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Channel: L.Corrado – Trucioli

Pieve di Teco chiude, dopo 24 anni, la sua prima pizzeria-brasseria. Il proprietario: ‘In vendita anche i muri’

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Il futuro? Impossibile prevederlo. E’ il 16 agosto 2024. La pagina Facebook della pizzeria-brasseria ‘Dal Maniscalco’ riporta uno ‘stampato’. Si chiude. Si cede sia l’attività che l’immobile. Un ritardato ‘Pesce d’aprile’? Purtroppo non è così. A 24 anni dall’inaugurazione i coniugi Gabriele e Patrizia Scarella hanno fatto un scelta ‘dolorosa’, ma non è stato un ‘colpo di fulmine’.

di Luciano Corrado

“Anche per noi è giunto il momento di cambiare vita. E’ vero che non siamo anziani, ma anche i sacrifici hanno un limite. Possiamo dire che abbiamo sempre fatto del nostro meglio e le soddisfazioni ci hanno ripagato. Una clientela affezionata, dalla Riviera all’entroterra. Il cliente che torna è la vera cartina di tornasole di chi ha un’attività di ristorazione. Lasciamo con una patina di nostalgia, ringraziando quanti frequentavano il nostro locale”. Parole dell’oste, Gabriele Scarella, 54 anni, che fine a qualche anno fa divideva le sue giornate tra l’impresa edile e l’impegno dell’esercente. Era stato papà Enrico, artigiano edile. Un’intuizione azzeccata. Dalla nativa Pornassio alla promettente ‘capitale’ della Valle Arroscia. Un’occasione da anni di storia locale. Se in Riviera il mondo delle pizzerie era una realtà con decine di aperture (le prime con il forno rigorosamente a legna), nelle vallate e nei paesi era una novità e quasi una scommessa. La prima fu aperta a Nava, poi a Mendatica. E’ seguita Pieve di Teco. Un nome e un’insegna originale, a sua volta dal significato storico: ‘Pizzeria-Brasseria Dal Maniscalco’. Quei vecchi muri in pietra, cemento e calce ospitavano, fino a metà degli anni ’70, una stalla e il maniscalco. Un pievese, “Agustin du Grò”, Agostino Ferrari.

La ristrutturazione dei locali, 300 mq. è stata una vera e propria opera d’arte. Papà Enrico e il figlio Gabriele, nonostante non fossero architetti o arredatori, hanno realizzato un ambiente che era ammirato da chi lo scopriva. Manco a dirlo per Pieve di Teco si è tradotto in un punto di riferimento, di attrazione culinaria, popolare. La buona nomea ha ben presto varcato i confini e attraverso il mondo social si sono fatti centinai di ‘proseliti’, persino turisti in transito lungo la statale del Colle di Nava, una sosta che ripagava i gusti e il palato. Stranieri inclusi. Nella vallata, tra l’altro, dimora una etorogena comunità, tedeschi soprattutto. Hanno acquistato e sapientemente ristrutturato vecchie dimore. Nell’ edicola di Pieve si vendono un paio di quotidiani editi in Germania. Una volta era diffusi pure in Riviera.

Dal Maniscalco il plauso pressoché ripetitivo dell’ottimo rapporto qualità-prezzo. Semmai qualche lamentela per l’attesa, il pienone di 75-80 coperti, oltre a 35-40 nella ‘saletta’. Nei fine settimana e nei festivi la prenotazione era ‘consigliatissima’.

Gabriele, con la scelta della chiusura, non vuole dimenticare i dipendenti, i collaboratori e soprattutto chi ‘fatica e sudava, artefice nella gestione’. Cristina, la cuoca, sorella di Patrizia e ‘mio cognato Fabio, provetto pizzaiolo’. Quanti ricordi, quanti clienti che non si dimenticano in fretta, quante serate da raccontare. Per tutti un ‘amore’ che finisce ma ti segna nella vita. Un’esperienza che ti porta in un mondo che prima non conoscevi, dove il cliente contrariamente ad un vecchio detto ‘non ha sempre ragione‘, o addirittura non è ‘mai soddisfatto‘. Al fin fine però prevaleva l’elogio, la riconoscenza. E’ quella che i pievesi donano a chi il 22 dicembre, l’antiviglia di Natale ospiterà, con una vena di commozione, gli ultimi clienti. E da Trucioli.it montanaro un grazie per chi ha contribuito ad onorare e promuovere Pieve e la sua claudicante valle.

Luciano Corrado 

PAGINA DI STORIA –  L’edificio della pizzeria “Dal Maniscalco”, fino intorno alla metà degli anni 70, era adibito a stalla per l’allevamento delle vacche da latte. Il  proprietario Agostino Ferrari, due figlie, era molto conosciuto ed ancora oggi ricordato dagli anziani come “Agustin du Grò”. Ma Agustin oltre alla gestione della stalla faceva il  maniscalco, forgiava i ferri che poi applicava agli zoccoli degli equini e dei bovini. Mestiere che fece al servizio di tutta la Valle ed oltre.

Il nipote di Agustin, il geometra Rodolfo Lengueglia, vive ad Imperia. Nei primi anni di età abitava a Pieve e ben ricorda che il latte prodotto dalle vacche veniva venduto alle tre latterie sotto gli antichi portici.

Una curiosità che racconta con piacere il nipote Rodolfo è che nonno Agustin partecipò alla Seconda Guerra mondiale negli Alpini, con i muli, e proprio lì imparò il mestiere del maniscalco. Lo documenta la pergamena, rilasciata al congedo e gelosamente custodita dai nipoti, che gli conferisce  il “DIPLOMA DI MASCALCIA”, ovvero l’arte della ferratura degli zoccoli di equini e bovini, nonché bottega del maniscalco. Arte che proficuamente seppe sfruttare. I locali della stalla e della bottega del maniscalco furono dagli eredi venduti nel 1995. Subirono una ammirevole ristrutturazione.

Renzo Brunengo tra i personaggi della ‘vecchia Pieve’, già primo cittadino e fino alla scorsa legislatura consigliere comunale dai banchi dell’opposizione, nutre un speranza: “Mi auguro che la pizzeria venga rilevata e possa proseguire l’attività all’insegna del cliente soddisfatto perché rappresenta un richiamo importante per Pieve e per la Valle”.

GIUDIZI E COMMENTI A CENTINAIA DAL POPOLOSO MONDO SOCIAL – Il motto di questo locale è ‘prezzi ottimi per pasti deliziosi. Google gli attribuisce un punteggio di 4.4, perciò puoi scegliere  per questo ristorante se vuoi stare bene”. Dal Maniscalco: 829 follower, moltissime le recensioni di siti internet specializzati nel settore. Prevale “Eccellente, molto buono.  Si contano, negli anni, 12 ‘deludente’. Il primo punto di forza “il rapporto qualità prezzo”. Poi gli apprezzamenti per “Ambiente rustico, travi a vista, ottima cottura alla griglia. Vale una visita. Belle travi di legno a vista del soffitto. Ci siamo fermati per via delle buone recensioni. Al 13 settembre 2024 aveva ‘votato’ questo locale 2.867 avventori.

Pizza buonissima e molto digeribile (che non sempre è scontato). Ottima varietà di cibi, birra eccezionale e servizio veloce, curato. Personale gentile e disponibile.

– Piatti ottimi, cucinati in modo accurato e preciso. Atmosfera perfetta. Locale perfetto. Molto, molto consigliato.

– Siamo capitati qui per caso a cena. Nel menu del giorno c’era una tagliata con i funghi: carne morbidissima, quintali di funghi, cottura al sangue perfetta…..la migliore che abbia mai mangiato! Staff gentile. Prezzo corretto

– Locale rustico, accogliente, buona la pizza croccante e leggera. Grigliata di carne buona, esperienza positiva. Un po caotico quando affollato e con tempi di attesa rilevanti. Comunque da tornare.

– Sono arrivato in questo locale per caso e devo dire che mi ha stupito per la abbondanza delle porzioni. Ho mangiato qui tutte le sere per più di una settimana e ho sempre avuto un ottima accoglienza. Consiglio di assaggiare come antipasto l’affettato misto, molto abbondante e con un prezzo alla portata. Consiglio a chiunque passi per Pieve di Teco di fermarsi a mangiare in questo ristorante.

– Consigliatissima la pizza, impasto croccante molto difficile da trovare in altri posti, gli ingredienti sono ottimi e freschi.

– Da parecchi anni per raggiungere la Riviera di Ponente percorro il Colle di Nava e mi capita spesso di fare tappa a Pieve di Teco. Il borgo merita una visita e, se l’orario è consono, mi fermo a mangiare in questo caratteristico locale, poco visibile dall’esterno ma ben conosciuto da molti (anche stranieri) e quindi sempre affollato. Farinate (semplici o farcite) e pizze (molto sottili) non sono male ma i piatti più riusciti sono le grigliate e, in stagione, i funghi. Stasera, con 8 euro, mi sono stati serviti degli ottimi porcini fritti meravigliosamente. Il personale è rapido e cortese, il conto sempre onesto.

– Location curata, accogliente, con aria condizionata (cosa che in Liguria non é scontata). Personale cordiale, gentile, celere. Carne di ottima qualità, cotta a dovere.

– A 20 minuti di macchina da Imperia, locale caratteristico, personale gentilissimo, servizio veloce. Porzioni abbondanti, pizza stra buona (sottile, croccante, senza troppe bolle)… Peccato mi sia dimentica di fare una foto… Tiramisù ottimo.

– Ho trovato per caso questa pizzeria in stile pub. All’ingresso una cassetta di funghi freschi porcini proposti dalla cucina nella pizza, nella farinata, fritti e nella tagliata di carne. Io ho preso una pizza con funghi e mia moglie una con le pere. Ottime. Buoni anche i dolci fatti in casa. Ottimo il servizio informale e pronto. Prezzo decisamente corretto. Consigliato

– Siamo andati ieri sera a festeggiare i miei secondi 30 anni di compleanno a Pieve di Teco e per la prima volta abbiamo varcato la soglia della Pizzeria dal Maniscalco, un locale su due piani molto rustico e caratteristico. Pizze veramente impareggiabili ed uniche nel suo genere: sottili ma croccanti e morbide allo stesso tempo,  deliziosamente condite ed aromatizzate. Ampia scelta di carni alla brace,vini e dolci.Tre pizze, spiedini,patatine fritte,salciccia e da bere vino, acqua,coca e birra al costo di cinquantasei euro……in quattro……. Ci torneremo sicuramente presto. Consigliatissimo e garantito.

Alessandro Enrico- Mi spiace che abbiate preso questa decisione ma ovviamente è da rispettare. Solo una domanda: vi è la possibilità che riapriate da qualche altra parte? Con lo stesso nome o diverso? Grazie e comunqueq vi auguro sempre il meglio. Siete sempre stati gentili, onesti e professionalmente perfetti. Grazie ancora.

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Chiusanico ‘regina dei cavalli’ in Liguria. 170 di razza Bardigiano nell’azienda agricola di Enrico e Francesca. I lupi prima emergenza. 20 puledri sbranati

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Qui ‘Piaggia e dintorni’ curato da Massimiliano Tacchini. Un video. Decine di cavalli percorrono la strada principale del paese. E’ una transumanza inedita, mai raccontata prima d’ora. Dalle Salse di Mendatica all’Azienda Agricola ‘Cà degli Ormei’ in frazione Torria di Chiusanico (IM). Non è finita. Anzi. Si scopre che i giovani Enrico e Francesca Spalla, fratello e sorella, sono proprietari stallieri di 170 cavalli. Un record per la Liguria.

Enrico e Francesca Spalla: E amore, passione e fatica

Papà Silvio Spalla è il precursore. Ha iniziato con una decina di cavalli. Ma il suo mestiere è quello di accudire la prima azienda di famiglia. Bovini da carne di razza piemontese e francese (più ‘rustiche’). Il figlio Enrico, trentenne, si è a sua volta ‘messo in proprio’ e si occupa a tempo pieno, con un solo garzone (‘ma quanto è difficile trovarne’), di oltre un centinaio di cavalli  di razza bardigiana. Il Bardigiano prende il nome dal paese italiano di Bardi situato sull’Appennino tosco-emiliano-ligure. La razza è ben adattata alla vita in aree montane dove, tuttora, piccole mandrie vivono allo stato semi-brado. Temperamento docile, frugale e resistente.

Enrico è un tipo gioviale, un ‘ragazzo di campagna e di montagna’ che non soffre di solitudine. La sua vita e la sua unica passione: occuparsi dalla 7 del mattino alle 8 della sera della mandria. La più numerosa in terra ligure. Non ci sono, come per tutti i nostri pastori, giorni di riposo. L’allevamento non conosce le festività. Non solo. La vendita delle carni nella macelleria di famiglia, in paese, a produzione nostrana, k0, ampia scelta. Carne equina, anche bovina, vitelli. Enrico, che da ragazzo giocava a calcio: “Le femmine che nascono le allevo e le tengo tutte. I puledri maschi li vendo, altri che vengono acquistati da commercianti sono destinati all’ingrasso e al macello”.

Altre curiosità dell’azienda agricola della famiglia Stalla. Ognuno ha la propria mandria. Il capofamiglia accudisce ai bovini, gli equini i figli scapoli. Oltre a Enrico, Francesca anche lei autonoma con una settantina di cavalli, sempre bardigiani.

Nessuna produzione di latte dai bovini, di conseguenza formaggi e derivati.

Perchè proprio e solo questa razza? Enrico: “I motivi sono diversi compreso il fatto che trattandosi di una razza a rischio estinzione si riceve un contributo”.  E la transumanza? “Dal 2017 ho scelto Le Salse, montagna delle Alpi Liguri che si presta ai pascoli e con l’abitato, nell’immediate vicinanze, una comodità. Mia sorella, a sua volta, ha i pascoli sul monte Faudo. E’ unico, nell’estremo ponente, per la sua altezza e la relativa vicinanza al mare con i suoi 1149 mt. Dalla vetta è possibile ammirare la costa, da Cervo a Ventimiglia e buona parte della Costa Azzurra.

Il pascolo a Chiusanico?  Enrico: “Le aree per pascolare, anche non lontano dalle stalle, non mancano, ovviamente si ricorre pure al fieno, al mangime. Le femmine partoriscono sempre nelle stalle”.

Francesca Spalla: La vita è imparare ad amare

La conversazione con Enrico si conclude con un’ultima notizia per la serie: sempre in attesa di una soluzione. “La nostra prima priorità è diventata la presenza dei lupi predatori. Certo che se ne parla molto e si leggono articoli, scorrono servizi in Tv, ma per la nostra azienda-allevamento è diventata una vera e propria emergenza. Alle Salse hanno ucciso ben venti puledri. Dalle nostre montagne, dai boschi, si spingono fino all’abitato, alle stalle, ai pascoli. Il rimedio dei 5 fili ha scarsa efficacia perchè non siamo in zone pianeggianti. Non sono neppure di aiuto, come si racconta, i cani maremmani. Non ho nessun pregiudizio contro gli ‘animalisti’ ma non bisogna dimenticare i ‘cristiani’.Troppi, troppi lupi. I cinghini soprattutto le femmine sanno difendersi. Noi si vive nell’apprensione di scoprire sempre più spesso quante sono le ‘vittime’ sorprese a pascolare e persino a rischio nei recinti. Nei miei stessi panni sono i pastori con le pecore, le capre, mucche e vitelli. Quì è venuto numerose volte l’assessore Alessandro Piana. Proposte, promesse, discussioni, parole, senza offesa ‘bla-bla’ di cui non si sente più il bisogno. In Francia hanno trovato una soluzione. A noi restano i danni”.

Luciano Corrado

Piaggia (Briga Alta). Il giorno della transumanza dei cavalli. Dalle Salse (Alpi Marittime) a Chiusanico

 

IL SECOLO XIX ANNO 2000- ENCICLOPEDIA DELLA LIGURIA- TUTTI I COMUNI DALL’A ALLA Z

A CHIUSANICO I NATALI DI CRISTOFORO COLOMBO?

 

 

 

 

 

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Borghetto S.Spirito turistica rimasta senza hotel. La ricca ‘eredità’ per i tifosi del ‘piano seconde case’

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Scorrendo il ‘pianeta social’, tra facebook e commenti, si leggono note di ‘incredulità’. ‘Ho scoperto che Borghetto S. Spirito, città di mare, è rimasta senza un solo hotel, un tempo si chiamavano alberghi e pensioni. Come è potuto accadere?  Caso unico nella Liguria delle spiagge”.

In effetti i navigatori, potenziali turisti, del bacino Nord Italia, scorrendo meglio internet avrebbero scoperto un ‘Hotel Villa Danci Rooms & Apartments situato in centro paese, a Borghetto Santo Spirito, interamente ristrutturato nel 2010. Addio hotel con cucina, ristorazione, bar. Sono hotel anche gli edifici destinati ad affittare solo appartamenti. La seconda struttura reca l’insegna Albergo Glory, via Aurelia di levante, in origini aveva il servizio di ristorazione. Ora camere e colazione.

La guida turistica della Regione Liguria del 1997 indicava 14 alberghi tradizionali. Con il centrale Majestic, tre stelle,sulla piazza del vecchio Comune. Altri 5 a 2 stelle e i rimanenti una stella.

La Guida Turistica edita dalla Provincia di Savona  nel 1966: Frequentata località balneare con un vasto arenile e una buona attrezzatura alberghiera. Clima salubre per l’abbondante vegetazione collinare. Sono ammirevoli alcune case grattocentesche e parte del centro storico. Già allora si pagava l’imposta di soggiorno. Da lire 200 a lire 10. Due le agenzie immobiliari (oggi 32 con 11 mila seconde case?): La Borghettina in piazza della Libertà e La bussola  in via Patrioti. Il prezzo medio di affitto di un appartamento varia da 60 a 90 mila lire mensili. Non operava ancora l’attuale benemerita Croce Bianca, bensì la Croce Rossa di Ceriale. I carabinieri erano a Loano. Un veterinario comprensoriale dr. Adriano Marconi con ambulatorio a Loano.  Un medico, Gian Mario Vigliercio  a Loano.

C’era l’albergo Miramare sul lungomare Matteotti, 6 pensioni, 4 locande. Nessuna pizzeria, 7 ristoranti trattorie tra cui un personaggio salito alla ribalta nazionale per la sua cucina, Ferrer poi trasferitosi a Torre del Mare. Molto frequentato Da Mario.

Siamo arrivati nell’ultimo trentennio a Borghetto ‘città capitale’ delle seconde case del ponente ligure. Oggi al sindaco e ai successori la terapia della resistenza e una difficilissima salita a rendere accogliente e ospitale un territorio martirizzato. Borghetto già democristiana, poi comunista, socialista, centro destra moderato, da ultimo un giovane sindaco artigiano al secondo mandato.  Vice sindaco riconfermato Luca Angelucci mentre Bruno Angelucci è commissario di Forza Italia dal 9 maggio scorso con l’imprimatur di ‘re Vaccarezza‘. Gli Angelucci famiglia di imprenditori edili solida e resiliente rispetto al panorama delle imprese edili savonesi che hanno resistito negli anni.

Quanto contano ancora le ‘sirene’ del ‘vecchio partito’ del cemento ormai in soffitta, ma che non vuole un Puc a zero consumo suolo? Non è facile la navigazione di chi si è ormai fatto le ossa, il primo cittadino Giancarlo Canepa. Alle regionali 1749 savonesi gli hanno dato fiducia. Il sindaco leghista si è ritrovato con la nomea di Borghetto rapallizzata. Con un centro storico afflitto da desertificazione commerciale. Ha finalmente portato a termine, buona parte, del recupero del tesoro Castello Borelli. Sarà lui ad affrontare l’ultima ‘depredazione’ di verde con la nuova stazione ferroviaria comprensoriale? E quali vantaggi concreti dal fatto che il Depuratore di Borghetto ha risolto le problematiche di ‘mare pulito’ della zona da Albenga e Borgio e forse Alassio e Laigueglia?

Borghetto dove hanno perso quanti già dagli anni ’60 e ’70, in piccola minoranza, si battevano per una crescita all’insegna della tutela e valorizzazione ambientale. Progresso sì, autodistruzione no. Ebbene da ormai cronisti liguri ad un passo da emigrare nell’universo terreno dobbiamo ammettere la nostra sconfitta. Hanno regnato e vinto (forse tuttora resilienti) i tifosi delle seconde case, dei palazzoni e palazzi. Vittoriosi anche nelle urne, nel voto popolare. Non ci resta che testimoniare, consci che l’indifferenza e il disinteressa per il  ‘consumo zero’ daranno ancora fiato a quanti fingono di non vedere come si è distrutto il futuro di una città e delle generazioni a venire. Filo da torcere a chi vorrebbe un Puc anche senza aumento di volumi, semmai ristrutturare e bonificare l’esistente patrimonio edilizio.

Invece e speriamo di sbagliare, altro che appello alle coscienze, rassegniamoci ad essere persino derisi come nostalgici del passato. Chi continua a sorridere sono i fautori e i padrini del ‘Piano casa regionale’. A Imperia hanno fatto il pieno di voti e preferenze. Che bravi!  (l.cor.) 

BORGHETTO, DOPO L’AGENZIA IMMOBILIARE CHE PROPONE AFFITTI GIORNALIERI PER TURISTI, IN ATTIVITA’ LA COMENTAL, MADE IN  ITALY. BASTA INTERESSI PER CHI CHIEDE PRESTITI. FINANZIAMENTI A TASSO ZERO.

IL CASO VUOLE CHE PROPRIO IL CONTIGUO BAR IN ORIGINI DI UN ASSESSORE COMUNALE SIA IN VENDITA MURI INCLUSI.

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Alassio, IVG.it annuncia. Nasce l’eccellenza Before: punto di riferimento per le nuove costruzioni in Liguria

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Grazie Liguria! Grazie ‘piano (seconde case) Scajola& giunta Toti’. Si realizza il sogno ‘tutti al mare’. Grazie per l’abitabilità alle mansarde finora escluse e resa ‘legale’ dalle opere buone del combattente ministro Salvini. Grazie a quelle città costiere che da anni attendono il Puc ma offrono l’alettante possibilità di costruire con varianti ad hoc.

Alassio by night tradizionale spettacolo pirotecnico

Grazie ai frazionamenti di ville ed edifici esistenti, anche nei centri storici, per realizzare accoglienti e moderni bilocali e trilocali per ‘soli affitti turistici’ anche settimanali o da week-end. Poco importano invece volumi e altezze se inalterati. Alla Liguria della ‘riqualificazione edilizia’, per un ritorno al turismo di qualità, serve incrementare il suo ‘carico abitativo’ e qualche posto auto a pagamento in più. Poco importa se la invocata destagionalizzazione frutta solo i mesi estivi,  e ‘ponti festivi’.  Ai vacanzieri sono assicurati tempi di percorrenza autostradale memorabili. Poi arriveranno nuove autostrade, Aurelia Bis, binari a monte per treni veloci, la milionaria ‘ciclovia del mare’.

Il tonificante trionfo del mercato ‘affitto posti letto’ che supplisce ormai agli hotel oppressi da spese di gestione (va assai peggio per chi non è proprietario dei muri) che inducono a privilegiare l’apertura stagionale, purtroppo a discapito dei posti di lavoro annuali. Per fortuna si rimedia con il sussidio di ‘disoccupazione INPS’. E un aiutino, non indifferente, è opera di ‘personale straniero’, extracomunitario.

Un’occupazione media dei posti letto negli alberghi da essere invidiata (ogni scherzo vale!) dalla concorrenza della Costa Azzurra che si ostina a realizzare hotel a 4- 5 stelle (ne conta già una quarantina, 12 sorti negli ultimi cinque anni).

L’ex presidente del ‘fare’ Giovanni Toti che era una preziosa risorsa per il ‘suo modello’, intervistato dal Secolo XIX, non ha  dubbi. “La Liguria può competere con la Costa Azzurra”. Chi ricorda quel personaggio estroso (‘Sono miliardario’) che prevedeva: ‘Alassio, se segue i miei consigli, diventerà una seconda Montecarlo’.

E alla fin fine il lavoro stanca. Meglio chiudere gli hotel, trasformarli in alloggi per vacanzieri che a volte prediligono una pizza per due coperti. Le mezze porzioni per una sana dieta. Se poi si vuole fare un ‘sacrificio’, il Comune e i sindaci lungimiranti offrono l’opportunità del fifty-fifty. Appartamenti di pregio e camere alberghiera, magari rinunciando al ristorante.

Senza dimenticare che l’IMU funziona da ‘cassa continua’ alla stregua degli oneri di urbanizzazione. E per i residenti meno fortunati? C’è un capitolo del bilancio comunale per ‘famiglie in grave difficoltà’. C’è la Caritas, ci sono i parroci e le parrocchie, la mensa di mezzogiorno dei salesiani dove non mancano i viandanti.

Grazie Liguria che può vantare la super moltiplicazione di agenzie d’affari-immobiliari. Con qualche presenza di ‘catene’ nazionali e un paio di ‘colossi’ nel ponente targati SV e IM che mettono a frutto i loro capitali da investire. Intermediazione e finanziamenti, anche a ‘tasso zero’.

Grazie Liguria che ha offerto l’alternativa di nuovi posti di lavoro nei supermercati. Ascoltiamo il neo presidente della Regione Marco Bucci alla festa dei 140 anni di Confcommercio a Savona: “Paura dei supermercati? No, la guerra la fanno tra loro. La sfida è con l’online. L’e-commerce si vince con la qualità e il servizio. Io faccio sempre l’esempio: sotto casa mia c’è un supermercato, un macellaio, un panettiere nessuno va al supermercato a comprare la carne o la focaccia”. 

Bucci a Pietra Ligure in campagna elettorale: “Vogliamo creare le condizioni affinché si possa tornare a vivere e ripopolare tutto l’entroterra, attraverso agevolazioni significative per chi apre negozi, chi li mantiene e chi decide di trasferirsi dalla costa all’entroterra o di formare nuove famiglie lì.  A loro garantiremo l’esenzione completa dalle tasse regionali, Irpef e l’affitto gratuito per 5 anni (vedi video….)”.

Se all’entroterra non resta che rassegnarsi nel solo nel ponente ligure almeno 7 milioni di € vengono spesi ogni anno per manifestazioni-attrazioni-spettacoli. Definiti nei bilanci “investimenti promozionali e culturali” che vanno a sommare i brand turistici “storici” e le ‘eccellenze’ (Riviera dei Fiori, Riviera delle Palme, Tigullio, Golfo dei Poeti). La Regione, da parte sua, impegna oltre 6 milioni per promuovere la ‘Mia Liguria’. (L.Cor.)

Come non dare il benvenuto e l’augurio di Alassio anche a Before!

IL TESTO REDAZIONALE-PROMOZIONALE E FOTO PANORAMICA DELLA BAIA DEL SOLE PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO ON LINE PIÚ LETTO E AUTOREVOLE IN PROVINCIA DI SAVONA( IVG.IT). AD INCREMENTARE LE ENTRATE ANCHE LA PUBBICLITA’ ELETTORALE PAGATA DA DUE PREMIATI CANDIDATI ALASSINI.

ROCCO INVERNIZZI ASTRO NASCENTE DI ‘FRATELLI D’ITALIA’ (1.493 preferenze, con il sostegno di oltre 700 concittadini ). Ambizioso? “Il mio obiettivo è costruire una Liguria più forte, capace di rispondere alle sfide e che non lasci indietro nessuno.”

JAN CASELLA.(1.931 voti, di cui 844 preferenze dagli alassini- 95,48%- rispetto alla sua lista Alleanza Verdi e Sinistra): “Dedico questo successo a mia mamma. Voglio portare a Genova le necessità della nostra gente. I liguri sono abituatI a lavorare e hanno diritto ad avere rappresentanti all’altezza delle loro aspettative”. 

IL TESTO PROMOZIONALE PUBBLICATO DA IVG.IT- In un panorama immobiliare spesso legato a modelli tradizionali, Before rappresenta una realtà unica: non parliamo di un’agenzia immobiliare, ma di un team capace di garantire un approccio innovativo e personalizzato per ogni tipo di cliente.

Che siate acquirenti in cerca di una casa green e tecnologica, investitori esperti o proprietari di asset in cerca di nuove opportunità, Before non si limita a vendere immobili, ma accompagna i propri clienti in un percorso completo, dall’idea iniziale alla realizzazione del progetto.

“Il nostro obiettivo è offrire qualcosa di diverso, che vada oltre la semplice compravendita – spiega Eleonora Puglia, referente per Before Italia -. Non trattiamo immobili usati, ma ci concentriamo solo su nuove costruzioni e progetti che rappresentano il futuro del mercato immobiliare”.

Il nome stesso, Before, racchiude la filosofia dell’azienda: rappresentare tutto quello che avviene prima della creazione di un immobile: “Seguiamo ogni fase del processo, dalla pianificazione alla vendita, con un team di professionisti che comprende architetti, geometri e renderisti. A questa struttura si affianca un ufficio marketing dedicato, in grado di elaborare strategie personalizzate per ogni progetto e di valorizzare al massimo il lavoro di ogni professionista che ruota intorno al settore immobiliare. Non siamo una semplice interfaccia per la compravendita, ma una guida completa per chi vuole investire in modo sicuro e consapevole”, aggiunge Puglia.

Questa struttura flessibile permette a Before di rivolgersi anche a chi si avvicina per la prima volta al settore immobiliare. Sottolinea la referente di Before: “Seguendo i nostri clienti dalla A alla Z, siamo una possibilità concreta anche per chi vuole diventare imprenditore senza sapere da dove iniziare”.

Uno dei punti di forza di Before è la rete che la supporta: “La proprietà è composta da una società esperta in investimenti immobiliari che si affianca all’esperienza di una società di mediazione riconosciuta in Italia e all’estero, dando vita ad una nuova sinergia tra il costruttore e il venditore: le due figure chiavi nel mercato delle nuove costruzioni. Questo ci consente di rivolgerci a un target mirato, combinando competenze locali ed esperienza internazionale”, sottolinea Puglia.

Uno degli elementi qualificanti di Before è l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Ogni progetto nasce con un focus importante sul green e sull’efficienza energetica: “Un esempio concreto del nostro lavoro è il nuovo progetto NAM (Natural and Modular Houses) in fase di realizzazione sulle colline di Alassio – spiega Eleonora Puglia -, un complesso di quattro ville modulabili, costruite con tecnologie all’avanguardia. Le abitazioni, immerse nel verde, sono dotate di giardini privati e della possibilità di aggiungere piscine, il tutto a soli 5 minuti dal centro e con una vista mozzafiato”.

Con sede ad Alassio, in via Dante 288, Before vuole essere un punto di riferimento. Che si tratti di famiglie italiane o straniere, investitori esperti o nuovi imprenditori, Before è sinonimo di eccellenza e professionalità.

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Pietra Ligure, dopo papà Pino, il figlio ‘Pietrese dell’anno’ 2024. Luca Josi da giovane bagnino ad Alassio a personaggio di rilievo nazionale. Ospite pacato e ragionatore a ‘La 7’ con Lilli Gruber

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La notizia destinata alla storia cittadina. Prima il padre e ora il figlio. Il Premio “Pietrese dell’anno” rappresenta un riconoscimento ufficiale ai cittadini pietresi, per nascita o per adozione, che si siano distinti per meriti particolari in ogni campo di attività professionale o culturale, dando lustro alla comunità locale.

La consegna del simbolo ‘Pietrese dell’Anno 2024’ a Luca Josi dalle mani del sindaco Luigi De Vincenzi

Il Premio risale al 2004 nell’ambito della manifestazione del “Confuoco” e con cadenza annuale.

Luca Josi è tornato nella sua Pietra Ligure dell’infanzia e dei ricordi che non si dimenticano. E’ nato nella clinica San Michele di Albenga (assistito dal dott. Dino Grollero benemerito e storico sindaco di Alassio). Sua madre era giudice minorile e poi preside in una scuola privata. Nello stesso giorno in cui sono venute alla luce due gemelline, a loro volta pietresi.

Luca un volto, un personaggio di caratura nazionale. Oggi soprattutto per le sue numerose apparizioni televisive, alcuni invece lo ricorderanno, poco più che ventenne segretario dei Giovani socialisti, pochi passi alle spalle di Bettino Craxi.

“Quando mi domandano dove ho trovato il punto d’appoggio per provare a tirarmi e ritirarmi su nella vita, rispondo che sono ligure e sono di Pietra Ligure”. Sul palco del cinema teatro Moretti ha parlato di ricordi come i primi vari delle navi costruite nel cantiere cittadino visti assieme al nonno Enrico, storico titolare (e benefattore degli umili ndr) di una farmacia del paese. Poi le prime nuotate nella piscina del Park Hotel fino alla citazione del filosofo Ludwig Feuerbach, “Quel signore che spiega che l’uomo è ciò che mangia”: “La maggior parte dell’uomo che sono è fatta di focaccia – ha confidato – la focaccia della Carla, che con mio nonno sacralizzavamo tagliandola in dadi che rappresentavano le nostre ostie laiche”. Il riferimento, inequivocabile, alla pietanza inconfondibile del panificio Eredi Tortarolo di via Ugo Foscolo, attività simbolo del centro storico pietrese.

Luca giovanissimo bagnino per due stagioni ad Alassio. E il surfista. Prese anche il brevetto da insegnante di sub. Preferiva andar sott’acqua, piuttosto che socializzare. Ha frequentato il liceo scientifico, al Martin Luther King di Genova, scoprì la politica. I comunisti avevano percentuali bulgare e lui s’inventò una lista socialista per il consiglio d’istituto: prese più voti di tutti e senza neppure essere capolista. Scoppiò un prevedibile putiferio e tutto si fece dannatamente divertente. Smise di nuotare. Nel 1985 si schierò con la sinistra del partito. Aveva diciannove anni e divenne segretario regionale dei giovani socialisti. A Genova si era iscritto a Economia e commercio, ma non gliene fregava niente. Passò a Scienze politiche, stessa cosa. Prendeva i suoi bravi trenta per quanto l’ambiente lo inorridisse. Alla fine del 1989 invece conobbe Giuliano Amato, che allora era vicesegretario del partito. Il professore ne fece un suo protetto. Josi era responsabile giovanile per la scuola e prese a frequentare lo studio di Amato praticamente tutti i giorni. Luca scriveva e Giuliano correggeva. Nel 1991 divenne segretario nazionale dei giovani socialisti.
Lui e Craxi si conobbero nel giugno di quell’anno, al congresso di Bari, quello della canottiera. Amato fece da tramite. Una conoscenza un po’ così: peraltro i craxiani a Luca neppure piacevano. Maurizio Costanzo l’invitò al suo show una decina di volte: “Io vi dico che questo ragazzo sarà presto deputato” proclamò al Parioli. Si sposò con Laura Paglieri, conosciuta all’Università, quella della Felce Azzurra, e suo testimone fu l’onorevole ligure Ugo Intini che non fu mai tenero con i comunisti e con i suoi eredi.

Luca avrebbe avuto la stoffa da artista, un esperto appassionato della grafica. Vive a Roma. «Ho due figlie da due matrimoni diversi».  Josi  aveva sposato l’ex europarlamentare Luisa Todini, grandi incarichi manageriali, ex eurodeputata di Forza Italia. E’ Allegra Scattaglia la terza compagna dopo Laura Paglieri, Luisa Todini.

L’ultima volta che è tornato a Genova ha ripercorso la passeggiata fino a Nervi. Adora il ‘brusio’ del mare. Resta immutato il richiamo di Pietra Ligure. Qui ha frequentato la prima e la seconda elementare, ospite dei nonni. Per la maestra Spotorno era lo scolaro prediletto, da primo della classe. (L.Cor.)

 

Luca Josi durante la trasmissione di Otto e Mezzo (La /7) condotta dalla giornalista Lilli Gruber. Luca che non alza mai la voce

PREMIO PIETRESE DELL’ANNO 2024- Deliberazione della Giunta Comunale- ….Per l’anno 2024, quale cittadino meritevole del Premio “Pietrese dell’anno” il dott. Luca Josi “per gli eccezionali risultati professionali ottenuti nel mondo della comunicazione. Già impegnato politicamente e giornalista professionista, imprenditore nell’ambito della produzione e distribuzione di contenuti e grandi eventi televisivi con Einstein Multimedia, per anni direttore della
divisione Brand, Strategy, Media & Multimedia di TIM e direttore creativo per Fondazione TIM, continua la sua carriera ad altissimi livelli con la recente fondazione di Meta Europe Production.
Fine intellettuale, brillante comunicatore, intelligente conoscitore del mondo, “presta” il suo impegno e i suoi pensieri anche in favore della formazione di una società migliore, non dimenticando mai il legame con Pietra Ligure, sua città di origine, contribuendo ad accrescerne il lustro con i suoi prestigiosi successi professionali”.

Pino Josi, Pietrese dell’anno 2013
(Ph. Claudio PELOSI)

Nel 2013 cittadino meritevole il Prof. Giuseppe Pietro Josi (il padre di Luca ndr) “già docente di Ingegneria Navale all’Università degli Studi di Genova per i suoi 45 anni di esperienza e militanza politica anche nella veste di competente amministratore attento alle problematiche locali e del comprensorio regionale: consigliere comunale di Pietra Ligure fin dal 1964 e dal 2004 al 2009, consigliere e assessore comunale di Genova dalla metà degli anni ‘70 fino ai primi anni ’80 e Presidente dell’AMGA di Genova, e ancora assessore regionale alla sanità dal 1983 al 1990”. Onestà e verità anche quando è scomoda. Finché la salute gli è stata amica non mancava l’appuntamento con l’estate pietrese, il quotidiano incontro al dehor di un bar sul lungomare (vedi Trucioli.it….). Adorava e stravedeva per un piatto di ravioli del ristorante Il Capanno di Ranzi, oggi, con onore, alla terza generazione dei Rembado.

L'articolo Pietra Ligure, dopo papà Pino, il figlio ‘Pietrese dell’anno’ 2024. Luca Josi da giovane bagnino ad Alassio a personaggio di rilievo nazionale. Ospite pacato e ragionatore a ‘La 7’ con Lilli Gruber proviene da Trucioli.

Ceriale, in vendita ‘piadineria’ Fresia. Pioniere in Riviera. Angelo, da giornalista a esercente, ha scelto lo staff di un astro politico in Regione

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Era il 12 novembre 2015 quando Trucioli.it titolava: ‘Il bravo cronista rottamato di Ceriale? In divisa prepara piadine. Un successo! Al Grifone, sull’Aurelia, Angelo Fresia’ (Vedi…..). Dopo 10 anni l’annuncio: ‘Attività in vendita’.

di Luciano Corrado

Il 14 novembre 2024 Trucioli.it titolava: “Non chiamateli portaborse. ‘Dietro le quinte’ contribuiscono al successo elettorale” (vedi….).

E ora venne il giorno dell’incarico ufficiale. Angelo Fresia alla giornalista del Secolo XIX, Silvia Campese, aveva spiegato, chiarito: “Non lo definirei un lavoro…..Forse diventerà in modo ufficiale adesso, con il ruolo di Jan Casella consigliere regionale dell’Alleanza Verdi Sinistra. Lo faccio perché condivido il progetto: credo che la salvezza del nostro territorio, a ponente, possa essere legata a progetti che saprà portare avanti Casella con il suo gruppo politico….C’è una condivisione di vedute che mi hanno spinto a mettere le miei competenze al servizio di Casella….del risultato elettorale siamo molto orgogliosi. Andiamo avanti così”.

Un passo indietro, l’apertura della piadineria di Ceriale ha rappresentato, non solo per la cittadina, un’attività da ‘precursore’. Tra le primissime almeno nel ponente ligure. Una novità che ha subito trovato successo nel mondo giovanile e della notte. E Angelo non solo apparteneva al quel mondo, ma era spinto dalla passione, dalla novità, dalla nuova sfida nel destino che la vita gli riservava fino a quel momento. Angelo non era stato soltanto un diligente e stimato, anche coraggioso, corrispondente de La Stampa nel ponente savonese, con Albenga e Alassio soprattutto. Non si arrendeva di fronte alle immancabili difficoltà che si incontrano da cronisti di provincia. Da una parte c’era la sana e utile concorrenza con Il Secolo XIX nel dare al meglio le notizie, e nel gergo anche arricchire la pagina con il ‘buco‘, ovvero un articolo di cronaca in esclusiva, da locandina. Ruolo di corrispondente senza orari, sempre disponibili ad aggiornarsi con la redazione di Savona e di cui cura la pagina della Riviera. Cellulare sempre tra le mani. Tanta pazienza anche di fronte a torti e incomprensioni.

Angelo con un cognome ‘pesante’ nell’imprenditoria edilizia e immobiliare del Savonese. Papà Pinuccio e lo zio Franco contitolari di Fresia Costruzioni 1952. Angelo non è figlio unico e quasi detesta ‘esibire’ di non essere un figlio qualunque. Un giovane che sa crearsi il futuro con le sue forze e non già perché ‘figlio di papà’.

Un po’ di storia dell’azienda di costruzioni Fresia. È il 1948. Il muratore di Pornassio Angelo Fresia, grazie alla futura moglie di Peagna di Ceriale, entra in contatto con la ricchezza prodotta dall’agricoltura della Piana di Albenga. Ne intuisce in fretta le potenzialità anche nel campo edilizio, fermo da oltre vent’anni a causa della crisi del ’29 e della guerra. Costruisce la propria  prima casa nel 1952 . Decide quindi di proporre ai contadini della zona la realizzazione di nuove abitazioni più confortevoli. In quegli anni, col lavoro di un solo giorno, molti di loro guadagnavano tanto da potersene permettere una nuova!

Con gli anni ’60-’70 il grande boom della seconda casa al mare che si protrae fino nostri giorni, pur con immancabili periodi di crisi e difficoltà soprattutto per le imprese famigliari o non meno solide o meno lungimiranti. All’inizio degli anni Sessanta, Angelo Fresia che non ha dimenticato le proprie origini (pensate che aveva iniziato come ‘boccia’ di Armando il papà di Mendatica di chi scrive queste righe per trucioli.it) investe gli utili in operazioni in proprio. Prima piccole “lottizzazioni”, poi alcuni condominii; in uno di questi, Angelo si trasferisce insieme alla famiglia. Sin da giovanissimi, inserisce i figli nei cantieri durante le vacanze estive. Sono i due maggiori Francesco e Giuseppe che, dopo la morte prematura del padre Angelo nel 1979, lasciano l’università e prendono in mano la florida azienda.
Nel frattempo, l’edilizia è completamente cambiata: sono entrati in vigore i piani regolatori. “Franco” e “Pinuccio” ricominciano da zero nel loro paese, Ceriale: piccoli appalti pubblici, fognature e carpenterie. Poi alcune ville in collina, una prima lottizzazione e una ristrutturazione edilizia. A seguire due palazzi a Campochiesa ed uno ad Albenga. Nel 1991 iniziano un’operazione di sessantatre appartamenti in Ceriale. Successivamente una ristrutturazione edilizia nel centro storico di Campochiesa d’Albenga. Poi alcune villette a schiera nella stessa località ingauna. A metà degli anni Novanta, vede la luce il grandioso complesso residenziale “Le Fornaci” a Loano. Parallelamente, vengono costruiti una ventina di capannoni artigianali a Giustenice alle spalle di Pietra Ligure. E’ il 1998. L’attività dei fratelli Fresia, dopo un fruttuoso sodalizio di vent’anni che ha portato alla costruzione di centinaia di unità immobiliari in molte località del Ponente Ligure, si divide.
2001- L’abbattimento e la successiva ristrutturazione dell’ex colonia Borsalino a Loano (sì, proprio quella dei cappelli!) porta ad un complesso residenziale con ottantaquattro appartamenti e centodiciotto box, “Il Palmeto”.
2002- L’impresa edile Fresia 1952 viene affiancata da un’altra società, l’Immobiliare Rio Largo, nell’acquisizione di aree e complessi da ristrutturare urbanisticamente nel Ponente Ligure. Quattro interventi a Ceriale. Un complesso in Via Cappelletta I e, a pochi metri dal mare, l’ex colonia religiosa “Casa Serena”, che viene demolita e trasformata nell’omonimo condominio con cinquantasei appartamenti e ottanta box.

2012- Viene ultimato il complesso residenziale “Eco sul mare” nella Conca d’Oro di Pietra Ligure. Un suggestivo panorama nell’assoluta tranquillità ad un chilometro dall’uscita dell’autostrada e a 800 metri dal mare.

2016- Nuovamente a Ceriale, si completa “Palazzo Riviera”, prestigiosa e suggestiva costruzione, con venti alloggi e box auto fronte mare.
2018- Completate a Loano le strutture di “Villa Edoardo” (nome scelto in onore del primo nipote di Francesco). Quattordici alloggi, ventuno box, posti auto e cantine.
2019- Terminata a Varazze la costruzione di “Villa Harmony”, complesso residenziale di nove appartamenti, box e cantine. Vista mare a 140 metri dalla spiaggia.

2020- Terminato e integralmente venduto complesso “Nuova Conca D’Oro”, Pietra Ligure. Inizio cantiere “Residenza Blu”, Finale Ligure in Via Manie con suggestiva vista mare.L’impresa edile Fresia 1952 ha diversi progetti e nuovi interventi per il futuro. A Ceriale un complesso, a ponente zona a mare, prevede anche un hotel a 4 stelle, ma la lentocrazia non ha limiti, né a Ceriale (vedi il fatiscente e centralissimo ex Palazzo Pesce, vedi La Risacca a levante che non fa parte del patrimonio Fresia), né nella ‘Liguria del fare’ e del Piano casa Toti e C.che consente aumenti di volume per ristrutturazioni fino al 35 per cento, frazionamenti, hanno portato ad una soluzione.

E si balbetta di ‘Partito del Cemento’ in decadenza!  Pinuccio Fresia che da anni cerca una soluzione immobiliare all’investimento nell’ex cantiere Solimano di Savona. Tanti oppositori. A destra, a sinistra, ambientalisti, talebani. Un’area sul mare che avrebbe dovuto essere una priorità e consentire a chi investe di ‘non lasciarci le piume’, pur senza rinunciare a priori alle esigenze collettive proiettate nel futuro.
Torniamo ad Angelo Fresia, esercente per due lustri, che aveva mosso i primi passi da esordiente cronista con il ‘maestro di giornalismo locale’ Romano Strizioli, pioniere con La Settimana Ligure, scrittore, vicesindaco (centro sinistra) di Albenga dal 1975 al 1977 e primo addetto di un vero e proprio ufficio stampa del Savonese, all’Azienda Autonoma di Soggiorno di Alassio. Una scelta  voluta dall’allora giovane presidente ing. Giancarlo Garassino, esponente della sinistra democristiana. Un curriculum con molti incarichi di rilevo a livello nazionale e assessore regionale, fino a vice sindaco non rieletto di Laigueglia.

Per Alassio l’ufficio stampa si trasformò in una ‘miracolosa’ promozione turistica in Italia, in Europa e persino negli Stati Uniti. Con l’esordio della ‘telefoto Aldo’. Alassio sulle prime pagine di quotidiani nazionali e non solo. Le mimose fiorite con fine inverno e la neve sulla spiaggia quasi in estate. Le squadre di calcio nazionali. Il ciclismo professionista. Pedrito, il pappagallo di Hemingway. Tutta pubblicità gratuita del valore di milioni di lire.

Angelo che diventa papà, si divide tra famiglia e lavoro che lo impegna con professionalità fino alle ore piccole di apertura al pubblico. Angelo con ingegnose intuizioni per attrarre clienti. ‘Artigiano’ dello ‘spuntino’ genuino. Assiduo collaboratore, a Peagna della ‘Sagra dei Turchi’ (lui a ripetere che era rimasta tra le rare sagre prima del loro boom). Angelo che ormai da dietro le quinte assisteva al decadimento nel governo della ‘sua Ceriale’. La mediocrità dei pubblici amministratori faceva poche distinzioni. Lui che aveva fatto un pensierino a far parte di una lista alle ultime comunali, ma chiedeva un rinnovamento di qualità, competenze, trasparenza. Un deciso cambiamento.

Non lo nascondiamo, nella nostra modesta passione di ‘vecchi cronisti’ e di un’infanzia trascorsa a Peagna, famiglia di umili pastori, dediti anche ai campi coltivati, abbiamo consigliato ad uno dei ‘veterani’ (non per età) impegnato nella formazione della lista di non candidarsi come sindaco (seppure già big di preferenze, in minoranza prima e maggioranza poi) di puntare su Angelo Fresia a candidato sindaco. Ma le condizioni è che fosse una lista di altro profilo e senza potenziali conflitti di interesse. Con pochi obiettivi a breve termine, da troppo tempo in itinere, e una svolta di concreta lungimiranza per una città che pensa alle future generazioni.

Una semplice testimonianza. L’8 settembre 2022 abbiamo pubblicato (vedi Trucioli.it con 1835 visualizzazioni…….) l’intervista al sindaco allora in carica Luigi Romano (Luigi Giordano vice sindaco), un’amministrazione di centro sinistra che aveva battuto la destra lacerata da personalismi. I temi salienti e le promesse. “Il Puc è pronto’. La ‘Risacca? ‘Sigilli se non torna RTA’. Ex cantiere Sciallino. ‘Con Merano Spa nessun pericolo ambientale’. Hotel sull’Autofiori. ‘Sono spariti’. T1 ex Nucera. ‘Nuova convenzione e trattative, nessuna rinuncia all’hotel’. Palazzo Pesce e Veronese: ‘Perché sono fiducioso in una soluzione a breve’.

L’attuale tandem-capisquadra Fasano-Giordano parrebbe siano col vento in poppa, un crescendo di sostenitori e attivismo ‘del fare’. Da cronisti siamo alle prese con qualche dubbio su lungimiranza e priorità. Il ‘disastro agricoltura’ e abbandono dei campi coltivati ha un record nella pianura ingauna. Si parla di ‘turismo di qualità e destagionalizzazione in una città ridotta a un solo hotel e ad una piccola e gloriosa ‘ex pensione’ sul mare. Solo chi è disattento ignora che prosegue la chiusura di attività nel centro storico, tra affittasi, cedesi, vendesi. Su questo fronte va peggio, in Riviera, solo Borghetto S. Spirito. Finalmente la ripartenza della T 1 (con un inglorioso ex protagonista delle passate giunte ed ex sindaco che rimane dietro le quinte), ma perchè di fronte a ‘colossi imprenditoriali’ che si avvalgono di ‘consulenti da indiscussa caratura’, l’amministrazione comunale, oltre a tre che hanno portato a termine il loro compito, non ha ritenuto di avvalersi, nella trattativa, senza badare a spese vista la posta in gioco, a consulenti in grado di competere ? Perché rinunciare almeno all’obbligo di un hotel (non diciamo a 4 stelle) a chi ha scelto di investire in un maxi operazione milionaria? Senza misconoscere altre richieste andate a buon fine da parte dell’amministrazione Fasano-Giordano.

Ed è assai deludente leggere che di fronte ad un compromesso di portata unica nella Liguria dei nostri giorni, chi fa informazione locale abbia affrontato il ‘finale’ alla stregua di due ‘amici al bar’. Nessun approfondimento. La soluzione è stata l’assemblea pubblica? Suvvia non siamo nati ieri. Utile leggere il significato dal dizionario italiano De Mauro.

Luciano Corrado

PS- L’assessore Gianbenedetto Calcagno ai media locali: “Ceriale turistica anche nei mesi di bassa stagione, potenziando l’offerta di intrattenimento basata sulla socialità positiva e sulla condivisione di qualità”. E ancora: “Il modello del “teatro sul mare” è stata un’operazione vincente e stiamo lavorando per stabilizzarlo, così da accompagnare la comunità locale e turistica anche nei mesi di bassa stagione, potenziando l’offerta di intrattenimento basata sulla socialità positiva e sulla condivisione di qualità”.

DAL SITO DELLA PRO LOCO DI CERIALE-  Un premio al merito per chi può rendere noto un ‘segreto’. Perchè il ‘baretto’-con dehors realizzato nella nuovo ed accoglienti costruzione all’aperto del ‘Teatro Vacca’, con relativa pista da ballo, continua restare chiuso da anni, se non per brevi periodi di apertura nella stagione estiva? C’è un gestore dopo l’altro. Un borgo da tutti decantato e ‘immacolato’, con la più longeva e prestigioso ‘Fiera del Libro’ in Liguria, privo di un locale pubblico. Chi non ha interesse a gestirlo lo fa per un capriccio? Eppure merita un premio chi ha letto qualche riferimento dei media a tale mancanza. Trucioli.it l’ho ricordato più volte e non da oggi e non vantiamo di essere mai stati i primi della classe. A chi giova tacere la prolungata assenza di una soluzione? Il governo del Comune non ha nulla da proporre? Non si tratta di creare un locale ex novo. La struttura esiste già. Un visitatore-turista alle prese con il ‘bisognino corporale’ deve ricorrere al cielo aperto. Siamo nel 2025.

DA IVG,IT- 8 GENNAIO 2025. RICONOSCIMENTO/ Ceriale “città che legge” per il biennio 2024-2026. Rinnovato anche il “Patto locale per la lettura”.

…… “Ceriale vuole consolidare la sua tradizione nel settore letterario-culturale e può creare una rete di collaborazione permanente tra tutte le realtà operanti sul territorio. Questo grazie anche ad una serie di iniziative a vario livello, a partire dalle scuole per arrivare alla realizzazione di eventi e manifestazioni inserite nel calendario estivo e invernale” affermano il sindaco Marinella Fasano e la responsabile della Biblioteca civica comunale Elisabetta Saturno, che esprimono massima soddisfazione per la qualifica ottenuta. “L’azione della biblioteca civica Agostino Sasso, la nuova sala polivalente di via Primo Maggio, l’associazione Amici di Peagna e la stessa Casa Girardenghi nel borgo di Peagna sono un patrimonio da valorizzare. Quindi, punteremo a incentivare collaborazioni culturali a 360 gradi, con iniziative, rassegne e appuntamenti letterari che rappresentano anche un forte richiamo turistico per la nostra località” concludono.

DA UFFICIO STAMPA COMUNE DI ALASSIO –

Alassio tra i 755 i comuni certificati con la qualifica di “Città che legge”. Sono 755 i comuni in Italia che hanno ottenuto la qualifica di “Città che legge”. “Alassio non poteva di certo mancare con la lunga tradizione di presentazioni di libri che portiamo avanti dal 1974. Da Alassio è passato il meglio della letteratura italiana, da Primo Levi a Umberto Eco per ricordare due nomi” è quanto afferma Mariacristina Boeri, consigliere comunale alla Biblioteca nella città del Muretto.
La qualifica è assegnata dal Centro per il libro e la lettura, che opera per conto del Ministero della Cultura. L’intento è quello di dare visibilità a quei Comuni che svolgono in modo continuo l’attività di promozione della lettura.
«Nel nostro caso – prosegue Boerici sono anche dei riscontri importanti in termini di numeri. Ho visto l’anticipazione dei dati statistici della Biblioteca Deaglio e l’aver superato i 20.000 prestiti è il miglior indice per far capire come le nostre politiche di promozione della lettura siano tangibili».
Alassio è sede del Premio letterario nazionale Alassio Centolibri – Un Autore per l’Europa, che proprio nel 2024 ha celebrato la sua trentesima edizione e che negli anni ha visto succedersi, tra i suoi giurati, le figure più importanti della critica letteraria italiana, da Giovanni Bogliolo a Lorenzo Mondo, da Ernesto Ferrero a Gian Luigi Beccaria.
«Accogliamo positivamente questo riconoscimento – conclude Mariacristina Boeri – che ci viene confermato regolarmente dal 2020, ma il nostro sguardo è già avanti nelle prossime organizzazioni di eventi legati ai libri e alla promozione della lettura, perché leggere rende liberi».
Presso la Biblioteca Deaglio è sempre attivo un progetto di promozione della lettura denominato “io, Lettore” distribuito per tutte le fasce d’età dai prescolari agli adulti. Un’occasione in più per fare una visita e lasciarsi catturare da nuovi libri.

 

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Scenario binari a monte. Le gravi criticità previste ad Albenga, Ceriale, Borghetto, Loano, Pietra, Borgio e Finale. A chi giova tacere ai cittadini. Il silenzio della politica

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Progetto definitivo ‘binari a monte’. Loano non solo rinuncia alla sua preziosa stazione, ma leggete bene. Si prevede “l’innalzamento del fondo alveo per permettere il passaggio della galleria Castellari”.  Anziche, come accade ovunque, abbassare l’alveo per renderlo più sicuro, qui si alza il ‘letto’ del torrente. C’è un’altro caso che sconcerta. Questa volta a Ceriale. E un serio stato di pericolo tra Giustenice-Pietra Ligure. Gravi criticità ad Albenga. Il ‘tema rumore’ a Finale Ligure.

A Ceriale sarebbe a rischio la sorgente “Cuore” , nominata nella documentazione esaminata, che “risulta di fondamentale importanza per l’approvvigionamento delle acque potabili per tutti gli abitanti di Ceriale”. Tra Giustenice e Pietra nel sito censito come Miniera di Ponte Scalincio esistono possibili criticità relative “alla presenza di tale sito minerario di una potenziale esposizione al gas radon, prodotto dal decadimento dell’uranio, nelle fasi di scavo della galleria”.

Ad Albenga dove si assiste da chi governa e chi è all’opposizione (centro sinistra e centro destra) all’assenza di un approfondimento che illustri alla comunità cosa significa, in futuro, trasferire la stazione ferroviaria a sette km da quella attuale. Uno sconvolgimento socio-economico che con ripercussioni devastanti. E non occorre essere degli scienziati per intuirne cause e conseguenza sullo stesso tessuto commerciale di un’ampia zona residenziale, oltre che per i pendolari. Albenga che con Finale Ligure manterranno il ruolo di vera stazione ferroviaria (ovvero anche per tutti i treni veloci). Finora si sono ascoltate soltanto le allarmanti motivazioni al ‘no’ da parte di Coldiretti. E’ dunque utile riproporre tutte le maggiori criticità descritte dalla VIA (Valutazione di impatto ambientale) e Arpal regionale. Seppure in estrema sintesi tra le 48 pagine ufficiali.

1- E’  necessario prevedere la progettazione del ripristino delle aree di stoccaggio materiali al termine delle lavorazioni; tale ripristino, con particolare riferimento all’area AS15 ricadente nella Z.S.C. “Torrente Arroscia e Centa”, dovrà essere finalizzato al recupero di funzionalità ai fini naturalistico-ambientali.

Si rileva altresì che l’infrastruttura interessa parte del compendio di proprietà regionale denominato Vivaio Isolabella, in Leca d’Albenga, ove si trova il “Centro Emys”, centro di eccellenza a livello nazionale dedicato all’allevamento a fini conservazionistici della specie Emys orbicularis, tutelata dalla Direttiva 92/43/CE Habitat. Dovranno pertanto essere dettagliate tutte le opportune opere di mitigazione finalizzate al mantenimento della piena funzionalità di tale struttura. Inoltre, si evidenzia che le aree agricole nella piana di Albenga-Ceriale interessate dall’opera rappresentano un ecomosaico di particolare valore ecologico, elemento di connettività tra i siti Natura 2000 del comprensorio, la cui frammentazione andrà adeguatamente documentata e sottoposta ad analisi ai fini della individuazione delle opportune soluzioni mitigative e compensative….misure di mitigazione\compensazione per la zona umida temporanea rilevata nello Studio di Incidenza (pag. 88) in prossimità del campo sportivo di Bastia e del torrente Neva….misure di mitigazione e/o compensazione per la sottrazione di habitat di specie (Emys orbicularis) relative all’intervento di artificializzazione del corso d’acqua in corrispondenza del Rio Carenda (habitat 3290).

TORRENTE ARROSCIA E CENTA: l’attraversamento del Torrente Arroscia è previsto in corrispondenza dell’habitat prioritario “6220* – Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea”. In relazione ad esso, con gli attuali livelli di dettaglio e configurazione, la Valutazione d’Incidenza appropriata non può concludersi con esito positivo;

2- ACQUE, SORGENTI E GROTTE 2- E’ necessario approfondire i possibili impatti su grotte e sorgenti di interesse naturalistico attraverso, ad esempio, l’analisi delle segnalazioni di presenza di geotritoni e/o chirotteri (Li.bi.oss.) Lo stesso livello di approfondimento dovrà essere affrontato per le ZSC IT1324910 M. ACUTO – POGGIO GRANDE – RIO TORSERO e IT1323201 FINALESE – CAPO NOLI. …Per M. ACUTO – POGGIO GRANDE – RIO TORSERO (tutte nel territorio di Ceriale ndr), è necessario valutare possibili impatti, anche superficiali, dell’attraversamento sotterraneo del rio Torsero…..possibili impatti sulla connettività ecologica quali, ad esempio, la frammentazione della continuità fluviale longitudinale, interruzione/alterazione di habitat o aree ecotonali ed effetto cumulativo con l’autostrada A10, ecc….conseguenze dell’artificializzazione dei corsi d’acqua interessati dai viadotti, prevedendo misure di mitigazione/compensazione;….il tracciato in galleria intercetta la parte alta del rio Battorezza a cui afferisce il sistema carsico delle grotte Valdemino (Borgio Verezzi);

Per le Acque sotterranee richiede quanto segue: Schede monografiche delle sorgenti, riportanti tutti i dati tecnico-amministrativi disponibili, le portate al momento del sopralluogo, ubicazione cartografica e documentazione fotografica. In considerazione dell’elevata vulnerabilità di alcuni acquiferi carbonatici che verranno attraversati dalle opere, si chiede di verificare la possibilità di incrementare i punti della rete di monitoraggio, includendo ad ogni modo, tutte le sorgenti utilizzate ad uso idropotabile. Sempre al fine di monitorare l’eventuale interferenza dell’opera con la circolazione idrica sotterranea, e valutare l’effettiva correlazione tra essa e le fluttuazioni delle portate nei punti di monitoraggio, dovrà essere allestito un sistema per la misurazione in continuo delle portate drenate dalle gallerie. Approfondimento in merito alle potenziali interferenze sui corpi idrici sotterranei rispetto al PTA vigente sia in relazione allo scavo delle gallerie di progetto sia per il tracciato in esterno. In particolare occorre prevedere, in linea generale, la gestione delle acque drenate con eventuale reinserimento delle stesse nell’ambito degli acquiferi impattati. Il Piano di monitoraggio deve includere il controllo quali-quantitativo dei volumi drenati dalle gallerie e dai pozzi prima, durante e dopo la realizzazione delle opere prevedendo misurazioni in continuo dei livelli e della portata. Approfondimento in merito alla caratterizzazione delle sorgenti ….Non è possibile distinguere ed individuare in carta i singoli pozzi (specie quelli a criticità più alta), in quanto le informazioni fornite a riguardo non permettono di risalire con certezza alla codifica regionale…

CERIALE E LA SUA SORGENTE – In previsione di eventuali interferenze con alcune delle sorgenti presenti lungo il percorso dell’opera, si dovrà presentare un documento in cui si illustrano le opere di mitigazione. Ciò sarà indispensabile nel caso tale eventualità si dovesse concretizzare nei confronti delle sorgenti ad uso umano (come per esempio nei confronti della sorgente denominata “Cuore” ubicata nel Comune di Ceriale, nominata nella documentazione esaminata, che risulta di fondamentale importanza per l’approvvigionamento delle acque potabili per tutti gli abitanti di Ceriale).

Nota di redazione- Il ‘caso Ceriale’ è paradossale. Non solo per il ‘servile silenzio’ (e finora condiviso) da chi ha il dovere democratico di informare i cittadini. A chi giova? Non si sono distinti né la giunta che governa, nè la minoranza che dovrebbe ‘controllare’. Ceriale che perde inoltre una stazione assai frequentata soprattutto nel periodo estivo balneare. Parliamo di centinaia e centinaia di passeggeri in arrivo e in partenza.

Ceriale che il 17 aprile 2024, a proposito della messa in sicurezza del tratto terminale di Rio San Rocco per 450 metri, e consentirà lo smaltimento della portata cinquantennale, pari a 45 mc/sec, ottenuto attraverso l’allargamento e l’approfondimento delle sezioni idrauliche disponibili per il deflusso….. la variante urbanistica si rende necessaria in quanto, per l’attuazione del progetto, è necessario procedere con l’espropriazione di piccole porzioni di aree private limitrofe all’asse fluviale. Con riferimento agli aspetti geologico – sismici, si ricorda in primo luogo che per tutti i Comuni sussiste, in via generale, l’obbligo di studio di microzonazione sismica....Si ricorda, inoltre, che il Comune di Ceriale ricade in zona a classificazione sismica 3 ai sensi della vigente DGR 216/2017 e si evidenzia che allo stato attuale il Comune non risulta provvisto di tale cartografia. Si comunica, altresì, che il Comune di Ceriale risulta inserito nell’elenco dei Comuni interessati da liquefazione sulla base dei dati di pericolosità sismica di base (ag, M) di cui alla DGR 535/2021……  Firmato IL DIRIGENTE (Ing. Roberto BONI)

LOANO E LA MOSTRUOSITA’ – Circa il previsto attraversamento del Rio Casazza, nel territorio comunale di Loano, si rileva che il progetto prevede interventi di reinalveazione costituiti dall’innalzamento del fondo alveo per permettere il passaggio della galleria “Castellari”. A riguardo, si riferisce che in base al disposto dell’art. 7, comma 1, lettera d) del Regolamento Regionale n. 3/2011, non sono consentite le reinalveazioni e deviazioni dell’alveo dei corsi d’acqua, salvo il caso in cui siano previsti come misura necessaria in un progetto complessivo ed organico finalizzato alla messa in sicurezza del corso d’acqua.

NOTA DI REDAZIONE – Loano dice sì all’innalzamento del fondo alveo di un suo torrente, Andora il 28 dicembre scorso, con un comunicato stampa, ha reso noto la fase di studio dell’alveo del torrente Merula “con l’obbiettivo di verificare le condizioni attuali e successivamente progettare il ripristino della profondità originaria”. Per evitare potenziali esondazioni. La Stampa del 22 aprile 2022 riportava una dichiarazione dei sindaci di Loanoe Borghetto, Lettieri e Canepa: “….L’area di Rio Casazza verrà riqualificata e valorizzata anche dal punto di vista ambientale e lungo il corso d’acqua verranno realizzate opere in grado di ridurre il rischio di esondazione. In particolare, il progetto prevede l’allargamento dell’alveo e la costruzione di un nuovo muro d’argine sulla sponda sinistra (sul lato di Loano)». E ancora: “Un ponte tra Loano e Borghetto Santo Spirito. E’ quello al quale stanno lavorando le amministrazioni comunali delle due località rivierasche e che è al centro di un accordo di programma per la richiesta congiunta di contributi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il progetto, che ha un importo complessivo di un milione e mezzo di euro, prevede la realizzazione di un ponte che, scavalcando Rio Casazza, colleghi tra di loro via Como e località Prigliani. L’opera permetterà di rendere più fluida e decongestionare la viabilità della via Aurelia….”.

PIETRA LIGURE E LE AREE ESONDABILI – Nella documentazione progettuale fornita, alcuni degli interventi previsti interessano aree esondabili. Si fa riferimento, a titolo esemplificativo, alla fermata di Pietra Ligure e alle opere ad essa connesse. La medesima sorgerà in prossimità della confluenza del Torrente Scarincio (o Giustenice) con il Torrente Maremola, interessando aree classificate con pericolosità elevata (P3 – Tempo di ritorno = 50 anni), e media (P2 – tempo di ritorno con pericolosità media). La documentazione progettuale resa disponibile evidenzia come, al fine di mettere in sicurezza idraulica le aree sopra citate, siano previsti importanti interventi di adeguamento dei tratti idraulici contermini, traguardando localmente la messa in sicurezza dei medesimi mediante la realizzazione di nuove opere idrauliche.

FINALE LIGURE – RUMORI.….interventi di mitigazione acustica, ove sono evidenziati i recettori con impatto residuo in facciata, la situazione di maggiore criticità si registra in corrispondenza dell’abitato di Finale Ligure, ove la nuova linea si raccorda al tracciato esistente, previo adeguamento dell’attuale stazione ferroviaria. Lungo tale tratta non è prevista l’installazione di barriere, ma si procederà con interventi diretti al recettore, al fine di garantire il comfort acustico all’interno delle abitazioni interessate. A supporto di tale scelta il proponente si limita a precisare che “i muri perimetrali che sostengono il rilevato della stazione non sono stati progettati per l’installazione di barriere acustiche ai sensi del Manuale di progettazione R.F.I., quindi non è stato ritenuto opportuno prevedere l’inserimento di schermi acustici lungo linea. Inoltre, anche riuscendo a inserire le barriere antirumore (di notevole altezza), non sarebbe comunque stato possibile garantire il rispetto dei livelli sonori presso numerosi ricettori presenti”.

ASPETTI URBANISTICI –…Per quanto attiene agli aspetti urbanistici, preso atto che le modifiche proposte, con riferimento particolare alle opere viarie collaterali, comportano l’interessamento di nuovi terreni pubblici e privati che dovranno essere interessati dalle pertinenti procedure di esproprio occorre che gli elaborati progettuali siamo integrati con:relazione urbanistica di inquadramento della pianificazione territoriale e locale presenti, con descrizione delle modifiche da apportare agli SUG vigenti o adottati dei Comuni interessati; cartografia di dettaglio che, per ogni singolo intervento, individui l’esatta perimetrazione delle aree da destinare alla nuova viabilità ed a eventuali opere accessorie che comportano, oltre all’imposizione di nuovi vincoli espropriativi, la modifica alla zonizzazione della strumentazione urbanistica comunale, le nuove destinazioni d’uso delle aree, oltre ad eventuali modifiche delle discipline urbanistiche ivi operanti. Analoga documentazione dovrà essere prodotta anche per le nuove aree e/o opere di cantiere e per gli eventuali nuovi siti, previsti dal PUT, ove è previsto l’abbancamento, definitivo e\o temporaneo, dei materiali di risulta dalle opere di scavo.

PAESAGGIO –…..Con riferimento alle previsioni di movimentazione di materiale previste nel PUT, ancorché la valutazione dello stesso sotto il profilo ambientale non costituisca approvazione delle sottese opere sotto il profilo paesaggistico, dovrà essere esplicitato se, successivamente a questa prima fase di compatibilità, saranno previste opere rilevanti sotto il profilo paesaggistico e quindi da sottoporre ad autorizzazione. In particolare, con riferimento alla previsione di conferimento del materiale presso aree di cava, si sottolinea la necessità di verificare ed esplicitare se tali conferimenti siano coerenti progettualmente rispetto ai programmi di coltivazione approvati, sia nel breve che nel lungo periodo. Firmato DIRIGENTE Dott.ssa Paola Carnevale.

1/Ferrovia a monte Andora-Finale. Le 48 pagine di osservazioni della valutazione ambientale e Arpal Liguria (vedi…..)

2/ Binari a monte soluzione: 10 consigli di buon senso. Cosa è utile sapere. La mia umile e inascoltata voce dal 1994. Vedi….

3/ASSESSOSSORE ALL’AMBIENTE A LOANO, GIA’ PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE E CONSIGLIERE PROVINCIALE. MAI TRADITA FORZA ITALIA ANCHE QUANDO TUTTI ‘SCAPPAVANO’. E’ TRA I BENESTANTI DELLA CITTA’, EX TITOLARE DI AGENZIA IMMOBILIARE. PER GLI AMICI RESTA ‘SCAPOLO D’ORO’. Le foto con il ‘grande amore’ hanno informato gli amici con immancabile frequenza dalla pagina facebook.

ARTICOLO PUBBLICATO DAL SECOLO XIX. Ma il merito di cambiare il progetto dell’attraversamento del territorio di Loano solo in galleria è sempre stato riconosciuto al big Angelo Vaccarezza e all’allora ex ministro Claudio Scajola.

 

 

 

L'articolo Scenario binari a monte. Le gravi criticità previste ad Albenga, Ceriale, Borghetto, Loano, Pietra, Borgio e Finale. A chi giova tacere ai cittadini. Il silenzio della politica proviene da Trucioli.

Loano buona notizia. Ecco ‘Soggiorni di Sollievo’ nel moderno Istituto Madre Rubatto. Consigliato a persone fragili e ai familiari

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E’ quasi un’eccezione la promozione pubblicitaria (in questo caso Il Secolo XIX e La Stampa) da parte di una RSA-Casa di Cura gestita da un benemerito istituto religioso di diritto pontificio che può esibire la sua gloriosa storia grazie alla fondatrice suor Madre Rubatto, dette anche Cappuccine di Loano. La sigla è S.C.M.R.


Le Cappuccine di Madre Rubatto sono presenti  in Argentina, Brasile, Camerun, Eritrea Etiopia, Kenya, Malawi, Perù Uruguay.

Una presenza molto apprezzata e dinamica in una città come Loano che nei secoli ha avuto (nella diocesi) il maggiore numero di conventi di ordini religiosi come ha scritto in un suol libro l’indimenticato padre Raffaele Bracco, studioso agostiano che da nativo di Mendatica ha voluto essere sepolto nella Città dei Doria.
Un’operatività ed una mangeriale gestione imprenditoriale- assistenziale, grazie a lavori di ampliamento, ristrutturazione, nuove palestre e piscine rieducative con la potenzialità di una settantina di dipendenti. Posti di lavoro preziosi più che mai in una località balneare e turistica dove hanno chiuso, dagli anni ’90 in poi, oltre un centinaio di aziende alberghiere che occupavano un migliaio di addetti. E all’orizzonte oltre al Comune, al moderno porto turistico (proprietà privata), al Presidio Riabilitativo Mons.Pogliani, alle strutture recettive ‘Loano 2′ e Ai Pozzi Village’, ai supermercati, non si intravvedono nuove significative opportunità quanto a posti di lavoro. Ancora più difficile andare incontro alle aspettative dei neo laureati. Già ai nostri giorni sono parecchie decine i laureati loanesi emigrati all’estero e spesso con successo professionale. E non è un fenomeno solo locale, è regionale e nazionale.
L’essere cristiani vuol dire essere coscienti di fare parte di una storia “. Il motto di Madre Rubatto Fondatrice. La celebrazione liturgica del 23 gennaio 1885 segna l’inizio dell’ Istituto delle Suore Terziarie Cappuccine di Loano. Con la vestizione Anna Maria assume il nome di Maria Francesca di Gesù. La Fondatrice, però, non vuole limitare la sua missione alla sola cittadina di Loano, ma desidera una congregazione che abbracci tutti i rami della carità e che si estenda a tutto il mondo. L’Istituto è inserito nella famiglia francescana e aggregato all’Ordine dei frati Minori Cappuccini dal 1909, ed è approvato definitivamente dalla Sede Apostolica il 27 maggio 1916.
Oggi il legale rappresentante è Suor Anna Maria Villa che nel 2021 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine «Al merito della Repubblica italiana».
Antonello Zangrandi

Alla direzione generale il prof. Antonello Zangrandi. Coordina le attività delle opere verso gli obiettivi strategici determinati dal Consiglio di Amministrazione, obiettivi che sono radicati nel carisma dell’Istituto. La direzione sanitaria affidata alla dott.ssa Silvia Bignamini. Al vertice della direzione operativa il dott. Carlo Orlandi. Responsabile Servizi Socio Sanitari la Dott.ssa Francesca Sardella

Silvia Bignamini
Carlo Orlandi
Francesca Sardella
Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto Suore Cappuccine di Madre Rubatto che ha sede legale a Bergamo,
è composto dal
presidente Suor Rosangela Crotti.

 

MEMBRI RELIGIOSI- Suor Anna Maria Villa – Legale rappresentante. Suor Francesca Piaggi – Consigliera provinciale. Suor Chiara Bina – Consigliera provinciale.

MEMBRI LAICI- Dott. Maurizio Amigoni. Dott. Damiano Zazzeron.

Loano. Pubblici amministratori ed esponenti politici in visita alla RSA Madre Rubato

A LOANO- GIORNO DELLA MEMORIA 2025

LOANO ‘città cardioprotetta’. Conferenza. Morti improvvise a causa del cuore. L’incontro è di sabato 11 gennaio 2025 con i medici specialisti Luigi Madruzza, Giorgia Rossotti e Massimo Vecchietti .

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Mendatica, addio al caseificio. Grazie Simona e Marcello! Il blog montanaro rende onore alla vostra passione, dedizione, sacrificio. Fate parte della storia pastorizia Alpi Liguri

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Non volevamo, da mendaighini, essere ancora una volta i primi (e più spesso in solitudine), a scrivere la notizia della cessazione di un’attività commerciale. La più rinomata. La chiusura del piccolo e attrezzato caseificio, Il Castagno, destinato alla storia pastorizia delle Alpi Liguri. E ora sentirsi in dovere di onorare l’ultimo sacrificio-addio di Simona e Marcello.

di Luciano Corrado

Lei pastorella e infaticabile ‘artigiana’ nella produzione casearia. Capace di accudire anche al suo gregge (pecore, capre, mucche, un paio di cavalli). Lui ‘ambasciatore’ viaggiante, nel tempo libero dall’impiego di funzionario regionale, per promuovere e ‘consegnare’ una produzione di nicchia, con l’eccellenza vera della  ‘Toma di Mendatica’.

Per il prestigioso FAI ‘il caseificio di Mendatica’ era inserito tra ‘I Luoghi del Cuore’ e nel “Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare”.

Questa la descrizione del FAI. “L’azienda agrituristica ha una estensione di 11 ettari e ha impostato parte della sua attività sulla pecora “Brigasca”, fondamento della storia pastorale, e sul suo latte. La pecora “Brigasca” è un animale agile, adatto alle montagne della zona, fa parte di una popolazione ovina autoctona, originaria con tutta probabilità dallo stesso ceppo della specie “Frabosana” sia per il profilo montonino e, negli esemplari maschi, per le corna a spirale rivolte all’indietro. Dal lavoro degli allevatori nascono, così, molti formaggi tra cui la toma di pecora brigasca (presidio Slow Food), la toma di Mendatica, il gran gessato di pecora brigasca e molto altro. Strettamente collegata al mondo della pastorizia e alla civiltà delle malghe, a Mendatica nasce la cucina bianca chiamata così perché composta solo ingredienti di colore bianco o comunque poco colorati: latticini, farina, porri, patate, aglio e molti altri. Dal 2000 è stata istituita una vera e propria sagra: la Festa della Cucina Bianca. (Sospesa da qualche anno nella sua originale edizione ndr).

Vedi a fondo pagina – Il Secolo XIX- edizione di Imperia di domenica 12 gennaio 2025- a firma di Alberto Ponte ha titolato: ‘La toma brigasca a rischio estinzione. Ha chiuso l’ultimo presidio imperiese. Simona Pastorelli: Troppe spese e difficoltà, salutiamo con dolore’.

Chi resta tenacemente fiducioso è il neo sindaco geom. Graziano Floccia carriera da tecnico e dirigente in diversi comuni, ora ad Albenga. Dichiara al Secolo XIX: “….Faremo il possibile affinchè questa chiusura sia temporanea e non definitiva per ripristinare al più presto la parte turistico-ricettiva legata ad un prodotto di nicchia come la Toma di Mencatica. Perdere una risorsa così importante è un danno per l’intero territorio….”.

C’è da chiarire un aspetto leggendo l’articolo. Il popolare pastore, proprietario del più numeroso gregge di pecore e capre (per un periodo anche mucche) della Liguria, il siculo-albenganese Aldo Lo Manto, non ha acquistato a Mendatica le pecore brigasche, ma una quarantina di capre. “Non posso comprare pecore ma solo venderle – spiega Aldo a Trucioli.it – Sono il solo in Liguria a possedere il genotipo che mi è stato riconosciuto dopo la ‘strage mucca pazza‘. Ovvero le mie pecore sono tutte di ‘tipo corretto’ e dunque resistenti al virus”. Aldo che da anni può fregiarsi con ‘Campagna Amica’ dei ‘I formaggi del Boschetto’. Delizie nate dal latte delle rare pecore Brigasche e che portano con sè tutto il profumo e il sapore della terra ingauna e delle Alpi Liguri, nei mesi della Transumanza. Con la sua azienda agricola Aldo Lo Manto -ora con l’aiuto di un figlio- si fa portatore di una professione antica e difficile, il pastore, perpetuando l’eredità del padre arrivato dalla Sicilia alla fine degli anni sessanta: un lavoro che comporta tanti sacrifici ma che regala al tempo stesso anche tante soddisfazioni umane.Per Aldo pure la popolarità ed ammirazione. L’unico Comune che nei fatti l’ha finora osteggiato è Ortovero dove ha comprato nella periferia sud un terreno agricolo. Qui vorrebbe trasferire il caseificio ed abitazione, ma c’è semaforo rosso delle giunte che si succedono. E Trucioli.it ha già dato conto dei vani ricorsi al Tar con il Comune che si è costituito per ribadire la legittimità del ‘no’ alla concessione edilizia.

Tornando al morbo, ‘mucca pazza‘. debellato, risale a primi anni duemila. Purtroppo per quanto si può intuire le pecore di Mendatica rischiano di essere destinate alla macellazione. Le mucche, invece, erano già state vendute. Inoltre sarebbero in corso trattative con lo stesso La Manto per la vendita dell’attrezzatura dei caseificio. Aldo resta così il portabandiera dell’unico presidio – disciplinare di provenienza- della pecora brigasca nel ponente ligure.

TRUCIOLI.IT- IL 5 MARZO 2014- Reportage di Silvio Fasano da Mendatica

COSI’ TRUCIOLI.IT HA PROMOSSO NEGLI ANNI L’AGRITURISMO-CASEIFICIO DI MENDATICA

1- Era il 24 ottobre 2013. Tre pastori, 24 quintali di lana….

2- Il 16 febbraio 2017. Solo i ricordi di nonna Tersilia

3- E il 16 novembre 2023 .Dopo 29 anni di onorato servizio

DATI ISTAT- Secondo i dati Istat i numeri più alti, in Liguria, di case non abitate nell’entroterra appartengono a piccoli centri: Mendatica, Fontanigorda, Triora, Propata, Urbe e sono dovuti perlopiù allo spopolamento. Ma le percentuali sono altissime anche nei centri rivieraschi dove il fenomeno delle seconde case è esploso negli ultimi decenni. Dai ‘paesi fantasma’ al boom immobiliare ‘casa al mare’ che peraltro ostacola i residenti a trovare alloggi in affitto. E alle giovani coppie non resta che ‘emigrare’ nel primo entroterra. Un vero dramma sociale per gli anziani  sfrattati, i pensionati e tante famiglie che faticano già ad arrivare a fine mese.

VICE PRESIDENTE ALESSANDRO PIANA: «OLTRE 4 MILIONI DI € PER SALVAGUARDARE PRATI E PASCOLI PERMANENTI»
COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Gli agricoltori liguri possono presentare domanda di adesione all’intervento “Gestione dei prati e pascoli permanenti”, una misura strategica che prevede un contributo economico a fronte dell’impegno a tutelare i terreni occupati da prati e pascoli per cinque anni consecutivi. «Si tratta di un intervento molto atteso dal comparto agricolo – sottolinea il vice presidente della Regione Liguria con delega all’agricoltura Alessandro Piana – frutto del lavoro costante che abbiamo svolto in sinergia con le organizzazioni professionali e i rappresentanti del settore riuniti nel ‘Tavolo Verde’. Sono orgoglioso che, anche per questa annualità, siamo riusciti a rendere disponibili fondi importanti per il territorio. Salvaguardare i prati e i pascoli permanenti significa preservare la biodiversità, combattere l’abbandono dei terreni agricoli e contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Con questa misura non solo promuoviamo la salvaguardia del territorio, ma forniamo un sostegno concreto agli agricoltori, che sono i primi custodi del nostro paesaggio rurale – conclude Piana – Grazie al piano strategico della politica agricola comunitaria 2023-2027, per il periodo 2025-2029 sono stati stanziati circa 4 milioni e 227mila euro, destinati ad agricoltori in attività (singoli o associati) e agli enti pubblici gestori di aziende agricole. La misura prevede che i beneficiari si impegnino a rispettare le indicazioni riportate nel bando, con un contributo economico proporzionale agli ettari di terreno coinvolti e agli impegni assunti».
Tutti i dettagli sono disponibili sul sito di Regione Liguria dedicato all’agricoltura, www.agriligurianet.it. Le domande dovranno essere presentate tramite il portale Sian. La scadenza del bando è fissata al 15 maggio 2025.

L'articolo Mendatica, addio al caseificio. Grazie Simona e Marcello! Il blog montanaro rende onore alla vostra passione, dedizione, sacrificio. Fate parte della storia pastorizia Alpi Liguri proviene da Trucioli.

Albenga si interroga. Un porto turistico ‘atollo’ con hotel, piscine, terme, persino teatro all’aperto

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Sono 52 i porticcioli turistici in Liguria, con 20.034 ormeggi. Il 22 maggio 2022 Il Secolo XIX dava conto: “Dalla Francia stanno arrivando molte richieste – conferma l’assessore al Demanio della Regione Liguria, Marco Scajola -soprattutto per i porti turistici del Ponente. Tutto il movimento diportistico sta crescendo nella nostra regione. Ed è un tipo di turismo che vogliamo che si sviluppi”

Ad Albenga sabato 18 gennaio 2025 conferenza: “Il porto mancato di Albenga. I Progetti non realizzati”.

L’ex sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Salvatore Margiotta (Pd) dal 16 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 con il sindaco-Tomatis e l’ex on. Franco Vazio  deputato Pd da 27 marzo 2018 al 12 ottobre 2022 e vice presidente della II COMMISSIONE GIUSTIZIA

Comunicato stampa – Nuovo incontro all’Auditorium San Carlo per la rassegna “Albenga Passato e Presente” organizzata dalla Fondazione G. M. Oddi, con il Patrocinio del Comune di Albenga, Assessorato Turismo e Cultura e la collaborazione di Mario Moscardini. Alle ore 17, in Via Roma 58, si terrà la  conferenza .

Dal 1952 al 2008 varie Amministrazioni Comunali hanno progettato la realizzazione di porti turistici sul litorale albenganese capaci di accogliere centinaia di imbarcazioni. Progetti validi dal punto di vista ingegneristico e architettonico, alcuni innovativi come il porto ad “atollo”, altri dotati di strutture importanti come alberghi, piscine, terme, persino un teatro all’aperto. Ma giunti al punto di inizio lavori tutti sono stati bloccati per le più svariate ragioni.

La conferenza oltre a presentare i progetti non realizzati si propone di indagare le motivazioni dei molteplici fallimenti e coinvolgere i partecipanti sull’utilità o meno, ai fini economici, turistici e sportivi di Albenga, di una infrastruttura diportistica.

Intervengono Antonello Tabbò, ex Sindaco di Albenga e Franco Vazio ex Vicesindaco, già parlamentare Pd. Coordina Mario Moscardini.

Il progetto del porticciolo turistico di Albenga

COMMENTO DI TRUCIOLI.IT-  In provincia di Savona sono attivi i porticcioli turistici di Varazze, Savona, Finale Ligure, Loano, Borghetto S. Spirito, Alassio e Andora. Un nuovo porticciolo (e cantiere) è previsto a Pietra Ligure nel progetto immobiliare sulla aree dell’ex cantiere navale Rodriguez da anni abbandonato e ora di proprietà dalla bergamasca “Chorus life” (famiglia Bosatelli) dal gruppo che faceva capo a Colaninno, precedente proprietario.. Sono stati invece bocciati, dalla Regione e dal VIA, i progetti di nuovi porticcioli a Spotorno-Noli e Albenga, oltre all’approdo a Ceriale.

L’ultima asta del TRIBUNALE DI SAVONA (FALLIMENTO N. 19/2018). “Cessione complesso aziendale avente ad oggetto la gestione dell’approdo turistico di Borghetto Santo Spirito. N. 204 posti barca di metratura compresa tra i 5 e gli 8 metri, n. 7 spazi destinati ad ospitare attività commerciali di varia natura, n. 60 posti auto (tra cui alcuni box provvisti di chiusura), n. 10 cantine. All’interno della marina è altresì presente un’area destinata alla piccola cantieristica navale ed al refitting delle unità da diporto. L’azienda, ferma la sussistenza del titolo concessorio riguardante l’area demaniale in cui è sita, si compone tra l’altro di: Complesso aziendale, composto dall’occupazione e l’uso di un’area demaniale marittima di 23.670 mq di cui 5.340 mq di aree a terra e 18.330 mq di aree a mare, allo scopo di mantenere l’attività di approdo turistico e cantieristica per imbarcazioni fino a 8 mt di lunghezza.

Il prezzo base  della prima asta era di un milione e 950 mila euro. Scesa a Euro 1.700.000,00. Rilancio minimo: Euro 50.000,00. Il termine entro il quale dovranno essere presentate le offerte è fissato per le 12.30 del 22 gennaio 2025″.
La scadenza della concessione stipulata con il Comune, affidata nel 2006, con contratto per la realizzazione e gestione dell’approdo turistico, inizialmente prevista per il 2055 è stata prorogata al 2067 su richiesta del curatore fallimentare Ambrogio Botta. Proprio il curatore fallimentare ha continuato a gestire in questi anni l’attività portuale in maniera provvisoria, mentre i locali commerciali – in parte inizialmente occupati con bar gelatarie ed un ristorante- sono rimasti praticamente tutti vuoti e inutilizzati. 

Ora si ripropone il ‘caso Albenga’. Innanzitutto senza conoscere le valutazioni della nuova realtà concretizzatasi nel frattempo, o le nuove ‘distorsioni’ di quella già conosciuta ed esaminata in passato. C’è chi ritiene di confermare tutte le osservazioni contrarie  e a suo tempo argomentate. E chi è favorevole al progetto. Utili dunque l’informazione e l’approfondimento. La trasparenza.

Si leggeva il 2 dicembre su Daily Nautica: “Tra un porto e un “piccolo punto nautico” c’è una grossa differenza. Ce ne si è resi conto ad Albenga, dove la realizzazione del nuovo porto turistico ad atollo (a circa 200 metri dalla costa, con 500 posti barca, trovate qui la descrizione del progetto), sembra destinato a naufragare dopo i ripetuti “no” della Regione Liguria.

La pratica di inserimento nel Piano della Costa di una “struttura nautica di promozione e gestione comunale” è stata approvata dalla maggioranza del Consiglio comunale ingauno, mentre l’opposizione ha abbandonato l’aula. Secondo Mariangelo Vio, capogruppo del Pd ingauno, sindaco Pci poi Pd dal 28 dicembre 1990 al 12 luglio 1993 la politica del “meglio che niente” adottata dal Consiglio sancisce il de profundis per il porto di Albenga: l’accettazione della ristrutturazione del punto nautico preesistente potrebbe rappresentare la fine dei giochi in quanto la conformazione della darsena, sulla base dei dettami imposti dalla Regione, non permetterebbe ulteriori sviluppi e ampliamenti. La realizzazione del nuovo polo nautico-turistico avrebbe portato lavoro a circa 65 persone”.

Ora si potranno mettere in atto novità rispetto al passato?  Può sempre capitare l’episodio inatteso come quella che, in un dibattito con il galantuomo Antonello Tabbò sindaco, gli fece dire che la discussione sullo spostamento a monte della ferrovia era “un fatto ineluttabile“, salvo correzione fuori tempo (e su insistenza del pubblico) in “un tema ineludibile”.

Perciò, sarà necessario non solo attendere ciò che potranno dire i due conferenzieri. Chiamati per l’autorevolezza, per l’indisponibilità degli amministratori attuali o semplicemente perché il passato che ritorna (in realtà, tanto passato non è)? Ma pure vedere se qualcosa di più potrà essere dedotto grazie anche a una moderazione maieutica. (L.Cor.)

DA IL SECOLO XIX 2019- Inaugurato Cala del Forte, il nuovo porto turistico di Ventimiglia di proprietà di Monaco Ports. L’evento ha visto la presenza di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco e di Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria. Dispone di 178 posti barca da 6,5 a 70 metri di lunghezza. Tante le caratteristiche che lo rendono un porto all’avanguardia: pannelli fotovoltaici sulla Torre Servizi, colonnine per la ricarica delle auto e delle imbarcazioni elettriche, locali raccolta rifiuti con aria condizionata, raccolta rifiuti differenziata anche per i ristoranti, illuminazione del porto a led a basso consumo, golf car e muletto elettrici. Il progetto ha inoltre l’obiettivo promuovere la collaborazione transfrontaliera e di generare nuovi posti di lavoro. La concessione demaniale è la più lunga del Mediterraneo e scadrà nel 2094. La sicurezza è garantita con accesso sorvegliato h. 24 e da 70 videocamere a circuito chiuso. 577 i posti auto, 15.000 m2 di passeggiate e giardini, 35 i negozi (ristoranti, bar, uffici e servizi). Il cantiere navale (2.700 m²), in concessione alla società Cantieri di Imperia, ha capacità di alaggio e varo di yacht fino di 30 metri. Un numero limitato di posti barca è disponibile in concessione a 40 anni.

I PORTICCIOLI TURISTICI IN LIGURIA E I POSTI BARCA

GLI ORMEGGI DELLA LIGURIA SONO 20.034 

Giovanni Ruaro-  Santa Maria In Fontibus: Almeno due quadri sono di Rolando Giacomo di Caprauna.

 

 

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