorie agricole. A Ceriale di risultati non c’è traccia a meno che non siano stati resi pubblici e che il giornalista ignora. E ci ripetiamo, basta percorrere in lungo ed in largo le strade del territorio comunale. L’abbiamo modestamente fatto nel corso di decenni, ogni volta più increduli e tristi. Qui c’era….là c’era….
Per l’amministrazione uscente del sindaco Luigi Romano, uno dei veterani e testimoni dei tempi in Municipio, vale quel detto ‘se ci sei batti un colpo‘. Parliamo della ‘voce agricoltura‘, impegni e risultati, pianificazione.
E’ forse sintomatico che non sia stato previsto neppure l’assessorato all’agricoltura che per decenni era il più ambito (come bacino elettorale), alla stregua del turismo, edilizia, Lavori pubblici e Servizi sociali (da sempre bottino di voti). Ecco le attribuzioni in giunta:
Romano Luigi | Sindaco | Politiche Turistiche, Cultura, Gemellaggio, Personale, Polizia Municipale, Urbanistica, Edilizia Privata |
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Giordano Luigi | Vice Sindaco | Lavori pubblici, Lavori in economia, Viabilità |
Maineri Eugenio | Assessore | Servizi sociali, Edilizia popolare, Ambiente ed Ecologia, Manifestazioni |
Vollero Laura | Assessore | Bilancio, Tributi, Acquedotto, Pubblica istruzione |
Cavallaro Monica | Assessore | Commercio, Attività produttive, Politiche giovanili |
Non è più tempo di nostalgici e alle polemiche non siamo appassionati. Semmai prendere atto: agricoltori addio. In quella dura attività che ha fatto ricchi tanti cerialesi e peagnoli, anche immigrati. Agricoltura passata di moda, debellata, sconfitta. Ai cittadini pare non interessi neppure sapere che nella zona del centro storico e in quelle appena limitrofe è rimasto in attività un solo ‘negozietto’, ben rifornito, di frutta e verdura. E non si sono ancora visti negozi di questa merceologia ad opera di extracomunitari rispetto ad altre località costiere.
In compenso e trucioli.it ha spesso denunciato: imperversano ‘melonari’ con i loro camioncini ‘carichi di prodotti agricoli’ del Sud, delle isole. Tasse e certificazioni commerciali e sanitarie esenti.
Si aggiunga che anche nella piana di Ceriale e nelle aeree coltivate di Peagna non mancava una copiosa produzione di pesche, albicocche, prugne, persino ciliegie e nespole, meno mele e pere, semmai cachi. Oggi la frutta e verdura si compra al supermercato; prodotti dalla Spagna, Tunisia, Marocco, persino Israele (uva). Ad Albenga operano importatori (anche dal Sud America) grossisti che perlopiù utilizzano manovalanza femminile per la lavorazione con personale di cooperative e occorre pagare la tessera come soci.
Una domanda sorge spontanea: che ne sarà delle migliaia di appezzamenti di terreno già in costante abbandono ? Perché non attraggono quasi più investitori ? Resisteranno solo le piante aromatiche e la floricoltura ? Ci vorrà una terza guerra mondiale per far riscoprire e imporre l’antico mestiere ?
Trucioli tre anni or sono aveva incontrato un giovane cerialese in occasione di un mercatino agricolo (a Ceriale non esiste mercatino come ad esempio ad Albenga, Borghetto, Loano). Titolammo: Ceriale, a 28 anni in cerca di futuro. Lavoro la terra da deluso, vivo con i genitori e senza speranze. Era il 28 novembre 2019 vedi……
Se la claudicante amministrazione Romano e chi l’ha preceduta non hanno saputo dare una svolta, una risposta all’emergenza delle emergenza, quale la sorte delle ultime briciole del comparto agricolo cittadino? E nonostante la puntuale propaganda, ci ripetiamo, a suon di comunicati stampa ed articoli più o meno giullari sullo stato dell’agricoltura in Liguria, dal mare ai monti. Sempre a suon di ‘pioggia di milioni’.
Certo un tempo c’era Il Secolo XIX, il quotidiano più diffuso in regione (e soprattutto nel savonese), che faceva informazione spesso scomoda e di denuncia. Non erano dammeno le cronache regionali de La Stampa e prima ancora de La Gazzetta del Popolo, dell’Unità che aveva una pagina provinciale. Oggi prevale il giornalismo dei seduti al desk, da conferenza stampa (enti pubblici, associazioni di categoria, esponenti di partito), del ‘copia e incolla’ di veline piuttosto che giornalismo in strada, tra la gente, tra i campi, tra i contadini in questo caso. E non notizie sporadiche, da danni alluvionali o siccità estrema, o da gelate. Dare semmai conto del ‘morbo che uccide‘ i campi.
E’ vero le giovani generazioni non sanno, forse ignorano la vera storia socio economica della loro città e del paese in cui vivono, se non per ‘sentito dire‘, pagine facebook, essendo venuti meno anche i maggiori centri di aggregazione delle comunità locali. E gli ultimi ‘testimoni’ dei tempi andati si stanno esaurendo anno dopo anno come candele.
Non si leggono utili approfondimenti per conoscere, informare, dove eravamo e dove siamo arrivati e perchè. La politica che rappresenta la pubblica amministrazione è stata fallimentare (visto i risultati in quel di Ceriale) e comunque più penalizzante rispetto ad altre realtà agricole del territorio savonese. Ceriale che aveva una solida tradizione agricola. Neppure si scava in merito al ‘peso’ e al ruolo delle tre associazioni agricole della provincia.
Siano almeno loro a spiegare ai cittadini perchè ‘il deserto‘ avanza anche in aree da sempre fertili, dove c’è pure la presenza dei vecchi pozzi (in alcune zone si è avuto il problema infiltrazione in falda della salsedine). Lavorare la terra, pare assodato, non produce più reddito a sufficienza, non c’è più mercato o meglio il mercato è diventato appannaggio di merce che proviene da fuori. Noi sconfitti.
E c’è da chiedersi ancora perché neppure le ‘cooperative sociali locali’ non sono attratte da prendere in affitto terreni agricoli, mentre fanno business nella gestione degli arenili (bar e ristoro inclusi), appalti comunali nella manutenzione del ‘verde pubblico‘, dei rifiuti o in attività socio sanitarie assistenziali che consentono utili e pochi rischi nei bilanci.
Lo scorso anno, o forse il 2020, con l’esordio del Covid, mentre i media davano conto dei ‘lamenti’ provenienti anche dal mondo agricolo, si leggevano notizie surreali. Ebbene trucioli.it (solo ora lo divulghiamo) da fonte diretta apprendeva che il prezzo massimo percepito dai produttori di piantine aromatiche era di 0,65 e c’era chi offriva 0,57-0,58. Ma si divulgavano notizie di prezzi (non reali) di 0,80-0,85. Parliamo di salvia, origano, maggiorana, rosmarino, basilico, lavanda. Questi ultimi i più richiesti e con una stabilità di prezzi, ovvero non al ribasso come accade nella stagione di margherite, ciclamini e crisantemi.
Il terriccio utilizzato è in gran parte straniero, olandese e tedesco. E si compra a metro cubo in sacchi da 70 lt. e non già a peso (60-70 euro a mc). Possiamo concludere che i ricavi della maggiore produzione presente sulla piana albenganese sono rimasti inalterati negli ultimi dieci anni. Mentre tutto (materia prima) è aumentato in modo consistente. Non parliamo delle ultime impennate in conseguenza della guerra, vedi concimi vari ( dal 30% in su). Per finire ai prodotti antiparassitari e anticrittogamici (naturali e sistemici) con rialzi che non si sono ancora arrestati.
Mentre la ‘macchina della propaganda’ ha continuato ad elencare notizie, cifre, risorse multimilionarie destinate al ‘rilancio dell’agricoltura’, volano per giovani agricoltori. E quale ruolo incisivo va a merito delle associazioni di categoria i cui ‘signori’ non disdegnano passerelle, candidature, annunci pubblicitari a pagamento. Senza che nessuno dia conto, appunto, di quante siano le aziende agricole, edifici, case e terreni finite all’asta del tribunale negli ultimi anni o tuttora sotto pignoramento.
Quale sia stata la svolta che hanno impresso gli strumenti urbanistici e le politiche del governo, della Regione e degli stessi comuni in merito stato di salute dell’agricoltura. E non già ai lamenti, ora qui e ora la, che si leggono o si ascoltano anche con interviste a Rai 3 Regione.
Come nessuno ha finora approfondito e descritto l’agonia, la morte, la storia del tessuto agricolo di Ceriale. A cominciare da dati certi e statistiche. Ma anche dar voce non saltuaria o casuale agli ultimi resilienti, ai loro urgenti bisogni. Quale reale futuro attende le generazioni a venire.
Abbiamo letto recentemente da Alassio. “Si parla di ambiente e difesa del territorio sul palco del Festival della cultura. Con Marco Melgrati sindaco di Alassio, Rinaldo Agostini presidente della Marina spa, Enzo Ghigo ex presidente della regione Piemonte e presidente del museo del cinema di Torino e Luca Ponzi caporedattore Rai 3 Liguria.”
A quando il servizio pubblico televisivo regionale dedicherà più attenzione approfondimenti a Ceriale: ‘vita & morte’ di un tesoro che aveva arricchito centinaia di famiglie. Cosa è rimasto e chi si ritrova povero. Sbarca il lunario in silenzio e senza protestare. Senza incatenarsi.
Luciano Corrado
REGIONE LIGURIA – AGRICOLTURA: VICE PRESIDENTE PIANA, “COL PSR OLTRE 17 MILIONI PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DI VITA E L’ATTRATTIVITA’ DELLE AREE RURALI”
GENOVA. Approvata dalla Giunta regionale, su proposta del vice presidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana, l’apertura di 5 bandi del Programma di Sviluppo rurale dedicati ai servizi di base e alle infrastrutture per le zone rurali con modalità “stop and go”, cioè tramite tre fasi di apertura bimestrali consecutive, per sveltire ed efficientare ulteriormente l’evasione delle pratiche dagli Uffici in vista di una grande partecipazione. La prima fase si aprirà il 26 luglio, l’ultima il 30 novembre.
“Sono misure che mirano ad innalzare l’attrattività delle aree rurali e migliorare la qualità di vita – spiega il vice presidente Alessandro Piana – promuovendo diversi obiettivi trasversali, capaci di attivare tutta la filiera dagli interventi necessari per la protezione dell’habitat naturale al potenziamento dell’accoglienza e della promozione. In totale la dotazione finanziaria ammonta a oltre 17 milioni così ripartita: oltre 6 milioni per infrastrutture essenziali alle popolazioni rurali (sottomisura 7.2), 3,3 milioni per investimenti destinati a potenziare l’utilizzo delle tecnologie digitali (sottomisura 7.4 Euri), 3 milioni (sottomisura 7.4) per migliorare i collegamenti tra costa ed entroterra e recuperare edifici di proprietà pubblica in borghi rurali per attività culturali, oltre 4,6 milioni per investimenti dedicate a infrastrutture e servizi turistici (sottomisura 7.5) e 500mila euro per la riqualificazione del patrimonio paesaggistico e ad alto valore naturalistico (sottomisura 7.6). Siamo sicuri che questi interventi, con aiuto al 100% della spesa ammissibile sostenuta, vedranno una risposta dinamica del territorio e dell’entroterra sia per contrastare lo spopolamento sia per attrarre viaggiatori grazie ad accessibilità e maggiori servizi”. Tutte le informazioni saranno disponibili sul portale www.agriligurianet.it
E A CERIALE SENZA DIMENTICARE I TITOLI SULLA RINASCITA, PER ORA MANCATA, DELLA T1 (Ex Nucera assolto da tutti i reati più gravi con ex sindaci Fazio, Revetria ed altri coimputati )
L'articolo Cara Ceriale & Peagna: agonia, rianimazione e morte dell’agricoltura. Ma tutti tacciono proviene da Trucioli.