“L’UNI3 ingauna saluta la sua storica insegnante e direttrice dei corsi Anna Maria Tagliasacchi e la ringrazia per l’immenso, insostituibile contributo di umanità e cultura che ci ha dato”. E’ il cordoglio social. La pagina Facacebook dell’organizzazione no profit comprensoriale ha 759 follower.
RICEVIAMO – Con profonda commozione desidero ricordare la professoressa Anna Maria Tagliasacchi, mia indimenticabile insegnante di Lettere nella sezione B al Liceo Giovanni Pascoli. Donna colta, appassionata, capace di trasmettere l’amore per la letteratura come pochi sanno fare, è stata per me — e per tanti altri suoi studenti — una guida, un esempio, un faro acceso tra i banchi di scuola e nella vita. Instancabile volontaria dell’Unitre di Albenga, con cui — da assessore ai servizi sociali — ho avuto l’onore di collaborare a lungo, ha saputo portare cultura, calore umano e senso civico in ogni iniziativa, continuando a donarsi con generosità e dedizione anche fuori dall’aula scolastica.
Persona profondamente credente, per anni ci siamo ritrovati vicini di panca alla Messa domenicale delle 18.30 al Sacro Cuore di Albenga, sempre accompagnata dal marito Mario, medico stimato e uomo gentile. Insieme formavano una coppia bellissima da vedere, discreta e affiatata, con cui era un piacere scambiarsi un sorriso, un saluto, una parola buona.
Alla sua famiglia, al dottor Mario e ai figli Antonella e Pierfrancesco, giunga il mio abbraccio più sincero. Nella preghiera, il mio pensiero colmo di gratitudine per aver avuto il privilegio di incontrare una grande insegnante, una donna speciale, un’anima luminosa della nostra comunità. Il suo ricordo vivrà in ogni pagina letta con il cuore, in ogni gesto di bontà, in ogni momento di fede condivisa. dr. Eraldo Ciangherotti
ARTICOLO DEL QUOTIDIANO ON LINE ‘LOKKIO’ EDITO AD ALBENGA
di Claudio Almanzi. Albenga. Domani mattina ad Albenga si terranno alle ore 11 nella chiesa del Santuario del Sacro Cuore i funerali della professoressa Anna Maria Tagliasacchi. Molto nota in tutto il comprensorio ingauno non solo come docente, ma anche come persona attiva e generosa nel mondo del volontariato. La scomparsa della professoressa, storica insegnante di Latino e Materie Letterarie al Liceo Classico Giovani Pascoli, oggi Giordano Bruno di Albenga, ha lasciato nello sconforto non solo tutti i suoi tanti ed affezionati allievi, ma anche l’intero mondo della scuola. La tagliasacchi è stata anche una figura fondamentale nella storia dell’Unitre Comprensoriale Ingauna ed un punto di riferimento per decenni per il settore culturale cittadino. Molto nota non solo ad Albenga, ma anche in tutto il comprensorio oltre che per aver insegnato per oltre trent’anni al Liceo della “Città delle Torri” per essere stata a lungo docente di Letteratura Italiana all’Unitre, di cui faceva parte anche del direttivo e di cui era anche direttrice didattica. All’Unitre ingauna è stata più volte conferenziera e guida del corpo docente e da oltre dieci anni era anche direttrice dei Corsi e del Comitato orario. Esperta e studiosa di Dante è stata per molti anni valida conferenziera anche in altri eventi culturali del comprensorio dedicandosi con passione alla divulgazione della cultura. Anche il sindaco di Albenga, il dottor Riccardo Tomatis si è unito al dolore di tutta la cittadinanza: “La professoressa Anna Maria Tagliasacchi è stata la mia insegnante al Liceo ed anche una amica di famiglia; suo marito Mario Bonfante ha fatto parte insieme a mio padre di una grande generazione di medici. Per me e per tutti i miei compagni di liceo è stata un vero e proprio punto di riferimento. E lo è stata non solo per noi ma anche per numerose altre generazioni di studenti: con la sua empatia, competenza e sensibilità ha cambiato il modo di insegnare rendendolo meno didattico e più interessante e coinvolgente per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di esserne allievi”. Claudio Almanzi- (PRESIDENTEUNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ UNITRE E SOCIO FONDATORE).
COMMENTO DI TRUCIOLI.IT/Prima di tutto Albenga! Ci mancherebbe altro. Ma non si continui ad ignorare la nostra storia. La prof. Tagliasacchi era soprattutto un’esimia e benemerita cittadina ingauna, al servizio della comunità e della cultura, dove ha trascorso un’esistenza terrena esemplare. Da ex cittadino di Peagna, dove ho trascorso infanzia e prima giovinezza ed eravamo tutti peagnoli/peagnini anche noi pastori montanari transumanti, mi è difficile condividere quanti – direi tutti, almeno da quanto si è letto- ‘ dimenticano’ che la defunta ha avuto origini e un papà che nessuno della terza età di Ceriale ha dimenticato. Il dr. Antonio Tagliasacchi medico condotto e di famiglia. Dopo di lui il mitico – per bontà, disponibilità e temperamento- Bartolomeo Bertin Merlo che prestò il suo primo incarico in Alta Valle Arroscia, a Cosio, Mendatica, Montegrosso P.L., Pornassio-Nava, nei tempi della seconda guerra mondiale. Conserviamo un lunga intervista di suoi ricordi e testimonianze.
Il mio primo incontro col dr. Tagliasacchi risale a quando avevo cinque anni ed ero ‘terrorizzato‘ di fronte al camice bianco. Nello studio-ambulatorio di Ceriale piangevo a dirotto. E il medico con la sua voce baritona, portamento signorile, apparentemente ‘distaccato’, imperturbabile nel savoir fair, riuscì a tranquillizzarmi. Ero affetto da tonsillite dolorosa e febbre. Si accomiatò con un buffetto e il dono di due caramelle che all’epoca non erano molto comuni.
Bertin e Tagliasacchi nei miei ricordi da c’era una volta (e ora non c’è più) un ‘medico speciale’. Oggi si dice ‘ medici d’altri tempi’. Disponibili giorno e notte quando si stava male e in ospedale si andava solo per una grave sintomatologia febbrile e persistente. Non prescrivevano decine di analisi prima di una diagnosi ospedaliera. Si ascoltava il malato, si ispezionava dalla testa ai piedi. Insomma si monitorava addome, cuore, bronchi e polmoni, occhi, lingua, gola.
Si incontravano in strada, a tutte le ore, con la borsa da medico. Non c’erano cellulari, né teledrin. Gli orari di lavoro non avevano limiti. Capitava incrociarli, pure a notte fonda, impegnati per una visita domiciliare urgente. Estate e inverno. Non era un’eccezione che venissero svegliati per accorrere al capezzale di un moribondo. Eppure non erano medici di famiglia dell’ottocento usciti dalle pagine di un romanzo di Cronin. Persone generose e coscienziose, che si facevano carico di una missione da svolgere nel migliore dei modi e nel sacrificio, senza la venalità assai diffusa ai nostri giorni. Il sacrificio veniva ricompensato con una stima e gratitudine che resisteva al tempo. E una straordinaria nomea li accompagnava nella storia locale.
Antonio Tagliasacchi e Bertin Merlo, veri cerialesi, che raggiungevano il capezzale di pazienti di Peagna percorrendo a piedi, a volte nei giorni di intemperie, la vecchia ‘strada del cuore’. Mezzora di percorso sterrato che manco a dirlo al buio. Come dimenticare quella notte quando nonno Peantugnin raggiunse lo studio-abitazione di Tagliasacchi (la casa in via Indipendenza ora è stata ampliata e trasformata in condominio). Mio papà Armando, muratore provetto (ha costruito anche la parte vecchia dell’attuale Villaggio Santa Maria Belfiore di Peagna ai tempi di don Denegri, vedi noticina a fondo pagina) affetto da Tubercolosi, dovuta ad un breve periodo di prigionia ad opera dei tedeschi negli umidi bassi fondi del Forte Centrale di Nava. Ebbene quella notte papà non riusciva più a respirare. Al luce di una lanterna, medico e nonno, raggiunsero il paziente, occorreva un medicinale che Tagliasacchi aveva con se. Il nonno, pastore di Mendatica-Monesi, lo riaccompagnò a Ceriale.
La professoressa AnnaMaria era secondogenita del dr. Antonio. Dal papà ebbe un’educazione che la distinguerà nella vita: severa, riservata, carattere forte, riflessiva, orgogliosa. A Ceriale ha frequentato elementari e medie, liceo ad Albenga, Università a Genova, diventata adulta tra i cerialesi. Cosi come il fratello Carlo, classe 1934, che è stato direttore sanitario al Santa Corona, poi a Imperia. Un gran signore con il quale non mancarono per miei e suoi motivi professionali momenti di discussione e civile confronto. (Luciano Corrado)
PS. Pubblichiamo la foto di una targa che il Comune di Ceriale ha fatto affiggere, anni ’90, con il cognome sbagliato di don Angelo Denegri (ovvero Giacomo De Negri), origini a Pieve di Teco, che acquistò immobile e tenuta agricola circostante del generale Caviglia e che in un secondo tempo chiamerà ‘Villaggio Santa Maria Belfiore’. All’epoca don Angelo ricordava che in Umbria gestiva un’azienda che produceva lavanda e ospitava orfanelli permettendo di raccogliere offerte in tutta Italia. A richiesta inviava, via Posta, dopo aver ricevuto un obolo, essenza di lavanda.
Nella nostra umile vecchio mestiere abbiamo sempre cercato di scrivere nel modo più serio e professionale possibile. Con modestia e avulsi al protagonismo del palco e degli inviti da parte di lobby associative. Abbiamo resistito a non trasformarci in valletti dei ‘signorotti politici’ al potere o all’opposizione.
Indifferenti, senza essere talebani, ai potentati economici. Basti pensare all’era invincibile e senza freni dei costruttori edili coprotagonisti dello scandaloso ‘sacco edilizio’ e della distruzione ambientale che valorizzava la Riviera in Europa soprattutto e nel mondo civilizzato. Siamo invece sprofondati nel turismo di massa senza avere gli spazi della riviera romagnola. E lo sterminio degli hotel è la prova del nove. Eppure gli ineffabili ripetono che ‘bisogna puntare al turismo di qualità (sic!).’
Da cronisti liguri mai ‘proni’ ai signorotti riveriti. Gelosi della nostra libertà che spesso si trasforma in “pochi amici tanto onore”. (l.c.)
Le sue origini a Gazzo di Borghetto d’Arroscia (IM). Roberto Lucifredi il cittadino più illustre (per le cariche istituzionali ricoperte) nella storia del ponente ligure. Ma se le giovani generazioni forse non possono sapere, per altri è assai probabile che dimentichino. Una dimenticanza colposa.
Ci scusiamo se la nostra informazione è errata, ma cliccando su ‘pianeta internet’ (strada, piazza, busto, scultura, un luogo pubblico) non troviamo voci a conferma di Roberto Lucifredi. Ignorato. Ci sarà almeno una semplice targa commemorativa? A Borghetto d’Arroscia si trova via Innocenzo Lucifredi e nessun cenno storico sui social.
Parliamo della nostra Valle Arrosciae non solo da blog montanaro, ci sentiamo in dovere di ricordare la figura di chi, con lungimiranza e concretezza, lontano anni luce dall’esibizionismo, è stato il promotore e primo presidente della benemerita Comunità Montana Alta Valle Arroscia costituita il 12 Aprile 1974. Sono ancora in vita, pur nella verde età, coloro che sono stati testimone ed hanno avuto ruoli nella stessa Comunità Montana. In Liguria sono state soppresse irreparabilmente tra il 2008 e il 2011. Molti politici ed amministratori pubblici di quei tempi sostenevano che erano ‘carrozzoni’ dispendiosi e poco ‘produttivi’- poltronificio dei partiti al potere- quanto a reali benefici per i territori. Pur senza mettere tutti sulla stessa bilancia. Per la alta Valle Arroscia non fu così. Anzi la Comunità, con i presidenti che si sono susseguiti (Lucifredi, Marco Lengueglia e Carlo Lanteri) era un propulsore importante pure sul piano della promozione e delle manifestazioni annuali e non solo nel clou dei mesi estivi. Come dimenticare, piccolo esempio, l’antisignana- unica in Liguria- ‘Esposizione-sagra di lamponi, fragoline e mirtilli selvatici’ a Mendatica. Ma Come dimenticare che quando fu fatta la riunificazione (2008) Comunità Montana dell’Olivo e Alta Valle Arroscia, l’allora sindaco, al suo primo mandato, geom. Alessandro Alessandri non aderì e Pieve restò esclusa.
Imperia, in pizzeria, cena del primo Club trumpiano in Italia che ha festeggiato l’elezione del presidente Trump. In piedi, da sn, l’ex sindaco di Pieve di Teco, Alessandri, accanto al sindaco Melgrati, al comandante della Polizia locale di Alassio, Francesco Parrella, già candidato sindaco a Diano Marina dove è consigliere comunale-capogruppo di minoranza. Se non sono fantasie da Alassio l’invito a Trump a visitare e firmare una piastrella dello storico e rinomato ‘Muretto di Alassio’. Ma anche Trump a Pieve di Teco per visitare i caratteristici portici di Pieve di Teco, insomma una promozione turistica mondiale senza pari per la piccola ‘capitale’ della Valle Arroscia.
Per un primo cittadino, sempre sulla cresta dell’onda che aderisce, nel gennaio 2025, alla cena per festeggiare la rielezione del tycoon americano Trump, promotore dei ‘super Dazi della giustizia’ per rilanciare l’America, non c’è che dire. Tra gli organizzatori l’arch. MarcoMelgrati sindaco di Alassio e il primario dermatologo Cannata. Primo Club in Italia dei fan del presidente che si sono ritrovati a Imperia e tra gli ospiti, al brindisi, le immagini hanno immortalato anche Alessandri tra i parenti dell’attivissimo e plurivotato nell’imperiese Marco Scajola.
Le Comunità iniziarono ad operare con Angelo Carossino (PCI), nate con la presidenza di Gianni Dagnino e del successore Giorgio Luciano Verda, entrambi Dc. Poi soppresse durante i due mandati del presidente Claudio Burlando, prima Democratici di Sinistra e poi Partito Democratico. Più avanti daremo conto nel dettaglio.
Ora torniamo ai maggiori personaggi politici del ponente ligure. Se il prof. RobertoLucifredi ha ricoperto ruoli di maggiore spessore nel governo dell’Italia, è rimasto sicuramente impresso nella nomea del mondo politico e storico imperiese Alessandro Natta deputato per dieci legislature consecutive, segretario del Partito Comunista Italiano (1984-1988) subito dopo la morte del benvoluto segretario Enrico Berlinguer avvenuta nel 1984. Un vero galantuomo che con Aldo Moro era propugnatore di un governo di centro sinistra che includesse il Pci. Gli Stati Uniti per mano della Cia che utilizzarono anche le Brigate Rosse, non lo permise.
Roberto Lucifredi con Giulio Andreotti e del presidente della Camera Sandro Pertini e Carlo Russo di Savona Giudice italiano della Corte europea dei diritti dell’uomo dal 1981 – 1998, già ministro delle Poste e telecomunicazioni. La foto in occasione della celebrazione degli Auguri di fine anno alla stampa parlamentare
L’onorevole DC (centrista di destra) Roberto Lucifredi divenne, agli inizi degli anni Cinquanta, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Pubblichiamo una lettera inviata a G. Agnese, assessore provinciale di Imperia, in cui comunica il finanziamento del cantiere di lavoro della strada Pontedassio – Villa Viani – Bestagno – Villa Guardia per giornate 765, pari a lire 748.197. Il che vuol dire che una giornata di lavoro valeva meno di 1000 lire.
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DA WIKIPEDIA – Roberto Lucifredi originario di Borghetto d’Arroscia, ebbe a laurearsi in giurisprudenza e in lettere. Dal 1935 fu docente universitario di Diritto pubblico nelle università di Genova, Perugia e Roma. Nel 1940 contribuì al Dizionario di Politica dopo aver partecipato in
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precedenza alla prima edizione dell’Enciclopedia Italiana con la voce biografica su Alessandro Manzoni. Lucifredi ufficiale di artiglieria assegnato alla difesa dell’Italia durante il secondo conflitto mondiale, fu arrestato dalle forze tedesche e internato a Dachau a seguito dell’armistizio dell’8 Settembre 1943. La cronaca delle sue esperienze in prigionia fu pubblicata a cura dell’Istituto Storico della Resistenza in un volume intitolato “Rottami”.
Nel 1948 fu eletto deputato alla Camera per la Democrazia Cristiana in Liguria. Dal 1951 al 1953 fu sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo De Gasperi VII, con delega alla riforma burocratica e lo resta nel governo Pella e governo Fanfani I nel 1954. Nel 1955 è ancora sottosegretario alla presidenza nel governo Scelba.
Fu rieletto alla Camera per le successive 5 legislature, nel 1953, nel 1958, nel 1963, nel 1968 e nel 1972, e restò a Montecitorio fino al 1976. Fu anche vice presidente della Camera. Dal 1958 fu uno dei principali esponenti della corrente di Mario Scelba Centrismo popolare, di politici conservatori che aveva come referenti principali, anche Guido Gonella, Mario Martinelli ed Oscar Luigi Scalfaro. Nel 1963 nel primo governo Leone fu ministro senza portafoglio per la riforma della Pubblica amministrazione. Nel 1966 assunse il ruolo di rettore della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS Guido Carli) alla sua fondazione. Fu promotore della creazione della Comunità montana Alta Valle Arroscia e ne fu primo presidente.
In Liguria, le Comunità montane nascono ai sensi delle L. R. 15/73 “Disciplina delle Comunità Montane” e 27/73 “Delimitazione delle zone omogenee ai sensi e per gli effetti della Legge 3 dicembre 1971 n. 1102″, emanate dalla Regione Liguria dopo l’istituzione ufficiale delle Comunità montane avvenuta con la L. 1102/1971. Con la L. R. 6/1978 la Regione delega alle Comunità montane e ai Comuni riuniti in Consorzi le funzioni amministrative in materia di agricoltura, foreste, economia montana a partire dal 1º luglio 1978. Con la deliberazione del Consiglio regionale della Liguria n. 71 del 24 maggio 1978 furono ridefiniti gli ambiti territoriali delle Comunità montane e identificati quelli dei Consorzi deiComuni operanti sul territorio- Provincia di Imperia
Comunità Montana “Intemelia“, Comunità Montana “Argentina-Armea“, Comunità Montana “Valle Arroscia“, Comunità Montana “dell’Olivo“; Consorzio dei Comuni di Ventimiglia, Vallecrosia, Vallebona, Camporosso, Soldano, Bordighera, San Biagio della Cima; Consorzio dei Comuni di Ospedaletti, Riva Ligure, Taggia, San Remo, Santo Stefano al Mare; Consorzio dei Comuni di Cipressa, Imperia, San Bartolomeo al Mare, Costarainera, Diano Marina, Diano Castello, Diano San Pietro, San Lorenzo al mare, Civezza, Cervo. Provincia di Savona: Comunità Montana “Ingauna“, Comunità Montana “Pollupice“, Comunità Montana “Giovo“, Comunità Montana “Alta Val Bormida “; Consorzio dei Comuni di Altare, Cairo Montenotte, Carcare, Dego, Piana Crixia; Consorzio dei Comuni di Albenga, Alassio, Ceriale, Laigueglia, Borghetto S. Spirito; Consorzio dei Comuni di Borgio Verezzi, Finale Ligure, Noli, Spotorno; Consorzio dei Comuni di Bergeggi, Vado Ligure, Savona, Albisola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Quiliano.
DA ‘ENCICLOPEDIA DELLA LIGURIA’ EDITA DAL SECOLO XIX NEL 2000
BORGHETTO D’ARROSCIA ORA CONTA 388 ABITANTI (M 242, F 210) DI CUI 49 CITTADINI STRANIERI. SINDACO DAL 4 OTTOBRE 2021 E’ ANGELA DENEGRI. L’apice del residenti risale al 1871 con 1.762.Il primo sindaco dalla Liberazione fu Mario Bruna che rimase in carica 1 anno. Il sindaco che fece tre mandati consecutivi Mario Ferrari (DC), dal 1991 al 2001. Il paese è stato amministrato dal Dopoguerra da 15 sindaci. Ultime elezioni regionali: Marco Bucci Centrodestra 83 voti, 69,2%. La Lega di Salvini è il primo partito con 36 voti.
Lega Liguria Bucci Presidente
36
30,5%
Forza Italia Berlusconi Bucci Presidente Ppe
27
22,9%
Giorgia Meloni per Bucci Presidente Fratelli d’Italia
9
7,6%
Bucci Presidente Vince Liguria
6
5,1%
Orgoglio Liguria Bucci Presidente
2
1,7%
Bucci Libertas Udc
1
0,9%
Andrea Orlando Centrosinistra 34 voti- 28,3%. Il Pd con 18 voti è il primo partito
Partito Democratico Andrea Orlando Presidente
18
15,2%
Alleanza Verdi e Sinistra – Lista Sansa – Possibile – Europa Verde – Sinistra Italiana
6
5,1%
Movimento 5 Stelle
4
3,4%
Lista Andrea Orlando Presidente
3
2,5%
Patto Civico e Riformista per Orlando – Azione con Calenda – Pri – Repubblicani Europei – per – Alleanza Civica Liguria
2
1,7%
DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI: 1955 PEAGNA DI CERIALE. INAUGURAZIONE NUOVE SCUOLE ELEMENTARI – OGGI MUSEO LAI- Tra le autorità presenti anche l’on. Roberto Lucifredi e il giovane parroco don Fiorenzo Gerini di Vessalico.
L’on Roberto Lucifredi, terzo da ds a sn. Lo scolaro Luciano Corrado (ora veterano giornalista e coordinatore di Trucioli.it) tenne l’orazione ufficiale con il saluto alle autorità comunali, provinciali.
PAGINE DI STORIA DELLA VALLE ARROSCIA TRA IL XII E XIII SECOLO.
Tra il XII ed il XIII secolo si contrappose il potere feudale signorile dei Clavesana, Scarellà e del Carretto l’espansionismo del dominio ingauno e genovese: la chiusa di San Pantaleo rappresentò il punto di cesura tra queste
entità politiche. Nell’ anno 1244 viene fondato il principale borgo pianificato della Valle Arroscia: Pieve di Teco allo scopo di raccogliere al suo interno le indifese popolazioni circostanti, sviluppare i commerci e le indotte attività economi-
che ed evidenziare una significativa presenza politico-militare. Con le stesse finalità sorsero, nelle vallate vicine, i centri di Zuccarello e Villanova.
In questi secoli si costituirono anche le “case-forti agricole famigliari” come la Bastita dei Gaibizi nel comune di Montegrosso Pian Latte. La progressiva espansione genovese a d an no dei domini signorili, tese a ridurre il frazionamento politico della Valle Arroscia e quindi ad agevolare i rapporti umani e commerciali. Gli interessi sabaudi ad aprire una via commerciale verso il mare contrastarono con quelli genovesi. Quindi dalla seconda metà del XVI secolo, quelle relazioni che si stavano lentamente consolidando tra le comunità della Valle Arroscia, subirono un deterioramento. L’acquisto da parte di Emanuele Filiberto nel 1576, delle Valli di Oneglia e di Montegrosso creò i presupposti per due secoli di conflitti che si conclusero solo nel 1797 con la caduta, a seguito dei fatti collegati alla rivoluzione francese della Repubblica Aristocratica genovese e l’instaurazione di quella Repubblica Democratica che durerà fino alla definitiva caduta di Napoleone nel 1815, in seguito alla quale il Congresso di Vienna, assegnava la Liguria ai Savoia, riunificando la Valle sotto il dominio sabaudo.
Da questo momento l’assetto dell’ Alta Valle, salvo lievi variazioni come quel e inerenti i territori di Aquila e Borghetto d’Arroscia, rimarrà invariato ed ha inizio la storia amministrativa contemporanea della zona. L’Alta Valle, ad incominciare dal territorio di Ranzo, viene messa alle dipendenze della provincia di Oneglia e del Senato di Nizza.
Vengono, in una volta, realizzate le antiche aspirazioni sabaude, sono interrotti i rapporti amministrativi con l’ Albeganese e la loro valle, e, in un certo senso, viene ricostituita quella abbastanza omogenea unità dell’Alta Valle che, in qualche modo, per estensioni, motivi ed in epoche diverse, aveva, qualche volta, già funzionato e della quale restano tracce nelle tradizioni popolari locali e nei monumenti come la “Pietra delle Croci” lungo la strada Mendatica-Montegrosso. Di questa omogeneità, sia pure nella diversità di tradizioni, di cultura e di interessi, si f ece interprete il Prof. Roberto Lucifredi che promosse la costituzione, fra gli 11 Comuni dell’ Alta Valle, del primo Consiglio di Valle,
avvenuto in data 30 Maggio 1957. A seguito dell ‘entrata in vigore della legge n. 1102/1971 il Consiglio viene sciolto e viene costituita in data 12 Aprile 1974 la Comunità Montana. Si trattò di un’idea e di una scelta che, durante tutto l’ultimo quarantennio ha influenzato la vita politico-amministrativa della zona portata avanti sotto la guida dei suoi presidenti. Il modello di società che si è venuta formando è oggi costituito da realtà locali con loro specificità economiche e socio culturali e proprie tradizioni che tuttavia costituiscono un insieme di grande omogeneità.
Lo Statuto intendeva affidare alle generazioni future questo retaggio ideale, nello spirito del solidarismo che unisce e della ricerca della sicurezza e della giustizia nella tranquillità, avendo come primario obiettivo il miglioramento
delle condizioni di vita delle popolazione.
I RICORDI DELL’EX SINDACO DI PIEVE DI TECO, RENZO BRUNENGO TRA LE MEMORIE STORICHE
Posso ricordare alcune intuizioni a livello locale dell’on. presidente Roberto Lucifredi.
Ha sostenuto la necessità di intervenire sulla statale Pieve-Albenga, inadeguata ai tempi, sacrificata nell’attraversare i centri storici di Vessalico, Borghetto e Ranzo. Riteneva necessario costruire delle varianti che purtroppo, a causa delle visioni miopi, le varie amministrazioni comunali hanno ostacolato. Optò allora per la cosiddetta strada di mezza-costa realizzata per sua iniziativa, che collega i vari paesi in sponda sinistra del fiume Arroscia (Gavenola-Leverone-Aquila d’Arroscia-Costa Bacelega- Vendone-Curenna e per arrivare ad Albenga).
Lucifredi è da tutti ricordato per l’utilissima sua legge dell’usucapione.
Nel 1957 intuì e si fece carico delle esigenze dell’Alta Valle Arroscia (da Ranzo a Montegrosso PL, Monesi) interpretandole con la costituzione, nel 1957, del “Consiglio di Valle della Valle Arroscia”, costituito da un Consiglio Generale composto da 33 consiglieri, tre consiglieri comunali di ogni comune, minoranze comprese, di cui fu Presidente. In pratica l’antesignano delle Comunità Montane nate in tutta Italia con una legge del 1971. Presidente fu l’On. Lucifredi.
Roberto Lucifredi dal 30 maggio 1957 al 12 aprile 1974. Marco Lengueglia dal 13 aprile 1974 al 6 dicembre 1985. Carlo Lanteri dal 7 dicembre 1985 al 19 agosto 2001. Renzo Brunengo dal 20 agosto 2001 a tutto il 2008 (ultimo presidente). Dal 2009 la Comunità dell’Alta Valle Arroscia, con una legge regionale confluì in quella dell’Olivo-Valle Impero per poi chiudere definitivamente. La chiusura delle Comunità Montane fu una scelta infelice che danneggiò l’entroterra e purtroppo non sarebbe stato neppure difficile prevederlo. Ma è andata così. La lungimiranza dei politici di una volta era altra cosa e la possiamo constatare ogni giorno. Proprio per questo l’On. Lucifredi viene spesso menzionato dalle persone che lo hanno conosciuto e che si trovano a parlare dei tempi passati. (Renzo Brunengo)
Quando ci lascia e si ricorda un cittadino da portare ad esempio per la sua esistenza dedicata al dovere, al lavoro, alla famiglia, all’amore per il suo paese, c’è il rischio di sconfinare nel patetico, nella retorica. Non è questo il caso di un vero loanese-verzino che dopo un virtuoso e laborioso ‘cammin di vita’ è destinato a ‘fare storia’ per quanti l’hanno conosciuto.
E’ morto a 90 anni l’amico e stimato per la sua indole buona e altruista, né scansafatica, né tra i parassiti che popolano un mondo politico sempre più in decadenza. Con molti esponenti che in un’azienda privata non avrebbero neppure il ruolo di capo ufficio e tantomeno indennità mensile e benefit da piccoli nababbi.
Un commosso omaggio a Leonardo Dell’Isola, detto ‘Leo-Massetti‘ (vedi oltre il ricordo del veterano cronista Luciano Corrado). Un vero peccato che il ‘pianeta giovani’ ignori, così come i quotidiani on line più popolari, un personaggio da ‘uomo qualunque’, in realtà ricco di meriti.
COMUNICATO STAMPA – Si è svolta , con notevole partecipazione di pubblico, domenica pomeriggio presso la Biblioteca Comunale di Loano ” A Arecco” la conferenza : “Italo Calvino da Partigiano a Scrittore . Gli intrecci tra la vita e l’opera di uno dei grandi del Novecento”.L’incontro era organizzato dalla locale Sez A.N.P.I,da A.N.E.D di Savona , F.I.D.A.P.A Riviera delle Palme, con il Patrocinio del Comune di Loano nell’abito dell’Ottantesimo Anniversario della Liberazione.
Da sn: Milena Marinelli, Manuela Ormea, Giovanni Rovelli, Daniela Cassini e Patrizia Lanzoni
Relatrici sono state Daniela Cassini e Manuela Ormea che attraverso i loro libri :”Italo Calvino il Partigiano Santiago” e “Il mondo che Verrà“, hanno ripercorso la vita, le esperienze dello scrittore Sanremese dall’impegno Partigiano alle sue ultime opere. Italo Calvino da giovanissimo fu’ Partigiano con il nome di battaglia “SANTIAGO” nella brigata di ” Felice Cascione”che operava dell’imperiese e partecipo’ a numersose azioni. Durante la Resistenza inizio a scrivere anche articoli su giornali clandestini stampati nel Sanremese.
Calvino è conosciuto e tradotto in tutto il mondo e rappresenta lo scrittore italiano per antonomasia.La sua opera spazia dai romanzi ai racconti in cui descrive la guerra e la Resistenza fino a toccare temi di forte attualità anticipando già negli anni 60, temi come la sostenibiltà ambientale e la difesa della Libertà. Lo Scrittore ci ha insegnato il valore della leggerezza come profondità,l’importanza dell’immaginazione per comprendere la realtà e il potere della narrazione nel dare ordine al mondo e ci ha invitato a guardare oltre le apparenze ed a esplorare nuovi modi di pensare.
La Conferenza è stata indrodotta da Patrizia Lanzoni e da Giovanni Rovelli dell’ANPI di Loano. Sono interventiti: Marco Astegiano ( ANED), Marilena Marinelli (FIDAPA) e dall’assessore comunale di Loano Enrica Rocca.
Giovanni Rovelli, Presidente Sez Anpi di Loano
2/’LEO’ MASSETTI ULTIMO RISTORATORE DI VERZI RIMASTA ORFANA DI AGRICOLTORI E DIVENTATA ‘PREDA’ DELLA CEMENTIFICAZIONE. PRIVA DI UN NEGOZIO, DI UN BAR, DI UN CENTRO DI AGGREGAZIONE.
di Luciano Corrado
Leonardo Dell’Isola, detto ‘Leo-Massetti‘, fino a qualche anno fa non era difficile incontrarlo, anche a Loano, alla guida del motocarro Piaggio a tre ruote. Dopo la chiusura dell’ultimo alimentari dei coniugi Burastero (genitori dell’assessore Vittorio Burastero), congiunti di Leo, lui faceva la spesa alla Conad sulla strada per Verzi, una grave perdita per la frazione, in particolare le persone anziane che devono raggiungere il capoluogo o essere assistite.
Verzi, un tempo paese di elettori democristiani, poi passati alla destra, sempre più populista. Verzi rimasta con una sola attività pubblica che fa onore ai titolari per essere meta di una clientela che arriva anche da altre città e paesi della nostra provincia. Si tratta della quasi storica ‘Pizzeria l’Agricola’, non solo ottime pizze, farinata, carne alla brace. Aperti dal martedì alla domenica dalle 19. Non hanno bisogno di pubblicità e riservare un posto a tavola è consigliato. Dal popolare TripAdvisor si possono leggere giudizi lusinghieri: “Farinata e pizza super! Vengo all’Agricola da quando avevo 5 anni… e ora ne ho 49. Ogni volta mi sento a casa: cucina ottima, ambiente famigliare e accogliente, prezzi onesti . Consigliatissima sempre ! E per sempre ..”. Ma non mancano sporadiche critiche anche severe (veritiere?). L’ultima del 17 gennaio scorso (non anonima) e sulla quale è doveroso da parte nostra usare il condizionale rispetto a quanto scritto: “Non prende bancomat, né fa lo scontrino, tutto rigorosamente in nero. Farinate bruciate. Ma un controllo della Finanza mai?”
Tornado alla morte di Leo per chi frequentava il ristorante ‘Massetti’, in centro paese, non può dimenticare la bravura di chi era ai fornelli e la famigliarità. Un’attrattiva culinaria che promuoveva, a Verzi, una clientela di locali e turisti. TripAdvisor non era ancora attiva, ma bastava rendersi conto di persona della genuinità e bontà con cui si preparava pranzo e cena. Matrimoni, cresime, comunioni, nozze d’oro, ribotte tra amici. Molte portate erano una specialità della casa: dalla pasta fresca, alle torte salate e dolci, ai ravioli. Tra la materia prima prodotti dell’orto coltivato da Leo. L’ottimo rapporto qualità-prezzo. Il garbo, le premure, il clima allegro, festaiolo.
Oggi Verzi è soprattutto paese di seconde case e loanesi che hanno costruito o comprato villette (agricole? vedi polemiche, processi, assoluzioni anche di personaggi facoltosi o eccellenti). Verzi, ricorda la novantenne loanese nonna Rina vedova Bruzzone, era terra di coltivatori diretti, di pescheti, albicocche, fichi, cachi, di prodotti ortofrutticoli che via treno merci raggiungevano i mercati all’ingrosso del Nord Italia. I carri trainati da cavalli, i buoi per arare le caratteristiche fasce, gli oliveti. Erano di Verzi molti tra i dipendenti dell’ex sindaco Felice Elice, fornitore di bordo di navi mercantili in mezzo mondo, morto in povertà nella sua amata Loano. E oggi non è difficile, confida uno dei tanti loanesi che curano i giardini, trovare erbacce persino attorno alle case di verzini, a ville e villette. Neppure l’orto di famiglia attrae le nuove generazioni e gran parte delle aree un tempo produttive sono in stato di abbandono, tra rovi.
Voci o pettegolezzi? Si parla di Verzi e una futura prossima dolce colata di cemento grazie al nuovo Puc? Solo pettegolezzi per screditare? Quel Puc scaduto già col sindaco Pignocca (il papa, vero gentiluomo, era esponente moderato del Psi di Nenni) del club vacarezziano sempre a destra. Si va da una promessa elettorale (programma scritti) all’altra, di rinvio a rinvio, mentre si sta continua a cementificare, a suon di seconde case (turismo qualificato si ripete), nel perfetto silenzio della cosiddetta minoranza consiliare e dei ‘signorini’ social storici. Altro che stimolo alla presa di coscienza da cittadino virtuoso e che pensa alle future generazioni. Si continua nell’ampliamento di volumi, ristrutturazioni, moltiplicazione dei ‘vani’, più insediamenti abitativi (bilocali) per case al mare e turismo di massa.
C’è il Piano Casa del ‘sistema Toti-Marco Scajola’. Presto vedremo pure le conseguenze delle mansarde rese abitabili ( altezze al minimo) da una norma voluta dal vice presidente del Consiglio e ministro leghista Matteo Salvini. Che, a Loano, ha potuto esibire, unica città del ponente ligure, la visita elettorale del generale Vannacci, ora fresco di tessera leghista, esponente del Gruppo Patrioti in Europa, ovvero di molti nostalgici camerati e neonazisti, trumpisti che si definiscono ‘popolo dei moderati’ e prima di tutto difensori degli interessi nazionali, pure dei ‘dazi’ come ‘buona politica’, annunciati con le borse mondiali a picco e poi congelati per 90 giorni. Ognuno pensi a se. Altro che un futuro da Europa unita! Ostracismo all’accoglienza in barba alle incessanti suppliche di papa Francesco. In Italia c’è tanto bisogno di forza lavoro. Si pensi solo alle immigrate di mezzo mondo che assistono migliaia di nostri anziani. Si pensi alle migliaia di uomini soprattutto e donne che negli esercizi pubblici e nelle imprese svolgono i lavori più umili, a 6 € l’ora (14 in Germania).
Trucioli.it rende merito al concittadino Dell’Isola ammirevole esempio di una ‘Loano che purtroppo non c’è più‘. Mentre c’è chi vuole farci credere che la qualità della vita è da invidiare. E i ricordi e le testimonianze degli ‘anta’ non fanno testo. Il mite e gioviale verzino che almeno, col vecchio cronista, non nascondeva qualche ‘disappunto’ e delusione: “Addio alla mia Verzi dei tempi andati…oggi conta solo il Dio denaro…”. Aggiungiamo che alla maggioranza dei loanesi e ci ripetiamo per quanto si legge sui social più diffusi e post, va bene così. Felici e contenti, tutto o quasi va bene nel governo di Palazzo Doria, ‘casa di vetro (?) del cittadino’. Qualche brontolio da mettere in conto e nulla più. Il pio sindaco (per anni in parrocchia, come chierichetto adulto, passava a raccogliere l’elemosina durante la Santa Messa) ed ora fanno i mega concerti davanti alle due storiche chiese. Anzi c’è di peggio e lo documenteremo in un prossimo servizio.
Senza pretendere di essere sociologi e storici portiamo due esempi. Il Pci è sempre stato, a Loano, dal dopoguerra, il secondo partito dopo la roccaforte Dc, terzo il Psi. Ora del Partito Democraticonon riesce neppure a fare una lista per le Comunali. Loano è la città in Liguria che, proporzionalmente, ha perso più tessuto alberghiero tradizionale, ovvero aziende gestite da famiglie e che davano lavoro fisso a centinaia di persone. Da 116 strutture degli anni ’60, si è scesi a 12, nel misterioso silenzio, ma non troppo, del quotidiano on line più apprezzato e seguito dai loanesi, soprattutto dalle giovani leve, da studenti/esse, potenziali pubblici amministratori del domani. A Loano dove da tempo è finito alle ortiche quel detto: Dimidium facti, qui coepit, habet (Orazio) che corrisponde al nostro “Chi ben comincia, è alla metà dell’opera”.
Sono almeno una trentina i mega yacht milionari che sono clienti fissi del porto di Loano. Peccato che il ‘dopo porto’ sia Montecarlo o la Costa Azzurra
Per fortuna la città può vantare, andare orgogliosa, di un porto turistico modello in Italia, da qualche anno amministrato con oculatezza e lungimiranza; si aggiunga il cantiere navale per mega yacht, il centro immersioni Marina Diving sorto nel 1994 per la passione del suo titolare Corrado Ambrosi che nel giro di pochi anni ha trasformato il diving in un vero e proprio punto di riferimento per i subacquei del Nord Italia che si vogliono immergere negli splendidi fondali della riviera di ponente. E sul fronte ricettivo fa ben sperare l’investimento di una finanziaria della provincia di Trento che ha acquisito Ai Pozzi Village, la più moderna struttura turistica sorta in Liguria negli ultimi anni e lo storico ‘Loano 2 Village‘.
E se Alassio può esibire il ‘budello’ più commerciale della Liguria, con una decina di negozi super lusso e un Hotel a 5 stelle lusso, un parco (La Pergola) con il giardino più fiorito d’europa e ristorante da stella Michelin, nel centro storico di Loano si trovano parecchie piccole gastronomie, ma anche panetterie, pescherie (abbiamo un invidiabile mercato dei pescatori nell’area portuale, pesca nostrana). Una curiosità. Nei quasi tre km di lungomare di Alassio sono rimaste due panetterie e un solo negozio di alimentari, neppure macellerie.
E’ vero che a Loano ci sono vie del centro urbano dove i cartelli di locali commerciali ‘vendesi’ e ‘affittasi’ sono inflazionati. Il sindaco si autoglorifica con la presenza all’apertura di nuovi artigiani parrucchiere/i e qualche piadineria. Siamo la cittadina rivierasca oppressa dal traffico caotico, in particolare sull’Aurelia, per molte ore al giorno. E’ vero che gli amministratori comunali di ieri e di oggi hanno rinunciato a quella che era diventata la seconda stazione ferroviaria della provincia, dopo Savona, quanto ad incassi della biglietteria. E’ vero che il trasferimento della scalo a Borghetto, a 6,5 km dal nostro centro urbano, creerà altro danno al turismo, disagi per i pendolari. E’ altrettanto vero che gli hotel sono stati soppiantati da oltre 70 agenzie immobiliari e che gli stabilimenti balneari possono esibire in estate ‘tutto esaurito‘, che le panetterie sfornano quintali di focaccia, che quasi tutti i bar ora offrono menu a prezzi concorrenziali per le stesse pizzerie e che è rimasto, da qualche anno, un solo ristorante inserito nella prestigiosa Michelin, la guida culinaria e ricettiva più diffusa al mondo tra chi viaggia per turismo e per affari.
3/Associazione “Vecchia Loano” protagonista di una straordinaria avventura a Bergamo.
Dopo la consegna del “Loanese d’Oro”, il weekend del 29 e 30 marzo 2025 ha visto l’Associazione “Vecchia Loano” protagonista a Bergamo, in occasione della Sfilata di Mezza Quaresima organizzata dal Ducato di Piazza Pontida. Questa seconda trasferta ha portato un tocco di colore e tradizione alla storica città lombarda, grazie alla partecipazione delle maschere ufficiali di Loano. Capitan Fracassa, la principessa Zenobia del Carretto Doria e la sua damigella hanno sfilato con orgoglio, rappresentando non solo la loro città, ma anche un patrimonio culturale ricco di storia e fascino. La sfilata ha visto un susseguirsi di carri allegorici, maschere vivaci e gruppi storici provenienti da diverse nazionalità, creando un’atmosfera di festa e condivisione. Il pubblico, entusiasta e caloroso, ha accolto il serpentone colorato con un tripudio di applausi e saluti. La splendida giornata primaverile ha fatto da cornice a questa celebrazione, esaltando la bellezza della città e dei suoi visitatori.
Durante la sfilata, le maschere sono state presentate sia sul palco che lungo il percorso, permettendo a tutti di apprezzare i dettagli e la creatività che caratterizzano ogni costume. Questo momento di condivisione ha rinnovato le radici, le tradizioni e la cultura, sottolineando l’importanza di eventi come questo nel mantenere vive le usanze locali.
In conclusione, la partecipazione dell’Associazione “Vecchia Loano” alla Sfilata di Mezza Quaresima non è stata solo un’opportunità per festeggiare, ma anche un modo per rafforzare legami e celebrare l’identità culturale. Un’esperienza che sicuramente rimarrà nel cuore di tutti coloro che hanno preso parte a questa magica manifestazione! (Laura Inglima per Associazione “Vecchia Loano”)
3/“Il valore della donazione”: tema della serata al Ristorante Matamà a Loano a cura del Lions Club Loano Doria. Nella foto, tra gli altri, Nicoletta Nati,Santo Durelli, Marco Careddu, Luana Isella, Brunello Brunetto, Vittorio Varalli.
COMUNICATO STAMPA – L’iniziativa dedicata alla Banca degli occhi con la presenza della socia Nicoletta Nati, Presidente della Banca degli Occhi e Santo Durelli, Presidente dell’Associazione Amici Banca degli Occhi. La Fondazione Banca degli Occhi “Melvin Jones” è un’ organizzazione Ente Terzo Settore di utilità sociale impegnata al ripristino e preservazione della vista, che non riceve sovvenzioni da istituzioni ed è un ponte tra donazione e trapianto; è nata nel 1997 ed è l’unica struttura della Regione Liguria che si occupa della raccolta, selezione, conservazione e distribuzione di cornee idonee al trapianto ed il laboratorio è la sede dove avvengono le attività di “Eye Banking”.Le cornee sono all’interno di una lista nazionale e vengono “distribuite” secondo la richiesta dei chirurghi oftalmologi per i pazienti in attesa di trapianto. E’ iscritta nell’elenco delle Banche dei Tessuti (CNT) ed è la prima Banca degli Occhi Lions in Europa e l’unica banca degli occhi Lions in Italia. La donazione delle cornee permette di curare un gran numero di persone con gravi problemi alla vista, migliorando la qualità di vita.
Tutte le persone dai tre agli ottantacinque anni sono potenziali donatori di cornee, anche in presenza di problemi visivi come miopia o cataratta e non esistono incompatibilità immunologiche tra tra donatore e ricevente, essendo la cornea un tessuto privo di vasi sanguigni. “Lo scopo della serata, oltre alla divulgazione dell’informazione, è stato la sensibilizzazione al tema della donazione delle cornee per le persone presenti, per poter curare più persone possibile, sconfiggendo la cecità”, le parole del Presidente del Lions Club Loano Doria, Luana Isella. Durante l’incontro il Presidente Santo Durelli ha consegnato al Past President del Lions Club Loano Doria – Marco Careddu – la “Patch d’oro” della Banca degli Occhi, per l’importante donazione fatta dal Club nel 2024. (Addetto Stampa Lions Club Loano Doria, Laura Inglima).
4/RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Un’altra bellissima serata in compagnia dei nostri ragazzi! Il Leo Club Loano Doria si arricchisce di ben cinque nuovi membri, ai quali diamo il benvenuto nella nostra amatissima associazione: Pietro Gattuso, Elena Razzaio, Gaia Ghiberti, Alberto Saffirio, Aianmarco Policarpo. Pensate, sognate e osate … benarrivati in famiglia ragazzi!!
5/RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Cerimonia delle candele, FIDAPA sez. di Loano: splendida serata, meravigliose condivisioni, amiche belle! Grazie Presidente! Grazie a tutte!
6/RICEVIAMO DA DAVIDE FILIPPI E PUBBLICHIAMO – DOCUFILM “NOVA”
Il Circolo Fratelli d’Italia di Loano vi invita a una serata di riflessione, memoria e testimonianza. Proiezione del docufilm “Nova” Lunedì 14 aprile, dalle ore 18 , Biblioteca Civica di Loano corso Roma palazzo Kursaal. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Il docufilm, prodotto da Yes Studios, racconta l’attacco brutale avvenuto il 7 ottobre 2023 durante il rave party Nova in Israele, dove centinaia di giovani inermi furono massacrati dai terroristi di Hamas. Un racconto crudo e autentico, costruito con immagini recuperate dagli smartphone delle vittime e dai video degli aggressori stessi. In soli 52 minuti, il regista Dan Pèer condensa sette ore di terrore: dai primi razzi alle esecuzioni nei rifugi, fino alla disperazione di chi è sopravvissuto nascondendosi tra i cadaveri. Una testimonianza che colpisce al cuore e che oggi più che mai va condivisa e conosciuta.
Ad aprire la serata sarà il Senatore Gianni Berrino, seguito da Rocco Invernizzi per la Liguria , capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Liguria. Davide Filippi, tesoriere del Circolo, porterà una testimonianza personale. Steffanina Luca, presidente del Circolo FdI di Loano, introdurrà e modererà l’incontro. Scegliamo di inaugurare il nostro circolo con un’occasione per guardare in faccia l’orrore, ascoltare chi ha vissuto l’indicibile e ribadire con forza che l’odio non può e non deve avere l’ultima parola. Si raccomanda la visione ad un pubblico adulto
7/Lutto, a Boissano, per la tragica morte di Giuseppe “Pino” Colombo, 81 anni.
Ex impiegato presso il Santa Corona di Pietra Ligure, dal 1975 al 1980 era stato sindaco della cittadina appoggiato da una lista civica.
Lascia la moglie Romy, i figli Giorgio e Luca con Barbara, la nipote Jo, i consuoceri Giulia e Lino ed i parenti.
Pino era onesto e galantuomo, fede sinistra e non un intrallazzatore, i dispiaceri della vita gli hanno lasciato il segno. Si era ritarato dalla vita politica in silenzio e forse nulla lasciava presagire quanto è accaduto. Una scelta che tuttavia rispettata. Il cronista lo ricorda battagliero nella difesa della sua militanza prima da sindacalista e poi da primo cittadino con la fede per la giustizia sociale e la solidarietà verso gli ultimi e i più bisognosi.
Il Pd della provincia di Savona, questa volta c’è e batte un colpo. Tema: ‘Sulla cattiva strada. Infrastrutture e mobilità nel ponente ligure”.
COMUNICATO STAMPA – Siamo tutti consci del perdurare della situazione critica relativa allo stato delle infrastrutture in Liguria, mi riferisco alle nostre strade, autostrade e ferrovie. Purtroppo, ormai le code dei cantieri infiniti non fanno più notizia, ma hanno reso la Liguria la barzelletta d’Italia. Non si tratta solamente delle ore passate fermi in treno o in macchina, ma del perdurare di una situazione che ha danneggiato e danneggia imprese e turismo e che sta causando un forte impatto negativo sul PIL della nostra regione. Come se ne esce? A che punto siamo? Per mettere l’accento sul problema e cercare di approfondire cosa sta succedendo, il circolo PD di Albenga insieme al circolo di Cisano sul Neva hanno organizzato un dibattito il prossimo venerdì 11 5 aprile 2025, alle ore 21, al terzo piano dell’auditorium San Carlo di via Roma 58.
IL SECOLO XIX DEL 30 MARZO 2025 A FIRMA DI LUCA REBAGLIATI
Pubblichiamo i due articoli simultanei del Secolo XIX e La Stampa
E l’ultimo articolo di Trucioli.it a firma del magistrato Filippo Maffeo, cittadino di Albenga, già pretore capo ai tempi della locale pretura penale e civile. Poi Pm a Imperia e in Toscana, infine giudice al Tribunale di Savona fino alla pensione. In gioventù era stato consigliere comunale di Loano eletto come indipendente nella lista della DC. Vedi….ad oggi mercoledì 9 aprile 2025 con 2.185 visualizzazioni, ovvero lettori.
LA STAMPA DEL 30 MARZO 2025 A FIRMA DI MARIA GRAMAGLIA
COMMENTO DI LUCIANO CORRADO CRONISTA DAL 1967 E PER CINQUE ANNI 1970-1975 RESPONSABILE DELL’ALLORA UFFICIO DI CORRISPONDENZA DEL SECOLO XIX DI ALBENGA CHE CON UNA PAGINA DI CRONACA LOCALE COPRIVA LA ZONA ANDORA- FINALE LIGURE, LE VALLATE, OLTRE A BARDINETO E CALIZZANO.
Il sindaco Tomatis ed il commissario straordinario delle FS nominato nel 2021 col D.P.C.M. ing. Vincenzo Macello. Era il governo rosso-verde Conte II, Lega inclusa
Leggendo le dichiarazioni del due volte sindaco Riccardo Tomatis (medico di famiglia e promosso al secondo mandato con una lista di centro sinistra) emerge una prima considerazione. La nuova stazione in frazione Bastia a 5,6 km e a 7 minuti d’auto dall’attuale scalo ferroviario che con Finale Ligure beneficia tuttora della fermata di tutti i treni passeggeri che arrivano nel ponente ligure. Ebbene la prima preoccupazione del sindaco pare sia “non compromettere la qualità della vita dei cittadini“.
Evidentemente non ha letto su Trucioli.it più articoli a firma dell’ing. Massimo Ferrari, presidente nazionale dell’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico (Assoutenti), considerato tra i maggiori esperti e storico dei trasporti in Italia, conoscitore della realtà ferroviaria, compresa quella Ligure. Ferrari, già assessore ai Trasporti e Viabilità nella Città di Monza, ex consigliere dell’ATM, collaboratore di numerose testate giornalistiche nel settore ferroviario e trasporto urbano, ha fatto molte obiezioni documentate al progetto, già ufficiale, del trasferimento a monte dei binari, delle nuove stazioni, dell’abolizione di altre. Una sua osservazioni tra le tante: “….Il problema vero è che il raddoppio dei binari (pure necessario), così come è concepito, non favorisce l’appetibilità del treno, ma, al contrario, la mortifica. La riduzione del numero delle stazioni (minor capillarità) ed il decentramento anche notevole delle superstiti (peggior accessibilità), infatti, rispondono ad una logica miope. Quella di liberarsi dai vincoli della ferrovia nei centri rivieraschi, auspicata da chi nutre interessi immobiliari sulle aree ora occupate dai binari e da chi per scelta non si serve mai o quasi mai del treno….“.
L’ing. Filippo Bonfiglietti, ex dirigente di una multinazionale, romano, ma loanese d’adozione, autore di numerosi libri, anche con ripetuti articoli in cronaca locale e nazionale del Secolo XIX (e di Trucioli.it) ha spiegato tutte le sue perplessità sul trasferimento a monte, sulle nuove stazioni ed ha proposto l’alternativa del doppio binario tra Loano ed Finale Ligure, visto che il problema non si pone tra Albenga e Loano dove i binari sono già due. Un articolo a caso del dicembre 2014 con 1.415 visualizzazioni: Ferrovia Finale Ligure – Andora, perché bisogna salvare 4 centri storici.
Omettiamo altri interventi, tutti documentati, anche minuziosamente, come pure le 24 pagine delle osservazioni precise del VIA regionale della Liguria e dell’Arpal, oltre che di associazioni ambientaliste. Tutte di parte? Tutti contrari a priori al trasferimento binari e rivoluzione delle stazioni? Omettiamo la dura presa di posizione, con tanto di dati, della Coldiretti della Provincia di Savona che ha citato il ‘disastro‘ di oltre un centinaio di aziende agricole ingaune, le poche che restano nella piana di Borghetto S. Spirito e Pietra Ligure. Rinunciamo a chi ha esposto, con numerosi articoli e lettere (vedi Il Secolo XIX) cosa accade ai viaggiatori e calo di utenti dopo il trasferimenti di binari e stazioni in provincia di Imperia. Significativo il recente commento agli annunci di Marco Scajola, assessore regionale, dei ‘treni del mare’ da Milano e Ventimiglia. Giulia Valambrini: “Tutto bene? Sarà opportuno che abbiano anche degli autobus fuori dalle stazioni.. a Sanremo e non solo devi fare km per prendere i mezzi, non parliamo nelle ore notturne, non trovi neppure i taxi e cammini in strade buie magari sotto la pioggia…Un temporale e gli stessi ombrelli sono a rischio fulmini….“. Da buon ultimo il documento del Comitato Territoriale che raggruppa esponenenti da Albenga a Loano. Sempre proposte e denunce di elementi certi e non opinabili.
Il sindaco Tomatis, quasi facendosi portavoce di tutti i sindaci interessati al trasferimento di binari, soppressione di stazioni, finge di ignorare (?) le concrete tematiche del dissenso e tira dritto per la sua strada (o forse non segue Trucioli.it perché essendo un blog libero da lacci e lacciuoli non è gradito al potere e all’estinzione della politica-partitica in quanto tale in un paese dove il 50% degli aventi diritti al voto diserta le urne.
Leggiamo alcuni passi dell’articolo de La Stampa dove si scrive: “Il progetto del raddoppio, attualmente in fase di studio….”. No, il progetto è stato inviato a tutti i Comuni interessati prima della scorsa estate, solo la Provincia, Finale Ligure, Villanova d’Albenga hanno fatto alcune osservazioni nei tempi previsti.
E ancora La Stampa: “L’idea del raddoppio ha radici lontane, già nel 1996 era stata avviata la discussione...” Chi scrive ha già dato conto con la riproduzione dell’articolo, che nel novembre 1969 a Loano l’allora ministro dei Trasporti, Remo Gasperi Dc, oltre al sindaci di Loano, Borgio Verezzi, Pietra Ligure, ha ascoltato le caratteristiche progettuali che da anni dividevano le comunità locali. Gasparri disse: “Sono pronto a finanziare l’opera purchè tutti i sindaci interessati siano d’accordo sul tracciato. Fatemelo sapere”.
Altra citazione stampa: “Nel 2022 il commissario straordinario Vincenzo Macello ha visitato Albenga per confrontarsi con gli enti locali e le categorie….Il sindaco Tomatis dice sebbene ci siano pareri discordanti il nostro obiettivo è tutelare al massimo gli interessi dei cittadine e minimizzare i disagi”. Avete mai ascoltate un sindaco che dice di non operare nell’interesse dei cittadini? Certo non è il caso di Tomatis che tace caparbiamente di ricordare quali benefici dal trasferimento della stazione avrà tutta la zona a mare della sua città, diciamo pure dal centro storico al lungomare, oggi a due passi dallo storico scalo ferroviario. Ma forse pensa che la maggioranza degli elettori di sinistra, di centro e di destra siano favorevoli a rinunciare alla stazione in città e quelli di Bastia la accolgano come un grazia del Signore. In realtà a favore sono schierati, con l’eccezione della Coldiretti che in un primo momento appariva neutrale, i rappresentanti degli agricoltori della Cia (a sinistra), di Confagricoltura (Confindutria), gli stessi sindacati, dalla CGIL (dichiarazioni di Andrea Pasa, Camera del Lavoro), alla Cisl, alla Uil provinciali, le associazioni di categoria locali (turistiche, artigianali, commerciali). Ci sono peraltro nomi e cognomi. Da ‘buon sostenitore’ dei cementificatori di seconde case e beneficiato dalla pubblicità elettorale di partiti e candidati, troviamo anche il primo quotidiano on line della Provincia di Savona, IVG.it e che sul prossimo numero pubblichiamo i bilanci e l’elenco degli inserzionisti nelle ultime elezioni regionali.
La Stampa infine da i numeri sull’incremento di traffico grazie al completamento dei binari a monte Savona- Ventimiglia: 158 treni al giorno, 20 merci, riduzione dei tempi di percorrenza del 20%. Quale è la fonte di quest’ultimo dato? La fonte ufficiale delle stesse FS, indica 12 minuti come ha ricordato il dr. Maffeo il quale ha altresì citato un caso molto significativo: “Ad Andora hanno recentemente inaugurato i nuovi servizi a valle della stazione, evviva. Peccato che in quella stazione non ci siano i treni: fermano solo quattro regionali al giorno. Solo quattro treni in stazione; ma i servizi, a valle della stazione, ci sono tutti“.
Il Secolo XIX da notizia che l’inaugurazione dell’opera è prevista “nell’arco di 8 anni“. Il tratto imperiese e in particolare quello nella zona di Andora (ci fu un lungo sequestro del cantiere da parte della magistratura) fu realizzato con un ritardo all’italiana di 14-15 anni, oltre quintuplo raddoppio dei costi. Ora ministro dei Trasporti è il combattente MatteoSalvini che ha ‘Albenga nel cuore‘ disse nel suo ultimo tour elettorale per le elezioni regionali. Se lo dice chi non perde occasione per ribadire ‘Prima gli Italiani, no all’Europa dei burocrati’, il sindaco Tomatis può continuare nei suoi assoli. Sostenuto peraltro anche da tutte le forze politiche dell’arco costituzionale. Tutti esperti, verrebbe da commentare, di tematiche ferroviarie del terzo secolo.
Infine c’è il progetto ma mancano molti milioni e l’Italia chiede stanziamenti europei. Evviva! Ciliegina conclusiva. La ‘stazione comprensoriale’ di Borghetto S. Spirito (soppresse Ceriale e Loano) sarà ‘una fermata’ (sic fermata), stessa sorte per Pietra. Un concreto aiuto al turismo e ai pendolari, studenti, lavoratori, impiegati. Tutto questa ammucchiata di politici (?) ed associazioni di categorie, sono gli stessi che imprecano contro lo ‘scandalo degli scandali‘ per la condizione ed i lavori permanenti sulle autostrade del ponente, la ‘crocefissione’ di innocenti vacanzieri diretti al mare, le promesse nuove arterie autostradali per alleggerire l’Autofiori. Per fortuna che c’è un Tomatis sindaco del Pd che si fa portavoce della ‘buona politica’. Grazie.
Luciano Corrado
VIGNETTE SATIRICHE DEL PROF. UMBERTO PADOVANI, INGAUNO
Ha fatto notizia come meritava la scomparsa del più che benemerito Amedeo Mazza medico di famiglia. Nulla è stato scritto invece per ricordare la figura di Silvio Sarà già consigliere comunale di Borghetto S. Spirito.E poi con incarichi di rilievo nella Caritas diocesana.
di Luciano Corrado
Veduto di Borghetto S. Spirito, a levante, dall’approdo turistico
Sarà eletto negli anni in cui, a Borghetto, era assai impegnata e battagliera la Dc con una forte presenza di esponenti progressisti della sinistra del partito rappresentata dal dr. Guido Trucco, poi eletto consigliere regionale e da Giacomo Piccinini. Sindaco era Angelo Tito Reale (1972-1975). Sarà che allora operava come socio nell’impresa edile Murialdo-Sarà (il primo continuerà da socio unico nella cementificazione in diverse località, ma ha a suo merito il complesso Le Caravelle di Ceriale (area di proprietà comunale data in concessione pluriennale oggi del gruppo Costa di Genova), la valorizzazione nella ricostruzione di ‘Casa Giarardenghi’ a Peagna, il porticciolo turistico di Borghetto all’asta e sempre in attesa di acquirente).
Del gruppo consiliare un ruolo molto attivo lo ebbe il giovane segretario comunale, oggi compianto, Guido Michelini. Più oltre diamo conto di cosa accadeva in quegli anni tormentati negli ambienti politico-amministrative e imprese edili della cittadina in pieno boom e dssennato ‘sfascio’ edilizio con molti interessi trasversali.
Gli auguri nel primo anno di vita del porticciolo turistico di Borghetto
L’unico manifesto funebre per ricordare la figura di Silvio Sarà è quello della Caritas Diocesana di Albenga-Imperia come ‘presidente emerito del Centro di Ascolto’ al quale, finché la salute l’ha permesso, è stato tra i maggiori e più attivi componenti, anche in momenti difficili e al centro di un’inchiesta giudiziaria (presunti ammanchi) ai quali è sempre stato rigorosamente estraneo Silvio Sarà, persona a modo, riservata, impegnata nel sociale, ideali di giustizia e di aiuto ai meno fortunati, agli emarginati, ai ‘dimenticati’.
Il rag Sarà abitava a Borghetto in via Pascoli e dopo l’esperienza da consigliere comunale (ci sfugge se fosse stato assessore con il vice sindaco Ernesto Piccinini). Certamente faceva parte del gruppoo (Piccinini, Trucco, Sarà, Guido Michelini) impegnato nel varo di un primo Piano Regolatore a ‘misura d’uomo‘ in una città dove molti palazzoni erano già stati costruiti senza uno strumento urbanistico, con distanze ed altezze normate dal codice civile (basti pensare ai 3 metri tra fabbricati contigui o confinanti).
Una spietata ‘disgrazia’ che come non ci eravamo stancati di prevedere e sfociata tra i motivi dell’impoverimento del patrimonio edilizio esistente e del tessuto sociale turistico di massa. Chi allora vendeva le aree, ottenendo in cambio milioni di lire, alloggi, magazzini, box (c’è un caso di due fratelli non più in vita che ricevettero due interesi palazzi). Oggi, Borghetto si ritrova con molte proprietà ora sfitte e in vendita, valori di mercato popolare (i più bassi dell’intera riviera ligure), oltre 11 mila seconde case, un centro storico con una desertificazione commerciale che non ha pari da Ventimiglia a La Spezia. Eppure esiste tuttora una forte presenza di interessi speculativi che lambisce il consiglio comunale e che forse ha reso non poche insidie e difficoltà allo stesso sindaco Canepa, al secondo mandato e che sta cercando di recuparere il possibile quanto a qualità di vita e valorizzazione del patrimonio pubblico. Un consiglio comunale in cui sono presenti pure due realtà massoniche (Piazza del Gesù e Goi -Grande Oriente d’Italia)
Come Trucioli.it ha riportato anni or sono contro quello strumento urbanistico scesero in campo una quindicina di costruttori che minacciavano, con il sostegno degli operai, scioperi ed il blocco di ogni attività. Si vissero momenti difficili, anche all’interno della maggioranza, dove il galantuomo e mite sindaco Reale cercava di mediare tra le due anime, ma che finì, a sua volta, per avallare un buon numero di mega edifici anche sul mare e lungo l’Aurelia. Allora eravamo impegnati come corrispondenti, a capo dell’ufficio del Secolo XIX di Albenga. Solo per documentare quel clima tesissimo aggiungiamo di essere stati bersagliati, a nostra volta, da minacce e danneggiamenti dell’auto. L’apice di intimidazioni stile mafioso ai danni di alcuni pubblici amministratori, finì sulla prima pagina del Secolo XIX e di altri giornali a diffusione nazionale.(Luciano Corrado)
L’ADDIO MOLTO PARTECIPATO PARTECIPATO NEL RICORDO DELL’OPERATO DI UNA STRAORDINARIA FIGURA DI MEDICO DI FAMIGLIA
Ottobre 2019, la premiazione del dr. Mazza con il sindaco Canepa
IL SINDACO GIANCARLO CANEPA- Con profondo cordoglio l’amministrazione comunale di Borghetto Santo Spirito partecipa al lutto per la scomparsa del Dottor Amedeo Mazza che ha prestato servizio nel nostro paese per molti anni, curando intere generazioni di borghettini e rappresentando una figura di riferimento imprescindibile in un’epoca in cui il medico di famiglia ricopriva un ruolo molto diverso da quello di oggi. Il suo impegno, la sua dedizione e l’umanità con cui ha servito la comunità rimarranno impressi per sempre nella memoria di tutti noi. Ai familiari vanno le più sentite condoglianze a nome mio personale, dell’amministrazione comunale e dell’intera cittadinanza.
FRANCA MATTIAUDA, GIA’ SINDACO DI BARDINETO – Ancora una brutta notizia mi è pervenuta. È mancato il Dottor Amedeo Mazza, medico di famiglia. Lo ricordo con affetto e stima perché per tanti anni è stato il medico della mia famiglia a Borghetto Santo Spirito, ricordo la sua professionalità e la sua umanità. Lo ricordo anche perché insieme alla moglie e ai figli, specie nel periodo estivo, era sempre presente in Bardineto. Alla moglie Rosy, ai figli Giovanna e Pietro e a tutti i familiari porgo le mie più sentite condoglianze. Che la terra Ti sia lieve caro Dottor Amedeo e riposa in pace per l’eternità.
TRUCIOLI.IT- 24 OTTOBRE 2019. Borghetto riconoscente con i 3 A.A.A- Aldo Gianatti, Amedeo Massa, Angelo Laurino. Medici di famiglia d’altri tempi.
Il Premio biennale alla Lungimiranza assegnato a tre medici di famiglia che hanno svolto la loro professione -missione a Borghetto S. Spirito e nel comprensorio: Aldo Gianatti che è stato sindaco di Ceriale e assessore a Borghetto, Amedeo Massa e Angelo Laurino. L’iniziativa di Assoutenti con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Quanti ricordi per generazioni di borghettini, quanti pargoli hanno ‘visto’ nascere. Quanti episodi di umanità li ha visti protagonisti per quel c’era una volta il medico condotto.
IL PREMIO LUNGIMIRANZA 2019 A TRE MEDICI DI FAMIGLIA IN PENSIONE – Due anni fa il Premio Lungimiranza era andato alle aziende commerciali ed artigianali che avevano raggiunto i 50 anni di attività sul territorio borghettino. Oggi i destinatari sono personalità che per oltre 30 anni si sono presi cura di tanti cittadini, famiglie, di piccoli, adulti, anziani. Con uno spirito di servizio ed di abnegazione che non è facile trovare ai nostri giorni. Non perchè la benemerita ed apprezzata categoria di sia incattivita, sia peggiorata e meno sensibili ai bisogni dei cittadini pazienti, ma perchè il sistema sanitario nazionale ha finito per trasformarli anche in burocrati, passacarte. I meno giovani possono ricordare che si ricorreva agli specialisti solo in casi diciamo seri e gravi. Oggi si ricorre allo specialista ad ogni piccola necessità, una moda dei tempi moderni si direbbe, forse anche a causa dell’innovazione tecnologica, della attrezzature diagnostiche.
Al di là della perfetta conoscenza del corpo umano, si potrebbe dire, era la grande disponibilità che i medici di famiglia all’antica erano soliti praticare con i ricchi e con i poveri, anni in cui erano di fatto in servizio 24 ore su 24. Se necessario accorrevano al capezzale del malato anche nel cuore della notte. Li svegliavi al telefono fisso, i telefonini arriveranno molto dopo, almeno per l’esperienza vissute da tre medici che operavano a Borghetto. E come non ricordare, di quegli anni, Eligio Roveraro, forse il personaggio borghettino più popolare tra i residenti ma anche i foresti delle seconde case. “Puntura d’oro” era soprannominato, preso com’era nell’attività di infermiere (è stato anche presidente della Croce Bianca e consigliere comunale DC) a correre da un malato all’altro, tra una terapia e l’altra.
Gianatti, Laurino e Massa hanno fatto esperienza quando il medico di famiglia oltre ad essere un ‘confessore’ di cui poterci fidare, era la persona più importante con il parroco, il direttore della Posta e il maresciallo dei carabinieri, Borghetto fino ai primi anni ’80 dipendeva dalla caserma di Loano, con il maresciallo Giuseppe Pantè e poi Remo Chiola che fu il primo comandante della nuova caserma cittadina.
Tre medici campioni di civiltà ed umanità ai quali la grande famiglia rappresentata dall’Amministrazione comunale e dal presidente Assoutenti, Gianluigi Taboga, oltre al significato del Premio Lungimiranza, vuole dimostrare una sincera riconoscenza, unito ad un forte abbraccio di ideali e di valori. Loro testimoni di generazioni e che hanno visto nascere centinaia di bambini, ma anche salvato tante vite e spesso accorrevano anche quando non era richiesti. Ecco sarebbe utile far tesoro di quell’esempio di vita e di altruismo che in molti casi non ha pari nella società. Medico di famiglia capace di curare il corpo e l’anima con il conforto, la vicinanza nei momenti difficili che un ammalato e la sua famiglia di riflesso si trovavano a vivere. E l’arrivo in casa ‘du megu’ dava forza, serenità, speranza.
Vedi fotoservizio di Silvio Fasano. La premiazione dei tre medici che per motivi grafici è impossibile ingrandire
Piersanto Ghigliazza si è spento a 90 anni. E’ stato tra i maggiori protagonisti del mondo imprenditoriale del ponente ligure nella realizzazione di abitazioni civili e non solo. Ha costruito palazzi e ville a Bordighera, Santo Strefano al Mare, Imperia, Loano, Pietra Ligure e Finale Ligure la sua città natale e sede dell’azienda fondata dal padre Cap. Iolando Ghigliazza nel 1929.
di Luciano Corrado
Piersanto, geometra, era la mente pensante di una impresa che ha prodotto anche ricchezza e posti di lavoro. Con lui il fratello ing. Giacomo, entrambi rimasti scapoli. Piersanto ha vissuto in prima persona gli anni del ‘sistema Teardo‘ ex presidente della Regione Liguria, socialista, fino nel primo scandalo d’Italia (prima ancora di Mani Pulite) che ha coinvolto politici, pubblici amministratori-pubblici ufficiali, professionisti, operatori privati. Una quindicina le condanne complessive comminate fino in Cassazione. Sei le assoluzioni definitive. Piersanto, era tra gli imprenditori-concussi (per gli imputati eccellenti e difensori si trattava invece di ‘dolci tangenti’ ovvero finanziamenti al partito. Piersanto ha vissuto interrogatori che si protraevano ore e ore, patemi d’animo, giorni di ansia e preoccupazione come non è difficile immaginare. Era sempre accompagnato agli interrogatori e alle udienze dibattimentali dall’inseparabile e più defilato fratello Giacomo.
Fu la prima impresa della provincia di Savona e della stessa Liguria a dotarsi di attrezzature e mezzi d’avanguardia, risultando tra le prime in regione ad installare impianti per il confezionamento di conglomerato cementizio e bituminoso, dislocati prima a Loano e poi in Finale Ligure.
Due personaggi riservati, schivi alla vita mondana e ai salotti di associazioni e logge massoniche. Nulla nella loro vita imprenditoriale, svolta quasi in punta di piedi, con orgoglio ed intraprendenza, buon fiuto, lasciava intravvedere che si trattava di una delle famiglie più facoltose del ponente ligure, diciamo la più benestante di Finale Ligure, seguita dai Casanova (padre e figlio), dagli Accinelli (impresa).
La ‘Iolando Ghigliazza‘ ha realizzato centinaia di immobili, acquistava aree edificabili, costruiva. Costruiva anche per conto terzi ed enti pubblici. Basti pensare all’Albergo Albatros di Varigotti, al completamento del porto turistico di Finale Ligure e la sistemazione ex aree ferroviarie a Finalpia e Varigotti, la Casa di Riposo suore ‘Sacramentine’ in Borgio Verezzi, il condominio ‘Marina‘ di Pietra Ligure, i condomini Bellavista di Loano dove ha realizzato inoltre il nuovo asilo infantile ‘Simone Stella’, il Palazzetto dello Sport, la piscina olimpionica.
Ancora a Loano, i fratelli Ghigliazza divenuti proprietari di ‘Villa Sant’Erasmo‘, trasformato in autentico gioiello, all’ingresso di levante dell’Aurelia, forse l’unico edificio unifamigliare di grande pregio architettonico del ponente ligure, in posizione frontemare. Una struttura ammirata per la sua ‘ricchezza’ tutta stile pietravista, meticolosità nel recupero dei minimi particolari, da cesello, circondata da un piccolo parco alberato. Una preziosa cartolina promozionale per la città votata al turismo delle seconde case. Un edificio per il quale tutti si chiedono ‘chi è il fortunato proprietario’ ma con le finestre sempre chiuse, di fatto disabitato.
Per motivi professionisti – quasi tre decenni di cronaca giudiziaria, nera, bianca- ho avuto modo di confrontarmi con Piersanto Ghigliazza negli anni che la stampa ligure e nazionale ha seguito le clamorose vicende teardiane. Non nascondo che non era facile il confronto, l’incontro anche casuale, con ripetuti momenti di tensione nei corridoi e nelle aule di palazzo di Giustizia, a Savona, Genova e Roma. Piersanto non perdeva un’udienza seppure sempre defilato anche quando gli venne consigliato a costituirsi parte civile. Tesissimo l’esito di un confronto, nell’aula bunker dove si svolgeva il processo, con il geom. Piero Nan capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Loano che, per l’accusa, aveva consegnato un busta con un bel gruzzolo di banconote destinata all’allora sindaco di Borghetto Pierluigi Bovio, tra gli assolti in Cassazione. Nan aveva ammesso che la busta gli era stata consegnata da un emissario di Piersanto, ma conteneva documenti e non denaro. Per l’architetto-sindaco scattarono le manette, rimase un ‘mistero insoluto’. La giustizia ha comunque ‘fatto giustizia’ scagionando il professionista ingauno allora eletto con il Pci nella prima amministrazione di sinistra della storia borghettina. Il secondo sindaco di sinistra è stato il prof. Riccardo Badino che però preferì dimettersi in una contesto politico amministrativo locale piuttosto turbolento e in seguito a ripetute minacce stile mafioso di presunti ambienti affaristici e massonici. Pagine di storia da dimenticare perchè in quegli anni finirono in manette anche un sindaco socialista, un assessore e un consigliere comunale.
Voglio ricordare Piersanto come un imprenditore che ha privilegiato nella vita il ‘basso profilo’, con una grande intuizione agli affari. Non ha mai sfoggiato la ricchezza e non sgomitava per le prime file. Badava alla concretezza e al sodo, ai risultati. E buon ultimo non ha mai concesso un’intervista neppure quando nel 2017 il sindaco della sua città. avv. Ugo Frascherelli, ha consegnato una targa di riconoscenza (assieme al fratello e alla sorella), “per i 60 anni di attività svolti con alacre impegno e dedizione nel campo dell’edilizia”. E la storia ci insegna che ‘tutto ha un inizio e una fine’. Con la morte di Piersanto siamo alla pagina finale della Iolando Ghiliazza story.
Luciano Corrado
Piersanto Ghigliazza durante un’idenza in tribunale a Savona
PS- Per le pagine di storia di cosa abbia rappresentato nella vita socio-politica-imprenditoriale del savonese e ligure il ‘terremoto Teardo‘, riporto la 29° puntata che avevo scritto nei primi anni duemila – dopo la pensione collaboravo come volontario a Trucioli Savonesi e dal 2011 ha creato Trucioli.it – in cui pubblicavo per la prima volta la testimonianza integrale resa ai giudici dal teste, poi imputato Roberto Siccardi, l’emissario dei Ghigliazza(vedi……)
Finale Ligure. Il 1 agosto 2017 presso la sala consiliare del Comune di Finale Ligure, il Sindaco Ugo Frascherelli ha consegnato una targa di riconoscenza ai fratelli Giacomo e Piersanto Ghigliazza “per i 60 anni di attività svolti con alacre impegno e dedizione nel campo dell’edilizia”.
PIEVE DI TECO, PIERSANTO GHIGLIAZZA ABITUALE FREQUENTATORE DEI MERCANTINI D’ANTIQUARIATO E EXPO – ARCHIVIO TRUCIOLI 2015
Piersanto Ghigliazza a passeggio nel centro storico di Pieve di Teco (foto archivio trucioli.it)
DAL VOLUME DELL’UNIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI SAVONA- SEZIONE IMPRENDITORI EDILI.
‘Cento anni di lavoro, il ruolo delle imprese edili nella trasformazione del paesaggio urbano del ‘900 savonese‘. Anno 2000, stampa di Marco Sabatelli, curato dal prof. Mario Lorenzo Paggi, già presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Noli e della Fondazione Sant’Antonio, intellettuale ed esponente dell’allora Federazione del Pci, da sempre coscienza critica nella stessa area della sinistra.
La sua aspirazione era quella di navigare, il fascino di capitano di lungo corso. Invece non si è mai pentito della scelta di diventare veterinario. Da studente non si è sottratto al ‘lavoretto’ stagionale in spiaggia ‘per pagarmi la discoteca e la benzina della moto’. Oggi Silvio Pacia fa vita da professionista in pensione. Ha lasciato lo studio di Loano, la dedizione e la cura per i piccoli animali. Una dote di 5 anni di università, 53 esami, oltre a quello di ‘alimentazione e nutrizione animali’.
di Luciano Corrado
Il dott. Silvio Pavia vive ad Albenga. Nell’intervista a Trucioli.it alcuni ricordi vita che non si dimenticano
La mamma gli ha donato dolcezza, il papà sicurezza. L’hobby della terza età è quello di viaggiare. Finora la meta prediletta è stata l’Irlanda, perché “trovarsi a Dublino, o a Belfast, si prova una bella sensazione, molti aspetti mi commuovono”. Il dott. Pacia si prefigge di tornare per la seconda volta in Polonia dove è nato Papa Giovanni Paolo II. E sentire “l’energia positiva e negativa” visitando Auschwitz e Birkenau.
Per Pacia è la prima intervista, ancorché telefonica, della sua vita. E’ ricca di spunti ora inediti, ora interessanti, altri istruttivi. Un gentiluomo della giovinezza che non tramonta, 67 anni e che ha sempre scelto il ‘basso profilo’. Non era insomma Adriano Marconi, veterinario consorziale, esponente di sinistra del Psi loanese di cui è stato un segretario sempre con la ‘schiena dritta’, oltre che benemerito presidente della locale Croce Rossa Italiana. Uomo di compagnia, di cultura, generoso, gran professionista.
Dottor Pacia, le sue origini?
La mamma di Felino, in provincia di Parma, il papà di Nola, napoletano verace.
Parli dei suoi studi, della laurea, i ricordi
Per cinque anni il Nautico Leon Pancaldo. La vocazione era quella di navigare, aspirare al comando, a capitano di lungo corso. Invece eccomi veterinario. Mi sono laureto all’Università di Parma. La tesi sperimentale di laurea: ‘Incidenza dei tumori negli animali come indice del tumore negli esseri umani” Non conclusa per causa di forza maggiore. La nuova tesi nel frattempo è cambiata: ‘Stress e implicazioni anatomo-patologiche negli animali da macellazione.” All’Università ho bruciato davvero le tappe. Era il 25 ottobre 1983 . Laurea, tirocinio, esami di stato per l’abilitazione e nel 1984 iscritto all’Ordine professionale come libero professionista, esordio a Loano. A Parma ho assistito nei vari istituti alla pratica del taglio cesareo. In Facoltà oggi è cambiato quasi tutto. C’è un ospedale per cani e gatti, un ambulatorio h.24. All’epoca erano soprattutto equini e bovini. Con la libera professione ho vissuto l’epoca dei piccoli animali da compagnia.
Loano a quei tempi… come è cambiata?
Era una città vivibile anche in estate, pure nel mese di agosto quando chiudevano le fabbriche. Era meta di un turismo delle famiglie, di vacanzieri del centro e nord Europa. Loano con il suo clime mite. Mai troppo caldo o troppo freddo. Nelle serate di giugno e settembre spesso ci voleva il golfino. Non era afflitta dal traffico ‘infernale’ dei nostri giorni. La mia prima moto, la ‘Vespa’ mi inorgogliva. Ero felice.
L’agognata pensione e la qualità della vita. Una svolta ?
Premetto che la zona di Loano, per un veterinario, era molto ambita, così come la provincia di Savona. Ritrovarmi in pensione direi che mi da un po’ di respiro anche se non ho staccato del tutto la spina come si suole dire. Gli impegni tuttavia non mancano, la giornata è piena, ma è un altro vivere, un’altra forma mentale prevale. Da professionista sul campo sino all’ultimo giorno ho cercato la stessa coerenza del primo giorno: cioè entusiasmo, dedizione, scrupolo. Dedicandomi alla salute degli animali. Penso di essermi guadagnato la stima e gli attestati di amicizia da parte degli stessi colleghi. In gran parte ci occupavamo di cani, poi siamo arrivati anche ai gatti, poco o nulla bestiame almeno nella mia zona. In estate il lavoro si impennava.
E se tornasse indietro, qualche rimpianto.
Rifarei tutto quanto mi ha riempito il cuore di gioia e soddisfazioni umane, morali, professionali. Ho raggiunto al 43esimo anno dall’inizio dell’attività veterinaria.
Gli hobby più praticati.
Silvio Pacia 43 anni col camice di veterinario e ora giorni da pensionato. La meta prediletta? L’Irlanda
Pedalare in bicicletta, la fotografia, parecchia musica, tutti i generi, allietato da un impianto stero. Ho i ricordi del periodo da militare. Ho frequentato il corso di aiutante di Sanità all’ospedale dell’esercito di Firenze. Un primo periodo del Car a Falconara. Infine si veniva mandati nella sede del corpo di destinazione a Chivasso al genio Ferrovieri. Con la pensione leggo molti libri, tutti i generi e di tutte tematiche. Mi sento una spirito libero.
La Riviera e il nostro entroterra montano tanto decantato e sempre più abbandonato a se stesso, desertificato, impoverito.
In estate mi trasferivo, fino a qualche anno fa, ora ho un po’ disertato, in un casetta nella frazione Ubaghetta. Ho venduto casa a Toirano per abitare ad Albenga e sono felicemente sposato con mia moglie.
Come immagina il nostro futuro.
Preferisco non pensarci. Sarebbe motivo di inquietudine. Una brutta situazione a livello mondiale. Molti aspetti mi lasciano attonito. Una volta i dittatori erano il cancro dell’umanità. Ora spuntano come i funghi. Penso tuttavia alla ribellione contro Hitler, ora non è più così, si convive. Che sconforto!
Parola d’ordine? Non essere ‘scomodi’ al potere economico e politico-partitico. L’eccezione non fa la regola. Ivg.it ha comunque tutti i titoli -non sempre meriti – di vantarsi: ‘Siamo il primo e il più letto giornale on line della provincia di Savona…’. Così si auto-attribuiscono un primato. C’è spazio per tutti. Anche per chi, dall’estrema destra, era critico con Papa Francesco. Per non parlare di interviste a ‘personaggi’ discutibili che hanno perseverare con un’egemonia affaristica (vedi la cementificazione di Savona) e del credito legale, lo ‘sfascio’ del tessuto alberghiero. E magari si ‘dedicano alla beneficenza’.
di Luciano Corrado
Non siamo più ai tempi del ‘grande vecchio‘ delle Brigate Rosse (o Nere), indipendenti sì purchè allineati al ‘sistema’. Un colpo al cerchio e l’altro alla botte. Speculazione a suon di nuove seconde case? Meglio essere graditi agli elargitori di pubblicità che contribuiscono ai far tornare i conti, pagare stipendi, spese. Giornalismo populista e tristemente popolare. La storia degli ultimi decenni insegna i risultati.
La Ferrovia a monte? Nuovo colpo mortale? Facciamo parlare gli uni e gli altri ma nessuna citazione dei tecnici Via e Arpal regionali. Si pongono alcuni interrogativi diciamo clamorosi. A Loano unica località tra Finale e Andora che ha ottenuto, grazie ad un blitz notturno del tandem Vaccarezza sindaco e Claudio Scajola ex ministro, il percorso tutto il galleria. Ebbene siamo al grottesco perchè si rende necessario alzare l’alveo del torrente Nimbalto. Caso senza precedenti che si sappia. A Ceriale è a serio rischio l’unica sorgente (Cuore) che assicura i rifornimenti ai residenti anche nel periodo invernale. A Pietra Ligure-Giustenice il progetto ferrovia sconfina nell’antica città di Pollupice, la galleria racchiude gas radon-uranio. La nuova ‘stazione’, rialzata su viadotto, a 6,5 km dal Santa Corona, la cittadella ospedaliera più importante del ponente ligure e oggi a 500 metri dai binari.
A Borgio Verezzi si rischia di compromettere la sopravvivenza delle preziose e attraenti grotte Valdemino. A Finale Ligure il problema di proteggere numerosi palazzi dai rumori del treni (inquinamento acustico). A Borghetto S. Spirito si distruggono le ultimo aziende agricole rimaste nella città più martoriata dal cemento della Liguria. E potremmo continuare con l’elenco delle osservazioni e criticità taciute. Come il più che prevedibile disastro che si ripercuote nell’assetto urbano del cuore di Albenga trasferendo il secondo scalo ferroviario della provincia a oltre 6 km dall’attuale stazione, cancellando una vasta piana occupata da un centinaio di aziende agricole famigliari. Nessuno ha ancora indicato dove vengono create le discariche del materiale di scavo. Le forze politiche sono in gran parte conniventi, così come la triade sindacale. 15 anni di lavori creano nuova ‘ricchezza’, soprattutto per il valore immobiliare dei palazzi realizzati a mare e monte dell’attuale storico tracciato e poi centinaia di occupati in più. Ivg.it e non solo preferiscono non schierarsi. Alla Ponzio e Pilato. Conviene!
IL BILANCIO – Alla Camera di Commercio, al 19esimo anno di vita, risultano 17 ‘addetti’ di Edinet Srl, 3 soci con Matteo Rainisio presidente del Consiglio di Amministrazione.
Dal bilancio non è possibile stabilire quanti siano effettivamente i dipendenti a libro paga in quanto non sono dati aggregati. Ma se gli stipendi vengono corrisposti anche a non dipendenti (esempio: collaboratori a partita IVA) le cose si complicano a districarsi. Il bilancio 2023 ha chiuso in perdita di circa 12.000 € a fronte dei 49.500 di utile dell’anno precedente. La perdita è stata coperta con l’utilizzo di riserve straordinarie, accantonate in precedenza, evidentemente in anni in cui il bilancio si è chiuso in attivo
L’editore Matteo Rainisio pietrese con il consigliere regionale Angelo Vaccarezza loanese ed il sindaco Mauro Demichelis andorese
La gestione caratteristica dell’azienda (valore della produzione meno costi della produzione stessa) ha chiuso comunque in positivo di 15.000 €. Edinet, per quanto riguarda la sua attività caratteristica, produce valore.
In realtà, tuttavia, produce valore molto meno dell’anno precedente, quando la differenza era positiva per circa 103.000 €. Questo perché i ricavi di vendita e prestazione di servizi sono scesi di circa 70.000 € rispetto al 2022 (1.400.000 € rispetto 1.470.000 €), mentre i costi sono saliti di circa 30.000 €. In particolare, sono saliti i costi del personale, passati a 598.000 € da 566.000 € e, di conseguenza, anche gli oneri sociali, saliti di 13.000 € sempre rispetto all’anno precedente
E’ un’azienda comunque in buon equilibrio economico. Infatti ha debiti a breve per 210.000 €, a fronte dei quali c’è una buona disponibilità liquida (160.000 €), attivi finanziari (titoli) per 72.000 € e crediti a breve per 419.000 e€. Sono anche scesi di 45.000 € i debiti a medio/lungo termine.
La Edinet Srl è stata costituita il 13 gennaio 2006. Tra le attività previste: La sviluppo, la realizzazione, il commercio, la gestione e la manutenzione di prodotti e servizi di informatica, telematica, telecomunicazioni e la realizzazione , installazione, gestione e manutenzione di infrastrutture, sia in proprio sia per conto terzi. La produzione grafica ed editoriale , ad esclusione della stampa quotidiana da edicola. …La diffusione di informazioni di tipo culturale tecnico, educativo, pubblicitario, di intrattenimento. …La consulenza strategica e di marketing per pianificazione pubblicitaria on line e su media anche digitali…. La trattativa e/o anche per conto terzi, degli spazi pubblicitari su mezzi di comunicazione digitale…corsi di tecnologia…intelligenza artificiale…..
La società ha un capitale sociale di 10 mila €. Il 10% delle quote è di Marilena Scali (73 anni), stessa percentuale per Domenico Rainisio, 75 anni, l’80% di Matteo Rainisio 47 anni. Una società di famiglia. Padre e madre che abitano a Tovo San Giacomo e figlio a Pietra Ligure.
La Edinet Srl ha sede a Pietra Ligure, in corso Italia, inclusa la redazione centrale di IVG.it. Una seconda unità locale che edita Genova24/GenovaPost, si trova in via XXV Aprile, nel capoluogo ligure. Qui il team, a quanto si legge, è di 15 professionisti, formato da giornalisti di redazione, giornalisti dello sport, collaboratrici e collaboratori. Sono invece 20 che ‘producono’ IVG.it tra giornalisti di redazione e non, un fotografo sport. Direttore responsabili dei due quotidiani on line è Andrea Chiovelli, per IVG c’è inoltre un direttore editoriale. Ricordava Chiovelli il primo aprile 2020: “…C’è l’ingresso in redazione di un vero e proprio “principe” del giornalismo savonese e ligure, ossia Sandro Chiaramonti che ha deciso di “sposare” il progetto di IVG. Il suo ruolo sarà quello di affiancare i giovani giornalisti oggi presenti nel team e fungere loro da guida per alzare ulteriormente il livello del giornale.”
E l’editore Rainisio: “Un po’ maestro, un po’ direttore editoriale, Chiaramonti sarà dunque chiamato a prendere per mano la squadra e portarla ogni giorno, se possibile, un passetto più in là. Con l’obiettivo di garantirvi un’informazione sempre migliore in termini di qualità e autorevolezza. Sandro incarna il ‘buon giornalismo’ in Liguria”.
Il giornalista Sandro Chiaramonti direttore editoriale di IVG.it
E Chiaramonti da neo direttore editoriale: “Ringrazio il mio nuovo direttore Andrea Chiovelli e l’editore Matteo Rainisio per le parole di benvenuto che hanno voluto rivolgermi, e che mi mettono persino in imbarazzo. Da sempre ho scelto l’informazione locale come scopo di questo mestiere, e dunque IVG è oggi l’approdo più logico. Credo sia per me un obbligo ricordare i tanti anni passati a La Stampa, anche come responsabile delle edizioni di Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta. Non posso non citare, tra i miei precedenti direttori, Marcello Sorgi, che mi diede quella fiducia che mi ha consentito di raggiungere impensabili record di vendite, assieme a Guido Della Bruna e Mauro Gabetta, instancabili ideatori e realizzatori di mille iniziative tra cui spicca il Grande Capodanno in Darsena di Savona. Oggi quel lavoro è egregiamente portato avanti dal responsabile dell’edizione di Savona Paride Pasquino e dal suo vice Ermanno Branca assieme a tutte le persone che lavorano con loro”.
E ancora: “IVG per me arriva appunto dopo La Stampa e, andando più indietro nel tempo, dopo Savona Tv della famiglia Alessi e Riviera Notte del compianto Marco Sabatelli. Non sarà facile migliorare IVG, ma accetto con orgoglio la sfida di provarci, lavorando con i ragazzi che ogni giorno confezionano il giornale e che proprio Matteo Rainisio, conversando con me qualche giorno fa, ha definito ‘splendidi’”.
Ai nostri giorni IVG vede una maggiore concorrenza da parte di Savona News, già strutturata in un network di quotidiani del Nord Ovest e diretta da Felix Lammardo, che in precedenza aveva diretto per lungo tempo IVG, mentre più di recente si è affacciato, soprattutto per la zona ingauna, LOKKIO.
IVG ha beneficiato per qualche anno della decadenza redazionale (e di approfondimenti-inchieste giornalistiche) dapprima della redazione unica Il Secolo XIX-La Stampa; ancora in precedenza l’acquisto del quotidiano genovese da parte Gruppo Fiat-Agnelli. Per il Decimonono l’arrivo del nuovo editore sta rendendo molto più dinamico e ricco di argomenti e temi, approfondimenti, il giornale che ha arrestato la china in discesa nella vendita in edicola, sotto le 20 mila copie (senza tuttavia contare il numero significativo degli abbonati all’edizione online). Non solo, la maggiore scossa, almeno sul piano locale, si è avuto con il nuovo capo delle redazione savonese. Dario Freccero che si era fatto le ossa proprio nella sua provincia d’origine, tra l’altro anche come dinamico corrispondente del ponente savonese. Freccero – a Genova ha ricoperto ruoli in vari settori, sport compreso- ha sempre avuto fama di ‘mastino’, allenato ai ‘buchi’ di cronaca. Ovvero scrivere notizie che la concorrenza non ha, ovvero ‘buca’. Un primato che, proprio a Savona, distingueva la redazione del Secolo XIX negli anni del sorpasso di vendite in edicola rispetto alla Stampa. Ora la sfida è ripresa a beneficio anche dei lettori.
IL POST SULLA PAGINA FACEBOOK DELL’EDITORE MATTEO RAINISIO-
Nel 2020 in piena pandemia ho detto a Marika Pridāne: “ voglio provare questa nuova avventura editoriale” . Lei ha creduto nella mia idea e oggi io sono qui, a bordo di The Residece la più esclusiva cabina al mondo. Abbiamo creato assieme alla Edinet srl la più grande community di frequent flyer italiana, il sito più visitato e non abbiamo intenzione di fermarci. Io sono il volto di questa avventura, ma ci sono tantissime persone che hanno contribuito e a tutti loro il mio più grande GRAZIE. E come dico sempre: IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE.
COMMENTI – GB Cepollina, ex presidente del Consiglio comunale di Loano e assessore della giunta Lettieri: ‘È più grande di molti monolocali in affitto a Milano’.
Maria Teresa Bergamaschi, avvocato pietrese, rieletta tesoriere del nuovo consiglio direttivo della Camera Penale della provincia di Savona: “Che spettacolo!”
ARTICOLO DI ROSSANA ANIELLA PER ‘LIBERO 25′ DEL 31 GENNAIO 2024-
MATTEO RAINISIO, IL “BARBONE” DEI CIELI: “COME VOLARE A BASSO PREZZO”
Con quella barba lunga, a “tendina”, sembra un santone. E tra i suoi “adepti”, effettivamente, c’è un’attesa quasi messianica per i video che posta ogni domenica sul suo canale YouTube. Lui, però, preferisce farsi chiamare “il barbone” (per la barba, appunto). Un “barbone” che vola tantissimo (nel solo 2023 ha preso 136 aerei) e quasi sempre in business o prima classe. Se non un santone, il ligure Matteo Rainisio, 47 anni, è sicuramente il guru italiano delle “miglia”, ossia dei programmi fedeltà che consentono di accumulare punti da riscattare con upgrade di classe, voli gratuiti e notti gratis in alberghi e resort. Editore di un paio di testate di informazione locale online tra Savona e Genova, nel 2020 ha inaugurato “The Flight Club”, un sito che in tre anni è diventato anche una community di appassionati di viaggi e aerei. E che, oggi, conta 10mila accessi quotidiani al sito theflightclub.it, un canale YouTube con recensioni di voli che conta 14mila iscritti, 50mila followers su Facebook e 13mila su Instagram.
Lo abbiamo incontrato a Linate, prima di una delle sue tante partenze, e gli abbiamo chiesto come è nata l’idea di creare la prima (e fin qui unica, in Italia) piattaforma web e social dedicata ai programmi fedeltà per viaggiare. «Io sono sempre stato appassionato di viaggi e di “punti” e mi chiedevo perché in Italia nessuno creasse qualcosa che nei paesi anglosassoni esiste da anni. Quando c’è stato il Covid ho avuto il tempo per trasformare il mio sogno in realtà, scommettendo sul fatto che (come è poi accaduto, ndr) si sarebbe tornati avolare presto e più di prima»…….
FINANZATORI-INSERZIONISTI DI EDINET-IVG.IT
CAMPAGNA ELETTORALE REGIONALI 2024- provincia di Savona.
Gabriella Branca, Antonella Tosi, Manuela Benzi, Aurora Lessi, Sara Foscolo, Roberto Arboscello, Alberto Delfino, Eraldo Ciangherotti, Angelo Vaccarezza, Jan Casella, Alessandro Bozzano, Luigi Tezel, Lega Liguria per Bucci, Rocco Invernizzi, Giancarlo Canepa, Massimo Arecco, Andrea Cerrato, Orlando presidente, Rosson presidente.
E’ legge regionale della Liguria. Si prefigge di contrastare lo spopolamento e sostenere la resilienza economica locale. Ecco chi ha diritto ad usufruire di uno stanziamento quinquennale di 9 milioni: artigianato, commercio, servizi di ristorazione e cooperative di comunità. 2/Borghetto S.Spirito, il sindaco annuncia il sostegno di 100 mila€ per combattere la desertificazione commerciale del centro storico e favorire negozi di qualità.
ENTROTERRA, PRESIDENTE E CONSIGLIERE DELEGATO: APPROVATA IN CONSIGLIO LA LEGGE PER FAVORIRE NUOVE ATTIVITÀ ECONOMICHE E CONSOLIDARE QUELLE ESISTENTI. PRONTI A STANZIARE OLTRE 9 MILIONI.
COMUNICATO STAMPA – GENOVA. “Siamo molto soddisfatti che sia stato approvato in Consiglio regionale il disegno di legge “Sostegno alle attività economiche nell’entroterra”, un provvedimento di importanza strategica per rendere l’azione regionale ancor più efficace, con l’obiettivo di integrare risorse e misure per rendere omogenee le strategie di sviluppo dell’entroterra, da tempo intraprese da Regione”. Lo comunicano il presidente della Regione Liguria e Alessio Piana consigliere delegato allo Sviluppo economico, dopo l’approvazione in consiglio regionale della legge.
“Con questo intervento legislativo della durata quinquennale – spiegano il presidente e il consigliere delegato – che prevede lo stanziamento di oltre 9 milioni di euro, intendiamo garantire una risposta organica e mirata alla necessità di valorizzare l’entroterra ligure, riconoscendone l’intrinseco valore sotto il profilo naturale e paesaggistico”.
“In questo contesto, il provvedimento si prefigge di contrastare gli effetti dello spopolamento e di sostenere la resilienza economica locale – spiegano – L’obiettivo è favorire l’insediamento di nuove attività economiche e rafforzare quelle esistenti, con particolare attenzione alle micro e piccole imprese dei comparti artigianato, commercio, servizi di ristorazione e cooperative di comunità che esercitano attività economiche. Queste realtà non rappresentano soltanto un fattore determinante per mantenere e creare occupazione, ma svolgono anche un’insostituibile funzione di presidio sociale, essenziale per la vitalità e la coesione delle comunità locali.”
Le misure saranno due: una come contributo all’affitto destinata all’insediamento di microimprese che avviano una nuova attività o aprono sedi operative in comuni non costieri fino a 2.500 abitanti. La gestione di tale contributo è affidata al sistema camerale.
Una seconda misura sarà dedicata al sostegno alla liquidità di imprese già attive nei Comuni non costieri (fino a 5.000 abitanti) a valere sul fondo strategico regionale e che sarà gestita da FILSE.
SANITÀ: CONVENZIONE TRA REGIONE LIGURIA E CNSAS
PER IL SERVIZIO DI SOCCORSO ED ELISOCCORSO ALPINO
COMUNICATO STAMPA – È stato approvato in Giunta il nuovo schema di Convenzione tra Regione Liguria e Cnsas Liguria per effettuare il servizio di soccorso ed elisoccorso alpino nel territorio regionale. Secondo quanto previsto dalla nuova convenzione, Regione Liguria, attraverso il Dipartimento 118, si avvale del soccorso alpino per l’attuazione degli interventi di soccorso e elisoccorso, recupero e trasporto sanitario in ambiente montano, ipogeo e in ogni altro ambiente ostile e impervio del territorio regionale.
“Abbiamo rinnovato una convenzione che si va ad inserire nel grande capitolo del servizio di emergenza territoriale – dichiara l’assessore alla Sanità di Regione Liguria -. soprattutto in considerazione del fatto che la Liguria, per le caratteristiche orografiche necessita del supporto del Soccorso Alpino con figure altamente professionali, soprattutto nelle zone più impervie. Ricordo che a bordo dell’elicottero c’è la figura di un medico, un infermiere del 118, oltre che al pilota e al tecnico verricellista”.
“Il supporto garantito dal Soccorso Alpino e Speleologico è fondamentale non solo in relazione agli interventi di tipo sanitario ma anche nella gestione di emergenze di protezione civile – dichiara l’assessore regionale alla Protezione civile -. Si tratta quindi di uno dei tasselli del sistema di elisoccorso regionale, che opera attualmente con l’elicottero ‘Drago’ dei Vigili del Fuoco di stanza all’aeroporto di Genova e l’elicottero ‘Grifo’ di Airgreen di stanza presso lo scalo di Villanova d’Albenga”.
Il Soccorso Alpino inoltre si impegna ad utilizzare esclusivamente personale formato e certificato, con il supporto del 118 per la formazione sanitaria, mettendo a disposizione le proprie risorse strumentali, mezzi e attrezzature di soccorso, i tecnici di elisoccorso e le unità cinofile, anche quelle da valanga. Per l’attività svolta, Regione corrisponderà al Corpo nazionale del Soccorso Alpino ligure un contributo pari a 570mila euro: 230.000 quale contributo economico per le spese organizzative per l’effettuazione del servizio, 340.000 per gli interventi di elisoccorso quale contributo per la base di Albenga in H24.
2/A BORGHETTO S. SPIRITO IL SINDACO ANNUNCIA UN BANDO CON LA DOTAZIONE DI 100 MILA € PER FAVORIRE L’APERTURA DI NUOVE ATTIVITA’ NEL CENTRO STORICO. OGGI IL PIU’ DESERTIFICATO DELLA LIGURIA.
ARTICOLO DE ‘LA STAMPA-SAVONA’ DI DOMENICA 20 APRILE 2025
COMMENTO DI TRUCIOLI.IT – Un impegno-promessa politico amministrativo di un sindaco che, al suo secondo mandato, non risparmia energie per ‘rilanciare’ il centro storico più commercialmente desertificato della Liguria. Peraltro unico centro balneare rimasto senza hotel.
Una ‘morte’ che ha accompagnato di pari passo quanti tacevano o cercavano di illudere che a suon di seconde case e di ‘miope criminalità cementifica’ (ovvio non in senso lato bensì nell’avallo di chi negli anni è stato eletto nel governo borghettino). Gi speculatori immobiliari e di aree edificabili si sono arricchiti. La sorte per alcuni di essi (o loro eredi) è stata infausta. La comunità che avallava ha finito per subire le deleterie conseguenze sociali e meno valore per alloggi, attività commerciali. Le nuove generazioni forse ignorano le gravissime responsabilità del passato, si affidano ai ‘salvatori’ e convivono. Ma la storia non può essere cancellata anche se ha la sordina dei media più diffusi.
L’obiettivo che si pone il primo cittadino Canepa darà i risultati auspicati? Lo dubitiamo, anzi la nostra testimonianza insegna un fallimento annunciato. Basterebbe leggere documentati articoli-analiasi di economisti e sociologhi per scoprire che simili interventi non risolvono i problemi alla radice, sono palliativi fine a se stessi. L’area di crisi si affronta con misure draconiane e concertato, pianificazione pluriennale, attraverso elementi statistici che già si dispongono redatti da Università prestigiose. E’ l’autorevole quotidiano della Confindustria, IL SOLE 24 ORE, che ha commentato contributi e stanziamenti regionali ( e statali) per il ‘rilancio dell’entroterra e dei paesi di montagna sempre più spopolati, abbandonati.
Senza andare lontano abbiamo l’esempio di Ceriale, in particolare del suo centro storico di levante. Anni fa la giunta comunale aveva proposto di ‘vietare’ l’apertura di nuove agenzie immobiliari che ‘minacciavano’ di prendere il posto di attività commerciali famigliari ed esercizi pubblici. Proporre una politica di sconti della tassazione comunale. Alla fine il ‘progetto’ tramontò tra dimenticatoio e polemiche. Anche perchè non c’era nessuna certezza sull’inversione di tendenza. Altri esempi in Liguria e in Italia possono essere citati.
Si è continuato a non avere un confronto con i proprietari dei muri (che affittano), forse non si è ascoltata, come sarebbe stato necessario, la voce, le motivazioni di chi cessava l’attività non per un capriccio anche se a volte le capacità non sono estranee. Da una parte si tirava in ballo il ‘caro affitti‘, ignorando il carico Imu per chi affittava. Dall’altra le tassazioni (Tari), occupazione di suolo pubblico, insegne, degli inquilini commercianti ed esercenti. A loro volta alle prese con conti di fine anno che non quadravano, in rosso e si riusciva magari a ricavare un umile ‘stipendio’.
Eppure non sarebbe difficile rendersi conto che con il turismo di massa, il mordi e fuggi, quello che da qualche anno si impone, come gli affitti brevi di seconde case (soprattutto bilocali) per la già gloriosa riviera degli anni 50-’80 non c’è speranza di resurrezione del tessuto qualitativo. A parte i benefici che si ripercuotono sui consumi popolari (panetterie, gelaterie, piadinerie, bar che fanno concorrenza a scapito di pizzerie e ristoranti). Poi c’è la concorrenza dei supermercati (a Ceriale sono comunque in periferia).
Il presidente Bucci, in campagna elettorale, dichiarava che preferisce comprare nel negozio sotto casa e che i colossi si fanno la guerra dei prezzi a vantaggio di chi fa la spesa. Eppure non sarebbe difficile ammettere che illusioni e ottimismo non sono un toccasana. Si gareggia nelle manifestazioni, si valorizzano le passeggiate a mare, non si risparmia nel marketing, ma non si fa ancora abbastanza nella politica dei parcheggi anche se è il cane che si morde la coda come accade da anni. Più seconde, più densità abitativa, più cresce il fabbisogno di nuovi posti auto, con l’apice negli week end e nell’alta stagione balneare. E poi ogni famiglia quasi sempre ha due auto. La politica si accanisce contro lavori senza fine e code vergognose sulle Autostrade. Eppure pare che il danno non disincentivi il pendolarismo turistico, l’attrazione per la salsedine marina, l’aria pulita, la fuga da città ‘inquinate’ e dalla nebbia. L’orgoglio di raccontare agli amici: “Siamo andati al mare”.
Il ‘caso Borghetto‘ (centro storico), che non è di ieri, può trovare un possibile potenziale soluzione, come abbiamo già avuto modo di scrivere, quando l’area da decenni degradata dell’ex oleificio Roveraro troverà una soluzione edilizio-urbanistica da paese civile. Si sono già ipotizzati progetti, proposte. Due grattacieli (uno più basso) e ampie aree pubbliche, spazi verdi, oppure ‘borgo ligure’. Chissà cosa ne penserebbe il luminare architetto Piano che conosce bene la sua Liguria e proprio nella vicina Loano rinunciò a ricevere l’incarico di un nuovo Puc (siamo al dopo Piano Renacco) quando si rese conto dell’aria che tirava a Palazzo Doria e degli interessi trasversali. E a Borghetto ?
Il rag. Santiago Vacca, ex sindaco, designato dalla giunta Bucci a ‘Commissario del Santa Corona’
A Borghetto, sempre per l’area Roveraro, non si può neppure ignorare le difficoltà in cui si dibattono almeno due dei tre proprietari. Gli eredi delle famiglie Cappelluto-Roveraro sarebbero in difficoltà, e pare sia in salita un accordo con i Vacca, sorella e fratello (Santiago professionista benestante, personaggio pubblico sempre a destra, oltre ad essere stato primo cittadino). C’è infine chi ha una quota minore e solo nella parte residenziale Nino Roveraro, che ad ascoltare gli amici sta soffrendo e subendo una situazione che lo addolora. Ignoriamo quali progressi ed accelerazioni abbiano dato la Regione (vedi presidenza Toti ed assessore all’Urbanisticate, Marco Scajola, incarico che ricopre tuttora) ed amministrazione comunale alla revisione del Puc. Con un’accelerazione al letargo ‘ex oleificio’.
Abbiamo buone ragioni per ritenere che la matassa potrebbe trovare sbocco con un l’acquisto di area ed immobili da parte di un solido gruppo finanziario-immobiliare. Con un accordo pubblico-privato che non penalizzi gli uni e gli altri, tenendo conto che chi investe non fa beneficenza e deve avere un tornaconto sicuro, seppur dimenticando la pura speculazione. Insomma servirebbe un quasi bis sul buon esempio di Castello Borelli, anche se purtroppo solo in parte l’acquisto è finora andato a buon fine.
Non vorremmo essere nei panni del sindaco Canepa. Non vorremmo essere nei panni di chi vende ed acquista lo storico oleificio dove tanti borghettini trovavano lavoro e un certo benessere. L’unica cosa che sicuramente non faremmo è quella di sottovalutare la realtà ricorrendo all’aspirina e ottimismo di maniera. Un titolo di giornale in più non guasta e si dimentica in fretta. E così leggiamo anche anche Carcare vuole seguire l’esempio di Borghetto. Avanti c’è ancora posto.
I politici al potere, dal presidente della Regione, ai sindaci, agli assessori, ai maggiori rappresentanti di categorie turistiche e commerciali, hanno sempre invocato di ‘lavorare sodo per un turismo di qualità’. Guai a mettere in dubbio il fallimento degli immancabili annunci dall’altare dell’ottimismo con il beneplacito dei media. Intanto assistiamo, in silenzio, all’esplosione del ‘turismo della focaccia’.
di Luciano Corrado
COMUNICATO STAMPA – ASSESSORE REGIONALE AL TURISMO: LIGURIA DA RECORD, PONTI CON UN’OCCUPAZIONE FINO AL 95% DELLE STRUTTURE RICETTIVE.
Luca Lombardi assessore Turismo, Marketing territoriale, Agenzia In Liguria, Ciclo delle acque. Nato a Sanremo nel 1969, dove vive con moglie e figlio. Dopo aver conseguito il diploma di geometra, si è affermato come imprenditore e dirigente nel settore del commercio al dettaglio e all’ingrosso di abbigliamento. Dal 2004 al 2007 consigliere di Confcommercio Sanremo, dal 2008 al 2011 consigliere per la provincia di Imperia di Federmoda Italia, e dal 2017 del direttivo di Anci Liguria, “contribuendo allo sviluppo delle politiche locali”. Dal 2014 capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio comunale di Sanremo. Nell’ottobre 2024 eletto Consigliere regionale con la lista “Giorgia Meloni per Bucci presidente-Fratelli d’Italia”, ottenendo 3090 preferenze
GENOVA. “Siamo estremamente soddisfatti per il grande successo registrato in Liguria nei ponti di fine aprile e inizio maggio con un’occupazione delle strutture ricettive rispettivamente del 93% (per il ponte del 25 aprile) e del 95% (per il ponte del 1 maggio). Grazie ad importanti eventi come Euroflora e i Rolli Days, che hanno celebrato la bellezza dei palazzi nobiliari genovesi e insieme le nostre riviere e i nostri borghi, centinaia di migliaia di visitatori sono stati accolti, confermando la Liguria come una delle mete più amate del panorama nazionale e internazionale. Un risultato straordinario, frutto di un lavoro di squadra che porta la nostra regione tra le prime in Italia”. Lo ha ribadito l’assessore regionale al Turismo. “Continueremo su questa strada – ha concluso – per consolidare e far crescere il nostro modello di turismo sostenibile e accessibile e diffuso durante tutto l’anno”.
“Vogliamo creare un sistema di governance turistica solido che sappia valorizzare al meglio le risorse del territorio e rafforzare la competitività della nostra offerta”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo Luca Lombardi, intervenendo oggi a Pietra Ligure all’assemblea generale dell’Unione Provinciale degli Albergatori di Savona.
“Come Regione Liguria stiamo definendo con precisione il modello delle Destination Management Organizations (Dmo), stabilendo criteri chiari per garantire che queste strutture possano operare in maniera efficace e coordinata – ha precisato Lombardi – Le Dmo devono diventare il motore strategico per pianificare, gestire e commercializzare l’offerta turistica della Liguria, coordinando le attività con un approccio basato sulla sostenibilità e sulla qualità e attraverso la Destination Management System (Dms) ligure: un sistema tecnologico volto alla promocommercializzazione dei prodotti turistici condiviso con strutture ricettive, operatori di intermediazione (tour operator e agenzie di viaggio) e operatori per i servizi turistici. Questo permetterà, in breve tempo, di mettere a sistema tutto il turismo regionale e di connetterlo a quello nazionale per massimizzare le opportunità e guidare maggiormente i flussi turistici”.
L’assessore regionale (Lega) Paolo Ripamonti, cittadino di Garlenda, turista con il cagnolino al guinzaglio, conversa con un amico seduto al bar del lungomare di Alassio
“Il tessuto delle strutture ricettive – ha dichiarato l’assessore regionale alle aree di crisi complessa Paolo Ripamonti – rappresenta per la provincia di Savona una realtà produttiva consolidata e moderna, capace di attrarre un turismo sempre più qualificato e internazionale. La Regione Liguria è impegnata nel fornire strumenti concreti di supporto agli operatori, non solo attraverso bandi e finanziamenti, ma anche con un costante lavoro di pianificazione e collaborazione con le associazioni di categoria. L’attenzione alla qualità e alla competitività è centrale per consolidare il ruolo della Liguria nel panorama turistico nazionale e internazionale, ed è in questa direzione che continueremo a lavorare”.
Come annunciato oggi dagli assessori Lombardi e Ripamonti la Regione, su impulso del consigliere delegato allo Sviluppo Economico Alessio Piana, sta lavorando a un nuovo bando, con dotazione Fesr pari a 3 milioni di euro con contributo a fondo perduto del 50% della spesa ammissibile, per la ristrutturazione degli alberghi, un’iniziativa fondamentale per migliorare la qualità dell’offerta ricettiva e sostenere gli investimenti delle imprese del settore.
COMMENTO DI TRUCIOLI.IT- Chissà quando i nostri rappresentanti al governo della Regione, oppure personaggi loquaci e presenzialisti nelle dichiarazioni di circostanza ai media – vedi il decano Carlo Scrivano – daranno conto di quale sia la spesa media giornaliera di un turista che soggiorna lungo la Riviera. E quando ci diranno quale l’occupazione media annuale dei posti letto delle strutture ricettive (alberghi e residence). Quante restano aperte nell’intero arco dell’anno, oppure esercitano solo con la stagione delle vacanze al mare, o ancora camera e colazione. Stiamo davvero percorrendo la strada verso un turismo sempre più di qualità, a discapito di quello di massa, dei fine settimana, degli week end festivi. A discapito del ‘turismo delle seconde case’ che ormai offrono i posti letti anche per un paio di giorni, rispetto al mese e ai 15 giorni di ‘gloriosa memoria’? E i controlli? Sono sull’esempio nazionale di quelli fiscali.
Il presidente Enrico Schiappapietra con un sincero sostenitore dei balneari, l’assessore Marco Scajola
I Bagni Marini, che si accontentano di un guadagno da dichiarazione dei redditi tra i 15-25 mila € l’anno, hanno di recente esultato perchè il “60 per cento” dei posti disponibili è già riservato. Enrico Schiappapietra – titolare dei Bagni Olimpia di Savona, presidente di Confcommercio Savona, eletto nel consiglio nazionale di Confcommercio Imprese per l’Italia, vicepresidente nazionale vicario Sib, presidente balneari Liguria e tanto altro-, non ha dubbi. A Sandro Chiamaronti, facoltoso giornalista della vecchia guardia, direttore editoriale del popolare Ivg.it, ha rivelato che “i turisti vengono in Liguria al 95% per andare al mare” ed è un peccato che “mancano i russi e il flusso da tutti i paesi dell’Est“. E comunque “il numero dei giorni di vacanza è diminuito”. Non solo: “Non è vero che paghiamo poco di tasse. Oltre alla concessione dobbiamo far fronte a Imu, Tari, costo dei bagnini, Iva al 22%, unico settore del turismo ad averla così alta”. E la cronica carenza di parcheggi? Semplice? “Basterebbe che chi arriva da Piemonte e Lombardia sapesse dove lasciare l’auto e arrivare in spiaggia dieci minuti a piedi e il quadro cambierebbe”.
Turismo di qualità e turismo di massa? La capitale delle ‘seconde case’ in Liguria (Borghetto S.Spirito) è l’unica città balneare ligure ad essere rimasta senza alberghi tradizionali. Ci sono molte altre realtà dove la trasformazione di hotel sul mercato immobiliare ha raggiunto il 70-80% del patrimonio alberghiero rispetto agli anni ’70-’80. E la caduta libera non si è fermata. Tutta colpa degli speculatori tornati alla grande ad investire in Riviera? Chi sono? Da quali banche sono sostenuti? Quali sono i comuni più generosi (vedi Pietra Ligure, Loano, Alassio) e quanti con il piano regolatore scaduto e sempre in itinere? A che pro? Per favorire i residenti che non hanno la possibilità economica di potersi comprare case, ricorrere ad un mutuo, trovare alloggi in affitto (non stagionale) in città. A Borghetto si pensa perfino all’edilizia popolare nonostante oltre 11 mila ‘seconde casse’. Per fortuna c’è ancora offerta in affitto nell’immediato entroterra.
Il menu esposto all’esterno in un bar della zona centrale di Alassio. Fai un click per ingrandire la lettura
Abituati al mestiere che da cronisti è utile “consumare la suola delle scarpe” e rendersi conto di persona, nel primo affollato ponte del 25 Aprile abbiamo cercato di testimoniare il ‘turismo della focaccia’. Oggi sempre più attraente. Si fa la coda già dal primo mattino per la colazione o lo spuntino di pranzo, tutti in fila almeno fino alle 13. Bisogna armarsi di santa pazienza, del resto non c’è alternativa al risparmio. Fino alle 12, sedie e tavoli per la tazzina di caffè, con la bella giornata si sta seduti nei dehor, si lavora a pieno ritmo per servire la colazione. Sta tramontando anche l’economico ‘cappuccino’. Non parliamo dell’aperitivo ormai riservato ad una ristretta minoranza. L’esplosione del numero dei bar, perlopiù in spazi sempre più ristretti anche per via di affitti, è sfociato nel parziale abbandono della cena in pizzeria (15-20€). I bar si sono, con poche eccezioni, trasformati in ristoranti- tavole calde, dove si risparmia e sono preferiti dalle famiglie e dalle coppie.
Insomma è quel turismo di qualità verso cui ci stiamo avviando, in controtendenza, grazie all’infaticabile opera di convinzione di cui si nutrono mass media e social. Siamo alla disinformazione di massa soprattutto ad opera dei soliti noti. Le destre trionfano – la diserzione alle urne è costante- perchè la maggioranza degli elettori crede davvero che siamo al ‘fine vita del turismo di massa‘ (non abbiamo gli spazi e le spiagge della Riviera Romagnola) e quello di ‘qualità’ è destinato via via alla supremazia.
Che bel regalo per l’avvenire delle future generazioni! Che stupefacente iniezione di fiducia! Affidiamoci, senza remore, ai nostri ‘esperti’ di sano turismo e in attesa di leggere le prossime sapienti analisi, mettendo a frutto i loro successi con esperienze personali sul campo. Nomi e cognomi sono noti. Basta leggere e guardare il TG3 Liguria.
Luciano Corrado
PS. A proposito di panetterie e focaccerie quando le Asl (Savonese e Imperiese, non avendo altre certezze) ci daranno conto del numero di ispezioni ed analisi fatte. I risultati. Fino ad una decina di anni fa, testimoniano gli stessi panettieri, le Asl inviavano i loro tecnici per accertamenti e prelievi di campioni almeno ogni anno, a tutela della salute dei cittadini e di chi è ligio agli obblighi e norme sanitarie di legge. Oggi nessuno ne parla più. I cittadini delle tastiere sono distratti e disinformati. L’igiene e salute nelle panetterie-pasticcerie, cucine di locali pubblici ormai sono un optional. A meno che non accade qualcosa di grave.
Loano lunghe code in attesa per la focaccia a Il Fornetto dei carruggi centro storico. Un negozio storico di Loano…le sue focacce hanno deliziato migliaia di famiglie. Si legge su TripAdvisor: La qualità è sempre la stessa!!! Così come la cortesia delle signore al banco. Dovrebbe essere inserito nei locali storici slow food come fanno a Pietra. La migliore focaccia di tutta la Liguria! Non solo focacce, pizze, farinate e ottimo pane.