Quantcast
Channel: L.Corrado – Trucioli
Viewing all 726 articles
Browse latest View live

L’albergatore savonese si confessa. Le ‘fiere turistiche’ più fruttuose? Rimini e Utrecht (Paesi Bassi). Sestri Levante la più presente con sindaco e assessore. Le città che brillano

$
0
0

La sua azienda alberghiera, tra le più moderne e importanti del ponente, ha partecipato alle maggiori fiere – borse internazionali del turismo che si svolgono in Europa. Una testimonianza da cui emerge un quadro abbastanza sconosciuto e sorprendente, forse per gli stessi operatori della ricettività. Quali sono, nella realtà attuale, gli appuntamenti che danno i frutti maggiori, che incontrano quantomeno un interesse concreto. Una potenzialità non fatta solo di chi fa incetta di depliant ? Vale la pena di rinunciare a questi appuntamenti promozionali- commerciali tenendo conto che siamo in piena era del web, social, last minute ? A quali riflessioni e conclusioni portano ? Quali sono le località, le zone della Liguria più conosciute (e sconosciute) all’industria che ‘vende vacanze’ ?

Iniziamo da un sintetico excursus e prima constatazione. Il nostro operatore – che per motivi di opportunità e privacy scegliamo di non citare – sostiene che l’unica città turistica e alberghiera della Liguria quasi sempre presente a workshop in Italia e in Europa è Sestri Levante. E’ facile incontrare come ‘ambasciatore’ lo stesso sindaco  Valentina Ghio, oppure l’assessore al turismo. A volte insieme: Comune, Mediterraneo Servizi, Associazione Albergatori, Consorzio Sestri Levante. O ancora Consorzio Sestri Levante H&R, in ragione del recente ampliamento fuori dai confini comunali, presente con uno spazio a parte, posizionato davanti a quello istituzionale, che include tutti i componenti del nuovo consorzio Liguria Together.

“Dati alla mano – osserva il nostro interlocutore – abbiamo riscontrato buoni risultati – anche per le presenze di importanti  touroperator internazionali – soprattutto a Rimini e alla Fiera Internazionale del Turismo Vakantiebeurs ad Utrecht (Paesi Bassi). Mentre quello che in anni lontani era un blasonato appuntamento di incontri, lavoro, affari, vale a dire la Bit di Milano, a nostro avviso si è ridotta ad un ruolo assai marginale. Ha perso smalto e potenzialità, carenza di risultati per la maggioranza degli ‘espositori’ . Almeno  è quanto abbiamo constatato, se poi c’è qualcuno che ritiene sia  sempre occasione di promozione fruttifera, ben per lui e per l’indotto. Non è  il numero delle scolaresche che visitano magari questa o quella fiera che possono entrare in un virtuoso e promettente mercato per le strutture liguri sempre più in affanno.”

Un’altra esperienza significativa è stata la constatazione, oltre i confini nazionali, di quali sono le città conosciute sul mercato vacanziero europeo. Con gli ‘industriali’ che hanno più facilità a vendere e proporre, dalle loro agenzie o catene di agenzie,  a operatori di gruppi che scelgono solitamente i pullman. L’area della Liguria più conosciuta sono le Cinque Terre. Sestri Levante ha un buon livello quanto a notorietà e attrazione. C’è chi conosce Sanremo, Diano Marina, meno Alassio, rari casi per Finale Ligure; sconosciute, per esperienza fatta, località come Loano, Pietra Ligure, Spotorno, Andora, Varazze, Celle Ligure. Parlando del savonese.

Ci sono poi gli appuntamenti annuali che è meglio non perdere, osserva l’intervistato, come Londra, Parigi, Berlino, Monaco di Baviera. L’obiettivo non è tanto lavorare sulla quantità, quanto sulla selezione. Diciamo che nei periodi di bassa e media stagione per noi è importante avere un buon piazzamento  con Booking.com da 8,4, con la concorrenza attestata su 8,2., siamo sul giudizio ‘ottimo’.  Non tutti possiamo aspirare, ad esempio, ad un 9,2  (eccellente) del Yacht Club Marina Di Loano. Basti pensare che ‘Casa Scola’ sempre, a Loano, si fregia del 9,4 e un hotel di chiara impronta famigliare (Concordia di Loano), 3 stelle, raggiunge il punteggio di 9. Poi ci sono strutture d’eccellenza come La Pergola di Alassio (9,5), il Savoia, 3 stelle, sempre di Alassio 9, e il Grand Hotel Resort, 5 stelle, 8,7. Il Lido Hotel, 4 stelle, 9,3. l’Hotel Lamberti, 3 stelle, 8. La differenza tra Booking.com e Tripadvisor è che nel primo caso si possono dare giudizi solo allegando ricevuta fiscale o fattura e si tratta di un cliente solitamente medio alto. L’affidabilità di Booking. com viene anche presa come giudizio dai touroperators per contrattare il segmento dei prezzi da riconoscere all’albergatore in caso di stipula di contratto.

Concludiamo queste sintetiche  testimonianze, osservazioni, dati di fatto riproponendo un longevo quesito: cosa abbiamo dimenticato del nostro passato turistico, balneare ed invernale. C’è chi avrebbe, tra i suoi compiti, quello di non dimenticare. Perchè non è vero che tutto il mondo è paese. Ci sono fior di località, di montagna e di mare, dove si è continuato a costruire nuovi alberghi o riqualificarli. Non si dica che sono mancati contributi ed agevolazioni economiche della Regione. Sicuramente mai come avrebbe meritato la voce turismo, in particolare dopo che una regione, il ponente ligure, il Savonese, hanno perso alla stregua della caduta di birilli un’industria dopo l’altra, fino ai minimi termini. Era importante, strategico, una visione meno giornaliera, proiettata nel futuro con scelto e robusti finanziamenti. Si dirà che anche la categoria degli albergatori non sempre ha protagonisti correttamente informati, ha capacità e vedute tali da fare la differenza. Dunque non c’è solo la rassegnazione, aver perso il peso politico ed elettorale (vedi invece cosa accade ai Bagni Marini anche se è in atto un corrente politica per destabilizzare l’unità del sindacato di categoria), anche l’albergatore deve essere aggiornato, preparato e non farsi cogliere nelle retrovie dei mediocri. (l.c.)

Liguria protagonista all’ITB di Berlino. Uno stand dedicato

10 operatori e un evento di networking con stampa e trade

6 MARZO 2019- ITB BERLINO: INCONTRO TRA ASSESSORE REGIONALE BERRINO, COMMISSARIO AGENZIA “IN LIGURIA” GIAMPELLEGRINI, MINISTRO POLITICHE AGRICOLE CENTINAIO E PRESIDENTE ENIT PALMUCCI

BERLINO. L’assessore regionale al turismo Gianni Berrino e il commissario straordinario dell’Agenzia di promozione turistica regionale “In Liguria” Pier Paolo Giampellegrini hanno incontrato questa mattina, all’interno dello stand dell’agenzia allestito all’ITB di Berlino, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio e il presidente di Enit Giorgio Palmucci.

Tra i temi trattati durante il cordiale incontro, a cui ha fatto seguito un pranzo istituzionale, anche lo sviluppo turistico della Liguria nel mercato tedesco e l’efficacia del Codice identificativo turistico regionale degli appartamenti ammobiliati ad uso turistico (Citra).

Domani dalle ore 11 alle 13, sempre all’interno dello stand dell’agenzia, avrà luogo l’evento di networking in cui la stampa specializzata e il mondo del trade saranno coinvolti nella narrazione del turismo Made in Liguria.

Genova, 4 marzo 2019 – Prosegue la campagna di promo valorizzazione della Liguria sui mercati esteri. Con la regia dell’Agenzia “In Liguria” l’offerta del turismo made in Liguria sarà a Berlino, dal 6 al 10 marzo, in occasione dell’ITB, la più importante Fiera del Turismo per il mercato tedesco e una delle maggiori al mondo. Dopo il successo ottenuto alla Bit di Milano, questa volta si torna nel Paese che tradizionalmente rappresenta un punto di forza nelle presenze di turisti stranieri. Con uno stand dedicato all’interno dell’area Enit e soprattutto con la presenza di ben 10 operatori, l’Agenzia “In Liguria” si conferma come il motore di una politica di promozione e valorizzazione che punta soprattutto a fare incontrare domanda e offerta, oltre che a presentare il prodotto turistico.

In quest’ottica va inquadrato l’evento di networking del 7 marzo, quando dalle ore 11 alle ore 13 la stampa specializzata e il mondo del trade sarà coinvolto nella narrazione del turismo Made in Liguria. Lo stesso refrain scelto dagli organizzatori di ITB, “più grande, più digitale e sostenibile e ancora più internazionale”, calza a pennello per la Liguria. «Abbiamo già raccolto molti frutti e persino le calamità naturali e non, che hanno

Sarebbe interessante e utile a fiera chiusa oltre che i giudizi dell’assessore e di funzionari, ascoltare le testimonianze delle ‘banconiste’, delle addette ai rapporti con il ‘pubblico’ e operatori.

colpito la Liguria, sono state uno stimolo per fare meglio. I dati ci confortano, ma sappiamo che la strada intrapresa va proseguita – dice l’assessore regionale Giovanni BerrinoIn questo 2019, l’anno dedicato al turismo “lento”, proviamo a mettere a tema questa risorsa. Trekking, sentieristica, scoperta dei borghi dell’entroterra e dei prodotti agroalimentari di nicchia, l’enogastronomia. Sono tutti elementi su cui puntiamo e mi fa piacere vedere che qui alla Bit se ne stia parlando».

«Stiamo lavorando alla grande, insomma, e oggi già siamo qui a raccontare quello che faremo per un settore che considero importante per il futuro della Liguria. L’Agenzia In Liguria sta schiacciando alla grande sul pedale dell’acceleratore e questa primavera ci vedrà protagonisti con tre eventi del tutto innovativi, che vanno a coprire alcuni dei temi turisticamente più forti per la Liguria: il turismo attivo ed esperienziale, il turismo food & green e il turismo culturale» – conferma Pier Paolo Giampellegrini. Tra le proposte che verranno presentate a Berlino, non mancheranno i punti di forza del turismo ligure, che tradizionalmente piacciono ai tedeschi e ai turisti del Nord Europa: mare, food e cultura.

Per quanto riguarda gli operatori presenti allo stand della Liguria, si conferma la collaborazione tra imprenditori e Agenzia. «Viviamo la sinergia con le imprese come un valore aggiunto fondamentale – aggiunge Giampellegrini – le adesioni alle diverse Fiere e workshop cui siamo impegnati nel 2019, sono in costante crescita». A Berlino saranno ArbaSpaa, Comune di Sanremo, Consorzio Portofino Coast, Framura Turismo, Italian Plus Travel & Event, Liguria Togheter, Loano2Village, Melia Genova, Miramare the Palace Resort, West Liguria.  

LIGURIA FA PROMOZIONE NEGLI AEROPORTI

GENOVA. Domani, mercoledì 6 marzo alle ore 11.30 presso la Sala della Trasparenza della Regione Liguria, verrà presentata alla stampa la nuova campagna di promozione “La Liguria è un’altra cosa” in programma nei principali aeroporti italiani e a Parigi. A seguire verrà inaugurata nel cortile maggiore di Palazzo Ducale la mostra con le 25 foto selezionate per la campagna.

Saranno presenti il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il Sindaco di Genova Marco Bucci, l’assessore regionale allo sviluppo economico Andrea Benveduti, il presidente di Liguria International Ivan Pitto e l’art director Paolo Rossetti.

BIT, REGIONE LIGURIA: PRESENTATA LA CAMPAGNA DI PROMOZIONE 2019

Il governatore della Liguria Toti e l’assessore Berrino illustrano la campagna di promozione turistica 2019

MILANO. Regione Liguria ha presentato oggi alla Bit – Borsa Internazionale del Turismo di Milano la campagna di promozione per il 2019, dedicata al “Made in Liguria”. Sarà un anno di particolare impegno e presenza in tutti i maggiori eventi di settore, fiere e workshop, e di potenziamento della promozione dell’immagine della Liguria sui social e non solo. Riparte dai risultati molto positivi degli ultimi tre anni e comincia dalla Bit di Milano con uno stand, allestito dall’Agenzia di promozione turistica “In Liguria”, che dispone di una superficie di 160 mq e ospita una ventina di operatori regionali. Già fissati 700 appuntamenti con operatori di tutto il mondo.

“Il 2019 – ha detto il Presidente della Regione Giovanni Toti – sarà l’anno record per l’arrivo dei crocieristi, che aumentano ogni anno e hanno già superato i due milioni. Le cinque terre totalizzano più di quattro milioni di presenze. Dopo il ponte Morandi

La squadra di tecnici del turismo della Liguria con il presidente Toti alla stand della Bit di Milasno

abbiamo bisogno di far sapere che la Liguria è ancora bella, è ancora raggiungibile, è praticabile come e più di prima. Il golfo del Tigullio sarà di nuovo collegato con Portofino dal prossimo aprile, i lavori vanno avanti giorno e notte. Ci prepariamo ai ponti di primavera con tutta la Liguria in grande spolvero. Siamo ottimisti, siamo fiduciosi, siamo sicuri che chi verrà da noi troverà una grande stagione ricca di eventi e di tutta la bellezza che la Liguria sa offrire. Il calo di prenotazioni che abbiamo subito, con tutto quello che è successo, è naturale. Stiamo ripulendo il Tigullio, tutti gli yacht sono stati tolti dal mare, partirà rapidamente l’operazione fondali programmata dal ministero dell’ambiente. Se tutti ci rimbocchiamo le maniche, compreso chi si lamenta troppo, forse riusciamo a raggiungere buoni risultati insieme”.

“Abbiamo avuto risultati fantastici nel 2017 – ha detto l’assessore al turismo Gianni Berrino – e, al netto di tutto ciò che è successo, anche nel 2018. Per confermare e rafforzare questa base abbiamo raddoppiato il budget di Agenzia in Liguria per il 2019,

Lo strand ‘La mias Liguria’ alla Bit 2019 di Milano

per far arrivare ovunque il messaggio che la Liguria accoglie i turisti anche quest’anno, che si raggiunge come prima e, se qualcosa è cambiato, è cambiato in meglio grazie agli investimenti dei privati e ai prodotti nuovi che stiamo creando: puntiamo, come dice un claim, sul “Mare verde della Liguria”, quindi su una nuova integrazione tra il mare e l’ingente patrimonio naturalistico di tutto il territorio regionale che può aggiungere attrattività alla base del turismo balneare che rimane la più importante nei numeri. A questo si aggiunge l’attrattività della nostra capitale culturale e artistica, che è Genova”.

“Abbiamo appena brindato al successo di immagine e di promozione del festival di Sanremo e già siamo qui a Milano – ha detto il Commissario di Agenzia In Liguria Pierpaolo Giampellegrini – l’Agenzia sta schiacciando sull’acceleratore, con tante iniziative di promozione e una campagna 2019 particolarmente impegnativa. Noi siamo consapevoli di avere un territorio unico al mondo da vendere sul mercato globale, e alcuni asset ineguagliabili nel campo del turismo culturale, del turismo attivo e nel settore dell’enogastronomia, che uno studio recente ha confermato essere trainante. Abbiamo tante carte e ce le vogliamo giocare bene, in perfetta collaborazione con le nostre imprese. Lo vediamo già qui a Milano, con venti operatori presenti al nostro stand e un numero di richieste di adesione anche maggiore”.

OTTOBRE 2018 –  TURISMO: LA LIGURIA SBARCA AL TTG DI RIMINI

Dal 10 al 12 ottobre uno stand di 144 metri quadrati, 19 operatori da tutta la Regione. Il coordinamento di Agenzia “In Liguria” e il lancio di Buy Liguria

GENOVA. Da domani, 10 ottobre, e poi fino al 12 ottobre Regione Liguria, attraverso l’Agenzia “In Liguria”, sarà presente al TTG di Rimini, la principale fiera del turismo B2B. Saranno 19 gli operatori liguri (tour operator, strutture ricettive, società di trasporti marittimi, cooperative servizi turistici) nello stand “Liguria”, da 144 metri quadri. Una presenza importante come spiega Pietro Paolo Giampellegrini, commissario straordinario dell’Agenzia “In Liguria”, che sarà a Rimini: «Saremo presenti con forza al TTG di Rimini dal 10 al 12 ottobre con uno stand in collaborazione con 19 operatori liguri e la previsione di 450 appuntamenti in agenda degli operatori liguri. Nell’importanza di fare sistema come territorio e di portare il brand Liguria unito a eventi importanti di settore come è appunto la rassegna di Rimini». Al TTG saranno oltre 200 gli eventi in programma, messi a punto da IEG e distribuiti nelle otto arene all’interno dei padiglioni, dove saranno protagonisti oltre 300 relatori, con tutti i più autorevoli attori dell’industria turistica internazionale. Subito dopo la chiusura del TTG, Agenzia “In Liguria” sarà impegnata nella sesta edizione di Buy Liguria dal 21 al 24 ottobre; in quest’occasione 50 operatori liguri dell’offerta incontreranno 33 buyer internazionali della domanda provenienti da: USA, Russia, Lituania, Lettonia, Romania, Ucraina (nuovi voli diretti Ernest Airlines), Spagna, UK, Germania, Svezia e Paesi Bassi.

TURISMO: APPROVATO IL BANDO DA 700 MILA EURO PER SERVIZI TURISTICI INNOVATIVI

 ASSESSORE BERRINO: “SEMPLIFICATE LE PROCEDURE PER OTTENERE I FINANZIAMENTI”

GENOVA. La Regione Liguria ha approvato il bando che mette a disposizione un plafond di 700mila euro per l’attivazione e lo sviluppo di servizi turistici innovativi per il miglioramento della destinazione “Liguria”. Il bando prevede finanziamenti a tasso agevolato con rientri in cinque anni senza richieste di garanzie (fatte salve le erogazioni di anticipi) da un minimo di 10mila euro a un massimo di 50mila euro.

I beneficiari ammissibili sono le singole imprese o altri soggetti economici che condividano il progetto con almeno altri due partner, oppure le reti di imprese-soggetto e i consorzi già costituiti. Non possono essere beneficiarie dirette le aziende agricole, ma possono rientrare comunque nella partnership di progetto.

“Rispetto alla precedente edizione del 2017, sono state semplificate le procedure per l’ottenimento dei finanziamenti con alleggerimento degli oneri a carico delle imprese per agevolarne significativamente l’accesso al credito – ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Gianni Berrino – Vogliamo promuovere iniziative finalizzate alla creazione o al miglioramento di servizi turistici anche innovativi e collegati al prodotto che risultino inseribili in specifici segmenti di mercato rafforzando l’offerta esistente e proponendo esperienze diversificate in un sistema integrato che agevoli il turista nella fruizione della vacanza sul territorio regionale”.

Obiettivo del bando è offrire maggiore qualità attraverso l’innovazione dell’offerta dei servizi turistici che possono rientrare nelle linee dei prodotti previsti dal ‘Piano del Turismo 2020’ e favorire l’aggregazione tra diversi operatori attivi nel settore del turismo.

L’assessore Berrino presenterà il bando il 18 marzo a Imperia, il 22 marzo a Genova, il 25 marzo alla Spezia e il 27 marzo a Savona.

L’ALTA VIA DEI MONTI LIGURI PREMIATA AL COSMO BIKE SHOW DI VERONA

COME ITINERARIO PER LA MOUNTAIN BIKE

Ludovica Casellati (organizzazione Cosmo Bike), Gianni Berrino, Maurizio Danese (Presidente Fiera di Verona), Federico Sboarina (sindaco di Verona), Elisa De Berti (assessore alle infrastrutture e ai trasporti della Regione Veneto)

GENOVA. L’Alta Via dei Monti Liguri ha ricevuto questa mattina il Premio della Stampa al Cosmo Bike Show 2019, uno dei più importanti eventi di settore per la bicicletta in Europa in corso alla Fiera di Verona. A ritirare il premio è intervenuto l’assessore al turismo della Regione Liguria Gianni Berrino, che gli è stato consegnato da Renato di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana.

Il percorso escursionistico, che attraversa tutta la Liguria unendo gli antichi sentieri di crinale dello spartiacque alpino e appenninico in un’unica traccia di circa 440 chilometri in 43 tappe, è stata selezionata dalla stampa specializzata per l’esperienza unica che può offrire agli atleti e agli appassionati di mountain bike.

“Da appassionato e praticante amatoriale della bicicletta  – ha detto Berrino – mi sono ripromesso più volte di venire al Cosmo Bike e sono quindi molto contento di essere venuto per ritirare questo premio: l’ho fatto a nome di tutti gli operatori che contribuiscono ogni anno, con passione e non pochi sacrifici, a rendere praticabile un percorso suggestivo e unico. L’Alta Via è un itinerario impegnativo che in diverse parti sfida le capacità dei migliori. Ma, grazie alla varietà dei territori che attraversa, soprattutto nella bella stagione l’Alta Via è scelta anche come meta di escursioni facili per associazioni sportive, gruppi di amici e famiglie, o come campo di gara per molte manifestazioni di livello amatoriale. È un gioiello del nostro territorio e una risorsa turistica che richiama ogni anno molti sportivi, soprattutto dal nord Europa”.

L’Alta Via può essere percorsa tutta senza interruzione in bicicletta, con adeguata preparazione, e ha pochi termini di paragone come percorso per mountain bike, per le sue caratteristiche, in Italia e in Europa. Dal 2012 al 2017 è stata teatro dell’Alta Via Stage Race, una competizione che in sei edizioni ha richiamato i migliori atleti da tutto il mondo che hanno dato vita a gare entusiasmanti. Ma il percorso può essere scelto anche per un fine settimana di pedalate poco impegnative. Nelle diverse zone si alternano selle con minore dislivello e sentieri più ampi, ad esempio nell’entroterra savonese prima del Colle di Cadibona che separa il tratto alpino da quello appenninico, a crinali molto impegnativi, con tracce ristrette e saliscendi continui, come nella parte iniziale che in poche tappe sale dal mare di Ventimiglia ai 2200 metri del monte Saccarello, la vetta più alta della Liguria. Ovunque l’Alta Via offre paesaggi davvero mozzafiato e dal Beigua a Genova, in particolare, il ciclista pedala su una vasta terrazza affacciata sulla costa: chi sceglie di portare le sue due ruote fin lassù può capire perché la Liguria è chiamata anche “la montagna in riva al mare”.

 


Albenga perde Cà di Berta, gioiello immerso nel verde e relax. Chiuso a luglio. In vendita

$
0
0

Cà di Berta, locanda elegante ed esclusiva. Adagiata in un silenzio d’oro. Cinque suites, cinque camere, sala colazione (all’apertura anni ’90 anche ristorante), piscina, un parco alberato che nel ponente savonese è secondo alla Pergola di Alassio. Un complesso armonioso immerso nel verde della natura, impreziosito dall’opera instancabile di Pietro Delfino e della sorella Concetta che ha chiuso gli occhi alla fine dello scorso luglio. Non aveva fatto notizia né la scomparsa di Pietro, né di Concetta. Eppure erano due personaggi con una storia lavorativa, umana, che non capita di conoscere frequentemente. Una vita dedicata, tra Savona, Albenga e viceversa, al commercio all’ingrosso e al dettaglio di frutta e verdura, con banco vendita nella città della Torretta, poi trasferito a Pilalunga di Quiliano. Erano  gli anni che le primizie di Albenga invadevano i mercati di mezza Europa. Il destino volle che, in vista della vecchiaia e senza figli, i Delfino dopo aver ceduto l’attività, si innamorarono del progetto di recupero di un insediamento di antiche case, tra Salea ed Albenga, in gran parte ruderi.

Il complesso Ca di Berta visto dall’alto ed aggiustato graficamente, la foto risale a fine anni 90.

L’obiettivo era quello di realizzare armoniosi insediamenti unifamiliari, da mettere in vendita una volta ristrutturati, con la riqualificazione dell’area verde, ricca di alberi, flora mediterranea, ulivi secolari.  Il progetto, fatto e rifatto, riveduto. Più passaggi in commissione edilizia, ebbe finalmente il via libera del Comune di Albenga. Iniziarono i lavori, non semplici tenendo conto che la concessione edilizia, ma anche la volontà dei Delfino, era di valorizzare al massimo la parte antica, a cominciare dai muri a pietra vista, le sagome degli edifici rimasti in piedi. L’opera era quasi conclusa e al Secolo XIX arrivò una delle tante lettere in cui era nel mirino il sindaco del Pci, Angelo Viveri ed il suo stretto entourage. Si facevano dei nomi, si indicavano date,  carteggi, il leit motiv era una speculazione edilizia mascherata in un’area dove per il piano regolatore non era possibile realizzare edifici singoli, né per civile abitazione, ma unicamente insediamenti ricettivi, tipo hotel, agriturismo e residence. Quella lettera finì  sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, dr. Emilio Gatti, magistrato giovane, scrupoloso ed al quale il procuratore affidava gran parte delle inchieste sull’edilizia.

Sta di fatto che in meno di un mese scattò un provvedimento di sequestro, con i Delfino indagati di lottizzazione abusiva, reati ambientali vari, abusi rispetto al progetto approvato, ma erano in corso delle varianti in attesa di concludere l’iter. E a quanto pare era stato proprio il ricorso alle varianti, pratica assai abituale per aggirare vincoli edilizi, che aveva indotto i firmatari (nome fasull0) a dare tutti gli estremi della pratica. Il cantiere rimase bloccato a lungo e solo dopo che Delfino dovette accettare un’inversione a 360 gradi della originaria destinazione che aveva in mente, furono tolti i sigilli.  C’è da dire che l’inchiesta non portò ad incriminazione del sindaco, nè di componenti dell’ufficio tecnico che avevano seguito la pratica e che nell’esposto venivano indicati quali beneficiari di una ‘mazzetta’. Tanto è vero che parte del fascicolo venne trasmesso alla procura del tribunale per presunti reati di sua competenza.

Pietro Delfino che era la mente dell’operazione – investimento, attraversò momenti difficili. Al cronista ebbe a dire: “Ad un certo punto volevo abbandonare tutto, ormai i soldi li avevo spesi e mai più pensavo di fare l’albergatore….”. Invece realizzò, affidandosi a gente del mestiere, un spettacolare resort che faceva onore ad Albenga, alla Riviera, all’industria ricettiva. Decise anche di creare, nello stabile, un locale ristorante che per anni ha ospitato matrimoni, banchetti, ritrovo di gourmet e clienti di buon livello. Quel ristorante, che contrariamente alle camere, richiede un enorme impegno soprattutto nella ricerca dello staff, del cuoco e che nonostante a leggere i media si trovino dei maestri di cucina come i funghi, non è affatto così. C’è una carenza di professionalità spaventosa e i bravi non lasciano facilmente il posto che hanno, le pretese non sono neppure da mensile di chi si accontenta di una paga dignitosa, tenendo conto dello standard italiano.  E’ la categoria professionale dipendente meglio pagata, che va ben oltre, salvo le immancabili eccezione, la busta paga di un secondo livello. E Delfino ne sapeva qualcosa.

Il Cà di Berta, dalla sua inaugurazione, ben presto è stato inserito nelle più prestigiose guide nazionali ed internazionali. Per parecchi anni era diventato, con la Meridiana – Rosmarino di Garlenda, il ritrovo della clientela chic, di associazioni elitarie. Ad esempio era il punto di riferimento per le aziende e la famiglia Orsero quando era in vita Raffaello, così pure dei Noberasco, dei titolari di grosse aziende dell’albenganese di import ed export. Un tre stelle, rispetto ai 5 del Meridiana, ma quanto a fascino (non parliamo di lusso ed eleganza strutturale)che incontrava la preferenza e la piena soddisfazione di turisti stranieri: tedeschi, svizzeri, austriaci, belgi, olandesi in particolare. Le auto di grossa cilindrata erano di casa.

La vecchiaia, problemi di salute seri, hanno spezzato la forte fibra di un gran lavoratore e gentiluomo, umile, modesto, di esemplare buon senso. Pietro Delfino ha lasciato il timone alla sorella con la quale viveva in simbiosi. Una donna a modo, concreta. L’ultima volta che la incontrammo, al pastificio San Giorgio di Ceriale, lamentava un andazzo che ignoravamo. Molti pranzi e banchetti di matrimoni, non solo, venivano organizzati all’interno di strutture camping, sfuggendo ad ogni controllo fiscale. Una vera e propria concorrenza sleale e impunita per chi magari puntava a risparmiare la spesa di un ristorante vero e proprio.

Poi è stato, oltre dieci anni fa, Angelo Fresia quando era corrispondente de La Stampa a dare notizia che  Concetta Delfino , unica titolare,  aveva chiesto la cancellazione del vincolo alberghiero per “l’impossibilità di apportare incrementi qualitativi e quantitativi al resort in Regione Case di Berta” e quando il ristorante Carlotta, al suo interno, aveva cessato da tempo l’attività. I prezzi delle camere e colazione partivano da un minimo di 90 euro fino ad un massimo di 170. Incluso l’uso della piscina. Manco a dirlo impossibile ottenere lo svincolo ed arriviamo al 28 luglio  2018 quando è partita per sempre la signora Delfino che poteva contare sulla collaborazione della nipote Doriana Delfino. Locale chiuso.

Una contadina che da 30 anni abita poco lontano, espone tutta la sua tristezza nel vedere il Cà di Berta  desolatamente chiuso, con i primi segnali di abbandono. “Aveva un’ottima clientela – osserva – e sapesse quanti sacrifici, sudore e preoccupazioni per fratello e sorella; ora abbiamo sentito che è stato messo in vendita. Chissà quanto chiedono, ogni tanto si vede qualcuno, probabilmente è stato affidato ad un’agenzia”. Già, qual è il valore di una struttura gioiello ? Se si chiede ad un albergatore proprietario di muri risponde: “In Riviera nessuno compra più, ritiene conveniente investire. Le volte che le banche hanno messo in vendita qualche hotel pignorato si sono trovate con meno della metà di quanto aveva periziato il tribunale con il suo perito”. Certamente i Delfino hanno investito qualche miliardo di lire. Chi diceva 4, chi 5. O forse più.  E negli anni occorre sempre rinnovare. Quando  l’industria alberghiera tornerà ad essere redditizia ? Ed attrarre, come accade in altre aree del Paese,  investimenti italiani e stranieri ? Non palazzinari. (l.cor.)

A pochi metri dai ruderi trasformati in hotel ci sono altri ruderi in bella vista

Laigueglia scioccata e incredula. Savoini, giornalista, sherpa leghista, nell’affaire ‘buchi neri’ di Salvini. ‘Era stato nello staff Maroni’

$
0
0

L’ultimo numero de L’Espresso. Titolo di copertina: I buchi neri di Salvini. Silenzi, omissioni. E tutte le crepe nel sistema di potere del ministro. Ecco cosa svela l’inchiesta sulla trattativa tra gli uomini della Lega e i manger di Putin per finanziare il partito. La settimana prima altra copertina: Esclusivo. 3 milioni per Salvini. L’incontro segreto del ministro a Mosca. E la trattativa tra gli uomini di Putin ed i suoi per finanziare la Lega. Obiettivo: far vincere i sovranisti alle elezioni europee. E nel sommario: Gianluca Savoini, fondatore dell’associazione Lombardia – Russia, è l’uomo che ha condotto in questi mesi l’affare con i russi vicino al Cremlino; giornalista, ex portavoce di Salvini, cominciò il negoziato per sostenere il Carroccio mesi prima della visita a Mosca del ministro. Savoini, 54 anni, nella Lega dal 1991, oggi non ha un ruolo ufficiale nel partito. Sposato con una russa scrive editoriali per Libero e Sputnik.

Gianluca Savoini a fianco al cineoperatore, quando Bossi segretario della Lega Nord frequentava Alassio, al suo fianco nella foto di Silvio Fasano, Sonia Viale, ex sottosegretario di Stato ed attuale assessore alla Sanità della Regione Liguria

Per il settimanale che appartiene all’editore più letto in Italia (dopo la cessione de La Stampa e del Secolo XIX entrati a far parte del gruppo che pubblica anche la Repubblica e una decina di quotidiani locali) “Savoini puntava a ottenere finanziamenti per la Lega”.  Per conto di chi trattava ? Matteo Salvini: “Savoini è una persona che conosco  da vent’anni, ma a nome mio parlo io”. E lui, laiguegliese Doc, anche se è nato ad Alassio il 27 settembre 1963, che è cresciuto  con i genitori e la sorella in via Al Castello Romano, dichiara a Sputnik, giornale on line controllato dal Cremlino: ” Non ho nulla da dire riguardo alle accuse e alla ricostruzione inventata degli eventi, di cui mi sento libero di parlare con i miei avvocati. Posso solo dire che non ho partecipato a nessuna trattativa e non ho mai ricevuto un rublo né da Mosca, né da nessun altro”.

Gianluca Savoini appartiene ad una delle famiglie più conosciute della cittadina balneare e del comprensorio alassino. Un’infanzia e gioventù senza  aspetti particolari da farlo ricordare ai coetanei o a chi lo conosceva pur senza frequentarlo. Trucioli.it ha scritto per la prima volta il suo nome, il novembre 2018, per i 30 anni di giornalismo di Giò Barbera, 52 anni, oggi collaboratore a La Stampa Savona.  Giò, al Corriere Mercantile, prese il posto di Savoini nel novembre 1988. Era iscritto all’albo professionale dei pubblicisti liguri dal 17 maggio 1985 e che lasciato Genova, a Laigueglia ricordano i suoi articoli su La Padania, il Giornale. Ma soprattutto lo mettono in relazione al periodo in cui fu ministro dell’Interno  Roberto Maroni  che nella XII legislatura (1994-1996) è stato Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro dell’Interno nel I° Governo Berlusconi.  In paese si diceva che facesse parte dello staff del ministro – ricorda un buon conoscente -, Gianluca non ha mai fatto esibizione del suo ruolo, è sempre stato modesto e schivo”. La mamma Marinella Daniele è stata candidata quando il prof. Franco Laureri tentò la carta di candidarsi a sindaco.  La sorella Daniela Savoini fu, a sua volta, candidata (15 preferenze) nel 2008  nella lista del prof. Giovanni Regesta sindaco che si piazzò al  secondo posto con 503 voti contro i 720 di Franco Maglione  e i 70 di Alessandro Benazzo.

Carlo Savoini si è spento lo scorso anno, qui sulla spiaggia dei bagni di famiglia: Ondina

Papà Carlo Savoini è morto nell’ottobre dello scorso anno. Giò Barbera su La Stampa ha scritto: “Apparteneva ad una famiglia di imprenditori di vecchio stampo, legatissima al territorio e soprattutto al borgo marinaro laiguegliese. Una comunità che ora piange la scomparsa di Carlo Savoini, 89 anni, storico titolare dei bagni Ondina insieme alla moglie Marinella Daniele. Due mesi fa, era il 12 agosto, avevano festeggiato i 70 anni della storica impresa di famiglia. Un traguardo importante festeggiato con i bagnanti e con gli amici più stretti. Si erano ritrovati tutti insieme per ripercorrere la storia di un’attività che era iniziata con i coniugi Nino e Lodovica Daniele e c’era anche Carlo, il patron dello stabilimento balneare laiguegliese, che gestisce la figlia Daniela”.

Il bar ristorante, attigua ai Bagni, è stato ceduto anni or sono.  Savoini senior, ricordava l’articolo, lasciava Daniela e Gialuca con Irina, i nipotini Demian, Nora e Lea. Il signor Carlo aveva militato  nel Psdi quando  il maggiore e più rappresentativo esponente  locale e provinciale era l’avv. Umberto Ramella. Tra i più apprezzati esponenti della massoneria ligure di Piazza del Gesù fino ad arrivare al ‘Consiglio Supremo dei  33.’ E’ stato tra gli amici del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e tra i difensori  penalisti al maxi processo Teardo e dell’agente immobiliare calabrese – borghettino – loanese Antonio Fameli, pure lui in loggia (Le Acacie di Albenga).

Gli imprenditori turistici Savoini. Scriveva l’inviato speciale del Secolo XIX,  Paolo Crecchi, il 24 luglio 2011: ” L’élite sta a Laigueglia come il turismo di massa  a Cesenatico.  Uno scende i gradini che portano  alla mitica spiaggia  Ondina, chez Marinella Savoini, e in due metri quadrati di sabbia, si imbatte  nel mega direttore delle Generali Attilio Invernizzi, impegnato ad abbronzarsi a fianco di Alberto Talan della Rolex orologi.  Un salto al bar Ondina ed ecco  Dario Mazzoleni, l’editore di rete 7. Due passi sul basgnasciuga  e spunta il giornalista Franco Manzitti già direttore di quotidiani e opinion maker  televisivo, figlio del celebre direttore  di Assoindustria e presidente dell’Autostrada dei Fiori Giuseppe. …A Laigueglia la storia parla  delle grandi famiglie  genovesi come i Manzitti, i Preve (riso Gallo e non solo), gli armatori Campanella, i Musso Piantelli….Mancano solo i leader politici  perchè Laigueglia  possa essere definita la Capalbio ligure. Ai Bagni Davide  va Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa e già direttore di quotidiani e settimanali nazionali.”

Marinella Daniele vedova Savoni nei Bagni Ondina e mamma orgogliosa del suo Gianluca. E’ stata candidata nella lista indipendente del prof. Franco Laureri consigliere di opposizione

I politici, a Laigueglia,  venivano una volta come il democristiano Filippo Peschiera o Gipo Farassino della Lega. Qui il partito ora  è rappresentato ai massimi vertici del potere con il sindaco Sasso Del Verme che è anche segretario provinciale, ma soprattutto con la sorpresa delle sorprese, il neo senatore Paolo Ripamonti, eletto a 44 annui, nel ponente ligure, 114.589 voti, agente immobiliare ad Alassio (con Del Verme), chiamato a far parte della giunta di centro destra del Comune di Savona con sindaco l’avv. Ilaria Caprioglio, prima donna nella storia del capoluogo. Papà Ripamonti esercente, negli anni 90, intervistato dal corrispondente del Secolo XIX, Angelo Taranto, lanciava un grido d’allarme: “ Tanti negozi stanno chiudendo e mancano ragazzi disposti a raccogliere l’eredità commerciale dei padri. Il commercio nella nostra cittadina  sta conoscendo un momento di crisi senza precedenti. Il Comune  dovrebbe interrogarsi  sui motivi di questa situazione  e cercare un dialogo con i commercianti ed esercenti per correre ai ripari.“.

Era sindaco il dr. Giuliano Montaldo tra i commercialisti più affermati in provincia e con molti incarichi a livello regionale e nazionale (liquidatore), persona di fiducia ed amministratore elettorale di Claudio Scajola ministro e parlamentare di Forza Italia. Montaldo chiamato a risanare, da assessore esterno, la voragine di debiti (12 milioni) lasciati dalle giunte rosse del Comune di Savona.

Gianluca Savoini con il presidente Putin, una stretta di mano che a Laigueglia tutti forse ignoravano.

In questo scenario storico e turistico nessuno immaginava che il laiguegliese Savoini finisse alla ribalta nazionale. Anzi, se non sbagliamo, fino ad oggi la cittadina è stata risparmiata, mai associata nei servizi giornalistici a quello che resta nell’immaginario locale un ‘fedelissimo di Bobo Maroni’.

Oggi descritto nella veste di colui che conduceva la trattativa per finanziare la Lega di Salvini.  “E’ il 24 luglio scorso – scrive L’Espresso in esclusiva –  quando  un’offerta commerciale arriva ad una società petrrolifera russa. Ad inviarla è Gianluca Savoini, l’uomo di Salvini a Mosca. Oggetto: la vendita  di un quantitativo di gasolio.”  In ballo un fondo di investimento del miliardario russo Kostantin Malofeev.…il finaziere è un fedelissimo di Putin sospettato da Stati Uniti e Unione Europea di aver finanziato la conquista della Crimea e la guerra nel Donbass…accusato di avere un ruolo attivo nei rapporti finanziari tra il Cremlino e i francesi del Front National. ….La Avangard oil&gas è la società che riceve l’offerta di Savoini….ed i dettagli documentano  l’intraprendenza  lontano dall’Italia. Ora la vicenda disturba il sonno del vice premier e ministro dell’Interno. Preoccupato perchè Gianluca Savoini è il regista della trattativa iniziata molti mesi fa…E’ uno degli uomini più vicini al vice premier….E’ stato suo portavoce, gode della massima stima, non a caso i russi lo considerano ‘il consigliere’ di Salvini nonostante non ricopra alcun ruolo ufficiale.  Mosca è la sua seconda casa, tantè che nel 2016 ha fondato li anche una società, la Orion Lcc, che si occupa di consulenze. Suo socio nella Orion è Claudio D’Amico, assessore leghista a Sesto San Giovanni, fondatore (con Savoini) dell’associazione Lombardia – Russia.  D’Amico da qualche mese è stato chiamato a Palazzo Chigi come ‘ consigliere strategico‘ del vice premier Salvini.  Ed è dal luglio 2018 che L’Espresso colleziona tracce e documenti sulla strategia messa in atto da Savoini per gestire la delicata partita  del finanziamento camuffato da compravendita di gasolio. ….Savoini era presente a tutte le trattative, è stato fotografato insieme ad un altro italiano….e con Aleksander Dugin, filoso molto apprezzato da Putin, mente del movimento euroasiatico e di riferimento dei sovranisti europei. …E’ sempre Savoini, nella hall di un hotel, a fare gli onori di casa, a parlare per primo. Tutto in inglese. “La nuova Europa deve essere vicina alla Russia ” sono state le sue parole, non dobbiamo più dipendere dalle decisioni degli illuminati a Bruxelles o in Usa.  Vogliamo cambiare l’Europa insieme ai nostri alleati come Heinz Cristian Stranche in Austria, Alternative fuer Deutschland in Germania, la signora Le Pen  in Francia, Orban in Ungheria, Sverigedemokraterna in Svezia”.

Lo scorso luglio Savoini è colui che si è descritto a Il Foglio nel ruolo di coordinatore degli incontri di Salvini con gli ambienti russi.  Scrive il giornalista specializzato in inchieste Lirio Abbate: “...La semplice circostanza che Savoini abbia trovato posto ad un tavolo d’affari russo per cercare denaro per finanziare la Lega è un fatto politicamente grave su cui Salvini deve pronunciarsi.  Savoini non ha incarichi ufficiali ma nel board della sua associazione  c’è Claudio D’Amico, consigliere strategico di Salvini a palazzo Chigi. Gli alleati di governo del Movimento % stelle  non hanno niente da dire?  Savoini lo diche chiaro e tondo. L’obiettivo politico è la costruzione di una nuova Europa,  un modello russo organizzato a favore delle forze politiche nazionaliste in Europa….I sovranisti chiedono aiuto a una potenza straniera”, conclude Abbate.

A Laigueglia leggere cose del genere del ‘loro tranquillo e semplice concittadino Gianluca pare inverosimile’. E’ vero che si vede di raramente, è accaduto anche la settimana scorsa. Alla mamma è molto affezionato. “Ci siamo salutati – confida un lontano amico -, lui non ha intavolato il discorso dello scoop e di quanto si è letto ed io ho lasciato correre; non mi sembrava una persona turbata, anche se non è mai stato un tipo espansivo e francamente credo che neppure i leghisti Doc della zona avessero con lui particolari rapporti.”.

A meno che il Salvini nelle sue frequenti missioni elettorali nel  savonese non avesse un suggeritore, una ‘punta di diamante‘  che però è stato capace di scegliere le persone giuste ed affiatate. Lo definiscono il ‘coro leghista del ponente ligure’.  Un coro attivissimo,  con la comunicazione tra le priorità assolute, non sarà certo da ‘mani sulle città‘, sicuramente  da ‘superfidati nel partito. Tutti per uno e uno per tutti.  Durerà ? E chissà cosa avrà pensato il ‘fiduciario leghista’ alla destra di Salvini, della fulminea carriera dei concittadini in Lega.

Luciano Corrado

NELL’APRILE 2008 DANIELA SAVOINI,  CHE GESTISCE I BAGNI ONDINA, SORELLA DI GIANLUCA
SI ERA CANDIDATA NELLA LISTA CIVICA RINNOVARE LAIGUEGLIA CHE CANDIDAVA SINDACO IL PROF. GIOVANNI REGESTA, EX PRIMARIO OSPEDALIERO E STIMATO ‘FRATELLO MURATORE’ IN LOGGIA
15 febbraio 2019
SEMINARIO ITALO-RUSSO, REGIONE LIGURIA, PRESIDENTE TOTI: AL VIA A GIUGNO LE GIORNATE DI SANPIETROBURGO PER PORTARE IL MEGLIO DELLA LIGURIA E DI GENOVA IN RUSSIA
Dal 6 all’8 giugno Genova e Regione Liguria saranno ospiti del Forum mondiale dell’economia di San Pietroburgo. Lo ha comunicato questa mattina il governatore ligure Toti nel corso del seminario italo-russo a Palazzo San Giorgio.Da quando esiste, questa è la seconda volta, dopo Torino, che una città e una Regione sono ospiti del Forum di San Pietroburgo per promuovere, in sinergia con tutte le Istituzioni,  tutto il territorio.“Si tratta di un appuntamento mondiale – ha detto Toti – dove le più grandi economie extraoccidentali approfondiranno i temi dello sviluppo. Per Genova e per la Liguria sarà una vetrina straordinaria per presentare le proprie potenzialità e il proprio tessuto produttivo: le imprese, la logistica, il porto l’high-tech, il turismo. Inoltre grande spazio avrà la nostra gastronomia e gli chef stellati di Genova e della Liguria che faranno gustare a ministri e capi di Stato il meglio della nostra cucina. Una grande opportunità di incontro e un’occasione preziosa per promuovere le eccellenze liguri all’estero e aumentare gli scambi commerciali”.

 

 

Ventimiglia, il vescovo Suetta messo alla berlina. Il ‘caso Aringa salata della Ciassa’

$
0
0

In un contesto sociale d’altri tempi insegnavano il rispetto di alcune figure di riferimento delle istituzioni civili, militari e religiose: il vescovo, il parroco, il sindaco, il comandante dei carabinieri, la maestra. La ‘dissacrazione’ di personalità pubbliche, l’erosione di ideali e di valori, il linguaggio televisivo scurrile, spesso intriso di insulti e bestemmie. I messaggi triviali sui social senza limiti, né ritegno, né freni inibitori. Che senso esporre alla berlina mediatica un vescovo, nel caso quello di Ventimiglia e Sanremo, mons. Antonio Suetta – origini a Loano, famiglia contadina, già parroco di Borgio Verezzi ed economo della Diocesi di Albenga Imperia, cofondatore di cooperative sociali  imperiesi, un periodo da cappellano del carcere di Imperia -, ritenendolo colpevole di trascurare il centro storico (di Ventimiglia), di impoverire la cattedrale, di aver trasferito un sacerdote ritenuto “propulsore di cultura oltre che di fede, con benefici per tutta la città vecchia”. Un vescovo, salvo “errori &omissioni”, non può finire nella lista nera degli avversari. A meno che…

Il vescovo, origini a Loano, monsignor Antonio Suetta, il giorno del suo ingresso nella diocesi di Sanremo – Ventimiglia

Non pretendiamo di ergerci a giudici, arbitri, pacieri, dispensatori di attestati del bene e nel male. Siamo soltanto vecchi cronisti ed osservatori. Non abbiamo la fortuna di vivere la realtà della diocesi ponentina, con le sue parrocchie, i suoi bisogni e problematiche. Neppure all’altezza di conoscere dall’interno la guida pastorale diocesana. Non siamo stati tra tifosi di don Suetta parroco e economo. Ha lasciato un’eredità, nella diocesi di Albenga ed Imperia, con un passivo di 6 milioni di euro che non ha certamente sottratto o distratto. E’ uscito abbastanza indenne da un’inchiesta giudiziaria sui fondi Caritas, ma è stato anche l’artefice del nuovo polo diocesano finanziato da un lascito che ha riunito, ad Albenga, 400 alunni tra elementari, medie e liceo. Con ampi spazi  per attività giovanili, compreso un campo di calcetto.

Che cosa ha commesso di tanto grave agli occhi di alcuni ventimigliesi, presumibilmente una minoranza ? I media ne hanno dato conto nel rispetto del dovere – diritto di informare i lettori. Più difficile condividere la forma e la ricerca della pathos opera dei denigratori di fatto. Non era insomma una lettera di dissenso, un rimprovero bonario, una lamentela ammettiamo pure giustificata, l’attribuzione coram popolo di un premio di derisione. Che senso ha affidare ai media decisioni definite anche ‘piccanti’. Con tanto di Aringa salata del Sestiere Ciassa di Ventimiglia alta. assegnata “nientedimeno che al vescovo… che a giudizio dei residenti (sic e quanti ? ndr) e del Comitato organizzatore che ne ha raccolto e fatto propri i mugugni e forti malumori per il progressivo distacco dal centro storico e l’impoverimento della cattedrale, che con don Luca Salomone, trasferito a Bordighera, era tornata ad essere un grande centro propulsore di cultura oltre che di fede, con benefici per tutta la città di confine oltre che della città vecchia“.

E ancora: “Dopo il trasferimento della diocesi, decisa dal vescovo precedente monsignor Careggio, si sperava  che con monsignor Suetta Ventimiglia tornasse ad avere comunque un ruolo centrale. Invece si è  addirittura parlato della vendita del palazzo vescovile. anche se poi smentita…”.

Un’Aringa al merito è stata assegnata a Albertino Rebaudo, storico postino del centro medioevale ora trasferito ad altra località, per “essere stato per anni un prezioso punto di riferimento, sempre disponibile e premuroso con tutti, in particolare con i più anziani.” Un riconoscimento dunque meritatissimo che  getta ancora più enfasi quando si mette a confronto con il trattamento riservato al tenace porporato. Ognuno ragiona con la propria testa in casa sua, ma quando si pretende di salire in cattedra e distribuire ‘pagelle’ collettive, motivi di opportunità,  ‘di rispetto a cariche ecclesiastiche, civili e militari’,  dovrebbe valere il ‘cum grano salis’. E comunque il malcontento di alcuni, condivisibile o meno, giustificato o meno, affidato pure ai mass via media, poteva e doveva avere uno sbocco assai meno spettacolare. Il disappunto, semmai, affidato ad altre forme aliene dalla strumentalizzazione, dal zampino in chiave politichese.

Ai fedeli praticanti poteva pure essere spiegato che cattedrali e diocesi in un futuro non lontano sono al centro di un piano di ristrutturazione che porterà ad abolire molte sedi vescovili, oggi in gran parte con confini anacronistici. Se si pensa, senza andare lontano, che quella di Sanremo – Ventimiglia ha due parrocchie montane in provincia di Cuneo. In Liguria si arriverà, è probabile, a tre  diocesi: Genova, il Levante ed il Ponente. Oggi la provincia di Savona, per citare un caso, c’è la giurisdizione di tre vescovi, uno dei quali si spinge nell’imperiese.

Il vescovo Suetta ha una sua spiccata personalità. Non appartiene agli indecisionisti, ai pavidi, agli eterni indecisi. Quando era parroco a Borgio (anni duemila) decise che sarebbero stati esclusi dal sacramento della Cresima chi non frequentava il catechismo. Come dargli torto, eppure fioccarono le polemiche da stampa. “Non è un grande sacrificio rinunciare ad un’ora di tempo libero alla settimana”, dichiarò ai giornalisti.

A Ventimiglia e dintorni, nel novembre 2017,  aveva ricevuto minacce neppure tanto velate. Forse episodi marginali che lui attribuì al fatto che “qualcuno era infastidito dalla presenza di troppe forze dell’ordine“.  Una strategia mirata per destabilizzare la popolazione, costringendola a fare pressioni sulle istituzioni per arrivare all’obiettivo primario, svuotare la città di confine dai migranti, dai disperati della Terra. Un problema obiettivamente serio per chi – i cittadini – se lo trova ogni giorno per strada, sulle piazze, davanti ai portoni di casa, ai negozi. E che ha fatto tuttavia la fortuna elettorale di qualche forza politica nazionale, con ricadute locali. Il vescovo oggetto di lettere minatorie inviate pure al sindaco Enrico Ioculano, a don Rito Alvarez il prete dell’accoglienza, alla Caritas che tanto si è prodigata nella umana solidarietà sia dei ‘fratelli del terzo mondo’, sia di nostri connazionale, i diseredati.

Una diocesi, quella del vescovo Suetta, che su una novantina di sacerdoti, 21 sono stranieri o originari dall’estero, mentre sono una quindicina, sempre nell’area imperiese. quelli della diocesi del vescovo Borghetti.  E nella maggior parte dei casi ‘presidiano’ parrocchie dell’entroterra montano, anzi più di una. spostandosi per strade non sempre agevoli da una località all’altra, spesso con la difficoltà di far convergere funzioni religiose come funerali, feste patronali, festività.

E se a Borgio don Suetta rifiutava le cresime, da vescovo ha firmato un decreto per regolamentare il fenomeno dei matrimoni fuori sede: “La chiesa non è un’agenzia”.  Chiaro riferimento alla sempre più gettonata scelta di sposarsi al castello dei Doria di Dolceacqua,  in spiaggia a Bordighera, a Villa Ormond a Sanremo, ovviamente nel caso delle nozze civili. Mentre chi sceglie il rito religioso è da Sant’Ampelio a Bordighera,  la Madonna della Costa a Sanremo che si prestano a set cinematografici.

Gli auguri (strena de deinà 2014) del sindaco al vescovo Suetta

Il vescovo Suetta che nega la cattedrale per il popolare premio del San Segundin: “E’ una cerimonia civica inadatta a un contesto liturgico”. E il sindaco Ioculano, centro sinistra e prossimo ricandidato sindaco, a commentare: “Uno strappo che non condivido, una decisione molto grave per la città”.  Si scrisse che era la risposta del vescovo al no del sindaco a un centro migranti della diocesi. Un’interferenza ? Se in passato i vescovi non hanno tenuto conto che un luogo sacro alla cristianità, al culto, non è idoneo distribuire ‘commende laiche’,  Suetta doveva voltarsi dall’altra parte, venire meno alle sue prerogative ?

In questo contesto di ruoli inappropriati la recente bocciatura della ‘Ciassa‘ pone interrogativi di opportunità e di saggezza. L’associazione- comitato ha come presidente Nico Martinetto, candidato sindaco alle prossime comunali, il quale  bontà sua non ha partecipato alla cerimonia della consegna degli attestati. Se si voleva colpire un bersaglio è molto probabile che ci si debba ricredere.

Il prelato che organi di stampa indicavano come possibile neo cardinale a Genova, sembra non temere più di tanto gli attacchi pubblici, dispiaciuto, ma determinato nelle sue decisioni. Nonostante giornali e locandine davanti alle edicole a sparare titoli: San Segundin, tutti (sic ! ndr) contro il vescovo. E ancora contro Suetta: “Associazioni e politica concordi: un gesto grave, che amareggia”. Tra i più scatenati in dichiarazioni stampa Nico Martinetto presidente: “Il vescovo si è tolto dal Comitato che designa il prestigioso  premio ventimigliese e di negare  anche per l’edizione 2017, ormai in dirittura d’arrivo,  la sede storica della consegna. Che da 25 anni, da quando è stato istituito, avviene in cattedrale….”.

Nico Martinetto presidente Ciassa del Sestiere

E il vescovo irremovibile e siamo pianamente d’accordo con lui: ” Il premio è civico e come tale deve essere consegnato in una sede diversa da una chiesa”. Magari ai più sfugge che viviamo già un’epoca in cui le chiese, anche durante le funzioni religiose sono il luogo di ogni sorta di dialogo, che si trasforma  in vociare, chiasso si direbbe. Altro che raccoglimento ! E senza  contegno, ritegno, spesso in abiti che lasciano a desiderare, tenendo conto che è un luogo di culto, preghiera, meditazione, somministrazione dei sacramenti, di liturgie. Il silenzio non è un lusso, un optional casuale. Un andazzo, una tolleranza, che non ha pari nei paesi nordici dove i cattolici sono minoranza. Non ha pari nelle moschee mussulmane, nei luoghi di culto  induisti, nelle sinagoghe ebraiche. Un lassismo, il nostro, che non educa e non rispetta chi in chiesa non va per annoiarsi o distrarsi, per un’abitudine tramandata.

Monsignor Suetta  che di fronte ai cortei popolari contro l’apertura di un centro di accoglienza per migranti minorenni, ragazzi senza genitori, molti orfani, non ha esitato a censurare la presenza tra i manifestanti di bambini: ” Protestare è un diritto, ma non usate i vostri figlioletti”. Si trovavano dietro lo striscione della Marina. L’ennesimo contrasto sfociato in articoli stampa e sui social. Iddio ci  perdoni i commenti e condividi via Facebook, la discarica, in occasione del battesimo del figlioletto del capitano della Marina, Fabio Corradi, che aveva scelto la parrocchia del quartiere, ma il vescovo si è opposto: “La famiglia è residente ed abita a Camporosso”.  Peraltro non è stata un’eccezione verso Corradi. Si aggiunga che la chiesa della Marina di San Giuseppe a Ventimiglia, non possiede la fonte battesimale.  E Corradi:La mia famiglia è originaria di quel borgo, io sono stato battezzato li così come il nostro primogenito, ero a conoscenza del decreto del vescovo, ma chiedevo una gentilezza.  Non certo una scelta per motivi edonistici o di location.“. E aggiungeva: “Da presidente del Sestiere Marina  ho donato alla chiesa il nostro vecchio gonfalone incorniciato in segno di forte legame riconoscendo il ruolo fondamentale  della chiesetta nell’identità della Comunità stessa”.

Le regole sono regole, si ripete alla noia, e con le eccezione, a volte, si finisce nella scalpore generale. Accadde quando trucioli.it (nonostante il diniego dell’allora segretaria del vescovo di Savona – Noli, Domenico Calcagno, ora cardinale ed autorità in Vaticano) scopri che il monsignor non si trovava fuori diocesi per ‘esercizi spirituali‘ ma nel ‘rifugio’ delle Navette degli eredi del conte Federico Galleani. Un nipote, figlio del conte Ingo (il banchiere), aveva radunato pochi amici ristretti per celebrare nella ‘chiesetta’ della dimora del nonno la Santa Cresima del figlioletto. Alla quale seguì un banchetto, con agnellino del pastore Aldo Lo Manto, preparato alla brace. Tra i presenti Aldo Gasco, ex segretario della Dc ai tempi dei tavianei, papà di Roberta Gasco Mastella, un tempo stella politica in Liguria e oltre i confini regionali, maritata con il primogenito dell’on Clemente Mastella, giornalista, ex ministro, da anni esponente della scena politica nazionale, dal 2016 sindaco di Benevento. La moglie Alessandra Lonardo, eletta senatore nelle file di Forza Italia, all’epoca presidente del consiglio regionale della Campania.

Il vescovo loanese capace anche di scelte ad effetto, da notizia transnazionale. Grazie ad un accordo di buon vicinato, dal settembre scorso, il parroco di Airole e Olivetta don Pasquale Traetta e il vice parroco della concattedrale di San Siro a Sanremo don Claudio Fasulo, prestano servizio nell’arcidiocesi del Principato di Monaco, guidata dal vescovo Bernard Barsi.  Don Pasquale opera a Saint Nicholas, quartiere di Fontvielle, don Claudio si occupa di scuole e scautismo. Un ruolo nella pastorale giovanile, nel più piccolo principato d’Europa, in vetta al benessere e all’agiatezza dei residenti, con molti stranieri cooptati grazie al robusto conto in banca. Sacerdoti imperiesi missionari di evangelizzazione per almeno cinque anni pur rimanendo incardinati nella diocesi d’origine. Un motivo d’orgoglio, almeno in questo, per le centinaia di frontalieri e pendolari dalla provincia di Imperia. E che nel Principato non hanno mai considerato migranti, pur bisognosi di un posto di lavoro che in Patria neppure la società capitalista del terzo millennio dopo Cristo è capace di creare. Vivit sub pectore vulnus.

Luciano Corrado

 

 

 

Albenga elettorale dove i politici nazionali tornano di moda grazie a ‘Calleri sindaco’E Ciangherotti, in corsa, apre il portafogli

$
0
0

Chi ricorda ancora quando i politici nazionali giocavano da propulsori la partita elettorale anche alle elezioni comunali. Comizi con piazze o  Cinema Ambra affollati di seguaci e rivali. E quel pomeriggio del ’68 in piazza San Michele con il fondatore e segretario nazionale del partito monarchico, Alfredo Covelli, primatista a tribuna politica di Rai 1. Un battagliero che faceva ascolti, ma ad Albenga, andò maluccio e se la prese col sindaco: “…tutti hanno un palco, a me è stato negato…”. Gli anni in cui ogni sindaco Dc teneva a presentarsi con il simbolo del partito o della coalizione. Poi arrivò la Lega di Bossi con la lotta dura ai ‘ladroni di Roma’, a massoni complici con il Vaticano, abbasso la casta politica e dei privilegi.

Comizi in caduta libera e quattro tifosi ad ascoltare. Siamo al terzo secolo, con l’avvento del modello ‘Lega alla Salvini’ che riporta alla ribalta onorevoli, sottosegretari, ministri. Esibiti, come nel caso del candidato sindaco Gerolamo Calleri, a garanti di buona ed onesta amministrazione. E mettere alle spalle il centro sinistra locale e nazionale, provvede il sen. Attilio Ripamonti  ‘biricchino satirico’ dopo una dichiarazione dell’avv. on. Franco Vazio a proposito della nipote candidata in Lega.

Albenga, uniti si vince anche nella foto ricordo

Ecco che torna in Riviera, ad Albenga, Lara Comi avvolta nel suo fascino e fotogenia. Ai suoi esordi era considerata, probabilmente a torto, tra le stelline di serate, via una avanti l’altra. Berlusconi, divorzi, padre e nonno, galante e generoso, era descritto impegnato nell’harem e negli affari di famiglia piuttosto che a capo del governo del Paese. Lara, con serietà, mai una vicenda che potesse adombrare onestà, rettitudine, impegno, coerenza. Un paio di incidenti (uno lo riportò L’Espresso) di percorso . La Repubblica il 7 marzo 2017: “Usavano i soldi dei rimborsi del Parlamento europeo per pagare propri collaboratori in patria. Nei guai sono finiti diversi europarlamentari che negli ultimi anni hanno operato a Strasburgo. Oltre a nomi noti, come la leader del Front National di Marine Le Pen, dello Ukip di Nigel Farageo del partito Diritto e giustizia del polacco Jaroslaw Kaczynski, ci sono anche alcuni politici italiani, tra cui la saronnese Lara Comi. Ora, però, l’Europarlamento chiede indietro i soldi utilizzati in maniera non appropriata.”

In un’altra circostanza era salita alla ribalta nazionale. Lo scorso anno: “Polemica accesa a Omnibus (La7) tra l’europarlamentare del Ppe, Lara Comi, e il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), sulle opere pubbliche e sulla Tap. “La fate o non la fate?”, incalza insistentemente Comi. “Le domande le fa il conduttore”, risponde reiteratamente il deputato leghista. Poi aggiunge: “Tu sei qui per dare delle risposte, ma non le puoi dare perché ormai non governate più da nessuna parte“. L’europarlamentare ripete la sua domanda e Bitonci replica: “Potresti chiedere a La7 se magari ti dà la possibilità di condurre una trasmissione di cucina“. La infelice risposta del politico leghista ha scatenato l’indignazione tra i parlamentari del centrodestra, a cominciare dalla presidente dei deputati di Forza Italia, Mariastella Gelmini: “Un atteggiamento insultante per tutte le donne. Aspettiamo le sue scuse. Solidarietà dal gruppo di Forza Italia della Camera all’amica Lara”.

Il candidato calleri nel suo ufficio elettorale con l’Eurodeputata portafortuna Lara Comi, e Luca De Michelis, loanese d’origine, presidente provinciale e regionale di Confagricoltura e titolare di un’azienda modello a Campochiesa d’Albenga

Ben altra musica ed accoglienza ad Albenga che in passato aveva già conosciuto. Una presenza per dare man forte alla candidatura di Gerolamo Calleri, un moderato più leghista che forzitaliota, a digiuno di amministrazione comunale e nelle istituzioni (era uno schivo presidente della Coldiretti). Un candidato che non si esibisce da saputello, da maestro d’orchestra, né illuso che tutti quanti gli stringono la mano poi nel segreto dell’urna lo votino.

Ha subito imparato il valore della comunicazione e dell’educazione verso gli operatori dell’informazione locale. Ha iniziato la sua discesa in campo facendosi precedere da un comunicato stampa inviato a tutti i cronisti, nessuno escluso. L’esatto contrario della strombazzata squadra in elaborazione del candidato sindaco dr. Riccardo Tomatis, figlio d’arte con un cognome forte per via di papà. Lui che già il 24 gennaio apriva le danze con l’annuncio sul sodale Ivg.it e La Stampa della sua candidatura e la rinuncia a malincuore dell’avv. Giorgio Cangiano, altro figlio d’arte, seppure a sinistra, all’insegna della fiducia di lasciare la città in buone mani. Il suo fedele vice sindaco. Cangiano che non avrebbe avuto grosse difficoltà alla maglia rosa o gialla del secondo mandato. Dopo che non si era perso un appuntamento, un impegno, una promessa a presenziare, dagli incontri di lobby, all’ultima associazione di volontari, mai perdere gli auguri ad una centenaria, oppure una mostra, fino ad indossare abiti da buontemponi o di rievocazione storica. In costume da bagno, in divisa da cameriera oppure da chef di cucina. Un professionista di talento, stimato e serio, imprestato alla politica in un momento in cui il centro sinistra ed il Pd sono alle corde, che avrebbe vinto anche godendosi un periodo di riposo elettorale, magari ricevendo i clienti nel suo studio legale che ha abbastanza trascurato dando priorità alla sua Albenga, optando persino per l’indennità da sindaco invece della assai più remunerativa toga forense.

A scanso di equivoci, essendo trucioli.it da sempre schierato con il partito delle parcelle, delle consulenze, delle varianti edilizie, all’estrema destra e quando serve all’estrema sinistra, capita che ci troviamo esclusi, da sempre, pure dai comunicati stampa dei Democratici. Che dal Pci non hanno neppure ereditato l’abc dell’organizzazione. Così, per i 12 lettori albenganesi, pubblichiamo solo quel che passa l’altro convento e l’ufficio stampa del Comune che non conoscendo un cronista, suo malgrado, in attività da 53 anni, abbiamo dovuto sollecitare e risollecitare perchè il Municipio non può esercitare il libero arbitrio. Ci siamo permessi di divagare e uno spruzzo di umorismo non guasta. Favoriti per non essere letti dai poteri forti, più a nostro agio con i poveri, gli ultimi, chi non ha santi in paradiso per trovare un lavoro adeguato agli studi per i figli, i nipoti. Non per questo ci sentiamo forcaioli verso quella società benestante che nella vita, magari senza meriti, si ritrova ad indossare la camicia della fortuna che quando è meritata vale il doppio e tutta la nostra ammirazione.

Un’altra chicca della competizione elettorale 2019 ha per protagonista il dr. Eraldo Ciangherotti, uno che sgomita da mattino a notte inoltrata per far conoscere, apprezzare, le sue opere di bene (il suo laborioso operato dai banchi dell’opposizione che non demorde). Un ruolo di cane da guardia proprio di chi fa giornalismo. Prima si batteva sperando (in cuor suo) di possedere titoli e meriti, personalità e fama, stimato e temuto, per indossare la fascia tricolore di primo cittadino. Finora si era dovuto accontentare di quella azzurra in rappresentanza dell’Amministrazione provinciale.

La stretta di mano dell’alleanza tra il forzista dr. Eraldo Ciangherotti e l’indipendente filoleghista Gerolamo calleri

I leghisti ponentini e levantini, alleati di Eraldo, non potevano accettare un candidato schierato, berlusconiano dalla testa ai piedi. Un giorno chiese a Silvio di far volare l’areo che trainava lo striscione  (‘Forza Berlusconi- Grazie Berlusconi’) anche nei cieli della Riviera. Eppure anche tentato, scrisse l’informatissimo Luca Rebagliati sul Secolo XIX, di farsi abbracciare e migrare nella Lega col vento in poppa e dopo il vuoto, la partenza verso l’aldilà di Rosy Guarnieri. Luca non ha più dato conto, non ha scritto il seguito. E’ il dentista che si è fermato, o non ha avuto l’accoglienza che immaginava ? Dunque mettiti nel ruolo di gregario, poi si vedrà da ultimo arrivato. Eraldo sostenuto fino all’ultimo, leggendo i comunicati, da Angelo Vaccarezza. Un tempo console in provincia del fortissimo ministro Scajola e ora con i galloni ricevuti dal presidente Toti, l’uomo del futuro centro destra leghista in Liguria. Da azzurro, giornalista, direttore Tv e dipendente di Berlusconi editore che ha intuito cosa accadrà domani. Non solo per la terza età del ‘gran capo’ che ormai non fa più presa, ma il giorno dopo del suo volo in cielo sarà un fuggi fuggi. E l’asse Toti – Rixi darà le carte fino alla resurrezione del Pd e ad una Lega che non potrà più giocare la partita dell’invasione e della paura dei migranti che vivono in alberghi, trascorrono le giornate con i telefonini tra le mani, bivaccano in centro o in periferia, protagonisti della microcriminalità e specializzati in spaccio e furterelli.  Una malessere reale che ha fatto presa con la stragrande maggioranza degli elettori e di chi stravede per l’uomo forte, deciso, battagliero costi quel che costi, anche mettersi contro tutta l’élite culturale e gran parte della stampa.

Lara Comi con Agostino Sommariva, il personaggio del fare e di chi riesce con impegno e professionalità ad onorare in casa (l’impagabile museo della terra) l’enogastronomia ligure e savonese. Ambasciatore senza ruoli se non quello della datata azienda di famiglia sui mass media in Italia e all’estero

Ciangherotti, per gli scommettitori, sarà comunque il candidato più votato. Da alcuni anni non perde un colpo, una settimana, senza intervenire via IVG.it (Il Vostro giornale indipendente con tutti e da tutti) e copia ed incolla, in gongolante attesa del ‘diritto di replica’ che impone una controreplica per la gioia di miglia di albenganesi. Più scriveva, più lo attaccavano e si consumava il brodo di giuggiole. Una star locale e provinciale che nonostante gli impegni di studio ed in ambulatori privati trovava il tempo per dedicarsi egregiamente alla pagina dell’Avvenire della Diocesi di Albenga – Imperia.

Il tandem Ciangherotti – Perrone ha anticipato tutti con la campagna promozionale a pagamento su Ivg.it A questo punto gli altri candidati non siano da meno nel guanto della sfida: 25 mila contatti  di albenganesi – sarà vero – ogni giorno, per tenersi informati da Ivg, organo apolitico e indipendente di informazione. Unica eccezione gli annunci  immobiliari che un tempo erano la manna per i quotidiani baciati dallo sviluppo armonico e virtuoso di seconde case in Riviera e nella prima collina. La fortuna del turismo qualificato e pimpante dei nostri giorni. Non lo dimentichi chi avrà tra le mani il Puc di Albenga.

Non pago di tanta gloria, ha voluto essere riconoscente con l’editore puro e la solerte redazione ivugiana, inserendo il primo spot a pagamento della copiosa messe attesa con la sfida delle comunali. Più spendi, meglio spendi. Il contatore di IVG,  segnerebbe una media di 25 mila contatti nella platea ingauna. Qualcuno in più dei residenti e di qualche migliaio di infanti. Ciò basterebbe a garantire una penetrazione a tappeto verso l’elettore e convincere persino quel 30-35 per cento che solitamente deserta i seggi.

Albenga  che in passato aveva fatto storia nazionale con la prima giunta comunista e liberale. Albenga che schiera nella storia della Coldiretti savonese il suo presidente di Categoria in corsa da sindaco. Il primo è stato Ennio Fazio (più alto in grado quanto a militanza politica e ruoli raggiunti in campo provinciale (Camera di Commercio), regionale e alla Comunità Europea. A Ceriale si è esercitato grazie al voto popolare per due mandati.  Non ha meritato la sufficienza, si è distinto per una strisciante arroganza verso chi non ubbidiva o lo criticava (tre dei suoi hanno lasciato il consiglio comunale). Altezzoso e permaloso, cattolico praticante che faceva assai di frequente la Santa Comunione, mai assente alle processioni in fascia tricolore. Non ha battuto ciglio quanto trucioli.it non si stancava di scrivere – purtroppo in perfetto isolamento mediatico – che eravamo di fronte all’unico sindaco d’Italia che doveva convivere con le lucciole della notte sotto le finestre di casa. Non un giorno, un mese, anni e anni. E poco importa se il mercato della notte in Riviera è appannaggio di organizzazioni criminose, tre sventurate dell’Est europeo sono state uccise, una quarta dopo aver lasciato la postazione davanti al supermercato Famila, ora Mercatò, è stata trovata strangolata, fatta a pezzi, in quel di Brescia. Fazio che nulla ha potuto contro un’altra organizzazione:  i padroncini che vendono frutta e verdura, a loro dire, di provenienza dalla campagna della Campania. Un’organizzazione che da Ceriale si dirama in tutta la provincia. Perchè abbiano scelto Ceriale resta un piccolo mistero e non certo perchè qui hanno soggiornato (e forse soggiornano, protetti dal ministero dell’Interno e di giustizia) ‘pentiti’ della camorra, ‘ndrangheta e mafia.

Leghisti sorridenti per il fotografo: il sottosegretario Rixi, mani sulla spalla del candidato Calleri, il segretario provinciale e sindaco vittorioso di Laigueglia, Sasso del Verme, l’on. pietrese Sara Foscolo.

Ennio Fazio che nulla ha risolto sul dramma dell’abbandono di decine, centinaia di proprietà agricole nell’area più produttiva del ponente ligure ed afflitta da una serie di concause in cui non è estranea la storica Ortofrutticola di Albenga e le organizzazioni di categoria incapaci del modello cooperativistico dell’Emilia Romagna (la filiera), del Trentino Aldo Adige, di alcune zone del Veneto.

Gli agricoltori di Albenga che contribuirono a far eleggere in Parlamento, per due mandati, il collega Bartolomeo Bolla, Dc, mentre l’imperiese era rappresentato, a sua volta, dal presidente provinciale della Coldiretti, Aldo Amadeo.

Ora la palla passa, se eletto sindaco, a Gerolamo Calleri, che oltre a Lara Comi, ha già avuto la ‘pacca sulle spalle’ del ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio (leghista) e del sottosegretario alle Infrastrutture e Porti, Rixi.  Non solo, al suo fianco pare schierato, se le immagini non tradiscono, il dr. Luca De Michelis, presidente provinciale e regionale di Confagricoltura, famiglia facoltosa loanese, titolare di un’avviata azienda agricola in quel di Campochiesa,  più in missione tra Savona, Genova e Roma, che curvo sui terreni. Un presidente di categoria dovrebbe mantenersi ‘neutro’, evitare di esporsi. Dipende da punti di vista e dalla coerenza. De Michelis non pare abbia mai nascosto le simpatie politiche. Ricopre quel ruolo non certo per grazie ricevuta. L’agricoltura di Albenga, passata in rassegna stampa, solo nell’ultimo mezzo secolo, è una miniera di informazioni. Dal dire al fare, dal promettere e mantenere, dai progetti alla realizzazioni, dagli annunci osannanti al dimenticare di come sia andata a finire. Per non dimenticare, ma anche in questo siamo davvero isolati, rilegati nel banco dell’asino. Carta canta non è il modello ideale che crea amici. E’ fastidiosa.

Luciano Corrado

1) Vazio alla Lega: “Non è la prima volta che la mia nipote Hingria si candida per il centrodestra alle elezioni comunali. Non è quindi una novità e neppure una “zampata”, anche perché non è mai stata eletta; ma è giusto che ci riprovi”. “Pur rispettando la sua scelta, le consiglio però di non farsi strumentalizzare per la sua parentela, anche perché essere candidata e parlare per luce riflessa non è mai bello”.

“A prescindere da ciò non condivido assolutamente le sue opinioni e i suoi giudizi, che sono ricchi solo di demagogia. Albenga non ha mai visto uno sforzo così grande in tema di sicurezza, di ordine e pulizia come in questi ultimi anni: telecamere e sistemi di controllo a distanza e un cambio epocale in tema di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade”. “Ad Albenga non servono burattini, sfilate di politici, vincoli e ordini dall’alto: Calleri, la Lega e Ciangherotti ci spieghino perché hanno subito senza fiatare la privatizzazione dell’ospedale di Albenga e le proposte del Ministero dell’Interno di non potenziare polizia e carabinieri e addirittura di costruire in città un centro di espulsione per immigrati irregolari; proposte che, con il supporto della Prefettura, sono state addirittura concretamente verificate dalle strutture del Ministero”. “Albenga deve costruire il proprio futuro in piena libertà e Tomatis e le sue liste civiche sono la risposta più forte e più vera” conclude Vazio.

2) RIPAMONTI A VAZIO – UN Vazio in Lega, Ripamonti (Lega), scelta coraggiosa, non mescolare famiglia con politica
Albenga, 14 mar – “Non confondiamo la famiglia con la politica. Per fortuna viviamo in un Paese dove chiunque può esprimere liberamente le proprie idee e scegliere in piena libertà di aderire a un progetto politico, a prescindere dal proprio cognome. Hingria Vazio è una giovane di valore, che condivide le proposte di Matteo Salvini e che ha scelto la Lega e Calleri sindaco: a noi basta questo, il resto non ci interessa. Spiace che qualcuno abbia deciso di prenderla sul personale, di criticare questa scelta, di strumentalizzare nel tentativo di cavalcare mediaticamente e politicamente la cosa. Un bel tacer non fu mai scritto. In bocca al lupo Hingria e benvenuta a bordo, la Lega con Calleri sindaco daranno finalmente quelle risposte che gli albenganesi attendono da troppo tempo, che il Pd e la sinistra, nemmeno quelli che siedono in Comune o in Parlamento, sono mai riusciti a dare”.
Lo dichiara Paolo Ripamonti, senatore della Lega.

Noli inchiesta – Il tribunale: all’asta hotel Pontevecchio, ombre su perizie contrastanti per svincolo alberghiero con l’ok della giunta

$
0
0

Il tribunale fallimentare di Savona la messo in vendita l’albergo Pontevecchio (830,83 mq, oltre al lastrico solare) nel centro storico, in zona sottoposta a vincoli. Al centro due perizie. Una disposta dal giudice, l’altra presentata dal tecnico di una società. Due documenti che contrastano mentre la pratica edilizia, come abbiamo scritto in un precedente servizio, ha già ottenuto l’ok della giunta con il sindaco Niccoli e il vice sindaco Fiorito, candidato sindaco alle prossime elezioni. Ora si attende il via libera del consiglio comunale, con la minoranza di centro sinistra che potrebbe prendere posizione. Il 7 febbraio scorso trucioli scriveva…. “Noli, albergo Pontevecchio, 3 compravendite asta flop con Inail, lo svincolo del sindaco e del vice. I protagonisti di un silenzio da affari”. L’hotel, su 4 piani, andrà all’asta senza incanto il 30 aprile e se lo aggiudicherà chi offre una somma superiore a 634 mila euro. Mentre il tribunale vende con destinazione alberghiera, la giunta ha siglato l’accordo per il cambio di destinazione con un uomo d’affari cuneese. Trattando una porzione di immobile (locali al piano terra) ad uso pubblico, in concessione d’uso.

Prima riflessione: il tribunale mette in vendita un bene immobiliare con la ‘svalutazione oggettiva’ del vincolo alberghiero, ma contestualmente il Comune di Noli concede ad un privato investitore il cambio di destinazione d’uso. C’è da ridere, vien spontaneo. E’ lo stesso Comune che ignorando l’ordinanza di vendita del giudice delle esecuzioni, ignora l’esistenza dell’asta e di chi potrebbe aggiudicarsela. Non è scritto da nessuna parte che corrisponda al nome di colui che ha chiesto ed ottenuto dalla giunta comunale parere positivo allo svincolo. Fabrizio Sobrero, amministratore unico della società Area Immobiliare Srl, si arroga una proprietà che non è affatto sua,  ripetiamo, è sotto procedura di bando d’asta, dunque dei creditori. E non conosciamo chi potrà essere l’aggiudicatario. A meno che Sobrero non metta sul tavolo tanto denaro da non avere competitori. Sta di fatto che nel momento in cui ha stipulato un atto con il Comune, sottoscrivendo persino una concessione d’uso  pubblico di locali al piano terra, non aveva alcun titolo per farlo. E se chi acquista all’asta non avesse  interesse a fare accordi con il Comune ?  Sempre che dietro le quinte non ci siano scenari da film dell’intrigo e ammesso che il tribunale resti all’oscuro di tutto. E le Fiamme gialle abbiano altro di cui occuparsi.

Abbiamo scritto giovedì 14 marzo 2018: Nelle prossime ore completiamo il servizio con aspetti clamorosi. Ora aggiungiamo: tanti interrogativi e zone d’ombra. Un edificio vincolato a hotel seppure fatiscente che ad opera dello stesso e ultimo proprietario ottiene di passare dalla D 2 del Piano regolatore (ricettivo alberghiero) a zona A1 – A 2 residenziale.  Un immobile che l’Amministrazione Niccoli aveva annunciato quale futura destinazione, al piano terra, di uffici e servizi comunali e che avrebbe dovuto, sempre secondo l’annuncio, essere acquistato dall’Inail (Ente nazionale infortuni lavoratori). Invece…Oggi un nuovo proprietario da altre garanzie (?) al Comune di Noli.

Chi ha avuto interesse, la curiosità ad essere informati di cosa accadeva a Noli, nella pubblica amministrazione in rapporti con i privati e cosa succede oggi, può proseguire la lettura. Quanti si sono chiesti, e noi inclusi, per quale plausibile ragione l’Inail è interessata all’acquisto del ‘Pontevecchio’ e poi rinuncia, nonostante abbia come partner il Comune. Recitava il contratto preliminare tra Inail – Comune: “...qualora entro la data fissata per la vendita, non si addivenga alla stipula del contratto definitivo, fin d’ora si obbligano a presentarsi davanti al notaio per dare atto dello scioglimento del vincolo negoziale e far annotare la risoluzione contrattuale a margine della trascrizione preliminare”.

Rileva il perito del tribunale “tale obbligo (sic ndr) non è stato rispettato e  in Conservatoria ho accertato che non vi è alcuna trascrizione né relativa all’avvenuta compra vendita, né relativa  allo scioglimento negoziale”. Purtroppo non si tratta dell’unica anomalia indicata nella perizia. Eccone un’altra: “Si rileva….che tra le parti,  Area Immobiliare – attuale proprietaria- e Bluinvestimenti, è stato stipulato atto in data 6 maggio 2008,  mentre i due atti di provenienza a favore di Bluinvestimenti contro i signori Rusticoni sono stati stipulati in data 17 aprile 2008 e trascritti il 14 maggio 2008. Dunque SUCCESSIVAMENTE all’atto di compravendita a favore dell’attuale società proprietaria (leggi Sobrero“). Interessante conoscere la soluzione alle discrepanze. Solo una distrazione ?

Terza e non ultima anomalia del ‘caso Pontevecchio’: “….il permesso a costruire in sanatoria  per lavori in difformità alla licenza originaria dell’immobile e per opere di adeguamento igienico sanitario, rilasciato  il 7 luglio 2007, contiene una dichiarazione di fine lavori, protocollata in Comune,  non datata, ne consegue agibilità non rilasciata….”. E ancora: “ Negli atti propedeutici al permesso a costruire in sanatoria (2007) sono allegati l’autorizzazione sanitaria, della Soprintendenza, il parere favorevole della Commissione edilizia, l’inizio lavori comunicato l’8 aprile 2008, ma non è mai stata COMUNICATA la fine lavori, né è mai stato richiesto il rilascio del CERTIFICATO DI ABITABILITA’.“. Pacifico che ad oggi  l’immobile è per “carenze impiantistiche (antincendio), igieniche e strutturali e per distruzioni di atti vandalici, oltre che ovviamente sotto il profilo amministrativo per quanto sopra esposto”.

La giunta Niccoli – Fiorito ( potrebbe essere il giovane futuro sindaco) ha autorizzato lo svincolo alberghiero che dovrà essere confortato dal voto del consiglio comunale, anche se il piano regolatore inserisce l’albergo in zona  D/T 7, attività turistiche ricettive. Attraverso i POI consente  interventi di ristrutturazione planovolumetrica, di abbattere e costruire gli edifici esistenti a fini turistico – ricettivi, escludendo dancing e discoteche-. Le ricostruzioni  non debbono inoltre comportare incrementi volumetrici superiori al 20% alla data della Variante integrale del 1997….la nuova  realizzazione – costruzione (alberghiera e non abitativa ndr) – dovrà essere a blocco. Parte dell’edificio, la più estesa, ricade  in zona fascia di inondabilità C e per minima parte in fascia A. Pericolosità idraulica con tempo di ritorno pari a 200 e 50 anni. Infine  il vincolo paesaggistico “poiche il bene è situato a distanza  inferiore ai 300 metri dalla linea di battigia”.

Cerchiamo di fare chiarezza seguendo l’iter sia dalla documentazione ufficiale del Comune, sia di quella del pignoramento e dell’asta pubblica. Gli atti della pratica vagliata in giunta sono al momento ‘riservati’, ne sono a conoscenza il sindaco Niccoli e il vice  Fiorito che hanno deliberato lo svincolo alberghiero del Pontevecchio. Conoscono gli atti l’ufficio tecnico, il segretario comunale e chi ha presentato la richiesta di trasformazione dell’immobile, ultimo proprietario Fabrizio Sobrero legale rappresentante ed amministratore unico  della soc. Area Immobiliare, sede a Varese. C’è il tecnico di fiducia della società, arch. Giorgio Taverna di Genova, autore di una approfondita relazione dalla quale emerge che “il cambio di destinazione d’uso è motivato dal fatto che è stata  consegnata al Comune la licenza alberghiera nel dicembre 2007, con un capienza di 33 posti letto, attività ad oggi  non più remunerativa economicamente per gli adeguamenti imposti dalla vigente normativa in materia, da qui la richiesta  di trasformazione d’uso in una destinazione mista , residenziale e di uso pubblico”.

Pare evidente che la perizia – relazione del geom. Furio Robutti, incaricato dal giudice delle esecuzioni del tribunale fallimentare di Savona, sia divergente, nell’esposizione dei fatti, rispetto a quanto indicato dall’arch. Taverna e che ha portato al parere positivo del cambiamento di destinazione d’uso. La giunta e l’ufficio tecnico comunale che hanno deliberato il 20 dicembre 2018 ignoravano l’esistenza di un’espropriazione immobiliare risalente al 2017 ? Ne era al corrente l’arch. Taverna e ne ha dato conto nella relazione  che indotto l’Amministrazione Niccoli ad assentire alla trasformazione. Voci asseriscono che la condivisione abbia coinvolto gli altri esponenti della maggioranza di centro destra.

Non siamo tra i sostenitori talebani di mantenere a tutti costi ed in spregio al più elementare buon senso che albergo era e hotel (nella nuova dizione) deve rimanere. In barba alla ragionevolezza. A creare malcontento ed assurdità aveva già provveduto la legge regionale Ruggeri (ex assessore all’urbanistica, ex sindaco di Savona). E’ è stata al centro di molti contenziosi, con chiusure, restituzione della licenza alberghiera, richieste di trasformazione negata, ricorsi al Tar della Liguria e al Consiglio di Stato. E comunque resta da capire se la legge regionale, nel caso Noli, abbia avuto un peso o meno. Assurdo comunque sia ritenere che con una legge si possa ordinare ad un’azienda privata di resistere. Purchè, sia chiaro, non sia la clava per speculazioni e disparità di trattamento, discrezionalità. Mettiamo, come è già successo, che il fratello di un sindaco della Riviera abbia la lungimiranza di riuscire a trasformare, tramite terzi, un vecchio hotel in centro residenziale e il congiunto sindaco possa esaudire l’obiettivo. Ogni riferimento, per caso Noli, è puramente casuale.

Una prima osservazione di merito. Non si tratta, per quanto è dato a sapere, dell’unica struttura alberghiera del centro storico ( con serie problematiche di adeguamento imposto dalla normativa vigente), parliamo del Diana e del Bel Sito, quest’ultimo fuori dal perimetro storico. Sono chiusi da anni ed è stata negata la trasformazione.

Nel primo servizio di trucioli.it avevamo riportato la testimonianza, tra considerazioni, riflessioni e ombrosi interrogativi, di Ettore Rusticoni. L’archivio comunale, seguendo la perizia giurata di Robutti, indica:  1960 rilascio a Tullio Rusticoni, padre, di “autorizzazione e per demolizione e ricostruzione“, era il 7 luglio.  Il 12 novembre ’60 il Comune rilascia una nuova licenza edilizia per effettuare una sopraelevazione.  Un anno doto, a seguito di fine lavori e verbale di ispezione tecnico sanitaria vine “rilasciato certificato di abitabilità”. Per non tediare i lettori semplifichiamo e riepiloghiamo.

1 – Mancata dichiarazione di fine lavori e conseguente mancato rilascio di certificato di agibilità. In Comune chi ne era al corrente ? Pur sempre inadempienze amministrative sanabili con sanzioni previste dalla legge regionale. Leggio quanto scrive il geom. Robutti: “Ben più rilevanti e calcolabili solo a seguito della redazione di un progetto esecutivo e di adeguamento dell’intero stabile sono i lavori necessari ad adeguare l’immobile all’attuale normativa in materia di alberghi e conseguentemente adeguare statica ed impianti relativi din un immobile non conforme, ma regolarizzabile”.

2 – Pacifico che la struttura Pontevecchio è stata valutata unicamente sulla base di stime afferenti immobili alberghieri (sulla base della Pubblicazione dei dati semestrali dell’Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate),  considerando il suo stato complessivo, l’inagibilità assoluta, la totale fatiscienza, l’onerosità degli interventi in pristino necessari, costi tecnici ed amministrativi per le nec essarie autorizzazioni. Pur se in posizione centralissima, vicina al mare, zona di pregio dell’intero contesto urbano, si aggiungano il piano di bacino, vincolo alberghiero e paesaggistico.  Un valore di 1200 euro al mq, stima il perito giurato.

Peccato che a fronte di una relazione minuziosa ed imparziale, scaturisca una parzialità grossa come una casa. Il Comune avrebbe ignorato l’esistenza dell’ordinanza di autorizzazione alla vendita, di delega delle operazioni al professionista e di nomina del custode. Il perito che non è un nolese, sarebbe stato tenuto all’oscuro che la giunta (due su tre componenti, uno assente d’abitudine) si accingeva a predisporre la delibera n. 117, presa alla pre-vigilia di Natale 2018 per autorizzare la “rimozione della porzione immobiliare relativa all’albergo Pontevecchio, richiedente Fabrizio Sobrero amministratore unico di Area Immobiliare“.

Trucioli che si sforza di non fare giornalismo notarile, mai da ‘copia e incolla’ senza approfondire quando ci sono di mezzo importanti interessi, con quella delibera ha ‘scoperto’ che buona parte dell’edificio – per ammissione di un suo precedente proprietario (Ettore Rusticoni) – è sorto con “precario alberghiero” che dovrebbe cessare con la chiusura o la trasformazioni in edilizia residenziale, di conseguenza porzione da demolire. Nel 2008 l’edificio è stato venduto in blocco a Bluinvestimenti Srl con sede in Novara che, a sua volta, il 15 marzo 2011 è oggetto di trasformazione.  La proprietà passa da Area Immobiliare Spa Unipersonale con sede a Savigliano in Area Immobiliare Srl  sempre  a Savigliano e successivamente la sede sociale emigra da Savigliano a Varese. Rusticoni ha venduto nel 2008 a Bluinvestimenti, sede a Novara, per 1 milione 200 mila euro. Dopo pochi mesi vendita, così ha dichiarato Rusticoni a Trucioli, da parte di Sobrero alla società Hotel Pontevecchio per 3 milioni 600 mila euro (circostanza che però non abbiamo potuto verificare). A questo punto, sempre stando alla ricostruzione di Rusticoni, entra in scena l’Inail, l’accordo che una volta acquisito sarebbe stato ceduto, per una quota, al Comune di Noli. Passaggio che di fatto non è mai avuto, mentre si rivede l’uomo d’affari  Sobrero che  è tornato in possesso dello stabile. Un paio di passaggi non sono chiari. Rusticoni invita a chiedere a Sobrero se sia vero che….C’è una banca che non essendo stata rimborsata del suo prestito (ignoriamo a quanto ammonti) ha ottenuto pignoramento e ora l’asta. C’era Inail che ufficialmente – disse lo stesso sindaco durante un’assemblea pubblica –  doveva comprare nelle more e rendere pure un servizio alla comunità che in realtà (quota di proprietà) con la proposta di Area Immobiliare – Sobrero dovrebbe restare tale.

Continuano a mancare all’appello alcuni importanti tasselli in ossequio alla trasparenza. Forse basterà attendere uno degli ultimi consigli comunale dell’era Niccoli. O forse la ‘machiavellica operazione edilizia’ che non ha certo risvolti e portata affaristica dell’investimento multimilionario di Liguria 17  (ai tempi di Ambrogio Repetto sindaco) e del parking di di Via Belvedere che, dopo frane e tanto penare, si avvia alla conclusione, spazzando via per la prossima stagione estiva almeno un centinaio di posti auto, in una cittadina che, in molti giorni dell’anno, turisti da seconda casa e pendolari da week end sono sottoposti alle forche caudine per trovare un posto auto, vuoi libero o a pagamento. Se può consolare Noli condivide in Riviera l’amara consolazione di altre blasonate località balneari. Per la serie tutti al mare, parcheggio auto disperatamente cercasi. Ad Alassio, qualche anno fa, avevamo accertato che, sull’Aurelia di levante, dove sorgeva una piccola stazione di servizio dismessa e rasa al suo ricavandone 4 parcheggi, la richiesta del proprietario, a suo dire, era pure modesta: 115 mila euro a spazio, sotto il sole e la pioggia e senza protezione. Rimasero invenduti per tre- quattro anni. Ora sono di un nuovo proprietario che ha acquistato in blocco, pare un albergatore che, immaginiamo, avrà magari ottenuto un piccolo sconto.

Luciano Corrado

L’ordinanza del tribunale di Savona che dispone la vendita…..

Noli perizia del geom. Furio Robotti

Noli vendita atti  giudiziari e allegati

La facciata a mare, antica e storica dell’ex albergo Ponte Vecchio di Noli

L’area della vecchia Noli dove sorge l’ex albergo Ponte Vecchio che con delibera di giunta si è concesso il cambio di destinazione da alberghiero a residenziale. La zona è sottoposta a diversi vincoli

 

Villanova d’Albenga, Balestra sindaco (6° mandato?) non abbandona la sua creaturaE non solo ‘cena delle candele’ con Fidapa

$
0
0

Da lunedì 10 marzo 2008 il Comune di Villanova d’Albenga dava il via alla raccolta domiciliare differenziata dei rifiuti. Nel 2017 era al 13° posto in Liguria, preceduta da Rialto, primo classificato con l’88,30 e un 95,5 nella ‘frazione organica’. Un vanto per il sindaco rosa  Valentina Doglio. Al terzo posto dell’ambito e ammirevole podio, Garlenda (pure con sindaco donna) che ha raggiunto l’83,7, con un precedente virtuoso già nel 2015 (79,3) e nei primissimi posti in regione. Ora il sindaco Piero Balestra annuncia il risultato dell’82,88% grazie anche ad Eco Seib che da febbraio gestisce il servizio di N.U. In cuor suo germoglia la sesta incoronazione a primo cittadino, pur senza Vae victis !

A Villanova la Fidapa (Federazione italiana donne Arti, Professioni, Affari) ha celebrato la “Cerimonia delle candele”. Un evento suggestivo, il più importante dell’anno sociale della Federazione del Nord Ovest, dove le socie hanno condiviso l’emozione di stare insieme rinnovando il loro impegno per promuovere l’uguaglianza, l’empowerment femminile, l’affermazione di un domani fatto di diritti e pari opportunità, nella società e nelle istituzioni presenti il sindaco Cangiano (Albenga), Canepa (Borghetto S. Spirito), Balestra (Villanova).

Un’Odissea senza fine quella dell’aeroporto di Villanova, la più ricca rassegna stampa del ponente, tra annunci, delusioni, titoloni all’insegna della speranza e dell’ottimismo, cocenti sconfitte e come sia andata a finire. E’ uno dei simboli rimasti in altalena. Villanova con grandi a speranze ed investimenti affidati al ‘centro ippico’, da ultimo alla Piaggio, ma anche al sogno rimasto nel cassetto del polo di golf intercomprensoriale con Garlenda ed Ortovero. Villanova che ritorna a cullare la magica era delle violette per anni comparto trainante l’economia agricola e l’export. Villanova quando atterravano i voli charter di turisti dal centro e Nord Europa. Per ora la cittadina si accontenta, ha scritto Il Secolo XIX con Luca Rebagliati di essere il “comune controcorrente che ha fermato la fuga dei residenti”.  Il segreto ? Per il sindacio “Qualità della vita, posti di lavoro e Aurelia bis”.

Pietro, Piero, Balestra sindaco che appartiene, nella nostra provincia, al club veterani di longevità nella carica di primo cittadino. Cinque volte,in corsa alla sesta, iniziando dal 1985, alla rosea età di 28 anni, all’epoca tra i più giovani della Liguria, eletto nella lista Torri che si richiamava alla Dc. Lui democristiano rinnovatore con qualche crisi di sbandamento partitico e pur sempre un politico di razza con gavetta e alterne fortune. Villanova che è ancora orfana di un sindaco al femminile (se ne sono alternati 28 dal 1873 ad oggi). Ha avuto un vice sindaco (Franca Tamarindo Navone) che si è fatta meritato onore; curriculum culturale e storico che le ha permesso di dare alla stampa il primo maestoso libro di storia villanovese.

Balestra, tra i candidati a succedere a se stessi; di fatto senza rivali che possano aspirare al ‘trono’ cittadino. Agli esordi di mandato succedeva al cav. Valerio Panizza  rimasto in carica meno di un mese, dal 27 giugno 1985 al 19 luglio 1985. Preceduto dal decennio di Emilio Angelo Mosso (1975-’85), gentiluomo (e ‘fratello massone)’ che aveva assessore delegato Augusto Isoleri e segretario comunale capo Giuseppe Di Gregorio. Il parroco era don Giacomo Bonavia.

Il giovane rag. Balestra, con la moglie, è conduttore di un’azienda agricola. Ha ricoperto molteplici incarichi in ambito locale e provinciale, tra essi la presidenza della Seava (aeroporto Panero). Ha avuto qualche esperienza di candidatura alle politiche e potrebbe coronare la sua tenace passione ed esperienza locale, preparazione, nel parlamento regionale. Ha superato da sindaco il record dei quattro mandati fatti dal cav. Alessandro Isoleri. L’ultimo podestà, dal 1943 al ’45, fu  Amerigo Isoleri. Altri podestà furono il cav. Agostino Isoleri, l’avv. Prospero Cepollini, il cav. Luigi Silvio Gavi, il geom. Riccardo Barbera.

Piero Balestra, schietto e pungente, remissivo e combattente, difficile porga l’altra guancia, aspirazione a volte frustrate, slancio quanhto basta per non appartenere alla classe degli eterni indecisi, capace di andare controcorrente (vedi vicenda Depuratore consortile con Alassio e Albenga), condottiero nella difesa degli interessi della bandiera del suo paese, che non aveva indugi, da uomo Dc, a schierarsi con un ‘re rosso’ della forgia del compianto Angioletto Viveri. Che negli anni ha coltivato sostegno ed amicizia ad un ‘potente’ quale è stato Claudio Scajola e quando da ministro atterrava con il jet di Stato, il sindaco poteva per primo stringergli la mano davanti alla scaletta, dopo di lui Mauro Zunino. Oggi, anzi da tempo, tra i sacrificati e delusi della nuova strada intrapresa nella gestione dello scalo. Invano l’ex sindaco di Albenga, imprenditore, benemerito per le cariche ricoperte e per non aver mai abbandonato il ‘figliolo aeroporto’, ha sperato che almeno i mass media ponessero rimedio alle sue civili rimostranze di fatti e misfatti, ai pugni nello stomaco che riceveva e riteneva di non meritare. Zunino che lasciato il timore dell’areo club, avrà potuto rendersi conto che la libera stampa non sempre conduce le sue battaglie, senza mollare. Le sue denunce avrebbero meritato ben altra considerazione. Ma se l’Italia, il paese decantato per le sue straordinarie bellezze, ha molti punteggi da ultima in classifica non sarà un caso. Essere lasciati soli, a volte pure emarginati senza colpe, non è un’eccezione. Il vecchio cronista può testimoniare a vasto raggio in questa terra. Fino ad essere dimenticati e chiedersi: cosa ho sbagliato, fatto di male.

Sicuramente Piero Balestra ha avuto la felice intuizione di rendere possibile il ‘signor’ volume “Villanova borgo Medievale’, edito dal Comune, 1999, scritto da Franca Tamarindo Navone quando ricopriva  il ruolo di vice sindaco. “Mi sono spesso chiesto – scriveva Balestra da sindaco – perchè Villanova data la sua storia e le sue tradizioni, non avesse una pubblicazione, un libro che illustrasse le origini e le vicissitudini nel tempo. In un’epoca  di trasformazione socio economica, ritengo sia importante che tutti i concittadini, anziani e giovani,  possano conoscere la storia, le consuetudini e le tradizioni che costituiscono il fondamento della vitalità del nostro borgo”. Il sindaco oltre a citare  e ringraziare l’autrice per l’impegno profuso ed il risultato raggiunto, citava  l’assessore Domenico Cassiano, il capogruppo consiliare Enzo Piraldo, i consiglieri comunali GB Barbera, Marcello Ceccon, Maria Antonietta Fernandez Della Valle, Natalia Gazzo, Lorenzo Grana,  Amerigo Is9oleri, Fulvio Ricci, Gerolamo Mimmo Siffredi, Orazio Siffredi e Antonio Stalla  che hanno approvato con entusiasmo l’iniziativa”.

Villanova impegnata a valorizzare il suo tessuto culturale in simbiosi con lo sviluppo sociale ed economico. La cittadina che. oltre la fascia costiera, può vantare di aver raggiunto il picco massimo di residenti (2690) contro il minimo storico di 1047 (1901). La cultura è una solida base per un rilancio virtuoso. Se la cultura è valorizzazione del presente e progettazione del futuro non può più prescindere dalla conoscenza critica del passato. Aggiungeva tra le riflessioni il sindaco. Altre pagine della presentazione, con firme di illustri studiosi della nostra storia: Franco Gallea (“…La vera storia  si disegna nell’avvenire. Ma l’avvenire è il passato che si esprime in ragioni”); Josepha Costa Restagno ( !”….l’autrice  ha compiuto un lavoro di ricerca precisa, documentatissima, e lo ha fatto con pazienza grande passione,  amore filiale per la propria ‘piccola patria’ .

L’autrice ha voluto non dimenticare in una pagina i nomi di tutti coloro che avevano collaborato. Riservando le  ultime tre righe di ringraziamento “a mio marito Mirco, a Diego e in particolare a Sabrina per i consigli, la continua collaborazione e il sostegno, l’opera di revisione del testo e l’indispensabile supporto informatico”. Le foto di Rino Ferrari, la sovraccopertina  ideata e realizzata da Flavio Furlani, il maestro della scultura. (L.Cor.)

I NOSTRI GIORNI AFFIDATI A FACEBOOK
Villanova – Raccolta differenziata all’82,88%. La Eco SEIB che gestisce da febbraio il servizio raccolta rifiuti ci ha comunicato il risultato del primo mese di attività. La percentuale di raccolta nel mese di febbraio è stata dell’82,88. Grande merito va ai Cittadini utenti e agli operatori del servizio e anche al lavoro fatto in precedenza. E’ solo un primo step che ci sensibilizza a migliorarci ancora, ricordo che l’amministrazione è sempre pronta ad ascoltare suggerimenti o segnalazioni volti al miglioramento del servizio. Ma se il buongiorno si vede dal mattino…..

COMMENTI DI Tess Layson Diodati Compliments. Mariuccia Orengo Grazie !! Un servizio impeccabile. Marialuisa del Noce Il servizio è ottimo ma i sacchetti dell’umido si rompono subito. Noi ne usiamo pochi ma ogni volta ne devo usare tre. Orietta Dominici Bellissima notizia, prossimo obiettivo 90

UNDICI ANNI FA IL 25 FEBBRAIO 2008:…..Ampia la risposta della popolazione villanovese in occasione dei primi tre incontri che si sono tenuti nelle frazioni Ligo e Marta e nella palestra delle scuole elementari del centro. Alle serate pubbliche, che hanno visto l’intervento del sindaco Domenico Cassiano, dell’assessore provinciale all’ambiente Giampietro Filippi, del consigliere comunale delegato all’ambiente Mario Siffredi e dei rappresentanti della Cooperativa Erica, la popolazione ha dimostrato grande attenzione con interventi e proposte costruttive. l calendario degli incontri prevede ancora due serate pubbliche che avranno luogo nella palestra delle Scuole Elementari il 25 e il 28 febbraio con inizio alle ore 21.00. Il Comune di Villanova ha istituito inoltre uno sportello informativo che sarà attivo tutti i sabati del mese di marzo dalle ore 11 alle ore 12.
Pietro Balestra: “…. anche per le elezioni sarde ancora una volta toppati clamorosamente gli exit polls:”…non sappiamo se per incompetenza o per addolcire a qualcuno l amara pillola del giorno dopo…sta di fatto che i sondaggisti non ne azzeccano più una generando solo la più totale confusione farcita di interviste sul nulla e acuti commenti dei soliti soloni….forse dovrebbero chiedere scusa agli elettori ? “
VILLANOVESI CHE SI FANNO GIA’ ONORE: (Olmi Vittoria, Primoceri Gaia e Provisionato Asia) hanno partecipato il 17 marzo al programma televisivo “La prima volta” condotto da Cristina Parodi su Rauno in occasione della festa del papà. Le bambine, assieme alle loro compagne, si esibiranno per la scuola di danza Ri.Va. Dance Academy di Albenga con i rispettivi papà. “Siamo orgogliosi delle nostre giovanissime Concittadine e siamo certi porteranno alto il nome di Villanova….” E’ il commento.

Giada prima classsificata

Giada Mollica villanovese di 11 anni si classifica al 1° posto al “Roma Talent Stage – The Contest”. Afferma il sindaco di Villanova d’Albenga Pietro Balestra: “È stata una bellissima esperienza e le auguriamo di raggiungere altri ottimi risultati come è già accaduto lo scorso anno”. Allieva della scuola PRO ART di Albenga, che domenica 3 febbraio si è classificata al primo posto nella categoria children solisti modern al concorso nazionale presso il teatro Parioli. Ha preparato una coreografia dal titolo “Libertà”. A premiarla una giuria d’eccellenza costituita da Martina Nadalini, Roberto Carrozzino, Alice Cimoroni, Massimo Palmieri e Francesca Bernabini.

Oltre il premio ha ricevuto anche una borsa di studio per il prossimo Roma Talent Stage del 15 -19 Luglio 2019 nel corso del quale potrà ballare con insegnanti di altissimo livello, direttamente dal cast della trasmissione “Amici” , come Veronica Peparini, Fabrizio Prolli, Simone Nolasco, Elena d’Amario, Amilcar Gonzales, Martina Nadalini e Roberto Carrozzino. Afferma il sindaco di Villanova d’Albenga Pietro Balestra: “È stata una bellissima esperienza e le auguriamo di raggiungere altri ottimi risultati come è già accaduto lo scorso anno”.

IMMAGINI DI VITA A VILLANOVA D’ALBENGA: ieri e oggi

FOTO D’ALTRI TEMPI: la gloriosa comunità dell’Unione sportiva villanovese negli anni ’60, quando il sindaco Balestra era un ragazzino

Compleanni alla protezione civile con l’attivissimo assessore cav. Franco Scrigna, commerciante

 

 

 

Noli nel Cuore si è spezzata, clamorosa rottura Fiorito – Pastorino e per Ivg l’unico sfidante è Fossati. Endorsement di Recalcati

$
0
0

I cronisti di Ivg non si vergognano a scrivere che “il principale sfidante dell’attuale vice sindaco Fiorito sarà Lucio Fossati”. Nessun cenno alla lista che aveva già l’ufficialità di Marina Gambetta.  A sua volta preceduta, già il 22 dicembre, da Marino Pastorino, con tanto di gazebo in piazza, per annunciare ‘Noli nel Cuore’. E ora al centro di una clamorosa ed inattesa rottura. Dopo una lunga trattativa nel centro destra con la ripartizione dei candidati e sottoscrizione di un accordo che coinvolge il gruppo Maina. Pomo della discordia ? Solo voci. Mormorio sull’affaire ex albergo Pontevecchio ? L’argomento, trasformazione in alloggi, già approvato in Giunta dal sindaco Niccoli e dal vice Fiorito, non andrà al vaglio del consiglio comunale, salvo ripensamenti. Materia che come trucioli ha documentato (vedi….) parrebbe più da codice penale e Guardia di Finanza che terapia politico imprenditoriale. Leggi a fondo pagina la lettera  a trucioli di Alfredo Garbarino: “….Brava Marina, ma attenta all’edilizia…io vorrei donare al mio paese (“a cultüa? I sùn baelinàtae!”) una vasta raccolta iconografica e bibliografica realizzata in anni di ricerche, ma…”.

Parte dell’articolo di Marco Menduni sulla pagina nazionale del Secolo XIX. Fai un click per ingrandire la lettura di lunedì 11 marzo

Noli alle urne che, nell’edizione 2019, è motivo di suspense e una volta tanto i rumors nella cittadina lasciano intravvedere un record storico di affluenza. Una prova di democrazia in una realtà  di lunghissimo torpore con la maggioranza dei giovani distaccati dalla politica e dalla res pubblica, la tendenza peraltro piuttosto diffusa di non approfondire più di tanto la vita del Municipio, ‘palazzo di vetro’ della comunità. Non solo disertando le riunioni consiliari – perfetta fotocopia di altre località rivierasche -, evitando di indossare l’abito del cittadino informato. Certamente Noli ha le sue gloriose ed ammirevoli eccezioni, in particolare per associazioni e gruppi. Domanda con quale conoscenza dei fatti e misfatti un cittadino si appresta a giudicare i candidati ? Sulla base delle simpatie, delle promesse elettorali, della credibilità ed affidabilità, l’assenza di conflitti di interessi e possibili ‘scheletri negli armadi’ ?

Noli dove politicamente – forse unico centro rivierasco della nostra provincia –  sono assenti (non rappresentasti da un personaggio) Lega di Salvini e M5S. I due schieramenti che vanno per la maggiore sul piano nazionale e hanno il record di parlamentari liguri. Il centro destra, targato Forza Italia, si riconosce nei rapporti provinciali e regionali nel tandem Niccoli – Angelo Vaccarezza, l’unico che si è più volte fatto vivo al fianco del sindaco e che era tra gli oratori il giorno della posa della targa (con città blindata e presidiata dalle forze dell’ordine, presenza delle camice nere di Casa Pound e di non pochi nostalgici del fascismo e di Mussolini) in ricordo ed onore della povera tredicenne martirizzata per vendetta da partigiani assassini. Il centro sinistra ha il suo fulcro nella squadra dell’ex sindaco Ambrogio Repetto, il sostegno dell’ex assessore ai Lavori Pubblici, Piero Penner, già di Rifondazione comunista e del prof. Alberto Peluffo, ex vice sindaco al Bilancio, Tributi, Turismo, Rapporti con il comprensorio.

Repetto & Niccoli, avversari politici che non hanno tuttavia mai dato fondo allo scontro frontale che gli osservatori prevedevano sui temi più spinosi, in cui ognuno ha avuto la sua parte. Via Belvedere e box, parcheggi e box di ponente, sepolta Liguria 17, una ‘torta’ rimasta dietro le quinte, per alcuni indigesta, per altri esempio di scempio urbanistico. Aggiungiamo, a scanso di equivoci, che non è la sede per ipotizzare il malaffare, bensì mala politica e casta dove l’interesse legittimo del privato prevarica quello della comunità. Purtroppo ci siamo trovati in massiccia minoranza anche se, come succede per il dramma parcheggi pubblici in una città solo ad economia e vocazione turistica e storica, le ripercussioni sono devastanti oggi e nell’immediato futuro. Avrà il suo bel daffare il prossimo sindaco con la sua maggioranza. Che secondo i pronostici dell’arch. candidato Giovanni Maina (come per Carlo Gambetta trucioli è onorato di averli collaboratori costanti e preparati) i pronostici della vittoria pendono per Lucio Fossati. Con Repetto che salta il turno.

Se la inattesa rottura del fronte Fiorito – Pastorino (si sussurra che presenterà una sua lista, contando su almeno 300 voti, rassicurato da un sondaggio?) suscita un certo scalpore, rimescolamento delle carte nella corsa alle urne, è passata forse inosservata ai più (o magari ci sbagliamo) non tanto la pagina nazionale del Secolo XIX, con la sua prima firma Marco Menduni,  il palese ed insolito endorsement in clima elettorale. Un ospite illustre e che onora Noli. Massimo Recalcati, uomo di cultura e  caratura nazionale. “…Milano e Noli per me è il viaggio che congiunge la terra al mare e il mare alla terra. Le due anime fondamentali della vita umana. E il ricordo più vivido è il primo incontro con la superba terrazza del Vescovado, gestito dalla famiglia Ravera e ora sede del ristorante di Giuse Ricchebuono....Nel tempo è diventato per me un luogo famigliare. Adoro vedere lassù la luce della luna nel mare, sentire l’aria salmastra, adoro vino e cucina sublime ma  con cibi del territorio….frequento i Bagni dello Sci Nautico per anni gestiti da due figure memorabili:  Giuseppe ed Augusta.  Cucina semplice, pochi bagnanti. …”.

Quando il giornalista chiede come valorizzare alcune perle di Noli, il saggista e psicanalista con seconda casa a Noli risponde: “ Io faccio il tifo  affinchè una nuova generazione di amministratori sappia valorizzare i patrimoni straordinari della terra ligure realizzando una politica che sappia  salvaguardare il territorio, ma non abbia paura del nuovo e dell’apertura. A Noli per le prossime amministrative sostengo con decisione Marina Gambetta, nolese, conoscitrice straordinaria del suo paese, attenta alla tutela ecologica e storica ma piena di idee per il futuro “Marina tra i quattro figli, con otto nipoti, dell’ex sindaco (tre legislature) democristiano Carlo Gambetta, sin dall’inizio assidua firma prima di trucioli savonesi, poi di trucioli. Mai nascosto, nè l’articolista che lancia il sasso e ritira la mano e senza sconti per nessuno. Al punto che la figlia Marina un timore sembra celarlo: “Papà ? Ne sono orgogliosa, mi ha insegnato pregi e virtù, onestà e coerenza, ma la sua franchezza può essere  fraintesa come mania di protagonismo e forse c’è chi pensa: eleggono me, a comandare resta lui. Difficile sfatare certe credenze. L’ho detto e ripetuto a papà, meno ti esponi e più posso dimostrare che non ho bisogno dell’angelo custode, semmai il mio vero punto di riferimento è nella preparazione e nella forza ideale della squadra con cui mi sono presentata. Ho fiducia nella maturità e nella svolta della maggioranza dei nolesi. Se sarò delusa non farò un dramma, cercherò di portare avanti istanze e confronto”.

Gli scenari con le tre, forse quattro liste in corsa, hanno chiaroscuri. I Repettiani avevano una base di 700 voti, i Niccoliani altrettanto (hanno vinto per soli 7 suffragi), Maina sindaco 200 voti. Fiorito è sulla scia dei voti di Niccoli che però non ha l’appoggio dei Gambetta e dei Paggi. Non è un caso – preferiamo evitare imbarazzi – se tra i sussurri si parla del tentativo del sindaco di creare la squadra vincente FioritoMarina Gambetta. Va da se che da umili osservatori, si possono trarre conclusioni in cui ad uscire perdente sia proprio Fiorito. Ora c’è chi azzarda a sostenere che il divorzio con il geometra agente immobiliare Pastorino anzichè danneggiarlo potrebbe trasformarsi in risorsa e dunque rimetterlo in pista per giocarsi la volata finale. Non solo, quanto possono pesare i lanciatissimi leghisti pur non avendo un loro militante in lista ? Lo scorso marzo 2018 hanno raccolto 316 suffragi (contro i 273 del Pd).

Una presa di posizione dei vertici regionali e provinciali  del partito di Salvini, pro Fiorito, quale seguito avrebbe ? E ancora, quanti sono, a Noli, tra i 444 che alle politiche hanno votato i 5 Stelle, oggi orientati a sostenere il gruppo Fossati piuttosto che la giovane candidata rosa Gambetta ? Vedono lontano i politologi cronisti del superbo IVG.it a stringere le maglie dei potenziali vincenti solo tra Fossati e Fiorito ? Se fosse così hanno tutte le buone ragioni per triplicare la pubblicità elettorale pagamento, occasione che nessun editore vuole perdere per la salute dei suoi bilanci. (L.Cor.)

DA IVG SEI GIORNI FA: 15 marzo alle 17,30

Il candidato sindaco del centro sinistra Lucio Fossati

Noli. Mancherebbe solo l’ufficializzazione, ma salvo colpi scena dell’ultima ora sarà l’attuale capogruppo di minoranza Lucio Fossati il candidato sindaco di una lista civica in corsa per le prossime elezioni comunali a Noli. Sarà lui il principale sfidante dell’attuale vice sindaco Alessandro Fiorito? Pare proprio di si, almeno stando a quanto fatto trapelare oggi in una nota su Fridays for Future, la protesta globale sui cambiamenti climatici.

La frase sibillina è questa: “Qualora toccasse a me governare Noli creerò ed istituzionalizzerò un “comitato” di adolescenti nolesi, miei concittadini, per condividere tutte le “green practices” e i “processi di sostenibilità ambientale” che si andranno ad attuare nel nostro Comune. Chiederò loro di farsi “testimoni e garanti” verso le loro stesse generazioni, e non solo, di un percorso la cui destinazione finale è proprio il Loro futuro” afferma Fossati, attuale capogruppo di “Semplicemente Noli”.

“Concludo riportando una mia ferma atavica convinzione, che altro non è che l’opinione illuminante di gran parte degli accademici, degli scienziati, degli economisti di tutto il mondo: le buone pratiche e la sostenibilità ambientale sono e sempre di più saranno le chiavi di un sano successo e di un deciso miglioramento della qualità di vita; sia dal punto di vista economico che da quello sociale: aspetti ormai decisamente impellenti e non più procrastinabili.
In altre parole; con umiltà e con tutti i nostri limiti, proveremo a trasformere un grande evidentissimo problema in una altrettanto grande evidentissima opportunità” dice Fossati.

Interpellato da IVG.it il diretto interessato non smentisce una sua probabile candidatura a sindaco, con l’obiettivo di creare una squadra che possa convogliare sia l’attuale posizione all’amministrazione comunale quanto altre forze civiche del paese. “Ad ora non posso confermare nulla, sicuramente la volontà di impegnarsi c’è e sto lavorando per questo” sottolinea Fossati.

“Indubbiamente i temi come l’ambiente e lo sviluppo economico e turistico del paese dovranno essere punti programmatici essenziali della lista, e tra l’altro andare a braccetto nei prossimi anni. Si è creato un gruppo di lavoro che nelle ultime settimane sta operando per definire una lista e un programma di rilancio per Noli” conclude Fossati.

“Con rispetto diciamo ora basta, abbiamo già dato…” aggiunge ancora Fossati.

E il candidato sindaco nolese precisa: “Servono due tipi di intervento: il primo a breve anzi brevissimo termine con una serie di modifiche e semplici logici accorgimenti al fine limitare i danni e i disagi; da subito ai residenti e, ormai a breve, anche ai turisti. Il secondo con una strutturale, profonda revisione delle aree-parcheggio basata su autorevoli e approfonditi studi e l’individuazione di nuove zone utilizzabili”.

“Credo che si possano trovare soluzioni semplici, di buon senso, ecosostenibili e proiettate nel futuro, a vantaggio di tutti” conclude Fossati.

E IL 19 MARZO 2019 – Noli. “La situazione parcheggi a Noli, oltre ad essere ormai insostenibile, è diventata pure avvilente. Dopo il “sempre a pagamento” di piazzale Rosselli ecco che gli unici parcheggi “bianchi” in piazza San Francesco sono diventati “azzurri”. E si paga!”. Così il capogruppo di minoranza del gruppo “Semplicemente Noli” Lucio Fossati, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, lancia il suo affondo contro l’attuale amministrazione sulla situazione dei park nella località savonese.

“Sottolineo avvilente perché le conseguenze di questo disarmante contesto vanno a gravare sostanzialmente proprio sui cittadini nolesi. Particolarmente colpiti anche i commercianti che, all’occasione, dovranno annoverare sotto la voce spese anche questo nuovo costo. Il disagio, ovviamente, è per tutti”

SAVONA NEWS 22 dicembre 2018 di Luciano Parodi

Marino Pastorino il giorno del suo annuncio il 22 dicembre 2018  al gazebo di Noli

È una cosa di cuore, che senti dentro da puro sangue nolese, voglio unire un gruppo di cittadini che hanno a sentimento il paese“. Marino Pastorino lancia così la sua candidatura alle prossime elezioni comunali del 2019, nel segno del rinnovamento con la lista civica “Noli nel cuore”.

I manifesti attaccati per le vie del paese avevano preannunciato una sua discesa in campo e ne abbiamo avuto la conferma tramite le sue parole: “Abbiamo avuto un’egemonia di Niccoli, di Repetto e sono avvenute solo disgrazie, soprattutto con la frana di qualche anno fa e una nuova raccolta differenziata che ha creato grandi disagi. Abbiamo problemi per lo smaltimento, dobbiamo rendere semplice la vita dei cittadini e l’unico modo sarebbe potenziare la differenziata in un modo diverso ad esempio migliorando quella che avevamo, non vanno bene le isole ecologiche” spiega il geometra, ora in pensione.

“Noli nel cuore” fa pensare, vista l’ottima coesione tra i comuni del Golfo dell’Isola, ad un contatto politico con il gruppo “Spotorno nel cuore” smentita dal neo candidato primo cittadino: “Con i comuni limitrofi il rapporto è ottimo ma è solo una scelta personale, il cuore e la barca, due simboli che ci devono far pensare all’amore per la città e alla storia di questo comune Repubblica marinara“. “E’ presto per parlare di programma, ma sarà molto ampio, riteniamo che la città debba ripartire dall’accoglienza turistica affinché possa essere un’occasione di lavoro diretto d’investimento per i cittadini e un indotto per il resto delle attività sul territorio. Con le cose piccole lavorano le nostre aziende. Inoltre vorrei che ritornasse sul territorio nolese il comando di polizia locale e venissero ampliati i posteggi” conclude Marino Pastorino.

LA LETTERA  DI ALFREDO GARBARINO
Egregio trucioli.it
Sono lieto che Marina Gambetta voglia proporsi per la conduzione amministrativa della Città di Noli. Ella appartiene ad una Casa di profonde radici Nolesi e di provata competenza amministrativa, quindi dovrebbe possedere sia la sensibilità sia la preparazione per ben operare. Purtroppo debbo ricordare che nel passato (è a quello che ci dobbiamo rivolgere per soppesare ciò che ci troviamo oggi fra le mani) il fatto di appartenere ad antiche schiatte cittadine non è stato di per sé garanzia di vedere poi il realizzarsi di adeguati ed opportuni risultati. Questa è naturalmente la mia opinione.

Riferendomi al programma presentato da Marina ciò che mi preoccupa maggiormente è il punto 5 ove si dice :”Incentivazione per l’edilizia privata“. È un punto che andrebbe chiarito davvero molto bene poiché, qui nella sua sintesi, esso potrebbe poi preludere ad un ventaglio di possibilità che se dovessero concretizzarsi in nuovi insediamenti abitativi non so quanto auspicabile sarebbe per un territorio già gravato da notevoli colate cementizie. Anch’io noto l’assenza di qualsiasi riferimento al famoso “Museo“. Opera del tutto desiderabile. Noli, antica Repubblica e moderna cittadina a vocazione balneare, ha nei suoi cittadini, o almeno in quelli novecentesca e odierni, questa contraddizione: ad una ricchezza storica, archeologica ed ambientale corrisponde una certo disinteresse per una vera valorizzazione culturale delle stesse.

Mi sembra di sentirli i Nolesi quando mi dicevano “a cultüa? I sùn baelinàtae!” Certo, a loro interessava più coltivare i loro orti a palazzi che porsi quei limiti che le caratteristiche del loro Paese avrebbero suggerito. Detta questa mia opinione, so che sono stati trovati reperti straordinari che però non possono avere sede ed esposizione in Noli, abbiamo acquistato un rarissimo acquerello in tinta seppia e anch’esso è esposto in Comune in maniera quasi anonima, personalmente posseggo una vasta raccolta iconografica e bibliografica realizzata in anni di ricerche. Vorrei donarla al mio Paese, ma come si può senza una adeguata collocazione? Nel concludere auguro di cuore che chiunque sia chiamato al Governo di Noli sia decisamente orientato ad un maggiore scrupolo che nel passato.
Cordiali saluti.
Alfredo Garbarino.


Altare: è giallo su villa Capasso. Don Farris: ‘Io esecutore testamentario? Nessuno mi ha informato’. La vedova del poeta, amico di Montale e Pirandello, è morta a Genova

$
0
0

Villa Capasso ad Altare, potenziale fulcro culturale di valore, è al centro di un’eredità che si tinge di ‘giallo story.’ Nel febbraio scorso è morta Florette Morand, 93 anni, conosciutissima vedova del poeta e critico  di fama internazionale Aldo Capasso deceduto nel 1997: figlio unico di Lina Saroldi e del cap. del Genio Alberto. Era nato a Venezia nel 1909, dimorò per alcuni decenni ad Altare. Era Conte delle Pastene (nobili origini di Benevento) come riporta la targa, in sua memoria, in piazza del Consolatore. Durante le esequie funebri  di madame Florette è stato reso noto che esecutore testamentario, per volontà espressa della donna, è don Giovanni Farris, tra i veterani del clero savonese, già direttore de “Il Letimbro” e della biblioteca del Seminario, 92 anni, un passato da docente, parroco alla Villetta, canonico del Capitolo della Cattedrale, cappellano della Certosa di Loreto. Sul prossimo numero di trucioli.it uno scottante carteggio inedito su Capasso e la moglie Florette che la coppia aveva consegnato, nel gennaio 1995, a Luciano Corrado, cronista di giudiziaria del Secolo XIX, con l’impegno di renderlo noto dopo la loro morte.

 

Madame Florette Morand vedova Capasso è mancata a metà dello scorso febbraio a Genova

Ma ecco la clamorosa ed inattesa sorpresa.”Non so nulla dell’eredità Capasso e Morand, nessuno me lo ha comunicato, la notizia la apprendo ora, semmai mi stupiva il silenzio ….l’ultima volta che ho incontrato la vedova non era in buone condizioni”.

E’ possibile che Florette non abbia fatto cenno delle sue volontà e di quelle del marito con l’illustre sacerdote ? Chi sono le persone che le sono rimaste vicino fino a quando era nelle piene facoltà mentali ? Ha sottoscritto un testamento olografo ? Lei ha trascorso gli ultimi anni a Sampierdarena dove è stata colta da malore. Ha cambiato idea sui propositi testamentari ?  Nella comunità altarese e tra le associazioni calturali non è emerso nulla di diverso rispetto a ciò che si sapeva vox pupoli. Cioè dell’esecutore testamentario. Va da se che il primo interlocutore sia proprio Don Farris. E dalle sue lucide parole e un certo stupore ribatte alle domande del cronista. “....Forse sbagliate“.

Si fa rileggere il testo di quanto ha scritto con diligenza Savona News nel resoconto della cerimonia religiosa e di chi ha preso la parola per ricordare la figura dell’estinta.  Simona Bellone, artista e presidente dell’Associazione culturale caARTEiv  ha affermato: “ Florette rese noto, in vari discorsi ai suoi più stretti collaboratori, che l’esecutore testamentario era l’amico stimato di famiglia, professore universitario, Don Giovanni Farris, sperando che, se ne conserva le intenzioni testamentarie, od altra persona da essi indicata in seguito, le proprietà propendano verso la gestione di associazioni valbormidesi o amministrazioni comunali altaresi”.

Don Farris: “Ripeto, non sapevo di essere esecutore testamentario, apprendo dal cronista la notizia che dunque non avendo certezze non posso commentare più di tanto. Ho saputo che era mancata la vedova Capasso solo qualche giorno fa. Mi stupiva il silenzio a proposito dell’eredità, della destinazione della villa…“. Ha avuto incontri con madame Florette ? “Certo….più volte e nessuna anticipazione sulle volontà testamentarie”.

Don Giovanni Farris nei giorni del suo 90esimo compleanno

Reverendo, con l’età che avanza ed io sono tra questi, la memoria non sempre è infallibile. Don Farris: ” Grazie a Iddio questa è ancora in ottimo stato;  riflettendo bene, dopo questi primi momenti della telefonata e colloquio a sorpresa, Florette mi chiese consigli….raccomandai di pensare al domani, non sciupare il denaro e forse  era meglio mi ascoltasse….; aggiunse che a volontà di Aldo e lei condivideva, era la creazione di un centro culturale con sede nella villa di Altare….“. Tutto qui, nessun cenno all’esecutore testamentario ? “Credo proprio di no, anche se nei nostri incontri è possibile che si sia parlato del domani, senza un mio coinvolgimento diretto…vuole dire che se questo emergerà ufficialmente ne prenderò atto…e mi comporterò di conseguenza, nessuno fino a questo momento mi ha cercato.”

Villa Capasso potenziale baluardo culturale valbormidese nelle “intenzioni accorate di Florette“, carattere forte ed esotico, con il suo intercalare francese, meticolosa e  gelosa del ricordo del marito. Deteneva il copyright delle sue opere, e gestire il da farsi. Un inciso: il prestigioso Premio Nobel per la letteratura è stato conferito ad un solo ligure, il genovese Eugenio Montale nel 1975, e la nomination a tale premio, dignitosa menzione d’onore in merito, per un altro ligure, d’adozione altarese,  Aldo Capasso. “Un vanto di tutta la Regione Ligure ” ricorda Simona Bellone che aggiunge:Sarebbe ormai opportuno conoscere le sorti della villa Capasso, che sorge accanto al celeberrimo Museo del Vetro di Altare, edificio che ha bisogno di interventi di restauro strutturale, ed un inventario e catalogazione della storia letteraria dei coniugi Capasso, a cura di un’associazione culturale preposta o fondazione da crearsi appositamente. Florette rese noto in vari discorsi ai suoi più stretti collaboratori, che l’esecutore testamentario era l’amico stimato di famiglia professore universitario, Don Giovanni Farris….

LA NOTIZIA DELLA MORTE DI FLORETTE MORAND VEDOVA CAPASSO DEL 28 febbraio 2018

SAVONA NEWS – Lutto ad Altare e in tutto il mondo della cultura savonese per la morte di Florette Morand, conosciutissima vedova del poeta e critico Aldo Capasso, scomparsa alcuni giorni fa a Genova, dove soggiornava da qualche tempo. Poetessa caraibica di lingua francese, originaria della Guadalupa, dopo le nozze con il fondatore del letterato e fondatore del Realismo Lirico si era trasferita ad Altare, vivendo per oltre trent’anni e sino a poco tempo fa nella casa natale di famiglia, sulla piazzetta del museo del Vetro. Dopo la scomparsa del marito, nel 1997, aveva creato e gestito il celebre Premio Capasso, e portato il nome del marito in tutta Italia. I funerali, la cui data deve ancora essere fissata, saranno celebrati ad Altare.

Da Savona News: Giovedì 7 marzo, ad Altare, è stata officiata da Don Paolo Cirio, nella parrocchia S.Eugenio, l’onoranza funebre a Madame Florette, vedova Capasso, Florentine Adelaide Morand

SAVONA NEWS DEL 9 MARZO – Giovedì scorso ad Altare, è stata officiata da Don Paolo Cirio, nella parrocchia S.Eugenio, l’onoranza funebre a Madame Florette, vedova Capasso (Florentine Adelaide Morand), alla presenza del sindaco Roberto Briano, alcuni altaresi, la sua più cara amica prof.ssa Ofelia Garbarino di Varazze, ed una rappresentanza dell’arte ligure, il ceramista Ettore Gambaretto, il professore e critico letterario Marco Pennone, le savonesi, la scrittrice Maria Franca Ferraris e la presidente dell’associazione “Alzheimer” di Savona Clara Simioni, l’artista e presidente dell’associazione culturale caARTEiv Simona Bellone di Millesimo.

Nell’omelia di Don Paolo Cirio, che officiò anche la sepoltura di Aldo Capasso, nel 1997, è emerso ciò che questa illustre poetessa di grande cultura, abbia voluto trasmettere ricordando l’opera artistica di suo marito Aldo Capasso: il piacere del bello della cultura, che deve essere insegnato, valorizzato, celebrato, condiviso, divulgato e tramandato ai posteri.

Alessia Briano ha letto a fine cerimonia, una lettera di Fulvio Bianchi che ha delineato i profili artistici dei coniugi Capasso. Lette due poesie di Capasso “Aldilà della morte” ed “Anniversario”, a cura di Alvaro Bazzano e Franca Bruzzone. Così si è conclusa una cerimonia religiosa, artistica e raccolta, per ricordare l’amore che univa queste due eccellenze culturali.

“E’ da ringraziare la presenza dell’amministrazione comunale di Altare che si è presa carico totalmente delle onoranze funebri a questa illustre artista internazionale, che nata nelle isole caraibiche, in America centrale, visse in seguito a Parigi, dove pubblicò varie sillogi di poesie, e fu adottata dalla Val Bormida, deceduta il 14 febbraio scorso a Genova, (come riportato in targa sulla bara – classe 1926, 20 giugno Guadalupa). Nelle stagioni invernali spesso trascorreva il suo soggiorno prima a Torino ed ultimamente a Sampierdarena, già attivandosi per ricordare il marito nelle consuete commemorazioni primaverili raggiungendo la residenza di Altare, per poi organizzare gli eventi culturali in Savona e dintorni, proferendo ai suoi più cari collaboratori, indicazioni utili da seguire alla perfezione. Quest’anno purtroppo non ha potuto perpetuare questa sua missione artistica, colta da improvviso malore in quel di Genova, lei che ha sempre curato suo marito e se stessa, con erbe medicinali, elargendo consigli a richiesta agli amici (cultura radicata nei suoi amati Caraibi)” spiega Simona Bellone.

“Resta ai posteri il proseguimento delle commemorazioni annuali per Aldo Capasso, nel premio a lui dedicato, in Altare, nonché alla poetessa e pittrice Silvia Ragazzini Martelli dell’associazione “Padus Amoenus” di Sissa (Parma), artista che Aldo Capasso considerò come una figlia artistica, e che ogni hanno gli dedica da due decenni orsono, un omaggio con manifestazione d’arte a 360° gradi, il 13 aprile. Sarebbe ormai opportuno conoscere le sorti della villa Capasso, che sorge accanto al celeberrimo Museo del Vetro di Altare, edificio che ha bisogno di interventi di restauro strutturale, ed un inventario e catalogazione della storia letteraria dei coniugi Capasso, a cura di un’associazione culturale preposta o fondazione da crearsi appositamente.”

Per il mese di giugno 2019 presso la Sala Nervi del Palazzo della Provincia di Savona sarà organizzata una manifestazione e verranno resi noti appena possibile date e modalità, dalle associazioni culturali “Casa delle Arti” e “caARTEiv”.

CHI ERA ALDO CAPASSO

Aldo Capasso in una foto d’archivio

Pubblicò a Torino la sua prima raccolta di poesie “Il passo del cigno ed altri poemi”, opera che fu premiata con il premio Fracchia della rivista Fiera Letteraria, la cui prefazione fu curata da Giuseppe Ungaretti. In qualità di commentatore, scrisse su “La Nazione” di Firenze e diresse il “Realismo critico“, nonché pubblicò saggi su  Ungaretti, Tasso e Marcel Proust. Frequentò personaggi illustri quale Eugenio Montale, Luigi Pirandello e Paul Valéry, e fu il primo critico letterario di Salvatore Quasimodo. Scoprì e lanciò gli autori contemporanei quali Ugo Gallo, Davide Lajolo e Giorgio Caproni. Le sue opere letterarie furono tradotte dal poeta francese Pierre-Jean Jouve, Robert  Vivier dell’Accademia reale belga, Raul Rey-Alvarez, dal greco Febo Delfi, dalla brasiliana Cecilia Meireles.

Nomination Premio Nobel letteratura nel 1995, Aldo Capasso aveva un animo umile e nobile, foriero ancor oggi di tracce anche della sua semplicità di valbormidese, se pur affermato nella letteratura internazionale, con numerosi premi conferitigli ed altrettante pubblicazioni come critico e poeta: rimase sempre affezionato alle proprie radici dell’entroterra ligure.

Fai un click per ingrandire la lettura

Fu fondatore del “realismo lirico”, corrente poetica basata su una trasparenza espressiva che rispecchi il vivere quotidiano e che afferma il diritto-dovere del poeta di non rompere “i legami sentimentali con l’uomo comune”, rispettando perciò la realtà di tutti i giorni. Studiò all’Università di Genova nel 1931 e divenne dottore in lettere discutendo un saggio su Marcel Proust, come tesi d laurea che fu premiata come migliore in tutte le facoltà dell’Università.

La poesia di Capasso vive di una raffinata sensualità, di un’indagine sulla possibilità di andare oltre l’illusorio gioco dei sensi per vedere se è possibile trovare un ancoraggio che superi la rassegnata partecipazione al destino degli uomini. Questo disperato bisogno si avvale di immagini sicure e ben delineate, che cercano di vincere la tendenza discorsiva, aleggiando talora in echi leopardiani.” (da canto sirene.blogspot.com 4/2009)”. Il 29 dicembre 2009 Aldo Capasso è stato ricordato nella sala consiliare del Comune di Noli, “ma era stato snobbato dagli organi di informazione locale’ lamentava la vedova.

IL CHI E’ DON FARRIS  (4 novembre 2017) SCRITTORE E STUDIOSO PER ANNI PARROCO DELLA VILLETTA

Don Giovanni Farris in una foto d’archivio con il vescovo Calcagno ora cardinale di Santa Romana Chiesa.

Don Giovanni Farris,  descritto uno dei veterani del clero savonese, tra le pietre miliari del clero savonese, 92 anni. In suo onore, si svolse, nel 90esimo compleanno, nella parrocchia della Villetta, un pomeriggio di festa, con la presentazione di un suo libro dedicato alla chiesa di santa Maria Giuseppa Rossello. Assieme al vescovo Calogero Marino,concelebrò la Messa. Autore di numerose pubblicazioni nel campo della storia letteraria.

Don Farris fa parte della commissione di periti in storia e al lavoro già da alcuni anni, che coadiuva nel processo di canonizzazione di papa Paolo Pio VII (al secolo Barnaba Chiaramonti di Cesena),. Il postulatore della causa è don Giovanni Margara, Cancelliere vescovile e rettore della Cattedrale, che avrà l’onere di raccogliere documentazioni idonee a dimostrare la santità di Pio VII.
Si tratterà di una “causa storica” nella quale le principali fonti di riferimento sono principalmente (quasi esclusivamente) di natura documentale. Un ruolo fondamentale è ricoperto da una commissione di periti in storia, al lavoro già da alcuni anni, composta don Giovanni Farris, dal prof. Giulio Fiaschini e dalla prof.sa Giuseppina Vivaldo.

L’ Associazione Ucid (Unione Cristiana imprenditori dirigenti),  sezione di Savona, aveva organizzato nell’oratorio di Nostra Signora di Castello, in via Manzoni a Savona, una conversazione con don Giovanni Farris, consulente ecclesiastico dell’Ucid savonese,  dal titolo “Fatica e pietà religiosa nell’uomo d’oggi”.

Luciano Corrado

DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI LETTERA DELLA VEDOVA CAPASSO

PUBBLICATA DAL SECOLO XIX IL 7 MARZO 2014

 

Pietra vota Luciano Laschi, medico, poeta, pittore, umanista: 44 anni fa in lista col Pci.Centrodestra se non son botte poco ci manca, alla Lega 5 candidati, sindaco e un assessore

$
0
0

La sinistra divisa e in concorrenza, a Pietra Ligure, spera di vincere le elezioni. Un candidato ci riprova per la seconda volta: Giovanni Zanelli, docente di storia e filosofia, fede antifascista a prova di corazza, ottimo bagaglio culturale e sufficientemente pragmatico. Zero conflitti di interesse e ‘peccati’ gravi da farsi perdonare. Nella sua lista, di ex camici bianchi, c’è un personaggio, non banderuola, da incorniciare che i bravi e storici cronisti pietresi mettono in disparte: il dr. Luciano Laschi, ‘festeggia’ i 44 anni da quando si candidò nell’allora Pci, in una stagione di grande successo. Laschi medico, poeta, pittore, umanista descritto e raccontato da uno straordinario articolo scritto dal collega Armando Filice. Laschi fu il più votato tra i 16 candidati del gruppo: 495 preferenze, 456 per un’altra figura di spicco (tre legislature capogruppo) Franco Buscaglia.

Speriamo di non annoiare i quattro lettori pietresi di trucioli.it (non ne meritiamo di più !) pur sapendo che brilla il giornalismo provinciale, del boom ‘copia e incolla’. Il pietrese Ivg  sta scalando la vetta dei 70 mila contatti. Vale a dire voi per una o dieci volte cliccate per le notizie aggiornate ed ecco il numero di lettori e rilettori. La memoria storica ormai rilegata a cestino della carta. Non è utile e neppure lo storico cav. Giacomo Accame forse riscuoterebbe successo. Per fortuna che resta il pilastro di ResPubblica che almeno entra nella case e nelle famiglie residenti. Trucioli.it è stato condannato a non fare commercio di ‘spazio elettorale libero‘ e in vendita. E a non dimenticare almeno il dr. Luciano Laschipoeta della luce e maestro del colore’.

Quando la classe operaia pietrese (cantiere navale, Santa Corona, Piaggio) eleggeva sei consiglieri comunali su 16, in Riviera negli anni ’70 e ’70, il Pci governava in diverse città, a pietra poteva contare su un nutrito gruppo consiliare e senza andare mai entrare in giunta. Un appoggio esterno fu decise con l’elezione di salvatore Caltavituro sindaco, vice era Eugenio Carrara, socialista, papà di Mario, già assessore con de Vincenzi e ora candidato nella lista di centro destra e probabile vice sindaco. Caltavituro ‘perfettamente’ dimenticato da Ivg quando ha dato notizia della morte di Paolo Messina, figlio di Ignazio il commendatore che aveva lanciato il cantiere e che tra i dipendenti c’era proprio ‘Totò’ Caltavituro con il quale la famiglia Messina ha sempre avuto un forte legame. Erano numerosi i dipendenti del cantiere che venivano assunti con l’intercessione di Caltavituro, e successivamente qualcuno anche nel gruppo armatoriale genovese. Chissà come l’avrà presa il figlio di Caltavituro a leggere che Pietra Ligure aveva un forte legame con i Messina ignorato il ruolo di primo piano e referente che ha sempre avuto il siciliano ‘immigrato’ Totò. Uomo semplice, di fede e di chiesa, benefattore. E’ stato anche presidente della locale Croce Rossa.

Giovanni Zanelli candidato sindaco La Sinistra per Pietra Ligure

Ovviamente il nostro revival non sarà un approfondimento storico a 360 gradi. Per chi è interessato, può rileggersi i risultati della consultazione elettorale alle comunali del 1975. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere quasi tutti i candidati e quelli risultati eletti (allora erano 16, oggi 13), abbiamo imparato a conoscerli da vicino, quando il corrispondente locale del Secolo XIX che era il quotidiano più letto anche a Pietra Ligure (700- 800 copie la media, punte da 900 la domenica) guai a perdere un consiglio comunale, dall’inizio alla fine, che voleva dire dalle 21 all’una, due di notte se tutto andava liscio.Lo schieramento più combattivo, conosciuto già nel mandato 1965 – 1970, vedeva il capogruppo Baietto al quale subentrerà, dopo il 1975, Franco Buscaglia, che aveva di spalla  Giovanni Lorenza. Laschi prendeva la parola raramente e comunque con interventi meticolosamente preparati e documentati. Era il meno

Laura Ferrando candidata

Paola Schiaffino candidata

massimalista pur essendo forse il più ideologizzato. Mai nel ruolo di primo protagonista, esibizionista, pur essendo indiscutibilmente un jolly che i colleghi ascoltavano con attenzione.

E’ possibile che una squadra dove non manca  l’esperienza e la visione politica senza paraocchi, abbia deciso di correre da sola, rompere il fronte della sinistra, soprattutto sapendo che il fronte avversario più temibile quanto a risultati nell’urna sarebbe il centrodestra unito e con buone probabilità, ragionevoli, di proseguire sulla scia delle amministrative nazionali con il governo verde giallo. La scelta, a leggere i resoconti dei media, era maturata già nell’autunno 2018. Dunque senza attendere le decisioni del centro sinistra targato Pd ed ignorando che sarebbe tornato a scommettere Luigi De Vincenzi, il già due volte sindaco, vice presidente del Consiglio regionale,

Daniela Manara candidata

Mauro Core candidato

l’unico candidato savonese non eletto che alle scorse elezioni politiche ha raggiunto un traguardo onorevole rispetto alla generale disfatta del partito.

E’ possibile che, a Pietra Ligure, il diffuso malcontento sociale si tale da premiare l’estrema sinistra e la sinistra, anziché Lega di Salvini e 5 Stelle. La rabbia di fronte alla politica inconcludente e ciarliera, la povertà delle famiglie che avanza, la solitudine, i sacrifici di tanti giovani (dove gli scansafatiche non mancano, come chi non accetta un lavoro che impegni anche nei fine settimana) laureati e diplomati costretti ad emigrare. Gli anziani con pensioni da fame. I senza casa o alla prese con la durissima realtà di un affitto da pagare. La vita o lo spettro della disoccupazione. La costante impennata dei delusi e nauseati che non votano. Un grande bacino

Tra i candidati un personaggio in fretta dimenticato: Romano Rembado, è stato primario di Medicina nucleare, sempre gentile, educato, ricco di umiltà. Hobby della vigna in quel di Verezzi. nella foto con il collega Giorgio Marenco e l’avv. Angelo germano. I due medici del Santa Corona erano testi ad un processo che si svolgeva nel tribunale di Savona

elettorale che dovrebbe premiare  chi cavalca protesta e malcontento. Se di maggioranza si tratta sarà la volta buona per eleggere il primo sindaco della vera sinistra nella storia di Pietra Ligure dell’ultimo mezzo secolo. A ritroso troviamo Giacomo dr. De Vincenzi, figura nobile d’animo e di impegno sociale (vedi il campo di calcio,  associazione omonima al Santa Corona) e primo sindaco della Liberazione.

Oggi la lista del filosofo Zanelli – abita a Giustenice – ricorda che ” ci servono almeno 60 firme per partecipare alle elezioni. Tutti i residenti a Pietra Ligure possono andare a firmare all’Ufficio Elettorale, nella sede del Comune, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30; martedì e giovedì anche dalle 15.00 alle 16.00. Firmare per noi non vuol dire votarci, ma offrirci democraticamente la possibilità di partecipare alle elezioni”.

I CANDIDATI – “Sinistra per Pietra Ligure” ha candidato sindaco, Giovanni Zanelli, che riprova la scalata a Palazzo Golli dopo l’esperienza di “Monte Carmo Unito” nel 2014. I candidati:  Ettore Cavallario,  Maurizio Core, Laura Ferrando,  Gianni Giordano, Luciano Laschi, Daniela Mara, Pier Giorgio Pavarini, Romano Rembado, Paola Schiaffino, Giulia Zanelli.

Da sx in alto: Daniela Manara, artista; Giulia Zanelli, infermiera al Santa Corona; Pier Giorgio Pavarino, operaio dell’ex cantiere navale; Romano Rembado, già primario di Medicina Nucleare al Santa Corona; Luciano Laschi, ortopedico del Santa Corona; Gianni Giordano, già operativo al Pronto Soccorso pietrese; Giovanni Zanelli, candidato sindaco della lista “Sinistra per Pietra Ligure”. In basso: Mauro Core, dipendente nel settore dell’igiene ambientale; Ettore Cavallero, ex dipendente del Santa Corona; Laura Ferrando, ex dipendente comunale; Paola Schiaffino, antropologa

PROGRAMMA –Consumo di suolo zero: considerato l’evidente calo demografico e il conseguente aumento delle abitazioni sfitte, si ritiene necessario non continuare a consumare suolo con nuove costruzioni, ma privilegiare le ristrutturazioni urbanistiche a pari volumetria (senza aumento di volume) con superficie minima degli appartamenti di 60 mq e obbligo di efficienza energetica; salvaguardare la specificità storica e artistica del nostro centro storico”.

“Tutela del verde pubblico: iqualificazione delle aree verdi per uscire dalla logica urbanistica delle cementificazione; introduzione della figura dell’ecologo come consulente della pubblica amministrazione”.

Strategia Rifiuti Zero: contrastare l’uso e l’abuso del conferimento in discarica e dell’incenerimento riportando la gestione nell’ambito pubblico, meglio all’interno di un’”azienda speciale” (non una S.p.A che ha fini di lucro); perseguire l’obiettivo Comune deplastificato incentivando l’utilizzo di materiali alternativi alla plastica nell’uso quotidiano (borse della spesa, bottiglie d’acqua…) e nelle manifestazioni pubbliche (sagre…) con schede per la raccolta punti a raggiunta degli obiettivi che comportino una riduzione delle tasse comunali; organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti con il sistema porta a porta, gestirne direttamente la vendita al Consorzio Nazionale Imballaggi e ad altre organizzazioni affini mediante l’istituzione di appositi centri raccolta consorziandosi con i comuni limitrofi, incentivare il compostaggio sia quello casalingo sia quello comunitario con impianto di stoccaggio comunale o comprensoriale”.

“Difesa del lavoro: vigilanza negli appalti pubblici per garantire il rispetto dei diritti sindacali e il mantenimento delle garanzie contrattuali a difesa del lavoro dipendente. La Sinistra per Pietra Ligure crede nella necessità della riconversione dell’economia in una direzione ecosostenibile e si batte per la difesa dei beni comuni (acqua, paesaggio…). Siamo convinti che sia essenziale avviare un dialogo stretto e collaborativo con le associazioni e i comitati civici che si occupano di queste problematiche. Riteniamo centrale il controllo democratico dei cittadini sulle decisioni dei governanti e, pertanto, ci impegniamo a garantire la condivisione e la compartecipazione all’azione di governo adottando tutti gli strumenti utili in tal senso, a partire dal bilancio partecipato”.

SE NON SON BOTTE: in campagna elettorale Ivg.it ospita anche gli anonimi. Picolo particolare smentisce il segretario della sezione leghista, Paolino, tacciono Negro e l’on. Foscolo. Sarà un caso.

Testo dell’articolo:

Pietra Ligure. Un volantino diramato da un paio di giorni e arrivato in forma anonima anche alla Redazione IVG.it: i contenuti sono senz’altro pesanti, visto che si parla di una presunta rissa tra l’ex sindaco leghista di Pietra Ligure Daniele Negro, storico esponente del Carroccio, e il segretario della sezione di Pietra-Finale Roberto Paolino, motivata dalla scelta dei nomi per la composizione della lista in vista del voto pietrese. La smentita è arrivata questa mattina dallo stesso segretario locale della Lega, venuto a conoscenza del documento: “Se non fosse per quanto scritto mi verrebbe quasi da ridere… Anche perchè il sottoscritto e Daniele siamo amici di lungo corso” afferma. “E’ vero, c’è stata una discussione animata per la scelta delle candidature, ma nella più assoluta normalità della dialettica politica, come spesso avviene in questi casi”. “Dire che c’è stata una rissa e che siamo venuti alle mani è una falso, una bufala clamorosa fatta circolare da qualcuno in totale malafede” aggiunge. “Tra l’altro si cita il piazzale della stazione quando invece la riunione è avvenuta nell’ufficio del candidato sindaco Sara Foscolo. Abbiamo discusso animatamente, ma addirittura arrivare a certe affermazioni farle per di più circolare è davvero ridicolo… La dimostrazione, dal mio punto di vista, che hanno paura di noi e del consenso che possiamo ottenere alla prossima tornata di elezioni amministrative” sottolinea ancora Paolino. “Tra l’altro si riporta pure che Negro abbia dovuto ricorrere alle cure dell’ospedale Santa Corona… E’ una bugia totale, in quanto Daniele Negro si è recato il giorno dopo al pronto soccorso per un suo problema alla spalla ed è stato il sottoscritto ad accompagnarlo” precisa. “In relazione al volantino e ai suoi contenuti stiamo valutando assieme se presentare formale querela ai carabinieri. Macchiare così una campagna elettorale è fuori luogo e inaccettabile”.“Posso solo aggiungere che certe strategie o altri colpi del genere non ci fermeranno e andremo avanti ancora più forza e unione per portare il nostro candidato sindaco alla guida di Pietra Ligure” conclude.

Fai un click per ingrandire la lettura

L’accordo nel centro destra può essere così riassunto, all’insegna della trasparenza:a) Sara Foscolo é il candidato sindaco, b) Mario Carrara  se si vince le elezioni sarà vice con  deleghe della gestione del territorio, lavori pubblici, parchi e giardini, urbanistica, edilizia privata. Forse pure cimiteri, cultura. C) alla Lega spettano 5 candidati  dei 13 complessivi della lista, Sindaco compreso; alla Lega, oltre al sindaco, spetta un assessore; d) gli altri assessori saranno scelti tra i candidati più votati rispettando le quote rosa. e) Programma e simbolo saranno concordati.

 

 

LASCHI ARTISTA E UMANISTA CHE VIVE DA DENTRO

I FATTI DELLA STORIA E NON SI LIMITA A RACCONTARE

Il saggio  è stato scritto e pubblicato sulla rivista Il Quadrifoglio, nel 2017, e porta la firma di Armando Filice che descrive il collega Laschipoeta della luce  e maestro del colore”. La pubblicazione, direttore Pier Paolo Cervone, giornalista e scrittore di storia, ex sindaco di Finale, è edita dall’Associazione Emanuele Celesia  e Amici della Biblioteca  e del Museo di Finale Ligure. Filice tratteggia l’opera di Laschi capace di tramandare “esaltanti momenti di civiltà e malessere della contemporaneità….con amici cari e straordinari, laboriosi, amicizia sincera e caparbia, durevole, legami proficui”. Accende il riflettore su due simboli fondanti che ricorrono nella vita artistica e culturale di Laschi: l’orologio e il libro. “Il primo  è fonte di angoscia e apprensione, un continuo raffronto tra passato e presente, tra memoria ed attualità.” Il secondo è “memoria del tempo a venire. Simbolo della cultura e storia dell’umanità. Oggi calpestata da un modello di vita consumistico, dalle guerre e dall’oscurantismo religioso. Laschi vive da dentro i fatti della storia, non si limita a raccontare….”. 

Quanto è importante riflettere e imparare.

Luciano Corrado

 

 

 

 

 

Savona dormiva? Svegliata dai ‘giullari’E don Magnano dava la carica. Le flebo di Grillo tra cementificazione e inquinamentoCosa resta oggi dell’informazione alternativa

$
0
0

Ci criticano perchè la prima nostra regola – comandamento è fare informazione della memoria. Convinti che un popolo senza memoria non ha futuro. Rimproverati da destra e da sinistra, da professionisti o meno della politica (quelli tanto avversati in tv da Silvio Berlusconi), da colleghi giornalisti, come da imprenditori ed affaristi. Ripetono che non serve a nulla ed interessa a pochi voltarsi indietro, meglio guardare avanti anche se, a volte, si prendono clamorose facciate proprio per aver dimenticato la lezione del passato.

Per gli abituali detrattori che usano l’arma prediletta della ‘terra bruciata’ e noncuranza, chissà come suoneranno le parole che scriveva don Angelo Magnano, giornalista e all’epoca direttore  de il Letimbro fondato nel 1892: ‘Savona svegliata dai ‘giullari’, la speranza è che i savonesi  non debbano sempre farsi delle flebo di Grillo per interessarsi alla cementificazione della costa e inquinamento da carbone, tengano desta la coscienza critica e civica anche nella quotidianità e se ne ricordino soprattutto al momento del voto”.

Intanto cosa è rimasto di quell’eredità degli ‘Amici di Beppe Grillo di Savona‘. Cosa è rimasto della “trionfale serata che ha visto la partecipazione di oltre 10 mila persone”. Cosa è rimasto del ‘diamo la carica‘ per la Margonara, la centrale a carbone Tirreno Power (vedi altro servizio in questo numero di trucioli.it), la cokeria di Cairo Montenotte, il Santa Corona di Pietra Ligure (dimenticavano la sorte dell’ex cantiere navale Rodriguez, già Gruppo Messina), i porticcioli turistici con i loro mega yacht di lusso (secondo i benedetti promotori e sostenitori avrebbero dato slancio straordinario e di classe al turismo della Riviera con ripercussioni nell’entroterra e nell’indotto). Poi la salvaguardia dell’ambiente, le energie rinnovabili, il problema delle infrastrutture a cominciare da una viabilità soffocata dalle carenze e dalla politica anti-ferrovia a vantaggio dell’industria automotiva, smaltimento rifiuti e differenziata, le polveri sottili anche da traffico urbano e le malattie che provocano.

Cosa è rimasto oggi dei politici, degli amministratori locali, dei Vip del potere. Grillo citava Bertolotto, presidente della Provincia, ora lo si vede perlopiù agli incontri organizzati da Comunione e Liberazione. Federico Berruti, il sindaco commercialista e revisore dei conti del flop nel bilancio comunale, 12 milioni di euro lasciati in eredità. Sul ‘Via’ all’ampliamento da parte della Commissione nazionale, non ebbe indugi a definirlo un “atto di imperio, calato a viva FORZA E ANCORA UNA VOLTA ASSISTIAMO AGLI ATTI DI UN GOVERNO CHE PARLA DI FEDERALISMO E INVECE SI COMPORTA  IN MODO ANTIFEDERALISTA. Un accanimento  contro un territorio che ha già dato molto. ” E lanciava un monito: “Così ci sia spinge verso posizioni sempre più radicali. Trovo incredibile  che il sistema complessivo di enti locali, dai Comuni alla regione, sia stato escluso da una valutazione che è si tecnica, ma che  si è tradotta in un atto politico; l’esclusione del territorio, i cui motivati pareri non sono stati tenuti in conto. Tra Savona e Vado ci sono 80 mila abitanti.. …assistiamo ad un accanimento controproducente che indebolisce chi cerca di governare in modo equilibrato il rapporto tra ambiente e sviluppo. Io sono per l’ambientalismo del fare e non per quello del no. Non posso sottovalutare il problema del carico ambientale su questo territorio. Se all’ambiente contrappongo le forzature come in questo caso ci troveremo tutti costretti a rivedere le nostre posizioni.” Nel 2005, da vice presidente della Provincia, Berruti si era opposto con fermezza all’ipotesi di una centrale e a carbone  da 300 megawatt nell’ambito del pacchetto per il rilancio di Ferrania (alla quale Provincia e Comuni opposero, con la proprietà e il ministro Claudio Scajola la disponibilità per una centrale a metano. Contrari al carbone anche il sindaco di Spotorno Bruno Marengo e di Noli Ambrogio Repetto.

Tornando a Grillo faceva pure il nome di Burlando, ex ministro dei Trasporti, per due mandati presidente della Regione, ma anche ex sindaco di Genova. Ancora Scajola che da ministro benediceva comunque, in sintonia con l’Unione industriali il potenziamento a carbone. Canavese, da dominus all’Ente porto, al senato leghista, a consulente di Gavio mega imprenditore delle autostrade e di infrastrutture in Italia e nel mondo). Luciano Pasquale, da 5-6 presidenze, oltre a cariche minori, a presidente dell’Unione Camere delle Riviere.

Le dichiarazioni post ‘bagno di folla della Grillo memoria‘ erano affidate a Patrick, chi sarà stato mai da non rivelare anche il cognome. Proprio da chi, nell’annuncio del suo verbo (di Grillo) poneva l’importanza di essere informati su cosa sta veramente succedendo sul nostro territorio e di conseguenza puntare ogni sforzo a divulgare una “corretta e completa informazione“. Niente spazio, pare di capire, già allora, per chi sceglie di informare con lo strumento della memoria.

All’epoca, luglio 2007, Nicola Reineri – dal maggio 2010 ebbe un periodo alla segreteria particolare dell’assessorato alla Politiche sociali della Regione Liguria –  scriveva che a Savona  “non vogliono essere etichettati come fans sfegatati di Beppe, non sono un’associazione, non hanno uno statuto e neanche un regolamento, non esistono cariche e ruoli definiti all’interno…il gruppo di attivi – indicati rigorosamente solo per nome di battesimo – in Patrick, Francesco, Stefano, Massimo, Andrea, Barbara ed Antonio“. “ ,….si incontrano una volta in settimana alla Sms Milleluci di Legino senza mai redigere un verbale delle riunioni…E a Savona il gruppo esiste dalla fine del 2005 e nel 2007 contava  200 iscritti. Stefano in occasione dell’ultima festa della mamma ricordava che ai clienti di una cooperativa di consumo di calice Ligure (2500 soci) sono state distribuite gratuitamente 200 borse di stoffa con il logo degli amici di Beppe Grillo di Savona e di altri sponsor….a la borsa o la vita… era lo slogan ad effetto.”

E don Angelo Magnano che con l’avvento del nuovo vescovo è stato chiamato a Vicario generale della Diocesi (con un futuro da primo giornalista ligure con la porpora e di esimia famiglia della storica industria Scarpa & Magnano), invitava ad esercitare “quella virtù evangelica, così trascurata, che va sotto il nome di ‘vigilanza’.

Già cosa è rimasto di quel ‘cane da guardia’, non solo del potere, ma anche di risveglio, di una società portata più a seguire le frivolezze della cronaca nera quotidiana piuttosto che le inchieste giornalistiche – di fatto sparite dal giornalismo savonese -,  sempre pronti ad occuparsi  della sorte di cani e gatti a quattro zampe, piuttosto che raccontare i drammi taciuti e nascosti. Trucioli da mesi, con le povere forze e il totale volontariato, sta seguendo storia e analisi dell’impennata di tentati suicidi, soprattutto di giovani savonesi, in particolare di femmine. Con un incremento, ultimi dati ufficiosi appresi, del 7-8 per cento. Non fanno clamore perchè  prevale quella riservatezza che è dovuta e condivisibile. Resta il rapporto davvero riservato ed invalicabile tra paziente e psichiatra, tra paziente e psicologo. Più suicidi tra giovani, il dramma  (taciuto)non può interessare, sconvolgere solo quando ci si trova alle prese con il caso eclatante come è del resto accaduto per la ragazza di Vado Ligure che si è data fuoco, seguendo l’esempio del padre disperato, anni prima,

Cosa ne è di un’informazione ‘leggera’ che incurante della storia più o meno recente, ignora di fatto l’approfondimento, non lavora alla maturità del cittadino lettore. Un tempo facevano exploit in edicola i settimanali scandalistici del nudo e del crimine noir, tutto di guadagnato se corredato da servizi fotografici per i quali non si badava alla spesa, alla ricompensa. E’ vero, faceva faville anche il settimanale e quotidiano satirico che più satirico non si poteva. Ai nostri tempi viviamo l’informazione che valenti opinionisti (Marco Travaglio, tra i tanti)  definiscono ‘discarica’ di Facebook ‘e che forse non è corretto generalizzare. Non fanno un buon servizio neppure chi maschera il giornalismo con la pratica del ‘copia e incolla‘, delle veline spacciate per comunicati stampa.

Non c’è di fatto distinzione tra un Franco Astengo che si è sempre occupato della storia economica, sindacale e sociale di questa provincia, di riflesso della Liguria, e chi distribuisce lezioni a sbucato da un cavolo.

Un’informazione ed un giornalismo – continua la caduta libera anche in Liguria delle copie vendute in edicola – che non premia la ‘schiena dritta’ alla Mario Molinari, bensì il mestiere ( davvero  quarto potere?) che beneficia di prebende con uffici stampa nel pubblico e nel privato. Purchè non si faccia parte dei battitori liberi. Accadeva e accade con la sinistra e la destra, con gli editori ‘illuminati’ e progressisti, con i più conservatori e settari. Per aspirare a mettere in pratica la tua indipendenza, il bagaglio culturale e di valori portanti di un giornalismo libero, non ingabbiato, non devi professare l’informazione alternativa. E se ti illudevi che il cambiamento arrivava dai ‘giullari’ non ti resta che indossare gli abiti del giullare di turno. Per sopravvivere nella civiltà del capitalismo spinto e della globalizzazione generalista, comunista alla Cinese o ex comunista alla Russia, che non guardano in faccia neppure gli ultimi del Vangelo.

C’è chi, nel nostro piccolo, ricordava don Angelo, continua a provarci, non da ora”. E forse, aggiungiamo, potrà testimoniare la sua perfetta delusione. Combatti e non cambia nulla ? Ti impegni, mettendoci magari di tasca tua, per un’informazione senza padrini, se va bene ricevi pacche sulle spalle e devi guardarti da querele, azioni in sede civile, continue richieste di ‘rimozione di articoli’ per il preteso ‘diritto all’oblio’. Con una curiosità, scrivi e non ricevi smentite dagli interessati, né richiesta di rettifica. Passano gli anni ed ecco: “… la invito a rimuovere…in caso contrario dovrò ricorrere a vie legali…“. Irremovibili si resiste, in attesa delle conseguenze e senza essere eroi.

Luciano Corrado

 

 

Nasino nel cuore, ‘dimentica’ la centenaria:mamma, nonna di 3 nipoti, 4 volte bisnonnaA ottobre 103 anni per Maria Bico (Nucera), in gran forma ed ‘esilio volontario’ a Dubai

$
0
0

A Dubai il cuore di due donne savonesi: Silvana, mamma e nonna di 4 nipoti e Maria Adelaide, mamma, 3 volte nonna e 4 volte bisnonna che da centenaria meriterebbe di non essere dimenticata dal natio Comune di Nasino, anche se risiede a Ceriale. E’ quanto aveva anticipato trucioli.it (vedi……….) con la notizia del ritorno in patria di Andrea Nucera, architetto, imprenditore e finanziare caduto in disgrazia in Italia. Per ora è tornato a Savona – agli arresti domiciliari per un tempo massimo di 6 mesi – grazie ad una trattativa tra i suoi difensori e l’autorità giudiziaria. Ad Abu Dhabi ha lasciato la sorella e la mamma, la terza compagna di vita, Simona Musso, la figlioletta nata negli Emirati e nonna Maria Adelaide Bico, 103 anni il 6 ottobre prossimo.

La più longeva cittadina con natali a Nasino, per quanti hanno ricordi storici, dal 1900 ad oggi.  E forse in assoluto. C’è un aspetto che non conosciamo. Il segreto elisir di longevità di Maria. La sua dieta salutare. I nostri vecchi montanari apprezzavano patate, legumi, castagne, pane con il forno di casa e grano locale, la pasta con farina del mugnaio del paese, il latte delle proprie mucche. E le ultimissime ricerche sui centenari italiani indicano un’alimentazione con il 50% di carboidrati. E meglio non eccedere con la farina doppio zero, insaccati, semmai abbondare anche nei legumi.

Maria Adelaide ancora in forma, buona memoria, lontanissima da medici, specialisti e medicinali, lava i piatti, aiuta la figlia a cucinare ligure, gioisce di avere la famiglia accanto, con l’eccezione del nipote Luca (lo sente al telefono) diploma da geometra, fratello di Andrea e Monica, rimasto a Ceriale e che trucioli, nel 2016, aveva intervistato in esclusiva. Si aggiungano altri tre pro-nipotini: due vivono in Valbormida, figli della seconda compagna e una nipotina in Riviera, figlia della prima moglie, sempre di Andrea Nucera.

Il sindaco Claudio Tessarin

Maria (a Nasino i Bico sono poco meno di una decina e non abbiamo approfondito eventuali parentele) si era trasferita a Ceriale, con residenza, dove abitava, in villa (finita nel fallimento), con l’unica figlia Silvana, donna dinamica e tenace che conduceva una rinomata azienda agricola: Nuova Orchidea Società semplice di Alberto Silvana.

In Valbormida vive la seconda compagna di Andrea, l’avv.Elena Caviglia, madre di due figli G. e D. Portano il cognome di papà Andrea Nucera e, come avevamo accennato, al centro di un durissimo contenzioso legale – coniugale che coinvolge i due ragazzi e tra le ragioni principali a spingere l’imprenditore a ritornare e che non vedevano da 8 anni, dalla fuga e la latitanza a Dubay. In Riviera abita la prima moglie dell’imprenditore, Emanuela Taramasso, famiglia pietrese, una figlia da Andrea.

Maria Adelaide centenaria che ha retto a traversie famigliari ed umane non comuni per una donna semplice, contadina e montanara. E Nasino, contrariamente a buone abitudini ormai consolidate – basta leggere quotidiani cartacei e on line -, non ha finora ‘festeggiato’ la sua centenaria. E’ vero, si trova all’estero. Almeno un mazzo di fiori, gli auguri del sindaco a nome della cittadinanza. Al di là della residenza ufficiale (a Ceriale che forse pochi sanno), è il buon senso a consigliare alla comunità di Nasino, al suo primo cittadino ‘foresto’, Claudio Tessarin, studi al Politecnico di Torino, simpatie leghiste, eletto nella lista Civica ‘Nasino nel Cuore’, a farsi interprete di una diffusa sensibilità e tradizione augurale. Sempre più spesso capita di trovare foto sui media e social con sindaci che si recano ora nelle abitazioni o più spesso nelle residenze protette per la consegna di un ‘omaggio floreale’. In qualche caso si fanno pure vive le Tv.

Forse è pretendere troppo da un piccolo Comune, dove il bilancio fa davvero stringere i denti (altro che l’opulenta Riviera !), di organizzare una trasferta negli Emirati, anche se non si tratta di un incontro calcistico o gita turistica di gruppo. C’è modo per un gesto etico, di riconoscenza, di valori nei confronti della compaesana mamma, nonna, bisnonna, che ha vissuto la Nasino d’altri tempi. Nata durante la prima Grande Guerra, con tanti  nasinesi al fronte e Caduti per la Patria, spesso tra inaudite sofferenze. Poi l’emigrazione post seconda  guerra mondiale verso la riviera di numerosi concittadini, c’è chi ha  fatto fortuna. Chissà quanti ricordi inediti la signora Maria custodisce e nessun scrittore locale ha mai raccolto. Cosa utile per la storia del paese degli ultimi due secoli, da tramandare con la testimonianza di chi c’era.

I sindaci di Nasino e Villanova d’Albenga, con assessori, a tavola sotto la bandiera della Lega Salvini premier

Nasino ricco peraltro di testimonianze preistoriche. Nell”arma di Nasino‘ , un riparo sotto una roccia, è stato trovato abbondante materiale che va dal paleolotico all’età romana e viene conservato nel museo civico di Albenga. Le case del paese, tipiche con i colori dell’architettura mediterranea, raccolte in piccoli gruppi e purtroppo solo in parte recuperate e abitabili. Edifici costruiti con esempio di architettura contadina: copertura in Iose, in pietra a vista, logge nel sottotetto, in particolare in frazione Costa e Vignolo.

Nasino e le sue tradizioni. L’8 settembre  si celebra la festa  della Natività della Madonna o di Curagna. Il santuario, costruito nel XVIII secolo, ha un impianto ottagonale. Un tempo erano rinomati i pascoli di Vernette, tipico paesaggio dall’aspetto alpino. E’ proprio la bellezza della natura, unita a ciò che resta della sua coreografia edificata, che ha spinto il primo turista tedesco ad innamorarsi di ormai povere case; ne acquista per pochi soldi una decina  e comincia a ristrutturarle. Doveva essere il volano che mancava, non è stato proprio così. Il paese ha continuato a spopolarsi, i pastori sono ‘scomparsi’, come la coltivazione dei terrazzamenti, il taglio dei boschi e del fieno, una vita di sudore e di sacrifici, senza molte fortune.

Solo grazie a chi ha continuato presidiare e lottare, Nasino resta una metà da riscoprire, conoscere e valorizzare come merita. Senza i tedeschi da seconda casa e qualche svizzero poteva andare peggio.  Tirarsi su le maniche è davvero un luogo comune caro alla politica che invece, oltre a sbandierare e vincere le elezioni a suon di slogan efficaci alla ‘pancia del popolo’ (prima gli italiani !), dal centro destra in Regione, al governo giallo verde nazionale, dovrebbero finalmente farsi carico di “prima i nostri paesi di montagna per frenare almeno la caduta libera, la desolazione di case vuote ed aree un tempo coltivate e produttive, ridotte a roveti”. Senza acquirenti e senza valore.

Si cominci a finanziare le infrastrutture per far da traino all’iniziativa privata. Si applichi, al di là di contributi, sovvenzioni, una diversa tassazione e diffusi incentivi per chi resta, cercando di sviluppare le attività virtuose e potenziali occasioni di indotto, posti di lavoro. Le priorità non sono sole le spiagge, gallina delle uova d’oro e beneficiarie di ‘aiuti pubblici’ alla voce turismo. Altrimenti si avvererà quanto si legge in uno studio dell’Università di Torino. Tra meno di un secolo il 90 per cento dei paesi in aree montuose, delle Alpi e Prealpi Marittime, liguri in particolare, andranno spegnendosi. Avvolte nel silenzio di tomba, con il campanile, le chiese vuote, il Municipio abolito, a ricordare un’antica civiltà scomparsa. E l’unica inversione, senza interventi radicali e non più rinviabili (Vedi i Pirenei o Alto Adige), può arrivare da presenze di stranieri del ‘terzo mondo’. E’ quanto già accade in alcune località di fondo valle imperiesi e savonesi. Dove, nelle classi, i bambini di ‘casa nostra’ sono in minoranza. Scolari forestieri, diciamo comunemente, in realtà sono quasi tutti nati nei nostri ospedali. Cittadini italiani spesso senza cittadinanza.

UN PASSO INDIETRO NELLA NUCERA STORY – Il rientro in Italia, un’occasione per Nucera, manco a dirlo, utile ai procedimenti giudiziari pendenti. In particolare il mega processo  per il crack milionario (oltre 400 – 500 milioni) della capogruppo Geo SrlNucera che – e lo avevamo anticipato – ha scelto di non farsi interrogare. Ha presentato un dettagliato memoriale in cui risponde, punto per punto, alle contestazioni contenute nei capi di imputazione (una trentina). Nel frattempo sono in corso altri due procedimenti minori ed è probabile scelga  di ‘collaborare’, rispondere alle domande del PM.

Il primo filone del clamoroso ‘affaire’ era stato il processo per il  mega complesso residenziale T 1 di Ceriale, conclusosi a febbraio 2016 con una drastico ridimensionamento delle accuse: assoluzioni da vero e proprio colpo di scena, dai più inatteso. E dire che si trattava del pilastro portante sostenuto dai magistrati inquirenti. La ‘madre’ di tutte le disgrazie, con il tracollo finanziario dell’impero Nucera, la revoca delle linee di credito di 8 banche, la più esposta la Carige di Genova. Nel dicembre dello scorso anno era stato, inoltre, dichiarato nulla il decreto di latitanza (con due richieste internazionali di arresto respinte dal governo di Dubay) per l’imprenditore e la compagna convivente. Nei primi mesi del 2012 non avevano ricevuto la notifica di fine indagini,  preludio alla richiesta di rinvio a giudizio che era puntualmente arrivata.  Già in sede di udienza preliminare, il team di difensori ( Carlo Biondi con il noto penalista  Franco Coppi  e Piero Pomanti)  avevano sostenuto che la scelta di dichiararli latitanti fosse illegittima, perchè formalizzata senza aver svolto indagini approfondite sul luogo di residenza della coppia. Tesi peraltro respinta  dal Gup Maurizio Picozzi che li aveva rinviati a processo.

Il collegio giudicante  ha accolto l’eccezione dei difensori ai quali, questa volta, si era ‘uniformato’ (nullità del decreto di citazione) il pubblico ministero.   giudizio del tribunale 19 imputati, tra essi l’ex patron di Carige, il dominus Giovanni Bernerschi che già trattava, da alto funzionario, con l’imprenditore edile venuto dal Sud e che in Riviera aveva fatto fortuna: Giovanni Nucera, consigliere comunale ad Albenga, eletto nelle elezioni del 1988, il più votato delle lista del PSI (vedi a fondo pagina), per un periodo anche segretario amministrativo provinciale del partito. Lui da migrante con la quinta elementare a solido imprenditore del ponente savonese, il figlio primogenito, Andrea, laurea in architettura e stage all’Università di Cambridge.

Andrea Nucera che in primo grado (e in attesa dell’appello) era stato condannato a 4 mesi di arresto (non reclusione) e 18 mila € di ammenda.  Al geometra Giuseppa Parrinello, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Ceriale, poi trasferitasi a quello di Andora, inflitti  2 mesi di arresto, 10 mila € di ammenda. Il nuovo pubblico ministero Vincenzo Carusi  (l’inchiesta l’aveva iniziata e condotta il dr. Danilo Ceccarelli, col coordinamento del procuratore capo Francantonio Granero), al termine della requisitoria, aveva chiesto per Nucera 16 mesi di arresto e 40 mila di ammenda, la confisca degli immobili  della T 18 mesi per Parrinello. Assolti con formula piena (non aver commesso il fatto), Monica Nucera  (difesa da Alessandro Garassini), sorella e socia dell’imprenditore;  il sindaco di Ceriale Ennio Fazio, lunga militanza al vertici della Coldiretti locale e provinciale, dell’associazione di floricoltori, membro della Camera di Commercio. Assolto Piero Revetria, all’epoca delle contestazioni assessore all’urbanistica, predecessore di Fazio, assessore provinciale, sindaco di Vendone, un passato da presidente della Comunità Montana, un impiego all’Usl (ora Asl).  Assoluzione per un luminare della materia edilizia ed urbanistica, l’avvocato Mauro Vallerga (difeso dal collega Martini), con studio a  Varazze e Genova, consulente di numerosi Comuni della provincia di Savona. Era l’unico imputato per il quale la stessa pubblica accusa aveva chiesto il proscioglimento.

Il Comune di Ceriale si era costituito parte civile, affidando l’incarico all’avvocato penalista Luciano Chiarenza, già consigliere provinciale e segretario della Destra. Nelle conclusioni il legale aveva invocato, con la condanna,  un risarcimento  di 3 milioni 298 mila euro, a favore del Comune, quali oneri di urbanizzazione evasi, oltre a 2 milioni per i danni di immagine e provvisionale di 1 milione. Il giudice di merito ha rimandato ad un giudizio in sede civile, in conseguenza delle due condanne (reati edilizi) a Andrea Nucera e Giuseppa Parrinello.

Il sindaco Fazio che aveva organizzato una manifestazione dal titolo cubitale (Finalmente assolti !), con l’adesione di molti sindaci della provincia, dell’ex ministro Scajola, dell’on. Enrico Nan, era tuttavia rimasto molto contrariato e deluso perchè i colleghi di giunta e di maggioranza non  condivisero la sua proposta di richiesta danni nei confronti di quei magistrati che avevano indagato sulla T 1 e che avevano ricevuto un primo rapporto giudiziario dai vigili urbani di Ceriale e successivamente delegarono le indagini ai carabinieri del Noe di Genova e a consulenti d’ufficio. Per quel ‘castello accusatorio’ il Comune e la comunità ebbe danni ingenti.

I tempo cancella anche le ferite difficili da curare. Non può, almeno finora, aver murato, distrutto, la presenza e la statura morale di una longeva semplice e devota come tutte le nostre nonne. La sorte le ha riservato più di una sorpresa e di un dispiacere. Non è partita con la famiglia alla ricerca di fortuna. Ha lasciato la terra natia per restare unita a ciò che rimaneva dei suoi cari, la figlia, i nipoti. Quando per la prima volta in vita è salita in aereo non era una migrante per necessità, ma per amore, per quel legame profondo e disinteressato che i nostri avi ci hanno tramandato e ai tempi nostri messo a prova di una disintegrazione crescente di famiglie, valori fondanti di solidarietà. Forse, speriamo presto, anche mamma e nonna Maria Adelaide potrà tornare tra le mura di Nasino, essere ‘salutata’ verso l’ultima dimora terrestre che tutti ci accomuna e rende l’estrema giustizia.

Luciano Corrado

NASINO ‘SCONOSCIUTO ‘ BORGO MONTANO, LIGURE E SAVONESE

‘TRA LE LE PIU’ AFFASCINANTI LOCALITA’ DEL NOSTRO ENTROTERRA CON LE 7 BELLEZZE’

Il magnifico gatto di Nasino nel ‘cantico’ di un ammiratore del paese Luigi Giordano vice sindaco di Ceriale

Luigi Giordano, vice sindaco di Ceriale, a furor di votanti (oltre 500), ha postato sulla sua pagina Facebook: “E adesso vi lascio con questo bellissimo gatto di Nasino. Per me, una delle più belle località del nostro entroterra. Parafrasando la Wertmuller vi presento Nasino e le sue sette bellezze”. E Michele Pellegrini, milanese trasferitosi a Loano, sindacalista di OR.S.A Ferrovie,  attivo e candidato non eletto alle comunali in una lista civica, ha condiviso con Giordano: Lo sai che Nasino è uno dei 200 paesi italiani “privilegiati” dove testeranno il 5g?E non è una cosa molto salutare….”

Ancora il vice sindaco, a sua volta milanese emigrato a Ceriale, da cronista postava: “Oggi 17 gennaio 2019 a Nasino si è festeggiato S Antonio abate, come da tradizione nella frazione di Vignolo si è tenuta anche la benedizione dai cani. La ricorrenza è molto sentita in questo bellissimo luogo, il raccoglimento è dovuto perché portato da una natura ancora incontaminata. Un momento particolare dove il genio della natura è particolarmente sentito. Grazie a tutti gli abitanti e al sindaco Claudio Tessarin  – ha studiato al politecnico di Torino ndr – che a queste ricorrenze tiene in modo particolare”. Altro post, Vittoria Rossi: “ Che bello? Hanno fatto la benedizione degli animali..?..”

E PAPA’ GIOVANNI NUCERA SENIOR QUANDO DA CANDIDATO

AD ALBENGA BATTEVA TUTTI NELLE PREFERENZE

In quella tornata elettorale Giovanni Nucera raccolse 487 preferenze superando persino il capolista oggi compianto Danilo Sandigliano, una risultato che fece scalpore, ma anche Mauro Testa, vivente, che era segretario politico della sezione Balletti e poi diventerà sindaco

 

Peagna, ciao orgoglioso Nando! Il contadino che ha seminato virtù e sacrifici.I miei ricordi

$
0
0

Peagna orfana dell’agricoltore che si era ‘ritagliato’ la nomea di ‘Nando dei pomodori cuor di bue’. Produzione in serra non stop e con lungimiranza. Acquirenti locali e mercati del Nord Italia. Nando non c’è più. Ha chiuso gli occhi al S. Corona dopo un breve ricovero. Strappato agli affetti e agli amici. Un destino segnato da quando iniziava ad accusare dolori alla spalla. Visite specialistiche, esami, terapie, giorni di sollievo e momenti di ansia. Preoccupato, ma fiducioso. Lui era una roccia che aveva convissuto con la zappa prima, sudore e sacrifici in sordina poi. Sveglia all’alba e il tira tardi di sera. Notti bianche per le gelate. Figura minuscola e longilinea, da atleta, tradiva un’esistenza d’acciaio, coerenza granitica, pochi compromessi. Sulle orme di quell’uomo forte, di grandi fatiche che era stato papà Riccardo origini a Massimino. Nando ultimogenito: due sorelle, Margherita e Rina che hanno seguito la scuola di vita della mamma Maria. Nando fiero e orgoglioso, sapeva essere di eccezionale compagnia, compagno di viaggio in pullman, come in crociera, a suon di barzellette da crepare dal ridere.

Il giorno della prima Comunione, con il parroco don Pietro Menini ci scusiamo ma il viso era danneggiato e sostituto con una foto più recente): da sinistra a ds Scardicchio (non più in vita), Pietro (Nando) Oggerino, Luciano Corrado e Giuseppe (Peppino) Menini

Nando tra gli ultimi testimoni della nostra infanzia a Peagna, dal dopoguerra. Il paese, come tutta Italia, usciva dall’immane tragedia. Nella frazione di Ceriale si viveva una povertà dignitosa e laboriosa. Gli adulti  quasi tutti impegnati nell’attività agricola, ora da proprietari, ora con terreni in affitto, qualcuno in giornata per conto terzi. Gli  svaghi più praticati erano il gioco delle bocce di domenica e la caccia. I bambini si ritrovavano a giocare a biglie, a volte colorate, sulla piazzetta della chiesa o quella attigua dove c’era l’abbeveratoio per il bestiame dei pastori, quattro famiglie di origine montanare (Valle Arroscia imperiese e Alta Val Tanaro cuneese). La messa festiva, i vespri domenicali, la cantoria senza maestri di musica, le feste comandate rappresentavano il momento di unione e ritrovo religioso della comunità. Due o tre volte all’anno le feste pagane, con il ballo, allora a corda e a cartelle, ovvero si pagava per scendere in pista.

Nando Oggerino tra i primi chierichetti di Peagna  e già priore della Confraternita San Giovanni

L’esordio degli anni ’50 ha visto, a Peagna, la più numerosa presenza scolastica post bellica. Cinque classi prima nella stanza di una vecchia casa in cima al paese, poi il nuovo edificio che  oggi ospita il museo Lai. E’ in quel periodo, come documenta una foto, che si formeranno uomini e donne, mamme e papà che ora appartengono alla terza età. E’ in quelle radici, ancora capaci di far crescere valori, sentimenti, tradizioni, che Nando Oggerino, classe 1945,  tra i primi in classe per intelligenza e profitto scolastico, ha saputo creare profitto, insegnamento, ha raggiunto risultati e traguardi

Scuole elementari di Peagna nel 1954 prima che fosse inaugurato il nuovo edificio scolastico: la maestra Virginia Gerosa, Teresina Pizzo,  Lorenzina Dani, Rinuccia Oggerino. Giuliana Pizzo, Giannina, Gianni Bottero (di Ormea, figlio di pastori), Lico Domenico. Sotto: Luciano Corrado, Giuseppe Menini, Carlo Enrico, Gianni Costa, Giulio Valgiraldo. Nano Oggerino, Severino Pizzo

che un tempo venivano definiti “all’onore del mondo”. Non solo agiatezza economica. Con Nando ed altri coetanei abbiamo conosciuto storie di vita e di civiltà contadina, etica e cultura popolare, ormai rilegate a ricordi lontani e nulla più. Lui che si onorava di aver prestato servizio militare negli alpini, congedandosi con il grado di sergente. E proprio i commilitoni gli hanno reso il tributo e la preghiera dell’Alpino.

A Peagna anni ’50. Non in tutte le case c’era la luce, l’acqua corrente, i servizi, anzi era un’eccezione per pochi. Nelle festività solenni (Natale, Pasqua, San Giovanni Battista patrono e  Corpus Domini) il profumo dei forni a legna. Non solo il pane  casalingo, le torte di verdure, le torte dolci, i ravioli al sugo dui coniglio nostrano. Tutti possedevano un pallio e allevavano i conigli fabbisogno famigliare, dopo le piogge si raccoglievano  lumache. Il latte era quello munto ogni sera e mattina dai pastori della transumanza.

A Natale per tradizione  i bambini si recavano in ogni famiglia per recitare la poesia, ricevere un premio in denaro o piccole golosità. La ‘festa comandata’  rispettata pressoché da tutti, con l’eccezione dei pastori che se non pioveva a diritto, dovevano accompagnare i greggi al pascolo. Tra gli svaghi che con Nando abbiamo condiviso, il falò in strada nella ricorrenza di San Giovanni Battista, nella stagione venatoria i cacciatori perlopiù genovesi. E a ricompensa di ‘raccoglitori’ di volatili uccisi, le capsule di cartucce vuote, ricaricate ed utilizzate dai genitori che praticavano la caccia. Con l’approssimarsi della Pasqua si andava nei campi a raccogliere ‘purasse’, acquistate da ambulanti che venivano da fuori ed utilizzate per decori.  Non c’erano molte altre possibilità di svago quotidiano: abituale il nascondino per maschietti e femminucce. Tra i ragazzi ‘tirarsi’ le pietre per gioco.

Non era un’eccezione, con il calar delle tenebre, ascoltare i latrati delle volpi (frequenti le incursioni nei pollai), i pipistrelli erano di casa, le rondini  un appuntamento fisso, in autunno con il pettirosso in gabbia per fare preda ed il bottino utilizzato in cucina dalle mamme. Accadeva anche con le trappoline di vischio nei piccoli ruscelli o le reti. C’era il periodo in cui si dava la caccia ai nidi sugli alberi. Non era un passatempo, era un aiuto alle provviste di pranzo e cena. Le famiglie più fortunate avevano in casa il frantoio dell’olio (quattro, uno proprio degli Oggerino), mentre i torchi per pigiare l’uova erano  una decina. In piazza della chiesa un’unica fontana d’acqua potabile dove tutti si rifornivano con i secchi.

Fai un click per ampliare la lettura

Nando che poteva fare confronti tra la Peagna povera di un tempo, unita nella semplicità e nella tradizione (dialetto incluso), e il Paese del terzo secolo dove i ‘foresti’ sono in netta maggioranza, la coesione sociale tra vecchi paesani si è affievolita. Oggi si fa comunità con il  volontariato nelle sagre.  Non si è mai rinsaldato il rapporto tra chi è nato e cresciuto in paese e chi è ‘emigrato’ in pianura. Le nuove generazioni sempre più distaccate ed estranee alle origini dei loro avi. Un’involuzione sociale tutt’altro che condivisibile, giustificabile.

Nando è sempre stato tra le figure più attive della ‘vecchia Peagna’. Un periodo da ‘priore’ (presidente) nell’antica Confraternita di San Giovanni, sempre disponibile a tirasi su le maniche davanti alle stufe in occasione degli appuntamenti gastronomici nelle opere parrocchiali di Capriolo. Ha dato il buon esempio, mettendo in pratica quella collaborazione – collante in una società  sempre più attratta dall’apparire e dall’effimero. Non è la partecipazione al funerale di un amico che fa la differenza in una società che non dimentica le sue origini, chi eravamo.

Le condoglianze degli amici alla vedova, alla figlia, alla sorella e ai famigliari

Nando che da chierichetto accompagnava il parroco nelle casa degli infermi per la somministrazione degli oli santi, si aiutava in chiesa a preparare i festoni e gli ornamenti, le infiorate,m per la Santa Pasqua o lungo le strade in occasione del Corpus Domini.  Non c’erano cellulari, un solo telefono pubblico, un apparecchio Tv in canonica, in casa si ascoltava la radio, il primo parroco con il quale  ci siamo preparati alla Comunione (vedi foto) e poi alla Cresima (mons. Raffaele De Giuli) è stato don Pietro Menini, pegnaolo, seguito per un breve periodo da don Bellocchio, quindi per oltre 60 anni da monsignor Fiorenzo Gerini che  trascorre la terza vecchiaia nella ex Presentazione di Loano (Mons Pagliani) , in attesa di trovare posto nella ‘casa del sacerdote’ di Albenga.

Con Nando abbiamo visto  in paese la prima Vespa, poi una Lambretta, la prima Balilla, la Lancia, fino alla prima Spider Innocenti. Ma anche l’esordio assoluto delle biciclette che erano pur sempre un piccolo lusso rispetto ai carri trainati da muli, asini, buoi,  cavallo (assai raro). Bue molto utilizzato per arare i campi. Le olive all’epoca principale fonte di reddito, i frutteti, le prime serre con primizie, il vino prodotto solo per consumo famigliare. Con Nando  la prima famiglia di immigrati, dall’Abruzzo, poi una seconda dalla Sicilia.  Con Nando il ricordo di rari mendicanti (diverso il discorso dei zingari – e di cui si nutriva timore per via di ataviche superstizioni e maledizioni – che venivano consigliati a raggiungere l’ultima casa in cima al paese abitata da pastori di Mendatica. Un piatto di pasta o di minestrone che il viandante consumava fuori dalla porta e di notte dormiva, in un giaciglio, nella stalla, tra il fieno. Si trattava quasi sempre di ‘poveri’ che arrivavano dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia, in prevalenza uomini. C’è chi tornava con una certa cadenza e famigliarizzava quel tanto da non considerarlo ‘pericoloso’. La porta di casa veniva chiusa a chiave soltanto quando ci si assentava per una giornata intera o per raggiungere i campi, i furti ogni morte di papa e solo di prodotti rurali.

L’abbraccio di Delina Costa decana delle donne di Peagna alla vedova di Nando

E’ un inesauribile capitolo quello Nando poteva raccontare, testimoniare, a futura memoria. Elencare anche chi, tra la nostra leva, gli anni d’infanzia e gioventù, se ne è già andato. Il primo era stato Severino Pizzo, tra lo strazio di inaudite sofferenze, fino alla cecità per un tumore cerebrale; poi il fratello minore Ivano, quindi la sorella maggiore Caterina. Sono in vita Teresina e Giuliana. Se ne è andato Giampiero Rosso che aveva raggiunto il traguardo di direttore di banca. Ci ha lasciato Carlo Enrico che aveva  creato un’avviata azienda agricola. Da ultimo era toccato a Nico Merlino stroncato da infarto mentre si trovava in strada a Ceriale.

E’ forse l’unica occasione, quella del funerale, per ritrovare la ‘vecchia Peagna’ che sta scomparendo. Una comunità che purtroppo solo don Gerini era riuscito, un paio di volte, a riunire, tutti insieme, al ristorante. Restano le immagini di quei giorni, album dei ricordi. Resta l’eredità morale ed umana di chi ha vissuto la ‘comunità di Peagna umile e contadina’ dal suo interno, la pietra miliare della famiglia unita. Il benessere non era di casa, si viveva e ci si accontentava di poco, scarpe nuove a Pasqua, a Ceriale si andava per la spesa e festeggiare San Rocco con i primi fuochi artificiali. O per il medico di famiglia (Bertin Merlo e Tagliasacchi) che raggiungeva il paese a piedi come la maestra Virginia Gerosa che arriva con la Sati o in treno a Ceriale e poi mezz’oretta a piedi fino a Peagna. Mai un’assenza. Con il parroco era un punto di riferimento. La foto di gruppo è ciò che resta di quella stagione. La visita al camposanto invece racchiude gli ultimi due secoli di storia. Chi c’era e chi ricorda, chi ha conosciuto.

E un giorno non lontano, Nando, con quelli della leva e della scuola, non potrà più ricevere la gratitudine, la memoria di un caro ed affettuoso sodalizio. Il destino di chi ha meritato e lascia spazio al silenzio dell’infinito, dell’ al di là. Ieri come oggi lontano dai riflettori. Con gli affetti che il tempo inesorabilmente trascina nel ‘buco nero’ dell’universo umano. (Luciano Corrado)

Oltre dieci anni sono trascorsi dalla festa dei peagnoli in onore del loro parroco don Fiorenzo Gerini al ristorante La Cucina povera di località Murasgne, nella foto Nando con le sorelle Margherita e Rinetta, la moglie Marinagela

 

 

Noli: “Sei uno spergiuro, vergognati”L’ex sindaco Gambetta a Pino Niccoli6 mila mc. di cemento alle Manie (ex cava)

$
0
0

Uno scontro verbale in strada, con tanto di testimoni, tra il sindaco uscente Pino Niccolì che ha rinunciato ad un possibile terzo mandato e il tre volte sindaco Carlo Gambetta, con la figlia Marina candidata sindaco in uno schieramento che negli ultimi giorni ha riempito le ultime due caselle: Clotilde Stettini, insegnante in pensione e Iacopo Paggi, universitario, figlio di Mario Lorenzo Paggi, ex presidente dell’Azienda di Soggiorno e della Fondazione Culturale Sant’Antonio, un’esperienza di candidato sindaco ai tempi del glorioso Pci. Un confronto breve e durissimo che di primo acchito farebbe pensare a querele.  Ma ancora una volta il ‘comandante’ non perdona quando ci sono in ballo interessi privati in potenziale contrasto con quelli della comunità. Nell’ultimo consiglio comunale, lunedì 8 aprile,  è stata approvata, con il voto favorevole favorevole di tutta la maggioranza, una variante che consente la costruzione di 6 mila mc., in un’area ‘vergine’. L’ex cava sotto il campo sportivo, alle Manie di Noli. 1) Leggi n. 36 del 15 maggio 2014 di trucioli: L’opinione. Voto a Noli personaggi e interpreti. L’impegno morale di Niccoli con 1704 visualizzazioni.

Il sindaco dr. Pino Niccoli e Alessandro Fiorito vice sindaco, esercente balneare, e candidato nella lista civica di centro destra

La proposta di insediamento, accolta dalla maggioranza di centro destra che si ripresenterà candidando sindaco l’attuale vice  Alessandro Fiorito, ma anche l’ex candidato sindaco arch. Giovanni Mainia,  già presidente regionale di Italia Nostra (come Carlo Gambetta collabora a trucioli.it), è redatta dall’arch. Valter Cattaneo con studio a Pietra Ligure. Si tratta dell’ex area di proprietà Orsini e affidata all’agente immobiliare Luca Nunzio di Noli. Un’operazione che, si direbbe, viene da lontano e che per anni ha ricevuto soltanto dinieghi o temporeggiamenti.

Carlo Gambetta che di edilizia si è fatto una cultura come sindaco e da semplice cittadino, patteggiò il suo sostegno a Niccoli sindaco (che vinse per 7 voti) con la sottoscrizione di 5 impegni. Tra questi, papale papale, il diniego assoluto a concedere volumi residenziale proprio nelle proprietà Orsini che in origine erano molto più estese in tutte le Manie. Il ‘progetto edilizio’ vede tra l’altro un tecnico della caratura di Cattaneo che lo si trova anche nella mega operazione immobiliare di Liguria 17 e nel primo progetto di vendita  dei garage di Via Belvedere. Del resto un libero professionista non ha alcun obbligo o dovere, se non rispettare la legge. Che nel caso del nuovo insediamento con il semaforo verde dato nell’ultimo consiglio comunale non fa una piega. Si può discutere sull’opportunità di nuovo cemento non come valorizzazione dell’esistente.

Quello che Gambetta privato cittadino non ha condiviso, anzi lo ritiene una affronto (da spergiuro), è il fatto che il sindaco aveva sottoscritto un patto tra ‘galantuomini’ di reciproco impegno. Io sindaco…..io Gambetta.…. E’ vero si tratta pur sempre di un impegno morale, non ha manco a dirlo alcun valore giuridico.  Quanto basta, comunque, perchè Gambetta si sia sentito tradito. Da qui la decisione di affrontare quello che è ormai un rivale, a muso duro, in strada, ad alta voce: “….sei uno spergiuro…..vergognati….”. Non siamo in grado di riferire  cosa abbia risposto Niccoli e comunque nessuna difficoltà a dare atto della sua risposta. Anche perchè è difficile non immaginare che l’avvallo alla variante del Puc metta in difficoltà proprio il galantuomo Maina che ha sempre fatto del tutela e della valorizzazione del territorio un cavallo di battaglia. Una pietra miliare, forse persino troppo ambientalista e si sa non sono sempre tra le simpatie di comunità, di chi ha legittimi interessi o aspirazioni vedersi ‘baciare dalla fortuna’ questa o quell’area. E Maina la volta scorsa non riuscì neppure ad entrare all’opposizione.  Che questa volta l’operazione ex ing. Orsini (erano proprietari anche della cava Mazzeno e terreni nella Landassa) porti maggiore fortuna è ancora da dimostrare. Una cava con un passato al centro di molte contestazioni, polemiche, con ripascimenti di materiale sulla spiaggia dei Nirvana e della quale gli Orsini erano proprietari.

Leggi da trucioli, oltre 1600 ‘letture’: I 19 ‘comandamenti’ di Maina sindaco.

Il 1° aprile postato su Facebook il logo di Lucio Fossati sindaco, non è uno scherzo. Potrebbe coalizzarsi con Fiorito, con buone probabilità di successo

Non è comunque la stagione di riproporre guerre passate. Ora la comunità è chiamata con il libero voto ad esprimersi sugli anni del governo Niccoli e  del suo giovane e mite Fiorito che forse chiunque sindaco lo vorrebbe al suo fianco, persona a modo, moderato, mai con l’ascia di guerra. Per oltre tre anni, in tandem con Niccoli, hanno condiviso tutte le delibere della giunta comunale, due su tre. Il terzo (in rosa) assente. Intanto appare sempre più probabile una lotta all’ultimo voto tra lo schieramenti di Marina Gambetta e quello di Lucio Fossati, l’uomo del centro sinistra. Alcune sere fa ha incontrato i commercianti nolesi con la collega consigliere comunale uscente  Debora Manzino e l’ex assessore Peluffo. In  palese difficoltà – non si conoscono ancora i nomi dei candidati, a parte tre o quattro, – la lista Fiorito sindaco che ha pure visto la defezione rispetto alle previsioni del geom. Marino Pastorino in campo con un proprio gruppo che, a suo dire, può contare su almeno 300 voti. Falliti, inoltre, i tentativi di aggregare le forze di Niccoli con quelle dell’ex sindaco Repetto per arginare o meglio neutralizzare l’ormai più che probabile vittoria di Marina Gambetta. Con la sua squadra del rinnovamento. (l.c.)

Turismo e montagna al convegno di Loanopoche briciole e almeno c’è chi incita:Aiutiamo i piccoli produttori dell’entroterrae si parli più di dieta ligure come trainante

$
0
0

Il presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri, giovane avvocato genovese, sindaco a Calizzano, afferma che “di convegni ne ha seguito parecchi, a Loano ho ascoltato le cose più interessanti ed i suggerimenti più concreti”. E’ fiducioso nel “rilancio turistico alberghiero di Calizzano e non ha elementi per intervenire su altre realtà dell’entroterra. Olivieri risponde a domande del vecchio cronista che, dal giugno 1967, di convegni, tavole rotonde, dibattiti, relazioni di esperti, addetti ai lavori, confronti, studi, statistiche, previsioni, né ha seguiti poco più di un migliaio. C’è chi ieri come oggi invita a ‘tirarsi su le maniche’, ‘è giunto il momento di fare sistema e squadra’,  ‘collaborare uniti’, ‘non cavalcare il pessimismo di maniera’. E soprattutto non è vero che ‘tutto è perduto’ quanto a possibilità di risveglio turistico complessivo. C’è chi si impegna, nonostante mille difficoltà, come il dr. Carlo Scrivano, testimone dei tempi e del turismo ligure, e ora sull’onda del Progetto Donne e Futuro con l’avv. Cristina Rossello, eletta in Parlamento, savonese Doc e di successo professionale.

Lavv. Pietro Paolo Giampellegrini, un intervento appassionato e a tutto campo e che ha anche affrontato il tema entroterra e piccoli produttori

C’è la voce autorevole e forse la più appassionata tra quelle ascoltate al convegno di Loano, dell’avv. Pietro Paolo Giampellegrini, segretario generale della Regione Liguria e Commissario Straordinario  a tempo di in Liguria, Agenzia regionale di promozione turistica, un team di 15 persone motivate, professionali, cariche di entusiasmo che “lavorano per la Liguria”.

Intanto bisogna dare atto che con palpabile ostinazione verbale, Giampellegrini è stato l’unico ad affrontare, seppure con i pochi minuti a disposizione degli interventi – testimonianza, il problema irrisolto, che si  aggrava anno dopo anno, di un entroterra  ponentino stremato. Dove neppure la natura da sconti (vedi il dissesto idrogeologico, causato anche  dal bosco e dalla terra abbandonati).

L’entroterra che tutti magnificano a parole, propositi, enunciazioni, terapie. Ma in costante e devastante declino. Di pari passo con un generale spopolamento e poche eccezioni (e non parliamo delle località prossime alla costa che beneficiano dell’edilizia  di ripiego, in parte di nicchia). Parliamo dei paesi di collina e  di montagna ligure, con rarissime eccezioni. Non è neppure il caso di dare un’occhiata al reddito denunciato, alle statistiche che magari non fanno testo, al di là dei pensionati e dipendenti, e qualche piccolo lavoro di ripiego. Parliamo dello stato di salute immobiliare. Case sempre più vuote, costante degrado. Hanno più che raddoppiato rispetto a quelle abitate.  E senza mercato. Anche la montagna ligure aveva vissuto una ‘stagione’ di sviluppo da ‘seconde case’.

La mamma del turismo balneare si era ripercossa pure nelle “vacanze invernali’ della terza età; domeniche  e festività di folla per la visita ai parenti.  Oggi sono rimasti, con il bel tempo, i fine settimana affollati, da ingorghi autostradali garantiti, quasi sparito il cliente alberghiero in bassa stagione: autunno, inverno, primavera. Neppure le ‘seconde case’ gioiscono per affitti da ‘mesi morti’.

Lintervento di Josep Ejarque, seduto il commissario straordinario di in Liguria, avv. Giampelligrini ed il prof. Carmignani chirurgo del Gruppo san Donato di Milano

Non parlerei di turismo degli anziani – ha chiosato l’avv. Giampellegriniperchè a 65 anni siamo ancora nel pieno delle forze, esiste invece l’espansione del turismo tematico, che definisco egoista.  Sta scomparendo il turismo emozionale e generalista. E’ in questo quadro  che dobbiamo valorizzare e vendere ciò che distingue la Liguria e fa la differenza. Una regione che  nonostante la tragedia del Ponte Morandi, quando prevaleva il pessimismo, il turismo si è fermato i primi 15 giorni. ….I nostri clienti  dobbiamo andarceli a cercare e convincere che la Liguria è un’altra cosa e ne vale la pena sceglierla per le vacanze. Anche se non abbiamo ancora un marchio ben definito ed è una follia. Nelle strategie non si può sempre improvvisare, non esistono le mie o le tue opinioni, ma dati di fatto  che bisogna prima di tutto conoscere e far conoscere. Per essere efficaci, efficienti, autorevoli. Da qui l’importanza  della strategia politica di fare sistema, tenendo conto che in tutta Europa il turismo è di competenza delle Regioni”

Giampellegrini è convinto l’agenzia ‘in Liguria’ opera con impegno, ma “non lo sa quasi nessuno che esistiamo“. Poi una confidenza non casuale: “Dovevo avere un ruolo provvisorio, da commissario, per la riorganizzazione e invece sono ancora li. Come condizione ho chiesto alla giunta regionale di aumentare il budget di promozione e marketing territoriale. Ho imposto ed ottenuto di partire dal basso, ovvero dalle istanze dei Comuni, Pro Loco, associazioni di categoria. Ebbene  in barba a chi credeva che la Liguria, dopo la tragedia del ponte, fosse tagliata fuori, deve ricredersi. Abbiamo battuto a tappeto tutte le fiere del turismo, in Italia e all’estero. Pochi sanno che la Svizzera è la terza nella graduatoria  del turismo in Italia. Eravamo presenti alla Fiera di Zurigo dove il 50% degli abitanti non possiede l’auto perchè ha la comodità dei mezzi pubblici….e a Singapore i turisti posso già servirsi di taxi senza autisti. Non sono particolari da trascurare per guardarci attorno, a cominciare dalla Liguria, dalle infrastrutture ferroviarie e stradali del ponente”

Come competere ? Giampellegrini insiste nelle ‘nicchie’: “Pochissimi sanno che siamo la prima regione in Italia per intensità di opere d’arte. Da qui l’idea di organizzare la caccia ‘ tesore  dell’arte’, con tre appuntamenti a Genova e uno a sanremo. Genova è la prima città in Italia  per botteghe storiche e bisogna farlo sapere.”

E poi il tema che cui vede battitori liberi da decenni, fino ad annoiare. Giampellegrini: “Se non aiutiamo i piccoli produttori  dell’entroterra  e che non hanno nessuna sostenibilità economica questi operatori che presidiano il territorio ‘povero’ sono senza futuro. Sono dell’idea che occorra iniziare  a parlare pure di ‘dieta ligure’ come ulteriore ruolo trainante, in sintonia con i piccoli ed eroici produttori, una quarantina, ed è giunto il momento di aiutarli a crescere.

Alle estrremità delle foto Massimiliano Cossu e Alessandro Sciarrone che hanno portato esperienze e testimonianze in campo turistico, promozionale e marketing

L’ESEMPIO ORIGINALE DEL TURISMO IN SARDEGNA –  Massimiliano Cossu,  nuorese quarantenne che ha fondato Portale Sardegna Spa, nel 2001, ricopre il ruolo di Amministratore Delegato e CFO. “Il primo ufficio in una stanza a Milano, lasciata libera da mia sorella, oggi siamo un’azienda  con oltre 40 collaboratori”.  Nel 1997, Cossu si era laureato in Economia delle Istituzione e dei Mercati Finanziari alla Bocconi.  Dopo le prime esperienze come analista finanziario e trader in Cariplo, Credite Agricole e Caboto, ha ricoperto diversi incarichi di responsabilità come business  manager (MPS), product manager (SCM Sim),asset manager (Alma Laghi SA), oltre che come coordinatore della rete dei promotori finanziari product developer all’interno del Gruppo Generali.

In Sardegna Cossù ha puntato  sul turismo di stagionalità diversa da quella balneare. Dopo che tutti i tentativi di allungare la stagione estiva sono falliti e si è pure perso quote di mercato. Cossu: “Intanto il primo comandamento che posso consigliare è fare aggregazione. Non serve il singolo operatore, la singola città. Bisogna sapere valorizzare turisticamente un intero territorio, non a spezzatini. Noi abbiamo iniziato  con il ‘prodotto’, esempio vivere da turista una giornata da pastori, esperienze varie nell’enogastronomia, allargando il sistema di ricettività , imparando a cucinare in sardo, persino imparare la nostra lingua dialettale, offrendo comunque  un’opportunità di vacanza a basso costo. Ho già trovato quattro sindaci che aderiscono al progetto – molto sono le opportunità che ha indicato e tutte in simbiosi con la tradizione sarda ndr – e ai turisti che partecipano a questo tipo di vacanza viene consegnata dal sindaco la cittadinanza onoraria con una cerimonia suggestiva. Vogliamo  portare avanti un educational tra turisti che vivono in comunità, che beneficiano  di una catena  di opportunità convenzionate  e all’insegna della competenza”. (l.cor.)


Il turismo della salute al convegno di LoanoIrrompe la figura del ‘facilitatore’ sanitario mentre la politica ha devastato Santa Corona e San Paolo, l’eredità di Spotorno e Mantero

$
0
0

Il turismo della salute in Liguria ?  Ad Abu Dhabi la Fiera International Travel Week World Medical Tourism Summit era un’occasione importante di nicchia per farsi conoscere nel mondo, promuovere la Liguria nel mercato della ‘salute in vacanza’. Il prof. Luca Carmignani, responsabile dell’U.O. di Urologia all’IRCCS Policlinico San Donato, tra i testimonial al convegno Silver Economy  di Loano, ha illustrato un concetto innovativo attraverso il “Turismo sanitario, una sfida per il futuro”. Con una novità: “Ho una buona notizia da darvi. La Liguria è un’eccellenza in campo sanitario e di convalescenza perchè ha strutture adeguate. E’ necessario farle conoscere. Il gruppo San Donato – San Raffaele attrae turismo medicale da ogni dove e che ha portato alla nascita di molte attività ricettive e un florido indotto”.

ULTIMA ORA DA CLIMA ELETTORALE RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Pietra Ligure, 2 milioni di euro per il Santa Corona. Foscolo: “Grande attenzione per la struttura, da tutelare e potenziare
Pietra Ligure, 18 apr – “Esprimo soddisfazione. Questa bella notizia conferma la grande attenzione da parte della Regione nei confronti del nostro presidio sanitario, un’attenzione che si concretizza passando dalle parole ai fatti. Siamo orgogliosi del nostro Ospedale Santa Corona, risorsa insostituibile per Pietra Ligure e per tutto il comprensorio: da parte nostra, massimo impegno  affinché venga tutelato e potenziato”. Lo dichiara l’on. Sara Foscolo, deputata ligure della Lega, candidata sindaco a Pietra Ligure.
———————————————————————————————————————————-

Una proposta in buona fede, ma carente di memoria storica e che suona come una beffa in una provincia che di autentiche e riconosciute eccellenze ne aveva almeno tre: ortopedia del ‘mago dell’anca’ (prof. Lorenzo Spotorno), chirurgia della mano (prof. Renzo Mantero), dermatologia (prof. Luigi Bruni). Restano i ricordi di chi può testimoniare, la rassegna stampa nazionale ed internazionale.

Un ‘turismo ospedaliero’ iniziato dagli anni ’70, fino agli anni ’90. Il  Santa Corona di Pietra Ligure era l’ospedale più affermato in Liguria per diverse specialità. Eccelleva su tutte dell’ortopedia (fino a 3 mila pazienti in lista d’attesa, da ogni latitudine), con la protesi all’anca del prof. Spotorno, inventore e disegnatore di protesi con soluzioni innovative e moderne, tuttora utilizzate in mezzo pianeta, protagonista di eventi scientifici internazionali, capace di creare una scuola ortopedica conosciuta ed apprezzata nel mondo: India,  Cina, Giappone, Brasile, Germania, Inghilterra, Austria, Francia,  Belgio, Olanda, Canada, persino dal Su Africa. Solo per citare alcuni paesi da dove arrivavano, al Santa Corona, specializzandi per ‘imparare le nuove tecniche”, mettere a frutto la ‘scuola dell’equipe Spotorno‘. Una catena virtuosa per 11 mesi l’anno, escluso agosto, che dava lavoro agli hotel, 4 stelle in particolare, ai ristoranti più rinomati, persino tassisti e autonoleggio. Un segmento ‘produttivo’  che coinvolgeva la Casa di Cura San Michele dove Spotorno operava solo pazienti privati ed era attiva la riabilitazione in regime di convenzione.

Il prof. Lorenzo Spotorno, a dieci anni dalla sua scomparsa, ricordato soltanto con una foto e una riga daL sito della Fondazione Spotorno e neppure dalla Fondazione Sciutto che era stata la sua creatura. nessun manifesto funebre o cerimonia da anniversario. Proprio vero che la riconoscenza non è di questa società corrotta anche nei valori

Il 15 febbraio scorso il decimo anniversario della scomparsa del chirurgo savonese (è stato anche vice presidente del consiglio regionale eletto nel Psi) nel silenzio assoluto, ricordato dal sito on line della Fondazione Spotorno onlus con una fotografia che lo ritrae attento e rilassato, anni ‘felici’. Neppure un manifesto funebre che solitamente onora le persone care e benemerite. Non un cenno dalla Fondazione Livio Sciutto, sede legale  al S. Corona, e operativa  al Campus Universitario di Savona.  Eppure è grazie all’eredità professionale di Spotorno se oggi diversi suoi ‘discepoli’ raccolgono i frutti. La riconoscenza umana non è di questa terra !? Almeno sia l’ospedale pietrese a farsene carico ammesso che interessi a qualcuno.

Ben ternato ‘turismo sanitario come sfida del futuro’, sarebbe però un pessimo servizio dimenticare il disastro che si è abbattuto sul Santa Corona e sul San Paolo in tema di eccellenze ed oltre. E’ persino difficile, per un vecchio cronista, trovare un medico ospedaliero (e non) che non ammetta: “Ormai la rotta pare chiara, si va verso lo smantellamento del pubblico per affidare  all’industria privata del business la sanità. Sono troppi e tanti i segnali che proprio dall’interno, più che dall’esterno, portano a queste sciagurate e sconsolate conclusioni.” Oppure, per chi tifa in senso opposto, sarà un’ottima panacea che farà risparmiare quattrini e renderà migliori ed efficienti i servizi ospedalieri a gestione privatistica. Non è un caso se il giornale on line più diffuso e ‘pancista’ può annoverare tra i suoi clienti pubblicitari società d’affari interessate agli ambulatori, agli appalti ospedalieri. Nulla da dire è il libero mercato che comanda che cerca di ‘farsi amici’ e le pagine pubblicitarie sui media locali sono sempre da clienti abituali. E quale editore rinuncerebbe. L’obiettivo non è neppure nascosto per chi ha una certa dimestichezza.

Resta in tutta evidenza e squallore la devastazione della sanità ospedaliera, almeno nel ponente ligure. Era  iniziata con il centro sinistra, è proseguita con il centro destra.E un aspetto mostruoso taciuto è che ad ogni alternarsi di governo regionale si ascolta le arringhe accusatorie contro chi in precedenza aveva amministrato la sanità. Sarebbe interessante riproporre una carrellata di interventi, quasi sempre di una durezza inaudita. Che va dall’incapacità fino al portafogli.

Forse solo oggi, in parte, se ne intuiscono le radicate trame. Sono i numeri, elementi oggettivi a confermare. Poco o nulla sono valsi articoli stampa, prese di posizione, petizioni. Si fa sempre più affidamento, ormai pare evidente, nella smemoratezza dei cittadini. Con certa informazione mediatica che predilige ‘copia e incolla’, comunicati; tizio dice, l’altro risponde. Nessuna vera battaglia dalla parte dei più deboli, di chi non naviga in bilanci famigliari floridi. Deve ricorrere alle attese perchè non può permettersi di pagare specialisti ed ambulatori privati. I camici bianchi che al mattino entrano in camera operatoria o nei reparti, non è difficile incontrarli magari fino a tardi negli studi medici.La categoria degli intoccabili fa proseliti.

L’ortopedia ponentina è finita in gran parte negli affari di strutture private convenzionate del milanese, e del Basso Piemonte. E in queste strutture si incontrano pazienti liguri come pazienti della Sicilia, della Puglia, della Calabria. Da tempo le liste d’attesa sono un incentivo occulto a smobilitare, a dare un segnale chiaro a chi  aveva abbozzato una qualche resistenza. Non c’è soltanto la manina della politica, capita che ad assecondare siano pure dei primari attenti  alla ‘voce del padrone’. Nulla di nuovo per chi ha letto qualche inchiesta pubblicata da L’Espresso.

Si è operato attraverso scelte (o non scelte) della politica di volta in volta al potere, con il braccio armato dei direttori generali (e della loro corte) che non hanno mai lasciato in clamoroso dissenso per la devastazione del Santa Corona, del San Paolo, dell’ospedale di Albenga di di Cairo Montenotte.  Recentissimo la vergognosa ‘condanna’ (declassamento da struttura complessa a semplice) inflitta al reparto  di Gastroenterologia del dr. Massimo Conio all’ospedale di Sanremo reo di ‘altissima professionalità’ in campo nazionale ed internazionale. Si dice, in questo caso, a vantaggio del nosocomio di Pietra Ligure, Dea di II livello nel ponente ligure.

La nostra salute affidata a uomini di partito, alla spartizione correntizia, piuttosto che alle competenze. Un malcostume radicato (a ben poco servono il susseguirsi di scandali dal Nord al Sud e che confermano, ce ne fosse bisogno, che nella sanità pubblica la classe dirigente regionale spesso è peggiore di quella nazionale. E ben poco è servita la radicalizzazione catalizzatrice del voto di protesta  a favore del M5S e in parte della Lega di Salvini più sensibile al tema migranti e alle città invase da sbandati irregolari che al modello sanitario della giustizia sociale, del diritto alla salute anche per le classi più umili.

Ben venga il ‘turismo sanitario’, ma per decenza si pubblichi un libro bianco sui protagonisti – nomi e cognomi, date – dello scandalo perpetrato ai danni di ospedali eccellenza. Politici, amministratori comunali e regionali, grand commis,  che di pari passo alla debacle ospedaliera, hanno prodotto la Caporetto delle strutture alberghiere tradizionali (il tessuto portante di ogni turismo di qualità) con la cementificazione del territorio, mezzo milione di seconde case vuote 9-10 mesi all’anno. E’ significativo che i primi turisti a ‘disertare’ sono stati quelli che dagli anni ’50 e ’70 avevano contribuito al miracolo della Riviera turistica, entroterra incluso e di cui ci occupiamo in un altro servizio del benemerito convegno di Loano.

Cosa propongono l’on. avv. Cristina Rossello e un uomo  della sanità. Raccomandano di essere fiduciosi. Anzi, ricorda la presidente di Progetto Donne e Futuro, “siamo impegnate perchè questo sogno  (silver economy) possa diventare realtà”. Non è qui il momento di svelare chi ha molti dubbi e parecchie certezze tra gli esperti del turismo nazionale, internazionale e confida: “….il turismo alberghiero nel ponente ligure non ha futuro”, motivandone le sue ragioni, a partire dall’assenza di investimenti ‘foresti’. Restano le mosche bianche tra investitori locali. A Loano echeggiano i 27 anni di fallimento della nuova zona alberghiera.

Il prof.  Luca Carmignani con l’avv. Cristina Rossello presidente  nazionale di Progetto Donne e Futuro, parlamentare di FI, cittadina di Savona

Non vogliamo, tuttavia, sciupare la testimonianza del prof.  Carmignani, prendere atto chein Liguria esistono strutture  adeguate per un turismo sanitario, anzi, occorre far conoscere oltre i confini  queste eccellenze prima possibile”. Non sappiamo se l’illustre urologo abbia conoscenza delle cronache estive, oppure di vacanze pasquali o natalizie; cosa accade nel pronto soccorso degli ospedali savonesi e imperiesi. Dove sono proprio i turisti, ai di là di un’assistenza qualificata, di cui sarebbe un torto non dar atto, le vittime di ‘attese’ da terzo mondo. In primis anziani che hanno scelto la riviera come metà finale della loro esistenza terrena. Ci sono cronache, testimonianze, proteste, promesse. Il pronto soccorso del S. Corona che è rimasto tre anni senza un primario.

E’ dei giorni scorsi l’ennesima denuncia dei sindacati di categoria. Basta poco per finire in panne. E’ pur vero che il fondo ospedaliero nazionale tiene conto della popolazione

Il prof. Carmignani, lavv. Rossello e sulla sfondo papà Rossello

residente e non di quella fluttuante: presenze turistiche, fabbisogni oggettivi della sanità pubblica. La Liguria  non è l’unica regione a prevalente economia turistica. E chi, se non la politica, doveva farsene carico, non da oggi. Mentre assistiamo, da anni, impotenti si direbbe, a selvaggi scenari, tra ‘fughe’ di pazienti e camici bianchi, professionalità. E dopo lo smantellamento,  a suon di picconate, arriva in ‘soccorso’ l’industria sanitaria privata, perlopiù lombarda, che si aggiudica gare di appalto dove la sanità pubblica ha ‘fallito in concorso’. Capaci persino a  privarsi di un ospedale nuovo di zecca, quello di Albenga, dopo aver speso oltre 130 milioni di denaro dei cittadini, compreso il ricavato della vendita di aree, lascito di benefattori all’ospedale Santa Maria della Misericordia. E ora tutti, o quasi, a convenire che quattro ospedali sono troppi e Albenga – Santa Corona dovevano essere fusi in una sola nuova struttura, magari a Borghetto S. Spirito, aveva proposto l’ex presidente della Provincia, avv. Alessandro Garassini.

Dal prof. Carmignani un elogio all’oncologia di ‘altissimo livello’ in quel di Genova (San Martino). Il suo consiglio a tenere conto di chi è il ‘turista – paziente che viaggia

Papà Rossello con il prof. Carmignani, il sindaco Pignocca e Pietro Paolo Giamopellegrini, segretario generale della giunta regionale e commissario straordinario di in Liguria

e bisogna attirare”. Ha indicato alcune potenzialità di riferimento: ortopedia, cardiochirurgia, la stessa chirurgia estetica che avanza nel mondo femminile. Ha portato alla ribalta una figura importante nella strategia, ai più inedita, del ‘turismo sanitario“: il ‘facilitatore”. “E’ lui che sceglie le strutture sanitarie ed ambulatoriali; sono loro che gestiscono il mercato dei pazienti, in particolare dei più abbienti. ” Ha portato l’esempio del ‘facilitatore’ che muove le pedine tra la Russia e  Germania che  ad oggi è la prima beneficiaria. Quali possibilità concrete ? “In Liguria avete strutture ospedaliere attrattive. Il sistema sanitario, in Italia, è migliore (aree del Sud escluse ndr) rispetto alla Germania, alla Francia, ma non è noto, occorre fare promozione e si avvantaggia il prodotto turismo. Direi che esiste un ottimo scambio tra i nostri medici e gli specializzandi stranieri. Si pensi solo che il nostro gruppo tratta in un anno 3 mila pazienti cardiopatici e molti arrivano da fuori provincia, regione. Occorre avere più visibilità all’estero per rendere noti tutti i punti di forza “.

Il saluto finale tra il prof. Carmignani e l’avv. Cristina Rossello che ha organizzato l’interessante convegno promosso da Progetto Donne e Futuro

Il prof. Carmignani non ha bisogno di visibilità, i consigli ai liguri, ai savonesi, possono rivelarsi elementi concreti di indirizzo. La sua divisione specialistica del Policlinico San Donato si occupa di tutte le branche dell’urologia, soprattutto di quelle relative all’ambito oncologico, con un focus specifico sui tumori del rene, della vescica e della prostata. Oltre 40mila italiani operati ogni anno di iperplasia prostatica benigna possono mantenere le loro funzioni sessuali. “Sono soddisfatto – ricordava già qualche anno fa il primario di Urologia e alla guida della ricerca -, il laser è un’innovazione sotto il profilo medico e sociale. Fino a 20 anni fa chi aveva problemi alla prostata si sentiva un ‘vecchio precoce’. I 60enni di oggi sono più attivi rispetto ai coetanei di una volta, quindi un intervento del genere è un beneficio non indifferente”.

E per restare nel campo delle ‘eccellenze locali’ può essere utile rileggere trucioli.it (Albenga, Geddo chirurgo pioniere primatista mondiale ora è a Bra….).La prova del nove, se ne fosse ancora bisogno, tra pubblico e privato, tra sanità affidata ai privati in regime di convenzione. Dino Geddo con un passato al Santa Corona e al Santa Maria di Misericordia di Albenga.

Il vice ministro Salvini in visita in Calabria (giovedì 18 aprile) è sbottato:  “Inaccettabile e scandaloso che migliaia di calabresi siano costretti a partire  per curarsi fuori regione”. Non ha detto dove. E chissà se conosce, è probabile, la migrazione dei savonesi ed imperiesi. E se pure lui è convinto che l’unica soluzione passa attraverso l’affidamento in toto di ospedali a gruppi societari e finanziari. E se questa tesi l’ha proposta anche in Calabria. E se sia incoraggiato dal fatto che si trovi in buona compagnia. I berluscones che contano sono tra i tifosi della sanità privata. Meglio per tutti se un giorno daremo loro ragione. La salute non ha colori.

Luciano Corrado

SANREMO DOPO IL DECLASSAMENTO DI GASTROENTEROLOGIA CHIUDE NEUROLOGIA

Loano convegno. Nuove frontiere del turismoda un super esperto di vacanze e marketing’ ma urge anche un bagno di sano realismo

$
0
0

Cristina Rossello, savonese, avvocato, fondatrice di Progetto Donne e Futuro: “Smettiamola di dare sempre addosso ai politici, dobbiamo dare speranze ad una Liguria bellissima, ora bisogna rimboccarsi le mani. C’è interesse di grandi fondi ad investire in progetti sani”. Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione albergatori della provincia di Savona, ex assessore regionale al Turismo e Cultura nella giunta Burlando: “Ci candidiamo a costruire la fabbrica dei prodotti Silver Economy, unire  servizi, infrastrutture, regole del gioco, poi con i condhotel potenzialità straordinaria. La strada da percorrere sono i fondi europei per la prossima programmazione”. Josef Ejarque, ex direttore generale dell’Agenzia Regionale per il Turismo del Friuli Venezia Giulia, direttore generale di Explora S.C.p.A., con la Destination Management Organization ha promosso e commercializzato l’offerta turistica di Expo 2015,  delle Olimpiadi invernali di Torino. Ejarque gavetta da direttore d’albergo, un professionista dell’industria turistica che dice: “Bisogna tenere conto che il turismo è cambiato, comanda chi ordina, più dell’offerta. C’è la formula vincente del rilancio.”

Il commissario straordinario di in Liguria, avv. Pietro Paolo Giampellegrini, con il super tecnico di turismo e marketing Josep Ejarque, spagnolo – italiano, e il prof. Carmignani

Il ‘mago del turismo’ nel 2015 ha scritto, tra l’altro, il libro “Come costruire il marketing 2.0 e gestire la reputazione della destinazione“. Spagnolo d’origine e italiano d’adozione, ha lavorato a Barcellona per l’Ente del turismo della Catalogna, a La Coruña per quello spagnolo, è stato chiamato a dirigere Turismo Torino (quale responsabile del Destination Management e Marketing è stato uno degli artefici del cambiamento della città).  Una sua considerazione, non sappiamo quanto condivisibile: “ Da 35 anni  aspetto che un albergatore mi dica la verità, per lui va sempre male…”.

La Liguria, ha ricordato, è stata un faro del turismo in Italia. “Abbiamo un’offerta turistica consistente e dobbiamo riempirla. Il primo problema è che non cresciamo mentre i nostri competitor stanno crescendo. Riviera delle Palme e Riviera dei Fiori che attraggono soprattutto turismo domestico, Piemonte e Lombardia, ma faticano  ad attirare turisti da altri regioni. Lavorano sul mercato internazionale con clientela francese, tedesca e svizzera mentre occorre puntare su un turismo più internazionale. Abbiamo un turista prevalentemente giovane attratto dalla spiaggia, ma si dispone anche di un patrimonio  artistico e di bellezze naturali.”

E’ uno dei maggiori esperti europei di promozione e marketin g della vacanze. Josep Ejarque ha tenuto una letio magistralis, alla Marina di Loano, nel convegno promosso da Progetto Donne Futuro

Dunque è giusto puntare sul turismo balneare ? Josep Ejarque: “Un colpo di reni è utile, tuttavia il turismo balneare in Europa non cresce. Cresce invece la vacanza breve, lo confermano i dati statistici. Documentano che le vacanze balneari degli europei durano meno di una settimana e la tendenza rimane. Perciò bisogna rimediare potenziando gli arrivi.”.

Cosa attrae di più i turisti europei ? Come scelgono la vacanza ? “Climatologia, spiagge, intrattenimento, extra spiagge, rapporto qualità prezzo.  Al primo posto la spiaggia, le passeggiate, la natura, gastronomia e per ultimo i musei. Da qui l’importanza di organizzare  vacanze verticali e culturali. Significa che il cliente funziona per prodotti. “

Le tendenze per il 2019, secondo Ejarque, documentano che  al primo posto c’è il Mar Rosso, l’Italia attrae per un 15 % , emerge la scoperta delle spiagge dell’Albania. Possiamo solo vivere  di turismo balneare ? Quale sarà la domanda ? Il discorso è generale. “In Italia procediamo con il paraocchi  rispetto all’estero, c’è il turismo della famiglia che ha bisogni diversi. E’ in crescita la spesa degli over ’65 e sarà sempre più una grande opportunità. Nel 2050  le persone over saranno molte di più e non sono i turisti delle pentole….. Una serie di dati statistici  porta ad una conferma curiosa e ai più sconosciuta. Il ‘silver tourism’  raggiungerà il 48 %. Nel 2030 ci saranno 140 milioni di turisti in Europa con una sicurezza economica. I tedeschi faranno più viaggi all’estero che in patria, rispetto ai francesi. Anche il Regno Unito sceglie più vacanze all’estero. E sono soprattutto donne. Un livello medio. E’ un turista molto esigente. Richiede buoni pasti ed abbondanti. …Il brodino non interessa…In hotel predilige la doccia, la vicinanza al centro città, la disponibilità di assistenza medica 24 ore su 24 in caso di bisogno. Non cerca l’affollamento, decide di andare in vacanza quando vuole ed il 62% viaggia due, tre volte l’anno, 180 euro la spesa media giornaliera”. 

Magari fosse così per la maggioranza dei turisti delle nostre riviere ponentine. Anche se spesso a i listini non sono giustificati da adeguati servizi e mossi più che altro dall’alta stagione, dai fine settimana e  soprattutto più cari rispetto ai nostri concorrenti più diretti. La Coista Azzurra, la Corsica, la Spagna, il Portogallo. Non parliamo di Tunisia, Marocco e dei paesi dell’est europeo che si affacciano sul mare adriatico. E ancora, Grecia e Turchia, queste ultime gettonatissime nel centro europa.

Ha parlato  dei pensionati che nel periodo invernale cercano di andare a Sud per “immigrazione temporanea‘:  “Vogliono scappare dal brutto tempo, ma anche per ridurre la spesa del riscaldamento che devono affrontare dove abitano.  Da qui la scelta del clima mite e piacevole, il costo della vita inferiore  rispetto al proprio paese….si pensi ai 500 mila inglesi che vivono in Spagna per vacanze.  La Liguria si piazza agli ultimi posti, primi la Toscana e la Sicilia.  Si può recuperare con il turismo della salute e del benessere, il Medical tourism.  In Romania va fortissimo il turismo dentale. Si può puntare su wellnes toursim, faccio un mese di benessere e relax, dai 50 anni in poi. In vacanza per stare bene, è un elemento centrale con la necessità di avere servizi a 360 gradi: salute, ambiente, prezzi (solo un 7% non bada alla spesa). La tendenza di crescita nelle destinazioni indica la Croazia, Slovenia, Francia, Gracia, Albania e Turchia. Ebbene le cose nel turismo non accadono per miracoli, serve sviluppare  le opportunità in un’ottica di mercato che chiede e non è più l’offerta a farla da padrona”.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI DONNE E FUTURO CRISTINA ROSSELLO

Il dr. Carlo Scrivano tra gli organizzatori del convegno, con il plauso dei relatori e degli esperti invitati. Presenti diversi sindaci del comprensorio e Angelo Vaccarezza copogruppo di FI in Regione che per un volta non ha dovuto tenere a bada i compagni di partito

Questa parte d’Italia (Loano e Riviera delle Palme, forse Alassio esclusa bndr) che oggi ho piacevolmente scoperto anche con il meraviglioso scenario del porto turistico, non è molto conosciuta. Sono in politica da poco tempo (deputata eletta in Forza Italia ndr)…. La politica viene considerata come un fastidio…. Per 12 anni  ho dato borse di studio….  Non è vero che il politico è uno che mangia pane a tradimento…. Serve un ruolo di leadership…. La classe politico  amministrativa sta riflettendo, ma è il cittadino che deve condizionare  le scelte…. Ho organizzato tanti convegni in Liguria, ho ospitato personaggi importanti della scena mondiale anche a Savona….La libertà economica consente sempre più la libertà dell’individuo e dell’informazione, di essere informati…. L’anziano deve diventare un lavoro economico e la Liguria sta lavorando su questo”.

Oggi l’anziano – rimarca la presidente – è percepito come costo sociale, non come valore. Eppure l’anziano oggi è quello che aiuta figli e nipoti, spesso contribuendo a mandare i più giovani della famiglia all’Università. L’anziano oggi è una persona che avendo condotto la sua vita lavorativa in un periodo economicamente favorevole ha potuto comprare una casa e, talvolta, più di una. L’anziano esce, incontra gli amici, può disporre di tempo libero di qualità. In cambio le richieste che vuole soddisfare sono wellness, cioè benessere, salute, sicurezza. Si pensi che nel 2016 in Italia gli ultrasessantenni hanno prodotto un volume d’affari da 125 miliardi di euro, pari al 25% della spesa totale nazionale delle famiglie. Ringrazio Carlo Scrivano perchè senza di lui non avrei potuto organizzare questo convegno.  Ora gli esperti daranno dei numeri molto interessanti sulle prospettive del turismo in Liguria e in Italia”.

E il momento dei ringraziamenti del presidente Rossello e la distribuzione degli omaggi agli ospiti

LE TESTIMONIANZE – Alessandro Sciarrone ha affrontato il tema  ‘Technogym, uno stile di vita.‘ Operatore della costa romagnola dice che in Italia si vive bene e la Liguria è un’eccellenza.  L’Italia che è il primo paese al mondo come meta turistica. “Mangiamo bene  e lavoriamo in un ambiente che da soddisfazione.” Il consiglio è sempre (per il turista), prima di acquistare il prodotto vacanza, bisogna navigare sulla rete. Gli altri corrono, noi siamo rimasti indietro e dobbiamo svegliarsi, è il pungolo.  La Liguria ha la componente sportiva, wellness, il mare, la montagna, clima, enogastronomia. “In Italia  sono poche le regioni che possono offrire opportunità analoghe. “Il potenziale c’è tutto”. E manco a riproporlo: “Bisogna subito rimboccarsi le maniche e darsi da fare”.

Il ringraziamenti del dr. carlo Scrivano direttore Upa di Savona e presto albergatore con la famiglia a Pietra Ligure

E chi non l’ha fatto finora dove si trova ? La politica regionale di destra e di sinistra, gli assessori competenti, i presidenti di categoria, di associazioni. Le Pro Loco che divorano una sagra dopo l’altra, i Comuni che spargono a pioggia contributi e manifestazioni. Sindaci ed assessori che esaltano questo o quella manifestazione ora provinciale, regionale, italiana e perfino mondiale, ma si fanno di fatto la guerra a chi è ‘più bravo’ da una città all’altra, da un comprensorio all’altro. E che dire dei ruolo che hanno avuto le province. E verissimo, la memoria non aiuta, bisogna sempre guardare avanti.

Il convegno diffusamente snobbato dai media nei suoi contenuti e che secondo il presidente della Provincia, Olivieri, è stato tra i più concreti, interessanti, incisivi a cui ha partecipato, si è concluso con la designazione della ‘madrina ufficiale’ Cristina Bolla e  e dell’allieva  Francesca Ciocca. Sei mesi di tempo e di lavoro, alla stregua di una borsa di studio, per dare un resoconto dei risultati raggiunti. Coinvolgendo necessariamente tutti i maggiori protagonisti del progetto della Silver Economy illustrato a Loano.  Qualcuno ci crede, altri sono molto scettici. Probabilmente fa riflettere il disinteresse dei media cartacei e di chi non è andato oltre le formalità: nome e cognome, dichiarazione stringata, nessuna cronaca, nessun pathos. Sarà per una prossima volta. (l.cor).

 

 

Pietra l’ex maresciallo Bona snobbato dai partiti, uccise il rapinatore sventando un assalto armato da 2 miliardi alla Carigedel S. Corona. Protagonista in prima pagina

$
0
0

Il Comune di Pietra Ligure gli ha consegnato due diplomi di benemerenza per l’attività svolta come militare della locale Stazione. Dall’Arma “Encomio solenne” per aver sventato una rapina miliardaria alla sede Carige del Santa Corona; conflitto a fuoco, un bandito ucciso, altri due catturati. Era maggio del 1985. Ha fatto parte del R.O.S. e la D.I.A. di Genova con indagini sotto copertura a livello internazionale, ricevendo elogio scritto. Missioni in Colombia, Spagna e Tunisia per attività investigative nei confronti di organizzazioni criminali. Poi in ‘missione di pace’ in Kosovo. Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente. Lo ripeteva il grande maestro di giornalismo Indro Montanelli. Non ha memoria il giornale on line (Ivg.it) diffuso come la gramigna tra  gli ‘assetati’ di ‘copia e incolla’, notizie fresche al minuto. La prova del nove, se ce ne fosse bisogno, la lettera pubblicata col titolo ‘Pietra Ligure si merita di più’ e firmata da un indispettito e amareggiato Umberto Bona, pensionato dello Stato.

Nessun approfondimento, nessuna ricerca, zero documentazione. E’ l’informazione di successo e che dovrebbe formare, informare, i cittadini di oggi, gli studenti a ‘lezione di giornalismo’, i giovani uomini e donne del domani.

La ‘protesta pubblica’ di Bona non può essere rilegata solo in uno sfogo qualunque, di un cittadino qualunque, deluso, a torto o ragione.  E’ un caso che dovrebbe far riflettere. Perchè c’è un antefatto clamoroso che fa parte di una spaventosa pagina di storia del secolo scorso: 34 anni or sono. Un lunedì di maggio quando esplose l’inferno nella cittadella ospedaliera del S.Corona. Un bandito ucciso, altri due feriti e catturati. E l’ombra di una vendetta trasversale al casello autostradale dove, qualche anno dopo, fu ucciso un commerciante ambulante di Loano. Gli fu tesa una trappola, una telefonata nel cuore della notte. Era a letto, alla moglie disse: “Torno subito”.  Trovato ucciso la mattina dopo. Un dramma oscuro, tra la cinquantina di omicidi che in questa provincia, dagli anni ’50, sono rimasti irrisolti, impuniti e di cui ci siamo spesso occupati da cronisti di giudiziaria e di nera.
N
on fanno più notizia, non interessano, anche se ci sono famigliari, amici viventi,  testimoni diretti e indiretti, indagati per fatti di sangue poi scagionati dalla giustizia che assolve e condanna sulla base della verità giudiziaria. Non necessariamente quella reale.

Diamo conto, oggi, della sconsolata ‘denuncia stampa’ di un ex sottufficiale deluso, a suo dire, da una componente del centro destra che, a Pietra Ligure si presenta unito sotto i migliori auspici e la coesione spesso è figlia della ragione e del buon senso. Lui che pare aspirava a candidarsi alle comunali di Pietra Ligure e di cui ci occupiamo in altro servizio su questo numero di trucioli.it

Non abbiamo titoli per impartire lezioni di bon ton politico. Riteniamo invece di compiere un dovere nell’impegno a non ignorare almeno la nostra storia recente. Quella che aveva proiettato Pietra Ligure e il più importante ospedale del ponente che all’epoca dava lavoro a oltre mille dipendenti, 1300 posti letto (ora 400), sulle prime pagine dei quotidiani nazionali e regionali. Nei titoli di testa dei notiziari di Rai e  Tv private.  Una rapina fallita nel sangue che avrebbe fruttato un mega bottino di quasi due miliardi.  Il denaro, un paio d’ore prima, consegnato ( 27 maggio 1985) per pagare gli stipendi al personale ospedaliero. Il furgone blindato aveva lasciato il sacco portavalori al cassiere dello sportello Carige ospitato da anni all’interno dell’ospedale.

Poteva essere un colpo sensazionale e una strage appena sfiorata. Il giovane bandito ucciso, Massimo Franco, era in servizio militare a Firenze, il fratello titolare  di una pizzeria a Milano. I complici feriti, Francesco De Matteo, 27 anni originario di  Bari e Raffaele Di Ferlizzi, 28 anni, originario di Trani, da tempo a Milano. Tutti con precedenti penali per armi e incarcerati. Una rapina preparata nei minimi particolari, con un basista che l’ha fatta franca.  Un assalto sventato perché, si disse, il brigadiere dei carabinieri Leonardo Abruzzo, ricoverato, era in pigiama alla finestra che si affaccia sull’immobile che ospitava la banca. Ha scorto due individui con una borsa in mano e dal fare sospetto.  Ha fatto telefonare da una suora e da un sorvegliante alla stazione dei carabinieri di Pietra Ligure e alla centrale della Compagnia di Albenga.  I primi ad arrivare il vice brigadiere  Umberto Bona, 23 anni  ed il carabiniere Filippo Fichera di 28, sposato.  Non sono entrati dal viale principale, ma da un ingresso secondario. Hanno sorpreso i primi due banditi, il terzo era ad una trentina di metri e stava conversando, anzi distraendo il metronotte di guardia alla banca, Giuseppe Roccaro di Pietra Ligure.

Il luogotenente Umberto Bona quando comandava la stazione di Laigueglia

I militari hanno chiesto i documenti e di aprire il borsone.  Risposta: “Siamo dipendenti dell’ospedale, la borsa è di un medico”. Il carabiniere Fichera si piega per prendere la borsa. Un rapinatore gli è addosso e gli punta la pistola. Il complice fa altrettanto. Il sottufficiale Bona impugna l’arma, preme il grilletto, parte un colpo forse in aria, preme la seconda volta, l’arma si inceppa.  “Siamo rimasti  faccia a faccia per qualche secondo, armi spianate, il mio collega sempre sotto tiro.  “Siamo uno a uno – ha intima uno dei banditi –  se tu mi spari, il mio collega a fuori il tuo”.  Il rapinatore (ucciso) gli da un colpo alla testa a Bona) e gli ordina di inginocchiarsi, consegnare le armi.  Due pistola d’ordinanza ed il mitra.  Bona prima di scendere dall’auto aveva lasciato nascosta una seconda pistola, personale. Una circostanza, che come vedremo seppure con ben altri scenari, si ripete anni dopo con il ferimento, da parte di Bona, con la pistola ‘privata’ di un turista incolpevole durante l’inseguimento di altri rapinatori nel centro di Pietra Ligure.

Succede che due rapinatori decidono di fuggire armati in direzione di levante e nella concitazione  sbagliano ‘uscita’.  Il carabinieri Fichera è sotto choc. Bona non si perde d’animo e non molla e si mette alle calcagna. Si ritrova di fronte i banditi (il terzo continuava pare a tenere a bada il metronotte) che gli urlano “….ora facciamo la guerra….“. Il brigadiere intima: “Arrendetevi, gettate le armi”. Va da sé che nessuno voleva rischiare la pelle o l’epilogo in tragedia dopo che il colpo miliardario era sventato. I banditi credevano che il giovane brigadiere fosse ormai disarmato e avrebbero esploso colpi solo per assicurarsi la via fuga. Bona impugna la pistola, spara tre volte, uno fa centro. Un rapinatore si accascia “basta, basta…”. Soccorso è esanime. Il complice molla la borsa con due mitra, tra cui quello sottratto ai militari. Attimi concitatissimi. I feriti ricevono le prime  cure mentre in ospedale è quasi caos, c’è chi fugge, chi urla, chi si nasconde dove può. C’è il personale, i pazienti e centinaio di cittadini negli ambulatori, i parenti dei ricoverati. La confusione e allarme arrivano persino  nelle sale operatorie. Passano alcune ore prima che torni la calma, mentre sull’Aurelia sfrecciano a sirene spiegate i mezzi di carabinieri e polizia. Il terzo bandito verrà bloccato un paio d’ore dopo a Loano.

Umberto Bona era da due anni in servizio a Pietra Ligure e si era distinto per dare la caccia nel mondo dello spaccio, allora fiorentissimo in tutta la Riviera. Un curriculum di 41 arresti.  Racconterà al cronista: “Ero abituato, nelle emergenze, a portare due pistole, quella d’ordinanza e quella personale”. Confermerà che in realtà il primo colpo che esplose non andò a segno e solo la seconda volta si trovò con l’arma inceppata. “Un bandito mi ha puntato la canna della pistola alla tempia, dopo il colpo in testa e mi ha fatto inginocchiare, mentre uno dei complici teneva a bada il collega, il terzo distraeva il metronotte. D’un tratto si sono allontanati di corsa  verso un padiglione a monte ma senza uscita. Sono corso sull’auto dove avevo nascosto la seconda pistola…”. La tragedia.

Non era la prima volta che banca del Santa Corona era presa di mira. Una scia di sangue  con il primo assalto iniziato il 26 maggio del 1976. Una città nella città. Non solo, a Borgio Verezzi un paio di mesi prima  rimase ucciso un metronotte durante una rapina in banca. Se ne conteranno ben 8 tra gli anni 70 e ’90.  Un altro colpo in ospedale sventato da un guardiano, cercavano di  scavalcare la cinta.  Altro assalto sventato qualche tempo dopo. Erano anni di massima allerta all’interno dell’ospedale. Nei giorni di paga si ricorreva ad una sorveglianza armata.  Quell’assalto mortale pare sia all’origine di un giallo  cruento mai risolto.  Una vittima freddata in prossimità del casello autostradale, dopo essere stata fatta inginocchiare. Era una persona incensurata, padre di famiglia, impegnato nella società civile e  candidato in una lista comunale del Pri a Loano. Uno storia oscura di cui potrebbe avere buona memoria un penalista savonese. (L.Cor.)

LETTERA DI BONA PUBBLICATA DA IVG E DAI MEDIA ON LINE

Mi chiamo Bona Umberto, credo che tutti sappiano chi sono nel bene e nel male, ma quello che ho visto negli ultimi 10 giorni è a dir poco vergognoso. Dopo aver dato la mia disponibilità a candidarmi al fine di dare una svolta a questo modo politichese di amministrare Pietra Ligure ho capito che la mia presenza era fastidiosa. Dopo numerosi tentativi peri avere un incontro con colui che dovrebbe rappresentare il centro destra non legato alle lega, OGGI i suoi sostenitori, o gran parte di loro, sono riusciti ad ottenere un confronto in quanto in disaccordo sulle nomine di alcuni candidati, nomine prese senza consultare i suoi stessi elettori. Ancora peggio è aver fatto un incontro chiarificatore fingendo di non sapere nulla dopo aver già presentato la lista dei candidati alla stampa ed essere sfuggito all’incontro per più volte. Personalmente non ho mai fatto un azione “politica”, ma vedere quante bugie sono state dette e quanta ipocrisia si leggeva negli occhi di colui che non vuole il vero bene di Pietra Ligure, ma cura esclusivamente il suo tornaconto politico, mi ha fatto rabbrividire. Oggi non eravamo solo io e te Mario… Pietra Ligure si merita di più.

CHI E’ UMBERTO BONA 13 APRILE 2010 LIGURIA 2000 NEWS:

HA SVOLTO MISSIONI ANTIDROGA, SOTTO COPERTURA, IN  COLOMBIA, SPAGNA, TUNISIA

Il Luogotenente Umberto Bona, origini bergamasche, dopo aver lavorato per tanti anni con ottimi risultati al Nucleo Operativo della Compagnia di Alassio, giunge al comando della Stazione laiguegliese. Diplomato in ragioneria e laureando in Scienze Politiche si è arruolato nell’arma nel 1981 e dopo una breve permanenza alla Stazione di Pietra Ligure, ha ricoperto incarichi presso il R.O.S. e la D.I.A. di Genova dove ha svolto indagini importanti anche a livello internazionale. In quel periodo infatti ha partecipato (ricevendo anche un elogio scritto), a missioni in paesi esteri quali Colombia, Spagna e Tunisia per svolgere, in cooperazione con le forze di polizia locali, operazioni e attività investigative nei confronti di appartenenti a organizzazioni criminali. Tra gli incarichi ricoperti all’estero vi è anche la missione internazionale di pace svolta in Kosovo a cavallo tra il 2003 e il 2004.

Nella sua lunga carriera gli è stato conferito un Encomio Solenne per essere intervenuto in una rapina (conclusasi con l’arresto dei malviventi) dove è stato coinvolto in una sparatoria dalla quale è uscito incolume insieme ad un collega. Il luogotenente Bona ha poi ricevuto altri encomi semplici per aver contribuito in operazioni di contrasto alla criminalità organizzata, allo spaccio di stupefacenti, al furto di autovetture di lusso. Quest’ultima è la famosa operazione “Alì Babà e i 40 ladroni” che ha portato all’arresto di 19 persone e al sequestro di 19 veicoli rubati. Tra i suoi riconoscimenti si ricorda anche il Certificato di apprezzamento conferito dal responsabile per l’Italia della DEA per il contributo fornito in attività di contrasto al traffico di droga.

Il luogotenente Bona è stato poi insignito della Medaglia per opera e impegno prestati a seguito di calamità naturali  in seguito all’alluvione del 2000, della Medaglia Nato per il servizio prestato nella missione svoltasi nei “Balcani”. Il Comune di Pietra Ligure gli ha inoltre rilasciato due diplomi di benemerenza per l’attività svolta come militare della locale Stazione.”

DA SAVONA NEWS 8 APRILE 2019
In onda su Italia Uno, nel corso del programma “Le Iene” (VEDI……), il caso del turista piemontese che dopo essere stato colpito da una pallottola vagante ha perso un rene e tutt’ora non ha ricevuto alcun risarcimento: “Dopo 5 anni la verità deve venire a galla e ognuno deve assumersi le sue responsabilità”.

L’inviato della trasmissione tv Luigi Pelazza ha fatto incursione nella zona centrale pietrese per raccogliere testimonianze sul fatto di cronaca che presenta ancora nodi irrisolti. All’epoca due banditi in fuga, dopo aver abbandonato l’auto su cui viaggiavano, speronata dai carabinieri, si erano diretti dal Maremola al litorale di levante. Alle loro calcagna militari dell’Arma e agenti della polizia municipale. Nelle fasi concitate dell’inseguimento, tra bagnanti e passanti catapultati improvvisamente in una scena da film, erano stati esplosi colpi d’arma da fuoco. Una pallottola aveva colpito accidentalmente Corrado Manarin, turista in vacanza con la famiglia a Pietra Ligure. L’uomo era stato soccorso, sanguinante, sulla scala del residence Corallo e trasferito in ospedale, dove i medici gli avevano poi tolto il rene perforato.

Procedure giudiziarie, indagini e perizie balistiche sono state laboriose, ma sono finite con un nulla di fatto per Manarin, che si sente privato di giustizia. Subito dopo l’accaduto, erano stati indagati tre carabinieri per lesioni colpose, ma l’analisi del Ris consegnata alla Procura non era riuscita a collegare le tracce di piombo rinvenute nel corpo del turista ad una delle armi utilizzate dai militari in servizio quel giorno. Poi i capi d’accusa si erano concentrati sul maresciallo Umberto Bona, che per gli investigatori aveva esploso materialmente il colpo durante l’inseguimento, nel tentativo di bloccare la fuga dei giovani malviventi (che poco prima avevano assaltato un supermercato). Secondo le ricostruzioni effettuate, il colpo esploso dal maresciallo dell’Arma, con una pistola non di ordinanza, aveva colpito con un rimbalzo accidentale la schiena del turista piemontese.

Per il maresciallo Bona, comandante della stazione di Pietra Ligure, sono state archiviate le accuse. Quanto alle lesioni colpose, la perizia non ha potuto confermare il legame tra il proiettile che ha colpito Manarin e la pistola utilizzata in quel momento dal carabiniere. Quanto invece all’arma usata, non una d’ordinanza, è stata accolta la difesa di Bona che ha sempre sostenuto di aver agito in stato di necessità e di fronte ad un pericolo attuale; la pistola d’ordinanza si trovava chiusa in cassaforte, mentre il revolver personale, regolarmente denunciato, era invece a portata di mano.Ieri sera, dunque, il servizio trasmesso in prima serata su Italia Uno: “Dopo 5 anni la verità deve venire a galla e ognuno deve assumersi le sue responsabilità – ha confidato ai nostri microfoni Manarin – Ho diritto di sapere chi mi ha sparato e ad ottenere un risarcimento per tutto ciò che ho subito“.

RISPOSTA DI MARIO CARRARA, INDICATO DA BONA COME ‘MARIO’

Di seguito la nota ufficiale firmata proprio da Mario Carrara:

Quest’anno, per la formazione della lista elettorale, erano senz’altro più i ‘candidabili’, che non i posti disponibili per i candidati. Personalmente, ho ricevuto molteplici autocandidature e segnalazioni circa persone che si sarebbero volute candidare. Di queste autocandidature e segnalazioni, ne ho preso atto, ma ne ho preso solo atto.

Non è che, per il solo fatto di aver ricevuto una ‘disponibilità’ a candidarsi da parte di qualcuno, nasca qualche corrispondente ‘obbligo” o ‘impegno’ a carico di qualcun altro. Nel famoso ‘accordo’, stipulato in assemblea con Sara Foscolo a fine febbraio, letto di fronte a tutti quei presenti, alcuni candidati sarebbero stati designati da lei,  altri, per i partiti del centrodestra, da me. Tutto alla luce del sole.

Tra questi ultimi candidati, uno è un pensionato ‘effettivo’, un altro lo sta per essere (io stesso, a fine Maggio); pure è un pensionato ‘effettivo’ il signore che ha scritto la sua nota di ‘insoddisfazione’ per non esser stato candidato, ‘pur avendo dato la sua disponibilità ad esserlo’. Tre candidati appartenenti alla categoria ‘pensionati’ su sette  (tale era il numero complessivo delle candidature da designare) erano troppi. Ho preferito, ho optato per l’inserimento in lista di persone appartenenti alle categorie ‘attive’ della società pietrese, delle professioni, dell’ospedale, degli uffici, delle donne. Persone per la maggior parte ‘nuove’ e giovani,  dotate di entusiasmo e di voglia di fare bene per il proprio paese. Nel caso specifico del signore in argomento, oltre ad essere ‘pensionato’, non ha aiutato il fatto di un servizio televisivo trasmesso dalle “Iene” (leggi QUI ndr). Non dovevo, non devo rendere conto, quindi, se la scelta non è ricaduta anche su di lui.

Io obblighi, impegni di qualsiasi sorta non ne avevo formalmente mai presi. Non l’avevo mai incontrato di persona, né avevo mai ritenuto di parlargli. A riprova di ciò, la conferma la da lui stesso dichiarando, in chiusura della sua nota, di esser riuscito ad ottenere un confronto con me, soltanto il giorno 19 aprile, venerdì, quando le liste erano già complete e chiuse. Se si fossero dovute accettare per forze tutte le ‘autocandidature’ o le ‘disponibilità alla candidatura’, i posti in lista, avrebbero dovuto essere magari più di trenta, non solo i dodici previsti dalla legge. Non ho, ovviamente, preso nemmeno in considerazione l’ipotesi di espellere persone che avevano già accettato la candidatura (almeno per quanto riguarda la parte di mia competenza), per dare il posto alla pressione di chi voleva ‘entrare’. Chi non è stato inserito in lista, se animato da vero spirito civico,  potrà in ogni caso esser utile al proprio paese anche in altri modi. Io stesso, se la mia lista non dovesse vincere, darò il mio contributo dall’opposizione,  se sarò eletto. Se non sarò eletto, mi attiverò, senz’altro (da pensionato), in qualche opera gratificante di ‘volontariato’. Lo stesso potrebbero fare quanti fossero stati esclusi dalle liste elettorali, anziché lasciarsi andare a rancorosi sfoghi di sterile frustrazione.

Ho voluto scrivere questa nota che vale una sola volta per tutte, anche per altri eventuali ‘candidabili non candidati’, a questo punto possibili,  visto il loro numero“. Mario Carrara

GLI ARTICOLI DEL SECOLO XIX DEL MAGGIO 1985

 

 

Noli, io prof. A. Peluffo, già vice sindaco del risanamento e rilancio turistico: da un blog locale solo disinformazione elettorale

$
0
0

Operazione verità elezioni comunali 2019 a Noli ? Luciano Corrado 54 anni da cronista di giudiziaria e nera, senza demeriti per diffamazione, ma accusato di inventare ed infangare. Forse ‘esperto’ in notizie coperte da segreto istruttorio (vedi l’ex fratellanza Teardiana e dintorni, l’opera pia massonica degli affari) e che ha pure scritto qualche articolo, gratis, da pensionato, per la pagina di Noli del trimestrale Il Sole sulla Terra del Golfo. fondato nel 1998 dall’Associazione Culturale Il Sole e di cui un illustre prof. Alberto Peluffo coordinava e purgava per la pagina nolese, sotto la grande famiglia della sinistra degli allora Riccobene di Spotorno. E la direzione responsabile di Marcello Zinola che, con coerenza, non ha mai nascosto le sue origini nei movimenti di Savona progressista. Allora tacciati dalla Digos come ‘extraparlamentari’, sempre fuori dalle forti consorterie elitarie savonesi.

Il brindisi gioioso del prof. Alberto Peluffo già vice sindaco di Ambrogio Repetto con delega al Bilancio, Tributi, Turismo, Rapporti con il comprensorio, Polizia Municipale e Attività produttive, insignito Cavaliere della Repubblica di Noli per meriti speciali di coesione sociale e politica, del resto da vero insegnante professionista che ha lasciato il segno.

I nolesi, i turisti delle seconde case della prima ora, non potranno mai dare atto compiutamente e doverosamente delle buone opere del  professor Alberto. Persino un pizzico incompreso, visto che teneva informati i cittadini con  ‘notiziario Noli comunale’, carta patinata, 12 pagine, firmate anche da Peluffo, con una netta preponderanza dell’assessore esterno geom. Piero Penner (Protezione civile e Ambiente, Lavori Pubblici). Con articoli di servizio della compagna di vita e di Rifondazione comunista, dr.sa Marta Pisano (Servizi sociali, Sanità, Rapporti con il volontariato e Sport. Infine della signora Maria Gina Caviglia, Pubblica istruzione e cultura. E ogni tanto la prima pagina al due volte sindaco tedescofilo Ambrogio Repetto. Immortalato nelle pie preghiere con l’allora vescovo di Savona.

Dimenticavamo un piccolissimo particolare accaduto proprio nella chiesa  parrocchiale. La simpatia e l’etica del ‘compagno Penner‘ per l’ex sindaco Dc, Carlo Gambetta, era talmente condivisa (in particolare per gli abituali articoli – sempre documentati – su trucioli savonesi prima , poi da 7 anni trucioli.it, ) che per sbaglio, anzichè una stretta di mano, manifestò tutta la sua stima rifilando una fuggente robusta spallata che qualcuno poteva interpretare a disprezzo e rancore verso un padre, nonno, libero pensatore.  Mai gladiatore nell’anonimato.

Non era così, infatti le scuse non erano  necessarie, tenuto conto dell’habitat che caratterizzava il governo di Noli a metà degli anni 2000. E che vedeva direttore responsabile del periodico comunale il giornalista pubblicista Romano Strizioli (non più in vita), già assessore ad Albenga nella giunta Pci del sindaco Angelo Viveri incarcerato e innocente. Strizioli candidato alle provinciali per i comunisti e che curava i notiziari di 8 comuni, quattro associazioni di categoria, due enti ed è stato palestra di lavoro per giovani aspiranti giornalisti.

Il ‘notiziario’ di Noli, defunto  da qualche anno, iscritto  al tribunale di Savona, distribuito gratuitamente in mille copie (ai capofamiglia, oltre ai locali pubblici, enti ed associazioni) si avvaleva della collaborazione fissa (con compenso) di Silvia Campese, oggi firma di prestigio, esperienza e memoria storica, delle pagine di Savona del Secolo XIX. Sempre in attesa – se non è avvenuto nel frattempo – di essere ‘regolarizzata’ come merita, secondo il contratto di lavoro nazionale dei giornalisti. E dopo la fusione Stampa- Il Secolo XIX – la Repubblica l’Espresso e 12 quotidiani locali che hanno dato vita dapprima all’Itedi e ora Gedi in piena fase di razionalizzazione spese e di rilancio al motto ‘produttori di informazione di qualità’.

E’ anche grazie a quelle gloriose pagine informative comunali Noli è progredita in sviluppo, benessere, coesione, in ‘antenne della salute‘ in prossimità degli edifici scolastici, salvaguardia architettonica e valorizzazione del Castello. Il prof. Alberto, con delega al Bilancio (esperto della materia quale insegnante di lingue) e ai Tributi, ha risanato i conti disastrati del Comune, diminuito e razionalizzato la tassazione locale (seconde case  escluse non per rancore da cooperativa rossa). Il prof. Alberto da Assessore ai Rapporti con il comprensorio ha creato una rete di  straordinaria vitalità e perdurante ai nostri giorni; da Assessore alla Polizia Urbana ha potenziato il servizio, il numero dei vigili e contribuito alle basi del comando unificato che oggi si trova Spotorno; da Assessore alle attività produttive ha dato il meglio in lungimiranza per scongiurare chiusure di attività commerciali ed artigianali. Impegnandosi con Penner nella sana politica di una città a misura d’uomo e di parcheggi. Chi  può testimoniare ! ?

Il suo cavallo di battaglia, a leggere l’articolo del dicembre 2006, era nel turismo vincente. Come ? Primo: “Mettere in movimento – sic ! ndr –  il settore dell’accoglienza. ” Non era scritto se si trattava di ‘movimento lento o rapido’. Risultati ? Eccoli: ” Noli da anni soffriva di un forte calo di presenze turistiche”.  In realtà il cronista alla Peluffo, ma ridotto in trucioli,  il 2 agosto 1980, con un servizio a 4 colonne di spalla nella prima pagina di Savona, scriveva dopo un’inchiesta tra gli operatori: “Noli, paradiso perduto. Accuse e rimedi secondo i protagonisti.  nell’antica repubblica si muore di noia.  Denunciano gli operatori: prezzi salati e strutture vecchie non siamo al passo con i tempi”. E un servizio contestuale  con i “primati positivi della città” (Vedi a fondo pagina la riproduzione).

La cura da cavallo dell’assessore insegnante ? “Era necessario creare le premesse  per invertire la tendenza, ma prima ancora bisognava porre le basi strutturali (parole dotte e certamente da linguaggio non politichese ndr)  che permettessero di ricevere adeguatamente i turisti”. Eccole descritte in perfetto italiano: “Avevamo gli alberghi  che andava e vanno riqualificati….non c’era un’organizzazione  in grado di fare  promozione turistica all’esterno, portando il nome di Noli nelle zone che rappresentano il nostro tradizionale bacino di utenza e di rappresentare un punto di riferimento logistico per le iniziative locali. Dunque non solo qualcuno  che facesse pubblicità a Noli, ma anche  chi, quando vengono i turisti, sia in grado di guidarli alle cose da fare e da vedere, e possibilmente, li intrattenga”.

Il dr. Paolo Bonora, ex commerciante al dettaglio, di merceria, teleria, abbigliamento diploma di ragioneria al prestigioso Istituto Boselli di Savona poi laurea in Economia e Commercio. Si spalleggia, nei commenti sugli articoli di trucioli, con un altro big laureato, il prof. Alberto Peluffo. Forti del largo seguito che raccolgono nella comunità nolese che non pettegola dietro le spalle, ma le cose te le dice in faccia. Anzi le scrive su Facebook omettendo sempre i nomi dei destinatari, bastano le allusioni

Qui i nostri appunti  indicano Paolo Bonora il quale, forse da incompreso, ha proseguito la sua opera letteraria a suon di post molto apprezzati se non altro per il messaggio intrinseco e filosofico (3- 4 mila visite, si pensi che il povero trucioli non ha mai superato le 800 visualizzazioni per articoli da Noli);  ma a Paolo hanno preferito degnamente il Centro Storico Culturale  Civitas Nauli che però aveva “forze ridotte, in forma puramente volontaria e non come attività principale“. Il Paolo che dopo il Boselli, laurea in Ecomomia e commercio, felicemente coniugato, poteva esibire la comproprietà in un negozio di Merceria, teleria, abbigliamento. Oggi ‘supermercato alimentare’.

Il tutto avveniva mentre l’astronauta Paperinik, con successo popolare pari solo agli scoop Peluffo& Bonora, si esercitava in controinformazione satirica rivolta ai nolosiani. Lamentava la “conclamata idiosincrasia alle critiche, per mancanza di senso dell’umorismo” della formidabile squadra di governo di Noli (Repetto, Peluffo, Penner &C.). E oltre: “Avrebbero dovuto risolvere  definitivamente  le operazioni parcheggio di via IV Novembre ed aree ex stazione ferroviaria, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti e con tragiche vicende da paese di Via Belpaperio…le voci dissenzienti  sono i soliti rompiballe, le eventuali colpe sempre degli altri, se la cantano e se la suonano, abbondano in democratiche assemblee pubbliche a Noli nella Sala consiliare, a Tosse presso le ex scuole, a Voze  l’Oratorio di S. Carlo.  Nel calendario nolese, nostra prima opera da Paperinik, avevamo  diabolicamente posizionato ben due nasse per misurare l’arroganza e la loro stupidità politico – amministrativa. La fontana del baggione e l’oasi delle vele. Due inezie rispetto  alla tragicità di altre immagini, la cui sistemazione sicuramente all’altezza di comprensione per un sindaco idraulico ed un geometra assessore responsabile al verde pubblico nel Comune dove lavora….Loro – da besughi – nella nassa ci sono finiti e, a oltre due mesi dall’uscita del calendario – denuncia, il ceppo è sempre più marcio e la fontana  ancora ingordita….stendiamo un velo pietoso e speriamo nelle alternative elettorali del 2009 per un paese, la nostra Noli,  che siamo in molti a sostenere che non ci sta bene la deriva ed il declino, ormai divenuto irriconoscibile. Paese che abbiamo ereditato dai nostri vecchi ed avuto in prestito dai nostri figli, ma che giunge assai malconcio ai nipoti e alle future generazioni incolpevoli. Parlo di residenti e di cittadini che, per amore, hanno investito magari risparmi per comprare la seconda casa, la villetta o villa al mare”.

Conclusione: “Avremmo un sogno. Vedere sorgere nel Paese un Paperinik Fun Club in modo che i Papernik invece di mugugnare singolarmente possano contarsi e consci del loro numero e della loro forza unirsi in un coro di mugugni tale da assordare i sordi del Palazzo Municipale e finalmente determinare un auspicabile cambiamento….magari affidando le sorti della città ad una irreprensibile signora, madre di figli, che abbia vissuto sulla propria pelle….sia stanca di incapaci, arroganti, distributori di consigli e favori, mai favoritismi che abbiamo conosciuto….”. Quasi quasi da veggenti. Non sia mai detto.

LA RESURREZIONE SECONDO ALBERTO PELUFFO –  Continuiamo nel testo che ha scritto sul notiziario ufficiale del Comune di Noli: “Non abbiamo perso tempo, cominciato subito a lavorare all’organizzazione della Pro Loco cittadina. Con una positiva risposta dei cittadini che ci hanno dato piena fiducia e affiatati competenti e pieni di entusiasmo si sono  immediatamente messi al lavoro coinvolgendo tantissime persone. La Pro Loco ha finalmente aperto la possibilità di partecipare  alle fiere di zona, ha organizzato serate, ha stampato un opuscolo turistico, ha dato un supporto fondamentale ad eventi come la regata internazionale di canottaggio a ottobre 2005.  Un altro gruppo, coordinato da  Vanda Perata e da Franca Ganduglia,  si è occupato  in stretta collaborazione con questo assessorato, di gestire il gemellaggio di con la cittadina tedesca di Langenargen, già avviata dalla precedente amministrazione e da noi  rilanciata con entusiasmo sin dai primi incontri con il Comitato.  Molti i nolesi che hanno partecipato, abbiamo riempito  un pullman….il tutto con grande utilità per la nostra promozione turistica, anche con ampi servizi giornalistici, ricchi di fotografie sui giornali locali.  Noli conosciuta non solo nella cittadina gemellata, ma in tutta la zona  con centri importanti come Lindau e Friedrichshafen”.

E come non ricordare, quanto abbiamo già scritto nel lontano passato. Noli nella Germania non ancora riunificata, agli alunni della scuola dell’obbligo si insegnava che la Liguria aveva due cittadine da perle storiche: l’Antica Repubblica di Noli e le ceramiche, i forni, di Albissola.

Altre iniziative importanti di rilancio. Sempre dallo scritto del prof. Peluffo: “Per il terzo anno siamo stati presenti al Salone Nautico di Genova per promuovere non il progetto portuale, come succedeva prima di noi (con Niccoli ndr),  ma la città di Noli nella sua gloriosa globalità. Stessa cosa al Salone del Gusto e a Slow Fish a cui partecipato i pescatori della Cooperativa De Ferrari. Gli albergatori si stanno coordinando per partecipare insieme a Spotorno, Finale, Pietra, Loano, Alassio a diverse fiere di settore, portando materiale promozionale che stiamo elaborando insieme. Insomma vorrei dire che una buona politica turistica può essere efficace solo se questo settore opera in sinergia con altri.  Con il supporto logistico agli assessorati alla Cultura e allo Sport, con cui organizziamo  numerose manifestazioni.  Senza dimenticare la Fondazione Sant’Antonio (Peluffo ha fatto parte del consiglio di amministrazione ndr),  come la Passeggiata Dantesca che a richiamato a Noli migliaia di persone e con un’ampia risonanza  su stampa e televisioni (non specifica se locali o nazionali ndr, che non è poco). Infine gli stessi marchi di qualità di cui possiamo fregiarsi, dai Borghi Più belli d’Italia alla qualità europea Iso 14001 che hanno una ricaduta fondamentale sul turismo”.

Fin qui l’emerito pubblico amministratore- scrittore sul notiziario pagato dai cittadini. Non sappiamo se il tema qualificante della collaborazione e sinergia comprensoriale si sia concretizzato. E’ probabile che in ossequio alla coerenza  produttiva facebookiana,  Peluffo abbia continuato all’insegna della ‘memoria’ e continuità al servizio della comunità. Del resto nessuno nega che si è sempre distinto per oculatezza ed altruismo, impegno nella diffusione della giustizia terrena e nei diritti civili, contro il parassitismo dei ruffiani. Quasi quasi si potrebbe competere all’impegno civile di Carlo Gambetta pubblicista su trucioli.  Peluffo al servizio della discarica di Facebook. Gambetta con trucioli.it al servizio delle lobby radical chic?

Il prof. Peluffo l’uomo qualunque, incontrandolo in strada, si ‘toglie il capello’ in segno di riverenza, resilienza e ‘tanto di capello’ alla Gilberto Govi. Peluffo parla: “Si proprio lui (Corrado che si onora di non citare ndr) ha scritto l’ennesima bufala creata ad arte da chi non vive a Noli e sempre pronto a sostenere le giravolte del cavalier errante (così viene onorato l’umile ottantenne, 4 figli, otto volte nonno, ex sindaco schiena dritta Gambetta ) con pseudo articoli.

Carlo Gambetta, 15 anni da primo cittadino eletto e mai alla sbarra per danni a terzi. Peluffo annuisce (diverso dal ragliare) e si domanda: “Chi è la beneficiaria di tanta maldestra tracotanza ? (dizionario: arrogante, insolente, prepotente ndr). “La figlia (Marina ndr) di cotanto padre”.  Amorevolmente radiografati in sintonia con il baldanzoso transistor alla Bonora. Un tale che è lui o non è lui si stracciava le vesti perchè trucioli dava notizia – unico della libera stampa – del suicidio al San Paolo di una dirigente del Comune, apprezzata e valorosa. Si doveva riferire solamente che all’ospedale è improvvisamente mancata ….e i funerali avranno luogo. Pietas come quella che hanno osservato i media, escluso trucioli, a proposito di quel sindaco che si era sparato una …..in diretta social con un’amica calabrese. O ancora, quel tal sindaco che con un bicchierino di troppo aveva investito un ciclista che tornava a casa dal lavoro in pizzeria. Tutte fake news prontamente smascherate da ‘radio Verità‘. Coraggiosi fino in fondo, pronti a tutto ! Altro che tracotanti da strapazzo che collezionano querele e condanne, lanciano il sasso e ritirano la mano. Non sono di questa pasta Peluffo & Bonora !

Leggiamo ancora il diletto Peluffo pensiero: “È incominciata la campagna elettorale (a Noli). Cioè, è incominciata la solita campagna di disinformazione a scopo elettorale. L’ultima perla uscita su un blog locale è un capolavoro di fantasia: tutti insieme appassionatamente, per sbarrare la strada alla candidata figlia di cotanto padre. Tutti insieme chi ? Tutti gli altri; anzi no, ne mancava uno, anzi no, ce n’erano altri due, li hanno visti. Chi li abbia visti e quando non si sa, ma li hanno visti. È vero che hanno presentato i simboli e convocato assemblee pubbliche, ma forse è un pesce d’aprile, in realtà fingono di marciare separati ma sono pronti a coalizzarsi per battere “la forza della novità. Roba da matti. Niente di sorprendente, in realtà: basta leggere la firma per capire che siamo di fronte all’ennesima bufala creata ad arte da uno che non vive a Noli ma è sempre pronto a sostenere le giravolte del nostro cavaliere errante. Chissà se la beneficiaria avrà apprezzato una campagna così sgangherata in suo favore. Ne dubito parecchio: vista attraverso il buco della serratura, l’informazione si trasforma in trucioli; niente con cui si possa vincere un’elezione”.

Grazie per averci risparmiato cattocomunisti e sponsor delle cooperative rosse.

E Paolo Bonora, studioso di chiropatia e cibernetica, esperto nell’analisi dei palombari ciclisti: ” L’arte del tessere è antichissima, affidata alle donne per la loro pazienza e manualità. Ottenevano tappeti e tessuti fitti, resistenti e forti.L’articolo condiviso è un tessuto con  fili molli, approssimativi. Ne è venuto fuori “uno straccetto” che non serve alla persona che avrebbe dovuto facilitare. Anzi, probabilmente, ne riceve un danno.”Uno straccetto”che non ha consistenza, tessuto con un imbroglio di fili: probabilmente chi ha pensato il disegni e chi lo ha eseguito, nonostante gli anni, ha confuso le “bobine del filo”.
E Alberto Peluffo di ritorno: Hai ragione, ma lo stile è quello. Fra l’altro. Per motivi che mi sono incomprensibili ha usato la foto con chi gli Amici d’Europa hanno ringraziato il gruppo di Langenargen venuto in l’aiuto di Noli dopo la mareggiata. Quanto di più lontano dallo spirito di questo pseudo-articolo. La giovane e indipendenti Marina che ha messo insieme il gruppo del rinnovamento, con i suoi candidati, è giunta l’oro di preoccuparsi.”
I nolesi si sono svegliati al richiamo – allarme dei Peluffo – Bonora. Qui serve Paperinik (?) per mettere tutti con le spalle al muro e ridare il dovuto onore. Con la caduta di truciolini-ini ed il trionfo dei peluffiani alla pelush. Due bravi ragazzi nell’orto di Giamburrasca. (l.cor.)

Imperia e Mendatica, tra preghiere e canti, in mille accompagnano Romano Floccia, uomo di fede, nell’ultima dimora. C’era il vescovo

$
0
0

Il suo ultimo viaggio si è concluso nel paese natale che amava come le persone più a lui care. Romano Floccia, 80 anni, non ha forse ricevuto gli onori che avrebbe meritato da vivo dai suoi compaesani.  Ma al funerale, in due tempi, a Imperia e Mendatica, è stato un bagno di folla, commozione, lacrime. Nei giorni del Triduo pasquale, le esequie funebri sono state celebrate dal vescovo Antonio Suetta. Una presenza inconsueta ai funerali di un uomo qualunque, un vero cristiano coerente. La fede granitica gli donava la forza d’animo di resistere ad una malattia che molti anni fa lasciava poche speranze. Invece si era stabilizzata con le cure degli specialisti di Genova, del Santa Corona, dell’ospedale di Imperia.

Per Romano, nel mesto giorno dell’addio, è arrivato  un significativo gesto di riconoscenza e vicinanza, di un meritevole di fronte a Dio e agli uomini, con le esequie officiate dal presule che di Romano era stato parroco nella Colleggiata – concattedrale di San Giovanni Battista di Oneglia. Una chiesa affollata, la cantoria giovanile, tre concelebranti (senza il rito della Santa Messa per via della liturgia pasquale), il toccante e profondo ricordo, nell’omelia a lutto, del vescovo.

Il rito funebre della sepoltura nel camposanto di Mendatica tra paesani ed un gruppo di ‘angioletti’ radunato per la catechesi interparrochiale. Hanno salutato, con chitarra e canti delle voci bianche, un nonno, padre, marito, cristiano solare ed esemplare nel lungo percorso esistenziale. Apostolo laico ricco di bontà, umanità e sensibilità, in una società sempre più vittima del rancore, della corsa all’apparire, all’edonismo sfrenato, al potere materiale.  Romano  che sapeva essere contemporaneo tenendo viva la ‘memoria’ del proprio passato. E aver perso la caratteristica della ‘memoria’ è uno dei drammi  dei nostri giorni, in cui si vive l’attimo fuggente, l’eco lontano del  ‘carpe diem‘ oraziano, senza più radici.

Romano Floccia ha trascorso l’esistenza tra Mendatica, paese Natale, Imperia e Loano dopo aver sposato Maria Rosa Tassara, nipote di don Tassara, loanese,  fu parroco dei pastori delle Alpi Liguri

Anche Romano incontrando il mendaghino ‘migrante’ aveva l’impressione di vivere ormai  in un mondo  sradicato dalle proprie origini, dalla propria storia di  umiltà dignitosa, alla ricerca degli affetti, dei ricordi verso quel prossimo con cui sei cresciuto e per anni convissuto. A partire dalla storia della nostra Mendatica che abbiamo conosciuto povera e montanara. Nulla però lasciava prevedere un declino apparentemente inesorabile. E mai come in questi ultimi anni percorsa da una tremenda crisi economica ed esistenziale. Sempre più affidata a tenaci ‘guardiani’ che forse continuano a sperare nel ‘miracolo’, a presidiare confidando in un domani più generoso.

Il destino di Romano l’ha accompagnato fino alla ricorrenza di Pasqua, con Cristo che risorge per dare speranza, affinchè i giovani di oggi e di domani possano coltivare l’ottimismo della ragione, contrapposto all’odio crescente di chi si sente quasi escluso, si sente diverso da altri che raggiungono  successo, ricchezza; appagati dai sacrifici di un diploma, una laurea, l’aiuto della famiglia che spesso significa grande spirito di abnegazione per accompagnare i figli all’onore del mondo.

Tra dolore, tensione umana, pathos, preghiere e canti sacri della cantoria parrocchiale, il vescovo Suetta ha descritto un inedito, ai più, Romano Floccia. Le opere di bene, di fraternità e solidarietà a Oneglia dove  abitava, un lungo periodo a Loano per assistere, con amore, in famiglia, l’anziana suocera, – mamma di Maria Rosa donna esemplare, di fede e cultura. Romano testimone della durissima vita di montagna, dei ‘carbunin’, dei pastori transumanti, delle nonne e delle mamme alle prese con i disastri dell’ultima Grande Guerra, i mariti al fronte, i partigiani e i tedeschi in paese a darsi la caccia, a seminare morte e distruzione.

Anni 70, festa patronale di San Nazario e Celso, Romano, giacca e cravatta,  di profilo, sulla piazza della chiesa

Romano che da giovanotto guidava il ‘Leoncino’ di papà Lisciandrin per la raccolta del latte nelle malghe delle Alpi Marittime e  destinato ai caseifici di Imperia e Albenga. Romano che collaborava con la mamma e le tre  ammirevoli sorelle, tutte in vita, nella conduzione di uno dei quattro negozi di alimentari allora aperti nel paese con oltre 600 anime, la scuola, l’asilo, tre macellerie, due forni per il pane. Tre fabbri e maniscalchi, persino un sarto, Giovanni Porro, poi dipendente comunale ed infine della Regione Liguria.

C’erano quattro calzolai: i fratelli Attilio e Ottavio Giusquiano, Giuseppe Ferrari,  Giovanni Merano e Bartolomeo Sciandini.  Due mugnai Giovanni Roggio e Alberto Manasse. Quattro falegnami, Antonio Porro, Maurizio Pelassa, Onorato Sciandini (ha sposato Emma secondogenita e sorella di Romano), Giobatta Floccia. Quattro muratori, Giuseppe Roggio, Francesco Porro (specialisti nei muri in pietra e a secco), Valentino Porro ed il garessino d’origine Armando Corrado che con Domenico Alberti, Giovanni Gandolfo, Genio Ascheri e Pietro Porro erano la cellula ‘segreta’

Anni 90 Romano Floccia tra i fedeli alla processione di Santa CNaterina

del Comitato di Liberazione. Armando sospettato e rinchiuso per una settimana nelle umide cantine del forte di Colle di Nava dove si ammalò di tubercolosi. Fu liberato perchè nessuno in paese lo tradì. Mendatica  dei monti che contava su ben 11 musicisti per hobby: quattro fisarmonicisti (i fratelli Giuseppe e Giovanni Montebello,  Bruno Giordano, Piero Porro  che suonava  anche l’organo della chiesa rimesso a nuovo con una raccolta popolare con il compianto don Giovanni Brunengo. Giovanni Porro suonava il mandolino, Giordano Modesto la chitarra come Giuseppe Ferrari, Mario Merano il violino.  Si dirà, cosa c’entra questo elenco, al quale si potrebbero aggiungere altri nomi di mestieri d’altri tempi, con la morte di Romano.  Lui era  orgoglioso e nostalgico di quelle tradizioni, dei personaggi e non era difficile ascoltare: “Quando non ci saremo più nessuno potrà ricordare”. Restano, in qualche caso, le lapidi nel cimitero che racchiudono gloriose storie di civiltà contadina.

Non è un caso se negli ultimi giorni, a Romano capitava di parlare con i congiunti di

L’arrivo del carro funebre la chiesa è già quasi completa

Americo, coetaneo mendaighino, che con papà Domizio erano addetti al trasporto del latte monti – mare. L’unico mezzo che fungeva pure da trasporto di persone dalle malghe estive a Mendatica, poi la corriera per Pieve di Teco. Romano è stato casellante all’Autofiori fino alla pensione. E  il passatempo prediletto, al di là degli impegni nella comunità parrocchiale, era l’orto. Incluso quello di Mendatica dove ha vissuto un giorno più felice degli altri quando, con la figlia, il figlio, la moglie, i nipoti, ha potuto ‘inaugurare’ i lavori di una casa incompiuta della famiglia.

OMELIA E IL RICORDO DEL VESCOVO SUETTA – “Un grande amore – ha detto il vescovo –  passa sempre  attraverso  gesti piccoli, autentici, con quotidianità e perseveranza. Lo stile di vita che il signore gli ha dato come dono e vocazione. Il sigillo di  fedeltà ed obbedienza. E l’amore vero porta i segni della passione e della sofferenza. Quel sigillo che per Romano ha significato  la coincidenza,  nei giorni del Triduo pasquale, con il sacramento dell’Eucarestia, la lavanda dei piedi, il cammino di fede. Ognuno di noi che oggi  è qui a salutare Romano ha un ricordo. Per me è stato uno dei primi  in parrocchia e fino alla fine vicino al mio apostolato, Romano mi faceva sentire a casa. Lui che non esitava a fare un passo indietro alle tante occasioni in cui mi ha coinvolto. Era collaborativo e disponibile, dalle cose più semplici come il presepe, a fare il chierichetto all’altare o  accolito in tante altre esperienze ecclesiali.  Penso agli incontri prematrimoniali, ai gruppi di famiglia, alle Acli, alla comunità di San Vincenzo. Si prodigava senza mai togliere gli occhi alla sua casa, alla famiglia, era fiero di voi”.

Romano Floccia che ‘oggi salutiamo – ha proseguito il vescovo – lascia una testimonianza luminosa, coinvolgente, contagiosa. Romano che passa  da questo mondo al Padre con gli stessi passi che ha percorso nella vita, con una preparazione a questo incontro, con un privilegio che questo passaggio avvenga in modo candido, esemplare. Romano che nella fatica, nella sofferenza, nella malattia vedeva l’incontro con Dio. Romano persona disponibile, dolce, buona, ma ferma nelle sue convinzioni. Che sapeva dire una parola contraria quando non si trovava d’accordo e senza cedere. La mia gratitudine per averlo incontrato ed è la Pasqua più bella che ha vissuto nella sua esistenza, pur in un momento di dolore per una famiglia splendida”.

Il parroco del Collegiata dal settembre scorso, mons Ennio Bezzone, ha condiviso la partecipazione alle esequie di tanti fedeli, a dimostrazione  di quanto sia importante, per la comunità parrocchiale, l’eredità morale e cristiana che lascia Romano.  “Non lo dimenticheremo, pregheremo per lui e con lui. Siamo contenti che per la prima volta, da quando mi sono insediato, sia presente il vescovo Suetta e che ricevo con gioia”.

Dopo la morte il mondo continua. Il passato che  brucia  non potrà più essere ricostruito uguale. Romano è partito verso aldilà, perdiamo un testimone che ha attraversato gli anni più autentici della storia di Mendatica, senza retorica e pietismo. Chi crede o chi è ateo potrà convenire  che la dimensione dello spirito continuerà a sopravvivere, proseguire il viaggio eterno. Accade, dicevamo, in una società  alle prese, dicono sociologi, filosofi e studiosi dell’umanesimo, con risentimenti diffusi, aggressività, insofferenza, anzichè essere uniti nella collaborazione e nella solidarietà praticata. Odio quale patologia della volontà e della quotidianità. Con certa politica che aumenta, amplifica gli estremismi, fa leva sui ‘diversi’. Figli di un malcontento diffuso e popolare, soprattutto  da parte delle generazioni giovanili in una recrudescenza conflittuale di razze, disuguaglianze, di ricchezza e povertà, senza un ‘Progetto Paese‘.

L’abbraccio del notaio Franco Amadeo alla vedova Maria Rosa, in primo piano il figlio Gianfranco

Romano cittadino mite e laborioso, rispettoso del prossimo e dei doveri, sensibile, quasi timido, ma fiero dei valori; apparteneva ad una generazione che ha insegnato, con le virtù della vita, a non odiare, a rispettare ed amare. Non è un caso se la diletta figlia, il genero, i nipoti hanno abbracciato il cammino di Comunione e Liberazione, movimento cattolico laico fondato dal sacerdote Luigi Giussani, nel 1954, nell’ambiente studentesco, per tornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali. La fede vissuta nella comunione è il fondamento dell’autentica liberazione dell’uomo. Una proposta di educazione che non finisce ad una certa età, ma continua, perché sempre si rinnova e sempre si approfondisce. E così è il cristianesimo: un’avventura della vita, e non una “preparazione” alla vita.

Lungo il tragitto terreno di Romano Floccia è racchiusa l’identità di un paese, del suo e del nostro paese. Una ricchezza morale, umana, che pare destinata all’oblio quando l’ultimo mendaighino di quella generazione chiuderà gli occhi per sempre.

Luciano Corrado

Viewing all 726 articles
Browse latest View live