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Borghetto S. Spirito si prepara al S. Natalementre trionfa lo scotch di ridicoli polemisti

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Chissà se i tuttologi, copia e incolla di IVG, avranno ricevuto foto o segnalazioni della presenza a Borghetto S.Spirito del leghista del Sud Michele Marcianò, di recente già immortalato in Tv alla Scuola di informazione politica con Matteo Salvini. Visita diplomatica, di lavoro, soggiorno ? Chissà se la pungente e pragmatica minoranza consiliare, dopo l’egregia sconfitta elettorale, nella scaletta di attualità e priorità, avrà inserito, a nostra insaputa, argomenti di spessore politico, sociale e culturale. E se lo sfortunato Macron borghettino ogni tanto, dall’alto dell’opulenza e dei molteplici impegni di lavoro, si riserverà un angolino per l’autocritica, esatto contrario di autoreferenzialismo.

L’autentico Macron ha rivolto ai francesi, in rivolta, un esemplare ‘mea culpa’. A Borghetto la vera opera buona dopo aver perso l’occasione di un’amministrazione comunale unita e di salute pubblica, dovrebbero almeno recuperare affidando ad un super partes urbanista le decisione finale della soluzione del complesso ex Oleificio Roveraro, all’architetto genovese di fama internazionale Renzo Piano, nominato dal presidente Napolitano senatore a vita.

Non si perda questa preziosa opportunità che renderebbe l’amministrazione Canepa, il consiglio comunale, i cittadini di Borghetto finalmente fieri e credibili di uscire dal lungo tunnel della decadenza. Un futuro davvero migliore alla generazioni a venire e che passerà la storia. Non è il solo urbanista, è vero, ma Piano ha anche l’autorità morale, oltre ad essere uno di noi, un ligure che conosce la nostra storia sociale e culturale, i nostri errori. Piano che avevamo fortemente ‘sponsorizzato’ quando si trattava di concretizzare il nuovo piano urbanistico di Loano, con la scadenza del ‘piano Renacco‘, un illuminato che già nel 1966 (sindaco Felice Elice, democristiano, poi indipendente,  ricco fornitore di bordo, ceppo loanese  dei Genta – Elice) proponeva una strumento urbanistico e di pianificazione che precorreva i tempi, avrebbe sottratto Loano al ‘modello vincente’ della moltiplicazione speculativa da seconde case.

Voleva realizzare una sola area di palazzi, salvaguardare le principali area agricole, il vecchio borgo di Verzi e Borgo Castello. Erano contrari gli agricoltori, con il capopolo Giacomo Patrone, consigliere comunale socialista, misteriosamente uniti con il gruppo assai potente di costruttori edili che successivamente beneficeranno proprio dei terreni resi edificabili. Contrario Piero Maritano che è stato anche assessore socialdemocratico, all’epoca agricoltore con un fratello.

Loano che con Elice aveva ricevuto la pesante eredità di corso Europa, un fallimento durato 38 anni. Una colata di cemento con tantissime irregolarità, piani in più, negozi anzichè garage e box, volumi eccedenti, sopraelevazioni. Benchè in zona centrale e a ridosso del centro storico – salotto corso Europa selvaggiamente abbruttito non contribuisce a valorizzare gli immobili che hanno perso valore: difficile affittare nella selva di palazzoni, difficile vendere a prezzo remunerativo, le 4- 5 attività alberghiere stanno chiudendo  o diversificando una dopo l’altra. Con qualche anno di ritardo è la fotocopia della deflazione borghettina.

Chiudiamo questo capitolo loanese con una notizia in parte inedita ed istruttiva. Renzo Piano fece due o tre sopralluoghi, poi espresse una idea di massima. Quando si rese conto che il vento soffiava verso i soliti cementificatori (Palazzo Doria e dintorni) non ebbe difficoltà a rinunciare. Come è finita ? Loano ha di fatto perso il suo tessuto turistico di qualità (realtà generalizzata nelle Liguria cementificata), non è decollato  il decantatissimo piano alberghiero delle Vignasse (ormai bloccato da 25 anni), nessuno è più disposto ad investire in hotel tradizionali, al massimo un mix di residence ed alloggi da seconda casa. La stessa mega cittadella portuale, realizzata senza risparmi e che la pone tra le prime, se non la prima in Italia, di fatto non decolla nonostante le ottimistiche e sbandierate previsioni. E dopo il fallimento di chi l’ha realizzata (famiglia Ligresti siculo- lombarda),  se non fosse subentrato il colosso creditore Unipol – Sai saremmo già al crac, come accade per la Poseidon srl che ha costruito il mini porticciolo di Borghetto, ai confini con Loano. Gli eredi Murialdo di Ceriale (la vedova Ornella, le figlia Marina e Silvia) hanno alla fine scelto, due anni dopo l’inaugurazione, di presentare i libri contabili in tribunale con istanza di fallimento;o nominato curatore lo studio di commercialisti Botta di Savona.

L’inizio del precipizio  nel 2015 con i contrasti sorti per  160 mila euro di oneri di urbanizzazione di cui la società Poseidon chiedeva la restituzione al Comune. E quali siano stati i benefici per il commercio borghettino, levante incluso, lasciamolo testimoniare a chi svolge attività ed abita in quel quartiere. Se c’è un volontario vada a rileggersi la rassegna stampa, le dichiarazioni e previsioni  rosee di sindaci, assessori, esponenti politici. Si rilegga gli articoli che abbiamo scritto appena si parlò del progetto, le accuse di disfattismo che ci rivolgeva l’impresario Franco Murialdo – conosciuto ai tempi in cui era socio con il geom. Silvio Sarà, poi assessore comunale DC, persona retta, coerente e in vita, a lungo impegnato nella Caritas – e non solo.  All’epoca era in itinere un porticciolo anche Ceriale, sotto l’area del castello Borelli, nell’ambito di un progetto turistico di Murialdo (il gruppo dell’industriale Delle Piane di Savona entrò ed uscì), prima con hotel, poi scomparso. Infine il no della Regione, l’opposizione dei Balneari di Borghetto e Lega Ambiente.

Per la storia e la cronaca, a Borghetto come a Ceriale, ci siamo ritrovati  in schiacciante minoranza, messi all’indice dagli uni e dagli altri. Non c’entra l’orgoglio personale, semmai saper guardare un pochino oltre, senza troppa miopia socio economica, turistica ed urbanistica. E comunque resta una magra soddisfazione. Un politico direbbe: ‘avevamo ragione e non ci avete ascoltato’. Non è questa l’aspirazione di chi svolge il ruolo di giornalista. Non siamo alla ricerca di consenso e voti, semmai di credibilità, indipendenza, serietà professionale. Con tantissimi limiti, aiutati dalla memoria storica e dall’esperienza sul campo.

A BORGHETTO IL MARCHIO REGIONALE TOTI- RIXI – E’ pur vero che il centro destra arancione, marchio Toti – Rixi, non era interessato alla pia proposta di trucioli.it di presentare una lista unica, condivisa dai ‘quattro saggi’. In passato, a Laigueglia ed in altri sette piccoli Comuni del ponente ligure, aveva dato risultati positivi, mettendo al bando lacerazioni e dispute, beceri personalismi, che contribuiscono ad allontanare i cittadini dalla politica attiva e dal voto. Vedi la percentuale di affluenza alle urne: 60,51% nelle comunali del 2017, 63,72%  nelle precedenti,  Gianni Gandolfo eletto con il  39,1%, Giancarlo Canepa con il  53,14%, (1.267 voti); gli sconfitti con Giancarlo Maritano 27,39% (653 voti) e Pier Paolo Villa 19,46% (464 voti). E’ pure risaputo che le guerre  tra clan (non mafiosi, ma clientelari) servono a rafforzare il potere o la sopravvivenza pubblica dei soliti noti, a volte con qualche interesse materiale da tutelare o tonificare.

E’ inconfutabile il malcelato giochetto dei Totiani e Rixiani: io ti do….tu mi dai… per prendere e guadagnare tempo, indebolire, dividere. Ma almeno Maritano, medico di famiglia ed imprenditore della Sanità, e Villa tabaccaio e commerciante, potevano presentarsi uniti, con la collaborazione dei rispettivi ‘consigliori’. Anzi il professionista dell’Asl era di fatto un etero-pilota, il Macron di Borghetto avevano persino titolato i media, dopo una sua esternazione. Villa poteva contare invece su una piccola corte di strateghi ed ideologhi, sia all’estrema sinistra, sia a destra, con l’accorta attenzione della schiva consorte calizzanese.

Giancarlo Maritano medico e capogruppo consiliare In Cammino”

A parte la cocente delusione (i due personaggi, visto il loro passato, diciamo che ci hanno fatto il callo), era proprio l’occasione propizia di  suonare la tromba per rinfacciare ai rivali e al sindaco neofita Giancarlo Canepa una mini brutta figura a suo di  scotch ? Affidando la reprimenda ad un articolo di IVG che sarebbe stato letto da 12.569 persone dei 5o12 mila residenti (si presume dunque i parenti che abitano altrove, oltre a qualche navigatori della provincia e proprietari di seconde case), capace di ridicolizzare con un titolo da maestri del web e del disk. Con una simile messe  di lettori è garantita la vittoria a qualsiasi elezioni, se ne tenga conto.

Ecco il titololo di Ivg:….”Il Comune finisce lo scotch, niente manifesti per annunciare il consiglio comunale. Con l’amministrazione Canepa può capitare anche questo”. A lanciare la singolare provocazione sono i gruppi consiliari di minoranza “In Cammino” e “Liberiamo “.  “Che figura di m. “ripete da anni Striscia la Notizia grazie a quel tale direttore di nome Emilio Fede che dirigeva il telegiornale di Canale 5 (emittente berlusconiana). Scriveva IVG.it: “Un consiglio comunale di cui i cittadini sono tenuti all’oscuro per… mancanza di scotch? “

E i ‘soliti bene informati di IVG’ sussurrano che, presi da vergogna, sindaco, vice ed un assessore non sono usciti di casa per qualche giorno ed iI loro cellulari tempestati di ‘andatevene l’avete fatta

Pier Paolo Villa commerciante e capogruppo consiliare Liberiamo Borghetto”….. 

davvero grossa”. Forse la notizia ripresa dalle tv regionali e nazionali informate da un lancio dell’agenzia Ansa di cui è corrispondente per la provincia di Savona l’ottimo Andrea Chiovelli direttore di IVG.it (Il Vostro Giornale). E se fosse stata un’abile messinscena per promuovere (gratis) la cittadina turistica, con l’ausilio dei Rainisio boys, per una volta senza farsi pagare la copiosa pubblicità che tutti o quasi invidiano ?

Ci sia consentita una più semplice considerazione da osservatori, ormai nonnini, di ‘cose locali’. Ai consigli comunali, da levante a ponente, se non c’è all’ordine del giorno un ‘fattaccio’, tra i pubblico, ci son o i soliti ‘quattro gatti’.  Assenti corrispondenti  e collaboratori dei media locali (con rare eccezioni). Una testimonianza da giornalisti: non accadeva ai vecchi tempi. Guai per un corrispondente a perdere un consiglio, anzi dall’inizio alla fine. E si riunivano di sera, spesso i lavori  si protraevano fino all’alba. Guai a bucare uno scontro o risse sfiorate, una votazione galeotta per la giunta. Il voto a sorpresa di un transfuga.

Pare che a Borghetto all’ultimo consiglio comunale, orfano di manifesti, fossero presenti 5 ‘spettatori’. I capigruppo, Maritano e Villa, magari hanno partecipato, a nostra insaputa, a corsi di marketing. Così una notizia da breve o se volete nell’angolo delle ‘curiosità’,  è diventata una solenne dichiarazione (di biasimo) unitaria dei due gruppi consiliari e coram pupuli grazie a ‘Il Vostro giornale’.

Perchè trucioli, a sua volta,  non si mette la coda tra le gambe e tace ?  Non è con la burlesque che una forza politico amministrativa semina il grano che produce farina per pane e pasta quotidiana.  Per rendere fertile l’humus. Senza guardare la pagliuzza nell’occhio altrui, sarebbe utile sapere quante volte,  dopo le elezioni comunali di giugno 2017, si sono riuniti i candidati ed i simpatizzanti delle liste di Maritano e Villa. Dopo le cenette e pizze pre-elettorali di cui c’è traccia nella ‘discarica Facebook’,  in quali circostanze sono stati coinvolti, ascoltando pareri e suggerimenti, critiche, gli stessi candidati e cittadini di buona volontà. Fatti partecipi dei temi del consiglio comunale, o ancora facendo il punto del primo anno di amministrazione Canepa. A nostro avviso assai più producente e costruttivo che polemizzare, rinfacciare, ridicolizzare. Certo, pur sempre nel ruolo di ‘cane da guardia’, stesso compito della libera informazione, se batte un colpo.

Il mese scorso si è ‘celebrato’, con iniziative anche originali del Comune di Borghetto (a cui trucioli ha dato il massimo risalto), la giornata della ‘violenza alle donne’. Un argomento che ormai riguarda centinaia di migliaia di donne, non solo italiane, lo confermano le statistiche della civilissima e benestante Germania. Ebbene il sindaco Canepa ha doverosamente ricordato il femminicidio di Stefania Maritano, freddata da due colpi di pistola alla schiena, in villa a Loano, dal compagno di vita, un geometra, ex dipendente comunale nella città dei Doria, pare in preda alla gelosia. Stefania era vice sindaco a Borghetto nella giunta di Gianni Gandolfo che sarà sfiduciato, in seguito, da alcuni alleati, con l’arrivo del commissario prefettizio. Ogni anno i famigliari Maritano la ricordano, nell’anniversario, con una Messa e manifesti a lutto nel comprensorio loanese.

La villa sulle alture di Loano, in via Bulasce, sulla strada che conduce in frazione Verzi e dove si consumò la sconvolgente tragedia, inizialmente posta sotto sequestro dal tribunale nell’ambito di una causa civile conclusasi con transazione

Peccato si ignori il dramma, la sofferenza, la ‘violenza morale ed umana‘, a cui è sottoposta, dal giorno della tragedia, un’altra donna, ‘unica figlia dell’assassino. Lei innocente, incolpevole, che in gioventù non ha fatto ‘bella vita’; giudiziosa e rispettosa, ha privilegiato lo studio, l’impegno, il sacrificio, piuttosto che discoteca e compagnie.  Ed è stata proprio Stefania a darne atto. Non è colpa di Stefania se oggi la giovane si ritrova a ‘pagare’ la follia omicida del padre. Stefania con testamento notarile aveva voluto testimoniare affetto e rispetto nominandola unica erede della villa di via Bulasce (zona ville), realizzata con il convivente. Il dramma alla vigilia di programmate vacanze da trascorrere  in tre.

I famigliari di Stefania, nel loro lacerante ed incolmabile dolore (genitori e parenti stretti), hanno avviato una causa civile risarcitoria. Ignorata da Ivg.it ed altri media locale che hanno bravi collaboratori giornalisti a Palazzo di Giustizia a Savona. Come nessuno ha dato conto delle conclusioni dell’inchiesta giudiziaria e della perizia con l’epilogo scontato di ‘non luogo a procedere per morte del reo’. Ignorata la ‘ tortura’ di una giovane rimasta orfana di papà e choc difficile da guarire. Non interessa che la giovane ingegnere chiamata in causa per danni (materiali, morali, esistenziali) causati dal papà abbia dovuto rifondere un considerevole risarcimento rinunciando proprio alla villa ricevuta per lascito testamentario: valore di mercato tra 800 e un milione di euro. Non aveva altra scelta, se non resistere in giudizio ed affidarsi, se poteva, a luminari del diritto civile.

L’ermetico silenzio o disinteresse di chi ha il ‘dovere professionale’ di informare non crediamo dipenda da cause di forza maggiore. Ricordiamo una vicenda clamorosa, di cui conserviamo memoria e documenti. Un personaggio, notissimo in Riviera come artista ed imprenditore turistico di primo piano, una sera prese a schiaffi un giornalista pubblicista all’ingresso di una manifestazione all’aperto, perchè continuava a dare notizie su un ‘rapimento’ con riscatto che i giudici dichiararono fosse stato simulato e con tanto di calunnia nei confronti di persone arrestate e ‘riconosciute’ dal rapito. Le percosse al cronista culminarono in una transazione di 14 mila euro, oltre a spese legali, ma con l’obbligo che la notizia non venisse diffusa dai media. Il collega, quasi da presentimento, un giorno ci fece avere il ‘plico’ che documentava l’accordo e l’impegno. “Caro Luciano…. il giorno che dovessi mancare – scrisse – ti autorizzo a pubblicare o perlomeno se qualcuno provasse a mettere in dubbio la mia verità di quella sera ed il mio operato successivo, accettai anche perchè…..in banca avevo debiti….”.

La controversia del femminicidio a Loano si sarebbe conclusa con la transazione. Taciuta nelle cronache locali. Anzi, c’è chi aveva elogiato silenzio e rispetto. La rassegna stampa testimonia che già dopo 48 ore dal fattaccio era calato il sipario degli stessi media. Anche se non è la sola notizia borghettina- loanese che avrebbe meritato un approfondimento. Pensiamo a casi estremi trattati con la dovuta riservatezza dal Servizio sociale del Comune di Borghetto. Come la coppia di genitori borghettini (prima il marito, poi la moglie) che assuntori di droga, finiti in carcere in tempi diversi, colpiti dall’allontanamento dei figli (un ragazzo ed una ragazza minorenni) e la disperazione dei nonni, titolari di una delle più vecchie attività commerciali di Borghetto, ai quali i giudici non hanno dato l’affidamento causa l’età. Non sono le uniche situazioni che meriterebbero un impegno costante di sensibilizzazione. Un’informazione capillare ed educativa affinché la comunità sia motivata a costruire un futuro migliore, iniziando dalle fondamenta, dall’educazione dei figli, al mondo della scuola e del tempo libero.

E se la minoranza consiliare vuole rendersi protagonista di uno stimolo eclatante, vada ad incatenarsi una volta in settimana alla vecchia porta di ingresso dell’ex Oleificio Roveraro. Con un tabellone, come si era fatto per il vecchio e fatiscente ospedale San Paolo di Savona, accogliendo una nostra provocazione, in cui  veniva indicato, alla stregua di calendario, gli inesorabili giorni, mesi, anni di letargo. Si esponga un tatzebao col numeri dei negozi, delle attività, che cessano, gettano la spugna. Ci si incateni davanti al Municipio affinchè si abbia finalmente una data certa della conclusione, in Regione, dell’iter del Puc in attesa e promesso da anni. E se c’è bisogno di una rassegna stampa, con relativi dossier, delle troppe nefandezze e corresponsabilità di una Borghetto in ginocchio da anni, siamo disponibili. Non si dia tregua, ricorrendo a spettacolari iniziative, a chi non cura il decoro, il biglietto da visita: dalle aiuole, al verde pubblico, dall’illuminazione, alle buche, ai rattoppi, fino alla mancata privacy di chi si reca nella sede di Ponente Acque per problemi di bollette.

Ma per favore ! egregi consiglieri di minoranza, direbbe Ezio Greggio, occhio alla trave, lasciate perdere le pagliuzze !

Luciano Corrado

DA IVG.IT, 5 dicembre  29018, ore 17

Borghetto Santo Spirito. “Un consiglio comunale di cui i cittadini sono tenuti all’oscuro per… mancanza di scotch? Con l’amministrazione Canepa può capitare anche questo”. A lanciare la singolare provocazione sono i gruppi consiliari di minoranza “In Cammino” e “Liberiamo Borghetto”. Le opposizioni spiegano la loro battuta così: “Nei giorni che hanno preceduto l’ultimo consiglio comunale non abbiamo visto i manifesti che annunciano alla cittadinanza data, ora e ordine del giorno della seduta. Abbiamo chiesto al sindaco se l’affissione era stata effettuata come al solito; il primo cittadino prima (in consiglio) ci ha rassicurati, poi ha approfondito la questione e ha appurato che i manifesti non erano stati affissi. La motivazione? Il Comune non aveva a disposizione il nastro adesivo per assemblare i due fogli da cui doveva essere composto il manifesto”.

“Da tempo sosteniamo che l’amministrazione ingigantisca di fronte ai cittadini i problemi finanziari dell’Ente per non assumersi la responsabilità politica di tagli e mancati servizi e per far passare ogni cosa che viene fatta per un miracolo compiuto dagli eroi che compongono la giunta, ma questa vicenda ha davvero dell’incredibile – accusano le minoranze – Sappiamo che su certi capitoli l’unico verbo possibile è ‘tagliare’ mentre per altri settori i soldi si trovano sempre (abbiamo letto tutti della prossima sostituzione delle alberature esistenti in mezzo paese, con la piantumazione di 40 nuovi gelsi). Ma è davvero surreale il fatto che di fronte a un problema elementare come il reperimento di un rotolo di nastro adesivo il Comune si sia bloccato, venendo meno al preciso dovere istituzionale di informare i cittadini della seduta del consiglio comunale”.

“….IL MINI BUGIARDINO, BLOG DA 5 LETTORI, SI DIVERTE A SCRIVERE PANZANE SU BORGHETTO….

…. non è casuale se non è letto, non riceve comunicati stampa e per la rabbia insulta e diffama…ma fino a quando…?

Tre numeri fa trucioli.it  ha titolato: ” Borghetto S. Spirito se 40 non sono pochi. A ‘scuola’ di economia ‘targata Lega(vedi…….)

Tra le altre cose abbiamo scritto: “… L’assessora alle politiche sociali, forse non tutti lo sanno, è tra le poche tesserate che ha frequentato La Scuola di Formazione Politica della Lega. Scuola formativa che “mira  a trasmettere in modo approfondito e articolato la conoscenza del nostro sistema politico, amministrativo, economico e sociale”….

Un post su pagina di Facebook, con decine di visualizzazioni e condivisioni, ci ‘onora’ di alcuni passaggi che sopra citiamo nel titolo, in grassetto. In pratica i nostri ‘ammiratori’ sostengono che il vero nostro obiettivo è di ridicolizzare l’organizzatrice dell’evento (l’assessore rosa Cannonero) attribuendole la frequentazione dell’alta Scuola di formazione leghista. Vendicativi perchè il mini- mini blog non risultava tra i destinatari del comunicato stampa… né tra gli invitati. Trucioli.it già boicottato, con plauso, dalle minoranze consiliari di Borghetto, Loano e non solo….

QUESTE L’IMMAGINE in cui Ester Cannonero riceve il riconoscimento

Ester Cannonero riceve il riconoscimento dalla mani di Matteo Salvini  e da Armando Siri l’ideologo della Flat Tax. Ester e non diciamo nulla di esagerato a ritenere che ha le carte in regola per essere designata a candidata sindaco, tenuto conto che la Scuola di formazione politica è un ‘lasciapassare’ nelle cariche del partito e nel potere politico esterno. Magari fosse più frequentata da chi è chiamo ad amministrare la cosa pubblica

Nello stesso articolo un accenno al lontano passato quando a Borghetto arrivavano, per esibirsi nel ‘salone delle feste’, big della canzone italica come Claudio Villa, Domenico Modugno, Nilla Pizzi…oppure faceva una sosta dall’amico e compianto Marino Oddone il campionissimo  Gino Bartali.  Il post smentisce la circostanza con questa frase….“il giornalaio di trucioli vuole fare pubblicità al negozio Oddone... come ha già fatto in passato, dedicando un paio di articoli…e ripagato con merce gratis…..”

Ci hanno smascherato verrebbe da dire. Questa foto, per i nostri simpatici accoltellatori, è frutto di fotomontaggio.

Ginaccio Bartali, con la squadra, si è fermato per un abbraccio e una foto ricordo (dell’archivio di trucioli.it) con i coniugi Oddone, famigliari e lavoranti

 


Alassio e dintorni, patologia smemoratiPizzimbone era a fianco del procuratorechi fu regista? Solo trucioli pubblicò la foto.Silenzio per favore! Ora parla l’ambasciatore

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“Forse sono un ingenuo, forse un pirla, ma io non sapevo dei rapporti tra l’on. Pier Paolo Pizzimbone e Alassio Ambiente…”. Così l’ormai ex assessore dr.Rocco Invernizzi al termine del secondo interrogatorio quale indagato per concorso in abuso d’ufficio nel ‘rumentaio story 2018’. Forse non era un pirla chi il 30 aprile 2016  fece accomodare l’ignaro neo procuratore della Repubblica di Savona, Sandro Ausiello, in prima fila della platea, a fianco a Pizzimbone, già onorevole nelle liste di FI in Sicilia, lui savonese Doc, infanzia a Bergeggi, poi nell’imperiese, da ultimo ad Andora. Un passato e un presente con qualche fardello giudiziario (ora in carcere). Pizzimbone, figlio di un ingegnere del Comune di Savona, socio dell’Aimeri Srl,  cofondatore con il fratello della Biancamano Spa (quotata in borsa).

In tempi non lontani ebbe il coraggio di dichiarare ‘guerra aperta’ – accolto dal megafono dei media liguri – al dr. Filippo Maffeo, magistrato di origini loanesi, da giovane studente universitario consigliere comunale del gruppo DC, che nessuno hai mai potuto accusare di disonestà. Fu denunciato dall’imprenditore dei rifiuti urbani, con tanto di conferenza stampa, per violazione del segreto istruttorio; avrebbe ‘passato’ una notizia ad un giornalista imperiese che, registrato da Pizzimbone,  gli avrebbe rivelato la fonte, causando, sosteneva l’imprenditore, danni gravissimi al buon nome delle aziende di famiglia. Come abbiamo documentato la volta scorsa si trattava della ‘famigerata’ discarica di Ponticelli, sequestrata.

E’ il 30 aprile 2016, salone delle feste, convegni e mostre di Villanova d’Albenga, al centro della prima fila, accanto alla signora Casselli, l’allora procuratore capo della Repubblica di Savona, dr. Sandro Ausiello, alla sua destra l’ex on. Pier Paolo Pizzimbone, al suo fianco il maresciallo in pensione dell’Arma Giorgio Cucca, ultimo a ds della foto, il generale dei carabinieri Mauro Tornatore (foto Silvio Fasano)

Marcello Dell’Utri,  ex senatore di FI, in carcere per favoreggiamento mafioso, con i fratelli Pier Paolo e Giambattista Pizzimbone (foto archivio trucioli)

Pizzimbone, dopo l’arresto per le faccende alassine è tornato sotto i riflettori della cronaca con i revival: frequentazioni e prodezze, scalate e successi, salotti e amicizie, galanterie e politica, fino alla inedita soglia del Casinò di Sanremo dove avrebbe lasciato al gioco la presunta ‘mazzetta’ per l’affaire ‘Alassio Ambiente’, ovvero la società che ha vinto e gestisce l’appalto della N.U: di proprietà di quattro soci siciliani che avevano tanta fiducia nelle istituzioni locali (che magari la meritano) da aver scelto di rivolgersi all’Associazione antiracket dell’isola. Quella Sicilia dove il 30 ottobre scorso il presidente di Asia, altra associazione siciliana antiracket, con sede ad Aci Castello (Catania), è stato arrestato dalla Guardia di finanza. Si tratta di Salvatore Campo, accusato di falso ideologico e peculato, indagato anche per estorsione continuata. Secondo le indagini avrebbe taglieggiato vittime del racket che attraverso la sua associazione avevano richiesto accesso allo specifico fondo di solidarietà statale. Non è invece dello stesso stampo il presidente dell’Associazione al quale si sono rivolti i soci di Alassio Ambiente, come documenterebbe fino ad oggi l’attività investigativa coordinata dalla Procura della repubblica di Savona e affidata alla squadra mobile e Dia di Genova. Presidente che ha rivelato particolari sconcertanti sulle precauzioni messe in atto da Pizzimbone nel ‘caso Alassio’: faceva spogliare l’interlocutore (presunto) della mazzetta e il bacio dell’anello. Uno spaccato da film ben descritto in un articolo del Secolo a firma di Luca Rebagliati.

Una foto d’archivio: i fratelli Pizzimbone con il presidente del consiglio (allora) Berlusconi

Un passo indietro di due anni. Nell’aprile 2016  trucioli.it si ritrovò, solitario, a pubblicare la foto e darne notizia nel titolo di Pizzimbone seduto gomito a gomito con il procuratore della Repubblica, Ausiello, già procuratore aggiunto di Torino, magistrato di grande equilibro, stimato fuori e dentro il palazzo, uso ‘lavorar tacendo’. Con attestazioni ed elogi che si possono ascoltare ancora oggi dai testimoni più attendibili: i penalisti del foro di Savona e non solo.

In quella circostanza nel ‘salone delle feste’ di Villanova d’Albenga, affollato per la presentazione del libro (‘Nient’altro che la verità‘) di Giancarlo Caselli, procuratore capo in pensione e col quale Ausiello aveva lavorato, accadde un episodio con alcune stranezze di troppo. Trucioli titolava il 5 maggio 2016 (5 giorni dopo l’evento): “….Villanova, in prima fila Pier Paolo Pizzimbone, tra politici, autorità civili e militari, per il libro di Caselli “.  Perché nessun organo di informazione (quotidiani on line, blog, carta stampata, tanto meno l’onnipresente ed autorevole Ivg.it) fece ‘compagnia’ a trucioli ? Crediamo di non sbagliare, c’era il timore di mettere in cattiva luce il procuratore Ausiello. La nostra scelta, invece, lasciamo stare il coraggio, si basava sulla certezza che mai e poi mai una personalità della statura morale di Ausiello – procuratore capo di Savona dal novembre 2015 – se informato, avrebbe accettato passivamente di sedere a fianco, pur casualmente, del ‘personaggio’ quantomeno chiacchierato. Non eravamo in treno o su un autobus.  Pier Paolo Pizzimbone ne era ben consapevole ? Non facciamo un torto alla sua intelligenza. Al suo fianco destro aveva il maresciallo in pensione Giorgio Cucca. Si trovava nell’inferno di Nassiria il giorno della strage di militari e civili italiani, lui si salvò per essere andato di scorta  a interpreti. Ha lasciato l’arma a causa di un incidente stradale. In prima fila sedeva  Cristiano Cocola, capitano della Finanza della compagnia di Albenga; il sindaco di Ortovero, Andrea Delfino leghista. Sulla parte opposta la moglie di Caselli ed il generale di Brigata dell’Arma Mauro Tornatore. La Repubblica scriveva nel 2000: “Favoreggiamento della prostituzione. E’ questa l’accusa con cui la procura della Repubblica di Aosta ha indagato il tenente colonnello dei carabinieri Mauro Tornatore, 47 anni, già comandante del comando provinciale del capoluogo aostano e attuale responsabile del Nucleo di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Torino (dove operava anche Ausiello). Un’accusa, quella contro il tenente colonnello Tornatore, scaturita da alcune intercettazioni telefoniche registrate nel corso di un’indagine contro la prostituzione d’alto bordo…” Purtroppo per una pessima ‘abitudine’ si danno le notizie quando ‘esplodono’ e ci si dimentica del ‘come è finita’. Tenendo conto della carriera dell’ufficiale, difficile immaginare una sentenza di condanna.

La prima foto diffusa un anno dopo la costituzione di Politica per passione, oltre ad alassini e volti noti ci sono anche iscritti di altre località della provincia

Ebbene Pier Paolo Pizzimbone,  nel 2016, era già presidente dell’Associazione Politica per passione. L’attivismo era descritto in frequenti comunicati stampa che pervenivano ai cronisti locali. Costituita nel novembre 2015, il cofondatore Marco Melgrati dichiarava ad Alberto Sgarlato di SavonaNews. Alla domanda: Volendo tracciare un bilancio di questo primo anno di attività, quali sono state le battaglie più importanti?” Risposta: “Credo che un fatto importante sia stato l’acquisizione del gruppo Finale Ligure Viva, che ha lasciato il tavolo della maggioranza e si è federato con Politica per passione. Stiamo costruendo sul territorio una struttura di persone al di là e al di fuori dei partiti che vogliano essere parte attiva della politica, cosa che oggi non si riesce a fare all’interno dei partiti tradizionali, dove il peso delle persone viene meno, perché ormai si contano le persone solo quando servono, cioè subito prima delle elezioni. Non abbiamo ancora indetto il tesseramento che partirà a breve. Io credo che avremo dei numeri pesanti su tutta la provincia, da Varazze fino ad Andora, e quando presenteremo questi numeri credo che a qualcuno faremo un po’ paura. Ma noi non vogliamo fare paura a nessuno, vogliamo essere al servizio dell’area di centrodestra per gli obiettivi di governo nazionale e territoriale”.

E il 29 ottobre scorso l’ultimo comunicato stampa. Il Presidente Marco Melgrati: ” Il movimento sta crescendo in numero e qualità dei tesserati sul territorio. Dopo aver vinto le elezioni ad Alassio con il simbolo di Politica per passione, il cuore tricolore, il movimento si ritrova a Ceriale per discutere sulla campagna di tesseramento e di adesioni, che già allo stato sono significative, sia in termini numerici sia in termini di qualità degli iscritti, che comprendono molti amministratori della Provincia di Savona. Ritornare a parlare con il territorio, confrontarsi con la gente. Cosa che molti partiti del centrodestra, alla quale area il movimento appartiene, non fanno più da tempo,con i risultati negativi che si sono visti sul “campo”. Quando sul territorio si scelgono persone vicine alla gente e che hanno ben lavorato nel passato, non improvvisati o reduci da gestioni amministrative fallimentari, il risultato non può essere che positivo. Queste le linee guida del movimento che vede nel Sindaco di Alassio Marco Melgrati il Presidente e nell’On. Pierpaolo Pizzimbone il vicepresidente. A breve un altro incontro del Direttivo allargato per preparare una assemblea alla quale si chiederà a tutti gli iscritti di partecipare, in attesa di preparare le elezioni amministrative di primavera che vedranno al voto moltissimi Comuni della provincia di Savona”.

Alassio serate in allegria tra il sindaco, Pizzimbone ed il generale in congedo Giacomo Battaglia che ha sostituito nell’assessorato Rocco Invernizzi, ricoprendo già la carica di assessore con altre deleghe

Non ripubblichiamo materiale d’archivio per insinuare che l’Associazione era un tramite di Pizzimbone vice presidente per ‘affari loschi‘.  Anzi crediamo di non sbagliare ad escluderlo. Basterebbe l’elenco dei 30 procedimenti penali che hanno ‘accompagnato’ Melgrati da primo cittadino, da politico e privato cittadino’. E’ lui stesso a esibire il “mai condannato”. Pizzimbione frequentava non solo l’amico di vecchia data Melgrati; era abituale frequentatore del Palazzo Municipale. Anche altre persone, consiglieri comunali ed assessori, quote rosa, a quanto sembrerebbe, non erano imbarazzati dalla compagnia. E l’arresto, le accuse, le rivelazioni stampa devono aver lasciato increduli e sbigottiti molti.

Per un cronista non più ragazzino che ha scritto, negli anni, pure la Pizzimbone story,  perplessità ed interrogativi avrebbero consigliato maggiore prudenza nelle frequentazioni quantomeno da chi riveste incarichi e cariche pubbliche. Considerazioni di opportunità ed etica politica messe in soffitta dagli smemorati ? patologia che affligge vasti settori della comunità e a ben vedere gli stessi operatori dell’informazione. Almeno a livello locale e regionale, con qualche mosca bianca. Perchè basta leggere il materiale di qualche anno a questa parte, non una sola voce si è levata per dire: ma chi è il mio compagno di viaggio.

Serata al bar di Pizzimbone con le assessore  Mordente e Giannotta e la consigliera delegata Cassarino

Aver letto, nel corso degli anni, spregiudicati attacchi all’operato del giudice Maffeo (vedi la copiosa rassegna stampa, solo in parte pubblicata lo scorso numero) che si è occupato del penale e del civile, da sostituto procuratore a Savona ai tempi teardiani (anni ’80), all’esplosione e ragnatela di interessi attorno a lobby massoniche, non è rileggere Topolino. Rendersi conto, da vecchi del mestiere, che la ‘fratellanza massonica’ è più forte di allora, presente nei gangli della società civile: dalla Sanità, agli enti locali, dai partiti ad associazione elitarie, mondo delle professioni ed imprenditoriale, incluso qualche pensionato che ha raggiunto alti gradi e le stellette. Uniti dal legame della segretezza, dalla piovra (non mafiosa) dell’aiuto reciproco nella pubblica amministrazione, mondo bancario e creditizio,  commissioni, arbitrati, perizie, progetti di opere pubbliche, appalti, non depone per l’Italia della Legalità e dell’uguaglianza davanti agli uomini e davanti a Dio, se credenti.

Perchè, sorge spontaneo, l’accanimento verso Maffeo che ha retto, senza macchie, pur con possibili limiti, la Pretura di Albenga, poi a seguito di un’indagine penale ed intervento del Consiglio superiore della Magistratura (per vicende emerse quando era in servizio alla procura di Imperia) fu destinato in Toscana, quindi ritorno a Savona nell’ufficio del Gip dove si ritrovò ad essere messo alla gogna per un presunto ritardato arresto (gli atti documentano che non dipendeva da lui) e non è questo il momento di attingere all’archivio stampa. Anche se non si è più dato conto delle conclusioni. Come non si è letto della sorte di  una dozzina di denunce che il magistrato in pensione ha presentato nei confronti di giornalisti per diffamazione a mezzo stampa.

La militanza in ‘Politica per passione’ non pare si sia dotata di efficaci anticorpi. Non si può essere categorici, ci vogliono le sentenze per accertare la verità giudiziaria che non sempre corrisponde a quella reale. Ognuno si sceglie amici, compagni, compagne, decidere con chi sedersi a tavola, farsi fotografare, promozionare il proprio ruolo, con abbracci, mani e pacche sulle spalle. C’è chi si spinge  al ‘dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’. C’è chi grida allo scandalo per una foto, anche in questo caso commettendo un madornale errore  di accomunamento nel ‘tutti uguali, della stessa pasta‘. E’ opera dei forcaioli. Diverso il discorso dei garantisti. Noi da sempre sosteniamo che chi scende in politica attiva e ruoli pubblici deve essere come la moglie di Cesare. Abbiamo incontrato nel corso di 53 anni di giornalismo moltissimi sindaci, assessori, presidenti di Provincia e di Regione, parlamentari, che non hanno ricevuto neppure ‘avvisi di reato’. Altro che la cialtroneria: “oggi devi stare attento a cosa firmi, per un nonnulla  finisci nel registro degli indagati” che spesso si confonde con imputati.  E nel primo caso dovrebbe essere ferreo il segreto istruttorio, basta una querela, infatti, per far scattare l’iscrizione negli indagati.

La giunta comunale, con un comunicato stampa, ha paventato la possibilità, a secondo dell’esito dell’inchiesta, di costituirsi parte civile. Altri potranno sempre dire, a cominciare dal dr. Rocco Invernizzi, ma io il Pizzimbone l’ho conosciuto per il tramite del suo amico MelgratiInvernizzi che, come ha sempre fatto Melgrati, si è affidato all’avv. Franco Vazio, deputato del Pd. E il sindaco che potrebbe sentirsi tradito dalla fiducia riposta. Anche se l’assidua frequentazione degli uffici comunali, con probabile visione di pratiche e documentazione sequestrata nella casa di Andora, dimostra già un ‘passo falso’. Come si sono giustificati, a loro volta, i funzionari del Comune competenti, il segretario comunale ? Comunque vada a finire sotto il profilo penale, va detto che non siamo in presenza del miglior biglietto da visita per chi fa politica per passione.  Alassio lo meritava ? Forse si, la politica e dintorni non si è ancora rinnovata.  Luciano Corrado

La prima fila con un apparente imbarazzo, o forse no, del procuratore Ausiello, mentre confabulano Pizzimbone ed il maresciallo Cucca. Per il sindaco di Albenga, avv. Giorgio Cangiano la seconda fila

L’ex procuratore di Torino e magistrato per anni impegnato nella lotta alla mafia anche in Sicilia, viene intervistato dal giornalista Daniela La Corte, al tavolo il sindaco Piero Ballestra, il dirigente scolastico prof. Riccardo Badino che è stato sindaco (con intimidazioni e danneggiamenti) a Borghetto S. Spirito dal 1991 al 1997.

IL SETTIMANALE ‘PANORAMA’ GIA’ DELLA MONDATORI DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI DA ULTIMO  PASSATO AL GRUPPO LA VERITA’ SRL, SOCIETA’ DELL’OMONIMO QUOTIDIANO DIRETTO DA MAURIZIO BEL PIETRO DAL 2018. IN PRECEDENZA LA DIREZIONE ERA DI GIORGIO MULE’ PARACADUTATO A IMPERIA DOVE E’ STATO ELETTO DEPUTATO CON FORZA ITALIA

TRUCIOLI AVEVA PUBBLICATO IL 14 GIUGNO 2018 (VEDI…..) UN SERVIZIO IN ESCLUSIVA: ALASSIO DA NON CREDERE, ALL’ASTA DEL TRIBUNALE TESORO IMMOBILIARE DI S. E. NUNZIO D’ANGERI. PREZZO BASE 2 MILIONI 377 MILA  EURO, FRONTE MARE.  (abbiamo raggiunto il record storico di 111.997 visualizzazioni, per un mini blog senza pretese, né sponsor, un piccolo risultato editoriale). E ORA L’INTERVISTA CHE IN PARTE RISCRIVE DICHIARAZIONI  PER NULLA INEDITE. SEMMAI L’ANNUNCIO: D’ANGERI NON E’ TRAMONTATO, ECCOMI

 

Albenga: cronisti, sciacalli, copia & incollaDopo quattro querele per diffamazionele scuse di Ciangherotti alla famiglia Costa

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Vale la pena ricostruire i fatti, rileggendo i punti salienti della presunta diffamazione  (o disinformazione) ai danni di una storica e stimata famiglia di Albenga’: l’avv. Cosimo Costa, la moglie Josepha, il figlio Camillo. Vittime di vigliaccherie ? Tra superficialità giornalistiche e accanimento politico. Protagonista il consigliere Eraldo Ciangherotti in un alone di masochismo che non ha precedenti contro il casato dei Costa, albenganese da secoli e che di momenti difficili ne ha superati tanti.

Ancora il 19 luglio IVG.it 2018, in rete dalle 13,39  (il giornale on line da 60 mila ‘lettori’ come ci tiene a far sapere l’editore Rainisio) scriveva: “Dopo la denuncia (sic! ndr) del consigliere forzista, che aveva avanzato il sospetto che alcuni reperti di Palazzo Peloso Cepolla, gestito dall’Istituto di Studi Liguri.., fossero stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione…, con chiaro riferimento alla famiglia Costa“.

Ne scaturì una querela per diffamazione, anzi la quarta nei confronti di Ciangherotti.  La famiglia Costa, interpellata da trucioli.it, ritiene che non sia il momento di rilasciare dichiarazioni e precisa soltanto: “Non abbiamo rimesso nessuna querela, dunque nessun accordo”.

L’avvocato Cosimo Costa e la moglie dr.ssa Josepha Restagno, benemeriti albenganesi, in un giorno felice

La settimana scorsa, pare venerdì, l’avv. Cosimo Costa e lo stesso Ciangherotti  sono stati visti nella sede della caserma dei carabinieri. Convocati e interrogati, si presume, su mandato del Pm dr. GB Ferro. L’iter della querela prevede l’interrogatorio e tentativo di conciliazione. Qualora non abbia buon fine il magistrato inquirente decide se chiedere il rinvio a giudizio, oppure l’archiviazione alla quale può opporsi la parte lesa; sarà il Gip del tribunale, a quel punto, a dire l’ultima parola. Si va a sentenza o al proscioglimento con la possibilità di fare opposizione fino alla Cassazione.

Accade che il lunedì successivo, si legga su IVG:” Albenga, querelle Ciangherotti – famiglia Costa. Il consigliere: ” Mi scuso per tutto sperando di far pace”.“Mai pensato che i Costa si fossero impadroniti degli antichi vasi, ho sollevato il dubbio fossero stati trafugati da ignoti”.  Pace fatta, sembrerebbe. Le sobrie parole dei Costa non lasciano dubbi. Stando così le cose la giustizia faccia il suo corso. Certo è singolare la sortita pacifista di un querelato che di prassi e non solo concorda (tra i rispettivi legali) l’eventuale testo di una rettifica. Visto che non si sta giocando a tombola.

Nell’ultimo fuoco d’artificio di accuse (reperti spariti… intervento dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova), può essere invocato il diritto di cronaca e di critica ? con l’uso dell’ascia di guerra da parte di un politico rampante che, da leader, studia anche da sindaco e che almeno un paio di volte in settimana conquista il pulpito  ‘copia e incolla’ di Ivg.it (Il Vostro Giornale). Bisogna riconoscere che Ciangherotti non usa l’arma delle veline anonime, non fa parte dei sciacalli che pure non mancano e rimproverano trucioli di cestinare e tacere. Nella attività giornalistica capita di ricevere notizie improntate al sciacallaggio contro Tizio e Caio, senza fornire peraltro la minima prova. Nel caso Ciangherotti – Costa, il consigliere comunale si è sempre mosso attaccando, senza che i Costa siano stati parte attiva. Ovvero hanno subito o perlomeno sul loro operato l’amministratore pubblico avrebbe riscontrato motivo di accuse e contestazioni. Non da oggi l’avvocato Costa ricorda agli amici di non aver mai avuto occasione di incontrare Ciangherotti, di non averlo mai cercato. “Non capisco perchè la mia famiglia sia sempre nel mirino e le querele restano l’unica nostra difesa, troppo semplice infangare e poi pretendere il colpo di spugna con un articolo di scuse  neppure concordato – sarebbe  l’ultimo sfogo dell’anziano gran signore del foro savonese e presidente dell’Istituto di Studi Liguri.

Non è il caso di spulciare sentenze della Cassazione in materia di diffamazione, i limiti della critica politica, della veridicità, della continenza. Semmai stigmatizzare chi persiste nell’offesa all’onestà, al buon nome dei Costa e al loro operato con l’Istituto di Studi Liguri. Ciangherotti (e IVG da autoparlante) ha fatto una scelta di campo conquistandosi quattro querele. Tre dall’avv. Costa, 90 anni il 17 marzo scorso, l’uomo più pacifico, meno litigioso o arrogante che un cronista possa conoscere. Costa con un limpido passato di consigliere comunale del Pli, nel marzo 2017, ha ricevuto il Premio Nazionale “Francesco de Sanctis-Una vita per la cultura”, consegnato dal professor Pier Franco Quaglieni, presidente della Giuria del Premio, nell’Aula del Consiglio Comunale di Albenga. Stesso riconoscimento alla dr.ssa Josepha Restagno Costa. Il marito è Presidente dell’Istituto Internazionale di studi Liguri e della sezione ingauna.

L’11 luglio sui media era veniva data notizia dall’avv. Costa, quale presidente dell’Istituto, che: “In data odierna i consiglieri comunali Eraldo Ciangherotti, Ginetta Perrone, Cristina Porro e Massimiliano Nucera si sono introdotti abusivamente nella sede della Sezione Ingauna dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri forzandone la porta di accesso secondaria collegata al Museo Navale e facendo scattare l’allarme antintrusione presente a salvaguardia dei beni, reperti e materiali conservati in essa….Preso atto delle successive dichiarazioni dei quattro consiglieri riguardo il sospetto che siano stati “trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione” …poiché tali affermazioni si manifestano palesemente false e i comportamenti di inescusabile gravità si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”.

Un’altra querela è stata presentata, per quel poco che trapela, anche da Camillo, figlio dei  coniugi Costa.

Se Eraldo Ciangherotti di cui nessuno pare metta in dubbio l’onestà, semmai un eccesso di protagonismo, di esibizionismo e  ricerca di visibilità, oggi primo verbo di molti politici locali, regionali e nazionali,  nutriva dubbi e fondati sospetti, nel ruolo di privato cittadino e di consigliere comunale di minoranza, la ‘denuncia’ avrebbe dovuto farla prima all’autorità giudiziaria. Oppure presentare un’interpellanza urgente da discutere a porte chiuse poiché sono in ballo, a quanto si è letto, nomi e cognomi. Mai si dovrebbe, in anteprima, ricorrere al metodo del ‘fango megafono’ via web, mass media, strumento devastante, anche insinuando il sospetto. Ma basta rileggere il materiale pubblicato per farsi un’idea dell’uso di bombe mediatiche, attraverso il più diffuso e popolare strumento di informazione.

L’attivismo politico dello scalatore di montagne russe Ciangherotti, diligente ed assiduo collaboratore dell’Avvenire (quotidiano della Conferenza episcopale italiana) cavalca  solitamente interventi dirompenti e scontro frontale con chi siede in maggioranza. Più fanno rumore, raggiungono il bersaglio, suscitano reazioni, più sale il tono della polemica. C’è tuttavia un limite da Stato democratico, di regole legali, civili e aggiungiamo moderazione soprattutto per chi ricopre un  incarico pubblico e ci si attenderebbe buon senso, rigore ma anche rispetto verso il prossimo. In un’Italia da troppi anni in ginocchio e fanalino di coda nella legalità, nella disuguaglianza sociale, nell’evasione fiscale, nella criminalità mafiosa. Con i cittadini nauseati da certa classe politica litigiosa ed inconcludente, mediocre. Con il mortificante spettacolo dei tumulti alla Camera e al Senato, gli estremismi parolai, l’ignoranza del galateo.

Un momento di frivolo tra il sindaco e il tranciatore Ciangherotti

Ciangherotti, affermato medico dentista ad Albenga e con studio a Genova, porta avanti le sue battaglie per ‘screditare’ anche uno tra i sindaci più specchiati e preparati che abbia avuto Albenga. Basta rileggere la sequenza, negli anni, di copia e incolla del ‘Ciangherotti pensiero’, il pollice giù per chi amministra la città, paragonandola spesso alle peggiori città sudiste, con una giunta di incapaci ed inetti e che fa solo danni alla comunità, alla sua economia e ne pregiudica il futuro.

I bersagliati, a loro volta, anzichè ignorare (escluse diffamazione e attività calunniose) reagiscono  a suon di ‘copia e incolla’. Magari, come capita di leggere, fanno a gara a chi è più efficace a ridicolizzare o ironizzare. Seguiti dalle tribù di facebook, dai condividi, dai giudizi lapidari. Ogni tanto qualche commentatore sopra le righe finisce sul banco degli imputati, o si salva pagando un risarcimento e le spese legali. Quasi sempre, soprattutto quando c’è di mezzo il processo civile, non si hanno mai notizie, mentre sarebbe materia di insegnamento ed informazione.

Deve esserci un limite, un confine a chi ha vocazione a privilegiare la retorica estremistica, politicamente talebana, piuttosto che l’approfondimento, la memoria storica di fatti, circostanze e vita delle persone. L’elettorato moderato, quello che magari non scende in piazza e non urla, un tempo era chiamato ‘maggioranza silenziosa’, da che parte sta ? Si può pensare di vincere sottraendo consensi alla giunta Cangiano  facendo la gara al quoziente articoli pubblicati ? IVG crede di educare alla critica costruttiva, all’informazione che mira ad approfondire,  sviscerare, documentare, confrontare, piuttosto che delegittimare l’avversario a suon di copia e incolla.

Abbiamo già l’esempio nauseante di chi va al potere o si alterna. Si rimprovera ai predecessori tutte le colpe possibili, la responsabilità di questa o quella scelta. Insomma mai niente di buono, anzi per fortuna che sono arrivati i nuovi ‘salvatori’. Per la serie ‘tutti uguali’ ? Abbiamo di fronte una società dove prosperano i ‘forconi’ alla Salvini che fa proseliti nella pancia del paese e non sempre ha torto; abbiamo troppo spesso a che fare  con il giustificazionismo sempre e comunque, vedi la violenza negli stadi, fomentata da certe trasmissioni televisive di esaltazione al tifo. Troppo spesso, nel nostro Paese civile, si camuffa la critica col dileggio. Si fa giornalismo borderline per la lotta politica ed attaccare gli avversari.

La famiglia Costa non ha bisogno di cronisti difensori. Ha reso noto subito dopo gli ultimi attacchi diffamatori:…che di fronte ad affermazioni che si manifestano palesemente false e a comportamenti di inescusabile gravità, si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”.  E nulla era mai trapelato sull’esistenza di altre tre denunce querela, presentate senza l’ausilio di megafoni. A chi giova esasperare gli animi con continue risse verbali e un giornalismo becero che appaga i ‘lettori’ ed educa i lettori a suon di veline. Forse il 90 per cento della sua produzione giornalistica quotidiana, cronaca nera a parte, dove peraltro parlano quasi sempre solo i comunicati (o altre veline) di forze dell’ordine. Chi l’ha provato, come vittima o testimone, anche per un incidente stradale, ne sa qualcosa. (luciano corrado)

LA VIGILIA DI NATALE IVG.IT HA TITOLATO E PUBBLICATO

Albenga, querelle Ciangherotti – famiglia Costa. Il consigliere: ” Mi scuso per tutto sperando di far pace”.

“Mai pensato che i Costa si fossero impadroniti degli antichi vasi, ho sollevato il dubbio fossero stati trafugati da ignoti”

Albenga. Arriva il Natale e, come si suol dire, “si è tutti più buoni”. Funziona così anche ad Albenga, dove il consigliere comunale di Forza Italia Eraldo Ciangherotti ha deciso di “seppellire l’ascia di guerra” e di archiviare la querelle che lo ha visto protagonista per svariati mesi insieme alla famiglia Costa. “E’ Natale, siamo tutti più buoni, – ha esordito lo stesso amministratore albenganese. – Come molti sanno, tra la primavera e l’estate scorsa, ho avuto un duro scontro con la famiglia Costa sugli antichi vasi della farmacia di Albenga, sulla gestione di Palazzo Peloso Cepolla, su come il Museo Navale sia valorizzato. Battaglia che, per me, era solamente politica, nulla di personale nei confronti dell’avvocato Cosimo Costa, presidente dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, nè della moglie Josepha, insigne storica, nè del figlio Camillo, Ispettore onorario dei beni culturali per il ministero”.

“La famiglia Costa, come si sa, aveva annunciato di querelarmi e nei giorni scorsi mi è stato imposto di scusarmi con la famiglia Costa, cosa che non solo faccio volentieri, ma che avevo già deciso di fare in autonomia, proprio perchè, da cattolico, non voglio avere, soprattutto, a Natale, nessuna “lite in corso”. Non ho mai pensato, ne tanto meno detto o scritto, che la famiglia Costa si fosse impadronita degli antichi vasi, ho solamente sollevato il dubbio che i vasi fossero stati trafugati da ignoti, non certamente da Cosimo Costa o dai suoi famigliari, i cui meriti per la custodia della cultura di Albenga sono riconosciuti da tutti”.

“Mi scuso anche per ‘l’intrusione’, non voluta, negli uffici dell’Istituto in Palazzo Peloso Cepolla, stavo solamente, assieme ad altri consiglieri comunali, verificando quel che succedeva in un bene, per lascito, di proprietà comunale gestito, sempre per lascito, da uno dei più prestigiosi Istituti culturali della Regione. Mi scuso per tutto, insomma, sperando con questa di fare pace con la famiglia Costa e che si possa, da una serie di equivoci, sviluppare un progetto ambizioso per valorizzare sempre di più l’enorme patrimonio storico e culturale di Albenga”, ha concluso Ciangherotti.

IL 19 LUGLIO 2018 IVG. SCRIVEVA

ALBENGA, DIATRIBA CIANGHEROTTI – COSTA. INTERVENE LA SOPRINTENDENZA: NESSUN REPERTO TRAFUGATO DA PALAZZO CEPOLLA”

Il consigliere aveva avanzato sospetti sulla “sparizione di beni dello Stato”, fugati dai controlli della Soprintendenza

Albenga. La querelle nata tra il consigliere di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e l’Istituto di studi liguri (la famiglia Costa) si arricchisce di una nuova “puntata”, che potrebbe però essere decisiva per far rientrare definitivamente le polemiche. Dopo la denuncia del consigliere forzista, che aveva avanzato il sospetto che alcuni reperti di Palazzo Peloso Cepolla, gestito dall’Istituto di Studi Liguri, “fossero stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione”, con chiaro riferimento appunto alla famiglia Costa.

E, dopo un blitz nello storico palazzo ingauno, messo in atto dallo stesso Ciangherotti insieme agli altri consiglieri di minoranza, la situazione era stata denunciata al comando regionale dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, con tanto di richiesta di intervento rivolta ai parlamentari liguri presso il Governo italiano.Una diatriba che non ha lasciato indifferente la Soprintendenza ai Beni Culturali della Liguria, che ha deciso di svolgere un controllo per verificare la situazione. E dalle verifiche svolte è risultato che “nessun reperto dell’età preistorica, anfore o vaso dell’antica farmacia è stato trafugato da palazzo Peloso Cepolla”.

Una conferma, dunque, di quanto sostenuto dalla famiglia Costa, e una notizia positiva per l’amministrazione comunale che, ormai da tempo, sta portando avanti importanti tavoli di discussione insieme alla stessa Soprintendenza, all’istituto di Studi Liguri e alla Fondazione Oddi per cercare di implementare turismo e cultura all’ombra delle torri ingaune.

“Sono stato il primo a sollecitare questo controllo, ma non avevo alcun dubbio sul fatto che i reperti fossero al loro posto, – ha spiegato il sindaco Giorgio Cangiano. – In questa fase, quasi epocale per Albenga, in relazione ai risultati che la città potrebbe ottenere dal punto di vista culturale e turistico, mi sembra assurdo creare polemiche anche quando, come in questo caso, non ve ne sia il bisogno. Non è il momento di dividersi e creare spaccature ma di procedere nella stessa direzione per raggiungere importanti risultati”.

“Con Soprintendenza, Istituto di Studi Liguri e Fondazione Oddi stiamo portando avanti diversi tavoli con obiettivi importanti, chiari e precisi: la realizzazione di un museo unico in città, con sede a Palazzo Oddo e di un centro di archeologia subacquea a palazzo Cepolla. Recentemente, inoltre, la Soprintendenza ha ottenuto importanti finanziamenti dal Ministero e ha già annunciato di volerli investire per realizzare il centro di archeologia, che diventerebbe così un punto di riferimento a livello nazionale, in primis per studiosi e universitari”.

L’11 LUGLIO 2018 IVG.IT

…….Dopo il blitz da loro effettuato questa mattina a Palazzo Peloso-Cepolla, i quattro consiglieri di minoranza hanno attaccato duramente, avanzando il sospetto che “siano stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione”.

….Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie i membri della famiglia Costa che, nel pomeriggio, hanno risposto per le rime, accusando a loro volta i consiglierei di “essere entrati abusivamente nel palazzo ingauno” e annunciando “querele e denunce”. “In data odierna i consiglieri comunali Eraldo Ciangherotti, Ginetta Perrone, Cristina Porro e Massimiliano Nucera si sono introdotti abusivamente nella sede della sezione ingauna dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri forzandone la porta di accesso secondaria collegata al Museo Navale e facendo scattare l’allarme antintrusione presente a salvaguardia dei beni, reperti e materiali conservati in essa”, si legge nella nota diramata dai Costa.

“Preso atto delle successive dichiarazioni dei quattro consiglieri riguardo il sospetto che siano stati ‘trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione’ poiché tali affermazioni si manifestano palesemente false e i comportamenti di inescusabile gravità si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”, hanno concluso dalla famiglia Costa.

 

 

 

 

Noli: forche caudine in Fondazione BruzzoneIncredibile odissea tra burocrati e zone grigiela sorte inedita dell’ex pensione Letizia dopo la morte di fratello e sorella e beni a Ceriale

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L’ex pensione Letizia, a ponente di Noli, 10 camere, 5 con bagno, era l’unico albergo della Riviera savonese che offriva un suo stabilimento balneare (Letizia, 74 cabine) collegato da un sottopasso privato all’Aurelia. L’immobile e la spiaggia in concessione, appartenevano ad Antonio e Caterina Bruzzone, proprietari di altri beni in città (appartamenti e magazzini) e di un  mega camping, sul mare, a Ceriale: Tempo d’Estate, ora di proprietà di Franco Fresia con un importante progetto di valorizzazione dell’area. La Fondazione Bruzzone si è via via spogliata delle proprietà – non sono mancate le controversie legali con nipoti – ma l’edificio alberghiero è preda della macchina infernale della burocrazia e dell’impotenza, meno nota, della politica. Con aspetti sorprendenti, persino clamorosi, che meriterebbero la ribalta e talk show  (‘Non è l’Arena’) di Massimo Giletti o un approfondimento della squadra de La 7 di Corrado Formigli.

Nel ‘calderone’ si può trovare di tutto o quasi (non ci occupiamo, bene precisarlo, di reati), semmai dell’arena del Bel Paese dove tanti cittadini non chiedono favori, deroghe, varianti edilizie, privilegi da ‘amici degli amici’. Non vorrebbero essere schiacciati, penalizzati nei loro diritti dalle interpretazioni di leggi, direttive, rimpalli di competenze e responsabilità, attese di mesi e anni, risposte ora fumose, ora stridenti, intanto tutti tacciono. Un insulto, si direbbe se le cose stanno così, al buon senso, a chi si trova indifeso di fronte a prepotenze di dirigenti e funzionari, a quella politica incapace, inconcludente, e spesso alleata nella pratica dei bastoni tra le ruote, forte del silenzio tombale.

Se il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, galantuomo alla Pertini, seppure meno schietto e irruento, ripete che tutti si devono impegnare per rendere migliore la società, ebbene il dovere di contrastare e debellare lungaggini e arbitri borderline, scoperchiare, è compito dell’informazione, del giornalista. Alla scoperta, se ce ne fosse bisogno, di quella Liguria  ‘segreta’ o ‘secretata’ dove prevale il timore di apparire, esporsi. Magari  senza risultati. Poi è risaputo, passata la tempesta mediatica, quanto sia raro l’esercizio di memoria: ‘come sia andata a finire’.

La zona di Noli, con il complesso Le Terrazze. L’ex pensione Letizia è il piccolo edificio che si trova subito dopo la casa con le persiane azzurre

LA CRONISTORIA – La pensione Letizia è nata ristrutturando una villetta del primo ‘900. I lavori di ampliamento nel 1958 che non possono essere accomunati al ‘sacco’ della speculazione edilizia. Si pensi che il progetto originario, approvato dal Comune, prevedeva anche la realizzazione di un quarto e quinto piano ancora più spazioso, con  terrazzo panoramico. L’attività alberghiera cessa nei primi anni ’80 come documenta l’Annuario alberghi della Provincia di Savona. I fratelli Bruzzone, nolesi, non hanno mai voluto fare il passo più lungo della gamba, o meglio rischiare. E non erano ancora gli anni dei finanziamenti regionali, a pioggia, per ampliare e ristrutturare esercizi ricettivi. Negli anni ’60 i Bruzzone acquisiscono pure un campeggio sul mare a Ceriale.

LA FONDAZIONE  – Venuto a mancare Antonio, la sorella non avendo eredi diretti e non volendo, pare, lasciare beni a parenti con cui era in contrastato, scelse di dare vita, nel 2004, alla Fondazione Bruzzone, riconosciuta dal Ministero dell’Interno, mettendo a frutto  tutte le proprietà immobiliari e non (vedi spiaggia,

L’ex pensione Letizia è il primo edificio che si vede prima dei palazzoni ed ha un sottopasso diretto sulla spiaggia

campeggio).  L’atto notarile è stipulato davanti ad un notaio di Savigliano che ha anche il ruolo di presidente. Motivo della scelta fuori provincia, era tra i clienti affezionati di pensione Letizia e dello stabilimento balneare. Quando la buona clientela prenotava almeno per uno due mesi di vacanza. Per quanto si sa, la Fondazione aveva un patrimonio notevole, ma Caterina si era esposta con un paio di banche. Ed ecco che la Fondazione mette a frutto le prime vendite dopo aver ripristinato alcuni magazzini in centro città e venduti come garage. Il denaro ricavato è  destinato a ripagare i prestiti.

C’è da dire che l’immobile pensione Letizia  non era interamente di proprietà della Fondazione, al di là delle controversie legali, una parte è finito ai nipoti con una suddivisione del 50 %, parrebbe, con i Bagni ed il campeggio di Ceriale. Dopo una stima del valore si è raggiunto l’accordo – transazione che alla Fondazione rimanesse per intero la proprietà della pensione e la concessione demaniale che, dopo diversi bagnini, è ora affidata ad una famiglia di romeni. Nel contempo il campeggio Tempo d’Estate è stato acquistato dall’imprenditore  edile Franco Fresia, lo stesso che ha comprato, a Savona, gli ex cantieri Solimano e da 10 anni è bloccato tra tira e molla con l’amministrazione comunale.

L’arch. Andrea Canziani della Soprintendeza della Liguria

IL BANDO  – E’ 2010, secondo mandato del sindaco Ambrogio Repetto, quando il Comune vara un bando  per valutare le richieste di trasformazione residenziale di strutture alberghiere. La Regione, a sua volta, emana una legge alberghiera, conosciuta col nome dell’assessore Ruggeri e che raccoglie il plauso  del centro destra. La Fondazione Bruzzone incarica  un progettista per la demolizione e ricostruzione dell’edificio in disuso ed abbandonato. Esce anche la legge del Piano Casa, per aumenti volumetrici fino al 35% per edifici fino a 1500 mc.  Inizia l’iter tra Comune, Regione e Provincia. Siamo in zona vincolata sostengono tutti gli uffici pubblici all’unisono. Il ruolo di deus ex macchina lo assume, in presenza di vincoli, la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio ligure.

L’architetto Bruno Bianco di Torino, già docente all’Urbanistica per 40 anni al Politecnico di Torino, esperienza in piani regolatori, pare dopo un’attesa di 6 mesi (c’è poco da commentare) viene ricevuto alla Soprintendenza dal dirigente arch. Andrea Canziani. Il funzionario sembrerebbe avere a cuore il fazzoletto verde ed alberato. Chiede un ‘rende-ring’. L’elaborato viene ripresentato dopo 6 mesi, ridotta la parte interrata, risistemato il verde. Ancora troppo impattante ? Il Comune non sembra affatto disposto a dare il suo benestare. Chi fa l’operazione, del resto, non può investire sapendo già di rimetterci. Ragionamento che ai funzionari e alla politica importa un fico secco, problemi vostri. Altro progetto che forse incontra il gradimento del Comune, riducendo il volume al 12% e versando, come premessa all’operazione, una cauzione.

Se in via Belvedere, se nella ristrutturazione del Castello, l’arch. Canziani si attira più di una critica, questa volta, per la villetta con ampliamento, non si fanno eccezioni che poi, vedremo, tali non sono. Anzi. Il dirigente statale  ha un solo obiettivo: “a me interessa la tutela del paesaggio”. E come la mettiamo, si potrebbe chiedere, con quel progetto (accolto) che prevedeva di costruire un muraglione alto 15 metri all’imbocco della galleria quale variante all’Aurelia ? A questo punto accetta di parlare e chiarire, per trucioli.it, l’arch. Bianco. “Ho deciso di rifare e rivedere ancora una volta il progetto, secondo le indicazioni degli interlocutori tecnici. Scopro, con immaginabile sorpresa e stupore,  che sul sito della Provincia di Savona, della Regione Liguria e del Ministero, il vincolo riguarda solo il sedime dell’Aurelia. Faccio presente la circostanza all’arch. Canziani e mi risponde che la Soprintendenza applica il vincolo fino a 100 metri dalla strada statale. Ebbene, Gazzetta Ufficiale (1956) alla mano, dimostro che la tutela riguarda il vincolo del sedime stradale,  la sistemazione di cartelli”.

PER IL COMUNE IL VINCOLO PAESAGGISTICO ESISTE – Chi non ha dubbi sul vincolo è l’ufficio tecnico del Comune di Noli. “Riformulo una richiesta scritta  sia al Comune, sia alla Soprintendenza – prosegue l’arch. Bianco– e a quel punto ritengono sia necessario chiedere il parere al Ministero competente. ” Dopo una sequenza di telefonate vane, tra un funzionario e l’altro, l’arch. Lorenza Comino, compagna di vita di Canziani, assicura il progettista che la ‘Soprintendenza sta vagliando e presto darà la risposta’. Le Fondazioni riconosciute tali dal ministero  sono vincolate da una legge del ’39. Ogni edificio pubblico o di un ente di diritto pubblico possono essere vincolati.

A Noli c’è il caso della Colonia Monzese, di interesse storico, che non può essere demolita, non può aumentare le cubature, né mutare  la sagoma esterna. E’ solo possibile  restaurare, ristrutturare all’interno con il cambio di destinazione d’uso. L’imprenditore acquirente, Dellepiane di Savona, ha versato una cauzione ed è in corso una controversia legale e giudiziaria con il Comune di Monza.

Ma per l’ex Letizia le montagne russe continuano. Pare che la Soprintendenza  non abbia mai scritto al ministero, cosa che però viene negata. Sta di fatto che la Fondazione Bruzzone da una parte riceve l’assicurazione, dall’altra smentiscono. O forse è andata smarrita negli uffici. “Siamo arrivati al  settembre 2016 – dice senza mai perdere l’amplob della pacatezza l’arch. Bianco – continuo a telefonare al ministero, ripeto che sono in attesa di conoscere l’esito dell’ultimo rende-ring, riuscire a parlare con qualcuno serve la pazienza di Giobbe. L’arch. responsabile del settore non si trova mai,  riesco a contattare una funzionaria e assicura di aver finalmente concluso la pratica e da li a qualche giorno mi invierà, per conoscenza, una e mail. Passano i giorni e non ricevo nulla, vengo informato che se ne sta occupando  il dirigente in persona”. Chi ?  Dal dirigente il dossier finisce all’Ufficio legislativo del ministero che, interpellato, risponde: “Noi non possiamo dare un parere….”.  Chi ha risposto ?  Pare una funzionaria a contratto.

Il casello di Noli e l’imbocco della vecchia ferrovia- galleria.

QUALCOSA SI MUOVE E GUARDA CHE SUCCEDE –  Torniamo nelle stanze del municipio di casa nostra.  E’ il mese di aprile . Sbuca un parere favorevole al progetto, rivisto, corretto, ridimensionato sulla base di tutte le osservazioni possibili, con riserva tuttavia. L’ufficio tecnico competente attende un ulteriore parare, questa volta  della commissione comunale del paesaggio.  Già se il vincolo non esiste di fatto, ma solo di prassi, perchè si sarebbe sempre fatto così….E la commissione escogita dal cilindro un parere che ‘vale un tesoro’:  siamo disposti a dare il nostro consenso, della commissione, purchè il soggetto attuatore ed progettista riconoscano l’esistenza del vincolo paesaggistico.  Per uno  stato di diritto va da se che il vincolo per avere valore giuridico deve essere  pubblicato e non invocato o interpretato. E’ possibile che l’architetto Canziani convocato dal giudice penale di merito per il processo ad un imputato (accusato di lavori nell’ex casello ferroviario in ‘zona  soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico’) di fronte al fatto che il Decreto di vincolo non esiste, non è stato pubblicato, risponda. “Noi comunque l’abbiamo sempre applicato”.

LA GAZZETTA UFFICIALE – E’ martedì, 10 aprile 1956, recita il testo. “…la sede stradale della via Aurelia nel percorso compreso  nel territorio della provincia di Savona, sita nell’ambito dei  comuni di Varazze, Celle Ligure, Albisola Superiore, Albisola Marina, Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Borgio Verezzi, Pietra Ligure,  Loano, Borghetto S. Spirito, Albenga, Alassio, Laigueglia , Andora….decreta fatta esclusione  delle traverse comunali in corrispondenza dei centri abitati…nei tratti di via Aurelia per una profondità di 100 metri dai due bordi stradali… verrà posto il vincolo di divieto assoluto all’apposizione di  cartelli per la pubblicità stradale in quando i tratti della via Aurelia costituiscono quadri naturali e dei punti di belvedere dai quali si gode  lo spettacolo delle bellezze panoramiche….provvedimento pubblicato…..”

E il soprintendente A. Dillon, il 13 ottobre 1956 da atto tra l’altro: “non si ritiene  necessario allegare la planimetria della zona dato che il vincolo si riferisce  esclusivamente alla sede stradale dei via Aurelia per i tratti descritti nell’avviso citato”. Nel marzo 2017 il capo dell’ufficio legislativo  scrive alla Soprintendenza di Genova. Oggetto:  vincolo paesaggistico relativo alla via Aurelia sede stradale e fasce laterali:…..di divieto  di impianti pubblicitari…e che il divieto è assoluto e non relativo….”. E aggiunge qualcosa che sa tutto di interpretativo: “… Appare peraltro evidente  che la tutela del bene protetto non può essere assicurato dal solo divieto- benchè assoluto –  di opposizione di cartelli pubblicitari, a fronte della possibile realizzazione, senza controllo, di qualsivoglia manufatto interferente la visuale protetta…. Trattandosi di vincolo d’insieme appare opportuno, alla luce delle sopravvenute modifiche normative in tema di vincoli che si addivenga  quanto prima a una disciplina d’uso, preferibilmente condivisa nel percorso della pianificazione paesaggistica”.

A parte il fatto, non proprio secondario che l’ex pensione, come emerge dalle immagini, è schiacciata tra Aurelia e la collina quasi a picco, con l’inizio della zona boschiva, resta da capire se l’interpretazione può o meno rappresentare una situazione di libero arbitrio. Come sia potuto accadere che dopo la pubblicazione del vincolo sulla Gazzetta Ufficiale si siano fatte due clamorose ed impattanti eccezioni, nell’edificazione della fascia a ridosso dell’Aurelia di Torre del Mare e del complesso edilizio Le Terrazze di Noli. Cosa è successo in quegli anni ? Perchè la confinante (a Noli) pensione Letizia quando fu ampliata (nel ’58) con vincolo già operante non è passata sotto le forche caudine di funzionari della Soprintendenza regionale ? E perchè a tutt’oggi il sito ufficiale del Ministero dei Beni delle attività culturali e del turismo non indica il ‘vincolo’. Se lo saranno dimenticati ? Ha o non ha valore probatorio ? Si tratta come avrebbe sostenuto l’arch. Comino: “...di fatto è automaticamente vincolato…..”.

La Fondazione che è stata presieduta prima dall’avv. Portera di Savigliano, ora dall’avv. Tibaudi, ha deciso nelle more di una ‘storia’ quantomeno sorprendente di vendere casa Letizia, il progetto in attesa del semaforo verde, prevede la costruzione di 15 alloggi da 40 mq ed altrettante autorimesse. Ora dovrà vedersela una società che fa capo ai fratelli Castellano, editori ed imprenditori immobiliari di Torino, che hanno già acquistato, ampliato e ristrutturato diversi edifici in Riviera, a Loano in particolare. Noli dove si invoca anche l’esistenza di  un vincolo idrogeologico e dove si ricorda l’intervento dello stesso Canziani ad un’assemblea pubblica a proposito di paesaggio ed aumento di volumi. Si discute se la zona  è considerata o meno ‘consolidata urbana’. La legge Galasso del 1985  vincola tutte le sponde con l’esclusione delle zone consolidate urbane.  Come pare pacifico nel caso in questione (Letizia). Al servizio idrogeologico ligure hanno chiesto un progetto di sistemazione di una parete rocciosa retrostante ed attigua al bosco. Può essere  una richiesta sensata tenendo conto dei precedenti della stessa Noli, ma la pretesa è che il benestare può essere dato solo producendo una fideiussione. Cioè prima ancora che l’ente Comune rilascia il nulla osta a costruire. E chi ha fatto il progetto di sistemazione della parete, l’ex presidente  dei geologi di Torino il quale, forse per la prima volta, scopre che il suo elaborato per avere efficacia deve essere coperto da ‘garanzia bancaria’.

Solo casualmente emerge, tra firme e controfirme, che il parere ministeriale porta la firma di un alto funzionario che è indagato per il suo placet al progetto nuovo stadio di Roma.

Luciano Corrado

Celle Ligure, Lega Nord Liguria: quando ‘re Zunino’ non era unico colpevole con Dc e Psi Ora il pio curriculum del sindaco in pectoree il primo impegno solenne. Basta cemento!

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La prossima campagna elettorale non dovrà occuparsi di storia e di costume politico, di inchieste ed assoluzioni, edilizia e clientelismo, a futura memoria. Ora ‘Uniti per Celle’ creatura di due Zunino sindaci promette: “Basta cemento ! L’urbanistica non è più un problema per la città”.  Renato lascia il Puc ormai definito e le grandi opere, ovvero ristrutturazione delle fabbriche Olmo, ex colonie Milanesi e Bergamasche, seguiranno percorsi ormai impostati. Remo ha annunciato che il suo ritorno alla guida suprema di Celle  avrà direttive ben precise: “sociale, ambientale, urbanistico, turistico, economico”. Là dove c’era una boutique di scarpe, in via Aicardi 6, verrà presto inaugurata la sede di ‘Uniti per Celle’. Tutti invitati in un grande abbraccio di una mille miglia che durerà cinque anni, senza promesse da marinai. Renato e Remo sempre uniti nel servire la città e per gli ideali del bene comune.

Avevamo promesso ai lettori una rivisitazione dell’archivio stampa di trucioli.it da Celle Ligure. Negli anni ’90 esplodeva il primo caso, in provincia, di costruzioni di ville e villini in zone agricole. Celle fece scuola e precorso quanto sarebbe accaduto (con relativi strascichi giudiziari) in altre città e paesi della provincia. Pubblichiamo un ‘curioso’ documento politico dell’allora Lega Nord Liguria, segreteria provinciale. Prendeva le difese dei proprietari, un centinaio di famiglie scriveva, che”per i soliti giochi di potere partitico sono costrette a pagare per reati o errori non commessi da voi, ma dai partiti di maggioranza o minoranza che hanno governato la vostra città”. Alle politiche di marzo 2018 la Lega di Salvini, a Celle, era il primo partito di centro destra con 581 voti al Senato pari 19% e 628 alla Camera. Primi in assoluto l’M5S a quota 869 (26,6). Il Pd ha tenuto bene rispetto alla disfatta generale: 720(22,1%). Solo a Quiliano ha fatto meglio col 25,2%, a Vado (23,6), Bergeggi (22,9).

E’ simpatica e divertente, seguendo la voce ‘amici’, la pagina Facebook di Renato Zunino, nel condividi alla foto c’è chi scrive “Belin sindaco mancano solo le manette”. Oppure. ” Stai entrando in…o ti hanno appena rilasciato” .

E verso chi saranno stati riconoscenti, durante le elezioni comunali, provinciali e politiche, gli  ‘irregolari’ delle zone agricole ? Scriveva la Lega  Nord delle battaglie per la legalità – con il Senatur Umberto Bossi che menava roboanti fendenti contro ‘Roma ladrona, il Vaticano, la massoneria, i mafiosi al potere con la P2′“voi cittadini avete già pagato i terreni, il progetto, gli oneri di urbanizzazione al Comune, l’impresa che vi ha costruito la casa e dovrete ancora pagare  tutte le imposte e le tasse che i partiti hanno inventato per sperperare impunemente il denaro dei cittadini…la Lega Nord Liguria afferma  che sono i partiti a dovere pagare e rendere finalmente conto delle loro responsabilità e del loro operato. I cittadini hanno già pagato abbastanza”. Perchè la dura presa di posizione divulgata anche ai media ?  ” Celle Ligure è governata dal Pds e indipendenti  – scriveva la Lega bossiana –  e la minoranza consiliare della Dc, Psi e indipendenti dov’era nel periodo tra il 1980 e 1990 ?   quando il sindaco (Renato Zunino dal 1985 al ’92 e dal 2009 al 2019 ndr) rilasciava le concessioni edilizie, con il parere favorevole della Commissione Edilizia…perchè si è lasciato tranquillamente costruire, nell’arco di 10 anni, tutte quelle case  illegittimamente a quasi un centinaio di famiglie ? La minoranza ha taciuto e solo ora in vista delle

La vignetta (satirica?) che emerge sulla pagina Facebook di Remo Zunino vale più di un primo piano da candidato

elezioni  formula accuse molto pesanti nei confronti della maggioranza…accuse che sono al vaglio della magistratura che dovrà stabilire se e quali irregolarità siano state commesse...”.

A distanza di oltre tre decenni, nel segno della continuità, dei ‘Zunino 2.0’ c’è chi pare abbia già incoronato  Remo Zunino che scrive: “Ringrazio gli aderenti al Comitato “Uniti per Celle” per l’unanime proclamazione della mia persona alla candidatura a Sindaco. Invito tutti a proseguire nel lavoro per l affermazione di questa lista alla guida dell’ Amministrazione Comunale di Celle Ligure il prossimo 26 maggio 2019.” L’unione fa la forza, anzi è  l’unica vera forza elettorale. Che farà l’altra lista indipendente, sempre che la discordia non prevalga e non sia favorita da abili e legittimi giochi ? Saprà scegliere un candidato che unisca, conosciuto per competenza, onestà, meritocrazia, capace di proporre una giunta del rinnovamento di uomini e ideali socio- economici ai concittadini che forse, in maggioranza, non sono conservatori incalliti; rinnovatori per coinvolgere, rendere partecipe il ‘distratto’ mondo giovanile che cavalca, si informa e si disinforma con i social. Una svolta con la centralità delle quote rosa che spesso rappresentano la vera coscienza critica. Un messaggio concreto ai cellesi soli e indifesi, a chi vive in difficoltà, a chi si batte con coerenza per donare più democrazia e partecipazione alla vita comune. Senza prime donne o primi senior. Senza tirare a campare. (l.cor.)

Remo Zunico, con fascia tricolore e Carlo Ruggeri

Pubblichiamo anche il curriculum vitae (vedi la seconda pagina……) ufficiale di colui che ha già servito la comunità da primo cittadino eletto dal 1999 al 2009. Remo, 56 anni,

Fai un click per ingrandire la lettura del primo foglio

scuola media, servizio militare all’Istituto idrografico della Marina, primo lavoro dopo esperienza saltuarie giovanili, vigili urbano per alcune stagioni, quindi operaio carrelista e capo squadra alla Coop Stovigliai, coordinatore alla Tass di Busca (CN), responsabili di magazzino  alla Ce.Al Spa di Albisola, promosso ‘quadro’ di coordinamento e sicurezza alla Piral Srl di Albisola e Mondovì coordinatore reparti alla Fac di Albisola Superiore,  corsi di formazione alla Luiss Mangement, alla Bocconi  per gestione organizzazione del lavoro. Diversi gli impegni nel volontariato: socio fondatore Croce Rosa con incarichi di direzione operativa, presidente  sezione Avis di Celle, economo e vice presidente  Croce Rosa,  commissario straordinario della Croce Verde di Albisola Superiore. La prima esperienza in Comune anni ’90 lo vede assessore ai Servizi Sociali e polizia municipale, vice sindaco  ed assessore ai Lavori pubblici, poi il decennio da sindaco, e subito dopo assume l’incarico di assessore all’Urbanistica, Pianificazione, Bilancio, Demanio, e consigliere provinciale della giunta di Renato Zunino.

La sua pagina Facebook è significativa della popolarità e delle tante amicizie, con estimatori di cui gode a Celle, fuori dai confini comunali e provinciali. Una rete alla luce del sole con nomi e cognomi, posizione sociale. Senza distinzione di censo e un filo conduttore che a volte si sposa con gli indirizzi politici, partitici, ideologici. Sarà il sindaco del ‘cambiamento’ modello 2019 o della divina provvidenza che non cambia pelle.

LETTERA COMUNICATO DELLA LEGA NORD LIGURIA FINE ANNI ’90

IL CURRICULUM DI RENATO ZUNINO

Un articolo pubblica su La Gazzetta del Lunedì, il settimanale che era edito dall’editrice in cooperativa del Corriere Mercantile di Genova

QUANDO IL RAMPANTE BANCHIERE DI LODI, FIORANI

LASCIAVA TRACCE  MEDIATICHE IN RIVIERA: CELLE, CERIALE, ALASSIO

SECONDO ARTICOLO DELLA FIORANI BAND

Andora nostalgia dell’era Floris(2004-2014)?Ci prova Marchiano alla cena degli augurinessuna sfida a Demichelis che ha già vinto

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Franco Floris, artigiano, sindaco di Andora dal 2004 al 2014, presidente nazionale dell’Associazione AccademiaKronos, composito e composto, annuncia a Imperia Tv: “In tutta Italia siamo 5500 soci, con una rete di guardie zoofile e ambientali, preparate ed organizzate, che seguono corsi, sono riconosciute dal ministero e svolgono soprattutto un’azione preventiva, fanno un lavoro meraviglioso, ad iniziare dalla Sicilia, al Veneto, al Trentino. E’ volontariato puro e ci rimettono pure le spese”. Nessun cenno alla sua Andora se non per ricordare che da sindaco aiutava i bambini poveri ed abbandonati del Burkina Faso e  contribuiva per perforare 3-4 pozzi di cui c’è bisogno come il pane.  In generale ha lamentato il fatto che in Italia “non si fa economia circolare”, “i rifiuti urbani restano un problema insoluto e sono business della mafia”. Ha ricordato che manca ancora un diffusa presa di coscienza delle problematiche ambientali, denunciando che “l’America di Trump è quella che più inquina al mondo”. ULTIMA ORA- La Cipolla Belendina di Andora è presidio Slow Food (Vedi a fondo pagina). Inoltre il consiglio comunale ha approvato la vendita del sottosuolo del parcheggio di via Colombo.

Flavio Marchiano prima candidato sindaco verso la corsa alle comunali di maggio

Nel sito di AccademiaKronos, nel frontespizio, si può leggere che “Imperia TV è una tele emittente regionale molto seguita in Liguria. Fornisce informazioni di cronaca e attualità locali e nazionali, molto sensibile alle tematiche ambientali”. E nell’ultima intervista del redattore capo Andrea Pomati, l’ex sindaco e presidente, si è trovato a suo agio, mai in difficoltà. Ha evitato, a parte il breve cenno sull’importanza ed utilità di aiutare il terzo mondo, a casa loro, con poco spesa si possono non solo sfamare, e con la trivellazione di pozzi gli può essere data la possibilità di coltivare, produrre, dovendo affrontare lunghi periodi di drammatica siccità. Un cenno, pure, alla tratta dei bambini, utilizzati per trapianti di organi. Un commercio sciagurato di cui si parla poco e che, a detta di Floris,  raggiunge anche la civilissima Europa, ci sono stati casi in Germania.

Franco Floris a Imperia Tv, giacca casual firmata e grande compostezza

Floris resterà in carica con il consiglio direttivo eletto fino al settembre 2020 e ne fanno parte: Oliviero Sorbini – Vicepresidente (responsabile della comunicazione e rapporti con le istituzioni). Ennio La Malfa – Segretario (ufficio stampa e rapporti con le guardie zoofile), Agata De Nuccio – Consigliere (progetti Scuola), Carlo Dettori – Consigliere (rapporti con Alberghi/Residence e Agriturismo). Manuela Marchi – Consigliere (gestione social), Francesco Pierangelini – Consigliere (rapporti con le istituzioni e Alberghi/Residence), Pierluigi Sassi – Consigliere (rapporti con le istituzioni e cooperazione con Earth Day Italia). Simonetta Stefanini – Consigliere (ufficio e ricerca fondi).  “Resto fino a quando posso essere utile ed ho la fiducia dell’associazione, non ho velleità e operiamo nel più assoluto disinteresse personale, con l’obiettivo di contribuire ad una civiltà più attenta e sensibile ai drammatici temi ambientali, a partire dalle conseguenze climatiche, dai disastri del mare e di cui abbiamo già subito devastanti conseguenze”.

I media locali non hanno dato invece conto che all’assemblea dei soci di ViviAndora (ha festeggiato i 5 lustri di attività sul territorio) del 15 ottobre scorso: ha accolto le “dimissioni del socio presidente onorario Franco Floris“, le dimissioni  da socio  del consigliere avv. Alessandro Cibien che è stato sostituito dalla socia Giorgia Attadio.

Nella pagina Facebook dell’associazione andorese si può leggere anche “…un vento di novità sta prendendo sempre più piede e Flavio Marchiano è per noi un segno di cambiamento…”. Sull’astro nascente finora non pare si sia letto molto, un commento l’aveva postato la scorsa estate  scrivendo: “.…gli utenti del porto di Andora sono solo il bancomat dove prelevare i soldini da spendere a piacere….”. E più recentemente il popolare ed autorevole copia e incolla IVG.it (Il Vostro Giornale) ha dato notizia della cena natalizia  dei simpatizzanti  e direttivi di ViviAndora e Insieme per Andora che si sono fusi ed hanno candidato a sindaco con un plauso Flavio Marchiano.

LA NOTIZIA RIPORTATA DA IVG – “Insieme per Andora” ha raccolto sotto l’albero natalizio un numeroso gruppo di amici e simpatizzanti, e l’occasione dello scambio degli auguri si è arricchita dei progetti e delle prospettive che stanno alimentando la nuova lista civica. “È stato un bellissimo momento di aggregazione e una splendida occasione per stare insieme – dice Flavio Marchiano, candidato sindaco – Abbiamo molte idee da condividere e realizzare, e il tempo della cena ci ha stimolato al confronto e alla migliore conoscenza reciproca”.“Il gruppo è molto affiatato – prosegue Marchiano  su IVG – e gli amici di ViviAndora, che sostengono e lavorano per questo comune obbiettivo, hanno condiviso le idee e l’entusiasmo con tutti i presenti. La cena natalizia, arricchita dalla cordiale ospitalità dello staff del Ristorante-Pizzeria Fuori Orario, è stato un momento di gioia condivisa: siamo pronti per tutto il lavoro che ci aspetta già all’inizio del nuovo anno”.

QUANTI ERANO AL PRANZO DEGLI AUGURI ? Non deve avere interessato più di tanto la redazione di IVG far sapere ai suoi affezionati e numerosi  visitatori – lettori come sia finita. Cioè se erano tanti, pochi, se si è trattato solo di un appuntamento culinario e chi ha partecipato della comunità andorese. Nomi di rilievo ?  Incontrandolo casualmente ad una manifestazione abbiamo chiesto al sindaco Mauro Demichelis se avesse saputo qualcosa della cena ‘rivale’. “Credo che fossero una ventina, poco tempo prima anche il nostro gruppo aveva riunito i simpatizzanti ed eravamo oltre un centinaio”. In realtà è difficile immaginare che chi non è al potere possa già avere un largo seguito. E poi se i numeri sono importanti per governare, in una società e democrazia evoluta conta soprattutto la ‘qualità’ dei rappresentanti, la ‘cultura del buon governo‘ che non è solo confrontarsi con i problemi di oggi, ma avere una visione del futuro, dare e creare le condizioni di sviluppo alla nuove generazioni.

Andora più a vocazione imperiese che savonese, è una di quelle ‘eccellenze’ (nei termini di qualità complessiva della vita) di cui si sa poco oltre i propri confini. E’ il Comune in Riviera che non ha mai subito una contrazione demografica, anzi un costante incremento (7.470 ab.). E’ la cittadina della Riviera con la più bassa imposizione fiscale comunale, pioniere di esenzioni, a cominciare dall’addizionale comunale sull’Irpef per i residenti. Chi è a reddito fisso, i pensionati, chi è ligio con il fisco sa bene cosa significa ogni mese, in busta paga, versare l’addizionale regionale e comunale. Andora è l’unica cittadina turistica del ponente dove non c’è traccia di parcheggi a pagamento. Un bottino considerevole per molti altri comunali che, tra  8 e 15 mila abitanti, nei mesi estivi può raggiungere 30- 40 mila euro al mese. Da aggiungere al bankomast dell’Imu seconde case ed attività commerciali.

Si potrebbe trarre la conclusione: Andora felix, un’isola da indicare a buona esempio. Certamente la nomina di un sindaco commercialista e che si avvicina alla scadenza di mandato pone alcune domande. Il dr. Demichelis e la sua squadra, oltre alla certosina ricerca di visibilità (un’impiegata giornalista si occupa anche dei comunicati stampa, le riunioni del consiglio comunale sono teletrasmesse da Imperia Tv, esempio seguito dalla giunta Melgrati), hanno dato buona prova di amministrazione pubblica, lasciano quel che viene comunemente chiamato il ‘buon ricordo‘ tra promesse fatte ed obiettivi raggiunti.

Al vecchio cronista che non segue più i consigli comunali, né con frequenza, come richiederebbe, la consultazione di delibere e determine, è successo di ascoltare ad una recente assemblea pubblica, presente il sindaco, questo discorso. Parliamo di Pietra Ligure dove un capogruppo consiliare di minoranza (Mario Carrara, tenore alla scala di Milano, lunga ed ininterrotta presenza dai banchi consiliari anche come assessore) ha sostenuto che del programma presentato all’inizio mandato (non quello elettorale) la giunta e maggioranza uscente non hanno realizzato una sola ‘promessa scritta’. Anzi l’unica opera non era neppure prioritaria, né  programmata.  Pare che all’origine della debacle ci sia la scusa che il ‘bilancio non lasciava scampo’. Per una città con oltre sei mila seconde case e l’Imu al top è difficile non porsi interrogativi.

L’amministrazione Demichelis, centro destra e che ha ‘calamitato’ consiglieri di opposizione, merita un bel voto ?  Se ci affidiamo al ruolo di semplici e neutrali osservatori, limitandoci a leggere social e media, seguire saltuariamente Imperia Tv, parrebbe che il sindaco uscente, sempre ‘benedetto’ dalla giunta del presidente Toti, coccolato dai plenipotenziari Vaccarezza e Marco Scajola,  si sia guadagnato molto consenso alla luce dei risultati, dei lavori ultimati e cantierati, della coesione che ha mantenuto e rafforzato, della correttezza e rispetto dell’autonomia di cui godono i dirigenti apicali del Comune (“Quando è loro materia, ne sto lontano, non mi intrometto” confida agli amici il sindaco. Pare scontata la ricandidatura e in un risultato elettorale sul quale si può scommettere senza il timore di perdere.

Franco Floris presidente nazionale di AccademiaKronos a Imperia Tv

Andora è tra i le cittadine dove si era formato un attivo gruppo di grillini, già all’esordio del mattatore Beppe Grillo. Non abbiamo seguito eventi e sviluppi, avevamo avuto notizie di qualche screzio di troppo tra diligenti attivisti. Siamo ancora a Franco Floris sindaco, ai frequenti scontri e polemiche (ma anche querele a giornalisti e blogger di cui ignoriamo l’esito finale) quasi all’ordine del giorno. Alle iniziative di denuncia della Casa della Legalità di Genova. Avevamo chiesto, per iscritto, di conoscere l’importo complessivo delle consulenze, spese di avvocati e studi legali durante l’Amministrazione Floris e quali le cause in corso con i mass media. Manco a dirlo Imperia Tv esclusa, del resto il nostro interesse giornalistico di come vengono spesi i soldi dei cittadini contribuenti è abbastanza controcorrente. Non va di moda darne conto, approfondire. Dobbiamo ammettere che si contano sulle dita di una mano i sindaci che leggono trucioli ed avranno buoni motivi. Il prezioso tempo lo dedicano al giornalismo triller.

E manco a dirlo Franco Floris non ha mai risposto, neppure facendo ricorso al galateo della buona educazione e del rispetto verso chi fa informazione. E se sbaglia  il giornalista, è giusto che ‘paghi’, chieda scusa oppure trascinato davanti alla giustizia. Almeno in questo, per quanto possiamo testimoniare, si è distinto dai predecessori. Dal lontano Walter Momigliano, all’esordio della nostra professione, nel 1967, lui era stata eletto nel 1960, rimanendo in sella fino al 1975.  Non sono mancati i contrasti, le arrabbiature, le telefonate calde, soprattutto quando davamo conto degli scontri in consiglio comunale e delle ‘notizie’ che ci passava, da Andora, l’ex questore Arrigo Molinari. Poi è seguito il lunghissimo ‘regno’ dell’avv. Francesco Bruno forse il periodo più tormentato  della storia comunale, una susseguirsi di inchieste, indagini, esposti, notizie di reato e comunicazioni giudiziarie, imputazioni, processi. E ovviamente sviluppo della città, opere pubbliche. Nessuna condanna passata in giudicata. L’avv. Bruno che non ha mai perso signorilità e rispetto del cronista anche nei momenti di palese tensione, confronto duro, persona pacata e riflessiva. Qualche burrasca l’abbiamo vissuta pure durante  i due mandati del sindaco geom. Luigi Pesenti, conosciuto anche per via del suo ruolo in Provincia di cui è stato assessore e per un breve periodo presidente. Ecco l’unico  arrabbiato, dotato di arroganza e supponenza politica verso il cronista che ha il dovere di informare senza farsi condizionare, pur con errori e limiti, capacità, ci è apparso il sindaco Floris, ma non solo a noi, a rileggere la rassegna stampa.  Si sentiva incompreso e ingiustamente attaccato, perseguitato dai nemici e rivali.

Ora la guida ed il fervore, l’impegno, il successo, in AccademiaKronos. L’ex sindaco, ex esponente e dirigente del Pri, dell’artigianato, aspirante deluso alla carriera politica, si è ‘redento’. Acqua passata, conta guadare avanti senza rancori e preconcetti. Floris presidente si occupa di cose ben più importanti che non gli sproloqui dell’ultimo blogger di provincia, neppure vaccinato alla liturgia e rivoluzione mediatica messa in campo da Imperia Tv. Meglio avere tantissimi amici, tante pacche sulle spalle, che finire in castigo e ignorati, Altro che ‘aggiungi un posto a tavola’!

Luciano Corrado

LA CIPOLLA BELENDINA DI ANDORA E’ PRESIDIO SLOW FOOD

IL COMUNE HA FIRMATO L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE

Sarà attivato il presidio, gli agricoltori potranno utilizzare il marchio e partecipare a manifestazioni di carattere nazionale e internazionale per la promozione del prodotto 

COMUNICATO STAMPA – La Cipolla Belendina di Andora è presidio Slow Food. Il Sindaco Mauro Demichelis ha firmato l’accordo di collaborazione con Slow Food Italia per l’attivazione del Presidio e di tutte quelle iniziative finalizzate alla salvaguardia e alla promozione del prodotto tipico dell’agricoltura andorese. I produttori di Andora potranno utilizzare il contrassegno del Presidio, l’associazione Slow Food Italia realizzerà materiale promozionale e diffonderà informazioni attraverso i suoi canali. La cipolla Belendina entrerà nel progetto Alleanza Slow Food dei Cuochi, una rete solidale dove gli chef incontrano e stringono patti con i produttori, impegnandosi a cucinare e valorizzare il presidio.

Un riconoscimento meritato e utile alla salvaguardia della Belendina, produzione tipica di Andora che alcuni agricoltori hanno saggiamente continuato a coltivare e che il Comune ha sostenuto  favorendo l’attribuzione di un contrassegno di prestigio nazionale e internazionale – ha dichiarato Marco Giordano, Consigliere delegato all’Agricoltura del Comune di Andora – Il Presidio è il risultato della lungimiranza e del grande impegno del nostro concittadino Marco Gagliolo che per anni ha promosso la tutela e la valorizzazione della Cipolla, ne ha ricostruito la storia e, con il Comitato per la promozione della Cipolla Belendina, ha favorito le condizioni per l’ottenimento del Presidio. Ringraziamo la Condotta Locale Albenga, Finale Ligure, Alassio e l’Associazione Slow Food Italia che ci permetterà di fare conoscere anche a livello nazionale un prodotto che ha caratteristiche uniche: oltre alle grandi dimensioni, ha un sapore piacevole, molto apprezzato da quanti l’hanno gustato nei vari eventi gastronomici andoresi organizzati per promuoverlo anche in  collaborazione con il Comitato e la Pro Loco di Andora”.

IN VENDITA IL SOTTOSUOLO DEL PARCHEGGIO DI VIA COLOMBO

CHI LO ACQUISTERA’ DOVRA’ REALIZZARE UN’AREA GIOCHI AL COPERTO PER BAMBINI

Il Consiglio Comunale ha approvato il Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare

COMUNICATO STAMPA – Il Consiglio Comunale di Andora, nella seduta del 9 gennaio 2019, ha approvato all’unanimità il Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare per il triennio 2019-2020-2021.

sdr

Nel 2019, sarà venduto esclusivamente il sottosuolo del parcheggio sito in via Colombo all’altezza di via Martiri della Libertà, ma la collettività non perderà posti auto. Chi acquisterà il sottosuolo, potrà realizzare dei box interrati, ma dovrà essere ripristinato il parcheggio e nella zona sarà realizzata anche un’area giochi al coperto dedicata ai bambini e alle famiglie. L’edificio sarà per una parte attrezzato con giochi e aperto al pubblico e in parte potrà essere dato in gestione a privati che offrano un servizio ai genitori che vogliano lasciare i figli in un luogo dove possano giocare, mentre sono impegnati in commissioni in centro o acquisti nella vicina zona commerciale di Andora. Un punto di incontro per le famiglie che potrebbe stimolare anche l’apertura di altre attività commerciali in zona.

Leghiamo la vendita dell’area alla realizzazione di uno spazio dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie che d’inverno avranno un punto d’incontro dove magari organizzare piccole feste – ha spiegato in Consiglio Comunale l’Assessore al Bilancio, Fabio Nicolini che ha comunicato che dal Piano delle alienazioni era già stata tolta la zona dei campi da tennis comunali di via Sant’Angela – “Dopo anni in cui il Comune non aveva incassato un euro da quella struttura sportiva, a seguito di bando pubblico, è stata data in gestione: l’Ente potrà riscuotere un canone di 15.700 euro  per svariati anni. Dal piano delle alienazioni è stata tolta l’area RU7, quella situata a monte del Palazzetto dello Sport, attualmente in uso a una società sportiva di mtb, che secondo il PUC approvato dalla precedente Amministrazione è destinata ad alienazione con l’obbligo per l’acquirente di costruire un residence. Dopo svariati bandi andati deserti – ha aggiunto l’Assessore Nicolini – possiamo ritenere che al momento non vi siano le condizioni economiche per rendere l’operazione appetibile”.

Nelle prossime settimane saranno predisposti tutti gli atti e i progetti necessari per realizzare il bando di alienazione del sottosuolo di via Colombo il cui valore è stimato in 50mila euro

AFFIDATI I LAVORI PER 700MILA EURO PER  RIFACIMENTO DI VIA SAN LAZZARO

E  ROTATORIA-SCULTURA DEDICATA AI LUOGHI SIMBOLO DI ANDORA

Andora incrocio via Europa Unita via San Lazzaro

COMUNICATO STAMPA – Una riqualificazione da 700mila euro rinnoverà e renderà più sicura via San Lazzaro, strada ad alta percorrenza e di collegamento con il centro dove, in corrispondenza con via Europa Unita, sorgerà anche un’artistica rotatoria caratterizzata da una scultura rappresentativa dei luoghi simbolo di Andora. L’importante opera pubblica, voluta dall’Amministrazione Demichelis, è stata affidata nei giorni scorsi e prevede la completa asfaltatura, la manutenzione delle condotte dell’acquedotto e dei sotto servizi delle acque bianche, la posa di sei attraversamenti pedonali rialzati antirumore e la realizzazione di una rotatoria del raggio di 13 metri che andrà a sostituire il semaforo. Sarà rinnovata la condotta dell’acquedotto, nel tratto che va dal ponte della ferrovia all’incrocio con via Rattalino. Questa è solo il primo lotto di lavori che prevede anche la

predisposizione per l’installazione di nuovi punti luce. Con un secondo lotto, saranno rifatti anche i marciapiedi.

La realizzazione della rotatoria, oltre che agevolare il traffico e rimuovere il semaforo, avrà anche un piacevole impatto visivo, grazie a una scultura circolare in ferro il cui profilo rappresenterà alcuni luoghi caratteristici di Andora. Un anello di acciaio Corten, dal tipico effetto ruggine, rappresenterà lo skyline di Andora e della vallata fra Rollo e Borgata Castello, attraverso i profili traforati di borghi, della chiesa dei SS. Giacomo e Filippo, della Torre e del Faro. I pannelli saranno retroilluminati e di notte creeranno un effetto particolarmente suggestivo.

E’ una importante opera di riqualificazione che i cittadini attendono da molti anni. Renderà più sicura e silenziosa la percorrenza della strada, risolverà le problematiche dei sotto servizi più logori e quelle legate alla rumorosità dei dossi che infastidiscono  non poco i residenti – ha spiegato il Sindaco Mauro Demichelis annunciando l’avvio dell’opera – Abbiamo voluto che fosse anche un tributo alla nostra bella Andora. La moderna rotatoria darà il benvenuto ai turisti presentando simbolicamente i profili dei luoghi simbolo come le borgate, il mare, il Castello, la Chiesa dei SS Giacomo e Filippo e il nostro faro. Un intervento che si inserisce nel piano degli asfalti che toccherà tutte le zone di Andora e va ad aggiungersi alle riqualificazioni già attuate in varie zone, fra cui Via Clavesana e Molino Nuovo, dove partirà anche il secondo lotto di posa della nuova pavimentazione”.

I lavori per via San Lazzaro, sono stati affidati nei giorni scorsi alla ditta Impre C di Imperia che ha già avviato il cantiere. E’ già iniziata la pulizia un’area di proprietà comunale attigua all’incrocio che prevede la demolizione di una serra dismessa di proprietà pubblica, il rimodellamento dell’area, lo sfalcio delle aree verdi abbandonate e il successivo riposizionamento della recinzione e il rifacimento dei marciapiedi. I sotto servizi dell’acquedotto presenti nell’area della nuova rotonda verranno sostituiti con nuove condotte corrugati. Inoltre, verranno aggiunte nuove caditoie per le acque meteoriche e verrà interrato il cavidotto Telecom che attualmente attraversa Via Europa Unita su pali. Sarà anche realizzata la predisposizione per l’installazione di nuovi pali della luce lungo tutta la via. Durante lo svolgimento dei lavori, la Polizia Locale predisporrà una viabilità alternativa al fine di limitare il più possibile i disagi per gli automobilisti, in particolare per quelli in entrata e in uscita dallo svincolo autostradale.

 

ANDORA PROGETTO SICUREZZA: BODYCAM PER LA POLIZIA LOCALE

DODICI TELECAMERE DI VIDEO SORVEGLIANZA SUL TERRITORIO

Occhi elettronici in grado di leggere i numeri di targa delle vetture e utili anche a contrastare bivacchi, campeggi abusivi, scarico di rifiuti e materiali pericolosi, episodi di furto  

Area giochi dove saranno in funzione le telecamere di sorveglianza

COMUNICATO STAMPA – Gli agenti di Polizia locale di Andora di pattuglia in auto potranno indossare delle bodycam durante i turni di servizio. Dispositivi che favoriscono una maggiore sicurezza ed efficacia degli interventi di controllo e che fanno parte del progetto voluto dall’Amministrazione Demichelis che vedrà l’installazione sul territorio di sei nuovi punti di monitoraggio dotati di 12 nuove telecamere di video sorveglianza che si aggiungono a quelle già esistenti. Occhi elettronici che saranno in grado di registrare il numero di targa dei veicoli. Dati che potranno essere confrontati con le Black List a disposizione del Ministero dell’Interno.

Il potenziamento della videosorveglianza è finalizzata a prevenire e contrastare i fenomeni di vandalismo, bivacco in zone isolate, abusivismo commerciale, furti, l’abbandono di rifiuti e di materiali pericolosi, ma anche per il controllo delle zone dove ci sono locali notturni e le vie di accesso all’entroterra. Nel progetto il comune ha investito 56.000 euro

Il tratto di Aurelia sorvegliata in futuro dalle telecamere

di cui 44.800 euro finanziati dal Ministero dell’Interno che ha riconosciuto meritevole di sostegno il piano voluto all’Amministrazione e redatto dal Comandante della Polizia locale, Ingegner Paolo Ferrari.L. La bodycam,invece, indossata sulla divisa, viene attivata dell’agente quando ritenga di trovarsi in una situazione a rischio o voglia registrare un fenomeno illegale.

Riteniamo di dover utilizzare tutti gli strumenti di controllo che possano fare da deterrente  o individuare efficacemente fenomeni criminosi, atti vandalici, commercio abusivo e bivacchi in zone isolate e sulle spiagge, ma che rendano anche più veloci e sicuri gli interventi degli agenti della Polizia locale che possono essere avvisati, dai colleghi in sede, di situazioni di pericolo o abuso  – ha dichiarato il Sindaco Mauro Demichelis –Andora ha un territorio molto vasto, ma non ci fermeremo quiQuesto lotto di telecamere segue quelle già posizionate nei mesi scorsi e sarà ulteriormente integrato.” Gli occhi elettronici, collegati al Comando della Polizia Locale e manovrabili anche dagli agenti in sede, saranno così posizionati: una telecamera sulla spiaggia davanti all’ex complesso Ariston e un’altra nel tratto di passeggiata all’altezza dei Campi da beach volley e da bocce per contrastare fenomeni di campeggio, bivacco di disperati e venditori abusivi, ma anche lo scarico alla foce del Merula di rifiuti e materiali pericolosi. Un’altra telecamera sarà posizionata nella zona del Parco degli Aviatori, per contrastare l’abusivismo commerciale, atti di vandalismo contro i bagni pubblici presenti, episodi di bivacco anche in aree di pregio come Villa Laura mentre un’altra sarà nei giardini pubblici davanti al Porto turistico. Altri due occhi elettronici, uno panoramico e l’altro di lettura delle targhe delle auto saranno  installati sulla via Aurelia nelle zone di accesso ad Andora, al confine con Cervo e con Laigueglia, per un controllo finalizzato all’individuazione di veicoli sospetti, in caso di furti presso abitazioni private o luoghi pubblici. Due video camere di sorveglianza e per la lettura targhe saranno posizionate anche presso la rotatoria di Molino Nuovo fra la Strada Piangrande e via Molineri, strada di comunicazione da e per la Val Merula. Due apparecchi uguali saranno messi anche in corrispondenza dell’imbocco della Strada Comunale per Conna all’incrocio con Via Merula per il controllo dell’unica via di comunicazione stradale da e per le frazioni di Garassini e di Conna

(Nelle foto di alcune delle zone dove saranno messe le telecamere)

 

Albenga, 15 anni fa la prima pietra del ‘sogno ospedale’. Ecco i protagonisti e come è finitaSanità pubblica delegata ai privati sul vassoio

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Mentre l’opinione pubblica è ‘distratta’ da esperti in esibizionismo e mediocrità politica, Albenga ed il suo vasto comprensorio, hanno già dimenticato quel solenne giorno in cui si pose la prima pietra del nuovo ospedale, orgoglio quantomeno di chi ci mise la faccia ed osannò al sogno avverato. In una diffusa realtà mediatica del ‘copia e incolla’, è probabile non interessi più di tanto quel detto: ‘come è andata a finire’. Trucioli non ha pretese: né secondo il vangelo dei naviganti vittoriosi, né secondo l’ironia degli imperterriti tribuni. Ci sforziamo solo, quando riusciamo, di documentare. Carta canta. Non ci interessa a chi fa comodo e a chi dispiace. Per trucioli resta quel monito: ” Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, citazione dello scrittore cileno e attivista politico  di democrazia Luis Sepulveda. Ma il  Nostradamus di Albenga, annuncia al Secolo XIX: “Un giorno il nostro ospedale diventerà il polo sanitario del ponente, è nel destino”.

Albenga 2004 – Teresiano De Franceschi, direttore ospedale S.M. Misericordia.”Realizziamo il sogno che alcune generazioni di ingauni hanno potuto solo accarezzare per il nostro comprensorio che ha sempre creduto nel nuovo ospedale….”. Mauro Zunino sindaco: “La costruzione dell’ospedale rappresenta una risposta a chi soffre e impone di lavorare tutti insieme, in modo efficace…“. Ubaldo Fracassi direttore generale Asl 2:” E’ raro che una P.A. in soli 3 anni, partendo da zero, sia riuscita a reperire fondi pubblici, fare il progetto, avere le aree e aprire il cantiere…“. Il consiglio regionale della Liguria, con la maggioranza del presidente forzista Sandro Biasotti, approvò, finanziando parte del nuovo ospedale “per soddisfare la costante crescita socio – economica  e demografica del comprensorio  ingauno….”. Altro che crisi ! Per queste ragioni i posti letto aumentavano da 160 (vecchio ospedale) a 210. Angelo Barbero (ex consigliere comunale e regionale di maggioranza): “Successi come questo, assicurando al territorio un ospedale pubblico, non si improvvisano ma sono il risultato di un lavoro di squadra e ne siamo orgogliosi…”.

Un appalto da 35 milioni di euro (70 miliardi di lire). Mandante Demont Srl e mandatario Impreuro Impresa Costruzioni generali. A chi facevano capo ? Chi si aggiudicò la parte del leone e chi ci rimise le penne ? arrivando a proteste con articoli stampa, azioni legali e giudiziarie ?  I cittadini informati avranno avuto modo di leggere gli approfondimenti  e le coraggiose inchieste giornaliste a cui ci ha abituati Ivg.it  sempre dalla parte dei fedeli lettori che apprezzano, premiano, determinano l’exploit di cassa pubblicitario. In compagnia, con toni ed argomenti diversi, degli immancabili benpensanti. E noi, piccoli cittadini, rilegati al banco dell’asinello che più lo pesti, più raglia e si ritrova isolato dalla classe più illuminata. Quella completezza di libera informazione capace di fare da volano ad una migliore classe politica. E’ cosi ? E’ quanto accade nella nostra provincia con la diffusione di massa di Ivg che pure riveste ormai un ruolo determinante ? Soprattutto tra il cosiddetto ‘popolino’,  ma sarebbe troppo riduttivo.

PREMESSA E ANTEFATTO – Non ebbe successo, anzi qualcuno derise, la proposta dell’allora giovane presidente della Provincia, Alessandro Garassini, avvocato già di fede e carattere democristiano, come il papà benvoluto sindaco di Loano, di realizzare un ospedale comprensoriale a Borghetto S. Spirito, nell’area che avrebbe già dovuto ospitare la stazione ferroviaria comprensoriale (Ceriale, Borghetto, Loano, Balestrino, Boissano, ma anche Pietra che, con la stazione sul viadotto ai confini con Tovo e Giustenice, viene declassata a fermata). A Borghetto si trova il casello autostradale. C’è ancora chi riconosce al vecchio cronista che fu tra solitari – unico giornalista – a sostenere tenacemente le ragioni e l’opportunità di un ospedale baricentrico, dopo aver incalzato l’Autofiori sull’esigenza di un casello intermedio tra Albenga e Pietra Ligure, tenendo conto degli intasamenti in cui finiva l’Aurelia.

Non serviva il nuovo ospedale di Albenga (vedi oggi la conversione ai privati per sopravvivere…) a meno di smantellare – cosa che sta avvenendo da tempo –  il Santa Corona. E solo oggi si scopre che se vuole ancora ‘resistere’, deve essere concentrato in un monoblocco, mettendo in vendita al mercato immobiliare le fatiscenti strutture ed attigue aree. Non si sarebbe giunti alla ‘folle guerra’ a suon di fans tra il Santa Corona, il S. M. di Misericordia, trascinando nel braccio di ferro, di chi ha più peso e forza, il San Paolo di Savona, con  ordini del giorno, pressioni, campagne stampa, prese di posizione di sindaci, consigli comunali, esponenti politici regionali.

Non si sarebbe letto che uno dei promotori del nuovo ospedale di Albenga, con coerenza del politico ‘trombato’, cittadino fortunato e benestante, possa candidamente dichiarare: ‘Trasferiamo il Santa Corona ad Albenga, un nosocomio unico per il ponente e l’entroterra’.  Non è un anonimo,  Angelo Barbero medico di base, senza che la libera stampa abbia un sussulto. Senza ascoltare, ciò che oggi in molti ammettono: la proposta  Garassini – attratto dalla vocazione dei leghisti savonesi e liguri e chiamato a salvare, da presidente del Cda, la disastrata ATA, il Comune di Savona socio all’85%, Vado Ligure al 15% – era non solo la più sensata e logica. Non saremmo arrivati al nuovo ospedale rimasto semivuoto e dovendo ricorrere all’ancora di salvezza affidamento Sanità pubblica a privati. Con ciò che si è realizzato anche grazie al denaro dei cittadini contribuenti e del benefattori del Santa Maria di Misericordia.

Albenga accomunata a Cairo Montenotte e Bordighera. Sappiamo che chi se lo può permettere  si rivolge alle strutture private  ambulatoriali che ora, per annientare il pubblico, praticano prezzi di assoluta concorrenza. Un po’ come accadeva, inizialmente, tra supermercati e negozi famigliari. L’articolo 32 della Costituzione, la ‘più bella del mondo‘, nel primo comma recita: “La Costituzione Italiana riconosce il diritto alla salute definendolo (il diritto ndr) fondamentale per l’individuo”.  Ma se questo diritto è diffusamente a pagamento, per chi non dispone risorse, o chi ne ha appena per sbarcare il lunario, si tratta di un diritto, nei fatti, negato. E la ricca  e florida Liguria, con la sue Riviere del miracolo immobiliare, delle aree edificabili, le sue spiagge gallina delle uova d’oro, checche se ne dica, si è rassegnata a vendere la sua Sanità al migliore offerente. Del resto l’Istat testimonia che nel 2017 sono stati 44 milioni (circa il 77 %) gli italiani che hanno provveduto di tasca propria alle prestazioni sanitarie per esami, visite o acquisto di medicinali, salvavita inclusi. Non ci sono dibattiti sui talk show, nei quotidiani e web più diffusi. Le telecamere entrano nei pronto soccorso o in corsia quando scoppia il caso eclatante, nessuno  entra nei ‘santuari’ ambulatoriali (o cliniche private) per ascoltare i cittadini. O perlomeno chi ha scelto quell’alternativa per una carenza della Sanità pubblica.

Oggi abbiamo la sindrome del cambiamento, non ci interessa ricordare che il ‘miracolo Italia’ è stato opera di uomini e donne della Democrazia Cristiana, dei suoi alleati, ma anche di un partito comunista da molti combattuto e si  potrebbe rimpiangere per la sua unità. Senza andare lontano, Albenga fu la prima città in Italia che fece una giunta Pci – Pli.  Un comunista di ferro come sindaco, Angioletto Viveri ed un imprenditore edile di successo, senza paraocchi, vice sindaco, Giovanni  Dario Zunino. Un’alleanza che proiettò Albenga, per mesi, nelle tribune politiche nazionali della Rai, una formidabile promozione per la città, seconda solo al febbraio 1960: Campanile Sera di Rai Uno in prima serata. Mike Bongiorno raggiungeva, all’epoca, 9 -10 milioni di telespettatori. Tribuna Politica si assestava sui 5-6 milioni. (l. cor.)

La maggioranza dei cittadini, a leggere i sondaggi elettorali, temeva – e forse teme –  l’incontrollata invasione africana anche se i dati riferiti al 2017, quando governava il centro sinistra del presidente  Gentiloni, certificano che sia la Germania prima in classifica con 325.370 profughi accolti. Ha ragione però chi fa osservare che quel paese è la locomotiva economica in Europa.  Ha più incarcerati per evasione e frode fiscale. Il primo in Europa dove la durata dei processi, dalla prima udienza all’ultima pronuncia, non supera i 4 anni. Il paese che negli ultimi 10 anni ha accolto per studio e soprattutto lavoro, oltre 150 mila giovani italiani, almeno 8 mila sono liguri e 1500 savonesi. Al secondo posto viene la Francia, secondo potenza economica Europea con 40.575 migranti,  segue l’Italia con 35.130. E ora con il governo del pugno di ferro alla Matteo Salvini, ministro dell’Interno, gli arrivi sono crollati di oltre 80%. Un durissimo colpo, si direbbe, alle organizzazioni criminali e mafiose che commerciano e speculano sui disperati della terra. Un duro colpo, dice qualche giornalista di sinistra e di destra, ai ‘professionisti dell’accoglienza’, leggi cooperative rosse e bianche.  Una regolamentazione è salutare, meglio senza passare all’eccesso come probabilmente sta avvenendo.

Il cittadino distratto o disinformato ignora  che i ‘campioni europei dell’accoglienzai sono anche un governo della destra e un altro socialdemocratico; l’Austria e la Svezia. Garantiscono protezione a 33.925 e 31 235, rispettivamente, richiedenti asilo. In Italia sono borderline oltre 500 mila extra comunitari, nelle carceri sono ormai in maggioranza. E  nelle maggiori città, in zone centralissime e nelle periferie degradate, la presenza di migliaia di sventurati, senza casa, senza lavoro, in ostaggio di trafficanti di essere umani, di droga e ricettatori (un grande business italiano, made ‘ndrangheta’, mafia africana e di paesi balcanici) finisce per suscitare comprensibile allarme sociale, premiando il neo leader del momento, Salvini.

Ebbene mentre una maggioranza schiacciante, da Nord a Sud, si ribella all’invasione dei ‘barbari’ (Carofiglio, ex magistrato Pm, alla tv, la 7, ha ricordato che nessuno cita il numero di migranti che arrivano, via aerea, come turisti, da  paesi ex comunisti  europei che esercitano e premiano la tolleranza zero, accarezzano il fanatismo fascistoide).

Non ci si indigna, non ci si ribella, non ci sono cortei di protesta per il dissolvimento, nel ponente ligure, della assistenza sanitaria pubblica per la quale ognuno di noi ha versato e continua a versare, anche da pensionato, i contributi.

Dopo la capillare rete di ambulatori medici e studi specialistici, hanno fatto ingresso le ‘Spa’ nazionali che non possono deludere in una sana economia di mercato i loro investitori. Laddove, leggi ospedali, il pubblico ha fallito, ha divorato ingenti risorse, amministrato dalla politica ed in passato anche dalle lobby del sindacato. Così l’unica speranza di salvezza sarebbe affidata ai privati che almeno loro sanno amministrare la sanità e i bilanci, i risparmi antisprechi, la produttività. Non solo, da Ivg.it alle cronache dei quotidiani locali, si assiste ad una massiccia campagna promozionale. Se per i quotidiani del Gruppo De Benedetti può essere uno zero virgola del bilancio, per la Srl di Matteo Rainisio e sorella è tanta manna. Ecco come gira la civiltà e la cultura sociale del terzo secolo. La comunicazione che fa più presa nei cittadini e nella classe politica che, a sua volta, sa essere generosa in campagna elettorale o negli uffici stampa.

Ad Albenga, farà ingresso nel nuovo ospedale, quale terzo gruppo privato ad alternarsi e vincere la sfida, l’Istituto Ortopedico Galeazzi ( San Donato, Milano), ottima nomea, che ha presentato un’offerta con il 5 per cento per cento di sconto sul prezzo a base d’asta.

COMMENTA Cittadinanzattiva Liguria Onlus.

“….Nello specifico settore della sanità, quindi, vuol dire una attenta verifica della compatibilità della, pur legittima, aspettativa del privato (fare profitto) con le esigenze pubbliche. In particolare il privato ( quello profit), in primo luogo, dovrebbe porsi sul mercato e non “sfruttare” il pubblico. Non deve essere sostitutivo del pubblico, ma integrare il servizio pubblico nei servizi non istituzionali. Deve essere attentamente e continuativamente controllato. Il ricorso al privato deve essere rispettoso di criteri di economicità – Deve osservare le stesse regole del pubblico in un piano di assoluta parità”. 

“Leggendo il bando appaiono evidenti i rischi per la tutela della salute del cittadino. Il privato può erogare il 25% delle prestazioni a favore di pazienti fuori regione. Attualmente l’indice di rotazione dei posti letto presso i tre ospedali risulta – mediamente – (fonte Alisa I semestre 2017) 27,7 Bordighera – 45,3 Albenga – 32,0 Cairo -. Come fare a fare più soldi’ ? aumentando l’indice di rotazione dei posti letto e quindi con dimissioni precoci, con evidente danno ai pazienti ? A fronte della concessione dei tre ospedali del Ponente, il privato dovrà versare alla Regione canoni annuali per euro 1.800.000,00 (durata della concessione 7 anni prorogabili per ulteriori 5) Nessuno ha spiegato come sono stati valutati i costi della concessione che deve versare il privato…Come e’ stata determinata la somma complessiva di euro 1.800.000 annui? ….I costi di locazione di soli immobili simili sul sito Agenzia delle entrate appare ben diversa ! …”. 

“L’Assicurazione del concessionario – per eventuali danni anche ai pazienti – è molto limitata, prescrivendo il bando un massimale a 5 milioni per sinistro (se un incendio colpisce un reparto chi paga e con quali garanzie visto che il privato — società può anche fallire). E’ inaccettabile poi che il concessionario potrà utilizzare le proprie insegne sostituendo quelle dell’ASL di pertinenza. L’ospedale è stato costruito con i soldi dei cittadini e quindi non può servire per la pubblicità di un terzo privato”. “Anche l’eventuale argomento della scarsità di risorse (ragione – falsa – per cui potrebbe essere stata fatta la scelta di privatizzazione) non regge al confronto con i dati. La Regione ha “risparmiato” in termini di personale 107 milioni di euro rispetto ai pur stringenti limiti delle leggi finanziarie nazionali (fonte relazione di parifica al bilancio regionale 2016 della Corte dei Conti Liguria). In conclusione non esistono neppure ragioni di risparmio e di maggior efficienza che possano giustificare la rinunzia alla gestione pubblica di un servizio cosi’ importante. La ragione fondamentale è’ pertanto – conclude  Cittadinanzaattiva – quella che la Regione ha declinato il suo ruolo a favore degli interessi di chi vuol fare profitto anche sulla sanità, oltre che su altri servizi pubblici (acqua, trasporti, rifiuti, etc.)”.

Recentemente, a Imperia Tv, il presidente del consiglio provinciale leghista, Alessandro Piana imperiese, ha ricordato che dei poco più di 5 miliardi di bilancio regionale, 3 miliardi e 100 sono assorbiti dalla Sanità.

COMMENTO DI UN MEDICO CHE  HA SEMPRE LAVORATO

 NEL PUBBLICO, PRONTO SOCCORSO INCLUSO

Purtroppo, stiamo assistendo ad un decadimento generale dei valori: di fronte al denaro, l’Uomo non conta più nulla. Quando si tratta di servizi pubblici essenziali ad alta rilevanza sociale – e la Sanità rientra, a pieno diritto, tra questi – si pone l’eterno conflitto tra efficienza ed efficacia, ma va da sé che sia quest’ultima da privilegiare, pur senza trascurare l’efficienza, il che, in concreto, significa assicurare all’utenza il necessario servizio, ma senza sprecare o scialacquare. Da troppo tempo, la Sanità è in mano a persone che non provengono dall’ambiente e, pertanto, non possono emanare direttive in scienza, ancorché possano farlo in coscienza, tuttavia, si pone sempre l’accento sul bilancio, oserei dire sui conti della serva, che sembrerebbero, come per magia, non interessare nessuno allorquando si tratti di personale amministrativo di vertice: si nega un incremento del numero di Medici o di infermieri, ma non si batte ciglio per quelle molte persone che stanno negli uffici, lontane dalle corsie, dagli ambulatori, dalle sale operatorie.
La recente privatizzazione di alcune attività, come la gestione dell’Ospedale di Cairo Montenotte, tocca bassezze inaudite: pur senza negare il prestigio professionale dell’Istituto Galeazzi, il fatto che si tratti di un gruppo di Società per Azioni la dice lunga su quale sarà il modus operandi et gerendi adottato in futuro.

Dr. ing. Roberto Borri (Alessandria)

Diocesi di Albenga – Imperia: concluso il risanamento, avanti tutta con la trasparenzaUn anno in rassegna con il vescovo Borghetti

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La prima volta che ha messo piedi ad Albenga era il 22 gennaio 2015. Guglielmo Borghetti, vescovo di Pitigliano, nominato coadiutore del vescovo Mario Oliveri il 10 gennaio. L’agenzia Ansa dava notizia che Papa Francesco aveva deciso di mandare un tutor nella diocesi “più chiacchierata d’Italia”. “Sono appena arrivato – dirà ai cronisti – e conosco poco questa realtà, mi metterò subito al lavoro, cercheremo di fare le cose per bene con l’aiuto del Signore”. L’Ansa aggiungeva: “I sacerdoti che oggi hanno assistito alla sua prima celebrazione in Seminario hanno detto espressamente che per la Diocesi di Albenga “inizia una rivoluzione copernicana”. A quattro anni di distanza si può parlare di una ‘diocesi modello’ ?  Un esempio che potrebbe far scuola non solo nel mondo cristiano, nel rapporto tra la gerarchia clericale e l’informazione. E’ soprattutto un modo di concepire e mettere in pratica il potere episcopale all’insegna della trasparenza.

Dimentichiamo senza troppi rimpianti il passato con le sue lacerazioni. Pensiamo al presente e all’immediato futuro. La prima notizia è  il ritorno del sereno nei bilanci della diocesi che non riceve contributi pubblici, se non l’8 per mille dei fedeli e presto sarà dato conto di come vengono impiegate le elargizioni come ha già fatto il vescovo di Savona e Noli. “Da un’esposizione debitoria di 7-8 milioni di euro – riferisce mons. Borghetti – ci stiamo assestando ad un debito ristrutturato di  3 milioni. Si tenga conto che disponiamo pur sempre di un consistente patrimonio immobiliare. Non possiamo ‘piangere’, non siamo a rischio default”.

Dalle aride cifre che sono pur sempre elemento strategico, al termometro della ‘forza lavoro’ dei sacerdoti. Sono 145 in diocesi, 120 in piena attività. “Ad oggi posso dire di non avere  contrasti seri, situazioni gravi....”. E’ tornato il sereno par di capire con una terapia senza colpo ferire, ma determinata, intransigente quando necessario, collaborativa, senza girare attorno ai problemi. Con un altro importante punto fermo rispetto ad altri tempi. ” Abbiamo chiuso le frontiere alle vocazioni migranti – dice Borghetti senza mai tradire il pacato tono di voce – Ci sono diverse richieste, io le definisco ‘frustrate’, di ex seminaristi e parroci che vogliono venire qui.  Se avessi accolto tutti i preti stranieri che hanno fatto richieste ora avremmo almeno una ventina di sacerdoti e di seminaristi in piú. La maggior parte delle richieste da Africa e India, ma qualcuna anche dall’Italia. In seminario sono in due, studiano a Genova e siamo fieri….Aggiungerei che la nostra diocesi, soprattutto rispetto ad altre, è tutto fuorchè sotto organico”.

E’ trascorso un anno dall’ultimo incontro con i cronisti. Eccellenza qualche nuovo dispiacere…., di quelli che  magari lasciano il segno. Borghetti riflette, tergiversa, alza le mani: “….Un caso mi ha fatto soffrire, ho sofferto molto, non vorrei però parlare di un’anima che non è più tra noi e dove andremo tutti, nessuno escluso….”.

Un vescovo, facile immaginarlo, riceve posta e con i tempi moderni, si direbbe, soprattutto e mail. Quali sono, nella scala sociale, le tre  emergenze che Borghetti si trova ogni giorno ad affrontare ? “Non utilizzo i social, anche se spesso mi viene richiesto. Nelle mail ci sono richieste di aiuto. Voglio subito premettere che ho dato un taglio pressoché totale alle elemosine,  ai 5- 10- 20 euro. Diciamo che è rimasto l’1 per cento. Il 99 per cento di chi chiede aiuto viene direttamente  in Curia…. Con i collaboratori approfondiamo i casi, ricorrendo se necessario alle informazioni dei parroci e scremate si affrontano le situazioni più serie, di famiglie, bambini. Si va dagli aiuti economici per gli affitti, alla donazione di mobilio, alla possibile ricerca di una casa, non è impossibile. Mentre nessun aiuto per chi cerca un lavoro. Non sappiamo francamente a chi rivolgerci, un problema serissimo…..”.

La diocesi, l’associazionismo, i giovani, gli scout, l’Azione cattolica. Borghetti:” L’associazionismo è in crisi, ma non solo per una non adesione alla fede cristiana, crisi di adesione ad ogni tipo di fede. C’è un edonismo spicciolo che a volte preoccupa un po’. A parte ciò,  l’Ufficio pastorale giovanile ha un nuovo direttore: dopo una fase di ‘stanca’, ora è passato nelle mani di don Stefano Crescenzo”.

Altra novità, la designazione del  nuovo direttore dell’Ufficio Comunicazione della Diocesi, don Pablo Aloy, con l’annuncio che anche il sito diocesano sarà rinnovato con servizi e notizie utili per la comunità e dopo un confronto di lavoro con l’esperienza di altre diocesi. Don Pablo che ha preso il posto del pur sempre prezioso aiuto di monsignor Galdolfoal quale va tutta la nostra riconoscenza” rimarca il vescovo. Lascia la collaborazione diretta anche il dr. Eraldo Ciangherotti: “E’ stato lui stesso a chiederlo anche per impegni nell’ambito di incarichi pubblici e della politica, potrà comunque proseguire e rendere un servizio da esterno”. Il dentista ingauno è in pole position per la candidatura a sindaco, anche se la Lega nell’ambito di un accordo regionale aveva ‘prenotato’ per un suo esponente che però è difficile trovare, soprattutto dopo gli anni del trionfo della compianta zarina leghista Rosy Guarnieri.

Due domande di stretta attualità, visto che ne hanno scritto i quotidiani proprio di recente. La controversia Imu con il Comune di Ceriale, relativa all’immobile del villaggio Santa Maria Belfiore di Peagna e l’intervista ad un legale albenganese che ha annunciato richieste danni e  minacce di pignoramenti  milionari dopo la condanna passata in giudicato di don Massafferro per lo ‘scandalo della bimba di Alassio’.

Il vescovo: “Per il presunto contrasto con il Comune di Ceriale,  la notizia è vera e falsa allo stesso tempo. Pervenuta la richiesta di pagare Imu ed arretrati, abbiamo interpellato la Commissione tributaria regionale che ha obbligato il Comune a ricalcolare la tassa escludendo le aree di culto. Ora il Comune ci deve dire quanto dobbiamo pagare e provvederemo.  Aggiungo che l’immobile era stato dato in comodato d’uso gratuito alla cooperativa Jobel, ora l’abbiamo  affittato a Cooperarci. … Per l’altra questione ho letto proclami e tesi assurde…I preti non sono  nostri dipendenti, lo stipendio non lo percepiscono dalla Diocesi ma dall’8 per mille….ogni  sacerdote ha una diretta responsabilità  quando agisce in proprio…..”.

Un argomento più leggero, meno impegnativo. Abbiamo letto sui due quotidiani più diffusi di una probabile promozione  alla soglia cardinalizia, è stata citata Genova che presto si renderà vacante. Oltre a Borghetti,  il vescovo di Sanremo e Ventimiglia, mons. Tonino Suetta.  “Ho sentito e ho letto, onestamente l’ho presa a ridere benevolmente…..nulla di nulla”.

Capitolo migranti ed immigrazione: “L’anno scorso con tutti i vescovi della Liguria abbiamo firmato un documento sul tema immigrazione e la nostra posizione resta sempre la stessa. I numeri di migranti accolti dalla nostra diocesi sono rimasti  invariati. Nel 2018 non ricordo di aver ricevuto una sola telefonata con richieste di accoglienza, mentre fino all’anno prima ne arrivava quasi una al giorno. Mi telefonava il prefetto…. Non siamo contro il Governo, tanto meno contro i migranti, ma vanno messi i puntini sulle ‘I’ ogni tanto. Alcuni recenti fatti mi creano un po’ di preoccupazione: in primis va salvaguardata e messa al primo posto la dignità umana e si devono fare leggi giuste in tal senso. Quando non succede la voce si alza, non possiamo tacere. I nostri interventi di sostegno, seppur senza variazioni numeriche, vanno avanti”.

Il vescovo che inizialmente aveva trovato casa in un alloggio del centro storico in via Enrico d’Aste, ha preso possesso dei locali che hanno ospitato i vescovi, ultimo ‘inquilino’ mons. Mario Oliveri, che si è trasferito in Seminario. “Dallo scorso 29 settembre abbiamo concluso i lavori di restyling e di ripulitura del palazzo vescovile, che abbiamo riconsegnato rinnovato alla città. Il vescovo è tornato in episcopio. Qui c’è la sala riunioni, si riunisce il collegio  dei Consultori, il consiglio Diocesano per gli affari economici, il Consiglio Presbiterale, il Consiglio Pastorale diocesano: la cupola  del governo diocesano”.

E il Santuario di Balestrino?: “Nessun problema particolare, va bene, i fedeli ed i pellegrini non mancano….per il resto ognuno han una propria visione ed io ho preso atto di ciò che ho trovato….”.

In passato capitava con una certa frequenza di apprendere di lasciati di benefattori, accadeva agli ospedali, agli asili, più raramente ai Comuni. Oggi sono davvero un’eccezione e forse non è difficile farsene una ragione. E verso la chiesa…? “Direi che non c’è stato un calo, quasi sempre si tratta di lasciti, eredità alle parrocchie”.

A Imperia, anzi a Diano Marina, è nato un contrasto, una polemica non ancora sopita, per il divieto di don Silvano De Matteis,  direttore della sezione Musica per la Liturgia della diocesi,  ad un coro di alpini al concerto di Natale. “Diciamo che in chiesa si suona e si canta musica sacra….”. Pare che il motivo fosse una canzone genovese: Ma se ghe pensu…di Mario Cappello, eseguito da Bruno Lauzi, Gino Paoli, Mina, I Trilli, Natalino Otto, Ricchi e Poveri, Antonella Ruggero…. Il vescovo: “L’abbiamo cantata  alla fine della Messa all’aperto quando papa Francesco è venuto a Genova (maggio 2017 ndr), non eravamo però dentro la chiesa.  Ci vuole molta moderazione come ho già avuto modo di osservare in passato. Mi affido a don Silvano….”.

Una curiosità, che ne pensa dell’esplosione ‘tantissimi amici degli animali‘, business di prodotti, negozi che si moltiplicano. Un padre camilliano durante una predica ha ricordato la sua testimonianza tra i poveri, i diseredati, bimbi denutriti: lui è di Mendatica, ma ha sempre prestato la sua attività di ‘missionario’, tra gli ultimi, italiani e stranieri, malati, a Torino. Monsignor Borghetti: “Io amo ed ho  amato gli animali, in Toscana ho sempre avuto un gatto in casa. Certamente assistiamo, direi, ad una degenerazioni senza limiti….qualche mese fa mi è capitato durante la distribuzione dell’Eucarestia ai fedeli di vedere avvicinarsi una signora che aveva qualche difficoltà a muovere una carrozzella, li per li ho pensato ad un bambino….invece custodiva un cagnolino….”.

Il trasferimento, da Nava a Rezzo, dell’unico eremita della Diocesi, è confermato ? “Certo, certo, sono in corso lavori, è stata una sua volontà ed è nostro dovere rispettarla, proprio quanto eremita”.

Il vescovo si congeda dopo aver ricordato che la ‘Casa F.A.C.I’  di Marina di Massa,  ai residenti della Diocesi pratica uno sconto del 10 per cento, che sale al 20 se iscritti Faci.  Una struttura affacciata sul mare, con parco, 68 camere, in un piacevole  contesto paesaggistico non lontano da Firenze e Pisa. Con la possibilità di organizzare congressi, convegni, incontri aziendali ed associativi, sale meeting e parcheggio privato. Ovviamente una vacanza relax e chi lo desidera di preghiera e meditazione, con pranzo e cena.

Luciano Corrado

LA DIOCESI IN CIFRE

Abitanti: 173.000
Parrocchie: 163
Numero dei sacerdoti secolari:  120
Numero dei sacerdoti diocesani residenti fuori Diocesi:  21
Numero dei sacerdoti extradiocesani e religiosi con incarico: 25
Numero dei diaconi permanenti: 20
Numero dei diaconi transeunte: 0
Comunità Religiose Maschili: 12
Comunità Religiose Femminili: 8
Religiosi: 57
Religiose:  283
Seminaristi al teologico:  2

Loano, Luana geologa in carriera politica, si fa onore per competenza, impegno e umiltà

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Il Secolo XIX ed altri media savonesi le hanno dedicato il titolo: “Il successo di Luana Isella, la più votata…” alle provinciali. Hanno votato i consiglieri dei 69 comuni della provincia. Il 9 maggio festeggerà  43 anni che non dimostra affatto, viso da ‘acqua e sapone’,  curriculum, da geologa, di tutto rispetto (vedi…..) con incarichi professionali sia nel pubblico (regioni, Comuni, provincia), sia nel privato. Una costante, peraltro, di chi svolge certe professioni. Importante non è tanto astenersi per non incorrere in possibili contestazioni, quanto far tesoro dell’esperienza nell’interesse del bene comune. Alla larga dunque dai conflitti vicini e lontani quando è necessario. Il papà, geom. Giancarlo lavora con la moglie, una Parodi di Borghetto S. Spirito, nell’agenzia immobiliare di famiglia in corso Roma, il lungomare.

La panoramica di Loano posta sulla pagina Facebook di Luana Isella, sullo sfondo l’azzurro del mare, in primo piano invece il ‘mare di verde’, ciò che resta in una realtà dove la natura e la sua storia, le sue peculiarità, sono state in buona parte sacrificate dalle scelte elettoralmente vincenti della speculazione immobiliare. Migliaia di seconde case, palazzoni, ma solo due decine di alberghi che resistono con l’ area  alberghiera (Le Vignasse detta la Siberia) sempre in attesa e che compie ormai 30 anni.

Ha scritto sulla sua pagina Facebook: Elezioni Provinciali 2019. 6740: un numero che difficilmente dimenticherò in futuro!
È il numero di voti che mi ha permesso di essere riconfermata in consiglio provinciale.
È il numero che indica il maggior numero di preferenze prese!
È il numero che più di tutto ha fatto sì che si affermasse in Provincia una certa filosofia di voto.
Non è facile ne scontato essere riconfermati, ripresentarsi al voto vuol dire capire se il lavoro fatto è stato compreso, se ha dato risultato sul territorio se si sono create le giuste sinergie tra amministrazioni.
Una chiusura positiva di un bilancio ma soprattutto una buona carica di energia per poter fare ancora meglio nei prossimi due anni.
Al di là del mio personale, il successo è stato di una squadra ben assortita sul territorio, determinata e volenterosa.
Ringrazio quindi tutti coloro, e sono davvero tanto, che hanno ancora una volta creduto in me e nel gruppo “Cambiamo la Provincia “, pronti già da subito a lavorare per il nostro amato territorio!
Mai nome fu più “azzeccato”! 
(Dalla sua pagina Facebook si legge ancora: tenace e cocciuta, dal cuore tenero, geologa nel sangue, fidanzata ufficialmente con Luca Magni)

La sua esperienza nella vita politico amministrativa, forse non è neppure iscritta a FI, ha di fatto premiato, una volta tanto, la preparazione socio culturale, la meritocrazia con lo studio, la conoscenza delle materie di interesse, l’approfondimento, la conquista poco alla volta della capacità e dell’esperienza sul campo. La non comune dote della serietà  e coerenza. Si è diplomata  nel 1995 al liceo scientifico Issel di Finale Ligure con una valutazione 49/60. Si è laureata in Scienze Geologiche nel 2001 all’Università degli Studi di Genova con 108/110. Titolo della tesi:  Valutazione degli effetti di sito dall’analisi di registrazioni di microtremore.

Luana Isella, geologa, posa in uno degli angoli storici e caratteristici di Loano. Luana non è sposata, è zia per i nipotini di una sorella

Nel 2005 sempre all’Università di Genova  ha conseguito il dottorato di Ricerca in geofisica della Terra Solida, ciclo XVII.  La tesi: HVSRTECHNIQUE FOR SITE AMPLIFICATION STUDIES, LIMITS AND APPLICATION, relatore il prof. Claudio Eva.

Nel 2003 ha conseguito l’attestato al corso coordinatori della sicurezza.  Ed è iscritta  dallo stesso anno  all’Albo dei Geologi della Liguria. E’ stata membro del CTU provinciale dal 2009,  componente della Commissione edilizia di Loano nel triennio 2008- 2011.

C’è chi la ritiene la candidata ideale alle prossime comunali, in alternanza e dopo il secondo mandato di Luigi Pignocca, cresciuto e promosso, sotto la protezione di Angelo Vaccarezza. C’è chi sostiene, comunque, che le chance di un rinnovamento non siano dietro l’angolo e a Pignocca sia riservato il terzo mandato, dopo la modifica della legge elettorale. E sarebbe il primo sindaco  loanese ad aver governato per 15 anni. E’ vero che non mancano i tifosi del ‘re delle preferenze’, Luca Lettieri (543), ma esiste più di un motivo di opportunità per consigliare altri traguardi, soprattutto se corrono voci di una migrazione ‘ricompensata’ nelle file della Lega di Salvini loanese, mai così debole e debilitata nella rappresentanza comunale, pur essendo il primo partito alle politiche del marzo scorso con 1.592 voti (26,4%), al secondo posto il Movimento di Grillo con 1540 voti e il 25,5%. Il geom. Mauro Averame, ex assessore al Bilancio e che doveva essere il punto di forza della Lega si è ritrovato tra i fanalini di coda con 121 preferenze. E per via dell’ordine alfabetico era pure il primo nome della lista, seguito dal collega di partito,  Giuseppe Beverello, con 48 preferenze. Chi è stato il valente leghista che ha avallato le due candidature ?

Luana Isella  primo sindaco rosa della storia loanese ? e che ha raggiunto l’onorevole posizione di 235 preferenze, contro le 125 di un personaggio popolare (anche del carnevale, del volontariato come Agostino Delfino (125), e persino superando il dr. Gialuigi Bocchio (226) tra i longevi del parlamentino, ex assessore, presidente del consiglio comunale e affermato medico di famiglia. Prima di lei il nome più gettonato era quella di Roberta Gasco Mastella, avvocato, passione e dedizione totale alla politica, con vari schieramenti quasi sempre di centro destra, fino a quando gli è piovuto in testa la tegola e la condanna per le spese pazze in Regione. Un bubbone che aveva contagiato la maggioranza dei componenti del parlamento regionale nel corso di due, tre legislature (Biasotti e Burlando presidenti). Denaro pubblico utilizzato a scopi privati e pro elettorale. La Gasco è stata tra i pochi imputati a risarcire il danno, quasi 100 mila euro, ma il tunnel giudiziario non si è ancora concluso.

Tramontata l’ipotesi Gasco, quella di Luana non è affatto campata in aria. E probabilmente potrebbe essere una scelta vincente anche se Loano è una delle poche città della Riviera che non conosce l’alternanza democratica, con una breve eccezione nel 1967 quando venne eletto per la seconda volta il comm. Felice Elice sindaco, ex Dc ed in giunta  volle l’avv. Stefano Carrara Sutour allora esponente del Psiup e che fu poi eletto per poco più di un migliaio di voti al Parlamento, unico onorevole nella storia loanese. Potrebbe anche succedere che forte del consenso elettorale gli uomini di Salvini in provincia ed in Liguria scelgano di ‘imporre’ o correre con un loro candidato, magari anche al di fuori delle alleanze di potere di cui Loano è sempre stata capace, pure grazie alle debolezze e divisioni di una potenziale opposizione ed alternativa. Un esponente leghista, magari del comprensorio, meglio se con esperienza politico amministrativa, con una dote culturale e senza doveri di riconoscenza.

E’ vero che Luna Isella fa parte di uno schieramento dove emerge chiara e forte la figura del conduttore – navigatore maximo (Angelo Vaccarezza), ma il suo bagaglio morale, di competenza ed umiltà, di preparazione e lungimiranza, di sensibilità e costante impegno, anche nel seguire le piccole cose, un certo pragmatismo,  una buona dose di realismo, potrebbero convincere anche le ritrosie. Il ‘plebiscito’ alle provinciali, salutato da un comunicato stampa di congratulazione del sindaco Pignocca e della giunta, rappresentano un significativo attestato.Certamente la dr.ssa Luana non appartiene alla specie di chi sgomita e si fa in quattro pur di arrivare sullo scranno da sindaco, così come aveva fatto nel piccolo con l’attivissima associazione Amici del Carmo di cui è stata eletta alla presidenza dopo le dimissioni di Giobatta De Francesco.  All’insegna dell’entusiasmo ogni anno accompagna i soci del Cai alla scoperta di una ‘passeggiata geologica’. Con la stessa passione aderisce a Diamoci una scossa per la prevenzione sismica, alla musica del suo preferito Vasco Rossi e alle premure per il cagnolino di casa e compagnia. (l.cor.)

Il momento del taglio del nastro da parte della ‘madrina’ dell’inaugurazione del sentiero, Luana Isella, vice presidente della Provincia, con il sindaco Pignocca, il consigliere regionale Vaccarezza, rappresentanti del Cai, degli Amici del Carmo, degli alpini

 

 

Albenga vince Calleri del centro destra, quanti candidati pionieri del bene comune! Ciangherotti resiste ? Savorè favorito ma battuto. Confermato accordo Toti- Rixi

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Gerolamo Calleri di Salea. Il più silenzioso ha battuto i concorrenti. Confermato il ‘patto’ Toti- Rixi per le città sopra i 20 mila abitanti e che trucioli aveva rivelato l’autunno scorso. Albenga era destinata alla Lega. Come abbiamo scritto nella prima edizione del blog, tutto lasciava pensare che fosse lui la carta vincente sul filo del rasoio. Da qui l’abbraccio reciproco del centro sinistra a Ennio Fazio per anni ‘re’ della Coldiretti in provincia, tra i floricoltori del ponente, con ruoli regionali, alla Camera di Commercio, alla Comunità Europea, due mandati da sindaco di Ceriale. Il rosario delle liste per la corsa al ‘parlamento’ comunale, edizione elettorale 2019, sarà il più generoso ‘caravanserraglio’ della vita politico amministrativa dell’ultimo mezzo secolo. In crescita il numero dei candidati pronti al ‘sacrificio estremo’ pur di elargire le proprie doti sull’altare del bene comune.

Albenga, Gerolamo Calleri e l’on Franco Vazio del Pd amici da vecchia data (foto Silvio Fasano)

Privare molte ore libere alla famiglia, sacrificare il posto di lavoro,  rinunciare agli hobby, agli amici. Tutti ripetono che fare i sindaci e gli assessori in una città di provincia significa immolarsi per ‘un pezzo di pane’. Devi occuparti di mille cose, alla stregua di un padre di famiglia. La cassa dei soldi da spendere, si ripete, è sempre meno generosa. Ci metti la faccia ogni giorno quando cammini per strada. Dunque chi te lo fa fare ?

A tu per tu l’ex procuratore antimafia di Torino e Palermo con Gerolamo Calleri durante la presentazione di un libro a Villanova d’Albenga (foto Silvio Fasano)

Albenga: Umberto Bossi, da segretario della Lega Nord, dopo la visita in Comune, seduto al Carpe Diem per un piccolo rinfresco con a fianco il dr. Savorè e la giovane avv. Sonia Viale (foto Silvio Fasano) che poi diventerà sottosegretario di Stato ed ora è assessore regionale alla Sanità e mai coinvolta in inchieste giudiziarie

Perbacco i missionari del ‘bene comune’ ora spuntano come funghi per le candidature elettorali. Certo sarà interessante capire la stoffa e la statura morale e meritocratica. Chi si è abituato al salto della quaglia. Che affidabilità può avere un ‘traditore’, uno che viene eletto con uno schieramento e passa dall’altra parte. Eppure gli italiani hanno fatto il callo, l’abitudine anche a questo primato. Se è vero che nella scorsa legislatura dei tre governi (Letta, Renzi, Gentiloni) ben 504 senatori e deputati hanno cambiato gruppo. Chissà quanti elettori albenganesi, a cominciare dalle giovani leve, ricorderanno  passato e presente  di chi si mette in lista, chiede e spera, crede di meritare il voto più di un altro concorrente.

Albenga. Mirco Mastroianni, titolare azienda vitivinicola, nel 2014 eletto presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Savona (Cia) con l’amico Gerolamo Calleri (foto Fasano)

Sarà anche colpa dei media, del fatto che la memoria viene di volta in volta distratta dall’evento dell’ultima ora. E documentarsi, scavare negli archivi ci vuole volontà, tempo, pazienza. Così spesso finisce per essere dimenticato il curriculum dei candidati. La loro coerenza nell’attività pubblica. Per qualcuno magari i carichi pendenti, i reati poco commendevoli finiti in prescrizione e spacciati per assoluzione. Senza dimenticare la qualità delle accuse provate o da dimostrare.  Con la verità giudiziaria che non è necessariamente la reale.

In un’Italia che si scandalizza per la microcriminalità, che pur va combattuta, nei centri storici, nelle stazioni ferroviarie, non si indigna più di tanto per le ‘rapine’ senza mano armata o coltelli ad opera di colletti bianchi, della folta tribù di evasori che con la scusa dello Stato vorace, fanno il possibile per evadere. Con la conseguenza che a pagare sono sempre gli stessi. I di tasse evase e lotta ai furbi ormai non parlano o strillano neppure i populisti. Ecco è vero che in consiglio comunale certi temi non sono all’ordine del giorno. Ma forse c’è chi ricorda i tempi in cui i media cartacei pubblicavano l’elenco comunale dell’Imposta di famiglia. Oppure gli anni della corsa a leggere i redditi dichiarati dei contribuenti dove spesso emergevano curiosi ‘poverelli’. I quotidiani in quei giorni andavano esauriti. Oggi la privacy imperversa, siamo un paese moderno anche se penultimi in Europa quanto a lettura di giornali, con la Grecia primi in evasione fiscale e primi in assoluto, sempre in Europa quanto a mafie regnanti, a processi con imputati e parte lese o civili che vanno in prescrizione.

Il ponente ligure ha vissuto il miracolo economico grazie al boom turistico anni ’60 e ’70 ma ce lo siamo giocati arricchendo la costa ed il primo entroterra con mezzo milione di seconde case vuote almeno dieci mesi all’anno. Poi quando c’è il pienone ci mancano strade, parcheggi, viabilità nel caos. Continuiamo a far la conta di arrivi e presenze turistiche dimenticando che più dei numeri conta la capacità di spesa giornaliera. Si sta riducendo sempre più la campagna coltivata. Manca la coesione tra le tre associazioni di categoria agricole.

Il dr. Savorè con la beniamina Rosy Guarnieri e soprattutto con Matteo Salvini quando non era ancora all’apice del potere

Nelle ultime 48 ore Albenga ha letto che l’uomo forte e ‘pesante’ del potere provinciale, il loanese di ferro e sampdoriano, Angelo Vaccarezza, ha detto no alla candidatura della leghista Cristina Porro, ma chi ci ha mai creduto davvero. Non sono poi così ingenui e sprovveduti ai piani alti della politica provinciale e regionale. Ecco resta da chiedersi fino a che punto invece Vaccarezza (Toti il suo superiore diretto) sarà irremovibile nella ‘promozione’, per alcuni meritata, del giovane esperto nei meandri della politica, Eraldo Ciangherotti.  Vaccarezza fa un gioco delle parti? Vedremo i risultati finali. C’è chi sostiene come il politologo misterioso del quale riportiamo sotto un suo scritto (l’indirizzo e mail non è truccato) che sia tutta una messinscena e che  per Ciangherotti non sia ancora arrivato il suo momento peraltro tanto desiderato. C’è chi sostiene che abbia soprattutto sbagliato strategie, mai messa in dubbio a quanto pare la sua onestà e la convinzione nelle sue battaglie quasi sempre affidate a IVG.it. Come dire alla fin fine tra tanti lettori ci saranno pure coloro che mi danno ragione e che quando si recano a votare si ricordano di me. E Calleri che non ha quasi mai parlato con  IVG allora è destinato alla sconfitta ?Suvvia. Abbiamo visto gli esiti della campagna elettorale alle politiche, i soldi spesi in pubblicità proprio su Ivg che fa la parte del leone. Magari fosse cosi!

A tu per tu il dr. Savorè con il segretario della Lega Matteo Salvini(foto Silvio Fasano)

Come avevamo anticipato ascoltando su Imperia Tv, nell’autunno scorso, un intervento dell’on. Di Muro (Lega), il candidato sindaco del centro destra andava al partito di Salvini che alle politiche di marzo 2018 aveva raggiunto quota 3.465 voti (26,4%), superata solo dai M5S con 3851 voti (29,3%). Forza Italia a 2095 (15,9%). L’accordo era di vertice, ovvero Toti- Rixi.  Se il patto regge, a meno di mutamenti dell’ultima ora, sarà dunque leghista lo sfidante. E molti elementi facevano pensare che la persona giusta al posto giustofosse il dr. Sergio Savorè, farmacista già titolare, ex consigliere comunale. Alla fine fine il candidato che avrebbe potuto mettere tutti d’accordo, nel centro destra. Restava in silenzio il nome della prima ora Gerolamo Calleri. Quasi mai una dichiarazione, una presa di posizione. Si potrebbe ipotizzare che sia lui il re di picche, la carta vincente. E così è stato. E in questo senso qualcuno arriva persino a leggere la discesa in capo, a sorpresa e contromossa, di Ennio Fazio, per anni  eminenza grigia del potere a Ceriale; aveva persino trovato una convivenza con un altro ‘cavallo’ di razza dell’amministrazione locale e provinciale, Piero Revetria. 

In realtà il divorzio di Fazio se sarà suffragato da elementi concreti, segna la ribellione dell’ex sindaco alle scelte compiute a Ceriale proprio dal Vaccarezza padrone del vapore provinciale. E dire che fu proprio Vaccarezza ad imporre il vincente Fazio al

Luca Nucera, fratello innocente di Andrea, tra il sindaco di Ceriale e quello di Albenga al brindisi per le le assoluzioni della T1

gruppo di FI di Ceriale, provocando diserzioni e parecchio malumore. Fazio ha governato per due mandati da incontrastato direttore d’orchestra, forse non immaginava che la linea dura di Vaccarezza (contrario ad allearsi con un altro schieramento di destra) arrivasse al punto da provocare una defezione tale da favorire il candidato diciamo di un centro sinistra parecchio annacquato.  Fazio messo persino in disparte. Uno della sua stazza e caratura abituato a fare e disfare, non ha mai perdonato la sua giunta e la sua maggioranza di essersi opposti ad una richiesta danni nei confronti dei magistrati inquirenti che sono entrati a gamba tesa e a tutto spiano nella lottizzazione della T1 Nucera, contestando reati gravissimi. In sentenza quasi tutti assolti. Si aggiunga che il sindaco, avv. Giorgio Cangiano non ha mai fatto mancare la solidarietà al collega Fazio ed era tra i presenti alla festa di ‘Finalmente assolti !” Imputati ingiustamente, da innocenti per la giustizia italiana. Al punto che la stessa Procura della Repubblica non aveva appellato la sentenza assolutoria verso Fazio, Revetria e per reati gravi che pure erano

Ennio e Piero a Cesare quel che è di Cesare (fai un click per ingrandire l’immagine)

stati contestati e portarono al sequestro del maggiore complesso immobiliare della provincia di Savona rimasto peraltro incompiuto. La tesi più diffusa è che senza quelle imputazioni ed iniziative giudiziarie clamorose ed devastanti, la proprietà Nucera non sarebbe finita all’asta, nessun crack e che oggi nessuno vuole comprare neppure a saldo. Ennio Fazio sarà pure un duro, ma come dimenticare la solidarietà convinta e non di maniere di Cangiano sindaco di sinistra nei confronti di un collega di Forza Italia, con un passato da democristiano. (l.cor.)

ERALDO CIANGHEROTTI  SEMPRE NEL MIRINO

DEL MISTERIOSO POLITOLOGO INGAUNO ALASSINO

Angelo Vaccarezza ha candidato Ciangherotti alla Provincia proprio per fargli ingoiare il rospo della mancata candidatura a Sindaco di Albenga (una sorta di premio di consolazione o se preferite un risarcimento….). Normale che Ciangherotti abbia ringraziato Vaccarezza per l’impegno profuso (senza il quale il nostro Eraldo– peraltro il meno votato tra quelli che ce l’hanno fatta- non sarebbe stato rieletto. Normali dinamiche di buona educazione….). Adesso non si penserà che la Lega di Salvini, col vento in poppa nei sondaggi, rinunci ad avere un proprio candidato Sindaco per sostenere un forzista che non gode di particolari simpatie nel suo stesso partito per le note manie di protagonismo e i comportamenti “un po’ troppo sopra le righe” -diciamo così……..! E’ pur vero che Ciangherotti conta da sempre sul sostegno della potente Diocesi locale e non solo……(chiedere a Paolo Fracchia per maggiori ragguagli……), ma è inverosimile che Forza Italia rompa con la Lega pur di candidare Ciangherotti! Tra l’altro molti si ricordano ancora le crociate anti aborto dell’odontoiatra che certo gli hanno alienato consensi nell’elettorato femminile e il bidone di spazzatura spedito a Napoli per far parlare un po’ di sè (magari per qualcuno nella vecchia Lega questo gesto sarebbe pure un titolo di merito, ma adesso che la Lega è diventata un partito Nazionale certi peccatucci di gioventù non vengono più tollerati. I voti bisogna prenderli anche dai meridionali e ad Albenga sono in netta maggioranza… Ciangherotti dopo l’iniziale, comprensibile amarezza, si metterà l’animo in pace. Del resto è ancora giovane…avrà (forse) altre chance in futuro. E magari la mancata candidatura a Sindaco gli servirà da lezione per il futuro. Non è con l’arroganza e gli atteggiamenti da bullo (tipo le sparate contro la famiglia Costa e gli epiteti offensivi rivolti a insegnanti, Amministratori pubblici, parlamentari, magistrati etc… ) che si costruisce una leadership. A volte paga di più il basso profilo e soprattutto la diplomazia….

Il politologo ingauno – alassino

QUANDO LE ORCHIDEE DELL’AZIENDA CALLERI ERANO SUL PALCO DEL FESTIVAL DI SANREMO

Le orchidee Calleri in omaggio alla Giannini al Festival di Sanremo 2015

DAL SITO FACEBOOK  DELL’AZIENDA FLORICOLA C&G DI CALLERI GEROLAMO E CLAUDIO: Avete notato che bei bouquet hanno ricevuto gli ospiti sul palco dell’Ariston in occasione della 65esima edizione del Festival di Sanremo? Guardate bene le Orchidee Phalaenopsis bianche nel mazzo donato a Gianna Nannini. Dovete sapere che sono le nostre “bimbe”: cresciute e coccolate nelle nostre serre in quel di Albenga ! Sono i negozianti di Sanremo che hanno comprato presso di noi per poi comporre i bouquet per Sanremo. Chiedete ai signori albenganesi di regalarvele: i fiori non passano mai di moda.

Gerolamo Calleri a Fior d’Albenga 2015 con colleghi floricoltori della piana

Savona, misteri Ata (o inciuci?) Garassini ulivista: ‘Volevano un incorruttibile, sono io’ La stima reciproca con Ripamonti senatore leghista. Consulenze per un milione e mezzo

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Il suo ‘epitaffio’ più esibito: onestà, esperienza, concretezza. L’impegno di lunga data: fermare lo scempio edilizio ed urbanistico di Loano e della Riviera. La promessa elettorale ricorrente: tenere fede agli impegni, così come ha sempre fatto dal 1994 al 2004 da presidente della Provincia, il più giovane nella storia dell’ente. Alessandro Garassini, 55 anni, coniugato, due figlie, avvocato, ambizioso quanto basta, brillante, suscettibile, generoso, podista per hobby in coppia con ‘fido’, aspirazione a ‘volare alto’ in politica e non solo. Nel 2009 ha fatto parte della squadra Fondazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e, a Genova, tra gli oratori. Nel 2015 presidente di un’azienda che produce cioccolato in Piemonte (Dulcinova Srl) e Dolcetto Spa, nel Cda della Ligur Capital. Dal 2012 iscritto all’albo dei Direttori generali della Regione Liguria per tutte le tipologie di direzione. E dopo la gloria è arrivata la stagione delle pene che alla lunga demoralizzano i più audaci e fiaccano la resistenza psicofisica.

L’avv. Alessandro Garassini, ex presidente della Provincia e presidente Ata Spa di Savona, ereditata da Sara Vaggi e C. sull’orlo del dissesto. Per anni nessuno  o quasi si era accorto del ‘bubbone’ della società pubblica con nomine imposte dalla politica al potere. Nomi e cognomi, elenco dei fornitori e professionisti che pubblicheremo nel prossimo numero.

E’ stato presidente del Consorzio del Depuratore di Borghetto S. Spirito. Vice presidente dell’Autofiori. Vice presidente del Comitato bioetica del Santa Corona. Consigliere di Arco Latino (associazione delle province dei paesi europei affacciati sul Mediterraneo). Consigliere della Fondazione di Comunità del Ponente (designato dai fondatori GF Group Spa  OrseroNoberasco Spa). In tour elettorale era solito ‘esibirsi’ alla guida di una spyder decapottata. Un giorno ormai lontano disse: “Io sono d’accordo con Beppe Grillo, la rivoluzione si fa dalla base…dobbiamo partire dai Comuni…”.

LAUREA E TIRONICIO – Si era laureato nel 1987, in Giurisprudenza, all’Università Cattolica del Sacro Cuore con la tesi “Lo snellimento delle procedure di pianificazione urbanistica”. Gli albori professionali, con tirocinio, nello studio legale Nan di Pietra Ligure, quando Carlo Nan che poi ha lasciato al figlio Enrico, quattro legislature da parlamentare di Forza Italia e Pdl, era un  affermato civilista e penalista sopratutto in tema di contenzioso edilizio. Garassini che nel corso degli anni ha condiviso lo sbocciare di almeno quattro formazioni impegnate nella società civile. Lui ‘cavaliere e condottiero’ per la legalità, ma anche difensore in inchieste e processi. Basti pensare ad un nome ‘altisonante’ per la cronaca. Monica Nucera, sorella dell’arch. Andrea, accusata di reati minori, emigrata con il resto della famiglia. Ebbene ‘Chicco’, per una volta, ha vissuto la ‘tremenda’ esperienza di inquisito – perquisito: nello studio, in casa, nell’ufficio Ata. Da mattino a sera, gli uomini della Finanza al setaccio. E un perito del Pm sta ‘rileggendo’ i contenuti del cellulare e dei computer  sequestrati ai quattro indagati: oltre a Garassini, l’ad Matteo Debenedetti, i consulenti  Valerio Perdaroli e Giancarlo Zanini.

ADESIONE A ITALIA FUTURA – L’avvenimento (novembre 2009) occupò pagine di cronaca nazionale. Al tavolo Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portuale, Giovanni Calvini,  Paolo Oddone, presidente Camera di Commercio,  Giovanni Delle Piane,  il principe Cesare Castelbarco Albani (agente marittimo già a capo di Filse, nel 2017 incoronato presidente di Banca Carige), l’editore Tv Maurizio Rossi. Tra i presenti Augusto Cosulich, Alessandro Garrone, Raffaello Orsero (tra gli amici di Garassini propoziatore del tete- a- tete con l’allora giovanissimo ministro del governo D’Alema, Enrico Letta), Gabriele Noberasco, Beppe Anfossi, Giovanni Bormioli,  Piero Lazzeri, Francesca Accinelli e l’immancabile Luciano Pasquale  quando era “re” delle poltrone in Liguria.

Chicco Garassini, nel 2009, ancora battagliero, seppure ormai  apparentemente distaccato dal ‘teatrino politico’, con alti e bassi. In una lettera a la Repubblica, del 13 dicembre 2009, scrive: “…. Il mio distacco dalla politica incompetente ed immorale resta, e resta l’amarezza in chi si è illuso che dopo Tangentopoli fosse fiorita la stagione  nuova…in numerosi articoli dt stampa, dal 2005 in poi,  ho esposto il mio pensiero senza fare sconti….Si sappia che continuerò sempre a perseguire  l’obiettivo di una politica  rispettosa delle regole, onesta, propositiva, capace di generare  speranza  e fiducia nel futuro….Ho due bimbe piccole e devo loro l’impegno per un società un po’ migliore – e ci vuole poco – di quella attuale….le ragioni del mio amaro distacco…stanno tutte nel tradimento degli ideali riformisti”. Intervento polemico e di precisazioni dopo un articolo sullo stesso quotidiano di Enrico Costa che attribuiva a Garassini l’amarezza e la scelta di mettersi da parte in quanto il centro sinistra aveva tradito gli ideali  riformisti. E disgustato da quella coalizione politica, aggiunse che “la nuova maggioranza di centro destra nella Provincia di Savona era molto peggio del centro sinistra…“.

Alla domanda del giornalista: Garassini  si ritira o no dalla politica perchè sconfortato ? Costa dava conto: “…mi venne da esortarlo a non farlo, anche se faticavo  a ritrovare ideali riformisti in chi, come Enrico Musso, è eletto in Parlamento e si accinge a ricandidarsi in Comune a Genova con il sostegno di un partito che fabbrica leggi ad personam e di un altro che organizza White Christmas anticlandendistini”.

IMPEGNO POLITICO AMMINISTRATIVO ELETTORALE –  ” Mi scuso – ebbe a scrivere in un messaggio elettorale  da candidato mancato alle Regionale 2005 – se la gente mi vede poco a cerimonie, feste, brindisi, processioni, inaugurazioni, banchetti, preferisco stare nel mio ufficio di Savona dell’Amministrazione provinciale a lavorare  per il futuro, mettere a frutto  il mio impegno, far toccare con mano ciò che si risolve, portare avanti i progetti che intendo realizzare…”. Nell’agosto 2009 un titolo sul Secolo XIX: Valzer di poltrone, bufera sulle nomine. Fa discutere l’arrivo a EcoSavona (azienda monopolista dei rifiuti in provincia) dell’ex presidente Garassini.

Da li a poco Angelo Vaccarezza diventerà presidente della provincia.  EcoSavona: la proprietà si suddivideva  tra il 70% del gruppo Geotea (formato dall’unione di European Capital Partners e la famiglia dell’imprenditore Bagnasco, oggi impegnato nella ristrutturazione del vecchio ospedale san Paolo). Il 25% del Comune di Vado Ligure e il 5%  del Comune di Savona.  Garassini sostituiva  Enrico Pozzi, medico proveniente dal gruppo di Pietro Bovero, socialdemocratico della prima ora, decano senza rivali dei consiglieri comunali del savonese.

LA BATTAGLIA PERSA CONTRO LA CORRUZIONE –  Nella pagina commenti ed opinioni del Secolo XIX del gennaio 2008, dove compaiono articoli del vice direttore Luigi Leone, del politologo  don Gianni Baget Bozzo, di David Bidussa, giornalista, saggista e storico, c’è un intervento sfogo di  Garassini: “…..Avevo chiesto ai locali segretari di partito, durante un’assemblea nazionale della Margherita, di porre la questione morale al centro  del dibattito politico, stante la pervasiva  corruzione  del sistema riscontrabile ovunque e a qualsiasi livello…vedi la mia lettera a Maggiani pubblicata dal Secolo XIX nel 2006, a proposito del Partito democratico al quale, con orgoglio, non ho aderito…Avevo chiesto ai locali segretari di partito di fermare la dilagante corruzione, nepotismo, abusi reiterati commessi, con un’arroganza ed un senso di impunità scandalose da chi ricopriva e ricopre  ruoli istituzionali. Nessuna risposta: gli oligarchi dei partiti al centro come in periferia, sono sordi e non può essere altrimenti: il loro potere, la loro esistenza e sopravvivenza economica e sociale e garantita  non dalle competenze, non dalla capacità,  non dai progetti  realizzati….. ma da un meccanismo autoreferenziale, bipartisan e ‘inciuciato’ all’interno del quale  ciascuno garantisce il proprio vicino che, a sua volta, provvederà a restituire il favore, Carriere incarichi professionali, consulenze agli amici degli amici,  assunzioni, non in base alla capacità, ma dalla affiliazione al sistema….Fino ad oggi  non è servito il libro di Rizzo e Stella (La Casta), l’articolo di Peter Gomez  sull’Espresso intitolato ‘Fronte del porto’ nel quale si denunciava la cementificazione  della Liguria, gli articoli di valenti giornalisti sulle pagine locali dei quotidiani più diffusi, gli articoli di Micromega su cemento, abusi e nepotismi….I burocratici dell’apparato, seduti ed intoccabili sulle loro poltrone, guardano sogghignando con indifferenza la marea che monta….Si spera in una nuova tangentopoli per togliere le castagne dal fuoco ? Spero in un rigurgito di dignità, se esiste ancora. ….Per far si che dell’Italia non si impadronisca  quella che Corrado Alvaro definisce ‘La più grande disperazioni’: la consapevolezza che vivere rettamente è inutile”.

ALLA GUIDA DELLA ‘COSA BIANCA’ – E’ febbraio 2008 e Antonella Granero, giornalista, poi dirigente all’Ente porto, figlia dell’ex procuratore capo della Repubblica, scrive: Alessandro Garassini scende in campo: è lui, in provincia,  l’uomo di fatica – un ‘manovale’ si definisce – di ‘Officina 2007’, il movimento lanciato da Savino Pezzotta. Lunedì si è sentito al telefono con  Bruno Tabacci, negli ultimi tre giorni ha tenuto riunioni a Albenga, Alassio, Ceriale, Borghetto, Varazze. E’ il referente della ‘Cosa Bianca’ under costrutction. Anche in Liguria ci sarà  una nostra lista”.

All’ultimo congresso della Margherita si alleò con Piero Biamino, socialista, ex Cda Carisa e ‘gola profonda’, per contenere il controllo del partito al gruppo del presidente provinciale  Marco Bertolotto e del suo braccio destro Carlo Scrivano…

Garassini, già prodiano di ferro, in prima fila alle primarie del 2004, non ha mai aderito al Pd. ….Esalta la questione morale ed attacca Bertolotto e il coordinatore Pd Giovanni Lunardon.”Trovo indecoroso l’approccio loro e del Pd alla questione morale….Io voglio occuparmi di progetti e non di equilibri di potere…”. E ancora: “…..Io sono d’accordo con Beppe Grillo, la rivoluzione si fa dalla base…dobbiamo partire dai Comuni.” E infine annunciava che il ‘primo banco di prova sarà Ceriale….bisogna smetterla che prima si vince e poi si governa. Rivendico il dovere, non il diritto, di fare alleanze su progetti condivisi”.

ECCO SPUNTARE LA ‘ROSA D’ITALIA’ – Siamo a metà dicembre 2009.  Ultima in ordine di tempo spunta La Rosa per l’Italia. Il coordinatore regionale Alessandro Garassini fa sapere: “Mano libera su possibili accordi in vista delle regionali….ai candidati Burlando e Biasotti mandiamo a dire: se ritengono  di voler trovare il nostro consenso sul loro progetto Liguria dovranno verificare con noi la bontà del loro programma e degli uomini chiave chiamati ad attuarli”.

Un anno prima  brinderà alla fine del ‘Fidanzamento tra Claudio Scajola e Claudio Burlando.  Motivo: “Vado Ligure non può pagare un altro prezzo alla stupidità. Non è pensabile che anni di sforzi, profusi dagli enti locali, per diminuire i carichi inquinanti, metanizzazione in testa, siano vanificati dalla spocchiosa arroganza ministeriale e della destra italiana, federalista a parole ma centralista nei fatti….L’assenza  della Provincia di Savona e del suo presidente, impegnati nel loro suicidio politico, amministrativo ed istituzionale, anzichè nella tutela e cura dei diritti del cittadino. Con il Via nazionale siamo al gravissimo sgarbo personale, politico ed istituzionale, reso da Claudio Scajola a Burlando, forse il segnale  della rottura del loro fidanzamento, il via alla battaglia elettorale povera di contenuti e di qualità umane. La Rosa Bianca farà la sua parte per elevare il dibattito e garantire speranza di un futuro migliore alla nostra provincia”.

Un anno dopo i quotidiani danno notizia di un vertice Garassini – Paolo Caviglia, segretario uscente dei socialisti, vice sindaco di Savona, un breve periodo alla presidenza della Camera di Commercio quando ‘governava’ Alberto Teardo. Perché l’incontro ? Garassini: “Pd e Pdl stanno portando l’Italia in rovina….Devo ammettere che i socialisti sono stati i primi a togliere  l’appoggio  al presidente Bertolotto che ha governato davvero male….Non gli ho suggerito io di aumentarsi lo stipendio e diventare primario al Santa Corona”. Unico caso in Italia di primario senza collaboratori medici.  E poi altre riflessioni: “Da presidente della Provincia ho lasciato un Piano rifiuti  che prevede l’inceneritore che oggi non c’è più.  Ho lasciato il progetto Metrobus, Provincia e Comune si sono limitati a regalare soldi a Genova. Ho impostato il trasferimento della Piaggio di Finale Ligure per vedere realizzati  alberghi di cui c’è tantissimo bisogno, anche per l’occupazione giovanile e mi ritrovo con 5 mila appartamenti.  Il nuovo Puc di Savona ? Sul litorale di Ponente anzichè progettare hotel  si pensa alle solite case…per i soliti noti….”.

SORTITA A CANDIDATO SINDACO DI LOANO –  Per la storia politico amministrativa loanese: accadde nello studio legale di Elisabetta ed Alessandro Garassini di piazza Mazzini a Loano. Si tennero diverse riunioni che uno dei partecipanti provvide (di nascosto a quanto pare) a registrare con il cellulare. Sta di fatto che per uno strano ‘disegno’ saltò la candidatura a sindaco del magistrato Filippo Maffeo, ex giovanissimo consigliere indipendente nel gruppo Dc, all’epoca in servizio alla Procura di Imperia e che si disse disponibile ad alcune condizioni. Per primo a fare quel nome fu La Stampa con Augusto Rembado. Tra i presenti all’incontro, per un’alternativa al regno incontrastato del centro destra (Cenere – Vaccarezza e ‘banda bassotti’) anche il big ‘rosso’ Nino Miceli (è stato presidente regionale della Commissione Sanità) che ritiratosi in disparte fece una telefonata alla redazione del Secolo XIX di cui era a capo Roberto Onofrio. Toccò al giovane redattore Dario Freccero scrivere un articolo in cui di fatto sbucava un altro candidato di peso, Pier Luigi Revetria, esperienza in cooperative e da ultimo apprezzato risanatore del disastrato bilancio – buco dell’Ortofrutticola di Albenga. Revetria che non aveva concordato un bel nulla, si ritrovò, sui media, contrapposto al concittadino Maffeo. Locandine davanti alle edicole: “….Maffeo e Revetria...in corsa “. Risultato, senza perdere un minuto, entrambi si sono defilati. Il giorno dopo: “Il giudice Maffeo rinuncia….”. Un bel regalo al centro destra di ‘patron’ Angelo Vaccarezza e fedeli seguaci.

Ma riecco un altro capitolo della ‘Garassini story‘, questa volta da candidato sindaco. Ultime elezioni della primavera 2016. Veniamo all’epilogo. Titoli: ” Chicco Garassini si defila, non sarà lui il candidato della lista civica….Prima viene la mia famiglia….”. Scriveva IVG.it che aveva dato in anteprima una serie di curiose indiscrezioni, tra cui quella di Piero Pesce, mitico socialista, poi pidiessino, quindi indipendente, da sempre amministratore pubblico, quale possibile fautore di un accordo con Luigi Pignocca sindaco e lui vice. Che succede ? Ci sono registrazioni, mail, sms, tra alcuni promotori della lista in cui nelle primissime riunioni si fa il nome del cav. Stefano Ferrari, 10 anni da presidente della Fondazione Simone Stella, ex sottufficiale dell’Arma con ruoli significativi: comandante di stazione, al comando del nucleo operativo della compagnia di Alassio, buona conoscenza del territorio, uomo delle istituzioni democratiche. Non allineato a combriccole, lobby, affiliazioni, fratellanze. Senonché ad una delle riunioni si presentano Garassini e Pesce. Entrambi danno la disponibilità di mettere la loro esperienza al  servizio della lista civica. Pesce, ex vice sindaco di Loano, propone Garassini (nel 1988 consigliere comunale di maggioranza), candidato sindaco. Chicco si dice onorato e chiede di poter riflettere, c’è soprattutto l’impegno professionale accresciuto, due figlie da crescere, una moglie a cui stare vicino. Garassini sindaco pare entusiasmare il gruppo. Nessuno fa più cenno a Ferrari che non ha difficoltà a defilarsi. Che succede ? Ivg.it: “Garassini era uno dei nomi forti, il suo ritorno in campo  avrebbe sparigliato le carte in maniera determinante, mettendo a rischio il potere consolidato del centro destra….ma Garassini si è trovato a dire no grazie….”.  Un colpo di scena.

Qualcuno ricorderà telefonate e commenti apparsi sui web. Vaccarezza, Pignocca e C.  con la Lega che contava di piazzare il suo ex assessore al Bilancio geom. Averame ed un secondo candidato. Non andò così, i leghisti delusi ed imbufaliti. Durissima la reazione dell’allora segretario provinciale Ripamonti.  Si parlò di tradimento, resa dei conti, mano libera in futuro e mai più con chi ha tradito. La sorte ha voluto che proprio Ripamonti, da senatore e primo referente di Rixi in provincia per esemplare ammissione dello stesso Garassini –  abbia ‘imposto’ la designazione di Garassini a presidente nella disastratissima Ata, affidata in passato a mediocri sponsorizzati dai politici di turno e reduci, in cooperative, ridotte a pre-dissesti finanziari. Garassini che con l’entusiasmo di cui è capace, incontrando casualmente, sul far della sera, l’anziano cronista, blogger, poteva confidare: “….Mi stanno affidando un ruolo importante, in una situazione disperata di risanamento….Domani o dopo leggerai…”. Abbiamo rinunciato allo scoop. A volte il rispetto delle persone, messo in pratica, passa anche attraverso la lealtà.

Da potenziale candidato sindaco di Loano, a IVG, ebbe a dire: “Fare il sindaco della propria città è una delle cose più belle  che possano accadere ad una persona. E’ per questo che quando ho detto di no avevo le lacrime agli occhi; resto comunque a disposizione  della mia comunità.  Grazie alla mia esperienza politica passata sono riuscito ad intessere una fitta rete di amicizie. Per qualsiasi necessità, Loano può contare su di me. Sono commosso per la gentilezza e la simpatia che mi hanno dimostrato le persone che hanno chiesto la mia disponibilità a candidarmi.  Loro sono una squadra forte, i loanesi potranno trovare  risposte ed idee interessanti e vincenti”.

Peccato, è seguita la seconda sonora sconfitta. In tandem con un altro soggetto sofferente, accomunati da diffusa miopia. Ciò che era rimasto del Pd aveva mandato a monte, con la fattiva collaborazione degli sponsor di Garassini, una lista unitaria. Gli uni non volevano candidati con etichetta del partito, né consiglieri comunali uscenti, gli altri mentre trattavano, l’obiettivo era di tenere alla larga la candidatura di Ferrari. Pure uniti nella malcelata arroganza verso chi testimoniava, da giornalista, Loano ieri e oggi, senza pretese e soprattutto per non dimenticare la lezione del passato.

INDAGATI PER STALKING E ABUSO D’UFFICIO – La Procura di Savona indaga inoltre sulla “frattura” tra l’ex direttore di Ata ing.

Matteo Denedetti imprenditore e tifoso del Savona calcio

Luca Pesce e l’azienda contro la quale il manager, che si era licenziato lo scorso 9 maggio, ha presentato un esposto per stalking e abuso d’ufficio. Sul registro degli indagati i nomi dei vertici aziendali, il presidente Alessandro Garassini e l’amministratore delegato Matteo Debenedetti, ma anche quello del vicesindaco leghista Massimo Arecco. Pesce, piccola particolare, si avvalso dell’avv. Vincenzo Scolastico, già procuratore capo della Repubblica a Savona e alla Procura di Genova. Debenedetti, imprenditore vicino al centro destra, ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente di Ecosavona Srl, società che gestisce la discarica del Boscaccio (Savona) e creditore di Ata. Da qui nel dicembre 2016 l’interpellanza dei consiglieri comunali M5S, con le conseguenti dimissioni, nel gennaio 2017, di Debenedetti.

ULTIMA INTERVISTA E UNA DOMANDA PREMONITRICE – Alessandro Garassini ha rilasciato l’ultima intervista l’11 gennaio scorso. Non poteva sapere o prevedere che sull’Ata (85% delle azioni detenute dal Comune capoluogo), si stava abbattendo un mini ‘ciclone giudiziario’, pur senza spettacolarizzazione delle manette o del loro tintinnio. La Procura della repubblica era già al lavoro con la stretta collaborazione del nucleo investigativo delle Fiamme Gialle. Un giornalista veterano (e pensionato) come Bruno Lugaro, buon conoscitore della ‘sua Savona e dintorni’ (il fratello è stato assessore della giunta Berruti), una domanda, apparentemente ingenua, l’ha fatta…..”Avete pagato in un anno  un milione e mezzo in consulenze a professionisti esterni. E 25 mila euro, in due mesi, ad una società genovese  che vi organizza i servizi. Per un’azienda alla frutta”.  Già le consulenze, il piatto forte di gran parte delle inchieste. Sponsorizzate.

D – Garassini, è tentato da un ritorno in politica? E con chi?
R- «Io sono un ulivista. Ma il Pd, al quale non ho mai aderito, non mi piace. Dunque non ho casa».
D- Credevamo avesse trovato ospitalità nella Lega.
R – «Non è così. Ho solo un rapporto di stima reciproca con il senatore Ripamonti che mi ha chiesto una mano per salvare Ata. Spero di riuscire a rispondere alla fiducia sua, del Sindaco e di Montaldo, persona seria e corretta». (leggi l’intervista completa nella pagina del Secolo XIX che riproduciamo).

Luciano Corrado

ATA Spa, Ripamonti (Lega), ottima notizia, ora avanti con il cambio di passo per la città di Savona

Roma, 16 gen. – “Un’ottima notizia. Desidero esprimere la mia soddisfazione per questo risultato, unitamente ai complimenti al presidente Garassini e a tutto il cda, oltre ovviamente all’amministrazione comunale di Savona e alla Lega, forza politica che ha a cuore il territorio, difeso gli interessi dei cittadini e sempre creduto in Ata e nei suoi lavoratori, oggi sicuramente più fiduciosi. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato all’elaborazione del piano, fornitori compresi, e che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo, che non è un punto di arrivo, ma di partenza per rilanciare una società che per troppo tempo è stata trascurata e mal gestita. Ora si dia seguito al piano concordatario, oltre che al cambio di passo nella città di Savona, al fine di  consentire anche ad Ata di essere protagonista in questo settore nel panorama della nostra provincia”.

Lo dichiara Paolo Ripamonti, senatore della Lega.

INTERVISTE e dichiarazioni di Alessandro Garassini nel corso degli anni.DUE TRE QUATTROCINQUESEISETTEOTTO

 

 

 

 

 

 

Noli, albergo Pontevecchio, 3 compravendite asta flop con Inail, lo svincolo del sindaco e del vice. I protagonisti di un silenzio da affari

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Una fretta che impone qualche legittimo dubbio, più di un interrogativo e forse l’opportunità che l’autorità giudiziaria, con il supporto della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, approfondisca tutti i risvolti. Tenendo conto dei passaggi di proprietà di gran parte dell’immobile, di tre compravendite (nel 2008 aveva fruttato 1 milione 200 mila euro, per essere rivenduto all’acquirente finale a 3 milioni 600 mila euro) e del fatto, non secondario, che l’edificio ubicato nel cuore del centro storico, su tre livelli, 33 camere, denominato ‘Albergo Pontevecchio, ha vincoli alberghiero, monumentali, paesaggistici, architettonici. E una porzione di 300-400 mq. è stata realizzata come ‘precario alberghiero’ che viene a cessare, da demolire, nel momento in cui si va alla trasformazione. Di questo ulteriore aspetto non si fa cenno, almeno palese, nella deliberazione di giunta del 20 dicembre 2018 (presenti il sindaco ed il suo vice), inviata ai capigruppo consiliari. 

Una parte della facciata a mare, antica e storica, dell’ex albergo Ponte Vecchio di Noli

Lasciamo nel cassetto gli interrogativi che potrebbero interessare, nel crisma della legalità, organi dello Stato. La materia non è un mistero è tra gli aspetti più dibattuti in tema edilizio- alberghiero- turistico della provincia di Savona, possiamo pacificamente aggiungere quella di Imperia. Quel ponente ligure che un tempo era la culla del turismo straniero e poi anche nazionale, che ha elargito ai beneficiari importanti guadagni, un motore che per tre decenni ha girato al massimo. Ha prodotto ricchezza ed investimenti per moltissime famiglie, ha creato una catena virtuosa di posti di lavoro. E’ accaduto e Noli non si è sottratta, che il dissennato sviluppo edilizio che non ha tenuto conto delle peculiarità storiche ed ambientali,  ha irrimediabilmente compromesso il tessuto ambientale, il contesto socio economico, ha disincentivato il ‘turista di qualità’ a cominciare dal centro e nord Europa che erano il principale serbatoio del boom vacanziero che iniziava con Pasqua e terminava a fine settembre. Noli per la sua particolare conformazione poteva contare su qualche credenziale in più e di conseguenza più vulnerabile.

Gli alberghi erano una componente primaria. Ormai è storia di ieri. Oggi continua, non solo a Noli, la tendenza a chiudere le strutture (sono tre in queste condizioni, oltre a Pontevecchio, c’è il Diana in centro storico e El Sito sulla strada per Voze) e trasformarle in abitative residenziali. Si può dare torto ai proprietari dei muri, obbligarli a restare chiusi, con la conseguenza di avere immobili fatiscenti, brutture ? Crediamo di no, per tutta una serie di ragioni. Dunque ha fatto bene il tandem di giunta dr. Giuseppe Niccoli  medico di famiglia in pensione (a proposito dobbiamo prendere atto che è destituita di fondamento la notizia che sia interessato a trasferirsi in Calabria regione d’origine) e il suo vice, il giovane e diligente Alessandro Fiorito. E’ titolare di un chiosco balneare e scontata la candidatura a sindaco in una coalizione di centro destra con l’aspirazione a proseguire e far tesoro dell’eredità della maggioranza capeggiata da Niccoli che nonostante un paio di clamorosi scivoloni personali, ha resistito, ha tenuto saldo il gruppo, ha potuto illustrare, dichiarandosi fiero, i più che soddisfacenti risultati del suo terzo mandato da sindaco (in primi due tra il ’95 e 2004).

L’edificio sorge sulla riva di ponente del Rio Noli

Noli che, in linea di analisi sopra citata, ha avuto il suo apice demografico tra il 1961 e 1981 (3107 residenti, sono 2692 al 31 dicembre 2017 di cui 154 stranieri tra Egiziani, Romeni, Albanesi ), in base alle nuove norme ha una giunta comunale di tre componenti. Purtroppo, e trucioli.it ha ripetutamente scritto, l’unica componente femminile, Jessica Bellisio, dopo le presenze iniziali ha continuato a disertare, con un breve intervallo. Così è stato per la delibera n. 117: Istanza  di rimozione  del vincolo di destinazione d’uso….presentata da Fabrizio Sobrero legale rappresentante  ed amministratore unico della società ‘Area Immobiliare Srl’. Ebbene la giunta Niccolì – Fiorito ha dato il suo assenso ad un cambio di destinazione d’uso (l’attività alberghiera risulta cessata nel dicembre 2007) sulla base della documentazione prodotta  dall’arch. Giorgio Taverna di Genova. Il professionista nel 2016, difeso dall’avv. Paolo Gianatti, è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di falso relativa alla firma dell’attestazione di conformità del progetto dell’impianto sportivo polivalente della frazione Cenesi di Cisano Sul Neva che era finito sotto sequestro, nel 2013, per presunti abusi edilizi. Coimputato e assolto il tecnico comunale Tommaso Schivo. Per il Comune di Castelbianco  ha realizzato il progetto e direzione lavori di ristrutturazione appartamenti E.R.P  (Enterprise Resource Planning “pianificazione delle risorse d’impresa”), pavimentazione  in via Vittorio Veneto di frazione Veravo. L’architetto è referente per gli impianti sportivi del CIP Liguria (La palestra inclusiva).

Utile tenere presente che Noli – diciamo che siamo alle solite della mala amministrazione almeno in questo caso comprovato –  ha un piano regolatore risalente al 2003, è sempre in attesa di varare il Puc. Ebbene per strumento urbanistico vigente il ‘Pontevecchio’  rientra nella zona omogenea “A1 – centro storico capoluogo’ e la norma tecnica generale ammette, tra le altre destinazioni, quella di tipo residenziale e di uso pubblico. Ripetiamo fuori dubbio che un edificio chiuso da anni, in stato di abbandono per la parte che riguarda le camere che, parzialmente, sono state realizzate ‘con beneficio precario’ (dunque limitato all’attività ricettiva),  possa e debba essere trasformato. E’ interesse legittimo del proprietario, della comunità, del decoro urbano.

Cosa propone l’istanza Sobrero, Taverna ? Venuta meno la rimuneratività economica, anche per gli adeguamenti imposti dalla vigente normativa (in particolare l’antincendio che peraltro riguarda altre strutture del centro storico dove di fatto è impossibile l’adeguamento in toto, siamo alle solite all’italiana), si chiede la “trasformazione d’uso in una destinazione mista: residenziale e di uso pubblico”. E’ precisato, in delibera, l’insediamento di funzioni pubbliche al piano terra dell’edificio, per la restante parte, “costituito da tre livelli, la trasformazione con minima sopraelevazione (? che significa minima ndr) a destinazione residenziale privata”. Conseguenza pratica: il Comune entra in possesso di alcuni locali da adibire ad attività di interesse sociale.

Un passo indietro. Dagli atti risulta che con deliberazione consiliare  del primo gennaio 2016 era stata accolta l’istanza di svincolo presentata dai signori Giuseppe ed Elisa Marchese, Mara Martin, quali proprietari della porzione di immobile  “intesa ad ottenere la rimozione parziale del vincolo di destinazione alberghiero. La premessa iniziale e consequenziale  scaturisce  in un disegno di “riqualificazione  del patrimonio edilizio esistente consentendo il consumo nuovo di territorio e, dall’altro, di pervenire ad una più ampia riqualificazione del contesto urbano circostante”.

Senza venire meno, pare pacifico, alle legge regionale del 2008 per “la salvaguardia e la valorizzazione degli alberghi e programmazione dell’offerta turistica ricettiva  negli strumenti urbanistici comunali”. Il Comune di Noli, come tutti gli altri, ha censito gli alberghi esistenti, consultando le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le associazioni di categoria, i Sistemi turistici locali. Noli, con delibera consiliare  del febbraio 2009, “ha aggiornato il piano turistico ricettivo con le conseguenti variazioni della normativa di PRG (del febbraio 2008).  Dopo una ricognizione ha confermato il vincolo di destinazione d’uso ad albergo per tutte le strutture alberghiere esistenti sul territorio comunale”. Negli anni ’60 e ’70, tra alberghi, pensioni, locande, in attività, erano 34, nel 2009 scesi 23, oggi 17 con il residence Villa delle Rose.

Il caso del Pontevecchio è complesso e caratterizzato da più di un retroscena e qualche interrogativo non secondario. La delibera di giunta indica una serie di mappali, sono compresi quelli che ricadono nel precario. Per legge non possono essere trasformati. Ci sono stati condoni, quando, proposti da chi dei vari proprietari ? Ammesso che sia stato regolarizzato, con il benestare della Soprintendenza peraltro già al centro di polemiche per valutazioni piuttosto personalistiche a seconda dei casi, quando l’edificio  doveva o era stato acquistato dall’Inail, nell’ambito di una procedura esecutiva fallimentare. Acquisto che non si è concluso e che era stato illustrato anche in una conferenza pubblica. La cessione fallì (tutti zitti?) per la presenza di ‘abusi’, ovvero difformità catastali. Fosse così significa che non ci sono stati condoni. Il tribunale fallimentare, come vuole la procedura, prima dell’asta, incarica un tecnico – perito di una perizia giurata sullo stato dell’immobile. E’ acquisita agli atti e alla documentazione del Comune ?  Non solo, importante ripetere il concetto che il cambio di destinazione d’uso impone contestualmente la demolizione realizzata a titolo precario e che risale ai tempi in cui l’esercizio era stato in buona parte acquistato dall’impresario Tullio Rusticoni. Era la casa del ‘vecchio podestà‘, in parte costruita negli anni 30, ma con un corpo centrale ancora più antico di qualche secolo come dimostrano le mura. Un alloggio di famiglia è tuttora di proprietà  dell’avv. Gianluigi D’Harcourt (è stato legale della Carisa). Ricapitoliamo in cosa consisteva l’intero immobile. Piano terra: magazzini. Primo piano due appartamenti, 2 piano due alloggi di Rusticoni Ettore e Tullio. A fianco l’edificio, ovvero le camere dell’ex albergo, costruite con il beneficio del ‘precario’ alberghiero. Data di nascita in struttura ricettiva il 1961. Aggiungiamo che nel ’60 era ancora privo di accatastamento.

Ettore Rusticoni tra le memorie storiche di Noli, nostalgico della ‘Noli dei tempi d’oro’, è stato proprietario dell’albergo Ponte Vecchio fino a quando l’ha venduto a Bluinvestimenti Srl di Novara

C’è chi ricorda, come Ettore, classe 1940, della seconda generazione Rusticoni,  che al Pontevecchio  c’era un arco antico, dove sono sistemate le pattumiere. C’era pure un passaggio per andare alla stazione. “Un giorno ho chiamato vigili e carabinieri – dice Ettore Rusticoni, memoria storica, giornalista aggregato alle Nazioni Unite, tra i fondatori di Riviera Notte con Fabbri, Angelini, Sabatelli –  perchè con una ruspa stavano  demolendo un manufatto storico”.

Per la storia il Pontevecchio acquistato dal patriarca Rusticoni era stato trasformato in friggitoria del pescato ed ospitava l’unico iniziale frantoio per la molitura delle olive. La trasformazione in albergo vide tra gli ideatori il mitico Piero Vado. Al Comune si chiese e si ottenne di sopraelevare di un piano, oltre alla già indicata zona edificata in regime precario. Ancora la lucida testimonianza di Ettore che per la sua attività ha soggiornato in Spagna, in Germania, in Francia ed oltreoceano. “Quando chiesi la trasformazioni in alloggi il Comune rispose che c’erano problemi per via  del rio Sant’Antonio, la fiumara. Che la parte in precario, un tempo solo cortile, non mi consentiva di demolire e ricostruire, insomma tanti lacci, così decisi di vendere a corpo e con il vincolo d’uso”. Chiediamo, è possibile che anche l’avvocato abbia venduto il suo alloggio ? Rusticoni: “Neanche per sogno, mi ha sempre ripetutodi  non chiedere più che te lo venda, lo tengo in memoria della mamma, lo considera una reliquia”.

Resta il giallo ed il silenzio del flop nell’acquisto da parte dell’Inail, la positiva accoglienza dell’Amministrazione comunale Niccoli che aveva anche illustrato quale ne sarebbe stato l’uso pubblico. Resta una presunta disparità di trattamento  nei confronti dei proprietari dell’albergo Diana, da 20 anni chiuso e fatiscente, acquistato, convinti (da chi?) dell’affare e invece nulla. Resta la sorte di El Sito che pare fosse stato promesso al titolare il cambio d’uso nel Puc.

Ettore Rusticoni

Non ci interessa l’aspetto fiscale e giudiziario, il valzer delle proprietà, l’operato di controllo dell’Agenzia delle Entrate, è innegabile che due persone, ancorché con ruoli istituzionali, si siano accreditati la discrezionalità di concedere agli uni il cambio di destinazione d’uso (oltre al risvolto tutto da decifrare della sorte del mc- mq di precario), ad altri no. E’ vero che nella deliberazione  dell’albergo Ponte vecchio c’è la convenzione – cessione che dovrà essere sottoscritta a favore del Comune per uso pubblico. Quando si scrive  in delibera di ‘positive valutazioni operate dall’Amministrazione comunale’ viene da pensare ad un’intesa tacita o meno tra maggioranza ed opposizione. Se fosse così sarebbe uno strano mercimonio, pur senza interessi personali, tra un privato (Sobrero) che potrebbe ancora chiarire molti aspetti dei suoi rapporti con l’ufficio tecnico competente. Non conosciamo i documenti tutti allegati alla pratica, non conosciamo il ruolo che ha avuto l’immobiliare BlueInvestimenti  Srl di Mauro Chiattone, sede a Novara. Ignoriamo perchè il Comune di Noli, a meno di cinque mesi dal rinnovo del parlamentino, ritenga urgente di  interesse socio- economico- urbanistico procedere ad un impegno in cui affari e politica appaiono intersecati. Con zone d’ombra e bordeline da meritare  una conferenza stampa. In nome di quella trasparenza che non sembra una priorità e che forse il sindaco Niccoli, conoscendo i suoi concittadini, ritenga vincente quel vecchio detto “Va tutto bene madama marchesa’. La canzonetta era di origine francese, ma in Italia la cantava Nunzio Filogamo, palermitano. Un titolo ammiccante e intrigante, leggero e facile da ricordare. E per il vecchio giornalista, cresciuto a pane e cronaca sulla strada, resta molto da imparare. Il nostro compito non è ergersi a giudici, né farsi condizionare per comodo, quieto vivere, per paura. Al servizio del lettore, pochi o tanti che siano, stella polare di un mestiere e della passione.

Luciano Corrado

L’ala dell’albergo Ponte Vecchio costituita da un precario, dunque si tratta di una struttura consentita solo per l’attività albeghiera e che ospitava le camere. Per la legge sull’edilizia deve essere demolita con il cambio di destinazione d’uso. Nella delibera di giunta tuttavia non si fa alcun cenno

L’area della vecchia Noli dove sorge l’ex albergo Ponte Vecchio che con delibera di giunta si è concesso il cambio di destinazione da alberghiero a residenziale. La zona è sottoposta a diversi vincoli

Per 20 anni ‘ladroni’ in Carige. Di Maio spara. Nessuno, media inclusi, si accorse? Gli avvoltoi e politica in azione dal 1997: chi difendeva il duce Berneschi e attaccava

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Il Secolo XIX, pagina nazionale dell’11 dicembre 2014. Titolo virgolettato: “Carige depredata per quasi 20 anni. Berneschi & C accusati di associazione a delinquere dal 1997. Truffe immobiliari e soldi in Svizzera, 10 verso il processo”. Indagini, ispezioni della Banca d’Italia sottovalutate o misteriosamente (non troppo) orfane di provvedimenti conseguenti ? Che ruolo ebbero i media, quantomeno quelli che avevano una ‘finestra’ in Liguria ? Il Decimonono (la società editrice figurava tra i clienti con fido miliardario in lire) la Repubblica – Il Lavoro, La Stampa, Il Giornale, Il Corriere Mercantile – La Gazzetta del Lunedì (la cooperativa beneficiava di prestiti Carige). Sul prossimo numero: Spie e giudici amici nel clan Berneschi.  Claudio Burlando, l’ex governatore della Liguria, diceva: “Inascoltata la mia denuncia del 2006”.

Nelle pagine di cronaca, con 20 anni di ritardi, titoloni e articoli a seguito delle inchieste giudiziarie e prese di posizione del mondo politico, imprenditoriale, dei piccoli azionisti. Trucioli.it. giovane blog di provincia, senza pretese, né pubblicità,  solo farina del sacco di volontari, ripercorre le pagine più significative, con modeste possibilità giornalistiche, che raccontano la Carige story di recente additata in Parlamento, dal vice presidente del consiglio Luigi Di Maio (M5S), di una presunta ‘gestione scellerata non solo per incompetenza dei manager ma anche  per le commistioni della politica” . Una buona dose di ragioni e franchezza ? Parrebbe proprio di sì almeno dagli atti giudiziari e dalle disastrose situazioni dei bilanci, con le sue conseguenze soprattutto per chi ha sempre dato fiducia, ha investito in titoli, obbligazioni ed azioni. Compresi coloro che avevano affidato i soldi della liquidazione (dipendenti e funzionari inclusi) sperando di farli fruttare e senza pretendere guadagni speculativi.

11 DICEMBRE 2014- IL SECOLO XIX. CARIGE DEPREDATA PER QUASI 20 ANNI

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LEGGI DI TESTO DELL’ARTICOLO PRIMA PARTE

TESTO ARTICOLO SECONDA PARTE

IL SECOLO XIX DEL 2 NOVEMBRE 2006, OTTO ANNI PRIMA, CON UN EDITORIALE DI LUIGI LEONE, ALL’EPOCA CAPO REDATTORE, RICORDAVA LA PIENA SODDISFAZIONE DEGLI AZIONISTI.  DIFENDEVA BERNESCHI SU TRE PUNTI ED ATTACCAVA LA FONDAZIONE: “…..Giovanni Berneschi, dominus dell’Istituto, ha motivato in tre punti il suo atteggiamento…..Le strategie messe in campo  hanno sviluppato la banca e assicurato dividendi significativi,  con piena soddisfazione degli azionisti. La politica delle alleanze industriali, a livello europeo, con i francesi… e i tedeschi….garantisce stabilità all’azionariato (sic ! ndr), e all’appartenenza territoriale della banca. I progetti del management corrispondono agli interessi dei soci….Berneschi ha avuto esattamente i meriti di cui sopra. E preservando la liguritudine di Carige ha pure garantito decisive linee di credito al tessuto socio economico regionale che sarebbero state  almeno inferiori se la banca fosse finita in pasto ad un competitore di maggiori dimensioni…..”.

IL 3 NOVEMBRE 2014 IL GIORNALISTA LIGURE ELIO DOMENICO

DA LAMIALIGURIA.IT ANNUNCIAVA USANDO IL CONDIZIONALE:

Srive Cesare Lanza sul suo blog nel 2017: Elio Domeniconi (Sampierdarena, 10 marzo 1932). Il più divertente tra gli intervistatori botta e risposta. Brillante e divulgativo. Ha scelto di sua iniziativa di ritirarsi in una casa di riposo, a Genova. Non è mai riuscito a trattenere malizie e cattiverie, neanche verso amici e parenti. Lazzi e frizzi a strafottere: uno stile più forte di lui. Impertinente.

Genova3000.it è in grado di darvi una notizia in anteprima: il candidato presidente del centro destra potrebbe essere il direttore di Primocanale Luigi Leone.  Verrebbe scelto come rappresentante della società, non sarebbe l’espressione di un partito.(In realtà  Berlusconi ed il suo avvocato Niccolò Ghedini, con la cabina di regia, scelsero il direttore del Tg4, Giovanni Toti, oggi  primoattore del movimento Arancione in tandem con Rixi e la Lega di Salvini). A tanti esponenti politici piacciono sempre di più i suoi coraggiosi editoriali del mattino. Il suo bersaglio è il presidente uscente della Regione Liguria e quindi l’amministrazione del centro sinistra.

Il candidato Leone, come giornalista (al momento della pensione era vicedirettore del “Secolo XIX”), sarebbe un candidato super partes. Per metterlo in condizione di vincere verrebbe affiancato da una super lista civica by partisan, che radunerebbe personaggi importanti decisi a far cessare il dominio del centro sinistra. La battaglia di Primocanale contro Claudio Burlando e Raffaella Paita sta convincendo molti esponenti di Forza Italia che il giornalista Luigi Leone potrebbe essere la persona giusta.

Elio Domeniconi

Luigi Leone è stato per un periodo ‘portavoce’ della comunicazione del gruppo Parodi – Cozzi di Imperia. Lei  giovane vedova dell’on. Cozzi, il padre tra i maggiori imprenditori edili del ponente. Nelle relazioni su esposizioni e sofferenze Carige si da atto che il gruppo Cozzi – Parodi alla fine del 2016 ha raggiunto un accordo per la ristrutturazione di un debito da 20 milioni di euro attraverso la società Prelios….; 35 milioni era invece l’esposizione della banca con Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone.

Breve inciso, Claudio Scajola, quando esplose il caso nuovo porto di Imperia (tanto clamore giudiziario per nulla, almeno dall’esito finale), diffidò a sostenere che fosse stato lui a propiziare lavori e crediti al finanziere imprenditore romano. Sostenendo che all’origine c’era il fidanzamento tra Caltagirone e Beatrice Parodi interessati a realizzare il porto di San Lorenzo al Mare. Non è finita perchè da una testimonianza processuale dell’ex banchiere Gianpiero Fiorani  emerge che sarebbe stato proprio Scajola a contattarlo e farlo incontrare con Caltagirone; la richiesta era di finanziare, con la Popolare di Lodi,  l’operazione nuovo porto. Ci fu un’ispezione aerea, in elicottero, sopra la città di Imperia. Solo la casualità vuole che Fiorani fosse pure il banchiere che ha venduto ad Andrea Nucera  40 mila mq di aree a Ceriale, zona a mare, dove ha realizzato la ‘famigerata T1‘, la maggiore operazione edilizia in provincia di Savona, prima al centro di un mega processo (conclusosi con condanne solo per reati minori), infine di una procedura fallimentare che invano cerca acquirenti da supersaldi. I finanziamenti Carige a società di Nucera, da anni rifugiato a Dubay, ammontano a 66, 2 milioni di Euro. L’operazione edilizia fu preceduta da una convenzione sottoscritta dall’allora sindaco Ennio Fazio, FI, due mandati che, comunque, pare fosse stata preparata dal suo assessore all’Urbanistica Piero Revetria, da Dc a FI, attuale sindaco di Vendone, ex assessore provinciale, ex presidente della Comunità Montana, già sindaco della città dove risiede, uomo di fiducia di Angelo Vaccarezza per anni considerato il più fedele luogotenente di Claudio Scajola ed ora seguace del governo Arancione del presidente Toti – Rixi.

Nella lista dei beneficiari di fidi (non in sofferenza a quanto pare) figurava nella relazione Bankitalia anche la Pietro Isnardi Alimentari Spa. Il capostipite consuocero di Alessandro Scajola, ex vice presidente Carige, il figlio Marco, già assessore a Imperia, assessore regionale all’Urbanistica in Regione, ha felicemente sposato una Isnardi. Fece un certo rumore quando emerse che la famiglia Isnardi possedeva la più estesa proprietà terriera sulle colline di Andora ed erano in corso varianti allo strumento urbanistico. Non si è più saputo nulla dei progetti e del confronto con l’Amministrazione comunale.

Tornando a Luigi Leone vedi l’intervista del 17 gennaio 2018 di Leone a Imperia Tv (………), nella rubrica L’Irriverente, programma settimanale del collega Daniele La Corte. Sempre di Leone, a Primocanale, il commento sulle elezioni amministrative del giugno 2018 (vedi……).

IL 5 AGOSTO 2013, QUANDO BERNESCHI SEDEVA ANCORA SUL TRONO, IL SECOLO XIX TITOLAVA: CARIGE, LA BATTAGLIA FINALE DI BERNESCHI. L’ISPEZIONE BANKITALIA HA ESASPERATO LO SCONTRO CON L’AVVERSARIO DI SEMPRE, FLAVIO REPETTO. NEMMENO LO STRAPPO DEI CONSIGLIERI ED IL SILENZIO DEGLI AMICI LO HANNO CONVINTO A DIMETTERSI

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L’articolo, un’intera pagina, a firma di Luigi Leone, ricorda che “…sulla linea di Berneschi  sono rimasti alcuni soci privati (Le Coop liguri, l’europarlamentare Vito Bonsignore, gli imprenditori Gavio ed Orsero, poco inclini ad accettare  l’indirizzo della vigilanza. …Silenti gli Scajola (Sandro, ex parlamentare Dc, vicepresidente dell’istituto e fratello dell’ex ministro Claudio) e Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria. Zitti Paolo Oddone, numero uno della Camera di Commercio e gli imprenditori più diversi finanziati da Berneschi. …la Fondazione secondo Bankitalia  non può continuare a detenere  il 47% della banca…..Così il Cavaliere re del cioccolato con la sua Elah Dufour si sta attrezzando per calare del 10-15%….dunque vendere….ma con un patto  di sindacato per tenere Carige al riparo da scalate ostili. …Qualcuno  non esclude la possibilità di una clamorosa rivincita – ribaltone realizzata da Berneschi.  Il quale è socio, con circa 4 milioni di azioni, …Non si può dire che  con lui presente nel Cda diventerebbe magari un Vietnam, ma certo il nuovo top – management non avrebbe vita facile. …”.  Insomma neppure il primo, più autorevole, informato quotidiano ligure, sapeva prevedere cosa sarebbe accaduto da li a poco.

Luigi Leone, giornalista imperiese di successo e carriera in una foto d’archivio del 2013

Ancora Leone: “…l’orizzonte di Repetto avrà però una stella fissa, l’autonomia  e l’indipendenza  della galassia Carige. Perchè la Fondazione con i suoi finanziamenti  alla Cultura e nel Sociale, e la banca, che come già visto è supporto e volano di crescita (e di tenuta della Liguria in questa fase di recessione) sono cruciali per la regione. Flavio Repetto e Berneschi sono divisi su tutto e da tutto. ma questa visione strategica la condividono davvero. Il solo filo che unisce li unisce – concludeva il ‘retroscena’ – nel momento dello show down”.

Ecco, pensare ad una visione strategica di Berneschi dal vice direttore del Secolo XIX pare un generoso atto di fiducia. E tenendo conto che asetticamente si dava conto dei 1500 milioni spesi dal 2000 al 2010 per acquistare 265 sportelli – gli ultimi 22 dal Montepaschi -; gli oltre 450 per comprare Monte di Lucca, Cassa di Carrara e Cesare Ponti, … con la quotazione del titolo crollato da 3,29 del 2005 a 0,4 dell’estate 2013. Capitalizzazione  di borsa  precipitata intorno ai 900 milioni dai 5, 5 miliardi del 2008.”.

Dunque subito da mandare a casa ? Chi lo dice ?  Ricorda Leone: ” Fra ambiziosi piani di espansione e scivoloni, tre elementi vanno però a difesa di Berneschi.  Il primo:  se Carige diventa quella che è, cioè la settimana banca italiana, con rilevanza europea, autonoma ed indipendente,  comunque solida (ha un alto indice di fidelizzazione) il merito storico è di Berneschi. Innegabilmente suo. Il secondo: grazie a ciò, la banca ha esercitato un ruolo chiave per lo sviluppo  della Liguria, finanziando tutto ciò che poteva finanziare. Per questa ragione se Carige perdesse autonomia e indipendenza, il contraccolpo  sul territorio sarebbe devastante. Terzo elemento: quando avveniva le cose che  Via Nazionale  contesta, dove stavano i consiglieri di amministrazione che si sono succeduti ?  (ne daremo conto sul prossimo numero di trucioli ndr). L’acquiescenza verso Berneschi è stata generalizzata. Pochi hanno osato mettersi di traverso (interessante rileggere negli anni articoli e firme ndr)  e solo nell’ultimo quinquennio le voci  critiche in Cda sono aumentate….Del resto i gettoni di presenza facevano comodo e pure l’appartenere al giro di potere incarnato dal banchiere”.

Sacrosanta verità. Basta l’elenco, seppure incompleto dei beneficiari,  giornalisti liguri compresi; scrivevano (500 mila lire, poi euro, ad articolo) quando Carige e Fondazione pubblicavano una rivista. E non potevano mancare neppure i generosi doni natalizi. Pagliuzze ! (l.cor)

Segue sul prossimo numero.

 

Loano, super sfida in vetta al Monte Carmo. Sport subacqueo: fuori il Circolo Nautico da oasi di ripopolamento ittico e relitto navale C’è la convenzione Comune e Marina Diving

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Sarà posizionato sulla vetta costiera più alta della provincia di Savona l’arrivo della Decathlon VertiKarm Skyrace, la manifestazione podistica organizzata dal settore “Corsa in montagna” dell’Asd Krav Maga Parabellum di Loano con il patrocinio della Regione Liguria, dei Comuni di Loano, Pietra Ligure e Giustenice, del comitato provinciale di Csen e con Decathlon Albenga come sponsor tecnico. La gara si svolgerà il 12 maggio. Sono aperte le iscrizioni. Leggi anche dal giugno scorso il Circolo Nautico di Loano non aveva ancora formalizzato la richiesta di rinnovare la convenzione con il Comune per l’organizzazione delle visite guidate nell’area sottomarina di ripopolamento ittico nello specchio acqueo della cittadina e nei fondali dove si trova il relitto della nave di lusso San Guglielmo affondata dai tedeschi nel 1918. Il Circolo si avveleva di operatori del turismo subacqueo in possesso dei requisiti. E’ subentrata la Marina Diving Center molto attiva, collaborativa, professionale, nella cittadella portuale.

IL PERCORSO

CONTRIBUTI DEL COMUNE ALLE SOCIETA’ SPORTIVE ADERENTI AL PROGETTO ‘EDUCAZIONE ALLO SPORT’

A.D. Pallacanestro Loano (1466,00), ASD San Pio X Pallavolo (694 euro ), ASD Jayogando (694 euro),  ASD Musurakai (747),  ASD Stella Marina  Fitnes (1.934,00),  ASD Centro Arti Marziali ( 1.266,00),  ASD Atletica Arcobaleno (2.426,00),  ASD Ginnastica La Danza  della Fenice (773 euro).

CONVENZIONE IMMERSIONI  GUIDATE ALA RELITTO  SAN GUGLIELMO

E ALLA BARRIERA RIPOPOLAMENTO ITTICO

Il Comune di Loano, nel 1984, ha chiesto ed ottenuto dalla CEE un contributo in conto capitale per la realizzazione di una barriera artificiale sottomarina a scopo di ripopolamento ittico nello specchio acqueo antistante il territorio comunale. La struttura è stata  ultimata nel 1986 nello specchio acqueo  compreso tra i confini con Borghetto Santo Spirito e Pietra Ligure, tra una battimetrica di 6 e 50 m.  cosi come previsto dal regolamento comunitario. C’è stata la  concessione edilizia, registrata all’Agenzia delle Entrate e l’Ufficio Circondariale Marittimo ha emanato un’ordinanza che disciplina le attività nell’ambito del tratto di mare in questione (ma prevenzione e sorveglianza, a detta di alcuni pescatori professionisti interpellati, lascia a desiderare quanto ad impunità e controlli).

Dal 2004 sono consentite visite guidate sul nucleo della barriera di ripopolamento realizzata con strutture di tipo piramide, costituite da 5 blocchi in calcestruzzo  collocati  sul fondale. Uno sovrastante, secondo una schema ben noto, sul relitto della nave San Guglielmo affondata nella prima guerra mondiale dal siluro di un sommergibile tedesco.La lussuosa nave passeggeri era lunga 117 metri larga 20, si trova a 900 metri dalla costa, ad una profondità di 28 metri. Sono ancora visibili le strutture anche se, a causa del recupero dei metalli preziosi,  molte parti sono andate distrutte. E’ frequente incontrare Cernie, Murene, Polpi, Scorfani e Nudibranchi, orate, pesce nostrano sempre più raro e caro. Da qui l’interesse dei pescatori di frodo. La San Guglielmo, varata a Glasgow nel 1911, nel corso della I Guerra Mondiale fu trasformata in trasporto truppe. L’ 8 gennaio 1918 si dirigeva per Gibilterra, insieme alla gemella San Giovanni, sotto la scorta del cacciatorpediniere Bersagliere.

Il Comune aveva chiesto, nella sua qualità di concessionario, l’autorizzazione  per le immersioni guidate. Lo stesso Comune aveva affidato, nel rispetto delle norme  del Codice di Navigazione, al locale Circolo Nautico che ha per statuto anche l’organizzazione, lo svolgimento delle visite guidate, avvalendosi, a sua volta, di operatori del turismo subacqueo in possesso dei requisiti richiesti.

Il dr. Gianluigi Soro, dirigente di Area 4 del Comune, comandante della Polizia Locale (è stato anche in contemporanea ad Albenga) è presidente
dello storico Circolo Nautico di Loano. Vice presidente sportivo Rossi Alberto il decano e per anni anima del sodalizio. Vice presidente vicario
Muscarella Orazio, geometra, titolare dell’impresa edile  Edil Musc Srl, papà dell’arch. Daniela, sede ed uffici in via Delle Peschiere. Tesoriere Segretario, Aldo Genesio, presidente della Cooperativa Arcadia che lavora soprattutto con i Comuni ed enti pubblici. Direttore di sede
Franco Galati Franco. Direttore di spiaggia
Giovanni Rosselli. Il giorno 29 Marzo 2012 si era riunito il consiglio direttivo. Avvicendamento alla presidenza del Circolo, Nicola Fallica nuovo presidente del Circolo Nautico di Loano a seguito delle dimissioni di Aldo Caballini, laurea in giurisprudenza, dirigente dell’Ufficio tecnico – gestione del territorio. Non troviamo notizie nella scuola di libero giornalismo loanese delle dimissioni di Fallica e dell’arrivo del comandante Soro che nel suo ruolo pubblico è chiamato a svolgere compiti anche delicati  e riservati nell’ambito della polizia giudiziaria.

Nel giugno scorso il Circolo Nautico non aveva ancora formalizzato la richiesta di rinnovare la convenzione e già nel 2017, a seguito di richiesta della Marina Diving Center, era stata stipulata con la società una convenzione  per la stagione estiva  e l’interessante offerta turistica delle visite guidate.  La Marina Diving, dopo il ‘via libera’ dal Comune a svolgere il ruolo che prima era del Circolo Nautico Loanese, si impegna ad effettuare la pulizia dei fondali e realizzare foto e filmati da fornire al Comune per il periodo estivo fino al 30 giugno 2019.  Non possiamo precisare chi abbia controllato il rispetto pattuito e dove siano disponibili le immagini citate. L’Ufficio Circondariale Marittimo, che ora ha anche la sede di comando di zona nel porto di Loano (prima era ad Alassio), ha emanato nel tempo alcuni divieti alle attività marittime in corrispondenza e a tutela della zona di ripopolamento.

Nel 2017 è stato ulteriormente disciplinato l’uso di unità da diporto in appoggio all’immersione subacquea a scopo sportivo e ricreativo.  E’ dunque attiva e operante la convenzione con la struttura privata che nel corso degli anni ha saputo crescere, sviluppare l’attività e farne richiamo e meta per centinaia di appassionati subacquei. Ci sarà pure, anzi sono la maggioranza, i pendolari che raggiungono  Loano da  località del Nord Ovest e si affidano ai servizi di Marina Diving (ha cambiato sede originaria dalla zona centrale si trova  nella banchina attigua alla passeggiata). Si tratta di un più che significativo, apprezzabile volano e richiamo. Non porta benefici solo all’attività privata che, manco a dirlo non lavora gratis e deve avere il suo utile, anzi merita considerazione.

Resta il fatto che se si paga utilizzando le strutture sportive comunali, sfugge il motivo per cui  chi svolge immersioni subacquea, a scopo sportivo e ricreativo, debba essere esente e l’ente Comune non avere un introito che può essere destinato alla valorizzazione e promozione di una realtà che non si trova in ogni  località della Riviera. Esistono ad Andora  e Sanremo. Del resto basta passeggiare in porto per rendersi conto delle dimensioni che ha assunto l’attività della Marina Diving, quale sia l’equipaggiamento (anche in termini di costi)  di chi pratica l’hobby. Non conosciamo il ritorno economico nelle strutture  ricettive e dei pubblici esercizi (ristoranti, bar, negozi), non pensiamo che debba trattarsi di élite con adeguata capacità di spesa. E’ pur sempre motivo di richiamo non effimero, non occasionale. Un’attrazione meritevole, utile, che fa la differenza rispetto ad altre occasioni di richiamo e spot promozionali. Qui siamo di fronte ad una semina che nel tempo, se ben curata, moltiplica i frutti. Dunque il quoziente di ritorno economico, ciò che alla fine conta.

Loano ha scelto di applicare la Tassa di Soggiorno, a nostro avviso un pessimo segnale per il settore del turismo che più ha sofferto e soffre nell’industria delle vacanze. E’ vero che gli albergatori, in maggioranza, hanno accettato, ritenendo comunque positiva la ripartizione e l’impiego degli introiti. Altrettanto pacifico che non passa da un balzello imposto ai turisti, rilancio e riqualificazione del prodotto turistico. Non vogliamo pensare male, basterebbe dare una sbirciata agli interessi di alcuni presidenti della categoria della nostra provincia, passati e presenti, per rendersi conto che non sono nelle condizioni ideali di dire dei no, non per partito preso. Troppo subalterni alle alchimie politiche e di potere. Un problematica che non è di oggi, risale nel tempo. Chi non ricorda presidenti provinciali dell’Unione Albergatori la cui famiglia era si coinvolta in attività alberghiera, ma aveva ben altro nel ‘carniere’: operazioni immobiliari e non da quattro lire, aree edificabili. Non solo a Loano e in provincia, fuori regione.

Oppure quel giovane presidente che la famiglia ha in affitto un albergo e lui a dichiarare che tutto sommato le seconde case hanno rappresentato e rappresentano un compendio che ben si coniuga con  il turismo alberghiero. Una mano lava l’altra, importante far venire gente in Riviera. Non vogliamo credere alla malafede, a interessi poco onorevoli, semmai ad una diffusa ignoranza, inesperienza, incapacità, di rendersi conto, anche per esperienze professionali e di vita in giro per il mondo,  cosa ha significato per la nostra Riviera la rapallizzazione, da ponente a levante, con la sola esclusione del borgo di Verezzi. Non a caso si vedano i prezzi immobiliari dei paesi che si trovano nella prima collina; si veda cosa rappresentano in Liguria le Cinque Terre, il mercato del mattone a mq a Varigotti (ha raggiunto 23 mila euro)

Si analizzi come era il turismo prima della cementificazione e come è ridotto oggi, soprattutto nel tessuto alberghiero che doveva avere un ruolo primario e con benefici a cascata. La prima risorsa da difendere: assicurava occupazione non casuale e di cui poco si parla, nonostante ci sia bisogno come il pane. Non è casuale se il nuovo vescovo di Albenga, monsignor Borghetti, proveniente dalla Toscana, ad un domanda, ha risposto che l’unica vera e grande difficoltà che incontra e dover sempre, sempre, allargare le braccia (non posso far nulla di concreto) quando qualcuno si rivolge a lui, alla diocesi, per un posto di lavoro. “Possiamo aiutarli, spesso nel trovare casa, nell’affrontare altre difficoltà della vita, col lavoro niente assoluto….”.

Avevamo in provincia di Savona una rete di alberghi che dava lavoro a 5 – 7 mila persone, era pure lo sbocco per i giovani che frequentano i tre istituti alberghieri. Un’alternativa del resto alla generale deindustrializzazione. Gli alberghi, come documenteremo in un approfondito servizio località per località, sono diminuiti del 70 per cento. Chi ha resistito e chi ha investito sa quanto sia difficile resistere, con quali sacrifici e difficoltà e per quale ragione il settore non attrae investimenti da fuori provincia, o meglio regione. Stanno lontano gruppi di investimento che pure non mancano in operazioni immobiliari di cui si parla raramente e nulla si conosce sugli immobiliaristi ‘incassa e porta via’. E vero che succede anche con le grandi catene di supermercati, almeno danno lavoro costante, una sicurezza. Chi specula, invece, una volta ultimata l’opera, addio.

A quel presidente amico dello ‘sviluppo a gruviera’, a gattopardo, bastava far presente che tutte le località turistiche che hanno resistito all’assalto delle seconde case, dalle località costiere italiane e del Mediterraneo, a quelle montane, il tessuto alberghiero si è moltiplicato, il trend qualitativo (capacità di spesa pro capite del turista) è cresciuto, i benefici si sono ripercossi su un vasto segmento della comunità residente, posti di lavoro inclusi. Ma anche qualità dei tanti chiacchierati ristoranti. Vedasi le stelle internazionali della Michelin, le due o tre guide più prestigiose in Italia, che posizione occupa la nostra provincia. Ogni tanto utile dare pure un’ occhiata all’ultrapopolare Tripadvisor. Vero ci sono molti imbecilli, incompetenti che si credono perfetti gourmet, ma quando si leggono dati di fatto, con tanto di mittente, vale la pena riflettere e perchè succede.

Tra gli albergatori delle aree qualificate e risparmiate da san cemento, sia in Italia che oltre i confini, c’è una gara a rinnovare ed ampliare, realizzare nuove strutture adeguate ai tempi ed alle aspettative di mercato. Anzi i più bravi precorrono i tempi, non si fanno trovare impreparati alla sfida della concorrenza. Citiamo solo l’esempio del Meranese che non appartiene alle cinque meraviglie del mondo e che meglio conosciamo. Negli ultimi 20 anni sono stati realizzati una decina di super hotel a cinque stelle, molti di più a 4 stelle. Da noi invece, carta canta, ci accontentiamo di leggere gli annunci sui gioiosi media locali e dura da oltre tre decenni.

Un turismo che da lavoro almeno otto mesi l’anno. Ma in alcune zone c’è la tendenza ai 10- 11 mesi di apertura. Per far fronte alla forza lavoro ricorrono a cittadini (in gran parte giovani) dell’est europeo, in particolare Croazia, Slovenia, Polonia, Ungheria, Bosnia. Si è creato un circuito virtuoso dove, non sarà tutto da paradiso dei buoni e dei giusti, ma le forze imprenditoriali non sono succube della politica, gli albergatori hanno  voce in capitolo si suole dire. Rappresentativi per ciò che rappresentano nel tessuto sociale, il peso nella dinamica economica.

Nella nostra terra ligure basta passare in rassegna stampa il passato per rendersi conto di disastri irrecuperabili. Veri e propri delitti all’industria delle vacanze, al suo armonico e solido sviluppo. Non abbiamo spazi da competere con la massa della costa Adriatica. Sta di fatto che non possiamo aspirare né a lavorare solo sui numeri, proprio per la configurazione di una Riviera schiacciata tra la sabbia e il suo stupendo promontorio collinoso e roccioso. Nel contempo si è dato  un ‘calcio’ letale al turismo qualificato. Si vive di week end estivi e primaverili affollati, con gli esercizi che devono far fronte ai picchi di lavoro, ci sono i ‘ponti festivi’ più gettonati soprattutto se fa bel tempo, ci sono i 45 giorni del clou estivo.  I Bagni marini puntano sui numeri, più gente c’è e più si incassa, stesso discorso per panetterie, gelaterie, bar (in parte), persino gli introiti nelle casse comunali della voce parcheggi a pagamento. Alassio, Loano, Finale, viaggiano ad a una media di 30- 35 mila euro al mese.

Purtroppo l’esempio di quel presidente miope, non è un’eccezione. Restano i risultati sotto gli occhi di chi ogni giorno vive la realtà e si confronta volente o nolente. E può  accadere che questi personaggi abbiano la fortuna di indossare, eletti dai cittadini, le vesti da pubblici amministratori. Forse una società privata, per piccola che sia, non gli affiderebbe mai il ruolo di amministratore e dirigente. La nostra maturità, il nostro bagaglio informativo, li premia. Promossi ad amministrare un Comune, il suo bilancio spesso milionario, decine di dipendenti, spese correnti che assorbono anche la metà del bilancio, produttività sconosciuta ai comuni mortali. Si pensa all’ordinaria amministrazione, mentre serve la pianificazione del domani, idee e progetti vincenti, per recuperare il recuperabile. I nostri predecessori hanno lasciato città e paesi che hanno dato un avvenire, cosa lasciamo in eredità sociale ? (l.cor.)

 

 

Noli: realizzato l’ombrello antipignoramentoSindaco e vice deliberano scudo di 2.824.830Elezioni:3 liste con Fiorito,Fossati,Gambetta

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Comune di Noli a rischio pignoramento dopo che la giunta di centro sinistra del sindaco Ambrogio Repetto non si era costituita in giudizio in una mega causa civile di risarcimento danni per 2 milioni e 300 mila euro (frana di via Belvedere, civico n.14, 8 alloggi). Con il Comune contumace (parrebbe per presunta omissione o negligenza dell’allora segretario comunale) non è scattata la polizza assicurativa che l’ente, ovvero la comunità, paga annualmente all’Unipol contro i rischi.  Resta il mistero sul ruolo del sindaco Repetto e su quali siano state le iniziative del successore. Un alone di mistero e più di una zona d’ombra.

Niccoli è corso ai ripari con un intervento tampone, a Noli non ha precedenti, invano abbiamo chiesto ad altri Comuni della Riviera, pare ci sia qualche altro caso nel ponente. Sta di fatto che nel rispettoso silenzio dell’informazione -autocensura, dal 24 gennaio all’albo pretorio on line del Comune, si può leggere una delibera di giunta che mancava nell’albo professionale di un mestiere con oltre mezzo secolo di cronaca provinciale e ligure. Oggetto del verbale n 2 del 24 gennaio 2019: quantificazione delle somme impignorabili per il primo semestre dell’anno 2019. Giusto il tempo in cui resta in carica il governo del sindaco Niccoli.  Delibera in cui risulta presente il vice sindaco Alessandro Fiorito, con l’abituale assenza di Jessica Bellisio, il secondo assessore.

Non è finita. Non si è mai chiarito da parte della subentrante Amministrazione Niccoli la responsabilità o corresponsabilità dell’omissione. Cosa sia realmente accaduto. Un atto di citazione del tribunale è finito nel cassetto – dimenticatoio. Repetto, oggi capogruppo della minoranza consiliare, si tira fuori, esclude di esserne venuto a conoscenza. E’ stata fatta un’indagine interna ? E’ scaturita in provvedimenti disciplinari ? Il classico caso del danno e la beffa. E appare utile, saggio, a completezza di informazione, andarsi a rileggere quanto aveva scritto su trucioli.it Carlo Gambetta, tre legislatura da sindaco. Ai suoi interrogativi, rilievi, approfondimenti, nessuna risposta. Ignorato, non meritava una presa di posizione. Una rettifica, una smentita.

In quel di Noli la giustizia penale e civile non solo è indigesta, pare non preoccupi. Quando, nei rari casi, è intervenuta, è sempre andata liscia. E’ fuori dubbio che qualcuno dovrà pagare.  Gli 8 inquilini del civico 14 hanno vinto la causa, assente come controparte il Comune, le assicurazioni coinvolte hanno chiesto per la parte loro spettante, la sospensiva, ma contrariamente a quando è accaduto per i 17 alloggi proprietari del civico 18, il presidente della Corte d’appello non l’ha concessa. Di conseguenza le due assicurazioni (esclusa Unipol per il Comune) hanno  proceduto a versare la loro quota parte, il 40 % circa. In ballo resta il Comune che si troverebbe tra l’incudine ed il martello. E non è il caso di dilungarci sulla possibilità di attingere ad un contributo statale. Dal cilindro del capello, lo staff Niccoli, presumibilmente consigliato, a scanso del pericolo di vedersi pignorare beni e somme comunali, è sbucato uno stratagemma inusuale almeno in terra ligure.

Richiamandosi ad articoli  di legge  del 2000- 2001, decreto ministeriale del 1993 che elenca i servizi locali non assoggettabili ad esecuzione forzata, la giunta composta dal sindaco e dal suo vice, con la presenza del segretario comunale dr. Massimiliano Morabito, ha deliberato di quantificare in complessivi 2.824.830,00 e relativamente al primo semestre 2019,  gli importi che non sono soggetti ad esecuzione forzata. Insomma l’ufficiale giudiziario non può presentarsi a fare pignoramenti fino all’importo indicato. Tenendo conto della situazione si è anche dichiarato  l’immediata esecutività del provvedimento di giunta in considerazione, è scritto, dell’urgenza.

Difficile ipotizzare se la maggioranza dei nolesi, a fronte  dell’accaduto,  dia o meno il benservito a Repetto & Niccoli, se i fedeli seguaci ritengano che tutto sommato non ci si debba cospargere il capo di cenere. Cose che capitano ai vivi. Finora, pur su opposti fronti,  Rep- Nic,  hanno evitato la resa dei conti. Non c’è solo una partita in ballo, non ci sono solo sentenze di condanna (al civico 18 il tribunale di Savona ha riconosciuto 8 milioni e mezzo di euro, con l’accoglimento di sospensiva dell’esecuzione della sentenza in attesa del nuovo responso del collegio giudicante).

Ammesso che ai nolesi vada bene così, per la serie più li bastoni e più si fanno di lato, vorremmo porre all’attenzione dei lettori alcuni interrogativi ai quali niccoliani e repettiani potrebbero rispondere, ma lo dubitiamo.

  1. Il sindaco dr. Niccoli, al quale non mancano né esperienza, né preparazione amministrativa, avrebbe scelto l’immobilismo di fronte all’evidenza del suo Municipio che citato in tribunale non si presenta. Perché?
  2. Questa presunta neutralità l’ha condivisa con tutti i consiglieri di maggioranza ? Se si, come sarebbe naturale in un consesso e confronto civile, quale motivazione, giustificazione è alla base della decisione ?
  3. Il sindaco ha potuto accertare, con l’ausilio dei dirigenti e funzionari comunali, quando è stata notificata la citazione giudiziaria chi l’ha presa in carico, chi l’ha letta, chi doveva farsene carico. Va da se emerga il ruolo del segretario comunale. Ci sono comunicazioni interne a questo proposito.
  4. Non era forse un dovere morale, una regola di buona amministrazione, di correttezza e diligenza di chi ricopre un ruolo pubblico, fare in modo che la materia, anche a porte chiuse, visto che sono in ballo nomi e cognomi, fosse trasmessa al parlamentino e una volta condivisa la strategia, compiere, scegliere la trasparenza. I nolesi non meritano ? Non sono interessati a sapere, conoscere, abituati a leggere i documentati e puntuali articoli del concittadino  Gambetta ? Oppure sbaglia ad invocare rispetto della legge, la legalità, anche a costo di indossare l’abito di colui che si impiccia troppo della cosa pubblica. E ci guadagnerebbe a tacere, aggregarsi a chi brontola, magari critica, polemizza, per poi abbassare il capo, girarsi dall’altra parte.
  5. L’ex sindaco Repetto si è mai attivato, ricorrendo quantomeno allo strumento dell’interpellanza, per sapere cosa era accaduto nella catena burocratica comunale nel momento in cui è pervenuta la citazione in giudizio ? A suo avviso sussiste o meno una corresponsabilità in vigilando ? In tandem (Rep- Nic) si sono adoperati, possiamo supporre, per capire la colpa di un danno ingente lasciato in eredità al futuro sindaco e alla giunta con il concreto pericolo del dissesto finanziario.  Di dover mettere mano alle imposte comunali, chiedere altri sacrifici ai cittadini.
  6. Niccoli e Repetto hanno spiegato ai loro fans che  1 milione e 600 mila euro incassati  per l’area box di via Belvedere, 500 mila sono già stati spesi in parcelle. Non fa notizia ?

NOLI VOTA PER LE COMUNALI: COLPO DI SCENA NELLO SCHIERAMENTO DI CENTRO DESTRA, ALLEANZA FIORITO – MAINA – PASTORINO. IN DIFFICOLTA’ LA SQUADRA DEL CENTRO SINISTRA DI FOSSATI. LA CANDIDATA SINDACO MARINA GAMBETTA DICE NO AD AMMUCCHIATE PUR DI VINCERE

Le indiscrezioni si rincorrono da parecchi giorni, le ultime e più rilevanti novità riguardano il gruppo e l’area del centro destra, orfana del sindaco Niccoli. Se l’arch. Maina, già candidato sindaco nella scorsa legislatura, veniva dato in quota alla lista della candidata Marina Gambetta sindaco (figlia di Carlo), lo scenario è cambiato. Pare sia in corso un serio confronto con la squadra che si accinge a varare il candidato sindaco Alessandro Fiorito, attuale vice sindaco. C’è chi ipotizza una lista che segni la discontinuità, inserendo solo candidati che non abbiano fatto parte della precedente amministrazione.

Maina che come Gambetta, seppure meno assiduo, è tra i collaboratori volontari di questo blog, giustificherebbe la sua decisione con il fatto di essere fautore di una larga coalizione, ha lasciato e si è autoescluso. Marina Gambetta del resto è irremovibile contro quelle che forse considera ‘ammucchiate’, leggi il vecchio modo di governare.  Con quali forze in campo il centro destra – pur presentandosi come lista civica – intravvede possibilità di vincere la sfida ? E’ verosimile che un esperto politologo della sinistra progressista, uomo di cultura, come Lorenzo Paggi abbia condiviso l’opportunità che il gruppo di Gambetta stringa un’alleanza, in caso contrario sia dietro l’angolo una sconfitta. Stessa tesi, abbiamo visto, di Maina.  Ebbene un’alleanza certa di chi sosterrà la lista Fiorito sindaco è quella di Marino Pastorino, il padre era costruttore edile, il figlio geometra è titolare di agenzia immobiliare oltre che amministratore di condomini e considerato simpatizzante leghista. Esperienza nella tornata elettorale del ’95 quando si presentarono ben sei liste. Un figlio, tenore, è una giovane promessa della lirica. Interrogativo: una lista senza componenti dell’attuale maggioranza consiliare non rischia di perdere il sostegno proprio dei più fedeli seguaci di Niccoli che in consiglio comunale non gli hanno mai fatto mancare il sostegno, si sono sempre allineati volenti o nolenti. Il terzo competitor in gara ripropone la candidatura di Fossati sostenuto da ciò che resta del centro sinistra e degli amici di  Repetto. Ai nastri di partenza e quando ancora non sono noti tutti i nomi dei candidati, qualcuno si spinge ad ipotizzare un netto vantaggio, sulla scia nazionale, della componente che fa capo a Fiorito – Maina – Pastorino.

Gli sfascisti di sinistra pare condividano il pronostico e consigliano, se è proprio necessario, di tapparsi il naso e stringere  patti con altre forze. La Gambetta non parte con la vittoria in tasca, dovrebbe scendere a compromessi ? Su chi farà convergere i voti il mondo giovanile, quello che ha votato i M5S alle politiche di marzo ? E il mondo delle quote rosa resterà indifferente alla giovane candidata, madre di due figli e che se eletta sarà la seconda sindaco donna della storia di Noli ?

Tre liste dunque anziché le cinque di cui si parlava nei giorni scorsi e duello probabile Gambetta – Fiorito. Entrambi, se le indiscrezioni verranno confermate all’insegna del rinnovamento, o meglio ci sarà soltanto Fiorito a rappresentare un legame del governo uscente. Fuori partita, pur con tutta la benevolenza, i giocatori in campo di Fossati che peraltro non aveva mai brillato nel proporsi in assemblee pubbliche. Tanta dialettica, umorismo, sarcasmo, scarsa presa alla resa dei conti. A meno che si riveli  un fuori classe dell’ultima ora. (L.Cor.)

ARTICOLI A FIRMA DI CARLO GAMBETTA SUL CONTENZIOSO DI VIA BELVEDERE

Noli non è una burla: assolti dal giudice penale, ma per il civile devono pagare 8 milioni 200 mila €. Caro Repetto ci dica…

E’ una doverosa precisazione, tardivamente accertata, quella che interessa l’articolo della settimana scorsa: l’area dei Lavori Pubblici non risulta in indirizzo nell’assegnazione della citazione da parte dell’ufficio protocollo del 7/6/2013, come erroneamente riportato a causa di una mia personale impropria lettura del documento. Leggi anche, in esclusiva per trucioli.it, la sentenza integrale (vedi le 108 pagine…) del giudice del tribunale civile di Savona, dr. Luigi Acquarone, sul disastro di via Belvedere, le spese e i danni della ricostruzione dell’immobile. Continua…

Ultima ora / Finalmente ! Noli, la sentenza per danni di via Belvedere a 7 anni dal crollo

Il Giudice monocratico Dott. Luigi Acquarone ha depositato alla cancelleria del Tribunale di Savona 108 pagine della sentenza in merito alla causa, di risarcimento danni, promossa dai singoli proprietari del civ.18 di Via Belvedere, a Noli.

Continua…

Noli, è ‘giallo’ nel Comune ‘contumace’.
E l’addio al benemerito dr. Mario Panerai

A volta di dice…La lettura sull’albo pretorio on line della D.G. No 156 del 06/11/2013 (con la Giunta Repetto al gran completo: Piero Penner – Davide Arancino – Diego Giusto – Giovanni Peluffo) pubblicata solo il 21/12/2015!!! riguarda la costituzione in giudizio presso il Tribunale civile di Savona contro il ricorso della Cooperativa Pescatori di Noli notificato in Comune il 07/06/2013. (N.B. Stessa data del ricevimento della citazione del civico 14 di Via Belvedere). Continua…

A Noli le consuetudini di Repetto sindaco

Sabato 19  dicembre ultimo Consiglio Comunale del 2015. All’apertura della seduta il Sindaco Niccoli ha annunciato la morte di Franco Salice: un doveroso ricordo. Continua…


Che gioia i binari a monte Andora-Finale!Il bis stazioni a 5 km dal centro: ecco i tifosi

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Un esercito di esperti in ferrovie. E una schiera di tifosi. Dopo il trasferimento dei binari a monte in quel di Imperia, con la quasi unanime soddisfazione di utenti e turisti, squillo di trombe nella sessantennale promessa del tracciato a monte Andora – Finale. Via le inutili stazioni lungo la fascia litoranea e nei centri abitati. Avanza la cultura e la consapevolezza che la linea ferrata è utilissima anche a 5 km dai centri urbani. Chi viaggia di notte può godersi una camminata sotto le stelle. Chi viaggia di giorno deve munirsi di un pizzico di pazienza con i servizi di linea urbani. Chi è di fretta sale sul taxi e che con le tenebre si telefona ed arriva. Solo 15 – 20 euro per 5 km non è un’esagerazione. Stazioni abolite, stazioni lontane, che c’è di meglio per anziani, pendolari, turisti con la valigia al seguito? A Sanremo la nuova stazione decentrata produce una calo tra 25- 30 % di introiti e passeggeri. Altrove si leggono bellissime notizie di stazioni e servizi modello a due anni dall’inaugurazione solenne.

Ma che serve mantenere e dotare cittadine a vocazione ed economia turistica di mini stazioni ? A che serve la proposta di una metropolitana leggera nell’attuale tracciato ? Stazioni cancellate a Laigueglia, Ceriale, Borghetto, Borgio, con Pietra (a monte) declassata a fermata  treni locali. La parte del leone affidata a Borghetto che potrà fregiarsi di una mega stazioni (a 5 km dal litorale) avveniristica e  comprensoriale. Persino il Puc, in attesa, prevede una terza strada (due oltre alla provinciale non bastano) che attraversa terreni agricoli che in pochi si ostinano a coltivare. Nulla rispetto alla piana di Albenga dove il trasferimento sottrae non meno di 600 mila mq ad aree coltivate, a cui bisogna aggiungere la nuova viabilità sempre tra aziende agricole e la più penalizzata è la storia della proprieta Anfossi, papà Anfossi è stato tra i più apprezzati sindaci della città.

Perche bisogno tifare per il raddoppio a monte, in realtà il binario unico è tra Loano e Finale, ma nessuno lo rimarca. C’è una schiera autorevole di politici votati al bene comune, allo sviluppo virtuoso, alla razionalizzazione delle aree rimaste libere. Un po’ come accade  nell’estremo ponente dove Area 24 la società che gestisce il vecchio tracciato ha accumulato una mini debito di 12 milioni di euro, i presidenti ed amministratori ora si dimettono a ripetizione, altri alle prese con la giustizia per fatterelli vari. Con le aree finalmente libere da Andora a Finale si potrebbe pensare ad una valorizzazione mista, con gli oneri di urbanizzazione delle nuove costruzioni vetrocemento, laddove c’è tanto spazio (Albenga, Loano, Pietra) si possono realizzare giardini sempre fioriti, parchi giochi, zone alberate, chioschi di ultima generazioni, uffici e servizi per cittadini e turisti.

E’ quanto possono confermare i nostri deputati, Vazio del Pd, Foscolo e Ripamonti, Lega di Salvini, l’oriundo Mulè (in tasca 14 mila euro al mese, aereo e ferrovie gratis) paracaduto  in quel di Imperia nel raggio elettorale fino a Ceriale. Non pesa la spesa Taxi, se necessaria, ad assessori e consiglieri regionale (14-15 mila euro senza bonus gratis) Stefano Mai, Angelo Vaccarezza, Luigi De Vincenzi, coerenti nemici del raddoppio in sede: una sciagura anti sviluppo economico e sociale. Se lo dicono loro. Tifosi di un dolce sviluppo edilizio delle aree che saranno liberate dalla maledizione ferrata ? Per la serie possiamo ancora ospitare tanti turisti di qualità, c’è posto nei parcheggi rigorosamente a pagamento (Andora esclusa), c’è posto sull’arenile che ha meritato le proroghe giallo-verde del governo Salvini – Di Maio;  non manca mai la farina per l’incremento di consumo di pane e focaccia, pizze al metro, possono aprire nuove  gelaterie, paninoteche e ancora qualche bar.

Se poi serve un notaio che certifichi che trattasi di turismo d’élite o comunque di qualità, come tutti invocano, non perdete di seguire IVG.it, Il Vostro Giornale, quello del secondo miracolo economico e di lettori. Meglio se i candidati non lesinano la pubblicità elettorale contro il sempre diffuso astensionismo. In loro assenza ci pensano i laboratori medici privati che segnano lo stato di benessere di una comunità. Si accontentano di un piccolo tornaconto, di pagine promozionali sui media locali cartacei e IVG. Senza il loro supporto benedettino la Sanità pubblica sarebbe già fallita. (L.Cor.)

Crisi turismo Savonese? Non è una rivolta! Mally Mamberto,vita da tour operator, sgridaConsigli di Taboga, instancabile testimoneAnalisi da esperto del giornalista Del Santo

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Turismo, da decenni, il termine  più ricorrente nella ‘cronaca bianca’ della pagine savonesi. Finalmente è l’ora della rivolta ? Non sia mai detto ! Operatori turistici, politici e non di professione, sindaci ed assessori, di ieri e di oggi, nessuno ha stoffa e cultura rivoluzionaria. Testimonia una rassegna stampa, per chi ha avuto pazienza e costanza di assemblarla, da volumi enciclopedici. Non è il caso di scomodare la memoria. Non conta nulla essersi sempre ritrovati in triste minoranza, mettendoci la firma, appena si iniziò ad ipotizzare il ritorno alla Tassa di soggiorno. Senza entrare nel merito. Fermiamoci al messaggio sbagliato, nel momento meno opportuno. Non eravamo una moltitudine a documentare come e perché del ‘balzello’ balzano.

La Regione tagliava risorse alla ‘voce turismo’, occorreva tergiversare, trovare alternative, placare gli animi contestatori. Si sono mossi dal centro destra e centro sinistra, on divaghi, i ‘grillini’ di governo e di protesta. Decimati e divisi (ormai senza potere contrattuale) gli albergatori che, ad Alassio, hanno meritato persino la maschera di Arlecchino. Mentre il veterano enfant prodige, direttore di lungo corso dell’Unione albergatori, Carlo Scrivano, cavalca: “Week end da tutto esaurito ma i cantieri e traffico scoraggiano  i vacanzieri a tornare in Riviera”.

Il dr. Carlo Scrivano, laurea in Scienze Politiche e di Governo tra i militanti attivi di Comunione e Liberazione

Il dr. Carlo Scrivano, laurea in Scienze Politiche e di Governo (1991). Responsabile Acquisti  Centro di Biotecnologie Avanzate dal 1992 al ’95.  Funzionario del Gruppo Consiliare  Popolari in Regione Liguria dal 1995 al ’99. Staff del Presidente della Provincia di Savona dal 1999 al 2005 con i presidenti avv. Alessandro Garassini e dr. Marco Bertolotto. Assessore Provinciale  dal 2005 al 2008 (presidente Bertolotto) con la delega a Sport, Turismo, Cultura, Caccia e Pesca, Agricoltura, Polizia Provinciale. Responsabile Relazioni Esterne, GSL Gruppo Sanitario Ligure (Albani- Dellepiane) dal  –  direttore – dirigente dell’Associazione provinciale albergatori aderenti a Confindustria. Tra i suoi impegni nel volontariato, le iniziative nel comprensorio di Loano e provincia, di Comunione e Liberazione:   movimento cattolico laico fondato dal sacerdote Luigi Giussani nel 1954 nell’ambiente studentesco milanese come branca dell’Azione Cattolica. Si caratterizza per porre il messaggio della fede cristiana come fondamento di ogni aspetto della vita. Ognuno vi partecipa versando mensilmente una somma stabilita del tutto autonomamente e discrezionalmente (agli inizi della storia del Movimento era definita la “decima”). Per fare economia non bisogna diventare né squali né tori, ma essere uomini che valorizzano la competenza.

I RETROSCENA TASSA DI SOGGIORNO – Tutto ha avuto inizio quando la cabina di regia del potere regionale, con la sua forza mediatica, composta da Toti – Rixi – Berrino (Forza Italia -Arancioni pronti per la prossima sfida, leghisti, Fratelli d’Italia) hanno chiesto a ‘console’ Angelo Vaccarezza che occorreva muovere l’esercito dei fedelissimi per il ripristino dell’ormai dimenticata Tassa sul turista. Il primo a rendersi disponibile il fedele vaccarezziano Luigi Pignocca, primo cittadino di Loano, al suo secondo mandato e salvo errori ed omissioni in predicato per il terzo. L’abile regia, facciamo in breve, ha finito per coinvolgere in un baleno il sindaco Pidiessino di Finale Ligure, l’avv. Ugo Frascarelli, il collega del centro sinistra  di Pietra Ligure, Avio Valeriani (per lui è  suonato il De profundis politico), ideam per l’avv. Giorgio Cangiano di Albenga, inizialmente Alassio con Enzo Canepa, no senza giri di parole da Laigueglia, Andora, Ceriale, Borgio Verezzi, Bergeggi, Vado Ligure e le Albissole e Celle Ligure, unico Comune non balneare, Toirano.

Andarsi a rileggere gli articoli dei primi due o tre mesi, fase preparativi e ‘promozionale’, tra dichiarazioni e prese di posizione, diciamo che è divertente. Qualche esempio. A Savona il centro sinistra della illuminata squadra della sinistra aveva lasciato una voragine debitoria di una dozzina di milioncini. Ecco giustificato, nel 2017, il placet tassa di soggiorno sull’esempio, si disse, delle maggiori città e località turistiche d’Italia. In sei mesi incassati 170 mila Euro per la gioia degli operatori turistici del capoluogo. E che dire di ciò che resta del tessuto alberghiero tradizionale, gli ultimi eroi e sudano quattro camice pure i più fortunati: non hanno affitti da pagare, sono sulla breccia da tanti anni, hanno cercato di investire nelle strutture per non soccombere anche su questo fronte alla concorrenza. Pare che siano tra quelli, pochi ma buoni si direbbe, che non si sono fatti abbagliare dai dati sbalorditivi del 2017 quando anche uno sprovveduto, ad ascoltare la Tv, leggere i media, poteva rendersi conto che l’Italia e la Liguria, le due Riviere, tornavano al boom degli anni d’oro, anzi di più in alcune realtà, perchè eravamo circondanti dall’azione dissuasoria degli attentati terroristici, matrice islamica, con l’Italia immune da sempre. Insomma cavalcare la tassa nel momento propizio.

Mally Mamberto da 66 anni operatrice turistica e testimone dei tempi

E’ vero che ci sono stati contrasti, anche duri, tra i rappresentanti degli albergatori, la messa in stato di accusa del presidente provinciale  Federalberghi, aderente a Concommercio Andrea Valle, uomo di Forza Italia, già segretario provinciale. Il suo ‘sì’ ha sfasciato il direttivo che pure l’aveva eletto all’unanimità nell’ottobre 2015 ed era composto da Valentina Mantellassi di Alassio, Alberto Zanolla di Pietra Ligure, Michela Rosselli di Varigotti, Paolo Efero di Finale Ligure, Laura G. Pagliari di Spotorno, Tommaso Tortarolo di Celle Ligure, Andrea Bruzzone e Antonio Amura di Varazze. Tra i più tenaci sostenitori del ‘no’, forti anche del ‘voltafaccia’ rispetto agli impegni, il navigato quanto ad esperienza e conoscenza Alberto Zanolla (marito di Mally Mamberto) e Bruzzone un personaggio al quale non manca il coraggio e la coerenza, forse persino eccessiva quando scelte di abbandonare l’Unione albergatori aderente a Confindustria e che rappresentano oltre 80 per cento della categoria. Zanolla fu irremovibile come pochi altri, tra essi spiccava Attilio Podestà, titolare del Punta Est, 4 stelle di Finale Ligure. Ma il coro di chi taceva, non prendeva una posizione scomoda antipotere dominante, lasciava intendere che magari non conveniva mettersi di traverso. I vertici aveva inizialmente resistito, mancherebbe altro, poi è prevalso il tallone d’Achille.

Da mesi, essendo davvero piccoli, rinviamo una serie di servizi sullo stato di salute del patrimonio alberghiero del savonese. Senza ergersi a ‘maghi’, sapientoni, depositari di virtù imprenditoriali, esperti del settore. Anzi, dobbiamo solo imparare, ascoltare, leggere. Ecco il nostro reportage – revival in gran parte affidato proprio alla lettura dei media cartacei e web. Annunci, dichiarazioni, diagnosi, terapie, impegni, finanziamenti per tutte le stagioni. Una spaccato crediamo abbastanza fedele, non fa certamente testo quell’articolo del Secolo XIX che ad incoraggiamento riportava in nazionale: ” Nel 2018 la tassa la discussa tassa sarà adottata per i mesi di luglio e agosto da una netta maggioranza dei comuni savonesi e 2019 ampliata 8 mesi. Si sono già detti favorevoli le amministrazioni di Alassio, Albenga, Borghetto, Loano, Pietra, Toirano, Finale, Noli, Spotorno, Varazze, Cogoleto e Arenzano….”. Il 13 nel titolo calzava a pennello, visto inglobamento di Cogoleto e Arenzano, che però sono genovesi.

Oggi è la volta della severa ed attualissima censura di una della maggiori esperte dell’industria turistica savonese, ligure e italiana, alla luce della sua attività, della cariche ricoperte, dell’esperienza sul campo in Italia e in Europa. Una touroperator, anche criticata, per via di rapporti con quell’industria delle vacanze a prezzi popolari, proposte di lavoro a prezzi da supersconti, prendere o lasciare. Con chi ha la forza del ‘no grazie’ e chi si fa due conti. Mally Mamberto pur sempre un’imprenditrice che ogni politico al comando, dalla Regione ai Comuni, dovrebbe consultare, confrontarsi, far tesoro del suo bagaglio  e conoscenza del settore.

Gianni Taboga un’esistenza con Assoutenti della provincia di Savona

C’è l’intervento di Gianluigi Taboga, terza età raggiunta nei panni di attento osservatore e promotore di iniziative di interesse sociale ed economico. Un binomio che dovrebbe procedere di pari passo come documentano le democrazie più evoluto e con minori disuguaglianze. Taboga che è tra quelli che ha letto le decine di annunci sull’apertura di nuovi cinque stelle e quattro stelle. Ha letto che ora veniva lanciato un investimento russo, con l’arrivo di turisti russi, ora cinesi, danesi (titolo del Secolo XIX: Gruppo danese ad Albenga per realizzare un hotel a 4 stelle nell’ex ospedale in pieno centro storico, in stato di abbandono o degrado), insomma difficile trovare una località dove non si è letto di un ‘miracolo turistico’ tra insediamenti ed arrivi di turisti da cosa fatta.

Sergio del Santo quando era a capo della redazione di Savona del Secolo XIX nel 1980

Infine l’articolo di Sergio del Santo, il figlio da 25 anni impiagato part time all’Unione provinciale albergatori, tra i giornalisti savonesi che per i ruoli ricoperti, la propensione ad approfondire e conoscere, ne fa un analista economico d’eccellenza di questa terra. Ha collaborato, con l’arrivo della pensione, con l’intramontabile presidente Luciano Pasquale alla Camera di Commercio, all’Unione Industriali, all’ente Porto. Insomma non è di noi, semmai di chi sa molto più di noi della materia di cui scrive e non sono casuali gli estimatori di ogni colore. Come non è comune la modestia e allergico all’esibizionismo, all’apparire, impossibile trovare una foto recente di un paio di decenni. Non per timore quando nell’agosto 1988 in una ‘fondo’ scriveva: “Il Secolo XIX lancia un segnale di ottimismo nel turismo, nell’agricoltura, nella nuova industrializzazione della Valbormida, ad iniziare dalle aree di San Giuseppe di Cairo”. (L.Cor.)

LE SIRENE DELL’ENNESIMO ALLARME DAL SECOLO XIX

 

 

Il pettirosso di Mario Forni non canta piùL’allarme ignorato da politici, urbanisti, società civile, ecco le tragiche conseguenze

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Non avremmo immaginato di leggere, dopo 32 anni, un anamnesi così lucida, precisa, ricca di storia vera, sulla sorte toccata alla nostra provincia, alla Liguria. Mario Forni, pietrese, ora cittadino di Giustenice e la natura per amica, attivista missino negli anni in cui il partito era emarginato, il suo segretario Almirante era il politico che ai comizi mobilitava le forze dell’ordine per via delle contestazioni. Forni che oggi scopriamo nella veste di ‘indovino’.

Peccato che nelle nostre scuole non si leggano, non si conoscano i fatti, vicende, scelte ci hanno accompagnato ai risultati dei nostri giorni. Conoscere, sapere, essere informati per giudicare con cognizione di causa. Non siamo di fronte a teorie filosofiche, dogmi teologici. No, la cruda realtà che ci circonda e peggio la mancanza di nozioni e conoscenza della storia più o meno recente. Quali conseguenze dei piani regolatori adottati in Riviera e nell’entroterra ? Quali sconvolgimenti  da eterogenee varianti ? Caratterizzati dal mancato interesse pubblico di riabilitazione e gestione urbanistica. Le nostre città sacrificate alla speculazione immobiliare e di aree edificabili, pur sempre una minoranza che, salvo rari esempi e per periodi limitati, hanno pervaso il consenso della ‘mala gestio’, vizi e vizietti, la forza e l’opera del denaro prima di tutto.

Mario Forni alle elezioni politiche del 1987 si presentava come ecologista missino

La fotografia di quattro decenni fa. Mario Forni scriveva: “Le nostre città sono irriconoscibile, ha dominato la realtà speculativa, si attraversano faticosamente, e alla cieca  conducono verso una destinazione sempre più piattificata ed alienante: la progressiva riduzione  delle superfici ricreative, la mancanza di parcheggi (oggi diventati un introito sonante per tutte le cittadine costiere con l’eccezione di Andora ndr), la scomparsa dei cortili e delle aie, la sottrazione indiscriminata  degli spazi verdi, cancellati implacabilmente da una speculazione postulata sull’equazione produzione= consumo, hanno fortemente  compromesso il processo di crescita sociale e civile.”

Trentanni fa si poteva ancora rimediare, almeno in parte ? Forni proponeva: “Solo con una moderna ed organica disciplina urbanistica che ristabilisca un più armonico rapporto tra aree edificabili ed aree libere, indichi tipologie costruttive,  definisca l’arredo urbano e la distribuzione della vegetazione, si possono  cancellare quelle immagini sociali negative che hanno disancorato l’uomo dei valori dell'”urbe” e dalle ragioni della sua stessa esistenza.”

Invece cosa è accaduto ? Quali sono le conseguenze in cui ci dibattiamo ? Perchè è sempre stata una minoranza a suonare campanelli d’allarme, anche senza essere indottrinati da

Mario Forni allieta la terza età coltivando l’hobby dell’orto, piante da frutto, i suoi limoni, camminate e la lettura di libri e il cagnolino per amico

ideologie, né perseguire interessi partiti ed economici ? Perchè la storia degli ultimi 60 anni, di cui custodiamo in piccola parte il materiale d’archivio, vede pochi protagonisti che non si sono allineati al diffuso consenso elettorale. In provincia di  Savona pare corretto indicare quanto scrisse Mario Fazio, alassino, inviato speciale a La Stampa e per un periodo presidente di Italia Nostra. Come è doveroso citare l’esempio di un sindaco scomodo e controcorrente, Enrico Rembado (vedi Verezzi), l’avvocato Stefano Carrara Sutour (vedi la breve attività parlamentare, i suoi interventi in consiglio comunale a Loano, le relazioni – riflessioni negli anni che ha ricoperto il ruolo di difensore civico). Difficile, quasi impossibile ripercorrere la storia politico – amministrativa, e trovare architetti, ingegneri, geometri ma anche geologi, professionisti in genere che pur con il loro bagaglio culturale, accompagnato dalla conoscenza del territorio, si siano sottratti alla commistione e all’osservanza rigorosa, senza eccezioni, della coerenza. La lista di nomi, fatti e misfatti, è contenuta in migliaia di pagine di cronaca, nelle pubblicazioni di enti istituzionali.

Forni:Non abbiamo dubbi, noi del M.S.I., che non vi debba essere posto “per i disastrosi interventi di edilizia turistica speculativa, che non hanno mai portato occupazione e benessere nei luoghi dove sono stati realizzati”. Non riteniamo neppure utile  la bieca e discriminante politica  di vincolo paesistico generalizzato di Galasso ( 8 agosto 1985, n. 431 ha introdotto a livello normativo una serie di tutele sui beni paesaggistici e ambientali e integrata nel codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 ndr), né quella protezionistica dei parchi, verticisticamente imposta dalla Regione Liguria, alle popolazioni

L’augurio dell’allora segretario nazionale Giorgio Almirante con la citazione dell’on. Cesco Giulio Baghino, giornalista, direttore del Secolo d’Italia, organo del partito. Baghino è stato consigliere di minoranza, a Loano, nei primi anni ’70, un moderato, mai sopra le righe, educato e rispettoso anche di chi lo avversava. Un’educazione civile ed una sensibilità oggi rara tra i big politici.

montane che impediscono di fatto ogni possibile vocazione di sviluppo economico e sociale sul territorio interessato”.

Su questo particolare aspetto sarebbe utile tuttavia un approfondimento ascoltando in primis gli ultimi ‘guardiani’ rimasti. Ci sono zone che potremmo indicare a metà strada, tra la montagna e la collina. Un caso tra i più emblematici di paese da mezza montagna, Bardineto. Caratterizzato tra gli anni 50- 60- 70 da una diffusa economia all’insegna dello sviluppo, un’edilizia contenuta con qualche eccesso, insediamenti turistici, vocazione ed attrazione ad investimenti da seconda casa, presenza di artigianato ed attività silvo pastorale. Oggi è rimasto il motore in buone condizioni e con attività espansiva del caseificio Frascheri, un paio di virtuose presenze di agriturismo a 360 gradi. La presenza di una residenza per anziani che si è rinnovata ed ampliata, specializzata, con il prossimo trasferimento della sede dell’ex Piccolo Ranch (coniugi Corrado) totalmente ristrutturato.  Due realtà che significano posti di lavoro. Per il resto la definizione più comune che si ascolta è ‘mortorio o deserto.

Perché ad avviso dello studioso Mario Forni la legge Galasso e quelle dei parchi della Regione Liguria erano un freno eccessivo ? “Un’organica politica di sviluppo , nel settore rurale, in quello del turismo, dei servizi e dell’artigianato, se ben in  quadrati in un’organica politica di sviluppo economico, possono favorire l’occupazione legando0 le giovani generazioni al proprio territorio, dove hanno il sacrosanto diritto di vivere, di operare e di essere protagoniste delle proprie scelte di vita, artefici del proprio destino”. E aggiungiamo facendo tesoro della saggezza dei nonni, bisnonni, nonne e bisnonne.

Che dire un Forni che suggeriva la calmierazione degli affitti (case ed attività commerciali), misure urgenti e strategiche  contro la crescente disoccupazione giovanile e fuga di laureati e diplomati,  l’importanza di dare vita  ad una scuola di assistenza ospedaliera. Anche se non sarà facile uscire dalla rovine e da un malgoverno diffuso, dal costume politico dominante. “Serve una doverosa  riflessione di ordine morale ancor prima che di ordine politico. Non più la corsa indiscriminata alle aree edificabili, ma una diversa e più umana utilizzazione di ciò che rimane del territorio. E’ impellente  che le aree dell’entroterra e quelle porzioni della costa che hanno conservato caratteristiche naturali di pregio, vengano tutelate da continui scempi e valorizzate con rimboschimento e sistemazioni idrauliche forestali, con una sana gara anti abbandono, creando le condizioni idonee e dando priorità di interventi. Opere di difesa  dalle acque, opera stradali ed infrastrutturali, linee elettriche sotto traccia”.

Riflessione: quella che Forni definisce ‘politica del pettirosso’ propugnata fino ad allora dalla Regione Liguria, dalle leggi istitutive delle aree protette e dei parchi quali benefici concreti hanno dato a quelle comunità ? Certamente il parco è motivo di valorizzazione, di investimento culturale verso madre natura, occorre però far seguire interventi e finanziamenti che siano non solo di supporto, ma essi stessi un volano, il compendio virtuoso che alla stregua di un albero capace di assicurare i frutti. (L.Cor.)

SEMPRE D’ATTUALITA’ LE POLEMICHE SUI PARCHI

DAL SECOLO XIX  SAVONA DEL 19 FEBBRAIO 2019

E CHI PARLA E VEDE IL FUTURO IN POLITICHESE, LIGURIA AUTONOMA, PRESIDENTE TOTI: APPELLO A TUTTE LE REGIONI PER RAGGIUNGERE OBIETTIVO COMUNE PER COMBATTERE ANTIPOLITICA.

GENOVA. “Una maggiore autonomia consentirà di perseguire le peculiarità di tutti i territori, senza abbandonare un principio solidaristico che non è mai stato in discussione; pertanto tutti avranno un vantaggio dal principio di autonomia; anzi il mio appello a tutte le regioni è che lavorino per questo”. Lo ha detto quest’oggi il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, a margine del convegno sul “Ruolo strategico dell’Italia e della Russia nelle relazioni politiche economiche tra Europa e Eurasia che è in corso a Palazzo San Giorgio.

“Una maggiore autonomia – ha continuato il governatore ligure – consentirà di valorizzare gli aspetti migliori dei territori e delle imprese. Oggi c’è un timore culturale radicato e un’avversità politica, che io trovo totalmente infondati, in quanto tutti abbiamo bisogno di arrivare finalmente ai costi standard, affinché un servizio della pubblica amministrazione costi uguale in tutto il Paese, abbiamo bisogno di valorizzare maggiormente le peculiarità dei nostri territori e di riportare la politica più vicina ai cittadini. Questo vuol dire combattere la ventata antipolitica che ha investito il nostro paese in 11 anni di crisi, senza abbandonare il principio solidaristico contenuto nella Carta costituzionale”.

 

 

Pietra Ligure, Sara Foscolo in Parlamento e candidata sindaco. Un accordo molto politico

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Una ‘fuoriserie’ che col passare del tempo  diventa sempre più la ‘regina’ rosa di quella Lega che prima dell’evento luttuoso aveva in Rosy Guarnieri il punto di riferimento. La leader assoluta del ponente savonese. Non c’è stato il naturale e fisico passaggio del ‘testimone’, va da se che ormai la ‘zarina’ è Sara fino a pochi giorni prima della folgorante elezione popolare nel Parlamento della Repubblica quasi sconosciuta oltre i confini del comprensorio pietrese-finalese-loanese. Oggi è proiettata a nuove conquiste dopo che, caso abbastanza unico almeno dalle nostre parti, era stata candidata dalla Lega in più collegi, anche fuori dalla Liguria. Insomma una solenne pre investitura. Saràil futuro sindaco, primo al femminile, nella storia di Pietra Ligure ? Leggi il comunicato stampa di Nicola Seppone. Con chi  stringerà alleanza ? O correrà con una sua squadra ?

I testimoni della firma dell’accordo siglato tra il centro destra

Stretta di mano e ‘contratto-accordo’ firmato tra Sara Foscolo candidata del centro destra e Mario Carrara, aspirante vice sindaco, in passato era stata assessore con la giunta De Vincenzi

L’accordo recita che Sarà Foscolo il candidato sindaco della lista unica del centrodestra; Mario Carrara, vice, con le deleghe del territorio, cimiteri, cultura; oltre al Sindaco, alla Lega spettano un assessore e 4 candidati consiglieri.
Il risultato politico è che, dopo 20 anni, il centrodestra a Pietra Ligure é unito in una lista unica, con le chance per vincere le elezioni.  “Vinceremo – fanno sapere – anche e soprattutto avendo contro un candidato del PD come De Vincenzi.

E’ probabile invece che Luigi De Vincenzi abbia fatto qualche considerazione, in attesa di eventi, ovvero anche della lista completa. Stando cosi gli schieramenti e le posizioni della vigilia, nonostante la Lega nazionale sia con il vento in poppa, potrebbe rivelarsi un’errore anche strategico l’imposizione tutta in chiave politica. E’ vero che il centro e soprattutto la sinistra anche a Pietra riescono nel ‘capolavoro’ di restare divisi, di regalare magari la vittoria ad un centrodestra che perlomeno appare unito e vincente con i tre partiti coalizzati: Lega di Salvini, Forza Italia e Fratelli d’Italia.  C’è da chiedersi se Carrara, giovane veterano consigliere comunale, conoscenza del territorio e delle sue problematiche, della macchina amministrativa, senza troppi rivali, non avesse alternative. Pare di no, o comunque tutte in salita, ripidissime. C’era da scommettere che Forza Italia che pure l’aveva sostenuto, non avrebbe fatto a braccio di ferro con i leghisti. Dunque correva il rischio di trovarsi solo, col cerino in mano e certo di restare ancora sui banchi della minoranza.

Nessuno lo dice, forse lo ammette, si può pensare che un personaggio politicamente ed amministrativamente navigato alla Carrara si sia fatto due conti, si fa per dire. Se Sara Foscolo sarà sindaco per almeno cinque giorni la settimana dovrà restare a Roma, fa parte anche di alcune commissioni parlamentari e la disciplina della Lega non ammette troppe assenze. Si sente ripetere a destra e a manca che oggi più di prima un sindaco deve essere alla stregua di un amministratore delegato, ovvero una presenza pressochè quotidiana in Comune e non solo in modo saltuario. Se ne deduce che toccherà a Carrara farsi carico di un ruolo non soltanto esecutivo, ma continuativo. Varcare e restare ogni giorno, festivi esclusi, a Palazzo Golli, partecipare alle riunioni e agli incontri che pure si ripetono in Provincia, in Regione. Carrara che agli amici fa sapere che ha quasi maturato l’età della pensione, dunque ha tutto il tempo da dedicare  alla macchina comunale.

Sara Foscolo che è stata vice sindaco leghista di uno schieramento di centro sinistra, seppur annacquato, con Avio Valeriani sindaco e che pochi ricorderanno come l’amministrazione del fare, delle opere pubbliche realizzate, non parliamo di diminuzione delle tasse comunali.  Sara Foscolo,  segretaria in uno studio medico a Pietra Ligure, figlia di stimato medico di famiglia, già consigliere comunale a Bardineto negli anni ’70 -’80,ha condiviso  un discreto periodo di quel governo ‘disastroso’ che è stato pervicacemente attaccato, fino alla berlina, da chi oggi ha siglato l’accordo. Lei aspirante sindaco, l’altro Mario Carrara, una lunga esperienza dai banchi dell’opposizione e sullo scranno di assessore con De Vincenzi sindaco e talmente scomodo da essere stato messo da parte. E’ proprio Carrara, cantante lirico alla Scala di Milano, figlio dell’ex vice sindaco, compianto Eugenio Carrara socialista; due sorelle, una medico, l’altra insegnante,. Persone a modo, corrette e ben volute. Una Carrara entrata a Palazzo Golli e assessore.

Il raggruppamento Foscolo – Carrara, centro destra, sulla carta parte favorito. Gli avversari sapranno sfruttale argomenti ed occasioni che possono far presa sull’elettorato ? C’è chi sostiene che la ‘cabina di regia  Toti – Rixi‘ è usa muoversi, decidere, anche sulla base di sondaggi pre elezioni. Forse hanno ricevuto indicazioni utili per puntare sull’onorevole Foscolo che pur non rappresentando una novità, non è neppure un salto nel buio. Ha una certa esperienza, da nubile ha tempo a sufficienza per occuparsi di più incarichi  ed impegni. Carrara da parte sua avrà fatto quell’antico ragionamento che “l’ottimo é nemico del buono“. (L.Cor.)

IL CONSIGLIERE SEPPONE ALLE FINESTRA, ALLEATO DI DE VINCENZI  ?

Il consigliere comunale Seppone andrà col centro destra o col centro sinistra ? O finirà per correre con una sua squadra ?

COMUNICATO STAMPA – Il consigliere comunale di minoranza Nicola Seppone – dal 6 gennaio 2018 capogruppo di opposizione del gruppo politico “100% Pietra” –  nel corso dell’ultimo Consiglio comunale del 25 febbraio scorso ha dato vita ad un nuovo gruppo consiliare denominato “PietrAttiva”. Nello stesso giorno, il consigliere ha altresì comunicato le dimissioni dall’associazione “100% Pietra”, che quindi oggi non trova più alcuna rappresentanza politica all’interno del Consiglio comunale pietrese.

Forte dell’esperienza maturata in questi anni di opposizione, Seppone guarda con interesse alle varie dinamiche politiche in vista delle prossime elezioni amministrative. L’intenzione, infatti, è quella di proseguire il percorso politico – intrapreso per la prima volta cinque anni fa – all’interno di un gruppo capace di esprimere il miglior governo possibile per la città di Pietra Ligure.
Il paese, che oggi più che mai necessita di idee e volti nuovi, così come di esperienza e capacità, si trova oggi ad un bivio importante. Il consigliere Seppone, dopo aver dimostrato – in questi anni di opposizione – la sua costante presenza sul territorio dalla parte dei cittadini, è oggi pronto a mettersi a disposizione della città per dare il suo contributo attivo nella prossima amministrazione.
Nicola Seppone – Vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo di minoranza del Comune di Pietra Ligure

Brilla una stella! Gourmet impenitenti, duello in cucina tra Luigino Filippi e Davide Paolini (Gastronauta). Chi ha ragione?

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Non è frequente, nella nostra Liguria, attendere settimane per sedersi a tavola di un ristorante nell’Olimpo degli chef del Bel Paese. Accade, invece, alla osteria Francescana di Massimo Bottura, a Modena, dove hanno pranzato due esperti di ‘gourmet’ e guide di ristoranti, trattorie, osterie e tra le ‘migliori pizzerie’. Davide Paolini (popolare per il Gastronauta) che da giudizi entusiasti dopo aver ‘mangiato’ alla Francescana. Di altro avviso  (non ho mangiato da dio) per Luigino Filippi, l’imperiese – savonese, giornalista pubblicista, storico collaboratore delle Guide de L’Espresso e che nel 2013 aveva dato alle stampe una Guida tutta sua: 200 ristoranti “i migliori del Ponente Ligure e Costa Azzurra”. Come accade nel calcio, i ‘tecnici’ (buongustai) sono inflazionati, anche tra giornalisti della carta stampata, on line o televisiva. Capita di leggere o ascolti di ‘vere eccellenze’ e poi  scopri che non è così. Gli affari vanno maluccio e non si fa la coda per trovare un tavolo. Quanti sono i commensali con la cultura di ‘mangiare con la testa e non con la pancia’. E quanti sono gli chef, i ‘maestri’ che possono fregiarsi del bagaglio culturale delle combinazioni alimentari e sanno associare correttamente gli alimenti ?

Davide Paolini dopo l’esordio come giornalista, lavora per tanti anni nel gruppo Benetton, come direttore marketing-communication e amministratore delegato del progetto Benetton Formula Uno. Appassionato da sempre di gastronomia, dal 1983 firma la rubrica “A me mi piace” per il Sole 24 Ore, collabora con numerose testate e con Radio 24, dove nel 1999 comincia la trasmissione “Il Gastronauta”. Negli anni un pubblico crescente ha sposato la filosofia del Gastronauta, marchio registrato e coniato da  Paolini per definire colui che ha scelto di mangiare con la propria testa, fuggendo i luoghi comuni culinari.  Paolini ha scritto numerosi libri dedicati al cibo e al marketing gastronomico e territoriale ed è il creatore di molti eventi enogastronomici nazionali.

Davide Paolini sul sito Gastronauta scrive il 18 febbraio 2019:  !”All’osteria Francescana sembra essere in un film girato da un Grande Chef. Alle 19.50, davanti all’ingresso di via Stella 22, a Modena, nonostante una serata piovigginosa e fredda, una decina di persone sono in attesa dell’apertura alle 20. Mi intrufolo tra loro e percepisco, in una Babele di lingue, l’aspettativa di un evento a lungo desiderato. Chi da mesi, chi da settimane, aspetta di sedersi a uno dei pochi posti dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura.

Il mio posto fortunato è nel tavolo di cucina, in solitudine, senza rumori se non le urla della brigata, tanta è la tensione, a ogni uscita dei piatti, così come si festeggia un goal. Di sicuro, in un tale contesto si può mangiare con la testa e non con la pancia (motto del Gastronauta). Già in passato, con un altro Max, grande chef, ho vissuto un’esperienza similare: tappi all’orecchia e uno specchio, dove vedere proiettate le reazioni alla masticazione e al piacere durante la degustazione. C’è chi pone differenza tra locali da “bosco e da riviera”, ossia da osteria e di stellati, ritenendo solo questi ultimi degni di riflessione, pur facendo le debite differenze, il ricorso alla testa di fronte a ciò che si introita è sempre imprescindibile. Un amico, Miguel Sanchez Romera, chef nonché neurologo, mi ha convinto che la cucina non è più solo un atto di piacere, ma è soprattutto una trasmissione di conoscenze o attraverso i sensi o con l’immaginazione.

Ebbene, la cena da Bottura mi ha offerto l’uno e l’altra: il piacere sensoriale e l’accensione della fantasia, già dalla prima proposta “Autumn in New York, come viaggio dell’anguilla”. Un crogiuolo di colori e sapori: la mela, i pesciolini, le patate, le affumicature che mi hanno trasportato nel film di Richard Gere, Autunno in New York, allorquando le scene mostrano il paesaggio della “Mela”, un caleidoscopio di colori caldi delle foglie che stanno per cadere. La mia cena continua con un altro film (per Max gli ispiratori sono sempre artisti): all’arrivo in tavola del piatto Burnt. Per continuare con il linguaggio cinematografico non dimentico l’anteprima della cena, gli assaggi gustosi prolegomeni dei piatti: frittura di aiole con gelato; macaron di coniglio alla cacciatora, borlengo di parmigiano reggiano, cialda di pane con finta sardina; corn on the cob: meringa che ricostruisce la pannocchia con dentro ceviche e guacamole. Eccoci al Burnt: un piatto tutto nero che emana un sentore di sarda arrostita alla griglia, con una cialda, fatta di farina al nero di seppia, ripiena di una crema al nero seppia. La mia memoria corre al film Burnt (Il sapore del successo), la cui trama è la storia di uno chef sempre alla rincorsa, ricca di cadute e risalite, alle tre stelle Michelin, in guerra con un collega che gli rovina, per vendetta, un piatto durante la visita degli ispettori. Mentre assaggio “il sapore del successo” (Burnt) di Bottura, penso però alle storie di quanti chef o cuochi si siano rovinati la vita, le finanze o abbiano cambiato la loro filosofia di cucina per correre dietro a una stella; viceversa c’è chi assapora l’affermazione di anni al vertice dei famosi 50. Chapeau alla rivalutazione della sogliola  pesce spesso poco considerato, grande merito di Max di servirla in un piatto d’artista con un vestito degno di una principessa e cucinato con un procedimento molto raffinato. Così è la “sogliola mediterranea” perché contiene più processi: alla mugnaia, al cartoccio e in crosta di sale, quindi capperi, salsa al limone, acqua di mare disidratata e bruciata, le cui sfoglie sottili vibrano plasticamente per far emergere, lei, la protagonista delicata ed elegante.

Massimo Bottura e Davide Paolini ad un assaggio, quanto avrà pagato per pranzare in cucina ?

“Wagyu non wagyu” non mi ha ispirato un film, ma quanta verità sul nome del piatto, ossia quanto tarocco (no wagyu, no Japan) e soprattutto mi è tornato alla mente un viaggio a Kobe alla scoperta di questa carne così pregiata, laddove i massaggi sono solo nelle fantasie dei racconti. Si tratta di un piatto originale nella costruzione con pancia e cuore di maiale, marinati, in vari strati, servito poi con un brodo tiepido di cipolla bruciata e profumato agli agrumi; è di fatto uno shabu shabu alla Max. Con la bizzarra proposta: “Quando mia mamma Mamma incontrò Bocuse“, in realtà appuntamento mai avvenuto, lo chef modenese mostra un paradigma tra la grandeur francese e la cucina locale italiana, al tempo stesso, un riconoscimento alla mamma come prima maestra di cucina. Bottura trasforma infatti la zuppa, dedicata da Paul Bocuse all’allora presidente Valéry Giscard d’Estaing, utilizzando ingredienti “poveri” quali le lumache in luogo di tartufo e foie gras, facendo ricorso al parmigiano reggiano in più strati quale chiusura del contenitore. E qui non posso che viaggiare con la memoria a Lione dove, a dir il vero, la zuppa VGE, mi è sembrata più conosciuta per la dedica che per la sua originalità.

Tutti i piatti mi sono stati serviti e narrati da Massimo: ogni ingrediente descritto, dettagliato il processo praticato in cucina, così anche per una delle sue creazioni più famose: “Cinque stagionature del parmigiano reggiano”, una trasformazione “alla Brachetti” di questo giacimento perché ne muta le sembianze più volte, creando una sinfonia di consistenze e sapori in demi soufflé, salsa, aria, galletta, spuma. “La faraona in tre servizi” ha nei ravioli di patate arrosto (alla cinese) un cameo di grande cucina, mentre la goduriosa pelle di faraona croccante, fegatini savor e tartufo mi ha “costretto” a mettere la testa in mora per andare solo di pancia. Il pensiero l’ho lasciato tutto all’omaggio a Cantarelli con la faraona alla creta. Il finale è stato una “camera cafè” perché il poliedrico “risotto di zucca”, cucchiaio dopo cucchiaio, non solo mi è stato raccontato (prima tortello alla mantovana, trasformato in risotto, cotto in succo d’arancia con un civet di lepre alla base, spolverata di amaretto e arancio amaro bruciato), ma addirittura imboccato dal number one al mondo! Confesso che ho partecipato a un “film” da Oscar di un grande Chef.

Davide Paolini

LA PAGELLA DI LUIGINO FILIPPI ESPERTO GOURMET IMPERIESE – SAVONESE

23 febbraio 2018 alle ore 07:10

Luigino Filippi giornalista pubblicista free lance dal 1992 scrive di enogastronomia e del mondo dell’Hotillerie per diverse riviste e pubblicazioni ed è corrispondente ‘storico’ de Le Guide de l’Espresso. Si definisce “profondo conoscitore della Liguria e della Costa Azzurra e nel 2013 ha scritto per la prima volta una Guida tutta sua (e per i lettori). Siate ‘gourmet’ impenitenti o tranquille famigliole”.

Sì, che cinema! Ecco il racconto di una cena alla Francescana. Purtroppo per quanto mi riguarda ho avuto una esperienza assai diversa. Bravi nel laboratorio di cucina, ci mancherebbe altro, ma per il resto la trama del mio film è stata: “Anonimo, vieni qui, ti siedi in un ambiente di design freddo e dai colori scuri, guardi rispettosamente quanto siamo bravi, ascolti la partitura senza soggiungere né fare troppe domande, se lasci qualcosa nel piatto sei un poverino che non capisci il genio e, se ti accontenti di due piatti chiedendo subito dopo il conto, scolpito a fuoco, vattene pure insalutato”

Luigino Filippi, assicuratore in  quel di Savona (ha passato il testimone), fa parte dello staff  che da 40 anni seleziona nel ponente ligure e non solo, i migliori ristoranti per le guide dell’Espresso (già Gambero Rosso). Edoardo Raspelli sul quotidiano La Stampa l’ha definito: “…Guru della critica gastronomica ligure. Antenna del Ponente Ligure, Vate gastronomico….”

Sono oltre 200 mila le attività di ristorazione in Italia. Ebbene vengono selezionati i locali ” nei quali si può mangiare bene, dall’osteria alla ‘grande tavola’, dal fast food alla trattoria, dall’enotavola alla pizzeria”.  L’edizione 2019 ne indica 3 mila e per 2000 più ‘meritevoli’ è dedicato un testo. La guida nel suo editoriale ricorda che “rappresentano il meglio  della cucina italiana e sono consigliati“. E’ inoltre chiarito che “le visite dei nostri ispettori sono di regola anonime, le prenotazioni fatte con nomi fittizi, gli incaricati pagano il conto e l’indipendenza dei giudizi  è garantita  dall’assoluta libertà della redazione che opera nel totale distacco dalla pubblicità. Tutti i locali recensiti sono stati visitati ed in molti casi più volte rivisitati tra il 1° dicembre 2017 ed il 30 luglio 2018″.

Le Guide dell’Espresso e ancora prima e con maggiore diffusione ed autorevolezza internazionale la Guida Michelin, giudicano sulla base delle capacità, delle conoscenza e della cultura  in gastronomia dei loro esperti, in parte  dipendenti diretti (vedi Michelin). Non ha alcun peso dunque la pubblicità (pagine promozionali che pure contengono), né l’acquisto di copie, oppure essere collegati con grandi marchi di prodotti alimentari in rapporti d’affari  con editori. C’entra la simpatia e l’antipatia, la giornata giusta o sbagliata. Non sempre i giudizi e voto sono a prova di infallibilità anche se man mano che si sale di punteggio, la ricerca della perfezione diventa puntigliosa o affidata a più di un palato. Non a caso i pluristellati, diciamo da tre in sue, le eccellenze da oscar sono soggette a più visite degli ‘ispettori’ se necessario.

IL VECCHIO CRONISTA, UNA VITA AL RISTORANTE – C’è un aspetto che da cronisti veterani ci è capitato di  leggere e di cui non si trova traccia quando si parla di cucina e si ascoltano i consigli, i segreti di grandi chef o di addetti ai fornelli: parliamo di ‘combinazioni alimentari, come associare correttamente gli alimenti, cosa consigliare al cliente.‘  La corretta associazione degli alimenti, le regole fondamentali del nutrirsi bene. Pranzo e cena non dovrebbero essere alla pari quanto a menù e ingredienti. Non c’entra solo la digeribilità o meno (dipende infatti da stomaco a stomaco), andare o meno subito a letto, fare sempre quattro passi, lasciare un lasso di tempo tra la tavola ed il letto. Come non è salutare, dicono gli specialisti della nutrizione e non solo, la pennichella dopo un pranzo completo.

Qual è la cultura dei cuochi, anche quelli da oscar ? Sono consapevoli che è più difficile digerire alimenti mal combinati ? Conoscono la provenienza della materia prima e la filiera della produzione ? Dalla carne, ai pesci, alle verdure, alla farina, fino alle patate. Chi coltiva e produce in pianura e in montagna, dal mare, al macello. Cosa significa  genuinità in tavola. L’uso di insaporitori. Pensiamo alla panificazione con i 67 additivi chimici e naturali nel libero commercio. La provenienza del grano o della farina,  i trattamenti per non ‘perdere’, mettere a rischio le coltivazioni, dalla terra al piatto, al tipo di cottura.

Il cibo, elaborato nell’apparato digerente, diventa parte di noi stessi. Se gli alimenti sono di buona qualità e ben associati tra loro,  è molto probabile che anche la nostra ‘rigenerazione quotidiana’ sia di buona qualità. Migliori difese organiche, più energia, minore ristagno delle scorie tecniche.

Non è una novità che al pasto completo sta prevalendo l’abitudine, iniziata dai popoli del centro e nord Europa, del ‘piatto unico‘, magari con due, tre alimenti ‘combinati’. Li chiamano ‘monopiatti vincenti‘.  Spesso i mega menu che ci vengono proposti, in effetti sono un’accozzaglia di cibi, che a lungo andare logora e fa degenerare le nostre capacità digestive e ci priva di energia. Ecco l’importanza dell’uso corretto di verdure, cereali, carne , legumi, frutta. Cucina tradizionale, cucina delle nostre nonne, materie prime che non si trovano più allo stato naturale. Siamo nell’era degli allevamenti in acqua ed in terra. Pensiamo al mercato ittico, ovicolo, ai conigli cresciuti in batteria come i polli, alle lumache, alla farina del ‘nostro grano’. Certamente sarebbe sciocco ignorare, rifuggire, il contributo apportato dalla nuova alimentazione naturale in continua l’evoluzione.

Tutti o quasi sappiamo che ci sono più cause e concause per cui il nostro organismo è intossicato e acidificato: stress, aria ed acqua inquinate, scarso movimento, assunzioni di troppi cibi concentranti ed acidificanti, scarsa assunzioni di cibi acquosi ed alcalinizzanti, errate associazioni alimentari a casa o al ristorante, in pizzeria. Da qui l’importanza di conoscere (cuochi/e in primis) le regole fondamentali del nutrirsi bene e sano.

Qualche esempio più diffuso. Pastasciutta con arrosto: si finisce paradossalmente di nutrirsi peggio e assimilare meno. La carne permane a lungo  nell’apparato digerente e inizia ad imputridire. E se con la carne si mangia qualcosa  che non sintonizza, si creano difficoltà digestive già a livello gastrico, con conseguenze all’intestino. Solo alcuni aminoacidi possono essere utilizzati. Più i cibi sono grassi più va aumentata nel piatto  la quantità di verdura cruda per  controbilanciare l’effetto di rallentamento sulla digestione. E’ considerato ‘proibitivo’ per lo stomaco l’abbinamento di latticini e carni. Il latte forma una pellicola attorno alla carne e ne impedisce l’attacco enzimatico. Altro caso di combinazione errata: pomodoro e spinaci cotti sono acidificanti. Come non si dovrebbe mangiare uova e formaggio, carne e cereali, carboidrati e proteine, no a uova e legumi, no a carne e formaggio. Non abbiniamo la frutta dolce con la acida.

Per concludere, sperando di non aver annoiato troppo chi ha avuto la pazienza e l’interesse a leggere, sarebbe utile consumare il dolce lontano dai pasti. La prima digestione degli amidi inizia in bocca per proseguire  nello stomaco. Neppure i dolci a fine pasto sono salutari, una delle nostre più afferrate abitudini come l’espresso. Gli esperti consigliano una giusta mediazione. Si tratta di personalizzare con buon senso un’alimentazione sana che possieda le principali nozione della ‘cultura a tavola’. E bisognerebbe iniziare a scuola, da ragazzi. Daremmo qualche dispiacere all’industria farmaceutica, a farmacie e parafarmacie. Gli ambulatori medici non sarebbero affollati.

Purtroppo accade anche che accendi la beniamina Imperia TV – speriamo che resista in lunga vita – e dagli agriturismo il giornalista reciti una rosario di ‘eccellenze’ a destra e a manca. Non giova purtroppo agli stessi operatori, perchè l’elogio è di maniera e non sempre meritato. Ha scritto Raspelli nella presentazione del libro di Filippi: “.…penso all’agriturismo dell’entroterra, il buon localino senza pretese, ma dalla cucina onesta e a buon mercato….come per i ristoranti della Riviera sono utili giudizi sereni e severi, seri, ben lontani dalle sciocche insipide inutili sviolinate tanto di moda oggi nel campo del cibo e del vino…“. Vale per la Tv e per ogni ‘addetto’ all’informazione. Meglio ancora se è un commensale che accetta gli inviti, ma mette mano al portafogli. Invece….

Luciano Corrado

LA DIVERTENTE RICERCA DELLE ABITUDINI DELLA TAZZINA DI CAFFE’ IN ITALIA E NEL MONDO

 

 

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