Aprile 2014. I mass media (e non solo) diffondono la foto del neo vescovo don Antonio (Tonino) Suetta ‘stretto’ da un sorridente dr. Eraldo Ciangherotti, definito (La Stampa) ” Assessore con delega alle querele “. Maggio 2015: diffusa l’immagine del vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti, ancora mani sulla spalla dell’iper presenzialista e integralista ingauno. Autopromozione di un politico “tu quoque” ? Eccellenza Borghetti, a volte è utile guardarsi alle spalle. Non si tratta di argomentum ad personam, bensì ‘argomentum ad hominen’.
Eraldo Ciangherotti non è l’uomo qualunque, il cittadino qualunque. E’ tra i volti pubblici più noti della piana. Ha passione per la politica ‘urlata’, presumiamo nobile. Ha il merito di non far parte dei ‘campioni’ che campano solo di politica. Può vantare altolocate conoscenze di personaggi rispettabilissimi e si onora di appartenere ai fedayn di Silvio Berlusconi. Ha fama di essere galantuomo, sempre impegnato nel sociale e con i più deboli. Uno che paga di tasca propria. Pratica volentieri, con gli avversari, la satira più feroce, l’ironia sui defunti, l’umorismo francescano, la tolleranza cristiana, sprezzante con Franca Rame defunta. Intellettuale ingauno che non conosce mezze misure con gli antagonisti, per i detrattori sarebbe persino capace di vomitare bugie. Si tratta di definizioni riprese dal blog di Marco Preve, giornalista di punta di la Repubblica, origini ingaune. Cinagherotti ? Una mente colta, una firma capace di sarcasmo in punta di penna ( Bellamigo ) ha confezionato diversi ‘quadretti’, senza acrimonia e senza cultura dell’odio, tra i più divertenti un pezzo titolato The Ciangherotti’s Summer Song (leggi da trucioli.it) .
Ciangherotti? All’ex magistrato, poi parlamentare europeo, infine sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il dentista albenganese aveva inviato un pacco postale di ‘spazzatura’. Aveva espresso con toni forti il suo pensiero sulle ‘protesi al seno’. Aveva caldamente invitato il ‘maestro’ del buon esempio Silvio Berlusconi :“Abbiamo avuto un sogno, in cui l’aereo di Silvio, nella giornata di Ferragosto calda e soleggiata di domani, solcava i nostri cieli di Albenga. Caro Presidente, domani e venerdì, sulle spiagge italiane, transiteranno gli aerei con gli striscioni Forza Italia e Forza Silvio. E planeranno sopra le più frequentate località costiere italiane. Bene, ti chiediamo di arrivare anche ad Albenga. Passa dalle nostre parti, fai sentire la tua vicinanza al nostro territorio”.
Eraldo Ciangherotti cattolicissimo, forse a torto considerato tra i sostenitori, frequentatori, consiglieri del gruppo di tradizionalisti e integralisti che ha regnato nella diocesi di Mario Oliveri vescovo, provocando tremende distruzioni, lacerazioni, la disaffezione di migliaia di fedeli. Dai giovani agli anziani. Ciangherotti personaggio di spicco, a suo modo coerente. Quando il 20 maggio 2012 (annuncio su La Stampa) convolò a nozze con l’architetto Francesca Buffa, cerimonia in cattedrale officiata dall’allora economo diocesano don Antonio Suetta, 130 invitati – amici, non fece sconti: nessun politico al pranzo nella locanda dell’Antica Torre di Alassio, fatta eccezione per il sindaco Rosy Guarnieri ed il cognato Enrico Bessone, consigliere comunale. Eraldo era assessore ai Servizi sociali. L’ultima baldanza, solo in ordine di tempo, l’ha riservata alla pia Paita, aspirante sconfitto a presidente della Liguria, reduce da un pellegrinaggio al Santuario. Titolo: ‘Lella Ciao, Lella Ciao’ . Occhiello: Albenga. «È questo l’inno con cui stiamo celebrando la liberazione della Liguria dalla sinistra di Burlando, di Paita e di Vazio. Per la prima volta, ho intonato anche io questo ritornello, con grande piacere.” Firmato Eraldo Ciangherotti. Buon stile e cattivo gusto per il pio ‘peccatore’?
Nel ‘capitolo diocesi’, non c’entra il malaffare organizzato, connubio e connivenze da Ior vaticano. Anche se in qualche caso sarebbe stato utile al vescovo Oliveri e ad alcuni sacerdoti tenere le distanze da chi faceva esibizione per fini poco nobili. Parliamo semmai delle laceranti ferite di una campagna stampa non certo anticlericale, che ha prodotto migliaia di articoli e locandine. Impossibile dimenticare le scolaresche in visita al centro storico di Albenga, dove ha sede il palazzo vescovile, in piedi davanti alle edicole che esponevano le locandine “Preti e sesso ad Albenga la diocesi più chiacchierata d’Italia”. Oppure locandine degli arresti di sacerdoti, con reati sessuali ai danni di minori. O ancora ‘Parroco in fuga amorosa’. Impossibile dimenticare il disagio di sacerdoti, in particolare della vecchia guardia, catechisti, catechiste, impegnati a preparare i bambini alla Santa Cresima e negli stessi giorni leggere titoloni sugli ‘scandali in diocesi‘. Su preti gay arrivati da fuori. Il caso volle che pure nella confinante diocesi di Savona – Noli siano esplosi a ripetizione, spesso in fotocopia, bruttissime vicende che coinvolgevano sacerdoti, vescovi di ieri e di oggi. E in quel caso una campagna stampa, quella sì, in parte ‘veicolata’ da scontri ed interessi materiali, sullo sfondo operazioni immobiliari multimilionarie, persino cause civili e la lunga mano di un paio di alti prelati della curia romana.
Ad Albenga l’arrivo ritardato, sofferto, involontariamente spettacolarizzato del vescovo coadiutore, è stato interpretato una benedizione per mano di papa Francesco, il sommo pontefice senza scheletri negli armadi, l’uomo della provvidenziale ( e rischiosissima) opera di pulizia. Un sospiro di sollievo, un incoraggiamento nei confronti della ‘Chiesa’ romana, l’avvento di monsignor Borghetti. Impegnato far fronte al ripulisti dell’andazzo e degli indegni, all’eredità dei bilanci dell’economato diocesano ( rimasto solido, almeno pare, negli anni di don Fiorenzo Gerini), alle difficoltà che caratterizzano alcune parrocchie, alla gestione del loro patrimonio. Resta attivo l’uccellino che informa e fa trapelare ? La talpa non agisce per denaro, non vende notizie. Ha dimostrato di perseguire obiettivi precisi e personali. Il consiglio di guardarsi alle spalle non è di ‘Frate Indovino‘ che nel 2012 ci aveva offerto l’Elogio degli Asinelli. Ovvero La Riscossa degli ultimi.
L. Cor.