Era il decano degli amministratori comunali di Loano che per la storia sono stati eletti consiglieri comunali dal 1945 a oggi. Chi sindaco o assessore, chi in maggioranza o minoranza. Si è spento a 99 anni l’ing.Nicolò Elena che è stato in giunta e segretario della locale sezione DC (allora contava 250 iscritti). Era stato anche titolare di un’impresa edile, progettista affermato, di non comune competenza.
di Luciano Corrado
Un personaggio (originario di Borghetto d’Arroscia e compaesano con l’esimio prof. on. Roberto Lucifredi ministro con il governo Leone) che era considerato, per anni, la ‘testa pesante’ di Palazzo D’Oria. Non solo per la sua preparazione in campo urbanistico (da progettista e studioso di problematiche urbane, espansione e visione del territorio, ispiratore di scelte sociali), per la stoffa di sapiente moderatore anche nel suo ruolo politico. Non amava esibizioni, né gli scontri plateali che nel consesso dei consigli comunali (all’epoca iniziavano sempre alle 20 per finire magari in tarda notte) non erano un’eccezione. Era pacato e riflessivo nella dialettica, si distingueva nel momenti più tesi con un ‘sorrisetto beffardo’, ma non acrimonioso. Forse in cuor suo si rendeva conto di avere una preparazione complessiva superiore a chi lo contestava. Gli rinfacciavano di essere un libero professionista-progettista, titolare di impresa e nel contempo un pubblico amministratore con ruoli importanti nel governo della città, in impetuosa espansione edilizia a suon di palazzoni.
Ha sempre risposto, non si è mai nascosto, spiegava, chiariva, precisava. La sua etica era l’impegno profuso per la soluzioni di problemi che un Comune deve affrontare e nel suo caso sempre con ruoli non certo secondari.
Un professionista colto e preparato, poco loquace, imprestato alla politica, al ‘credo’ e ideali di quella che è stata la vecchia democrazia Cristiana negli anni di maggiore sviluppo del Bel Paese, con meriti, pregi e contraddizioni.
C’è stato un momento particolarmente difficile per l’assessore e uomo Nicolò Elena. Il sindaco comm. Felice Elice, al termine del suo primo mandato (1962-1967) con la lista della Dc alla quale non era iscritto, dimissionò Elena dalla giunta. Seguirono alterne vicende. Alle amministrative Elice si presentò e stravinse con una lista indipendente (La Palma). Formò una coalizione di governo affidando il ruolo di vice sindaco, all’avv. Stefano Carrara Sutour, del Psiup (nato da una scissione della corrente di sinistra interna del Partito Socialista Italiano). Quella giunta ebbe ‘vita corta’. Nello stesso anno (1967) subisce tre scissioni di consiglieri comunali, eletti nella sua lista, che davano la maggioranza alla Dc all’opposizione con il Psd, Psdi, Liberali e Msi.
Allora non c’era ancora l’elezione diretta del primo cittadino e fu designato sindaco l’avv. Mario Rembado (Dc). L’ing. Elena tornò ad essere l’ispiratore di molte scelte dell’amministrazione. Loano, tra l’altro, proveniva dalla prima grande colata di cemento con l’edificazione di Corso Europa, un ‘mostro’ che ha abbruttito e impoverito quanto ad ambiente, qualità di vita, il volto della città. Ha mortificato il centro storico che resta pur sempre ‘cuore pulsante’ di attrazione ed attività commerciali. Impreziosendo il valore degli antichi immobili.
Per chi l’ha conosciuto e frequentato, per chi raccoglieva le sue confidenze, a volte le sue amarezze, ma anche tante soddisfazioni umane e professionali, per chi sapeva apprezzare la sua bontà e moderazione, il profilo di una persona che non è mai stato un mediocre imprestato alla politica e l’ambizione di amministrare il bene comune, per chi come chi scrive queste righe ha avuto momenti di dialettica, ognuno nei rispettivi ruoli, all’insegna della schiettezza e del rispetto reciproco, l’ing. Elena resta l’esempio di chi può esibire un alto profilo.
Ben altra stoffa, preparazione, visione del futuro, rispetto a chi è poi stato ‘votato’ per amministrare Loano. Dove la mediocrità è parte integrante di una classe politica (italiana) che ha ridotto gli aventi diritto al voto democratico a disertare le urne con una percentuale abissale rispetto al passato. Da punte del 93% al 48-50 dei nostri giorni. Una sfiducia che non si arresta e non si intravvedono ‘miracoli’. L’autocritica è sconosciuta, enfatizzare il proprio operato è la prassi, seminare ottimismo quando si governa, disfattismo se rilegati all’opposizione. Di fronte ai risultati elettorali tutti hanno ‘vinto’, nessuno ha ‘perso’. Con il trionfo dei social emerge un costante avanzamento di cittadini disinformati, di giovani disinteressati alla vita dei partiti, all’impegno politico.
Addio caro ingegnere ! Nel ricordo, io ventunenne, di un plateale scontro nel corso di un’assemblea popolare e partecipata, nel salone del Kursaal, in cui l’architetto Renato Renacco presentò il nuovo piano regolatore di Loano. Le nostre erano dure visioni contrapposte. La mia accoglieva la visione dell’urbanista con una crescita residenziale moderata, riservata ad alcune zone, con una razionale vocazione residenziale e sviluppo turistico-alberghiero. Lei condivideva le tesi vincenti del battagliero consigliere di minoranza Patrone (Psi), agricoltore vero, presidente Coldiretti, che invece si batteva perchè l’espansione riguardasse anche zone agricole (all’epoca erano almeno un centinaio di produttori agricoli).
In altre parole i proprietari di terreni coltivati potevano beneficiare dell’incremento di valore con l’espansione urbanistica. Più edifici, più benessere, più turisti? Si è rivelata una soluzione ideale di cui ha beneficiato il turismo di qualità e accresciuto il benessere collettivo? Meno disparità sociali? Chi si è arricchito (un bene), chi è impoverito (un male). Chi non ha avuto la possibilità di comprare casa oggi è tra i fortunati?
Luciano Corrado
IL SECOLO XIX ALL’EPOCA CON 950 COPIE DI MEDIA VENDUTO NELLE EDICOLE- DUE ARTICOLI DEL 1977, FORSE TRA I PIU’ SIGNIFICATIVI DEI RUOLI DELL’ING.ELENA, SCRITTI DA LUCIANO CORRADO
Nessuno ha finora profetizzato (magari per scaramanzia o non apparire di parte, vedi i media) che un candidato al consiglio regionale della Liguria, il giovane Giorgio Cangiano, affermato avvocato, personaggio stimato bipartisan, eccezioni immancabili, può già ‘cantare vittoria’. 2/Il vignettista ingauno che ‘incornicia’ il duello Bucci-Orlando. E rivela i tesoretto Giorgetti-Meloni.
di Luciano Corrado
E’ l’esponente politico del Pd che ha finora contribuito, ad Albenga, alla sconfitta della destra che pure aveva conquistato fiducia e maggioranza con il sindaco Rosy Guarnieri (leghista) e prima ancora Mauro Zunino (liste civiche di centro destra). Il papà liberale e imprenditore di successo non esitò ad entrare nella giunta del sindaco Angelo Viveri (PCI). Era il 1984. Una coalizione che suscitò le ire (e la sconfessione peraltro senza risultati) del segretario nazionale del partito Giovanni Malagodi che fu ministro del Tesoro (1972) del governo Andreotti. Il ‘caso Albenga‘, unico in Italia e ripreso da tutti i quotidiani nazionali, suscitò clamore con la popolare Tribunale Politica condotta dal giornalista RAI Jader Jacobelli. Alla domanda di un cronista, Malagodi rispose: “Il partito non era stato informato, non condivide questa scelta e agiremo di conseguenza”. Alla fine tutto filò liscio e Zunino rimase al suo posto con il risultato che Albenga si arricchì di opere pubbliche.
Il candidato Cangiano, anche in campagna elettorale, non alza la voce. Non delegittima gli avversari, senza venir meno alla critica, pure sferzante, alla libera opinione, ‘sale delle democrazia’ che non è rappresentata dall’autocrazia illiberale e che minaccia strisciante il Bel Paese. Peraltro non mancano i tifosi anche ad Albenga.
Cangiano sfrutta non solo popolarità e forza elettorale nel comprensorio ingauno, tra giovani e soprattutto anziani, con alle spalle il ricordo del papà, sempre coerente esponente del Pci, capogruppo in consiglio comunale e mai distratto sul tema urbanistico-edilizio-ambientale. Difficile dimenticare il suoi interventi. Ogni parola era scandita e pesata, mai in politichese. E quando era il caso rispondeva per le rime ai critici della giunta. L’unico a competere, con grinta, era del resto l’avv. Santino Durante che fu podestà ad Alassio, poi esponente del Pli ingauno e candidato in Provincia. La sua oratoria, con spunti di cultura e storia, non annoiava mai.
Toccherà a Cangiano rappresentare la provincia di Savona. Dalla sua parte il bacino albenganese, il fatto non secondario, di non avere nell’area del centro sinistra rivali sia nell’estremo ponente, sia nel comprensorio loanese e finalese. E non pare neppure un azzardo irrazionale prevedere che se il centro sinistra allargato conquisterà la vittoria con il candidato presidente Orlando, spezzino, per l’ingauno è prevedibile un assessorato. Sono anni che il ponente savonese non ha un rappresentante nel governo della Regione e si è toccato con mano. Con zero assori nei due mandati di Toti.
Difficilissimo credere che possano corrodere molti voti il Partito Comunista Italiano, il Partito della Rifondazione Comunista e Potere al Popolo che si presenteranno alle regionali con la lista “Per l’alternativa” indicando come candidato presidente Nicola Rollando, 63 anni, agricoltore e attivista ambientalista.
Ad Albenga quando lo stimato e battagliero (nessun compromesso) avvocato penalista Nazzareno Siccardi si candidava con ‘Rifondazione Comunista’ non andava oltre 375 voti. Oggi la sua amatissima figlia è giudice del Tribunale di Imperia.
Il candidato Cangiano, in pubblico e sui media, non ha affrontato almeno quattro emergenze che interessano soprattutto la piana. Fiumi di dichiarazioni, prese di posizione, scaricabarili, per il ‘Pronto Soccorso’ da parte della politica e pubblici amministratori. Il centro destra si sta riposizionando e pare appagato dalle dichiarazione del candidato presidente, Bucci, sindaco di Genova: “Assolutamente sì, riapriremo il pronto soccorso di Albenga perché abbiamo bisogno di queste strutture”. E il candidato leghista Stefano Mai, al suo terzo mandato da ex super-sindaco di Zuccarello: “Invertiremo il trend avviato dalla sinistra con Burlando”.
Una sola riflessione a proposito della rappresentanza leghista e centro destra del ponente. Tra Stefano Mai, Sara Foscolo, Matteo Camicciottoli, Giancarlo Canepa e Simona Poggi possiamo scommettere che le maggiori chance vanno per l’esordio del sindaco di Borghetto S. Spirito e sul quale vale la pena approfondire in un prossimo articolo. E altra anticipazione la merita il candidato alassino di FdI, dr Rocco Invernizzi eletto Lista Civica Melgrati Sindaco, Assessore a Lavori Pubblici, Demanio, Cimiteri e Informatica. Emigrato nel partito di Giorgia Meloni che alle ultime consultazioni europee si è attestato al primo posto in Italia con il 28,75. Primi anche ad Alassio con il 37,8. La storia italiana insegna che dopo i trionfi della Dc, tallonata dal Pci, il Pd di Renzi (alle europee) raggiunse il 40%, poi toccò al Cinque Stelle targate Grillo, quindi alla Lega di Salvini (oggi scesa al 9%). E’ vero che rispetto alle Europee, nazionali, regionali e locali, hanno maggiore peso i candidati del territorio.
C’è stato un caso clamoroso nella ‘balena azzurra’ dell’imperiese. Venne catapultato dalla Sicilia, suscitando l’ira di Claudio Scajola, l’ex direttore di Panorama (famiglia Berlusconi), Giorgio Mulè, siciliano Doc. Eletto alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Sanremo, per la coalizione di centro-destra in quota FI, con oltre il 46% dei voti contro il candidato del Movimento 5 Stelle Federico Firmian (29,15%) e del centro-sinistra, in quota Partito Democratico, Anna Russo (17,76%). Mulè era pure capolista nel collegio plurinominale Liguria. Tutto dimenticato.
Dicevamo delle quattro emergenze di Albenga di cui si tace, si ignora o si parla davvero poco. 1) Il disastro che gran parte della città dovrà affrontare se sarà realizzato (magari tra 10 anni) il progetto di trasferimento a Bastia d’Albenga della stazione ferroviaria. Non ci sono solo i danni ad alcune decine di aziende agricole e alle grosse problematiche dei cantieri. C’è soprattutto, come conseguenza, il ‘depauperamento, l’impoverimento della maggiore zona residenziale e commerciale della città. A meno che non si voglia stravolgere il Puc prevedendo una seconda Albenga a Bastia, centro storico escluso. Poco importa se poco lungimiranti categorie (vedi Confcommercio e Confesercenti, artigiani, campeggi, albergatori ecc) hanno dato il loro consenso, come due associazioni agricoltori, Coldiretti da ultimo si è dissociata spiegandone le motivazioni, nero su bianco. 2) L’agricoltura, con rarissime eccezioni, è in sofferenza, preagonica. E se nel non lontano passato era per Albenga l’economia trainante al punto che, come sportelli bancari, si era superato Savona. Da qualche anno agricoltura e floricoltura sono in piena regressione, in dura competizione con la concorrenza straniera e nessuno sa ipotizzare uno sbocco concreto. Non bastano i sussidi regionali e lavori inderogabili di arginamento contro i continui allagamenti e danni. 3) Albenga non ha per ora optato per la revisione di uno strumento urbanistico a consumo zero del territorio. Quelle aree finora risparmiate e sottratte alla speculazione immobiliare che non è il diavolo in terra, ma basta alle ubriacatura a suon di seconde case. 4/Come è possibile frenare la ‘morte’ dei piccoli commercianti nella vasta area residenziale, si salva il rinato centro storico, il più esteso della provincia, sempre più dimora di extracomunitari. Forse non sono molti coloro che, a piedi, percorrono le strade dal mare alla variante dell’Aurelia, in lungo e in largo. Si trovano, ormai centinaia, di locali chiusi al piano terra, serrande inesorabilmente abbassate, cartelli vendesi, affittasi. Un tempo ospitavano un’attività, sia commerciale che artigianale. E’ toccato persino a qualche bar che hanno ovunque il vento in poppa. Altro che sbandierata “centralità del commercio di prossimità con i suoi enormi benefici sul territorio”. Vedi comunicati stampa della Regione Liguria.
Un fenomeno che colpisce i proprietari dei muri, privati di una fonte di reddito spesso acquisita investendo i risparmi. Si impoverisce il tessuto socio-economico, paralizzando un sano sviluppo da parte di piccoli investitori. Si ‘grida’ al degrado di viale Pontelungo, si ingigantisce l’allarme sociale invocando ordine e sicurezza, ignorando che non siamo di fronte a bande ed organizzazioni criminali rispetto all’ormai lontano passato e di cui Trucioli.it ha dato conto. Le preoccupazioni scaturiscono da piccoli pregiudicati e ‘cavallini’ dello spaccio di droga che non viene certo acquistata per il consumo da disperati, spesso a loro volta drogati. Gli acquirenti sono nostri connazionali, quasi tutti non appartengono a chi non arriva a fine mese con la pensione o lo stipendio. Ladri e ladruncoli che vivono in strada da disperati, tra carcere e mense dei poveri. C’è persino chi rimprovera la Caritas: prima gli italiani?
Si dimentica che i proprietari degli immobili commerciali (parliamo sempre dei muri) sono tutti, salvo rari casi, albenganesi che pagano l’Imu e tasse per la rendita. Senza gli affittuari stranieri, difficile non immaginare che la sorte del viale tanto chiacchierato, sarebbe perfetta fotocopia della vicina via Genova dove sono rimasti in attività tre esercizi gestiti da italiani. Un tempo era cuore pulsante della città come viale Martiri, via Del Mille, via Trieste, viale Italia. Si pensi che qui è sorto il primo albergo che non aveva garage ma una capiente stalla e un cortile per ospitare carri (Concordia, Censin origini a Mendatica) i cui locali, da decenni, non fanno bella mostra, desolatamente abbruttiti. E non pare sia in gran salute (commercio ed esercizi pubblici) neppure l’area di Vadino. Purchè non si tenga solo conto, come avviene, del bilancino statistico chiusure-aperture. Che ha moltissimi limiti nel confronto tra incassi e spese. Incentivi ad investire e spesso rischiare.
Difficile immaginare che solo il centro storico, il lungomare, possano essere il termometro di un ‘modello città’ capace di incentivare il benessere comune e la qualità della vita. Cangiano eletto nel parlamento regionali non potrà fare miracoli, non ha la bacchetta magica, al di là della statura morale e culturale, di conoscenza del territorio; semmai potrebbe essere il faro per una maggiore presa di coscienza di saggi e proficui indirizzi nella sua città e non solo. Tra progresso e una maggiore giustizia sociale mettendo a frutto scelte e ruolo che andrà a ricoprire. Evitando tuttavia di copiare il ridicolo slogan di certa politica ‘prima Albenga’. E un pensierino si potrebbe riservare alla emergenza delle emergenze: l’impoverimento e l’abbandono, forse inesorabile, del decantato (a parole e promesse dei politici di turno al potere) entroterra montano. Paesini e loro borghi il cui tessuto immobiliare è sempre più disabitato e fatiscente. Si animano, per bene che vada, meno di un paio di mesi all’anno tra feste patronali e sagre. Per altri 10 mesi restano a presidiare gli ultimi resilienti, sempre più anziani e rassegnati.
Luciano Corrado
UMBERTO PADOVANI/ NON SOLO POLITICA, SPESSO NOIOSA. ALBENGA PUO’ FREGIARSI DI UN VIGNETTISTA DI RARE CAPACITA’ E CULTURA, OLTRE CHE ARTISTA DA MOSTRE DI PITTURA
1) La Meloni e Giorgetti alla ricerca del tesoretto
2) Marco Bucci e Orlando si sfidano a duello
3) Le Elezioni in Germania nel Brandeburgo
3/Albenga la “faccia bella” del turismo in Liguria
COMUNICATO STAMPA – Albenga rientra nella “Top 5” delle città in crescita per le presenze turistiche nel 2024.
La Città delle Torri continua a mantenere il trend di crescita, nonostante i dati in calo sul mercato interno registrati anche in città vicine a noi e a vocazione prettamente turistica. A dircelo l’Osservatorio della Regione che ha pubblicato i numeri delle presenze e degli arrivi nel periodo che va da gennaio a luglio 2024 (i più aggiornati attualmente disponibili) che per Albenga evidenziano un aumento del 5.95% delle presenze rispetto allo stesso periodo nel 2023.
In particolare queste sono 289.795 di cui 43.305 stranieri, in aumento dell’8,47% rispetto allo scorso anno.
Afferma il sindaco Riccardo Tomatis: “Albenga continua a crescere in termini di presenze turistiche, confermando il trend che ormai registriamo da diversi anni e facendoci salire nella “Top 5” delle città che registrano la maggiore variazione tra i comuni rappresentativi presi in considerazione dall’Osservatorio della Regione”.
“La nostra città – continua il primo cittadino – viene scelta per la sua arte, la cultura, l’enogastronomia, gli eventi e le attività legate all’outdoor che possono essere svolte 365 giorni l’anno, oltre che naturalmente per il suo mare e le sue spiagge con la splendida vista sulla Gallinara. Albenga, una città a spiccata vocazione agricola, sta diventando la “faccia bella” del turismo in Liguria, attirando persone da tutta Italia e anche molti stranieri.
Fondamentali sono stati i legami che abbiamo costruito con Costa Crociere e con agenzie turistiche, ma anche la sinergia con i privati e una politica capace di guardare avanti e investire negli eventi e in un settore che sapevamo essere in crescita e che, ancor oggi, ha molte potenzialità da sviluppare e sulle quali puntare”.
Aggiunge l’assessore al turismo Camilla Vio: “Questo risultato rappresenta il lavoro fatto in questi anni. È una “eredità” che ho ricevuto dall’ex vicesindaco Passino e dall’assessore Gaia che sono riusciti, nel loro mandato, a far crescere il settore turistico. Questo mi riempie di responsabilità, ma è anche uno stimolo importante per continuare a fare bene. La sfida sarà continuare con questo trend positivo rafforzando sempre più il dialogo e la collaborazione fra strutture ricettive, attività commerciali e aziende agricole per comunicare nel modo corretto le numerose offerte del nostro territorio. Continueremo sempre a promuovere Albenga”.
Nel primo editoriale di neo direttore responsabile Michele Brambilla titola: ‘Questi posti davanti al mare’. Nel corso del testo: ‘…Questi posti davanti al mare sono il cuore e l’anima del Secolo XIX…Per i liguri il mare non è mai stato una barriera….Il Secolo XIX vi guarderà con gli occhi di Genova, della Liguria e del mare…Sui grandi giornali italiani si parla poco del mare…’.Vedi articolo a fondo pagina. Leggi Lo Spiffero: “L’acquisto del Decimonono, da parte dell’armatore Aponte, avrebbe fruttato alla Gedi (John Elkann) 14 milioni di €.
di Luciano Corrado
E se ricordassimo che sui giornali si dimentica troppo spesso, parliamo di Liguria, che da anni assistiamo ad una insaziabile cementificazione? Il termometro immobiliare è solo sinonimo di ricchezza e sano sviluppo? Quante sono le città che hanno optato per il consumo zero di suolo? Alcune da oltre 20 anni attendono un nuovo Piano regolatore. Bisogna essere ottimisti per non apparire disfattisti? Il Mare Ligure non è forse ‘testimone’ di uno sviluppo edilizio che ha deturpato la costa; resa più fragile da frane, allagamenti, tombati e cementificati molti corsi d’acqua. Avanza implacabile l’erosione delle spiagge che ingoiano milioni per la loro protezione e ripascimento. Le seconde case hanno trasformato la ‘mitica’ Riviera, con rare eccezioni, a meta di un turismo di massa stretto tra spiaggia e monti. Tre mesi all’anno e qualche week end. Poi nove, dieci mesi di case vuote. ‘Alloggi al mare’ che non si affittano più per numero di locali, ma posti letto. Anche sei in un bilocale.
Quali le conseguenze nella qualità della vita di residenti e turisti ? Nel tessuto sociale? Nella mostruosa carenza di infrastrutture stradali. Raggiungere il mare (e il ritorno) continua ad essere un incubo. Ma un giorno sì e l’altro pure i ‘sindaci del mare‘, i politici di riferimento, promettono che ‘occorre puntare al turismo di qualità’. Che urge mettere mano al ‘sistema viario’. Si citano pedissequamente i numeri di arrivi e presenze, la media di pernottamenti e soggiorni, mai di quale sia la percentuale di spesa giornaliera per turista. Ovvio, è irrazionale sostenere che ‘tutto va male’o leggere certi commenti tipo ‘Cara Liguria sei troppo cara…’. ‘Ormai si paga anche l’aria che si respira…’
Il mare. L’IMU frutta ai Comuni la prima voce del bilancio. Ci sono gli ‘oneri di urbanizzazione primaria e secondaria’. La classifica degli incassi, sempre maggiori, del ‘posto auto‘ a pagamento; sui lungomare, vie interne, piazze. Si dimentica che vanno in spiaggia anche i turisti delle seconde case (e non sono poche) realizzate nei comuni interni più vicini alla costa. E non si è tenuto conto nelle previsioni. Brillano le sanzioni per trasgressione al Codice stradale (in primis divieti di sosta e tiket tassametri). Siamo alla più spettacolare occupazione di suolo pubblico con dehors, sedie, tavolini su passeggiate a mare, marciapiedi, vie, centri storici, aree demaniali.
E’ saltato, con costante incremento, ogni rapporto tra veicoli in circolazione e disponibilità di parcheggio, rete viaria. Per fortuna c’è l’invasione di moto e motorini. Il servizio autobus sull’Aurelia? Sai quando parti e non quando arrivi a causa del traffico ingolfato. E per non dimenticare: la Riviera che se si esclude il periodo balneare (giugno- settembre) non può esibire statistiche eclatanti per posti di lavoro. La percentuale di laureati che emigrano fuori regione o all’estero è all’apice. Agricoltura e floricoltura lungo la fascia costiera sono in picchiata; avanza l’abbondo di terreni fertili. Cemento e asfalto non danno tregua. Ci sono località di mare rimaste senza hotel che inneggiano alle manifestazioni per attrarre e far divertire ospiti. Non mancano concerti gratis, in piazza, da 38 mila € se cantante di fama.
E l’entroterra tanto glorificato, con assordanti dichiarazioni e promesse che si leggono sui media? C’è il tambureggiare di convegni con progetti di rilancio sempre in direzione d’arrivo. Dal dopoguerra vallate e paesi montani hanno vissuto sviluppo socio economico, turistico, picchi di residenti, apertura di attività ricettive e di ristorazione, artigianato. Una crescita che ha via via soppiantato la risorsa pastorizia, lo sfruttamento dei boschi, la raccolta delle castagne, il grano, il fieno.
Ora siamo finiti ‘dalle stelle alle stalle‘. Il patrimonio immobiliare è disabitato per almeno 80%. Crollo della popolazione residente. La fuga delle nuove generazioni verso le città. Edifici residenziali sempre più fatiscenti. Alcuni borghi montani hanno sperimentato: “Case a un euro per chi si trasferisce con la famiglia e prende la residenza”. Pochissime quelle vendute. In alcune vallate, e sono eccezioni, hanno comprato e sapientemente ristrutturato ruderi, turisti del centro e Nord Europa, tedeschi in particolare. Ci sono ‘campanili’ che potevano fregiarsi di 10-15 attività commerciali, ricettive, bar, persino le pizzerie ultime arrivate. Non c’è più nulla, restituite le licenze ai Comuni che possono ancora esibire la ‘sagra’, la solennità della Festa patronale, la ‘festa delle castagne-caldarroste’ (oggi in buona parte provenienti dall’estero). Encomiabile l’abnegazione dei volontari delle Pro Loco laddove sono attive. C’è stato un caso clamoroso, a Bardineto, ignorato dai media, dove una famiglia di albergatori dopo aver costruito un hotel-ristorante-bar negli anni ’80, ristrutturandolo negli negli anni 2000, ha invano cercato un acquirente. Ha finito per donare la struttura ad una onlus di Sanremo (vedi trucioli 23 giugno 2022…).
Oppure c’è chi ha regalato (a Mendatica) la casa. Non c’erano acquirenti. (vedi trucioli.it….)
La Liguria del mare e dei monti è pur sempre affascinante. Ha il patrimonio dei porticcioli turistici. Primeggia esibendo il suo pesto e la produzione di olio extravergine pregiato. Incrementa la viticoltura e le cantine affinano vini che non temono più la concorrenza: il mercato italiano ed estero è fiorente. Nonostante tutto il ‘prezzo del mattone’ ha ripreso a ‘correre’ e il numero delle agenzie immobiliari è già inflazionato.
Concludiamo con una testimonianza. Il prof. Alfonso Bellini, già docente di Geologia all’Università di Genova, consulente a livello nazionale sui problemi del dissesto geologico: “Sono sempre più frequenti svariati “accidenti” idrogeologici che hanno come protagonista la
Natura. Alluvioni e frane che colpiscono il nostro territorio, causando notevoli danni e vittime. Nello studio e nella trattazione dei singoli casi si è potuto appurare che, per quei fenomeni dannosi, aveva sempre un ruolo importante se non esclusivo l’azione dell’uomo, oppure la sua inazione davanti a situazioni che stavano evolvendo in eventi nocivi. Tale ruolo negativo l’uomo lo ha sviluppato soprattutto (ma non solo) nella seconda metà del Novecento, quando le esigenze del cosiddetto sviluppo erano dominanti nei riguardi di qualsiasi aspetto di natura ambientale. Il territorio è stato assaltato dall’uomo solo seguendo il proprio tornaconto, in un sistema generalizzato che spesso comprendeva anche le diverse amministrazioni, in veste di complici di quei delitti ambientali. In tale modo le attività disordinate dell’uomo sono diventate dopo le causali di parecchi accidenti dannosi, quando la Natura ha cercato di recuperare i propri equilibri, sconnessi da dette azioni sconsiderate”.
Il ‘debito ambientale’. Quanti esempi recenti in Liguria!
Luciano Corrado
IL SECOLO XIX DEL 29 SETTEMBRE 2024- ULTIMO EDITORIALE DI STEFANIA ALOIA
IL SECOLO XIX DEL 30 SETTEMBRE 2024- PRIMO EDITORIALE DEL NEO DIRETTORE RESPONSABILE MICHELE BRAMBILLA
ARTICOLO DE Lo Spiffero del 29 settembre 2024
……L’acquisto del giornale che da tempo ha ormai archiviato i fasti che ne hanno segnato la vita per oltre un secolo, con una vendita di copie che arriva a fatica alle 17mila (ultimo dato di luglio) e una perdita prevista per il 2024 di 4 milioni di euro, è nota da parecchi mesi. Ancor prima che su Genova e la Liguria si abbattesse la tempesta giudiziaria e mediatica che ha portato all’arresto del governatore Giovanni Toti (e dell’imprenditore amico-concorrente di Aponte, Aldo Spinelli) e al ritorno anticipato al voto per la Regione…..
…..Aponte che appena la scorsa estate ha firmato una commessa da 5 miliardi per l’acquisto di 22 porta-container…..
…..“Il comandante” come viene chiamato l’armatore sorrentino di nascita, ma ormai elvetico di residenza dov’è il secondo uomo più ricco della Confederazione, con una flotta che conta il triplo di unità rispetto alla Marina Militare italiana, non pare abbia dovuto corteggiare più di tanto, anzi per nulla, John Elkann per acquistare il Decimonono. La cifra di cui si parla è attorno ai 14 milioni…..
Cosa vorremmo leggere negli impegni e programmi dei candidati al consiglio regionale? Priorità delle priorità dopo salute? Senza interventi urgenti dello Stato e della Regione l’agonia dell’entroterra sarà letale. Senza futuro se non illusioni. La pressione fiscale per le attività commerciali, artigianali, per chi produce e investe in posti di lavoro, è la stessa delle aree ricche. Dopo l’inizio dell’inesorabile spopolamento i soldi pubblici spesi si sono rilevati aspirine e non hanno incentivato investimenti privati.
di Luciano Corrado
Ma non meravigliatevi se leggendo lunghe interviste (speriamo abbiano un effetto positivo anti astensione al voto) ai candidati presidenti può capitare di non trovare traccia di due parola ‘entroterra di Liguria’. E così bisogna dotarsi di pazienza (ma chi te lo fa fare direbbero certuni) e andarsi a rileggere articoli e dichiarazioni rilasciate nel corso delle settimane elettorali. Ma non c’è contraddizione tra il silenzio totale di un’intervista a tutto campo, magari con un’intrusione (‘ vorrei accennare al nostro entroterra’) e che è molto più conveniente parlare di mare e di porti, di grandi infrastrutture. di industrie. All’entroterra, quanto a infrastrutture, basterebbe curare l’asfalto, le cunette, prevenire gli smottamenti, falciare le erbacce, i rami di alberi che incombono, allargare qualche strettoia maledetta.E’ vero sarebbe l’abc, come accade in altri Paesi diciamo meno autolesionisti. E’plausibile che dopo le strade serva molto altro a cominciare dalla coerenza di chi fa informazione e non può chiudere occhi ed orecchie di fronte alla ‘calamità desertificazione’ della Liguria dimenticata. Destinata al peggio? Siamo sicuri di raccontare bene quello che avviene in un determinato territorio?
IL SECOLO XIX
“Investire nelle aree interne e incentivare l’uso produttivo delle terre in abbandono”.
Con quali priorità da zona e zona? Tutte uguali? Gran parte dell’entroterra del ponente un tempo ricco di risorse, quali priorità avrà con il governo Orlando o Bucci? Non c’è forse una località montana – Monesi – che è precipitata nell’abisso più oscuro e nonostante il suo passato da ‘locomotiva’. Le potenzialità, uniche, da Genova a Ventimiglia, si concretizzano solo con ‘promesse di rilancio’, da 25 anni. Servono robusti investimenti regionali che poi sarebbero una piccola parte rispetto alle somme spese durante i due mandati di Toti presidente: ripascimento dell’arenile, la ‘ciclabile’ (una voragine di milioni rispetto alle previsioni iniziali), i lauti stanziamenti destinati alla promozione turistica in Italia e all’estero’, tra i beneficiari mass media liguri. Purchè ‘obiettivi’. Al Secolo XIX, con la penultima direzione, niente più pubblicità dalla Regione.
Regione, Provincia, Enti locali, hanno costituito una task-force pro Monesi che si è guadagnata prime pagine, servizi Tv, seminando entusiasmo. “Siamo arrivati noi! Questa volta il rilancio non è più un sogno, ma realtà in tempi ragionevoli”. Il miracolo tanto atteso, capace di far ricredere persino i rassegnati e disfattisti.
‘La marcia di Orlando parte dall’entroterra’. E’ il titolo di un articolo del Secolo XIX in cronaca nazionale. L’esordio della campagna elettorale. Si legge: “….Poi Orlando entra nel vivo del programma che scandisce in tappe…”C’è la Liguria delle aree interne dove è sempre più difficile vivere e chi può cercare di trasferirsi ed è la nostra priorità del programma. Caserme, scuole, farmacie chiuse, una popolazione anziana che vive sempre più nell’angoscia e chi può se ne va. La Liguria non può essere solo una striscia congestionata”.
La parola al sindaco di Vobbia, Simone Franceschi, ex primo cittadino di Ronco. “La Liguria con 189 piccoli comuni che hanno problemi di sanità, di trasporti” . Ne risparmia tanti altri, a cominciare da chi ripete più spesso: “Abbiamo i presupposti per un rilancio economico delle aree collinari, delle vallate”. Mentre il sindaco di Pigna (gioiello imperiese dell’alta Val Nervia), Roberto Trutalli, non si stanca di ripetere: “Il 99 per cento dei finanziamenti pubblici finiscono sulla fascia costiera, alle città”.
Ci sarà pure una ragione inconfessabile in queste scelte politiche. In un solo palazzo della ‘Riviera del cemento’ ci sono più elettori di quanti siano rimasti in un paesino (già paesone) di montagna. Sarà una delle concause di un malato grave (l’entroterra) che riceve medicine da eterno convalescente, anzi in fase di peggioramento.
Il 7 ottobre 2024 lo stesso Decimonono – ora con la solida proprietà di un armatore italiano, residente in Svizzera dove pare sia il secondo nome più ricco della Confederazione – dedica una pagina a ‘Il programma di Orlando’. Si mettono in risalto i ‘punti salienti’ (sopra riprodotto). Sottovalutato, nell’angolino, l’entroterra’, poche righe, il dramma socio-economico, l’assenza di prospettive. Le paradossali disuguaglianze rispetto a città e fascia costiera. L’esodo che non si arresta. Il presidio del territorio ormai affidato in stragrande maggioranza alla ‘terza età’. Le casse dei Municipi vuote. I sindaci impotenti indotti a far buon viso a cattiva sorte?
Un editoriale dello storico quotidiano ligure dell’8 ottobre 2024 rileva: ‘L’acciaio grande assente alle elezioni’. Ai tempi d’oro l’Italsider dava lavoro a quasi 10 mila persone. Vogliamo parlare del quasi grande assente entroterra ligure, tema non certo ricorrente quando si ascoltano comizi e dichiarazioni pubbliche, editoriali su questa o quella emergenza, aree di crisi. Quanti abitanti e quanti posti di lavoro ha perso? Citiamo qualche esempio di località che Il Secolo XIX e altri quotidiani del Nord, persino editi a Roma, definivano la ‘piccola Svizzera della Liguria‘? Ecco Monesi. Era l’unica località sciistica attrezzata del ponente. Era frequentata d’inverno come d’estate da sciatori e vacanzieri. Non mancavano i genovesi, molti i francesi della Costa Azzurra e Montecarlo. Meta fissa di imperiesi e savonesi, famiglie. Persino l’allora giovane, oggi big, Claudio Scajola, in vacanza all’albergo ‘Redentore’, ha conosciuto la futura e fedele compagna di vita. Monesi di Triora scoperto e valorizzato non per beneficenza dai banchieri Galleani di Alassio per anni il gruppo famigliare più ricco e benestante del ponente ligure grazie alla proprietà dell’omonima banca. Il loro inatteso declino ha avuto effetti a catena.
In estate la seggiovia (allora la più lunga d’Italia) era meta di migliaia di turisti italiani e stranieri. I bus turistici arrivavano a decine durante la stagione balneare. Monesi di Triora era la ‘miracolosa locomotiva‘ di due vallate: Arroscia e Alta Val Tanaro (cuneese). Siamo oggi allo spettro, alla desolazione, alla resistenza di due-tre piccole attività famigliari. L’Imu di seconde case, di tre palazzi, frutta al Comune 50 mila € l’anno. La nuova seggiovia (accorciata per salvaguardare il gallo forcello e soprattutto insufficiente finanziamento della Regione e Provincia) è in ‘manutenzione’ dall’alluvione del 24-25 novembre 2016. Il vecchio e nuovo abitato di Monesi di Mendatica è quasi un ‘fantasma’ colpito in parte da un macro movimento franoso (tuttora monitorato) che impone una spesa (fondi pubblici) superiore ai 10 milione di€. Il disastro ha interessato diversi edifici, tra cui il Bed and Breakfast “Il Rifugio delRamingo”. Altri lesionati in attesa di iniziare i lavori. I danni vengono pagati dalla Regione (protezione civile) dopo la presentazione di elaborati tecnici, perizia, fatture, quietanza di avvenuta messa in ripristino conclusa.
Spostandosi in provincia di Savona, sull’Appennino ligure dell’Alta Val Bormida, altra decantata (anni ’60 e ’70) ‘piccola Svizzera‘, Bardineto. Sorte decine di ville, villette, alloggi. Inaugurati alberghi, ristoranti, negozi. Unica azienda ‘locomotiva’ rimasta: Frascheri Spa (lattiero-casearia), 70 dipendenti tutti residenti sul territorio, prossima al 70° anno di attività. Tre aziende agricole famigliari che si fanno onore. Sono aperti due alberghi-ristorante, altri 14 (negozi inclusi) hanno chiuso i battenti.
Un hotel-ristorante-bar realizzato da una famiglia del paese negli anni ’80 e ristrutturato. E’ stato donato ad una onlus di Sanremo. Invano si è cercato un acquirente. A struttura chiusa i proprietari dovevano comunque versare Imu e Tari. 20 mila € l’anno. Dopo la pubblicazione (del dono) apparsa su Trucioli.it a giugno 2022 abbiamo ricevuto almeno una trentina di segnalazioni da zone collinari della Liguria. Altri proprietari di muri di esercizi ricettivi e ristorazione cercano invano un acquirente. C’è chi alla fin fine riteneva un’opera buona donarlo ad un ente locale di beneficenza. A conti fatti (ristrutturazione per cambiamento di destinazione d’uso) i destinatari hanno rinunciato.
Luciano Corrado
QUESTO ARTICOLO DEL MESE SCORSO (Il Secolo XIX e La Stampa) ERA DA PRIMA PAGINA? E’ LA MANNAIA IN CUI SI DIBATTONO GLI ULTIMI RESILIENTI TITOLARI DI ATTIVITÁ COMMERCIALI DI TUTTE LE AREE DEPRESSE DELL’ENTROTERRA DI LIGURIA
Ha scritto, tra l’altro, l’architetto Roberto Amoretti, funzionario pubblico, candidato nella lista VERDI SINISTRA ITALIANA nel collegio di Imperia, nella lettera agli elettori pubblicata da Trucioli.it.
“…..Per raggiungere questo obiettivo propongo alcune azioni, sicuramente non esaustive, ma concrete e immediatamente realizzabili:
1) Riduzione della pressione fiscale per le attività artigianali e commerciali dell’entroterra;
2) Manutenzione quotidiana e capillare della rete stradale, magari ripristinando i CANTONIERI, formidabile presidio ambientale in ogni paese;
3) Ripristino della scuola primaria in ogni paese, anche con la presenza di pochi bambini. A questo proposito ritengo che sia molto più etico, pratico ed economico far spostare una singola maestra che caricare, talvolta prima dell’alba, dei poveri bambini assonnati su uno scuolabus che ogni mattina deve percorrere strade pericolose e talvolta ghiacciate (e poi ci chiediamo perché le coppie con figli piccoli non vadano ad abitare nell’entroterra?!).
IL CANDIDATO A PRESIDENTE DEL CENTRO DESTRA MARCO BUCCI IN MISSIONE ELETTORALE A SANREMO
LE PRIORITÁ- “Lo snodo fondamentale per il Ponente ligure sono le infrastrutture: Aurelia Bis, raddoppio ferroviario, la Armo-Cantarana, la Albenga-Carcare-Predosa, tutte opere che possono garantire alternative agli attuali percorsi e decongestionare il traffico. Il nostro impegno su questo sarà totale”.
“Oggi molti amministratori del Ponente mi hanno chiesto di essere il sindaco della Liguria. Questa definizione mi piace e mi onora. Perché se è vero che il presidente di una Regione ha responsabilità diverse rispetto a quelle di un sindaco è altrettanto vero che la mia visione di Liguria è quella di un uomo al servizio dei cittadini, al servizio dei liguri proprio come sanno fare i primi cittadini”.
LE DUE PROPOSTE- “I paesi dell’entroterra, penso a quelli di questa parte di territorio, ma più in generale a quelli di tutta la Liguria, vanno aiutati sicuramente con le infrastrutture, ma anche con misure che puntino al loro ripopolamento. E allora tra le proposte che formulo c’è quella di una riduzione dell’Irpef regionale per chi va a vivere in queste piccole realtà e apre lì un’attività”.
Sul prossimo numero di Trucioli.it daremo conto di chi in provincia di Savona ha sempre vinto le elezioni comunali perchè aveva un santo protettore. San Cemento. Una chiave di lettura incontestabile. Ha perso le elezioni chi proponeva, attraverso il Piano Regolatore o Puc, di limitare il consumo di suolo. Chi denunciava i danni al turismo e la sua dequalificazione con la irrefrenabile speculazione immobiliare spacciata per sviluppo armonico.
Come incentivare i privati a dare in locazione gli alloggi ai residenti? Chi garantisce i proprietari? Ma se l’industria delle vacanze è ormai preda delle ‘seconde case’ che quasi ovunque, nei comuni costieri, superano quelle destinate ai residenti, passa in secondo piano l’emergenza delle emergenze. Trovare alloggio in affitto se non sei un turista. Che occupa appartamenti ammobiliati. Soggiorno anche per una vacanza da week- and Si affitta in prevalenza a posti letto. Fino a sei in un bilocale. Il 90 per cento evade in toto. Controlli quasi a zero. Vedi cifre ufficiali degli alloggi ‘denunciati’.
E perché non si legge quanto incassano i comuni dall’Imu dei non residenti? E la destinazione dei lauti introiti. La gara tra città alle manifestazioni estive. Per la felicità delle agenzie Srl che procacciano e sono riconoscenti. Nessuna gara ovviamente. Per chi incassa meglio non cadere in disgrazia con il sindaco o assessore. Conta tenersi buono il funzionario comunale.
Come sempre più spesso accade in una società ‘malata’ e più povera di ‘valori’, travolti dalla disinformazione, tutto finisce nel dimenticatoio nel volgere di pochi giorni. A tutti, perlomeno ai lettori, sarà capitato di leggere ed ascoltare, non da oggi, dai ieri, o ieri l’altro, del dramma in cui si dibattono famiglie con figli, giovani coppie, anziani. Lo sfratto senza alternative di affittare nella città in cui si risiede, per qualcuno da una vita.
Gli sfrattati (o ‘senza casa’) non votano, disertano le urne per protesta? Chi ha la fortuna opposta, ovvero non vive il ‘dramma’ (di vero dramma umano si tratta e tanto altro, vedi disperazione, esaurimento nervoso, disgregazione) resta indifferente? I sindaci della Riviera che si trovona un giorno si e l’altro pure alle prese di chi bussa e chiede aiuto, riescono a farci l’abitudine? Quante volte si è letto sui media locali, sulle pagine Facebook, che una società civile non può più ignorare, come ha fatto finora, i cittadini meno fortunati. Non hanno avuto e non hanno la possibilità economica di comprare casa.
Crediamo di non sbagliare se ‘navigando’ sulle promesse dei neo candidati al consiglio regionale (se eletti dovranno ‘accontentarsi’ di un mensile di 6.300 euro netti, il doppio per gli assessori) non abbiamo avuto la possibilità di leggere: ” Mi impegno perché si ponga fine all’ubriacatura edilizia di altre seconde case, o ristrutturazioni per non residenti. Vedi l’esempio virtuoso di molti paesi turistici in Alto Adige. E si ponga finalmente mano, non solo invocando l’intervento di Iacp (Istituto autonomo case popolari oggi Azienda Regionale Territoriale per l’edilizia), a forti stanziamenti regionali e statali, a finanziare lavori urgenti per il risanamento del patrimonio immobiliare esistente. Serve un ‘progetto regionale’ che incentivi l’edilizia convenzionata, non saltuariamente come accade. Come priorità, così come per Sanità pubblica di cui tanta si parla a ragione. Gli aiuti destinati dalla Regione ai comuni per gli affitti alle famiglie in difficoltà non risolvono certo il problema. Non solo perchè i soldi non bastano. E’ assistenza, utile a prolungare l’agonia. E nulla più. Di elemosina vivono i più poveri. C’è ancora tanta gente di buon cuore, da rigraziare, ma chi amministra per il bene pubblico ha il dovere di ‘fare’ con coscienza e verità verso se stesso e chi lo ha votato. (L.Cor.)
SIAMO A PIETRA LIGURE… ANNO DEL SIGNORE 2024, 16 OTTOBRE.
E’il giorno diSanta Margherita Maria Alacoque, vergine, che entrata tra le monache dell’Ordine della Visitazione della beata Maria, si distinse per spirito di abnegazione e aiuto verso i più bisognosi, gli ultimi.
ONORI A CHI SI E’ ‘PROMOZIONATO’ GRAZIE ALLE GENEROSE ELARGIZIONI DELLA REGIONE NEI DUE MANDATI DEL PRESIDENTE TOTI IN UNA CITTA’ CHE ATTENDE IL PIANO REGOLATORE, SCADUTO DA 21 ANNI. A CHI GIOVA? A VINCERE LE ELEZIONI COME E’ ACCADUTO. E CHI SI OCCUPA DI SFRATTATI E ‘SENZA CASA’. I CARABINIERI. ACCADE NELLA CIVILISSIMA PIETRA LIGURE DOVE SI E’ PORTATI IN PALMO DI MANO PER OGNI LICENZA EDILIZIA IN VARIANTE. PIU’ INSEDIAMENTI ABITATIVI PER SECONDE CASE SONO UN’OPERA BUONA? SPERIAMO NON MERITI ANCHE LA BENEDIZIONE DI UN PARROCO.
ALBENGA NON RIDE. IL SINDACO: SERVONO MISURE (URGENTI?) PER INCENTIVARE I PRIVATI A DARE IN LOCAZIONE GLI ALLOGGI. IL SECOLO XIX DEL 16 OTTOBRE 2024
“Liguria al primo posto in Italia per consumo di suolo. Basta!” Così il portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli al TGR Liguria. Per Orlando e Schlein (Pd) il caso si impone come una priorità.
Il 3 ottobre 2024 nel corso della presentazione della lista di Alleanza Verdi Sinistra si ascoltava: “Non possiamo dimenticare che il sindaco Bucci rappresenta la diretta continuità con queste scelte sbagliate, come quelle di Toti che diceva voglio più asfalto nella regione Liguria…”
Eppure esiste una certezza storica, almeno sulla fascia costiera savonese. Nessun candidato sindaco (tre esclusi) ha vinto le elezioni comunali se schierato coram populo per neutralizzare la speculazione edilizia (e aree agricole aggredibili) con il piano regolatore. C’è di più. Il varo di singole varianti ad hoc premiano o passano inosservate ai cittadini.E non fanno notizia nonostante nascondano spesso interessi quantomeno border line. Da amici degli amici trasversali. Le minoranze hanno perso grinta.
Mentre una notizia inedita arriva dal folgorante Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture (a quando l’abolizione del pedaggio sulla Savona-Torino tra corsia unica, chiusure?) in comizio a Genova martedì22 ottobre: “Se l’anno scorso la Liguria è stata la prima regione italiana per crescita di posti di lavoro vuol dire che i liguri non sono fermi anzi corrono e c’è una politica che accompagna. Grazie a Bucci, la Liguria corre con il sostegno della Lega e degli alleati”. Cita Bucci, ignora Toti, i totiani ? Un benservito ai meriti ? Al ‘miglior presidente che abbia governato la Liguria‘. Certezza dell’ex capogruppo di Toti, il sempre rampante e combattivo Angelo Vaccarezza tornato all’ovile di Forza Italia dopo essere stato ‘svezzato’ in una famiglia Dc: i compianti papà (tavianeo) e fratello, consiglieri comunali, imprenditori edili, albergatori, oltre ‘balneari’. Angelone è stato coerente negli anni di brillante carriera politico-amministrativa (un solo avviso di reato e assolto): “Le seconde case sono in simbiosi con la ricettività alberghiera e non un danno al turismo…I balneari non sono dei privilegiati, nè una lobby, rappresentano una solida ricchezza per l’industria del mare, no e poi no alla Bolkestein”
Avviso ai ‘naviganti’. Chi si presenta alle elezioni promettendo il “consumo suolo zero” in una Riviera, è destinato a non vincere, a perdere. Cementificata da seconde case e asfalto che hanno sconvolto le aree verdi lungo la costa, deturpato ogni rapporto ambientale (soprattutto a rischio frane ed esondazioni).
A Claudio Burlando e Claudio Scajola venne dedicato nel giugno 2008 il libro ‘Il Partito del Cemento-La nuova speculazione edilizia. Politici, imprenditori, banchieri.” I due Claudio vittoriosi e un’eredità di seguaci. Quel partito non è mai andato in crisi, avrà avuto qualche sosta, i dati documentano che l’ultima formidabile iniezione è arrivata dalla Regione che con l’assessore Marco Scajola ho potenziato il ‘Piano casa’ tra volumi e vani abitabili. Il governo Meloni ha, a sua volta, reso abitabili le mansarde (esplose già dagli anni ’70) abbassando le altezze minime richieste.
E oggi il vecchio cronista, che ha iniziato a scrivere nel lontano 1966, sfoglia ricordi e delusioni. Può testimoniare, documentare attraverso il suo archivio stampa, alcuni significativi esempi di ieri e di oggi, almeno in provincia di Savona ricchissima, si diceva, di seconde case, palazzoni e palazzi, ristrutturazioni, incremento abitativo con frazionamento di unita immobiliari nei centri storici e ‘periferia’ (ville). Centinaia di alberghi trasformati in bilocali e trilocali che hanno gonfiato il turismo di massa che ora molti sindaci (Barlangieri in anteprima a Finale) vogliono trasformare in turismo di qualità (Sic!).
Ci sono stati pochi casi elettorali in cui nelle cittadine rivierasche tra Andora e Varazze (tutte interessate chi più e chi meno dal calo della popolazione residente costituita anche da fittizi) hanno primeggiato nell’urna. A Loano il sindaco Felice Elice, nel 1967, venne premiato con il secondo mandato. Propose un nuovo piano regolatore (arch. Renacco). Non si poteva più costruire a macchia d’olio, salvaguardando gran parte delle proprietà agricole all’epoca tutte coltivate o alberate. Sfiduciato dopo un anno con tre transfughi della sua lista di Indipendenti.
A Noli l’allora sindaco Carlo Gambetta (tre mandati) denunciò per lottizzazione abusiva 211 casi di costruzioni in collina e di fatto una lottizzazione. Tra i proprietari molti elettori residenti. Ebbene fu rieletto. Come accadde al più convinto e seguace ‘anticemento’ savonese, rag Enrico Rembado, Dc, a Borgio Verezzi. Non ‘sfiduciandolo’ con le elezioni, fu a lungo vittima di una potente campagna di denigrazione personale; ‘riabilitato’ negli ultimi tempi di vita con pubblica e doverosa attestazione da parte dell’Amministrazione comunale. Per non lasciare nulla di intentato subì oscure minacce d opera di ignoti, in una circostanza messe in pratica.
Un altro sindaco, a Borghetto Santo Spirito, il prof. Riccardo Badino, a due anni dall’elezione (1990-’92) finì per dimettersi, dopo seri avvertimenti di stampo mafioso. E sempre a Borghetto, primi anni ’70, minacce mafiose sindaco Tito Reale, al vice sindaco Ernesto Piccinini e all’assessore Trucco, tutti Dc, per l’annunciato piano regolatore che tagliava le unghie.
Un candidato sindaco, già primo cittadino ad Albenga, l’avv. Antonello Tabò (ex Dc-Ulivo), si proponeva di varare un piano regolatore che urtava gli interessi di molti proprietari di aree risparmiate dal cemento. Ci fu chi, elaborati in mano, fece il giro con successo dei ‘penalizzati’ e si aggiudicò la vittoria il centro destra (sindaca leghista) e indipendenti.
Infine quanto accade ad uno dei personaggi savonesi che ha maggiormente ricoperto ruoli pubblici e da giovanissimo esponente della Dc (corrente di sinistra). L’ing. Giancarlo Garassino(vedi……..) che da pensionato fu eletto nella sua città consigliere comunale; vice sindaco, nella giunta del leghista Sasso Del Verme.
Scriveva Trucioli.it il 12 settembre 2019 (vedi…….): “Piano Urbanistico Comunale semplificato che si pone come obiettivo l’indice zero nuove costruzioni, solo ristrutturazioni e valorizzazione dell’esistente. … ” Garassino vice sindaco: “Abbiamo bisogno di progettisti seri, preparati, non condizionabili per un obiettivo ad indice di edificabilità zero, che consente la ristrutturazione e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, non vogliamo penalizzare nessuno, semmai mettere ordine, evitare cause.” Garassino alle ultime comunali non è stato riletto e la coalizione dell’uscente Del Verme è finita minoritaria.
In alcuni Paesi europei il ‘popolo verde’o i ‘verdi’ come volete chiamare hanno governato (primi ministri, sindaci, maggioranze), molte altre volte perso. In Italia, il ‘verde’, ha scarsa fortuna. Sono eccessivamente radicali verso i ‘no’ o degli incompresi? Una coscienza collettiva che è minoritaria?
Non abbiamo voluto stilare la classifica dei buoni e dei cattivi tra sindaci savonesi. Per la storia recente semmai dare atto che la maggioranza della comunità locale (potremmo benissimo aggiungere quella imperiese e tantissime altre) pare allergica all’ambientalismo moderato. A quel bene prezioso che ha prodotto ricchezze. Eppure si paga una dequalificazione galoppante e nessuno può prevedere come finirà. Un commerciò che vede quasi estranei, nella titolarità, le famiglie originarie della terra ligure. Un artigianato edilizio costituito in gran parte da cittadini stranieri così come la manodopera. La perdita di due banche storiche (Carige, in origine Genova e Imperia, e Cassa di Risparmio di Savona) che avevano finanziato l’assordante sviluppo edilizio e ingrassato gli speculatori. Oggi risparmi e prestiti, mutui, finanziamenti anche all’edilizia, sono appannaggio di banche di altre regioni del Nord, piemontesi in preminenza. (L.Cor)
I più espliciti, almeno per quanto abbiamo vissuto fino ad oggi da semplici cronisti, con un peso di 58 anni di mestiere alle spalle, sono stati il candidato Orlando e la segretaria nazionale del Pd, Schlein (vedi TGR Liguria 19.4o). Dal canto suo Bucci, ad una platea meno affollata, ha preso impegni ancora più precisi. Sansa: “È facile dire alla gente di restare a vivere nell’entroterra…”
Nell’ultimo appello trasmetto mercoledì sera, alle 19,40, da RA3 Liguria, gli unici due candidati a presidenti che hanno citato il diseredato entroterra, le sue risorse ambientali-boschive, la potenzialità di crescita turistica sono stati Maria Antonietta Cella (Partito Popolare del Nord) e Nicola, agricoltore, attivista ambientalista, lista comprende Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo.
Entroterra. Subito un’azione seria, certa e programmata. Con precise scadenze. E un osservatorio indipendente del territorio.
Sarà la volta buona per la sacrosanta svolta attesa e promessa da tempo dagli uni e dagli altri? Sinistra e destra. Non facciamoci troppe illusioni. Nelle tematiche elettorali l’entroterra della povertà e da rilanciare nei primi cento giorni di governo hanno lasciato a desiderare. Da dietro le quinte. Nelle stessa informazione dei media diffusi in Liguria, il tema viene fin troppo spesso ignorato, da ultimi della classe. Meriterebbe almeno il secondo, terzo posto dopo la Sanità?
Gli elettori delle città pensano soprattutto ai loro bisogni che certamente non mancano (lavoro per i giovani, qualità della vita, anziani, salute) e non si scaldano più di tanto per chi vive nelle zone interne? Non si invoca il bengodi. Siamo una netta minoranza tra gli ‘amici della montagna’? Eterni perdenti.
Entroterra e aree montane del ponente ligure (e non è un’eccezione) colpite negli anni dalla ‘calamità desertificazione‘, da un’economia da unzione degli infermi, da buon viso a cattiva sorte verso politici che hanno cantato a più voci il ritornello: ‘Chi ci ha preceduto nel governo della Regione ha disatteso le promesse….Con noi l’entroterra risorge, lo rilanciamo grazie a investimenti massicci (6 milioni nel solo imperiese?) che abbiamo fatto all’insegna della concretezza e di una visione futura‘. Annunci, ripetuti, a pioggia in ogni occasione buona, spesso enfatizzati da giullari cronisti (senza memoria o approfondimenti?). Basterebbe rileggersi il copioso archivio stampa (entroterra e Monesi) degli ultimi 30 anni. Quasi in gara a non farsi sfuggire interviste e dichiarazioni di ottimismo durante decine di passerelle tra inaugurazioni e sagre, ricorrenze, manifestazioni. Oggi si distinguono soprattutto inondando le loro pagine facebook come racconteremo nei prossimi articoli.
Cronache da red carpet che non davano mai conto di dati e statistiche, del crescente ed abissale divario tra il denaro pubblico investito o speso per creare lungo la ricca fascia costiera un turismo di massa. Tra il dilagare di cemento, asfalto, seconde case, una galoppante speculazione immobiliare a danno della comunità e della classi sociali più deboli. Il divario, dicevamo, rispetto a vallate e aree montane dove case e terreni, boschi e prati, non hanno di fatto più mercato. Soprattutto desolazione per 8-9 mesi all’anno.
Se in Riviera i prezzi di alloggi, soprattutto sul mare, è diventato ‘proibitivo’, comprare il box di un’auto (si sono raggiunti in centro città 140 mila €) e un posto macchina all’aperto o sotto tettoria arriva a 50 mila €., nei ‘poveri paesi’ baciati da aria salubre, alberi e verde, relax anti-affollamento, c’è chi ha scelto di regalare o quasi l’immobile, spesso ereditato e gravati da Imu e spese per evitare che crolli il tetto. E si contano a centinaia gli edifici unifamiliari già fatiscenti o dichiarati ‘incapienti’.
Fanno da contrappeso solo quelle poche località di mare che hanno gran parte dei centri storici un tempo ‘ricchi’ di negozi ed attività. Ora una serranda abbassata dietro l’altra. Si leggono ingialliti cartelli ‘affittasi’ o ‘vendesi’. Nessuno può scommettere per quanto durerà l’avvilente e inatteso (?) stato di cose con locali vuoti nelle zone che, in molte località della costa, sono diventati ‘salotti commerciali’ e isole pedonali affollate.
L’entroterra fortunato perchè non contaminato da un turismo di massa racchiuso in un territorio stretto tra spiaggia e collina, penalizzato da una più che carente rete autostradale. La massa ha causato la dequalificazione turistica, la chiusura di un centinaia (nel ponente ligure) di strutture alberghiere con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.
L’abbandono dell’entroterra non ha favorito il rilancio di un’economia sempre più povera e priva di opportunità di crescita, con investimenti privati che dovrebbero trovare un volano nella spesa pubblica non assistenziale. Semmai capace di dare un futuro alle generazioni a venire. Con interventi di pianificazione e programmazione. Indicando impegni, tempi e scadenze. (L.Cor.)
IL CANDIDATO PRESIDENTE MARCO BUCCI IN TOUR A PIETRA LIGURE- “…..Per l’entroterra vogliamo creare le condizioni affinché si possa tornare a vivere e ripopolare queste aree, attraverso agevolazioni significative per chi apre negozi, esercizi pubblici e ricettivi, chi li mantiene e chi decide di trasferirsi dalla costa all’entroterra o di formare nuove famiglie lì. A loro garantiremo l’esenzione completa dalle tasse regionali e l’affitto gratuito per 5 anni…..”.
IL CANDIDATO PRESIDENTE ANDREA ORLANDO – Ambiente e al
territorio. «Noi pensiamo che il dissesto idrogeologico sia un problema strutturale che viene da lontano ma che non si può consentire che si aggravi. Per questo vorremmo, nei primi cento giorni della nuova legislatura, approvare una legge contro il consumo del suolo e un grande piano di prevenzione che consenta di individuare i rischi e di avere degli investimenti costanti per affrontare il dissesto ». Proposta concreta: «Una struttura di pronto intervento per le frane e per gli allagamenti, un braccio operativo della Liguria che consenta non solo di affrontare l’emergenza ma di dare anche una prima risposta strutturale a questi problemi. Tra le nostre priorità c’è anche la soluzione che contrasti l’abbandono dell’entroterra…».
ROCCO INVERNIZZI e MANUELA CASALEGGI agricoltrice (Fratelli d’Italia per Bucci presidente)- “…..Un “reddito di Contadinanza”. Un sostegno economico per coloro che si prendono cura dell’entroterra. Un tributo doveroso per chi permette alle zone rurali liguri di esistere e resistere: gli agricoltori. …Una proposta per utilizzare i bandi europei al fine di premiare e incentivare l’agricoltura e gli sforzi di chi contribuisce alla pulizia e alla preservazione dell’entroterra. Da chi mantiene i pascoli a chi sfalcia i prati, da chi previene le frane a chi batte i sentieri per le passeggiate, l’idea è quella di incentivare le attività pro bono per la terra….“Si creeranno dei bandi, accessibili a tutti e semplici, perché sia preso atto del lavoro fatto e sia commisurato un pagamento adeguato. Questa remunerazione sarà il primo passo per rendere ancora più strategica l’entroterra, consapevoli che non possiamo scappare tutti in città”. Un’iniziativa pensata per discutere il futuro dell’entroterra, risorsa importante della Liguria”.
FERRUCCIO SANSA (VERDI E SINISTRA, Orlando presidente)- “È facile dire alla gente di restare a vivere nell’entroterra… Però poi bisogna scontrarsi con la realtà e capire che servono mezzi e iniziative per contrastare lo spopolamento e incentivare il benessere di chi vuole restare Riconoscere un pagamento a quelle persone che con il loro lavoro fanno il bene della comunità e della terra è un investimento per il futuro di tutta la Regione”. Sansa, giornalista, ex candidato del centro sinistra alla presidenza della Regione Liguria alle ultime regionali e sconfitto da Toti.
L’11 agosto 2024 La Repubblica ha intervistato Lorenzo Biagi, il papà, Marco, giurista, area socialista, freddato con 6 colpi di pistola davanti al portone di casa (19 marzo 2002). Domanda: “Scajola allora ministro degli Interni, fu indagato per mancata assegnazione della scorta, poi la prescrizione”. Risposta:”…So che Scajola ora è sindaco e presidente della Provincia di Imperia…. Non fu lui il solo responsabile”.
Il 30 giugno 2002- Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore riportano durante una visita ufficiale a Cipro dell’allora ministro dell’Interno: “….«Scajola, non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale. Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza…..A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione, ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. E poi vi chiedo: nella trattativa sull’articolo 18 quante persone dovremmo proteggere? Praticamente tutte.»
12 ottobre 2024. Il Secolo XIX. –Bucci candidato presidente e sindaco di Genova nel comizio a Imperia. “Quando vedremo i risultati chiamerò Claudio (Scajola ndr) per dirgli che il suo comune e la provincia di Imperia sono stati i migliori di tutta la Liguria”. La folla di sostenitori, oltre 500 persone, ha applaudito a lungo, rimarcava il quotidiano, aggiungendo: “A scaldare la piazza è stato Claudio Scajola: “Con Toti abbiamo fatto un percorso che in questi anni ci ha portato a crescere….anche come benessere…”.
Il 24 aprile 2024 i media davano notizia: “La Provincia di Imperia è diventata negli ultimi anni la più povera della Liguria. Le richieste di aiuto si sono moltiplicate, intere famiglie chiedono non soltanto di mangiare….” Oppure: “La provincia di Imperia ha i redditi più bassi della regione. A guidare la classifica, al primo posto, è il capoluogo con 21.178 euro, ultimo Castelvittorio con 12.318″. Troppi evasori? Ci saranno come nel resto d’Italia e siamo secondi in Europa dopo la Grecia. Con 90-100 miliardi di ‘nero’, non dichiarati al fisco, escluso chi è a libro paga o pensionato. Certamente non evade l’imperiese più conosciuto nel Bel Paese, il concittadino più presente in Tv e sui media nazionali. Una vita di potere nel governo e di peso politico. Si pensi al ruolo di coofondatore con Berlusconi di Forza Italia. Si pensi che in un recente convegno a Pieve di Teco, Scajola ha rimarcato: “Sono dieci anni che in questa provincia non si fanno importanti opere pubbliche”. E dai liguri Scajola ha fama di pragmatismo, di ‘uomo del fare“. E non molti mesi fa a commento delle ultime comunali Il Secolo XIX e La Stampa titolavano una sua dichiarazione: “Nessuno vuole più fare il sindaco, un lavoro da missionario”. I sindaci dei capoluoghi fino a 100 mila abitanti (Imperia inclusa) hanno un’indennità di 9.660,00 mensile. Nel 2021 il primo cittadino di Imperia ha dichiarato 231 mila e 148 euro di reddito annuo complessivo. Non è proprio il caso di essere ‘invidiosi’ con chi ha ‘suda quattro camice’.
Tornando alla cronaca del comizio Bucci-Scajola. La profezia di Bucci: “Il centro destra si aggiudicherà il terzo mandato”. Scajola: “Noi non le avremmo volute queste elezioni. Ma c’è stata un’inchiesta nolto discutibile…Oggi abbiamo troppo spesso inchieste pilotate da fuori, con interesse politico e non di giustizia“. Insomma non occorre neppure citare le ‘toghe rosse‘.
Eppure in Italia non passa giorno, si suole dire, senza notizie di scandali e di corruzione dilagante, arresti di funzionari pubblici anche altolocati e imprenditori privati, politici con cariche istituzionali, perfino qualche magistratio. Spesso prime notizie dei telegiornali e prime pagine.
Siamo tutti sicuri che il buon Claudio abbia i titoli per giudicare, con obiettività e distacco, la giustizia in Italia? Italia unico paese in Europa senza il reato di abuso d’ufficio. Leggendo il suo passato dall’archivio stampa e Tv si direbbe di sì. Per noi ormai decani cronisti di origini montanare, tra gli umili testimoni della storia ligure politico-amministrativa-giudiziaria, è difficile dimenticare la presenza ad una riunione ristretta di esponenti Dc del ponente savonese, a Loano, in una saletta del G.H.Garden Lido. Paolo Emilio Taviani, sincero antifascista, eroe della lotta partigiana e tra i fondatori della Democrazia Cristiana disse: “Sono preoccupato per la discensa in campo di Berlusconi, per la tenuta della nostra Democrazia, e mi ha molto addolorato la scelta dell’amico Claudio Scajola…. sono pure suo testimone di nozze….”.
L’Espresso del 18 ottobre 2024 titola ‘Valtagabbana il solo partito che non perde mai’. Ricorda, tra l’altro: “Nessuno può insideriare il re dei voltaganna (nella scorsa legislatura i cambi di casacca furo 214, in quella precedente 349) Sergio De Simone, eletto senatore con l’Italia dei Valori dell’arcigiustizialista Antonio Di Pietro, fece cadere il governo Prodi, ma non gratis. A convincerlo, come lui stesso ammise, furono i 3 milioni ricevuti da Silvio Berlusconi. De Simone ha patteggiato una condanna a 20 mesi di carcere per corruzione in atti d’ufficio. Oggi verrebbe da commentare che Taviani vide lontano sul ruolo del miliardario sceso in politica “per salvare l’Italia dai comunisti”. In Italia cambiare bandiera da un giorno all’altro non è solo un vulnus alla democrazia. Si tradiscono gli elettori. Il voto è sacro e non un passepartout. Con la politica che diventa una professione e centro di potere personale con tanto di sudditi.
Il popolare e votatissimo sindaco di Alassio, architetto Marco Melgrati, Forza Italia, tra le sue ‘medaglie’ ricorda con interviste nazionali: “«Ho subito 34 processi, mi hanno assolto 34 volte. Si chiama persecuzione». Per onor di cronaca sono comprese le indagini da indagato e non da processato. Un paio di remissioni di querele. Alcune prescrizioni. Melgrati che alla regionali 2024 sostiene ed invita a votare il candidato suo assessore al Demanio Rocco Invernizzi (“…ho vissuto due anni di calvario mediatico-giudiziario e assolto“) per la lista di Fratelli d’Italia. Coerenza se ci sei batti un colpo!
Luciano Corrado
16 febbraio 2018- La Repubblica: “Claudio Scajola colleziona l’ennesima assoluzione – la dodicesima – nell’ennesimo processo in cui la procura aveva chiesto che andasse prosciolto….” Non mancano le assoluzioni perchè ‘il reato è prescritto’. E l’imputato non si è appellato per il riconoscimento della sua innocenza. Un appello assai raro, ma al quale è ricorso qualche politico con volto in ‘Mani Pulite’ che ha di fatto decapitato la prima Repubblica. Scajola mai chiamato in causa. Mega scandalo che segnò la discesa in campo del costruttore-editore di giornale e Tv. Berlusconi. Tutti schierati: “Mandiamoli per sempre a casa”. E l’astro nascente Umberto Bossi (Lega Nord) a urlare: “Basta ladroni di stato, Roma ladrona, no massoneria (l’articolo 8 dello staturo vieteva l’iscrizione al partito), il Vaticano comandi in casa sua”.
5 ottobre 2022 – Il Secolo XIX: La Corte d’appello di Reggio Calabria ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dell’ex segretaria tuttofare di Claudio Scajola. Roberta Sacco era accusta in concorso per aver facilitato la latitanza dell’imprenditore calabrese e opnorevole di Forza Italia Amedeo Matacena ….
10 luglio 2024 – IL SECOLO XIX: Scajola arriva la prescrizione. Condannato in primo grado a 2 anni di reclusione per aver favorito la latitanza dell’ex parmametare di FI, Amedeo Matacena, ricco armatore…La Corte d’appelo di Reggio Calabria ha decreto per l’imputato Scajola in non doversi provcedere per intervenuta prescrizione.
9 ottobre 2024- Il Secolo XIX: Scajola salvo. L’abuso d’ufficio non c’è più grazie al governo Meloni-Tajani-Salvini. L’inchiesta sulla vendita di un’ex bocciofila. …C’è, tra l’altro, una frase scritta dal sindaco in una e mail: “I dirigenti risolvano e se non riescono se ne vadano”. Per la Procura di Imperia: “Un degradante contenuto minatoria”.
24 ottobre 2012-Da ‘Linchiesta’ a firma di Edardo Petti titola: Dalla Dc a Finmeccanica, poteri e scandali di Claudio Scajola (vedi…….)
“…..Un uomo capace di sopravvivere e rinascere da ondate di scandali che avrebbero travolto qualunque altro politico. Un personaggio che deve le ragioni profonde della propria longevità sulla scena pubblica alla scorza creata lungo decenni di esperienza nella Democrazia Cristiana. Così si possono riassumere i tratti distintivi del carattere di Claudio Scajola, tornato agli onori della cronaca giudiziaria per essere stato coinvolto nel filone dell’indagine della Procura di Napoli sulle forniture da parte di Finmeccanica di una notevole quantità di fregate in Brasile. Focalizzando la loro attenzione sulla richiesta di una maxi-tangente per la vendita delle imbarcazioni, i magistrati partenopei ipotizzano a carico dell’ex plenipotenziario di Forza Italia il reato di corruzione internazionale in relazione a un suo tentativo di mediazione nell’affare. Alla notizia dell’avviso di garanzia l’ex responsabile dello sviluppo economico e dell’interno replica con una rivendicazione orgogliosa dei suoi numerosi viaggi da ministro, «tutti improntati al corretto svolgimento delle funzioni governative e svolti alla luce del sole». E respinge l’attribuzione di «finalità losche alla sua opera di promozione delle attività produttive del nostro paese nel mondo». La sua reazione, come in tutte le vicende scottanti e controverse che ne hanno accompagnato la parabola politica, richiama la fierezza di antiche radici, la forza di una tradizione e di una formazione assimilate fin dalla giovinezza. (Scajola scagionato)
Una regione, un ponente ligure dove l’edilizia fa da traino all’economia anche con un incremento delle ‘imprese edili’ locali. Continua invece la flessione di agricoltura, industria e commercio. Con il prossimo governo del presidente Bucci quale posto avrà ‘basta consumo suolo’? ‘Verdi e Sinistra’ sono stati categorici. Per il deluso aspirante governatore (sconfitto Orlando) ‘occorre un drastico freno’.
Ovvero chi azzarda a sostenere nel programma elettorale la necessità di chiare scelte ? Oltre a ‘Verdi e Sinistra“, Andrea Orlando ha elencato tra le prime tre cose da fare in Liguria: “Una legge per il contrasto al consumo del suolo”. Elly Schlein, segretario nazionale del Pd, ha condiviso la proposta: “Serve una legge nazionale per lo stop al consumo di suolo perché si è cementificato troppo, per responsabilità trasversali. Però è il momento di capire una lezione amara dal moltiplicarsi di eventi disastrosi causati da alluvioni, frane, dissesto idrogeologico”.
E quanto costa invece pagare i danni? Somme che potrebbero essere destinate alla Sanità pubblica, alle scuola, alle pensioni minime, ad adeguare gli stipendi alla media europea (siamo fanalino di coda come nell’evasione fiscale, ma il governo Meloni ha già regalato 20 condoni, oltre alle sanatorie edilizie come l’abitabilità delle mansarde). Urgano infrastrutture (autostrade e strade). Purtroppo c’è chi invoca da Savona ad Andora l’Aurelia bis ignorando che in diverse località le aree predestinate da un vecchio progetto sono state ‘valorizzate’ con decine di edifici.
A tamburo battente Marco Scajola, assessore all’Urbanistica della Regione Liguria e candidato nella circoscrizione di Imperia per Forza Italia: “È un Orlando curioso che sale sui predellini per parlare di una Regione che non conosce. Davanti a Elly Schlein ha promesso che nei primi cento giorni farà una legge contro il consumo di suolo. A Roma, dove ha passato gli ultimi 22 anni della sua vita, qualcuno avrebbe dovuto fargli sapere che l’Ispra ha certificato che nel biennio 2019-2022 in Liguria il consumo netto del suolo era pari allo 0,08% ed è stata la regione più virtuosa a livello nazionale. L’anno successivo ha fatto il più recente aggiornamento, da cui risulta un incremento dello 0,01%, infinitamente inferiore alla media nazionale che è dello 0,3%”.
Insomma ogni ‘allarmismo’ appare infondato. Con il governo Bucci e la sua maggioranza non bisogna preoccuparsi dell’avanzare della ‘dolce edilizia’, quasi sempre silenziosa a leggere i media locali. Tra l’altro, utile ripeterlo, chi continua a insistere che di seconde case non se ne dovrebbe più sentire il bisogno, semmai servono come il pane le ‘prime case’, finisce nel banco dell’asino e soprattutto penalizzato nelle urne. Continua a far gola la fascia costiera, ma anche le aree precollinari, dove le frane hanno già ‘ammonito’ che il pericolo è più che mai in agguato. Frane, smottamenti, voragini, strade chiuse, sfollati.
E’ probabile, tra le altre cose, che sfugga nel mondo dell’informazione provinciale e regionale, una più frequente presenza di pagine pubblicitarie (e banner sui social), da parte di imprese edili locali e non solo, di importanti operatori del ‘Mercato Immobiliare’ (slogan ‘scegli la tua nuova casa al mare’). La presenza e le aperture di agenzie immobiliari è ormai capillare nella vendita di appartamenti, ville, case indipendenti, villette a schiera, terreni edificabili, attività commerciali che aprono e chiudono, con la strepitosa avanzata di bazar, in prevalenza di cittadini del Bangladesh. Si aggiungano i quasi inflazionati affitti brevi, a posti letto. Impossibile, salvo rarissime eccezioni, trovare alloggi in affitto per residenti.
Può essere significativa sui risultati elettorali la scelta di chi si è recato alle urne in Val Maremola, pur tenendo conto della bassa affluenza che non ha risparmiato nessuna località ligure. Una delle aree, dove più e dove meno, l’edilizia è in ottima salute. Si è distinta Pietra Ligure, come Trucioli.it ha incessantemente documentato. Insomma il fascino immobiliare è premiato nell’urna dal mare alla collina. Il ‘consumo suolo dovrebbe essere una priorità ? No, resta fanalino di coda. Manca una presa di coscienza a modello culturale? La maggioranza della comunità è indifferente a una rigorosa politica ambientale (senza essere tabelani ambientalisti) ed anticemento. Cosa lasciamo in eredità alle future generazioni? Il buon senso che caratterizzava i nostri antenati non trova più traccia.
Intanto rassegniamoci a rappresentare, anche nell’informazione, una ‘strepitosa’ minoranza forse destinata a restare tale ancora per decenni. Nel 2000, in Liguria, un libro di successo aveva documentato il sistema di potere del ‘partito del cemento’. Ora siamo alla corsa dei ‘partiti del cemento’. Restano escluse dal ‘miracolo immobiliare e aree edificabili’ le vallate montane. Che si spopolano. Anzi l’80 % del tessuto abitativo è già disabitato e resta il presidio degli ultimi anziani con i loro nostalgici ricordi. (L.Cor.)
RISULTATI ELETTORALE REGIONALI 2024
Pietra Ligure- Coalizione Bucci presidente (centro destra): 1.741 voti (58,70%). Coalizione Orlando presidente (centro sinistra): 1.112 (34,49%).
Tovo San Giacomo- Bucci presidente 627 voti (60,06%). Orlando presidente 366 voti (35,06%).
Magliolo – Bucci presidente 216 (59,50%). Orlando presidente 133 (36,64).
Giustenice – Bucci presidente 251(60,77%). Orlando presidente 142 (34,38%)
Il ministro e leader della Lega Matteo Salvini, nel suo tour elettorale nell’entroterra genovese, ha smentito di dati censuari che rispetto al 2020 evidenziano un decremento di 9.268 persone residenti in Liguria. Nel responso delle urne non c’è paese delle vallate e entroterra che non abbia premiato il centro destra penalizzando ancora una volta il centro sinistra. A Aquila d’Arroscia (IM) vera e propria esplosione regionale. Per Bucci, grazie alla Lega, il 94,25%.
di Luciano Corrado
Salvini: “Il buongoverno degli ultimi anni ha infatti permesso di incrementare (sic!) il numero di residenti nella regione e l’entroterra ligure è stato e resta una nostra priorità”. Forse è questa la ragione, neppure misteriosa, dell’entroterra ‘regno’ del centro destra, come titola La Stampa. Con un record in Liguria. Grazie a Marco Scajola, nipote ed assessore regionale, riconfermato con 6.308 preferenze, il votanti di Aquila d’Arroscia hanno premiato, ‘baciato’ il centro destra al 94,25%. Affluenza 52,02%, un dato da confrontare con il 71,93% registrato nelle precedenti elezioni del 2020. Alla Lega estremista di Salvini 57 voti. A Forza Italia 22, a Fratelli d’Italia 2. Zero per le liste di Orlando, eccezione per 4 voti al Pd.
E’ lo sesso Salvini che si dichiara orgoglioso, in Tv e nei comizi, che “di aver tassato i miliardari extra profitti di banche ed assicurazioni che restituiscono ai cittadini italiani una parte dei loro ingenti guadagni”. E sia merito della Lega recuperare 3,5 miliardi. La verità? Si tratta, rileva la Banca d’Italia, solo di crediti di imposta che banche e assicurazioni non riscuoteranno subito ma nel 2027. Il ‘popolo leghista’, a parte i conniventi, merita un bugiardo? I più critici: ” Salvini sventola la bandiera come un vincitore, grazie all’uso strategico e manipolativo di una verità reinterpretata con disinvoltura”.
E’ l’arte, ormai perfetta, del raccontare la realtà per come conviene. Un’arte, certo, che non è stata inventata dai governanti di oggi: loro l’hanno solo perfezionata alla massima potenza.
Assai più caute dichiarazioni e proposte di un ex sindaco che conosce l’entroterra ponentino ‘come le sue tasche’. Da anni abituale e attento frequentatore. Franco Maglione, dal 2008 al 2018, primo cittadino con una lista civica, al Secolo XIX: ‘I cittadini che vivono nell’entroterra paghino meno addizionale Irpef regionale che andrebbe destinata per realizzare un sistema di servizi che compensi chi vive nelle zone più disagiate. Si parla tanto di ripopolamento, del rilancio, del presidio del territorio, ma è inimmaginabile che una famiglia vada a vivere dove non ci sono scuole, presidi sanitari e neppure collegamenti accettabili” . Altra proposta: “Anzichè continuare a far girare pochi bus vuoti si potrebbe optare per navette a chiamata….”.
Trucioli.it libero blog montanaro senza pubblicità commerciale ed elettorale (quanti soldi spesi pure alle ultime regionali da una minoranza candidati), da 13 anni denuncia le maggiori cause della continua ‘desertificazione’ dell’entroterra del ponente ligure (province di Savona e Imperia, ma non va meglio a levante). Si pensi al medico di famiglia, alle scuole, alla chiusura di esercizi pubblici (spesso unici centri di aggregazione) e addio i quotidiani per tenersi informati, restano i social. Si pensi alle frane e chiusure di strade che rendono difficile la viabilità. Si pensi al soccorso sanitario delle pubbliche assistenze (solo volontariato e bilanci risanati dai benefattori), alla lontananza dagli ospedali, alla fuga dei giovani, alla popolazione anziana che lascia vuoti incolmabili. Alle promesse ripetute per anni e forse dimenticate dai più.
Trucioli.it si batte affinché risorse e finanziamenti della Regione e dello Stato privilegino l’economia dell’entroterra come area depressa. Urgono infrastrutture, lavori pubblici, pianificazione e investimenti capaci di attrarre attività e risorse di privati. Grida vendetta la sofferenza infinita di Monesi di Triora e Monesi di Mendatica e ciò che rappresentavano creando benessere, posti di lavoro non saltuari, traino della vallata, valore aggiunto per l’imperiese e l’alta Val Tanaro cuneese che comunque soffre assai meno (vedi Upega e Viozene).
Non c’è confronto tra centinaia di milioni (pubblici) destinati alla Riviera, alle sue spiagge, tra ripascimenti, battaglie di politici a sostegno dei balneari, nuove costose passeggiate a mare, in gara a chi fa più manifestazioni di richiamo di massa. Non c’è confronto di buon senso rispetto alle somme per un entroterra, decantato ma sempre più ‘parente povero’. Non sono opinioni, è una ‘fotografia’ a testimoniare la decadenza. Perchè, solo per fare un esempio, piccoli paesi e borgate montane della confinante costa Azzurra, non soffrono di spopolamento, abbandono? Perchè non accade sui Pirenei francesi e spagnoli? In Alto Adige, in Austria, in Svizzera, in Baviera? Di chi è la responsabilità di quanto accade da decenni in Liguria e in alcune altre regioni?
Perchè, a livello di semplice sensibilità, i sindaci della nostra Riviera, i più vicini testimoni della triste condizione dell’entroterra, restano sordi e miopi (per convenienza elettorale-egoistica?) ai bisogni di quelle aree sempre più disabitate. Si è smarrito pure il turismo e la ricett ività degli anni ’60-’80. Perchè nella stessa campagna elettorale i bisogni dell’entroterra non hanno indotto la politica, i candidati a presidente, i candidati a consigliere, organi di informazione regionale, a indicare finalmente come priorità delle priorità la svolta, con la risurrezione di un territorio e della sua economia? Ci rabboniscano decantando un ambiente unico che il mondo ci invidia.
E se ricordassimo che la Regione Liguria, nel 2024, sta elargendo 11 milioni per la ‘promozione turistica’? E non si dimenticasse che la stessa regione ha inaugurato, prima in Italia, i red carpet (tappeti rossi) anche in alcuni centri medioevali dell’entroterra a simboleggiare il rilancio e finalmente la vera riscossa. E che due milioni e mezzo di euro – vedi da Rai Report di domenica 26 ottobre 2024- sono stati spesi a favore di Primocanale emittente di Genova e regionale dell’imprenditore delle comunicazioni Maurizio Rossi che dal 2013 al 2018 è stato senatore della Repubblica (Movimento Liguria Civica). Sostenitore non occulto di Toti e C.
Un bel titolo gli ‘amici social’, in clima elettorale, lo riservano a: “Dalla Regione 41 mila euro al Parco Alpi Liguri per il ripristino e messa in sicurezza del sentiero cascate dell’Arroscia”. L’assessore regionale Sartori: ““Quest0 investimentodimostra la volontà della Regione di preservare il patrimonio naturale, garantendo allo stesso tempo nuove opportunità per il rilancio turistico”. Con tutte queste premesse una crescente minoranza di astenuti al voto (ben oltre la metà degli aventi diritto) non applaude e non condivide i concittadini che non hanno avuto dubbi nel rinnovare la fiducia al governo regionale uscente questa volta capeggiato da un galantuomo bocciato dagli elettori di Genova dove è sindaco, ma incoronato, con rare eccezioni, nel ponente ligure. E l’area montana è stata la più riconoscente. Ha ringraziato con un voto quasi plebiscitario. Avanti così, la risurrezione è dietro l’angolo. La pazienza è una virtù.
Luciano Corrado
PS. E’ passato in sordina il responso elettorale nella città di Imperia con il suo primo cittadino che è tornato una star nelle citazioni delle TV e quotidiani nazionali. C’è chi l’ha definito ‘l’intramontabile’ come Mike Bongiorno (compianto). Chi gli ha attribuito la paternità della scelta di Bucci vincente, unico capace di superare il ‘circo’ del contendenti nel centro destra, favorito dalle divisioni del centro sinistra con il ‘fallito e monco’ campo largo. Il colmo dell’irriverenza a ‘u ministru‘ è arrivato, in prima serata mercoledì 30 ottobre 2024, nella trasmissione della Gruber alla 7 TV. Il giornalista- scrittore- drammaturgo- opinionista Andrea Scanzi citando Claudio Scajola “Il Capo bastone…. Non sapevo che esistesse ancora….”. Al tavolo degli invitati il giornalista scrittore e editorialista, già direttore del Corriere della Sera, La Stampa, Paolo Mieli. Nell’ottobre 2018, a Imperia: “Claudio Scajola carissimo amico da molti anni, sono fiero di lui, dell’amicizia…un onore….un uomo che stimo e merita la mia stima…”. Scajola sindaco visibilmente commosso, teso, nel giorno in cui si tiene una ‘lectio magistralis’ sulla storia di Imperia. “Aspettando il centenario” con la fusione di Oneglia e Porto Maurizio.
A Imperia capoluogo il più votato è stato il Partito Democratico Andrea Orlando Presidente con 4.519 (32,46%), seguito da Forza Italia Berlusconi Bucci Presidente con 2.934 (21,07%). Il centro destra a Imperia ha riscosso il 52,55% con 7.623 voti. Il centro sinistra 43,29% con 6.279 voti. L’affluenza 43.96% (2024), 53.53 % (2020).
IL SECOLO XIX DEL 24 OTTOBRE 2024-
Matteo Salvini è arrivato in Liguria per trainare la volata finale della campagna elettorale del centrodestra. E punta sui paesi dell’entroterra per un mini-tour che si propone come un evento nazional-popolare per avvicinare al voto chi pensa di astenersi e convinto e convincere gli indecisi. Ieri, tre tappe a Montoggio, Torriglia e Bargagli. E ciascuna inizia da un bar. A Torriglia è “Aldo” di piazza Cavour: una targa all’ingresso, voluta dal Comune, ricorda un giocatore e di scopone scientifico arrivato a vincere i campionato del mondo. Nome d’arte, “Peiotto”.
Ministro, il suo è un viaggio nei paesi dell’entroterra dove i problemi sono quelli di sempre: la gente che va via, le scuole che chiudono, le strade minacciate dalle frane. Che fare?
«Continuare con il buongoverno degli ultimi anni, che infatti ha permesso di incrementare il numero di residenti nella regione. Significa che la Liguria è diventata più attraente. Nell’entroterra vanno moltiplicati gli sforzi per garantire i servizi e migliorare i collegamenti. Il controllo del territorio, infine, è una priorità” Parole del leader e vice ministro ‘Salvini premier’.
LA STAMPA – “I CANDIDATI DI BUCCI SI SONO SEMPRE DISTINTI PER LA PRESENZA AD OGNI FESTIVITA’ PAESANA (SENZA DIMENTICARE LE SAGRE) E INAGURAZIONI, RISPETTO ALLE SPORADICHE APPARIZIONI DEI CANDIDATI DI PUNTA DI ORLANDO”.