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Noli, albergo Pontevecchio, 3 compravendite asta flop con Inail, lo svincolo del sindaco e del vice. I protagonisti di un silenzio da affari

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Una fretta che impone qualche legittimo dubbio, più di un interrogativo e forse l’opportunità che l’autorità giudiziaria, con il supporto della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, approfondisca tutti i risvolti. Tenendo conto dei passaggi di proprietà di gran parte dell’immobile, di tre compravendite (nel 2008 aveva fruttato 1 milione 200 mila euro, per essere rivenduto all’acquirente finale a 3 milioni 600 mila euro) e del fatto, non secondario, che l’edificio ubicato nel cuore del centro storico, su tre livelli, 33 camere, denominato ‘Albergo Pontevecchio, ha vincoli alberghiero, monumentali, paesaggistici, architettonici. E una porzione di 300-400 mq. è stata realizzata come ‘precario alberghiero’ che viene a cessare, da demolire, nel momento in cui si va alla trasformazione. Di questo ulteriore aspetto non si fa cenno, almeno palese, nella deliberazione di giunta del 20 dicembre 2018 (presenti il sindaco ed il suo vice), inviata ai capigruppo consiliari. 

Una parte della facciata a mare, antica e storica, dell’ex albergo Ponte Vecchio di Noli

Lasciamo nel cassetto gli interrogativi che potrebbero interessare, nel crisma della legalità, organi dello Stato. La materia non è un mistero è tra gli aspetti più dibattuti in tema edilizio- alberghiero- turistico della provincia di Savona, possiamo pacificamente aggiungere quella di Imperia. Quel ponente ligure che un tempo era la culla del turismo straniero e poi anche nazionale, che ha elargito ai beneficiari importanti guadagni, un motore che per tre decenni ha girato al massimo. Ha prodotto ricchezza ed investimenti per moltissime famiglie, ha creato una catena virtuosa di posti di lavoro. E’ accaduto e Noli non si è sottratta, che il dissennato sviluppo edilizio che non ha tenuto conto delle peculiarità storiche ed ambientali,  ha irrimediabilmente compromesso il tessuto ambientale, il contesto socio economico, ha disincentivato il ‘turista di qualità’ a cominciare dal centro e nord Europa che erano il principale serbatoio del boom vacanziero che iniziava con Pasqua e terminava a fine settembre. Noli per la sua particolare conformazione poteva contare su qualche credenziale in più e di conseguenza più vulnerabile.

Gli alberghi erano una componente primaria. Ormai è storia di ieri. Oggi continua, non solo a Noli, la tendenza a chiudere le strutture (sono tre in queste condizioni, oltre a Pontevecchio, c’è il Diana in centro storico e El Sito sulla strada per Voze) e trasformarle in abitative residenziali. Si può dare torto ai proprietari dei muri, obbligarli a restare chiusi, con la conseguenza di avere immobili fatiscenti, brutture ? Crediamo di no, per tutta una serie di ragioni. Dunque ha fatto bene il tandem di giunta dr. Giuseppe Niccoli  medico di famiglia in pensione (a proposito dobbiamo prendere atto che è destituita di fondamento la notizia che sia interessato a trasferirsi in Calabria regione d’origine) e il suo vice, il giovane e diligente Alessandro Fiorito. E’ titolare di un chiosco balneare e scontata la candidatura a sindaco in una coalizione di centro destra con l’aspirazione a proseguire e far tesoro dell’eredità della maggioranza capeggiata da Niccoli che nonostante un paio di clamorosi scivoloni personali, ha resistito, ha tenuto saldo il gruppo, ha potuto illustrare, dichiarandosi fiero, i più che soddisfacenti risultati del suo terzo mandato da sindaco (in primi due tra il ’95 e 2004).

L’edificio sorge sulla riva di ponente del Rio Noli

Noli che, in linea di analisi sopra citata, ha avuto il suo apice demografico tra il 1961 e 1981 (3107 residenti, sono 2692 al 31 dicembre 2017 di cui 154 stranieri tra Egiziani, Romeni, Albanesi ), in base alle nuove norme ha una giunta comunale di tre componenti. Purtroppo, e trucioli.it ha ripetutamente scritto, l’unica componente femminile, Jessica Bellisio, dopo le presenze iniziali ha continuato a disertare, con un breve intervallo. Così è stato per la delibera n. 117: Istanza  di rimozione  del vincolo di destinazione d’uso….presentata da Fabrizio Sobrero legale rappresentante  ed amministratore unico della società ‘Area Immobiliare Srl’. Ebbene la giunta Niccolì – Fiorito ha dato il suo assenso ad un cambio di destinazione d’uso (l’attività alberghiera risulta cessata nel dicembre 2007) sulla base della documentazione prodotta  dall’arch. Giorgio Taverna di Genova. Il professionista nel 2016, difeso dall’avv. Paolo Gianatti, è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di falso relativa alla firma dell’attestazione di conformità del progetto dell’impianto sportivo polivalente della frazione Cenesi di Cisano Sul Neva che era finito sotto sequestro, nel 2013, per presunti abusi edilizi. Coimputato e assolto il tecnico comunale Tommaso Schivo. Per il Comune di Castelbianco  ha realizzato il progetto e direzione lavori di ristrutturazione appartamenti E.R.P  (Enterprise Resource Planning “pianificazione delle risorse d’impresa”), pavimentazione  in via Vittorio Veneto di frazione Veravo. L’architetto è referente per gli impianti sportivi del CIP Liguria (La palestra inclusiva).

Utile tenere presente che Noli – diciamo che siamo alle solite della mala amministrazione almeno in questo caso comprovato –  ha un piano regolatore risalente al 2003, è sempre in attesa di varare il Puc. Ebbene per strumento urbanistico vigente il ‘Pontevecchio’  rientra nella zona omogenea “A1 – centro storico capoluogo’ e la norma tecnica generale ammette, tra le altre destinazioni, quella di tipo residenziale e di uso pubblico. Ripetiamo fuori dubbio che un edificio chiuso da anni, in stato di abbandono per la parte che riguarda le camere che, parzialmente, sono state realizzate ‘con beneficio precario’ (dunque limitato all’attività ricettiva),  possa e debba essere trasformato. E’ interesse legittimo del proprietario, della comunità, del decoro urbano.

Cosa propone l’istanza Sobrero, Taverna ? Venuta meno la rimuneratività economica, anche per gli adeguamenti imposti dalla vigente normativa (in particolare l’antincendio che peraltro riguarda altre strutture del centro storico dove di fatto è impossibile l’adeguamento in toto, siamo alle solite all’italiana), si chiede la “trasformazione d’uso in una destinazione mista: residenziale e di uso pubblico”. E’ precisato, in delibera, l’insediamento di funzioni pubbliche al piano terra dell’edificio, per la restante parte, “costituito da tre livelli, la trasformazione con minima sopraelevazione (? che significa minima ndr) a destinazione residenziale privata”. Conseguenza pratica: il Comune entra in possesso di alcuni locali da adibire ad attività di interesse sociale.

Un passo indietro. Dagli atti risulta che con deliberazione consiliare  del primo gennaio 2016 era stata accolta l’istanza di svincolo presentata dai signori Giuseppe ed Elisa Marchese, Mara Martin, quali proprietari della porzione di immobile  “intesa ad ottenere la rimozione parziale del vincolo di destinazione alberghiero. La premessa iniziale e consequenziale  scaturisce  in un disegno di “riqualificazione  del patrimonio edilizio esistente consentendo il consumo nuovo di territorio e, dall’altro, di pervenire ad una più ampia riqualificazione del contesto urbano circostante”.

Senza venire meno, pare pacifico, alle legge regionale del 2008 per “la salvaguardia e la valorizzazione degli alberghi e programmazione dell’offerta turistica ricettiva  negli strumenti urbanistici comunali”. Il Comune di Noli, come tutti gli altri, ha censito gli alberghi esistenti, consultando le organizzazioni sindacali dei lavoratori, le associazioni di categoria, i Sistemi turistici locali. Noli, con delibera consiliare  del febbraio 2009, “ha aggiornato il piano turistico ricettivo con le conseguenti variazioni della normativa di PRG (del febbraio 2008).  Dopo una ricognizione ha confermato il vincolo di destinazione d’uso ad albergo per tutte le strutture alberghiere esistenti sul territorio comunale”. Negli anni ’60 e ’70, tra alberghi, pensioni, locande, in attività, erano 34, nel 2009 scesi 23, oggi 17 con il residence Villa delle Rose.

Il caso del Pontevecchio è complesso e caratterizzato da più di un retroscena e qualche interrogativo non secondario. La delibera di giunta indica una serie di mappali, sono compresi quelli che ricadono nel precario. Per legge non possono essere trasformati. Ci sono stati condoni, quando, proposti da chi dei vari proprietari ? Ammesso che sia stato regolarizzato, con il benestare della Soprintendenza peraltro già al centro di polemiche per valutazioni piuttosto personalistiche a seconda dei casi, quando l’edificio  doveva o era stato acquistato dall’Inail, nell’ambito di una procedura esecutiva fallimentare. Acquisto che non si è concluso e che era stato illustrato anche in una conferenza pubblica. La cessione fallì (tutti zitti?) per la presenza di ‘abusi’, ovvero difformità catastali. Fosse così significa che non ci sono stati condoni. Il tribunale fallimentare, come vuole la procedura, prima dell’asta, incarica un tecnico – perito di una perizia giurata sullo stato dell’immobile. E’ acquisita agli atti e alla documentazione del Comune ?  Non solo, importante ripetere il concetto che il cambio di destinazione d’uso impone contestualmente la demolizione realizzata a titolo precario e che risale ai tempi in cui l’esercizio era stato in buona parte acquistato dall’impresario Tullio Rusticoni. Era la casa del ‘vecchio podestà‘, in parte costruita negli anni 30, ma con un corpo centrale ancora più antico di qualche secolo come dimostrano le mura. Un alloggio di famiglia è tuttora di proprietà  dell’avv. Gianluigi D’Harcourt (è stato legale della Carisa). Ricapitoliamo in cosa consisteva l’intero immobile. Piano terra: magazzini. Primo piano due appartamenti, 2 piano due alloggi di Rusticoni Ettore e Tullio. A fianco l’edificio, ovvero le camere dell’ex albergo, costruite con il beneficio del ‘precario’ alberghiero. Data di nascita in struttura ricettiva il 1961. Aggiungiamo che nel ’60 era ancora privo di accatastamento.

Ettore Rusticoni tra le memorie storiche di Noli, nostalgico della ‘Noli dei tempi d’oro’, è stato proprietario dell’albergo Ponte Vecchio fino a quando l’ha venduto a Bluinvestimenti Srl di Novara

C’è chi ricorda, come Ettore, classe 1940, della seconda generazione Rusticoni,  che al Pontevecchio  c’era un arco antico, dove sono sistemate le pattumiere. C’era pure un passaggio per andare alla stazione. “Un giorno ho chiamato vigili e carabinieri – dice Ettore Rusticoni, memoria storica, giornalista aggregato alle Nazioni Unite, tra i fondatori di Riviera Notte con Fabbri, Angelini, Sabatelli –  perchè con una ruspa stavano  demolendo un manufatto storico”.

Per la storia il Pontevecchio acquistato dal patriarca Rusticoni era stato trasformato in friggitoria del pescato ed ospitava l’unico iniziale frantoio per la molitura delle olive. La trasformazione in albergo vide tra gli ideatori il mitico Piero Vado. Al Comune si chiese e si ottenne di sopraelevare di un piano, oltre alla già indicata zona edificata in regime precario. Ancora la lucida testimonianza di Ettore che per la sua attività ha soggiornato in Spagna, in Germania, in Francia ed oltreoceano. “Quando chiesi la trasformazioni in alloggi il Comune rispose che c’erano problemi per via  del rio Sant’Antonio, la fiumara. Che la parte in precario, un tempo solo cortile, non mi consentiva di demolire e ricostruire, insomma tanti lacci, così decisi di vendere a corpo e con il vincolo d’uso”. Chiediamo, è possibile che anche l’avvocato abbia venduto il suo alloggio ? Rusticoni: “Neanche per sogno, mi ha sempre ripetutodi  non chiedere più che te lo venda, lo tengo in memoria della mamma, lo considera una reliquia”.

Resta il giallo ed il silenzio del flop nell’acquisto da parte dell’Inail, la positiva accoglienza dell’Amministrazione comunale Niccoli che aveva anche illustrato quale ne sarebbe stato l’uso pubblico. Resta una presunta disparità di trattamento  nei confronti dei proprietari dell’albergo Diana, da 20 anni chiuso e fatiscente, acquistato, convinti (da chi?) dell’affare e invece nulla. Resta la sorte di El Sito che pare fosse stato promesso al titolare il cambio d’uso nel Puc.

Ettore Rusticoni

Non ci interessa l’aspetto fiscale e giudiziario, il valzer delle proprietà, l’operato di controllo dell’Agenzia delle Entrate, è innegabile che due persone, ancorché con ruoli istituzionali, si siano accreditati la discrezionalità di concedere agli uni il cambio di destinazione d’uso (oltre al risvolto tutto da decifrare della sorte del mc- mq di precario), ad altri no. E’ vero che nella deliberazione  dell’albergo Ponte vecchio c’è la convenzione – cessione che dovrà essere sottoscritta a favore del Comune per uso pubblico. Quando si scrive  in delibera di ‘positive valutazioni operate dall’Amministrazione comunale’ viene da pensare ad un’intesa tacita o meno tra maggioranza ed opposizione. Se fosse così sarebbe uno strano mercimonio, pur senza interessi personali, tra un privato (Sobrero) che potrebbe ancora chiarire molti aspetti dei suoi rapporti con l’ufficio tecnico competente. Non conosciamo i documenti tutti allegati alla pratica, non conosciamo il ruolo che ha avuto l’immobiliare BlueInvestimenti  Srl di Mauro Chiattone, sede a Novara. Ignoriamo perchè il Comune di Noli, a meno di cinque mesi dal rinnovo del parlamentino, ritenga urgente di  interesse socio- economico- urbanistico procedere ad un impegno in cui affari e politica appaiono intersecati. Con zone d’ombra e bordeline da meritare  una conferenza stampa. In nome di quella trasparenza che non sembra una priorità e che forse il sindaco Niccoli, conoscendo i suoi concittadini, ritenga vincente quel vecchio detto “Va tutto bene madama marchesa’. La canzonetta era di origine francese, ma in Italia la cantava Nunzio Filogamo, palermitano. Un titolo ammiccante e intrigante, leggero e facile da ricordare. E per il vecchio giornalista, cresciuto a pane e cronaca sulla strada, resta molto da imparare. Il nostro compito non è ergersi a giudici, né farsi condizionare per comodo, quieto vivere, per paura. Al servizio del lettore, pochi o tanti che siano, stella polare di un mestiere e della passione.

Luciano Corrado

L’ala dell’albergo Ponte Vecchio costituita da un precario, dunque si tratta di una struttura consentita solo per l’attività albeghiera e che ospitava le camere. Per la legge sull’edilizia deve essere demolita con il cambio di destinazione d’uso. Nella delibera di giunta tuttavia non si fa alcun cenno

L’area della vecchia Noli dove sorge l’ex albergo Ponte Vecchio che con delibera di giunta si è concesso il cambio di destinazione da alberghiero a residenziale. La zona è sottoposta a diversi vincoli


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