Il Secolo XIX, pagina nazionale dell’11 dicembre 2014. Titolo virgolettato: “Carige depredata per quasi 20 anni. Berneschi & C accusati di associazione a delinquere dal 1997. Truffe immobiliari e soldi in Svizzera, 10 verso il processo”. Indagini, ispezioni della Banca d’Italia sottovalutate o misteriosamente (non troppo) orfane di provvedimenti conseguenti ? Che ruolo ebbero i media, quantomeno quelli che avevano una ‘finestra’ in Liguria ? Il Decimonono (la società editrice figurava tra i clienti con fido miliardario in lire) la Repubblica – Il Lavoro, La Stampa, Il Giornale, Il Corriere Mercantile – La Gazzetta del Lunedì (la cooperativa beneficiava di prestiti Carige). Sul prossimo numero: Spie e giudici amici nel clan Berneschi. Claudio Burlando, l’ex governatore della Liguria, diceva: “Inascoltata la mia denuncia del 2006”.
Nelle pagine di cronaca, con 20 anni di ritardi, titoloni e articoli a seguito delle inchieste giudiziarie e prese di posizione del mondo politico, imprenditoriale, dei piccoli azionisti. Trucioli.it. giovane blog di provincia, senza pretese, né pubblicità, solo farina del sacco di volontari, ripercorre le pagine più significative, con modeste possibilità giornalistiche, che raccontano la Carige story di recente additata in Parlamento, dal vice presidente del consiglio Luigi Di Maio (M5S), di una presunta ‘gestione scellerata non solo per incompetenza dei manager ma anche per le commistioni della politica” . Una buona dose di ragioni e franchezza ? Parrebbe proprio di sì almeno dagli atti giudiziari e dalle disastrose situazioni dei bilanci, con le sue conseguenze soprattutto per chi ha sempre dato fiducia, ha investito in titoli, obbligazioni ed azioni. Compresi coloro che avevano affidato i soldi della liquidazione (dipendenti e funzionari inclusi) sperando di farli fruttare e senza pretendere guadagni speculativi.
11 DICEMBRE 2014- IL SECOLO XIX. CARIGE DEPREDATA PER QUASI 20 ANNI
LEGGI DI TESTO DELL’ARTICOLO PRIMA PARTE
IL SECOLO XIX DEL 2 NOVEMBRE 2006, OTTO ANNI PRIMA, CON UN EDITORIALE DI LUIGI LEONE, ALL’EPOCA CAPO REDATTORE, RICORDAVA LA PIENA SODDISFAZIONE DEGLI AZIONISTI. DIFENDEVA BERNESCHI SU TRE PUNTI ED ATTACCAVA LA FONDAZIONE: “…..Giovanni Berneschi, dominus dell’Istituto, ha motivato in tre punti il suo atteggiamento…..Le strategie messe in campo hanno sviluppato la banca e assicurato dividendi significativi, con piena soddisfazione degli azionisti. La politica delle alleanze industriali, a livello europeo, con i francesi… e i tedeschi….garantisce stabilità all’azionariato (sic ! ndr), e all’appartenenza territoriale della banca. I progetti del management corrispondono agli interessi dei soci….Berneschi ha avuto esattamente i meriti di cui sopra. E preservando la liguritudine di Carige ha pure garantito decisive linee di credito al tessuto socio economico regionale che sarebbero state almeno inferiori se la banca fosse finita in pasto ad un competitore di maggiori dimensioni…..”.
IL 3 NOVEMBRE 2014 IL GIORNALISTA LIGURE ELIO DOMENICO
DA LAMIALIGURIA.IT ANNUNCIAVA USANDO IL CONDIZIONALE:
Genova3000.it è in grado di darvi una notizia in anteprima: il candidato presidente del centro destra potrebbe essere il direttore di Primocanale Luigi Leone. Verrebbe scelto come rappresentante della società, non sarebbe l’espressione di un partito.(In realtà Berlusconi ed il suo avvocato Niccolò Ghedini, con la cabina di regia, scelsero il direttore del Tg4, Giovanni Toti, oggi primoattore del movimento Arancione in tandem con Rixi e la Lega di Salvini). A tanti esponenti politici piacciono sempre di più i suoi coraggiosi editoriali del mattino. Il suo bersaglio è il presidente uscente della Regione Liguria e quindi l’amministrazione del centro sinistra.
Il candidato Leone, come giornalista (al momento della pensione era vicedirettore del “Secolo XIX”), sarebbe un candidato super partes. Per metterlo in condizione di vincere verrebbe affiancato da una super lista civica by partisan, che radunerebbe personaggi importanti decisi a far cessare il dominio del centro sinistra. La battaglia di Primocanale contro Claudio Burlando e Raffaella Paita sta convincendo molti esponenti di Forza Italia che il giornalista Luigi Leone potrebbe essere la persona giusta.
Elio Domeniconi
Luigi Leone è stato per un periodo ‘portavoce’ della comunicazione del gruppo Parodi – Cozzi di Imperia. Lei giovane vedova dell’on. Cozzi, il padre tra i maggiori imprenditori edili del ponente. Nelle relazioni su esposizioni e sofferenze Carige si da atto che il gruppo Cozzi – Parodi alla fine del 2016 ha raggiunto un accordo per la ristrutturazione di un debito da 20 milioni di euro attraverso la società Prelios….; 35 milioni era invece l’esposizione della banca con Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone.
Breve inciso, Claudio Scajola, quando esplose il caso nuovo porto di Imperia (tanto clamore giudiziario per nulla, almeno dall’esito finale), diffidò a sostenere che fosse stato lui a propiziare lavori e crediti al finanziere imprenditore romano. Sostenendo che all’origine c’era il fidanzamento tra Caltagirone e Beatrice Parodi interessati a realizzare il porto di San Lorenzo al Mare. Non è finita perchè da una testimonianza processuale dell’ex banchiere Gianpiero Fiorani emerge che sarebbe stato proprio Scajola a contattarlo e farlo incontrare con Caltagirone; la richiesta era di finanziare, con la Popolare di Lodi, l’operazione nuovo porto. Ci fu un’ispezione aerea, in elicottero, sopra la città di Imperia. Solo la casualità vuole che Fiorani fosse pure il banchiere che ha venduto ad Andrea Nucera 40 mila mq di aree a Ceriale, zona a mare, dove ha realizzato la ‘famigerata T1‘, la maggiore operazione edilizia in provincia di Savona, prima al centro di un mega processo (conclusosi con condanne solo per reati minori), infine di una procedura fallimentare che invano cerca acquirenti da supersaldi. I finanziamenti Carige a società di Nucera, da anni rifugiato a Dubay, ammontano a 66, 2 milioni di Euro. L’operazione edilizia fu preceduta da una convenzione sottoscritta dall’allora sindaco Ennio Fazio, FI, due mandati che, comunque, pare fosse stata preparata dal suo assessore all’Urbanistica Piero Revetria, da Dc a FI, attuale sindaco di Vendone, ex assessore provinciale, ex presidente della Comunità Montana, già sindaco della città dove risiede, uomo di fiducia di Angelo Vaccarezza per anni considerato il più fedele luogotenente di Claudio Scajola ed ora seguace del governo Arancione del presidente Toti – Rixi.
Nella lista dei beneficiari di fidi (non in sofferenza a quanto pare) figurava nella relazione Bankitalia anche la Pietro Isnardi Alimentari Spa. Il capostipite consuocero di Alessandro Scajola, ex vice presidente Carige, il figlio Marco, già assessore a Imperia, assessore regionale all’Urbanistica in Regione, ha felicemente sposato una Isnardi. Fece un certo rumore quando emerse che la famiglia Isnardi possedeva la più estesa proprietà terriera sulle colline di Andora ed erano in corso varianti allo strumento urbanistico. Non si è più saputo nulla dei progetti e del confronto con l’Amministrazione comunale.
Tornando a Luigi Leone vedi l’intervista del 17 gennaio 2018 di Leone a Imperia Tv (………), nella rubrica L’Irriverente, programma settimanale del collega Daniele La Corte. Sempre di Leone, a Primocanale, il commento sulle elezioni amministrative del giugno 2018 (vedi……).
IL 5 AGOSTO 2013, QUANDO BERNESCHI SEDEVA ANCORA SUL TRONO, IL SECOLO XIX TITOLAVA: CARIGE, LA BATTAGLIA FINALE DI BERNESCHI. L’ISPEZIONE BANKITALIA HA ESASPERATO LO SCONTRO CON L’AVVERSARIO DI SEMPRE, FLAVIO REPETTO. NEMMENO LO STRAPPO DEI CONSIGLIERI ED IL SILENZIO DEGLI AMICI LO HANNO CONVINTO A DIMETTERSI
L’articolo, un’intera pagina, a firma di Luigi Leone, ricorda che “…sulla linea di Berneschi sono rimasti alcuni soci privati (Le Coop liguri, l’europarlamentare Vito Bonsignore, gli imprenditori Gavio ed Orsero, poco inclini ad accettare l’indirizzo della vigilanza. …Silenti gli Scajola (Sandro, ex parlamentare Dc, vicepresidente dell’istituto e fratello dell’ex ministro Claudio) e Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria. Zitti Paolo Oddone, numero uno della Camera di Commercio e gli imprenditori più diversi finanziati da Berneschi. …la Fondazione secondo Bankitalia non può continuare a detenere il 47% della banca…..Così il Cavaliere re del cioccolato con la sua Elah Dufour si sta attrezzando per calare del 10-15%….dunque vendere….ma con un patto di sindacato per tenere Carige al riparo da scalate ostili. …Qualcuno non esclude la possibilità di una clamorosa rivincita – ribaltone realizzata da Berneschi. Il quale è socio, con circa 4 milioni di azioni, …Non si può dire che con lui presente nel Cda diventerebbe magari un Vietnam, ma certo il nuovo top – management non avrebbe vita facile. …”. Insomma neppure il primo, più autorevole, informato quotidiano ligure, sapeva prevedere cosa sarebbe accaduto da li a poco.
Ancora Leone: “…l’orizzonte di Repetto avrà però una stella fissa, l’autonomia e l’indipendenza della galassia Carige. Perchè la Fondazione con i suoi finanziamenti alla Cultura e nel Sociale, e la banca, che come già visto è supporto e volano di crescita (e di tenuta della Liguria in questa fase di recessione) sono cruciali per la regione. Flavio Repetto e Berneschi sono divisi su tutto e da tutto. ma questa visione strategica la condividono davvero. Il solo filo che unisce li unisce – concludeva il ‘retroscena’ – nel momento dello show down”.
Ecco, pensare ad una visione strategica di Berneschi dal vice direttore del Secolo XIX pare un generoso atto di fiducia. E tenendo conto che asetticamente si dava conto dei 1500 milioni spesi dal 2000 al 2010 per acquistare 265 sportelli – gli ultimi 22 dal Montepaschi -; gli oltre 450 per comprare Monte di Lucca, Cassa di Carrara e Cesare Ponti, … con la quotazione del titolo crollato da 3,29 del 2005 a 0,4 dell’estate 2013. Capitalizzazione di borsa precipitata intorno ai 900 milioni dai 5, 5 miliardi del 2008.”.
Dunque subito da mandare a casa ? Chi lo dice ? Ricorda Leone: ” Fra ambiziosi piani di espansione e scivoloni, tre elementi vanno però a difesa di Berneschi. Il primo: se Carige diventa quella che è, cioè la settimana banca italiana, con rilevanza europea, autonoma ed indipendente, comunque solida (ha un alto indice di fidelizzazione) il merito storico è di Berneschi. Innegabilmente suo. Il secondo: grazie a ciò, la banca ha esercitato un ruolo chiave per lo sviluppo della Liguria, finanziando tutto ciò che poteva finanziare. Per questa ragione se Carige perdesse autonomia e indipendenza, il contraccolpo sul territorio sarebbe devastante. Terzo elemento: quando avveniva le cose che Via Nazionale contesta, dove stavano i consiglieri di amministrazione che si sono succeduti ? (ne daremo conto sul prossimo numero di trucioli ndr). L’acquiescenza verso Berneschi è stata generalizzata. Pochi hanno osato mettersi di traverso (interessante rileggere negli anni articoli e firme ndr) e solo nell’ultimo quinquennio le voci critiche in Cda sono aumentate….Del resto i gettoni di presenza facevano comodo e pure l’appartenere al giro di potere incarnato dal banchiere”.
Sacrosanta verità. Basta l’elenco, seppure incompleto dei beneficiari, giornalisti liguri compresi; scrivevano (500 mila lire, poi euro, ad articolo) quando Carige e Fondazione pubblicavano una rivista. E non potevano mancare neppure i generosi doni natalizi. Pagliuzze ! (l.cor)
Segue sul prossimo numero.