Da corso Roma, lungomare, ai portici che si affacciano sullo splendido scenario della cittadella portuale di Loano. Stessa insegna, Tia Mara, stessi titolari. Ai fornelli passione e arte di mamma Mara Mangini e barman-cameriere il 22 enne Matteo Morando, diploma sala-bar all’Istituto Secondario Superiore Giancardi di Alassio.
Un’esperienza di 16 anni da oste nella Città dei Doria. Nell’abitato e nel luogo di passaggio, pedonale e veicolare, più frequentato di Loano, di rimpetto alla storica ‘promenade’ fronte mare. Tre lustri per la signora Mara (saltuariamente può contare sull’aiuto del marito che svolge ben altra attività) testimone del cambiamento dei tempi e della clientela.
“Guai a non stare al passo dell’evolversi della ristorazione – ricordano i coniugi Morando – anche se la nostra ‘bussola’ resta quella del rigore nella preparazione e genuinità. Oggi è assai più difficile soddisfare il cliente che in larga maggioranza – in passato era invece una minoranza- non riesce ad apprezzare la qualità a tavola, la professionalità nella preparazione dei piatti, nella materia prima. Fortunatamente possiamo contare su una discreta clientela locale, su affezionati turisti che possiedono la seconda casa e il passaparola è molto di aiuto”.
Chef Mara non ha frequentato scuole o corsi di specializzazione, master di cucina. E’ di Finale Ligure ed ha imparato il mestiere da autodidatta. Fa tutto da sola, con olio di gomito ha raggiunto e conquistato l’apprezzamento di chi frequenta il suo ristorante. Sa che non basta accoglienza e buone parole se poi il cliente, diciamo pure quello più esigente, che sa fare confronti, quando paga il conto magari tace e sorride, ma poi non lo vedi più.
Due sono le ‘specialità’ che distinguono, non da oggi, Tia Mara. Una quantità davvero non abituale nei ristoranti con un esordio di cocktail (una cinquantina e a richiesta) accompagnati da gustosi appetizer. Il menù è giornaliero. La specialità soprattutto primi piatti. Non solo ricchi di fantasia, sostanza ed abbinamenti alla pasta fanno la differenza, capaci di stupire per la semplice e genuina bontà. Per non perdere le ‘pretese’ delle nuove mode, in particolare del mondo giovanile, ecco pure i piatti vegetariani o gli ‘assaggi’.
Rigorosamente assente la popolare pizza che ormai si può scegliere anche al pranzo di mezzogiorno, in moltissimi locali, pur di andare incontro alla massa degli avventori. Ci sono inoltre anche moltissimi bar che offrono tavola calda (primi e secondi). E’ quanto si ottiene da un turismo sempre più di ‘massa’. Un tempo i ‘compagni rossi‘ sostenevano che anche la classe operaia ha diritto alle vacanze al mare e può sopportare certi costi e spese. Che dire degli operai che tra gli anni ’50 e ’60 con la liquidazione potevano permettersi un bilocale tra i palazzoni che hanno cementificato la Riviera, con rarissime eccezioni. Oggi ‘falce e martello’ è quasi scomparsa dai radar della politica mentre massificazione e pendolarismo turistico sono realtà con cui fare i conti. Loano non fa eccezione. La stessa ‘strage’ di hotel non lascia dubbi. Tra alberghi, pensioni e locande erano 115 negli anni settanta (oggi siamo a 14). Nel 2003 erano 19 e 23 residence.
Anni d’oro si dirà, clientela fissa e posti di lavoro. Loano e molti non sanno (giovani generazioni) è stata ‘capitale’ del turismo invernale in Riviera, unitamente a Bordighera. La folla sulla passeggiata a mare, da novembre a marzo, non era da week end o ponti festivi. “Siamo come ad agosto” commentava il mitico Angelo Panizza (Hotel Continental e Al Mio Mercato). Un motivo d’orgoglio, di benessere per attività commerciali e salute economica. Non c’erano solo i Bagni Marini (all’epoca 22, ora triplicati) di cui si favoleggiavano incassi che consentivano l’acquisto di due, tre appartamenti a fine stagione o mura di negozi e garage.
E’ rimasto, a Loano, un fiore all’occhiello di cui si conosce poco o nulla. La presenza nell’eccellenza porto turistico di mega yacht per miliardari, a volte se ne contano, anche una trentina, rigorosamente anonimi. Non fanno notizia come accade, per citare un esempio, a Portofino. Battono perlopiù bandiere di ‘paradisi fiscali’ scelgono l’attracco a Loano che non è Montecarlo o Porto Cervo ma che può contare su una struttura all’avanguardia ed una proprietà solidissima, Unipol-Sai. Purtroppo bisogna ammettere che questa clientela – non mancano inoltre imbarcazioni per milionari italiani ed europei – non trova opportunità di locali ‘in’ e per quel poco che trapela quando devono spostarsi la meta resta la Costa Azzurra.
A proposito di ‘cittadella portuale’ Trucioli.it del 12 ottobre 2023 titolava con tanto di foto “….Arriva Slam abbigliamento nautico che ha rivoluzionato il mondo della vela. Vera eccellenza….”.
Invece l’azienda ha rinunciato e metà di quello spazio è stato occupato dal ristorante ‘Tia Mara‘ che negli anni ha sempre ottenuto ottimi giudizi ed apprezzamenti nel mondo social della ristorazione. Nei rimanenti 150 mq.rimasti liberi spicca il cartello ‘affittasi’. (L.Cor.)
L'articolo Loano, in porto ‘una fame da lupo’. Ha aperto ‘Tia Mara’. Primi piatti speciali e non solo. Impreziositi da 50 cocktail proviene da Trucioli.