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Diocesi di Albenga-Imperia. Il vescovo Borghetti: I sacerdoti non devono indossare abiti civili. Le regole. Crollo nei conventi di suore: da 500 siamo a 200. Nessuna tariffa per matrimoni e funerali. Nelle vallate avvio di ‘zona pastorale’

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 “L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione”. Lo scrive Papa Francesco nel Messaggio per la 58ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che quest’anno ha per tema: “Parlare con il cuore. Secondo verità nella carità”. Forte l’invito ad andare controcorrente per sostenere le aspirazioni alla pace sull’esempio di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, di cui oggi la Chiesa fa memoria”

di Luciano Corrado

Il vescovo Borghetti durante l’incontro con i giornalisti nella Giornata mondiale della Comunicazione (Fotoservizio Silvio Fasano)

E il vescovo di Albenga, monsignor Guglielmo Borghetti, aggiunge: ‘Intelligenza artificiale e sapienza del cuore. Parlare col cuore. Secondo verità nella carità’. ‘Intelligenza artificiale se non viene utilizzata per grandi principi valoriali e non nuocere alla dignità della persona umana’. ‘Non si vuole demonizzare ma collocare all’interno di un progetto nuovo’. ‘Comunicare con cuore in un tempo di contrapposizioni”.

E’ anche un momento, nell’incontro con i rappresentanti dei media locali, per domande e risposte.

La Diocesi nel 2023 dove si è maggiormente distinta nella qualità della comunicazione ?

Il vescovo: Si è fatto un gran lavoro nel settore culturale grazie  Formae Lucis.  Tutti gli eventi che raccontano la fede attraverso la bellezza e preziosità del patrimonio artistico. Mettendo a frutto un patrimonio notevole che la Diocesi possiede, aggiungo una delle poche che si è impegnata. Inoltre, ottimo impegno nella pagina ‘AVVENIRE PONENTE SETTE’.

Attraverso l’Ufficio tecnico ci siamo impegnati anche nel miglioramento di parecchie canoniche.

Molte Diocesi, a leggere giornali e social, lamentano gravi e gravissime carenze di parroci.

Il vescovo: Non è certamente il nostro caso, l’età media dei nostri sacerdoti è tra le più alte del Nord Italia.

Quali le richieste più frequenti che le giungono dai parroci ?

Il vescovo: Direi proprio che non ho la fila di chi viene a lamentarsi.

Esiste qualche problema nella copertura di parrocchie nelle vallate ?

Il vescovo: Certamente e ci stiamo organizzando nel progetto  che ogni vallata abbia la sua ‘zona pastorale’. Ad ogni sacerdote una  responsabilità nell’ambito della vita. Ovvero ottimizzare e coordinare il lavoro. Stiamo attenzionando la Valle Arroscia, seguiranno le altre vallate. Non è un evento dall’oggi al domani e permetterà di alleggerire le incombenze.

Quanti sono i diaconi permanenti laici presenti il Diocesi?

Il vescovo: “Siamo a 18 ma causa età gli operativi sono 12”.

Come devono vestire i sacerdoti ? Ce ne sono alcuni che non si distinguono, nell’abbigliamento, rispetto ai cittadini comuni. Entrano in chiesa anche con jeans, maglioni, camicia, giacca. Così appaiono pure in molte foto pubbliche.

Il vescovo: Facciamo chiarezza. Intanto direi che siamo una Diocesi virtuosa con il più alto numero di sacerdoti che indossano l’abito ecclesiastico. Direi il 93 %. Che è già un’anomalia rispetto ad altre zone d’Italia. Ci sono disposizioni e regole che impongono l’abito talare o il  clergyman. Ovvero pantaloni, camicia e giacca di colore nero o grigio o blu scuro. Come sono io in questo momento. In aggiunta il collarino bianco. Mi spiace e non condivido quanti non rispettano questa regola. Francamente non posso andare a caccia dei trasgressori.

Con il bilancio della diocesi, dopo i tempi bui attraversati nei primi anni del suo arrivo, è rientrato lo stato di ‘allarme’ e di ‘profondo rosso’?

Il vescovo: C’è stato un robusto cambiamento, dapprima grazie a don Cuneo e poi don Mauro. Vorrei commentare che con una Diocesi assai estesa come la nostra e come tante aziende, credo sia abbastanza naturale essere  in ‘rosso’ con le banche. O avere qualche debito da pagare. Ma siamo comunque sulla buona strada del risanamento.

Molti cittadini si chiedono se esiste un tariffario per le parrocchie quando si celebra un Battesimo, Cresima, Comunione e in particolare Matrimoni, Funerali, Messe di Settimo.

Il vescovo: Assolutamente no. Non esistono tariffe, né richieste del celebrante e se avviene è contro regole e a mia insaputa. Semmai c’è  una libera offerta quando fanno celebrare la Messa in ricordo di un defunto. E comunque le libere offerte sono sempre ben accette e non vanno al celebrante, ma alla chiesa.

Quali sono i suoi rapporti con le associazioni di categoria, le professioni, il mondo sindacale…

Il vescovo: Non sono mai stato contattato, gli unici rapporti li ho avuti con la Coldiretti  e c’è una buona collaborazione con i ‘medici cattolici’. Assai proficui i contatti con Prefettura e Questura, assai di più con le forze dell’ordine e le loro associazioni di categoria.

E’ stato coinvolto nel tanto discusso tema del CPR (Centri di permanenza per i rimpatri). Con l’ipotesi Albenga o Diano Castello. E al centro di contrasti e polemiche locali tra partiti, schieramenti di cittadini, associazioni di categoria.

Il vescovo: Non sono stato mai coinvolto.

Come si è risolta la situazione dei Francescani dell’Immacolata nel Santuario di Pontelungo ?

Il vescovo: E’ il principale Santuario della nostra Diocesi. L’11 luglio 2013, a pochi mesi dall’inizio del suo Pontificato, il Santo Padre Francesco approvava il Decreto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica con il quale si disponeva il commissariamento della Congregatio Fratrum Franciscanorum Immaculatae, ovvero i Frati Francescani dell’Immacolata. In tre, tra i presenti, ad Albenga, non hanno accettato di adeguarsi e si sono allontanati, altri hanno accolto le disposizioni. Dunque siamo tornati alla normalità.

Il suo prossimo impegno.

Il vescovo:  La visita pastorale ad libatum. E la visita di un vescovo a luoghi e a persone della sua diocesi. L’ultima risale al 2013.

Tra religiosi e religiose, vocazioni, dove si registra il calo maggiore. Ci sono significativi novità ?

Il vescovo: Purtroppo si e mi riferisco alle religiose, le ‘suore’. In Diocesi sono poco più o poco meno di 200, nel 2015 al mio arrivo erano 500. Purtroppo sono stati chiusi parecchi monasteri e conventi. Nel nostro Seminario non ci sono seminaristi, ma sono fiducioso, mi pare che qualcosa stia maturando.

E la situazione delle suore di clausura?

Il vescovo: Manteniamo il convento di Alassio con 8 monache e Imperia 5, qui sono assai aperte all’incontro.

Una confidenza personale? Il vescovo ora sorride.

Credo interessi davvero poco. Dopo una gastroscopia ho scoperto di essere celiaco. E mi sono dovuto adeguare. Nulla di grave.

L.Cor.

IL 22 GENNAIO FESTEGGIATO IL COMPLEANNO (80 anni) DEL VESCOVO EMERITO, MONS. OLIVERI

 

 

 

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